22 November, 2024
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Il disastro della sanità nel Sulcis Iglesiente è ormai chiaro e noto a tutti, ancora di più sicuramente agli operatori che si danno da fare al massimo per dare risposte ai bisogni dei cittadini ma si rendono conto ogni giorno di più delle limitazioni e della mancanza di personale e di strumentazioni indispensabili e ai pazienti che sono costretti alla sofferenza delle patologie e delle limitazioni e mancanza delle prestazioni.

Sempre di più, naturalmente quando possono farlo, i pazienti si rivolgono altrove con costi e sacrifici. Le nostre strutture ospedaliere stanno perdendo considerazione sempre più nell’opinione pubblica e molti ormai neppure le considerano, puntando decisamente verso altre strutture fuori del territorio.

Ma non può funzionare così e dobbiamo riportare il tema della salute al posto che merita nella vita di ciascuno di noi e della intera comunità

Denunciare ogni giorno l’aggravarsi della situazione in questo o quel reparto, in questo o quel servizio. è giusto e necessario ma non basta.

Nei giorni scorsi abbiamo riproposto la questione dell’emodinamica ormai colpevolmente ridotta alla sola unità del medico responsabile. Una storia di grande impegno e di grande lavoro e professionalità che dura da circa vent’anni, con la realizzazione di una cardiologia d’avanguardia prima e poi dal 2004 con l’emodinamica che alcuni anni fa è stata dotata di un organico per farla funzionare per 24 ore, per dare servizi sempre più urgenti ed adeguati.

In questo modo si garantiva insieme un’assistenza cardiologica ai massimi livelli e si potevano trattare nei tempi congrui tutti gli infartuati del territorio senza viaggio per Cagliari, cosa che per molti può significare la vita. Quello che sta avvenendo in questi ultimi anni con la Giunta dei professori e le scelte dell’Azienda per la tutela della salute è sotto gli occhi di tutti e il servizio di emodinamica rischia di essere ai titoli di coda.

Il territorio si deve mobilitare a tutti i livelli, ci aspettiamo che i sindaci tutti, a partire da Carbonia e Iglesias, decidano di intraprendere le iniziative necessarie, raccogliendo la richiesta che viene dagli operatori e dai pazienti sia guardando alla situazione attuale, sia alla prospettiva.

Tutti coloro che hanno ruolo per farlo, devono diventare protagonisti e sostenere una mobilitazione popolare, perché il diritto alla salute dei cittadini del Sulcis Iglesiente sia garantito in modo adeguato nelle strutture e nei servizi che, a prescindere dalle scelte organizzative che non condividiamo, sono previsti.

Noi non ci rassegniamo alla situazione disastrosa che registriamo giorno dopo giorno e dobbiamo farglielo capire.

La prospettiva è quella che ormai da circa quindici anni andiamo sostenendo: la realizzazione del nuovo ospedale, l’ospedale unico, attrezzato, di qualità, polispecialistico. Abbiamo posto il tema anche prima di San Gavino ma in quel territorio si sta realizzandomentre qui da noi la nostra proposta fu osteggiata da diversi importanti amministratori di quegli anni.

Confidiamo che non sia più così. Se il territorio non è in grado di mobilitarsi, i sindaci in testa, contro il disastro della sanità e di fare scelte indispensabili ora e per la prospettiva, allora ci meritiamo la situazione nella quale ci hanno/ci siamo cacciati.

Francesco Loi

Coordinatore Riformatori sardi Sulcis Iglesiente

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A sentire e leggere le dichiarazioni della dirigente della ASSL di Carbonia, i cittadini del Sulcis Iglesiente si aspettavano di salutare il ripristino a 24 ore (h24) del servizio di emodinamica al Sirai di Carbonia ma la notizia è di segno diverso: ora in servizio presso emodinamica rimane soltanto il primario.

Un secondo medico fin qui in reparto, necessario per garantire almeno un servizio per 12 ore ha chiesto ed ottenuto l’aspettativa; naturalmente la richiesta non è di oggi ma data da qualche mese. Non risulta che nel frattempo chi ha ruolo per farlo si sia attivato per fare sì che non si producesse una situazione di vera e propria emergenza. Il reparto che dovrebbe garantire in primo luogo le risposte a gravi situazioni di emergenza, si trova proprio in una situazione di emergenza così grave che potrebbe trovarsi costretto a sospendere del tutto il servizio in determinate situazioni.

Si attendeva un emodinamista da Cagliari ma a quanto pare ha ritirato la propria disponibilità.

Resterebbe un emodinamista da Lanusei che pare sia tuttora interessata al trasferimento a Carbonia ma non si sa bene perché fino a qui non sia arrivata.

Al di là delle voci e dei si dice, conta che nell’immediato chi decide sulla sanità in Sardegna trovi i modi per dare la risposta che può essere una e solo una: si trovino gli specialisti in Regione e fuori, si ripristini il servizio di emodinamica h24 che come tutti sanno è stato in anni recenti una vera e propria eccellenza a cominciare dal primario e tutti gli operatori sanitari, come generalmente riconosciuto in primo luogo dai pazienti e dai loro familiari.

Il territorio si deve mobilitare e ci aspettiamo che la conferenza socio sanitaria con la presenza di tutti i sindaci si riunisca d’urgenza per far arrivare all’assessore regionale della Sanità e al responsabile dell’azienda per la tutela della salute la richiesta di tutto il Sulcis Iglesiente: emodinamica non si tocca ed il servizio deve tornare subito h24.

Francesco Loi

Coordinatore Riformatori sardi Sulcis Iglesiente.

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Questo pomeriggio, la sede di San Giovanni Suergiu dell’Unione dei Comuni del Sulcis, su richiesta dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente, ha ospitato un incontro tra l’Unione dei Comuni del Sulcis e la delegazione del coordinamento dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente.

«Al centro dell’incontro – si legge in una nota del coordinatore del Sulcis Iglesiente Francesco Loi ed il coordinatore del gruppo di lavoro per la nuova piattaforma Peppino La Rosa – l’analisi della grave crisi economica e sociale che investe il territorio, gli strumenti che possono essere utilizzati per affrontarla; la necessità e l’urgenza di costruire una nuova piattaforma condivisa dal territorio per affrontare l’emergenza lavoro e indicare le prospettive di sviluppo da fondare, come proposto dal coordinamento dei Riformatori Sardi, su quattro piani operativi:

  • Piano Sulcis da rivedere su alcune scelte con la conseguente rimodulazione delle risorse finanziarie;
  • Piano per l’emergenza lavoro come base della nuova piattaforma;
  • Piano di riconversione e riqualificazione di cui al decreto di dichiarazione di area industriale di crisi complessa;
  • Piano di formazione come fattore determinante nell’ambito degli interventi con l’obiettivo di raggiungere anche quella fascia ampia di giovani e meno giovani che rischia di restare fuori dallo studio e dal lavoro per la vita.

E’ stato preso l’impegno di portare avanti il confronto sulle proposte e gli obiettivi specifici dopo il necessario approfondimento da parte dei sindaci.»

«Come Riformatori sardi esprimiamo l’auspicio che il confronto si possa estendere nelle prossime settimane – concludono Francesco Loi e Peppino La Rosa -, coinvolgendo tutti i comuni del territorio, le forze politiche e sociali, le associazioni di categoria, i movimenti e i comitati, tutti coloro che vogliono condividere l’impegno per costruire e sostenere una nuova piattaforma per il lavoro e lo viluppo del nostro territorio.»

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I Riformatori sardi plaudono alla decisione del Consiglio comunale di Sant’Antioco sulla rimodulazione delle risorse del Piano Sulcis.

«Finalmente una buona notizia per il territorio viene dal Consiglio comunale di Sant’Antioco che ha approvato le modifiche delle opere  infrastrutturali già previste dal Piano Sulcis per l’isola di Sant’Antioco riguardanti il ponte, la strada per Calasetta il nuovo porto polifunzionale, deliberando quindi di rivedere le scelte del Piano Sulcis e conseguentemente la rimodulazione delle risorse da impiegare – scrive in una nota il coordinatore Francesco Loi -. Queste scelte di Sant’Antioco, che coincidono con le proposte del coordinamento dei Riformatori sardi del Sulcis Iglesiente sulla revisione più complessiva del Piano Sulcis, ridanno vigore alla necessità di rivedere altri programmi con scelte condivise dal territorio e di rimodulare conseguentemente le risorse assegnate.»

«Ora attendiamo che tutti i sindaci e quindi tutti i consigli comunali del Sulcis Iglesiente approvino e sostengano le scelte di Sant’Antioco e decidano per una più complessiva revisione del Piano Sulcis – conclude il coordinatore dei Riformatori sardi – in favore di scelte condivise nel territorio e naturalmente per la rimodulazione delle risorse da impiegare.»

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Parte il piano della regione Sardegna per l’installazione di 650 colonnine per la ricarica delle auto elettriche. Saranno installate lungo le principali direttrici stradali compresa la 130 che collega il Sulcis Iglesiente con Cagliari.

«A quanto se ne sa – scrive in una nota Francesco Loi, coordinatore dei Riformatori sardi del Sulcis Iglesiente -, copriranno l’area metropolitana di Cagliari, la rete metropolitana del nord Sardegna (Sassarese), le aree dei comuni di Olbia, Oristano e Nuoro. E il territorio del Sulcis Iglesiente?»

«Il programma dovrebbe prevedere l’installazione nelle piccole isole della Sardegna, quindi anche Sant’Antioco e Carloforte, ma per ora è stato finanziato soltanto un progetto pilota per La Maddalena – aggiunge Francesco Loi -. Per le aree di Carbonia e di Iglesias non c’è traccia.»

«Che aspettano gli amministratori, e non solo – conclude Francesco Loi – a chiedere e pretendere che le colonnine per la ricarica delle auto elettriche siano installate anche nelle nostre piccole isole e nelle aree dei nostri comuni più importanti?»

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Il Coordinamento dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente, partendo dall’analisi dei dati che denunciano la grave crisi economica e sociale che investe il territorio; dagli strumenti che sono in campo per affrontarla; dalla dichiarazione di area di crisi industriale complessa; valutando i risultati fin qui raggiunti come impercettibili ai più e certamente non adeguati ad affrontare l’emergenza sociale, la mancanza di lavoro in primo luogo, e neppure a porre basi solide per una nuova prospettiva di sviluppo integrato; hanno portato avanti nel corso di questi mesi un intenso lavoro con incontri settimanali, finalizzato alla necessità di una nuova piattaforma nata e condivisa nel e dal territorio, per affrontare con misure straordinarie l’emergenza sociale, appunto straordinaria, e per delineare proposte di sviluppo integrato. Per portare avanti questo impegno, il coordinamento si è strutturato come gruppo di lavoro con la partecipazione di esperti e di rappresentanti di settori in grado di fornire un contributo di conoscenze, competenze, idee, fondamentale per l’analisi e per l’elaborazione della proposta nel suo complesso. Attenzione è stata riservata alle proposte della settimana sociale della chiesa.

Da qui in avanti, ci proponiamo di avviare una seconda fase che consiste nel confronto con le istituzioni locali, forze politiche e sociali, le organizzazioni rappresentative, i comitati, i cittadini, esperti e professionisti, interessati a dare un contributo. Il confronto, per quanto ci riguarda, dovrà sancire la necessità di una nuova piattaforma per l’emergenza e per lo sviluppo, elaborata e condivisa nel e dal territorio, partendo dalla revisione di alcune scelte e dalla conseguente rimodulazione della destinazione delle risorse finanziarie del Piano Sulcis; dalla costruzione di una proposta come base del piano di riqualificazione e di riconversione di cui alla dichiarazione di area di crisi industriale complessa; dal ruolo della Regione, delle istituzioni locali, dei vari enti e soggetti che possono incidere nelle scelte e nella realizzazione concreta delle stesse; dall’impegno della Regione e del Governo, chiamati in primo luogo  a dare risposte sul terreno dell’emergenza sociale per un piano straordinario e ad attuare  strumenti e misure  per le  infrastrutture necessarie per lo sviluppo del turismo come volano in un ottica di sviluppo integrato. Le proposte che noi avanziamo al confronto sono diverse e, in qualche caso, anche alternative tra loro, e costituiscono soltanto un contributo. Per quanto ci riguarda è irrinunciabile l’esigenza di definire una nuova piattaforma in cui si riconosce tutto il territorio, per la quale siamo pronti a sostenerla col massimo della partecipazione e della mobilitazione.

Ci permettiamo di chiedere, in questa fase, a sostegno dell’impegno del territorio,  uno sforzo straordinario a tutti i mezzi di informazione che certamente possono e potranno svolgere un ruolo particolarmente significativo.

Francesco Loi – Coordinatore del Sulcis Iglesiente                       

Peppino La Rosa – Coordinatore dei lavori per la piattaforma

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Il coordinatore dei Riformatori sardi del Sulcis Iglesiente, Francesco Loi, prende posizione «sulla gravità della crisi che colpisce le campagne e gli allevatori nella nostra Regione e in particolare nel Sulcis Iglesiente, ormai sotto gli occhi di tutti».

«Gli allevatori saranno costretti ancora una volta a scendere in piazza per i ritardi e le inadempienze della Giunta regionale – aggiunge Francesco Loi -. Se a metà settembre scorso, l’intero Consiglio regionale ha votato una legge, stanziando trenta milioni, per dare risposte ai pastori che avevano portato in piazza ai primi di agosto la crisi e la rabbia di un settore così importante dal punto di vista economico e sociale per la nostra Regione, in attesa di risposte che non arrivavano da una Giunta sorda e miope, non sarà avvenuto per pagare gli arretrati all’INPS.»

«E’ giusto ricordare che durante la discussione sulla finanziaria 2017, i Riformatori sardi insieme a tutta l’opposizione avevano richiesto uno stanziamento adeguato per affrontare la crisi del settore pastorale ma la giunta regionale e la maggioranza si erano  opposti. Inutile dire che sarebbe stato molto meglio aggredire la situazione nei primi mesi dell’anno e non alla fine e solo grazie alla lotta dei pastori – sottolinea ancora Francesco Loi -. E’ di oggi la notizia che il ministero delle Politiche agricole ha firmato la richiesta di declaratoria sulla situazione di emergenza derivante dal perdurare dello stato di siccità e per i conseguenti danni ad appena 24 giorni dalla richiesta. Ma la vera notizia è che la nostra Giunta regionale ha avanzato la richiesta appunto 24 giorni fa; non un anno fa ma neppure in agosto o in settembre ma ai primi di ottobre. Questo riconoscimento dovrebbe portare anche a riconoscere la sospensione dei pagamenti INPS e dei mutui agrari e in questo senso la Giunta regionale avrebbe dovuto operare sin da subito, almeno da agosto.»

«Intanto, gli allevatori non sono più in condizioni di portare avanti le loro attività, non sanno se fare domanda per partecipare al bando che riconosce 13 euro per capo di bestiame almeno sino a quando non si risolve la questione degli arretrati INPS e non comprendono perché ora viene richiesto di presentare le fatture della vendita del latte negli scorsi anni in quanto temono, secondo noi a ragione, che tutto ciò porterà ad ulteriori ritardi mentre loro non ce la fanno più ad andare avanti. Gli allevatori sono quindi costretti a tornare in piazza e per le strade. Hanno ragione. La Giunta e la burocrazia regionale – conclude il coordinatore dei Riformatori sardi del Sulcis Iglesiente – possono fare peggio della siccità che non finisce più.»

 

                                                                                                                     Loi Francesco

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«La procedura per il licenziamento collettivo di trenta dipendenti che sarebbero in esubero è un fatto gravissimo che non può essere lasciato semplicemente ad una trattativa tra azienda ed organizzazioni sindacali. La RSA “Rosa del Marganai” è un’azienda importante nel nostro territorio e svolge un servizio particolarmente delicato e sensibile nei confronti di pazienti per lo più non autosufficienti. Queste considerazioni portano a ritenere quanto mai sbagliata la scelta dell’azienda di avviare la procedura di licenziamento collettivo senza che siano stati affrontati con le controparti ed anche con le istituzioni le difficoltà tecniche, organizzative, finanziarie che deriverebbero dalle scelte politiche della giunta regionale.»

Lo scrive, in una nota, Francesco Loi, coordinatore dei Riformatori sardi del Sulcis Iglesiente.

«Sicuramente ci sono i tagli indiscriminati che colpiscono tutta la sanità sia pubblica che privata e che colpiscono più pesantemente i servizi maggiormente sensibili e i pazienti più deboli e più bisognosi di cure e di assistenza – aggiunge Francesco Loi -. Contro questa scellerata politica sanitaria non c’è stata nel territorio la mobilitazione politica sindacale e istituzionale adeguata alla gravità delle scelte di questa giunta regionale. Non si può, tuttavia, non esprimere la sgradevole sensazione che l’iniziativa inconsulta e grave dell’azienda abbia lo scopo di aggiustare una situazione che non può dipendere esclusivamente dal taglio sugli accreditamenti da parte della Regione.»

«La decisione della “Rosa del Marganai”, a questo punto, potrebbe non restare isolata e vedere una dopo l’altra tutte le strutture convenzionale procedere al taglio del personale e delle prestazioni. E’ urgente che istituzioni locali, forze politiche e sociali, associazioni prendano in mano una situazione che è detonata con l’iniziativa della “Rosa” ma che potrebbe scoppiare nelle prossime settimane. Come Riformatori sardi – conclude Francesco Loi – siamo pronti e decisi nel respingere la scelta dell’azienda di licenziamento collettivo e nel considerare tutte le iniziative tese ad affrontare e risolvere questa difficile e grave situazione per i lavoratori, per i pazienti e loro familiari, per il territorio.»

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Il coordinamento dei Riformatori Sardi si è riunito per discutere e mettere a punto un documento come contributo al confronto in atto nel territorio a seguito dell’approvazione dell’atto aziendale della Azienda per la tutela della salute e in vista della discussione in consiglio regionale della riforma della rete ospedaliera già approvata nella competente commissione consiliare con i soli voti della maggioranza di centrosinistra che governa la Regione.

La situazione della sanità oggi nel Sulcis Iglesiente è caratterizzata da livelli di assistenza in caduta libera, perdita di servizi e prestazioni.

La situazione è più grave di quanto appare perché ancora resiste l’impegno straordinario di medici, infermieri, oss, tecnici, di tutti gli operatori, i quali però si rendono conto di essere impotenti  e di non avere interlocutori in grado di dare risposte: La sanità è senza governo, abbandonata, in attesa che si consumi fisiologicamente. Tanti professionisti si sentono ormai costretti a lasciare il sulcis iglesiente verso altre strutture. I pazienti purtroppo sono costretti a farlo da qualche tempo.

Per i Riformatori sardi, il tema della sanità rappresenta una priorità per l’azione politica da portare avanti nel territorio. Per la prospettiva noi riproponiamo, come già facciamo ormai da dieci anni, la realizzazione di un nuovo ospedale che costituisce la sola condizione risolutiva per ottimizzare l’organizzazione dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali così come l’impiego delle risorse professionali e di quelle finanziarie. Un ospedale sicuro, moderno, multi specialistico, ad alta tecnologia che incrementi il numero e lo standard dei servizi esistenti e si completi con nuovi servizi valorizzando pienamente le risorse professionali. Un ospedale che così si mette al centro di una rete di servizi sanitari integrati che possa rispondere adeguatamente  per il futuro alla domanda di salute e di cure della nostra popolazione.

Oggi è necessario ed urgente avanzare una proposta complessiva sulla base dell’esistente al fine di assicurare la migliore funzionalità e qualità dei servizi e delle prestazioni.

In primo luogo dobbiamo partire dalla garanzia di una rete di servizi territoriali in grado di assicurare la necessaria continuità assistenziale di pari passo alla necessità di mettere in sicurezza i servizi e le prestazioni dei presidi ospedalieri di Carbonia e Iglesias assumendo le scelte che in questa fase risultano le più adeguate e funzionali in grado di valorizzare al meglio le professionalità dei medici e di tutti gli operatori; di garantire la migliore qualità di cura per i pazienti. Ciò si può realizzare in un solo modo senza confusione, senza vuote e inutili concessioni di cui nessuno più sente il bisogno tranne, a quanto pare, quella politica che siede sugli scranni della giunta e della maggioranza del Consiglio regionale che ha perso il contatto con la gente e i bisogni reali del nostro territorio.

Sulla base dell’esistente quindi è indispensabile una chiara, netta, corretta, coerente suddivisione di funzioni tra i presidi di Carbonia e di Iglesias. Occorre preliminarmente affermare che è necessario garantire la funzionalità delle reti tempo dipendenti, rete IMA, rete Stroke e rete Trauma, assicurando l’apertura dell’emodinamica H 24 e l’effettuazione della trombolisi in Neurologia. Non ci sono le risorse specialistiche per tenere in piedi due pronto soccorso e non sta in piedi la scelta di due strutture complesse di Chirurgia generale e di ortopedia traumatologia che dovrebbero fare sia prestazioni in urgenza sia in elezione in più presidi.

La nostra proposta come contributo al confronto in atto consiste nella scelta di garantire a Carbonia tutta l’emergenza-urgenza e ad Iglesias tutto il programmato con una distribuzione dei servizi e funzioni come di seguito indicato:

CARBONIA                                                                              IGLESIAS

EMERGENZA URGENZA                                                     PROGRAMMATO

Pronto Soccorso                                                                       Chirurgia

Traumatologia                                                                           Ortopedia

Chirurgia                                                                                     Servizio territoriale di pediatria

Pediatria                                                                                      Servizio territoriale di ostetricia e ginecologia

Otorino                                                                                        Medicina

Medicina                                                                                      Riabilitazione

Stroke                                                                                            Oculistica

Emodinamica                                                                               Otorino

Cardiologia                                                                                    Oncologia

Ostetricia-ginecologia                                                                  Semi intensiva

Rianimazione                                                                                 Servizi di cardiologia e di radiologia

Urologia                                                                                           Laboratorio e dialisi

Nefrologia-dialisi                                                                         Punto prelievi

Trasfusionale                                                                                    Ostetricia territoriale

Laboratorio                                                                                        Diabetologia

Radiologia                                                                                           Medicina dello sport

Endoscopia                                                                                          Endoscopia

Il nostro intento è chiaramente quello di mettere il nostro contributo a disposizione di tutti quelli che hanno a cuore il tema della sanità pubblicando e diffondendo il più possibile la nostra proposta che inviamo alla Regione. All’ATS, alla ASSL e naturalmente a tutti i sindaci del territorio.

Francesco Loi

Coordinatore Riformatori sardi del Sulcis Iglesiente.

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I Riformatori sardi del Sulcis Iglesiente scendono in campo a difesa della sanità pubblica.

Il coordinamento del partito ha esaminato la situazione ed ha approvato un documento nel quale sottolinea che «la sanità pubblica oggi nel Sulcis Iglesiente sta male, è seriamente malata e si avvierà verso uno stato terminale se non faremo tutti insieme: sindaci e istituzioni locali, forze politiche e sociali, associazioni di utenti e consumatori, cittadini tutti, una grande battaglia per il pieno diritto alla salute anche nel nostro territorio».

«Questi anni, regnanti Pigliaru e Arru con commissari ad acta ed ora più Moirano con direttori d’area sempre ad acta, hanno prodotto una situazione di grave allarme in tutta la Regione – sostiene Francesco Loi, coordinatore dei Riformatori sardi del Sulcis Iglesiente -. Nel nostro territorio: i servizi si sono via via ridotti e sono stati resi sempre più complicati per i cittadini ma anche per gli operatori. I reparti ospedalieri sono in gran parte sotto organico: Medicina ad Iglesias ed Emodinamica a Carbonia sono i casi più eclatanti, ma non certo i soli, come viene denunciato quotidianamente dai cittadini e dai mezzi di informazione. Per quanto riguarda gli organici di tecnici, infermieri e operatori socio sanitari siamo ai miracoli per garantire il presidio dei reparti; il Cup dopo il mancato rinnovo del contratto degli operatori che erano stati formati per garantire il servizio ai cittadini su più turni e in tutto il territorio ha ridotto il servizio per cui per una prenotazione devi mettere in conto una intera mattinata di fila. Dopo quanti mesi potrai avere un appuntamento per la visita che ti occorre? Le Case della Salute che fine hanno fatto?»

«Sono trascorsi ormai dieci anni da quando abbiamo proposto e riproposto ancora la necessità dell’ospedale unico da realizzare ex novo in zona baricentrica per assicurare una sanità di qualità nel Sulcis Iglesiente, ma è stata fatta una scelta diversa dal territorio e dalla Regione a favore di due ospedali a Carbonia ed Iglesias più le case della salute a Carloforte, Sant’Antioco, Giba e Fluminimaggiore – sottolinea ancora Francesco Loi -. Oggi non ci sono le condizioni per riproporre il nuovo ospedale unico anche se in futuro la cosa potrebbe essere rilanciata. La sanità nel territorio ha quindi assunto una sua fisionomia organizzativa e su quella non possiamo mollare. L’applicazione dei parametri standard nazionali condanna la sanità in Sardegna e nel Sulcis Iglesiente: garantire i livelli essenziali di assistenza a Milano che ha 1.600.000 residenti e garantirli in Sardegna allo stesso numero di residenti non può essere considerata la stessa cosa. La sensazione netta che abbiamo è che la sanità nel nostro territorio possa ridursi rapidamente a due mezzi ospedali e all’abbandono progressivo del territorio col risultato che crescerà sempre più l’esodo verso Cagliari e le strutture convenzionate e certo non per scelta ma per assoluta necessità. Molto preoccupante è la situazione di organico dei medici di medicina generale (medici di famiglia) destinata ad aggravarsi nei prossimi mesi per l’alto numero di pensionamenti previsto.»

«Rispetto alla situazione non vediamo quel protagonismo dei sindaci e di forze politiche e sociali che si è manifestato negli anni per una sanità sempre migliore per i nostri cittadini ma anzi ci sembra di cogliere una pericolosa disattenzione o sottovalutazione. Se stiamo fermi a guardare, non solo il presente ma ancora più il futuro della sanità del Sulcis Iglesiente sarà dipeso anche dai comportamenti di tutti noi. Se la cosa più importante è la salute allora anche la battaglia più importante da non mancare è la piena disponibilità nel nostro territorio dei diritti di assistenza. Noi ci mettiamo a disposizione per la battaglia politica e sociale più importante del nostro territorio. Nell’immediato – conclude il coordinatore dei Riformatori sardi del Sulcis Iglesiente -, la prima tappa da conquistare è il recupero degli organici per il pieno funzionamento di tutti i reparti e i servizi nelle strutture ospedaliere e in quelle territoriali e negli ambulatori di medicina generale con la dovuta attenzione alle località periferiche e in particolare alle isole minori.»