16 November, 2024
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L’anno scorso ha compiuto i 250 anni di vita. Calasetta è una realtà peculiare – fonde nella sua cultura originaria le tradizioni provenienti dalla Liguria (Pegli), la Tunisia (Tabarka), il Sulcis (l’isola di Sant’Antioco, la punta estrema della Sardegna sud-occidentale) – con una forte vocazione turistica su cui si regge l’economia del paese. E i flussi turistici, spesso concentrati in brevi periodi, risorsa di certo preziosa, nel tempo hanno però determinato effetti negativi in termini di sostenibilità, in particolare per il lungo tratto costiero,  tesoro paesaggistico di grande pregio. Ecco, il tema, importante quanto delicato, della sostenibilità, che chiama in causa anche risvolti etici e sociali, e dove convergono fattori come l’accessibilità, l’inclusione, la sicurezza, la salute, la resilienza. Nasce su questi presupposti e con queste premesse CALASETTA ACCESSIBILE E SOSTENIBILE, in programma dal 3 al 25 settembre nel comune tabarchino, fra laboratori creativi, attività ludico-didattiche e appuntamenti musicali. Il progetto si propone di avviare un percorso che consenta l’attivazione di alcune buone pratiche per l’utilizzo dei litorali in un’ottica di sostenibilità e accessibilità attraverso azioni immateriali specifiche e la creazione di servizi a favore dei diversamente abili, di anziani e famiglie.

Per l’occasione è stato appositamente creato il sito www.calasettaturismo.it  (accessibile anche attraverso un QR code presente in tutto il materiale informativo), che con il programma contiene le regole e i comportamenti da seguire all’interno delle spiagge di Calasetta, i luoghi di interesse del paese, le strutture ricettive e di ristorazione per promuovere soprattutto il cibo a km zero.

Sono stati anche installati negli ingressi delle spiagge calasettane cartelli informativi sui comportamenti da seguire nell’”abitarle” e il Comune, proprio per “Calasetta Accessibile e Sostenibile”, ha previsto l’installazione di passerelle e pedane per facilitare l’ingresso in spiaggia dei diversamente abili.

Da rimarcare che tutto il materiale cartaceo promozionale dell’iniziativa è stato riprodotto su carta riciclata e che è stata rafforzata la campagna di comunicazione on line e social proprio per ridurre al minimo gli stampati.

Il progetto è promosso dal comune di Calasetta, con il sostegno della Fondazione di Sardegna e dell’assessorato della Cultura della Regione Sardegna, ed è organizzato dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo.

«Questo Festival della sostenibilità è stato pensato e fortemente voluto perché abbiamo il dovere di ‘ristrutturare’ la nostra immagine, le nostre caratteristiche e la nostra identità. In questa stagione si è molto discusso della posidonia, descrivendola come sporcizia, rifiuto, e rievocando le spiagge bianche alle quali siamo stati tutti abituati negli ultimi 30 anni. Dobbiamo, appunto, ripartire da qui: educare alla bellezza del nostro territorio, che vive e deve essere armonioso con le sue caratteristiche – spiega Claudia Mura, sindaca di Calasetta -. Le nostre spiagge sono belle anche con la posidonia, magari non tutti ne apprezzano la vista, ma è nostro compito far capire quanto questa pianta acquatica sia importante per la vita delle spiagge stesse, già fortemente erose e da proteggere. La sostenibilità, inoltre, è un concetto poliedrico, tutto al giorno d’oggi deve essere sostenibile, anche le relazioni tra gli esseri umani, che nell’ultimo periodo storico sono invece cosi distanti. A tutto ciò dobbiamo educare, a tutto ciò speriamo fortemente che le famiglie educhino i propri figli, i nostri giovani, la Calasetta del domani.»

«Dopo avere sostenuto il comune di Calasetta nell’organizzazione delle celebrazioni per i 250 anni della nascita del paese, per noi è importante, a distanza di un anno, essere di nuovo al fianco dell’Amministrazione in una iniziativa questa volta dedicata all’accessibilità e alla sostenibilità – dice Graziano Milia, presidente dell’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo -. Perché storia, cultura e, ancora di più in questo caso, ambiente, tema particolarmente attuale e delicato, rappresentano i cardini intorno ai quali far girare il volano di sviluppo dei territori.»    

Festa della Sostenibilità

Sarà la Festa della Sostenibiltà ad aprire la manifestazione. Tre serate di concerti al tramonto sotto la Torre sabauda, simbolo di Calasetta. Tre sere, sei concerti, con due diverse proposte per serata, a basso impatto ambientale, in perfetta sintonia con i temi dell’accessiblità e della sostenibilità: serate acustiche e semiacustiche, luci e servizi tecnici a batterie, senza l’uso della corrente elettrica (info e prenotazioni: info@assoentilocali.it).

Si parte venerdì 3 settembre, alle 19.30, con Clavius, di e con Daniele Ledda, artista sonoro e visivo, docente, performer e sperimentatore, docente di Musica Elettronica al Conservatorio di Cagliari, direttore artistico dell’associazione Ticonzero (che da molti anni si occupa di musica d’avanguardia, elettronica e sperimentale).

Clavius è un progetto di costruzione e modifica, che si snoda intorno agli strumenti a tastiera tradizionali. Ledda ha ideato una performance/installazione che coordina il suono, l’azione e la visione che utilizza gli strumenti Clavius, espandendone la tavolozza timbrica, attraverso una moltiplicazione delle corde. Questa è sia reale che digitale, attraverso il suono virtualizzato. Lo strumento viene quindi suonato in maniera ordinaria, ma anche diffusa, sollecitando le corde che si irradiano nello spazio attraverso il pizzicare o un archetto. La parte di azione e visuale è centrata sulla tecnica “cameraless”, ottenuta tramite la chimica della fotografia analogica in bianco e nero, con foto-sculture investite da un videomapping.

A seguire il concerto di Perry Frank, musicista e polistrumentista, che presenta il suo progetto Ambient guitar sessions, live sessions di musica ambient – lo strumento principale è la chitarra, il cui suono viene processato tramite pedali e amplificatori – che dal 2014 porta in luoghi panoramici e tipici della Sardegna. Il sound di Perry Frank, alias Francesco Perra, è caratterizzato da atmosfere oniriche e sognanti generate da soundscape, drone e glitch di sottofondo che creano paesaggi sonori rarefatti ed eterei,  rassicuranti e meditativi, al tempo stesso nostalgici e oscuri.

Il nuovo disco di Perry Frank s’intitola “Selvascapes”, composto in collaborazione col musicista danese Lauge. Perra cura anche l’aspetto visivo della sua musica, ideando e dirigendo tutti i videoclip delle sue canzoni.

Sabato 4, a partire dalle 21.00, a esibirsi sotto la Torre saranno, prima, la storica Banda Musicale G. Puccini di Calasetta, poi, il Coro “Note di profilo”, gruppo corale del paese tabarchino.

Domenica 5 settembre il tris di appuntamenti musicali alla Torre si chiude, dalle 19.30, con il concerto del Matteo Leone Quartet, protagonista il musicista di casa (voce e chitarra), accompagnato da Matteo Muntoni (basso), Daniel Matta (percussioni), Brahim Khamlichi (violino). Cantautore, chitarrista, batterista più che emergente, dopo un percorso artistico di ricerca nella cultura afroamericana, dove il blues è stato parte essenziale, Matteo Leone ha poi sentito il bisogno di tornare alle sue origini: Calasetta (abita nella vicina frazione di Cussorgia) e l’Africa. Lo scorso anno, in occasione degli eventi per la celebrazione dei 250 anni del paese tabarchino, presentò in anteprima il disco “Ràixe”, fra afroblues e musica del deserto, interpretato interamente in tabarchino, questa la peculiarità del lavoro. Quella fatica discografica ha visto la partecipazione e collaborazione del musicista italo-algerino Faris e diverse collaborazioni importanti, con i gruppi tuareg maliani Terakaft e Tinariwen, pionieri del “desert rock” e del “blues del deserto”, e con il cantante e chitarrista statunitense Ben Harper. Matteo Leone ha suonato in svariati festival in Italia e all’estero, è stato in tournée negli Stati Uniti e in Giappone, ha suonato “in casa” al Narcao Blues, al Sant’Anna Arresi Jazz, al festival Rocce Rosse, ha collaborato con artisti isolani come le Balentes e Joe Perrino.

A seguire il set di Irene Loche, giovane talentuosa chitarrista e cantautrice oristanese. Ha cominciato a suonare la chitarra a 6 anni ed è  cresciuta ascoltando dischi Soul, Blues, R&B, Rock e Folk americani. Ha iniziato presto a sperimentare e a comporre con lo strumento con accordature aperte, miscelando accordi e sonorità. Nel 2017 ha avuto modo di conoscere Bill Asher, riconosciuto da moltissimi artisti come uno dei più grandi liutai al mondo, ricevendo da lui grande apprezzamento per il suo “guitar playing”. Da lì l’occasione di suonare in diversi importanti locali negli Stati Uniti e, sempre nel 2017, e l’opportunità di incontrare e conoscere il famoso artista americano Jackson Browne, che ne rimane impressionato. Nel 2018 diventa ufficialmente rappresentante ed endorser della “Asher Guitar’s and Lap Steels” insieme ad artisti del calibro di Ben Harper, Jackson Browne, Fletwood Mac, Paul Simon e riceve un modello di chitarra creato ad hoc per lei.

Domenica 5 sarà anche il giorno del Posiday, a cura del CEAS (Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità) dell’isola di Sant’Antioco (info e prenotazioni: info@ceassantantioco.it – 346 2140608). Una giornata dedicata ad attività ludico-didattiche e divulgative che prenderà il via a Spiaggia Grande, dalle 9.30 alle 13.00, con “Sospesi sulle praterie sommerse”: si parlerà della Posidonia oceanica e si faranno passeggiate in canoa trasparente biposto per osservarla nel suo habitat. Le uscite (l’ultima è prevista alle 12.30) sono programmate per un massimo di 8 persone alla volta, accompagnate da un istruttore.

Nel pomeriggio ci si sposterà nella spiaggia Sottotorre, dove, dalle 17.00 alle 19.00, si succederanno altre attività ludico-didattiche: Non è un’alga!” – I laboratori prevedono una prima parte introduttiva di divulgazione sulla Posidonia oceanica e il suo ruolo ecologico, con dei video e osservazione al microscopio delle foglie; “I tesori del mare” – Seduti intorno a uno scrigno, i partecipanti scopriranno le meraviglie del mare che si possono trovare e osservare grazie alla posidonia;I love Posidonia” – Gioco dell’oca interattivo sulla posidonia, il mare e l’impronta ecologica (rivolti ai bambini fino ai 10 anni); “Il diritto di spiaggiarsi”  Dopo una prima parte di introduzione sulla Carta della Terra, i ragazzi faranno un laboratorio con la metodologia del gioco di ruolo a tema (rivolto ai ragazzi dagli 11 anni).

Il Posiday si chiuderà, come anticipato, con i concerti di Matteo Leone e Irene Loche nel piazzale della Torre sabauda.

Calasetta Accessibile e Sostenibile riprenderà mercoledì 22 settembre con l’iniziativa Puliamo il mondo dai pregiudizi, curata da Legambiente Cagliari. Il punto d’incontro è fissato alle 9.30 in Piazza Belly, da dove – come segnale forte di civismo – partiranno le attività di pulizia degli spazi urbani, dei parchi e delle spiagge (info e prenotazioni: infolegambientecagliari@gmail.com).

 Ultimi appuntamenti dal 23 al 25 settembre con L’arte del riciclo, a cura della Fondazione MACC, il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta. Tre giornate di laboratori (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00), rivolti ai bambini e ai ragazzi dai 6 ai 12 anni, condotti dallo staff del Maac, per scoprire l’arte del riciclo attraverso un viaggio nel pensiero creativo e nella rigenerazione dell’oggetto (info e prenotazioni: fondazione.macc@gmail.com – 0781 887219 – 348 8668603 – 349 8690949).

Dai legni e i tessuti di Maria Lai alle spugnette di ferro di Rosanna Rossi, i partecipanti andranno alla scoperta delle opere di due grandi artiste della nostra Isola, conosceranno in particolare i lavori che rientrano nel tema del riciclo, un percorso per comprendere come nasce un’opera d’arte che recupera e trasforma lo scarto.

Si terranno, poi, due workshop curati da Marilena Pitturru, artista che ha fatto del riciclo la forza etica e poetica del suo lavoro (smonta, assembla, cuce, ritaglia, salda), e Davide Volponi, creativo che genera opere riciclando anch’egli materiali scartati, per indagare la poetica del riutilizzo che da sempre contraddistingue la loro ricerca artistica: tronchi che svettano come palazzi coloratissimi, figure diafane e combattenti nate da bottiglie di plastica blu.

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Appuntamento a Cagliari con il Karel Music Expo, il festival delle culture resistenti ideato ed organizzato nel capoluogo sardo dalla cooperativa Vox Day, quest’anno alla sua edizione numero tredici: dopo la bella anteprima dell’altro sabato 9 novembre – al Fabrik con Perry Frank e con Stuart Braithwaite, leader e chitarrista dei Mogwai, la manifestazione vive il suo clou in tre lunghe serate, da questo giovedì (21 novembre) a sabato 23, all’EXMA, il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, dove fa base per la prima volta.

Tiene banco la musica, come sempre, spaziando tra i generi e gli stili con tredici diverse proposte della scena nazionale e internazionale: in arrivo dalla Penisola The Winstons, i Julie’s Haircut, La Luna e i C’mon Tigre, dall’Austria gli Alpine Dweller, da Malta The Ranch, dal Regno Unito la scozzese Emme Woods, l’inglese Joey Collins e il gallese Matthew Frederick, mentre a rappresentare il panorama sardo saranno La Città di Notte, il duo Nunc, La Pioggia ed il Luigi Frassetto Quartet.

Tanta musica, dunque, ma non solo, perché il Karel Music Expo è una vetrina multidisciplinare che promuove tutte le forme espressive estranee ai meccanismi della grande distribuzione; ecco, dunque, in cartellone, anche le installazioni dell’artista giapponese Makoto e del romano Daniele Spanò, le performance e le opere di Rugiada Cadoni, un incontro-dibattito di astronomia culturale con Agostino Piano, uno spettacolo formativo sulle dipendenze dalle nuove tecnologie, e una selezione di cortometraggi proposta in collaborazione con lo Skepto International Film Festival e la Fondazione Sardegna Film Commission; il tutto sotto un titolo caratterizzante, “Generazioni”, suggerito dall’imminente epilogo di questo decennio, come spiega il direttore artistico Davide Catinari: «Ogni decade giunge alla sua conclusione attraverso una rappresentazione che ne traccia la memoria, così che ogni epoca possa essere ricordata in accordo con tutto quello che ha prodotto e ogni generazione per ciò che ha espresso. (…) Ma la percezione dell’alternarsi di diverse generazioni, soprattutto durante il secolo appena trascorso, ha reso memorabili diversi passaggi di consegne, come quello tra le due guerre mondiali o la rivoluzione culturale, e giovanile, che dalla fine degli anni ’60 in poi ha contribuito a creare un immaginario immenso, denso di simboli, volti, oggetti, suoni, mode e modalità che hanno segnato gli ultimi cinquant’anni della storia di questo pianeta, trasformando per sempre l’idea stessa della nostra vita».

Si comincia, dunque, questo giovedì (21 novembre), con una scaletta fitta di appuntamenti, presentati – in questa come nelle successive serate – da Paola Masala. L’apertura, alle 19.00, è nel segno delle cinema con la visione di tre cortometraggi in linea col tema proposto dal Karel Music Expo, selezionati dalla commissione artistica dello Skepto International Film Festival, la rassegna cagliaritana giunta lo scorso aprile alla sua decima edizione: “Parru pi tia” (15′), diretto dal palermitano Giuseppe Carleo, “How I Didn’t Become A Piano Player” (18′), produzione inglese per la regia di Tommaso Pitta, e “Bitchboy” (15′), dello svedese Mans Berthas.

La musica sale alla ribalta alle 21.00, con il primo dei quattro set in programma nella serata inaugurale che si avvicenderanno sui palchi allestiti in due diversi spazi dell’EXMA: quello montato nella sala conferenze del centro culturale di via San Lucifero, e quello della Sala Showcase all’interno di una tensostruttura appositamente allestita nel cortile.

In apertura, riflettori puntati sul cantautore e producer inglese (di Nottingham) Joey Collins: la sua musica è introspettiva e emotiva, con influenze di artisti come Jeff Buckley, John Frusciante, Elliot Smith, Richard Ashcroft e Eddie Vedder.

Blues e cool jazz incontrano la canzone italiana nella proposta di La Città di Notte, band cagliaritana nata dall’incontro di quattro musicisti – Diego Pani (voce), Andrea Schirru (tastiere), Edoardo Meledina (contrabbasso) e Frank Stara (batteria) – provenienti da diverse band del panorama musicale sardo (King Howl, Dancefloor, Stompers, Stone Seeds), accomunati dalla passione per la musica afroamericana e lo swing italiano degli anni Cinquanta.

Gioca in casa anche La Pioggia, altra formazione isolana, germogliata nel 2016 da un’idea di Andrea Cannucci in collaborazione con Giuseppe Aledda. Dopo un periodo di scrittura orientata al cantautorato classico, il progetto ha dato forma a una produzione più libera ed eterogenea, consegnata alle tracce dell’album “Anime in piena”. L’anno scorso la formazione è diventata stabilmente un quartetto composto da Andrea Cannucci alla chitarra e alla voce, Mauro Bin Frau alla batteria, Francesco Perra alla chitarra e Giuseppe Aledda al basso.

Finale di serata in crescendo con i Julie’s Haircut, band emiliana in attività già dal 1994 e devota a suoni spaziosi e ipnotici. La sua musica si è evoluta nel tempo dal garage-rock degli esordi fino a territori più sperimentali, concentrandosi su improvvisazione e ricerca sonora, senza perdere contatto con il groove e la melodia che l’ha sempre caratterizzata. È del mese scorso il nuovo album, “In The Silence Electric”, per la prestigiosa etichetta inglese Rocket Recordings. Sul palco del Karel Music Expo, a partire dalle 23.00 circa, Nicola Caleffi (chitarre, tastiere, basso, voci), Luca Giovanardi (chitarre, tastiere, basso, voci), Andrea Rovacchi (tastiere, percussioni), Andrea Scarfone (chitarre, basso) e Ulisse Tramalloni (batteria, percussioni).

A precedere il set dei Julie’s Haircut, la prima della serie di perfomance che verranno proposte ogni sera da Rugiada Cadoni, presente al festival anche con un’installazione di sue opere. Visual artist, performer, fotografa, designer, Rugiada Cadoni è interessata al tema dell’identità, al modo in cui immagini di ogni tipo (TV, stampa, internet) condizionano la percezione. Per questo si appropria, devia, decostruisce queste immagini che, come erede della Pop Art, rielabora facendole uscire fuori dal contesto e giustapponendo elementi diversi: arte come provocazione di ambiguità e attenzione alle forme minimali e non spettacolari con atti spontanei derivanti da una costante riflessione concettuale.

Con la prima giornata del festival, si inaugurano anche le altre due proposte di ambito artistico che si potranno apprezzare ogni sera all’EXMA. La parete accanto alla tensostruttura sarà lo sfondo di “Fino a qui”, opera dell’artista, scenografo e regista Daniele Spanò, che trasforma la facciata dell’edificio in una superficie luminosa, dinamica e funzionale al racconto, attraverso l’uso della videoproiezione e del suono, in cui l’architettura acquisisce nuove funzionalità attraverso deformazioni e distorsioni visive e sonore dal sapore surreale.

All’interno di una delle torrette dell’EXMA trova invece spazio l’installazione “Codice G.N.R.” di Makoto, artista giapponese profondamente influenzato dalle rappresentazioni corporee del rinascimento italiano, che qui si fonde con il minimalismo del Sol Levante: per il Karel Music Expo, Makoto espone una delle sue “Nukegara” (“spoglie”) ottenute con tessuti induriti col gesso, proiettando un cortometraggio da lui realizzato sul tema di “Generazioni”.

Si svolgerà mercoledì 15 ottobre 2014 nella Sala Centro di Formazione Professionale Regionale “ex CISAPI” (via Caravaggio), dalle 9.30 alle 13.30, l’incontro intitolato “La qualità nel mercato elettronico della PA”.

L’evento fa parte delle attività di animazione 2014 dello Sportello Appalti Imprese (www.sportelloappaltimprese.it): un servizio gratuito a sostegno degli operatori economici sardi intenzionati a entrare o a consolidarsi nel mercato degli appalti pubblici, ideato e promosso da Sardegna Ricerche in collaborazione con Promo PA Fondazione.

Il seminario, a partecipazione gratuita, vuole essere un’interessante occasione di confronto e dibattito tra gli operatori del settore degli appalti pubblici sulle gare con offerta economicamente più vantaggiosa, realizzate attraverso il mercato elettronico della pubblica amministrazione di Consip.

Attualmente, infatti, il MEPA è utilizzato poco per presentare offerte con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, dove cioè si premia la qualità dei progetti,sostituito piuttosto dal criterio del massimo ribasso. Succede così che le imprese si trovino in difficoltà a fornire prodotti di qualità a costi competitivi, con conseguenti problemi  di utilizzo del MEPA, seppure lo strumento sia strutturato e in grado di funzionare perfettamente anche per veicolare procedure con criteri diversi da quello del massimo ribasso.

Proprio alla luce di questo contesto e vista la diffusione che il MEPA ha avuto negli ultimi anni è necessario, dunque, che le imprese e le stazioni appaltanti vengano sensibilizzate sulla necessità di promuovere la qualità anche attraverso il mercato telematico. Tanto più che proprio in Sardegna, nel giugno 2014, grazie anche all’attività dello Sportello, sono ben 1153 le imprese sarde online sul MEPA con un fatturato di circa 35,6 milioni di euro. Un dato davvero importante se si pensa che solo nel 2012 erano appena 200.

Quasi 700 sono invece i fornitori sardi “transanti” sul MEPA, cioè le aziende non semplicemente iscritte, ma attive e operanti dal punto di vista commerciale: qui la crescita è stata ancora maggiore: + 520% rispetto al 2012, a fronte di una media Italia che segna un + 380%.

Non meno significativo inoltre il dato delle PA sarde, che a fine 2012 facevano acquisti per appena 10 milioni di euro e sono arrivati ad oltre 58 milioni a giugno 2014. Anche in questo caso la performance della Sardegna è superiore a quella del dato medio nazionale (+ 475% contro un + 289%) e testimonia della dinamicità e consapevolezza con cui il mondo sardo, anche grazie ad una proficua collaborazione con Consip, si sta avvicinando al tema della centralizzazione degli acquisti.

Mercoledì la giornata di lavori prenderà il via alle 10.15, con gli esperti di Consip Massimiliano Barba e Silvia Pibiri si parlerà del funzionamento della  piattaforma di Consip con un focus sull’offerta economicamente più vantaggiosa. Dalle 11.30 poi si succederanno gli interventi di imprese e stazioni appaltanti che vedrà alternarsi Pierpaolo Fisichella di Graficstudio Sas, Roberto Muller di Veltios  Srl, Gianfranco Piroddi di Agenzia Laore. Concluderanno l’incontro Maria Carmela Folchetti, Vice Presidente Confartigianato Imprese Sardegna e Vincenzo Francesco Perra dello Sportello Appalti Imprese.

La partecipazione è gratuita ma è obbligatoria l’iscrizione al sito.

I Cheyenne.

I Cheyenne.

Album Cheyenne

Il 20 dicembre verrà presentato presso l’Arteria di Vicolo Broglio a Bologna, Il Giardino del Tempo, ultimo album del gruppo “I Cheyenne”. L’album conterrà 13 canzoni, il genere è Rock-Pop, lo si potrà acquistare nei negozi di dischi e in tutti i digital store dal 20 dicembre.

Il giardino del tempo è un disco che parla di realtà e di sogni e della loro continua contrapposizione. Il tema ricorrente in tutte le canzoni dell’album è il tempo, che sfugge e trasforma le persone e le cose attorno a noi troppo in fretta. Il disco è inteso come un ciclo infinito che parte dalla nascita e termina con la morte, che a sua volta è legata in qualche modo ad una nuova rinascita. L’infanzia e l’adolescenza sono rappresentate nei primi secondi dell’album e vengono quasi subito spazzate via dalla vita adulta e dalle responsabilità che comporta. Il rapporto col tempo è forse la più grande ossessione dell’uomo profondo e sensibile, non conoscendolo non possiamo dominarlo, ed è insito nella natura umana temere ciò che non si conosce e non si può dominare. Il giardino rappresenta la vita umana dall’inizio alla fine e come ogni cosa è soggetta alla legge del tempo. Il giardino nel suo significato più stretto, come la vita umana ha dei confini e dei limiti ben definiti, entro i quali gli stessi esseri umani sono infiniti per quanto riguarda i loro sogni e il loro intelletto.

I Cheyenne si formano nel mese di settembre del 2006 a Iglesias.

La formazione comprende Francesco Addari (voce, chitarra e piano), Matteo Floris (basso e voce), Francesco Perra (chitarre e voce).
Il primo album intitolato MAESTRALE è uscito nel giugno 2010.

I video dei 4 singoli estratti (Un Fantasma, Per una notte, E intanto…, Salice) si trovano su Youtube.
Alcune partecipazioni ai festival: ItaliaWave 2011 (2° posto), l’Artes et Sonos 2011 (3° posto), l’OlbiaRock 2011 (2° posto).

Nella Primavera del 2011 esce su Youtube il singolo La mia energia, accompagnato da un video di protesta contro il nucleare e a favore delle energie rinnovabili.
Nel febbraio del 2012 partecipano al Sanremo Music Awards vincendo il concorso nella categoria Miglior Band Rock Blues.
Nell’agosto del 2012 si classificano, per la seconda volta consecutiva, al secondo posto dell’Olbia Rock.

A settembre partecipano alla finale del Premio Pavanello a Trento e al Mei Supersound a Faenza.
Nel novembre dello stesso anno girano ad Olbia il video del nuovo singolo “La Canzone del Poeta” pubblicato su Youtube a Gennaio del 2013.
Nell’estate del 2013 partecipano al Roccalling Festival a Roccagorga (LT) (terzi classificati), al festival Botteghe d’autore ad Albanella (SA) ed aprono il concerto di Alex Britti a Pisa, in occasione del Metarock Festival.

Nel settembre del 2013 firmano un contratto discografico, il nuovo album “Il giardino del tempo” uscirà il 20 dicembre per l’etichetta discografica Areasonica Records e le edizioni di materiali musicali. 13 tracce di indie rock denso nelle musiche e intenso nei testi, che parlano del ciclo della vita e di come l’essere umano può oltrepassare i limiti del tempo con il proprio intelletto e la capacità di continuare a sognare.

 

I Cheyenne.

I Cheyenne.

Album Cheyenne

Il 20 dicembre verrà presentato presso l’Arteria di Vicolo Broglio a Bologna, Il Giardino del Tempo, ultimo album del gruppo “I Cheyenne”. L’album conterrà 13 canzoni, il genere è Rock-Pop, lo si potrà acquistare nei negozi di dischi e in tutti i digital store dal 20 dicembre.

Il giardino del tempo è un disco che parla di realtà e di sogni e della loro continua contrapposizione. Il tema ricorrente in tutte le canzoni dell’album è il tempo, che sfugge e trasforma le persone e le cose attorno a noi troppo in fretta. Il disco è inteso come un ciclo infinito che parte dalla nascita e termina con la morte, che a sua volta è legata in qualche modo ad una nuova rinascita. L’infanzia e l’adolescenza sono rappresentate nei primi secondi dell’album e vengono quasi subito spazzate via dalla vita adulta e dalle responsabilità che comporta. Il rapporto col tempo è forse la più grande ossessione dell’uomo profondo e sensibile, non conoscendolo non possiamo dominarlo, ed è insito nella natura umana temere ciò che non si conosce e non si può dominare. Il giardino rappresenta la vita umana dall’inizio alla fine e come ogni cosa è soggetta alla legge del tempo. Il giardino nel suo significato più stretto, come la vita umana ha dei confini e dei limiti ben definiti, entro i quali gli stessi esseri umani sono infiniti per quanto riguarda i loro sogni e il loro intelletto.

I Cheyenne si formano nel mese di settembre del 2006 a Iglesias.

La formazione comprende Francesco Addari (voce, chitarra e piano), Matteo Floris (basso e voce), Francesco Perra (chitarre e voce).
Il primo album intitolato MAESTRALE è uscito nel giugno 2010.

I video dei 4 singoli estratti (Un Fantasma, Per una notte, E intanto…, Salice) si trovano su Youtube.
Alcune partecipazioni ai festival: ItaliaWave 2011 (2° posto), l’Artes et Sonos 2011 (3° posto), l’OlbiaRock 2011 (2° posto).

Nella Primavera del 2011 esce su Youtube il singolo La mia energia, accompagnato da un video di protesta contro il nucleare e a favore delle energie rinnovabili.
Nel febbraio del 2012 partecipano al Sanremo Music Awards vincendo il concorso nella categoria Miglior Band Rock Blues.
Nell’agosto del 2012 si classificano, per la seconda volta consecutiva, al secondo posto dell’Olbia Rock.

A settembre partecipano alla finale del Premio Pavanello a Trento e al Mei Supersound a Faenza.
Nel novembre dello stesso anno girano ad Olbia il video del nuovo singolo “La Canzone del Poeta” pubblicato su Youtube a Gennaio del 2013.
Nell’estate del 2013 partecipano al Roccalling Festival a Roccagorga (LT) (terzi classificati), al festival Botteghe d’autore ad Albanella (SA) ed aprono il concerto di Alex Britti a Pisa, in occasione del Metarock Festival.

Nel settembre del 2013 firmano un contratto discografico, il nuovo album “Il giardino del tempo” uscirà il 20 dicembre per l’etichetta discografica Areasonica Records e le edizioni di materiali musicali. 13 tracce di indie rock denso nelle musiche e intenso nei testi, che parlano del ciclo della vita e di come l’essere umano può oltrepassare i limiti del tempo con il proprio intelletto e la capacità di continuare a sognare.