22 July, 2024
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L’Unione dei Comuni del Sulcis attacca il governatore Francesco Pigliaru sul Piano Sulcis: «Non intendiamo tollerare scelte che non siano condivise dal territorio».

Il 9 ottobre l’assemblea dell’Unione dei Comuni del Sulcis si è riunita (presenti tutti i sindaci che ne fanno parte, eccetto il rappresentante del comune di Carbonia) per occuparsi di gestione dei servizi in unione, tra i quali: piano della Protezione Civile, SUAP, Polizia Municipale. Al termine dei lavori, su richiesta di alcuni sindaci, l’assemblea si è occupata dello “stato di attuazione del Piano Sulcis”, con le novità della Giunta RAS in ordine agli investimenti strutturali, riguardanti viabilità, agricoltura e le ricadute economiche nel territorio del Sulcis.

«Vale la pena ricordarlo – sottolinea l’Unione dei Comuni del Sulcis -, in data 13/11/2012 si stipulò un protocollo d’intesa tra governo e rappresentanti del Sulcis Iglesiente alla Grande Miniera di Serbariu; a tale protocollo presero parte e lo sottoscrissero, anche se con perplessità, dati i dubbi sul contenuto, i Sindaci del territorio; sottoscrizione giustificata dalla speranza ed il fine di poter incidere concretamente nello sviluppo del loro territorio, fortemente minato da una crisi socio-economica che pareva non aver più alcuna possibilità di svolta. Il governo e la RAS promisero rilevanti investimenti e, soprattutto, un nuovo modo di rapportarsi tra Stato, Regione e Comuni-Territorio da sintetizzarsi in un unico concetto: “la concertazione”.»

«Il risultato del nuovo modo di concepire lo sviluppo – aggiunge l’Unione dei Comuni del Sulcis – è stato quello di imporre un coordinatore, di istituire un sito RAS dedicato, nonché promettere l’esecuzione dei primi progetti esecutivi entro tre mesi dalla stipula del protocollo. Da allora i ritardi all’esecuzione del Piano sono allarmanti; eppure una qualsiasi persona può leggere nel sito RAS che “tale piano registra importanti progressi”; gli importanti progressi sono due anni di parole che non possono essere responsabilità della precedente giunta, anche quello, ma soprattutto dell’attuale; gli importanti progressi sono visibili solo alla Giunta regionale ed al coordinatore, ma i territori compresi nel Basso Sulcis certamente non hanno visto, né ricevuto alcun rilevante beneficio da tali promesse-parole, salvo quelli della fiscalità di vantaggio, null’altro. Ad oggi non esiste un solo cantiere avviato.»

«Per chiarire contenuti e concetti: i dati relativi alla disoccupazione nel Sulcis sono peggiorati; Alcoa ha definitivamente chiuso; Carbosulcis sta chiudendo; Eurallumina pare stia avviando solo corsi e non produzione; ILA, silenzio; i sindaci sono diventati sempre di più delle semplici comparse per la RAS, sui quali scaricare responsabilità. Ci si chiede, ove siano finite le risorse per l’interconnessione tra i bacini, elemento concreto per lo sviluppo agricolo del Basso Sulcis; 50milioni era l’intervento previsto: oggi la risorsa disponibile è scesa ad 1milione; bando 99 IDEAS, si parla ancora di ideare, non di dare esecuzione a progetti concreti che diano risposte alla fame di occupazione e di sviluppo integrato.

E, infine, non ultima, la delibera Giunta RAS n. 47/13 del 29/09/2015, che a conferma di quanto sopra e degli interventi strutturali; ha deliberato come ulteriore rimodulazione, i c.d. interventi strutturali sulla viabilità, competenza assessorato dei Lavori pubblici, ove gli interventi di adeguamento SS 195, strada di collegamento San Giovanni Suergiu-Giba (SS 195), messa in sicurezza Strada Giba-Nuxis-SS 293, hanno visto decurtare i finanziamenti già previsti dal Piano Sulcis, concordati con tutti i Comuni del Territorio, dai € 30milioni, agli attuali 16milioni. Questo rappresenterebbe e sarebbe, a detta della Giunta Pigliaru, la manovra di sviluppo del territorio del Basso Sulcis. Eppure Invitalia nel capitolo Sulcis: infrastrutture e accessibilità, parlava di criticità (2/2) il massimo proprio nel Sulcis, una velocità media di percorrenza sulla strada sulcitana a 60 kmh. Dove sia possibile lo sviluppo con tali criticità nella viabilità non è facile comprendere.

La delibera della Giunta nella premessa, chiarisce come la RAS, preso atto del protocollo d’intesa siglato in data 13/11/2012, Piano Straordinario del Sulcis, che aveva lo scopo di definire obiettivi e condizioni di sviluppo nel Sulcis; ne prende encomiabilmente atto, che adotta un atto in palese violazione dello stesso, perché ci si chiede dove è stata la dovuta concertazione con i Sindaci? Chi la sta attuando? Chi decide il futuro del Sulcis: i Ministri, la Giunta, i burocrati e/o i suoi coordinatori?»

«Il territorio del Sulcis – sottolinea ancora l’Unione dei Comuni del Sulcis – si interroga ancora una volta, del perché si debbano ancora subire tali imposizioni; perché non sono stati coinvolti i Sindaci del Sulcis “previamente” per valutare ed esprimere il loro parere sulla rimodulazione degli interventi infrastrutturali, una delle speranze di sviluppo del loro territorio.

Quando sono stati coinvolti i Comuni del Sulcis per accettare la riduzione e/o l’utilizzo in altre parti della Regione delle risorse relative alla strategia di sviluppo atta a favorire l’agricoltura, il turismo; in quest’ottica risultavano i finanziamenti sull’interconnessione tra i bacini; una delle principali misure atte a favorire lo sviluppo dell’agricoltura.»

L’assemblea dell’Unione dei Comuni del Sulcis, esprime un forte dissenso sul modus operandi della Giunta Regionale in merito al Piano Sulcis nel suo complesso e ribadisce: «Sul Piano Sulcis non intendiamo tollerare scelte che non siano condivise dal territorio».

L’Unione dei Comuni del Sulcis, infine, chiede un incontro urgente con l’organo istituzionale di riferimento per i Comuni, il presidente della Giunta, perché illustri finalmente quali siano le effettive intenzioni della Giunta regionale in merito al piano di attuazione previsto dal protocollo di intesa stipulato in data 13/11/2012 nella Grande Miniera di Serbariu.

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il rischio fallimento per la “Romangia servizi” e la crisi delle società in house degli Enti locali; la vertenza dei lavoratori della Sigma-Sardegna; il futuro incerto della società interamente partecipata della Regione “Fase 1 srl” e la scadenza, il prossimo 31 ottobre, dei contratti degli archivisti in servizio nell’amministrazione regionale: sono stati questi i temi al centro dei lavori della Seconda commissione che questa mattina ha svolto le  audizioni di sindacalisti e lavoratori interessati dalle emergenze che riguardano il futuro occupazionale di centinaia di addetti del comparto pubblico, o ad esso riconducibile, e privato.

Società in house degli Enti Locali

I primi ad intervenire nel parlamentino presieduto da Gavino Manca (Pd) sono state le rappresentanze sindacali della “Romangia servizi” la società in house del Comune di Sorso le cui attività sono state sospese per l’assenza di commesse da parte dell’amministrazione civica (unico committente della società) a causa dell’indisponibilità dei fondi per effetto dei tagli agli Enti locali.

Sebastiano Crosa, Filcams-Cgil di Sassari, in rappresentanza anche di Cisl, Uil e Ugl, ha illustrato la delicata situazione lavorativa (gli ultimi 28 addetti dei 60 iniziali ricevono il “Naspi”, il sussidio di disoccupazione universale che sostituisce dal 1° maggio 2015 l’assegno unico di disoccupazione introdotto dalla riforma Fornero) ed ha ribadito che, senza la ricapitalizzazione della società, a partire dal 1° gennaio 2016, la stessa andrebbe incontro alla dichiarazione di fallimento da parte del tribunale di Sassari.

Il sindacalista ha inoltre precisato che sempre a fare data dal 1° gennaio 2016 anche la società in house per la gestione dei servizi pubblici del Comune di Alghero (Algheroinhouse srl), in assenza di interventi straordinari da parte della Regione, è destinata a far cessare i servizi, mentre alla Multiss (società in house della Provincia di Sassari e partecipata dall’ex provincia Olbia Tempio), sono imminenti le procedure per il licenziamento dei 144 lavoratori.

La richiesta univoca dei sindacati rivolta alla commissione Lavoro è stata quella di un sostegno finanziario straordinario e immediato da parte della Regione, in grado di scongiurare, entro il 31 dicembre 2015, la cessazione della “Romangia servizi”, nonché interventi adeguati per mantenere i servizi e l’occupazione garantite dalle altre società in house ad Alghero e nella provincia di Sassari.

Il presidente della commissione, Gavino Manca, ha quindi ricordato la recente risoluzione approvata dalle commissioni I e II proprio in materia di precariato e nel sintetizzarne i contenuti ha ribadito come il documento stabilisca un termine per la mappatura del fenomeno (15 novembre 2015) e nell’indicare come soluzione al problema l’approvazione di una nuova normativa che regoli la materia, preveda anche misure straordinarie di intervento per fare fronte alle emergenze fino al 31 dicembre 2015.

Sul tema è intervenuto il consigliere di Fi, Antonello Peru, che nel far propria la richiesta dei sindacalisti per garantire la ricapitalizzazione e il salvataggio della “Romangia servizi” («sono necessari 195.000 euro entro il 31 dicembre») ha auspicato la rapida approvazione di un apposita legge che regoli in maniera definitiva e innovativa il settore delle società in house degli Enti locali e ponga fine al protrarsi degli interventi “tampone” dettati dalle varie emergenze che interessano ormai l’intera Sardegna. Il vice presidente del Consiglio ha quindi invitato la commissione Lavoro ad esaminare la proposta di legge presentata in materia dai consiglieri di Forza Italia (Pl. 212 Gestione associata di servizi e funzioni di interesse generale svolti da società a totale partecipazione degli enti pubblici locali”) ed ha rammentato gli impegni a suo tempo assunti dall’assessore della Programmazione, per la ricapitalizzazione della “Romangia servizi” entro lo scorso settembre.

Il capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro, Roberto Desini, ha ribadito l’importanza della risoluzione adottata dalle commissioni Personale e Lavoro e pur facendo propria la richiesta per un intervento straordinario della Regione per scongiurare il fallimento della società in house della Romangia («bisogna però tener conto della scarsità delle risorse regionali e della drammatica situazione derivante dal deficit della sanità sarda») non ha mancato di evidenziare presunte responsabilità “politiche” nella gestione della società legate soprattutto all’assunzione di 13 dipendenti non ricompresi tra i lavoratori socialmente utili o ex Lsu.  

Lavoratori della società in house della Regione “Fase 1 srl”.

I lavoratori della società  di capitali interamente partecipata dalla Regione, “Fase 1 srl”, costituita nel 2008 per sviluppare “nuovi agenti diagnostici e terapeutici e identificare, mediante studi clinici dedicati, farmaci innovativi e nuove indicazioni terapeutiche per farmaci esistenti”, hanno portato all’attenzione della Seconda commissione, la delicata situazione venutasi a creare all’indomani della decisione della giunta regionale di nominare un amministratore unico per dismettere la società che opera all’interno dei laboratori dell’ospedale Brotzu di Cagliari.

Alessio Mereu, in rappresentanza dei nove dipendenti di “Fase 1” (assunti con selezione pubblica) ha denunciato le difficoltà che caratterizzano l’operare della Srl ed anche i rilievi mossi dalla Corte dei Conti alla Regione, nonché l’incertezza sul futuro dei lavoratori in ordine alla ipotizzata cessione a operatori privati della società. Mereu ha inoltre affermato che mentre si procede alla pubblicazione del bando destinato ai privati sono intervenute le nuove disposizioni dell’agenzia nazionale del farmaco che disciplinano il settore e modificano in sostanza il valore della società. I lavoratori hanno quindi ricordato le ipotesi, al momento non concretizzatesi, relative alla cessione delle attività cosiddette di “pre-clinica” a Sardegna ricerche e le attività “cliniche” all’ospedale Brotzu ed hanno quindi evidenziato che in caso di fallimento della cessione ai privati, entro il 31 dicembre, saranno avviate le procedure per la liquidazione della società “Fase 1 srl”.

Mereu e i suoi otto colleghi hanno richiesto quindi alla commissione Lavoro che si adoperi perché i lavoratori attualmente in servizio nella società “Fase 1” possano usufruire della mobilità in altre società partecipate dalla Regione sarda.

Vertenza Sigma-Sardegna

La convocazione di un tavolo di crisi per definire la vertenza Sigma-Sardegna: è questa la richiesta che nelle prossime ore il presidente della commissione Lavoro, Gavino Manca, formalizzerà all’indirizzo del presidente della Giunta, Francesco Pigliaru. L’annuncio è stato dato alle delegazioni sindacali, al termine dell’audizione nella Seconda commissione, dove il segretario generale regionale Filt-Cgil, Arnaldo Boeddu, ha illustrato la situazione creatasi nel consorzio con sede a Codrongianos in provincia di Sassari. A rischio 190 posti di lavoro (140 impiegati nella logistica e 50 amministrativi) dopo la rottura delle trattative con l’azienda. «I lavoratori – ha dichiarato Boeddu – hanno accolto le richieste dei vertici Sigma in ordine alla riduzione del personale (solo 40 al lavoro su 190), alla decurtazione di 200 euro della busta paga ed alla rinuncia agli scatti contrattuali e di anzianità ed hanno limitato le loro richieste solo all’inserimento nell’accordo (a costo zero per l’azienda) delle garanzie dell’ex articolo 18 dello statuto dei lavoratori».

I sindacati hanno chiesto quindi al presidente della commissione una convocazione delle parti per valutare i margini per definire un eventuale intesa. Richiesta accolta dal presidente Manca che ha preannunciato la proposta, da sottoporre all’attenzione del presidente della Giunta, di aprire un tavolo di crisi sulla vertenza Sigma-Sardegna.

Situazione lavorativa degli operatori del progetto archivi regionali 

Il segretario Fp-Cgil, Antonio Cois in rappresentanza dei 15 operatori del progetto archivi regionali ha denunciato, nel corso dell’audizione nella commissione Lavoro, l’urgenza di procedere con un intervento straordinario da parte della Regione per prorogare i contratti dei suddetti lavoratori (che operano in tutti gli assessorati regionali) la cui scadenza è fissata al 31 ottobre 2015.

La proposta avanzata dai sindacati al presidente Manca è quella di adoperarsi nell’immediato per  prorogare, fino al 31 dicembre 2015, i contratti dei 15 archivisti (in servizio fin dal 2005) in attesa di una auspicata stabilizzazione delle relative posizioni lavorative.

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Palazzo della Regione 4 copia

Nel bando 2015 rivolto ai Comuni e finalizzato all’attribuzione di contributi (190mila euro statali e 704mila regionali) agli inquilini morosi incolpevoli in possesso dei requisiti richiesti, saranno adottati gli stessi criteri applicati nel 2014. L’ha deciso la Giunta su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, confermando come date di scadenza il 31 gennaio 2016 per la presentazione delle istanze da parte di tutti i Comuni interessati e il 15 novembre quale data intermedia per i soli Comuni prioritari. Via libera anche all’inserimento di Carbonia (308mila euro) e Furtei (69mila) nell’elenco dei Comuni aventi diritto al finanziamento (15 milioni nel triennio 2015-17) per la manutenzione dei corsi d’acqua e la mitigazione del rischio idrogeologico deliberato lo scorso 5 agosto. I due Comuni inseriti nell’elenco hanno dimostrato di aver inviato la richiesta via Pec non arrivata a destinazione per disguidi tecnici.

La Giunta regionale, riunita quest’oggi in viale Trento sotto la guida dal presidente Francesco Pigliaru, ha deciso, su proposta dell’assessore del Lavoro Virginia Mura, di confermare l’incarico all’Associazione Tecnostruttura inerente al “Progetto di Assistenza Tecnica Istituzionale alle Regioni e Province Autonome POR FSE 2014-2020”. L’organismo ha la finalità di garantire alle Regioni e alle Province Autonome il necessario supporto operativo, tecnico e giuridico per valorizzare in termini operativi l’integrazione, il confronto e lo scambio tra le Amministrazioni Regionali/Provinciali sulle tematiche del Fondo Sociale Europeo, della Formazione Professionale e del Lavoro costituendo anche una interfaccia tecnica delle Regioni nella relazione con le istanze nazionali e europee. Con lo stesso atto la Giunta ha garantito, per gli anni di programmazione 2014-2020, l’erogazione del contributo associativo fissato in € 40.000 per ciascun anno e il contributo specifico di € 100.020,00 annuale, da erogarsi in seguito alla presentazione del rendiconto delle spese effettivamente sostenute, da cui risulti la ripartizione delle stesse per singola Regione ed entro i limiti degli importi indicati nei bilanci di previsione dell’Associazione. Il contributo per le altre annualità (2016-2022), pari complessivamente a 700.140 euro, verrà coperto con risorse FSE del POR 2014-2020 Asse VI Assistenza Tecnica.
Su proposta dell’assessore Gianmario Demuro, la Giunta ha nominato i tre componenti del Comitato dei Garanti, organo di riesame della valutazione dei risultati dei dirigenti. La Giunta ha designato l’avvocato Sandra Trincas, dirigente della Regione, Francesco Sette, presidente del Tribunale di Cagliari e Carlo Masnata, direttore del Servizio vigilanza e coordinamento tecnico del Corpo Forestale. Gli incarichi hanno durata triennale. La costituzione del Comitato dei Garanti completa il sistema di valutazione delle prestazioni, in linea con i profondi mutamenti che stanno caratterizzando la pubblica amministrazione in Italia e costituisce un passo ulteriore verso il traguardo della riforma del sistema della Regione.
Non dovrà sottostare a ulteriore procedura di Via la richiesta di proroga e ampliamento della concessione demaniale marittima della società Marina di Portisco, tenuta comunque al rispetto delle prescrizioni individuate. Sempre su proposta dell’assessore Donatella Spano, è stata decisa l’adesione della Regione Sardegna alla rete “Under 2 Mou”, presentata a Lione in occasione dei lavori preparatori per la COP 21 di Parigi, aperta alle autorità locali. Il Memorandum of Understanding (Mou) nasce con l’intento di condividere impegni e strategie su mitigazione e cambiamenti climatici, affinché i governi sub nazionali possano incidere maggiormente sulla Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici di Parigi.
Nelle more del decreto nazionale, la giunta ha adottato la delibera proposta dall’assessore Elisabetta Falchi per adeguare le organizzazioni di produttori dei settori diversi da quelli ortofrutticolo e olivicolo alla normativa comunitaria, ai sensi del Regolamento del 2013. Approvata definitivamente, dopo il passaggio in Consiglio regionale, la comunicazione dei dati sulla raccolta latte dopo il 31 marzo 2015. Nominato il Collegio dei revisori dei conti del Consorzio di bonifica d’Ogliastra.
Sono stati nominati i componenti della Consulta regionale per i servizi sociali, socio-sanitari e sanitari previsti dalla legge regionale n. 23/2005.

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Il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru ha espresso soddisfazione a nome di tutta la Giunta per la nomina dell’astrofisico Nicolò D’Amico, professore ordinario di astrofisica all’Università di Cagliari ed ex direttore dell’INAF Osservatorio Astronomico di Cagliari e del progetto SRT, alla guida dell’INAF. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ha firmato venerdì scorso il decreto di nomina per il nuovo presidente dell’Ente vigilato dal Miur.

«È una nomina importante – sottolinea il vicepresidente della Giunta e assessore della Programmazione Raffaele Paci – che certifica l’alto livello delle competenze che ci sono nel settore dell’Astrofisica in Sardegna e il ruolo strategico finora svolto dall’Osservatorio Astronomico nella nostra regione. Sicuramente ora si aprono prospettive ancora più importanti per il futuro dell’Osservatorio e più in generale per un settore in cui questa amministrazione ha dimostrato di credere fortemente puntando su una scommessa scientifica fatta con grande determinazione.»

Nell’Osservatorio Astronomico la Sardegna ha investito negli anni circa 20 milioni di euro. La realizzazione del grande radio telescopio SRT (Sardinia Radio Telescope), è stata finanziata nel 1997 dal Ministero nell’ambito dei Piani di potenziamento della rete scientifica e tecnologica nelle aree depresse, e la Regione ne ha fatto uno dei punti strategici dello sviluppo del sistema del sapere nell’Isola. «Auguro buon lavoro al professor D’Amico con il quale conto di incontrarmi nei prossimi giorni – ha concluso il vicepresidente della Regione -. Sono certo che la sua grande professionalità e le sue competenze daranno un contributo decisivo per l’ulteriore sviluppo dell’Osservatorio in Sardegna dove, come abbiamo già detto, puntiamo a sviluppare strutture e capitale umano dell’astrofisica nazionale».

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e il Coordinatore regionale per l’attuazione del Piano Sulcis, Tore Cherchi, hanno illustrato ai sindacati regionali lo stato di attuazione del Piano Sulcis aggiornato al 15 ottobre 2015. Nel corso dell’incontro, svoltosi nel palazzo di viale Trento a Cagliari, il presidente della Regione ha anche riferito in merito alle interlocuzioni in corso con il Governo su diversi temi: energia, continuità territoriale, infrastrutture contro il dissesto idrogeologico, istruzione e servitù militari. «Con Roma stiamo lavorando per costruire degli interventi – ha detto il presidente Francesco Pigliaru – che incidano prioritariamente sui divari determinati dall’insularità. Da parte del Governo c’è l’impegno a stringere i tempi per la messa a punto definitiva del Patto Stato-Regione». Il presidente ha quindi fatto il punto sul lavoro dei tavoli tecnici e politici attivati per il rilancio del settore industriale, che riguardano gli investimenti per il riavvio di Eurallumina e gli impegni (in primis sulla certezza e stabilità delle condizioni di mercato dell’energia) per la cessione e la messa in produzione dello smelter di alluminio di Alcoa. Il Coordinatore del piano Sulcis, Tore Cherchi, si è invece soffermato sull’aggiornamento dei singoli punti del Piano. «Nessun progetto è in stallo – ha detto – nel passato sono stati accumulati ritardi che non possono essere eliminati. Dopo avere rimesso in moto i progetti, l’obiettivo è procedere speditamente».
I fondi (europei, nazionali, regionali e provinciali) ammontano a 602,17 milioni di euro. Rispetto al precedente stato di attuazione di 6 mesi fa, si registra una lieve diminuzione (-1,93 per cento). Le risorse – è stato detto – sono soggette a variazioni e rimodulazioni in seguito al percorso di realizzazione degli interventi.
La Zona franca urbana opera a pieno regime. Il rilevamento del 2 settembre fa registrare un aumento delle imprese che usufruiscono delle agevolazioni fiscali e contributive rispetto a gennaio 2015: le aziende sono 3.282 e il totale dello sgravio fiscale e contributivo già usufruito è pari a 31,2 milioni di euro. La copertura finanziaria disponibile (124,9 milioni) è sufficiente per almeno 3 anni. Da segnalare che, tuttavia, circa 1.100 imprese su 4.375 ammesse al beneficio non stanno ancora utilizzando questa opportunità. L’aiuto fiscale alle imprese è concretissimo: la liquidità iniettata nelle aziende corrisponde a una retribuzione annua di 18mila euro netti di 1.730 lavoratori.
Va avanti l’iter autorizzativo per il progetto di costruzione di un impianto di cogenerazione alimentato a carbone di potenza termica pari a 285 MWt, infrastruttura preliminare alla ripresa produttiva della fabbrica. Intanto è in corso la pratica per la concessione di CIG straordinaria per il triennio necessario per l’investimento e l’avvio a regime dell’impianto. È anche in corso l’avviamento ai corsi di riqualificazione di 320 lavoratori, in funzione degli investimenti di Eurallumina.
Sotacarbo (per cui il piano prevede interventi pari a 38,5 milioni con 30 ricercatori impegnati) ha approvato il piano di attività triennale. I ricercatori con contratto di lavoro precario sono stati stabilizzati.
Da luglio è operativa a Monteponi l’unità di assistenza tecnica alle imprese. In questo periodo sono state sviluppate le azioni che consentiranno di attuare i programmi relativi a infrastrutture per valorizzare i luoghi e per la produzione, la ricerca e la formazione. Il complesso di questa azione vale 55,7 milioni di euro.
Le attività sono in concreto sviluppo e un ruolo decisivo lo sta avendo IGEA che è stata tolta dallo stato di liquidazione. Compiti importanti sono stati assegnati anche ai Comuni. Oltre agli interventi già previsti, sono state istruite le azioni necessarie per avviare la bonifica dell’area ex Sardamag. Entro un mese sarà operativa la convenzione che affida il compito a IGEA (stanziamento di 5,5 milioni di euro).
È stata raggiunta l’intesa tra Governo e Regione per riformare il decreto istitutivo e lo Statuto. La comunità del Parco ha approvato il testo, e la Regione ha fatto quanto di propria competenza. È stato definito anche il testo condiviso per l’Accordo di Programma sul Cammino di Santa Barbara che comprende itinerari con estensione di 400 chilometri. È pronta la delibera per l’avvio del primo programma finanziato con 600mila euro.

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La settimana prossima sarà pubblicato il bando per i caregivers (gli assistenti familiari), entro metà novembre verrà definito e partirà il progetto sperimentale di assistenza domiciliare che vedrà qualificato il ruolo del caregiver e dell’assistente familiare, in collaborazione con l’assistenza infermieristica attuale.
Sono i punti condivisi al termine dell’incontro in Viale Trento, tra il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, e Salvatore Usala, segretario del Comitato 16 novembre onlus.
Il progetto di assistenza domiciliare infermieristica, proposto da Usala, sarà realizzato in forma sperimentale, limitato nel tempo, basato su indicatori medici precisi e attuato nella ASL 8. Sarà su base volontaria, coinvolgerà un numero massimo di trenta malati di Sla e casi di coma tracheostomizzati. Per ulteriori garanzie di sicurezza, si svolgerà nella zona che è maggiormente collegata al sistema di emergenza – urgenza.
Salvatore Usala, concorde sul progetto sperimentale, ha interrotto lo sciopero dell’alimentazione.

 

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La Giunta regionale ha dato il via libera all’Agenzia regionale Argea per la stipula della convenzione con Agea (Agenzia nazionale per le erogazioni in Agricoltura), che permetterà il riesame delle domande in anomalia delle annualità 2011-2013 derivanti dal refresh sull’uso dei suoli, eleggibili o meno a finanziamento europeo. La convenzione prevede di ampliare le competenze dello Sportello territoriale di servizio al pubblico Agea, gestito da funzionari Argea, che si occuperà di curare la raccolta e l’istruttoria delle richieste di riesame delle domande di agricoltori e pastori. Qualora necessario, si effettueranno anche nuovi controlli in loco finalizzati all’interpretazione delle situazioni controverse.
L’autorizzazione dell’Esecutivo, su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, è giunta dopo mesi di continue interlocuzioni portate avanti dalla titolare dell’Agricoltura e dal presidente Francesco Pigliaru con il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, e gli uffici di Agea a Roma.
La convenzione stabilisce che la Regione, attraverso Argea, metta a disposizione le risorse professionali, strumentali e logistiche, mentre Agea si impegna ad assicurare la formazione del personale, l’assistenza tecnica e il supporto operativo al personale addetto allo sportello, le applicazioni informatiche.
Si prevede che dalla prima decade di novembre potranno essere presentate le nuove istanze di riesame ad Argea, che provvederà all’analisi delle pratiche e ai controlli sul posto.

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«Quali particolari parametri hanno portato all’esclusione della spiaggia di Porto Pino, sito di interesse comunitario, dalla Carta delle spiagge della Sardegna, redatta dall’assessorato regionale del Turismo.»

E’ quanto chiede il capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, in un’interpellanza rivolta al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore regionale del Turismo Francesco Morandi.

«Nella Carta delle spiagge della Sardegna, elaborata sotto l’egida dall’assessorato regionale del tTurismo, artigianato e commercio nell’ambito di un progetto cofìnanziato dall’Unione europea – scrive Gianluigi Rubiu – risulta non essere stata rappresentata, nella versione stampata, la spiaggia di Porto Pino, ricadente tra i Comuni di Sant’Anna Arresi e Teulada. Tale mappa ha funzione di illustrazione grafica tramite immagini delle 200 spiagge che maggiormente rappresentano la nostra Regione, mentre nel sito Sardegnaturismo, sono elencate e descritte tutte le spiagge dell’Isola.»
«Il sito di Porto Pino – aggiunge Rubiu – è una località costiera di riferimento per il Golfo di Palmas, situato nel basso Sulcis (da Carbonia sino a Sant’Anna Arresi) caratterizzata da un ecosistema di estremo rilievo, grazie alla presenza di una vasta pineta spontanea di pino d’Aleppo, presente in Sardegna solo in questa zona e nell’Isola di San Pietro; questo habitat è inserito in prossimità di una vasta zona umida interna, che costituisce un perfetto insediamento per l’allevamento dei capitoni, una specie di femmina di anguilla, nota per le sue dimensioni; su questo si fonda da una parte una importante realtà produttiva locale e dall’altra un variegato ecosistema naturale, che abbraccia il mare, la flora e la fauna ittica e volatile, che popola questa zona; e il litorale di Porto Pino, per tutte queste considerazioni di carattere naturalistico, è già riconosciuto come sito di interesse comunitario dell’UNESCO.»
«La spiaggia, lunga circa 4 chilometri, è tradizionalmente suddivisa in tre porzioni: due distinte spiagge, separate dai ruderi di un molo, che anticamente proteggeva un altro canale adduttore, e la più nota zona delle dune di sabbia bianca; la cosiddetta prima spiaggia, ubicata alle spalle dei parcheggi comunali, è lunga 550 metri, ed è formata da sabbia compatta e grigiastra, tipica colorazione dovuta allo sgretolamento delle cosiddette banquettes, ovvero cumuli di posidonia oceanica che si depositano sulla sabbia durante le mareggiate, che contrasta in maniera totalmente naturale l’erosione della spiaggia; questa prima parte è maggiormente fornita di servizi e di conseguenza, è la più frequentata dai bagnanti; la seconda spiaggia, lunga poco meno di 2 chilometri, è formata da sabbia bianca ed è meno frequentata, a causa del difficile accesso carrabile, salvo nella sua parte iniziale e finale, che risultano più facilmente raggiungibili da strade e parcheggi; è suddivisa amministrativamente tra i Comuni di Sant’Anna Arresi e Teulada.
La zona delle dune, o sabbie bianche (Is arenas biancas), è il terzo settore della spiaggia ed è lungo circa un chilometro; esso è situato nel territorio comunale di Teulada e si trova all’interno del poligono militare di Teulada; il sito è accessibile solo durante il mese di agosto; l’area è conosciutissima a livello internazionale e dà il giusto risalto a tutto il litorale di Porto Pino; appare incomprensibile – attacca Gianluigi Rubiu – come nel formato stampato della Carta delle spiagge della Sardegna, contenente una selezione di 200 spiagge, non risulti proprio la spiaggia di Porto Pino; si tratta di un danno d’immagine rilevante per tutto il territorio del Sulcis Iglesiente, in cui spicca un’area considerata come una delle perle ambientali della Sardegna e  non sono affatto chiari i parametri utilizzati per la selezione delle spiagge da inserire nel formato stampato della mappa, in quanto il non inserimento della spiaggia di Porto Pino è totalmente incomprensibile per quanto descritto in precedenza.»
Tenuto conto che sarebbe opportuna una revisione immediata di tale carta, con l’inserimento della spiaggia di Porto Pino nell’elenco delle spiagge della Sardegna, Gianluigi Rubiu chiede di interpellare il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore regionale del Turismo, artigianato e commercio Francesco Morandi per sapere:
1) quali particolari parametri abbiano portato all’eliminazione della spiaggia di Porto Pino dalla Carta delle spiagge della Sardegna, redatta dall’Assessorato;
2) se non appaia opportuna una revisione immediata della Carta delle spiagge della Sardegna, con l’inserimento della spiaggia di Porto Pino in tale elenco;
3) se sia opportuno dare priorità, nella rappresentazione grafica, a tutti i siti di interesse nazionale (SIN) e i siti di interesse comunitario (SIC) presenti in Sardegna.

Le dune e Porto Pino 1 copia

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Il presidente della regione, Francesco Pigliaru, ha sottoposto il tema delle Zone franche per i Comuni colpiti dall’alluvione del 18 e 19 novembre 2013 alla ministra Federica Guidi. Sottolineando il fatto che le risorse destinate alla ripresa delle attività economiche danneggiate finora sono state molto esigue, tanto che la stessa Giunta regionale, con delibera, ha stanziato un milione di euro per le aziende dei privati, Pigliaru ha fatto valere l’esigenza di procedere con rapidità ad attuare le disposizioni previse dall’art. 13 bis del D.L. 19/06/2015 che autorizzata la spesa di 5 milioni di euro al fine di istituire una zona franca nei comuni della Sardegna colpiti dall’alluvione. Nonostante non esista alcun rischio di perdere tali risorse, per le quali questa Giunta aveva fatto forti richieste, avvalorate dai parlamentari sardi fino all’approvazione dell’emendamento specifico, il presidente Pigliaru ha sollecitato le procedure attraverso lettera formale rivolta alla ministra Guidi, sottolineando l’urgenza di definire le perimetrazioni e di individuare nelle specifico le agevolazioni da attuarsi, dichiarando la disponibilità della Regione a procedere fin da subito al confronto, affinché il regime speciale possa essere attivato al più presto.

Sui danni ai beni mobili e immobili a causa di eventi calamitosi, la Giunta inoltre ha presentato al Consiglio, già lo scorso dicembre, il disegno di legge proposto dall’assessore Donatella Spano per dotare la Regione di uno strumento normativo di carattere generale che consenta di erogare contributi in denaro a favore dei soggetti privati e delle attività produttive danneggiati.

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Francesco Pigliaru 3077

Il presidente della Giunta regionale della Sardegna, Francesco Pigliaru, è intervenuto alla Plenaria del Comitato delle Regioni, a Bruxelles, nel dibattito in aula con il Commissario europeo per l’Azione per il clima e l’energia Miguel Arias Canete.
«Sul fronte del cambiamento climatico le collettività locali e regionali sono in prima linea, visto il loro ruolo nella lotta e nella gestione delle conseguenze portate dai mutamenti del clima – ha detto Pigliaru nel suo intervento -. Come Comitato delle Regioni e Commissione Enve, siamo soddisfatti per l’intensa cooperazione con la Commissione europea sul cambiamento climatico, e io come presidente della Regione Sardegna sono particolarmente consapevole della vulnerabilità di certi territori rispetto a cambiamenti che sono già in atto e davanti a fenomeni meteorologici di fortissima intensità. Nelle scorse tre settimane e in corrispondenza di quanto accaduto in Costa Azzurra, la nostra isola ha registrato livelli di allerta meteo mai così alti e ravvicinati – ha aggiunto Francesco Pigliaru -. Ciò ci rende ancor più chiara la necessità di aumentare, tutti, la nostra consapevolezza. Servono strumenti d’azione, piani condivisi e un perfetto coordinamento dei diversi livelli istituzionali, soprattutto in territori in cui la vulnerabilità idrogeologica si accompagna alla distanza o alla difficoltà di connessione con le principali reti che regolano la vita del continente europeo.»
Alla Commissione europea il presidente della Regione ha chiesto «un ulteriore impegno per il riconoscimento formale e politico di questo ruolo centrale dei livelli territoriali nella governance globale dell’azione contro il cambiamento climatico. Rispetto all’Unione energetica, poi, vi è la necessità di lavorare insieme per un quadro coerente che favorisca l’innovazione, la solidarietà tra territori e la transazione verso le energie rinnovabili. Serve un quadro normativo e finanziario chiaro per permettere la transizione energetica e nello stesso tempo garantire la sicurezza dei sistemi elettrici ed energetici e la certezza degli approvvigionamenti o di misure compensative».