19 November, 2024
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L’on. Daniela Forma (Pd), già prima firmataria di una mozione approvata dal Consiglio regionale lo scorso 29 maggio, interviene sul trasferimento del servizio idrico, fognario e di depurazione del sito industriale di Macomer e deposita una interrogazione indirizzata al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras.

«La Giunta regionale – ricorda Daniela Forma – ha autorizzato con propria deliberazione dell’8 agosto 2017 l’attivazione della procedura finalizzata al trasferimento in capo ad Abbanoa s.p.a. degli impianti idrici, fognari e di depurazione gestiti del Consorzio ZIR di Macomer in liquidazione e, successivamente, con il decreto presidenziale n. 85 del 2017 è stato approvato il Piano dei trasferimenti degli impianti e delle unità di personale individuate. Il subentro effettivo è stato inizialmente previsto per il 1° giugno 2018Sennonché – ricorda Daniela Forma – nel momento in cui le aziende insediate nelle aree di Tossilo e Bonu Trau hanno provato a capire quali sarebbero state per loro le ripercussioni di questo passaggio, hanno appreso che, a parità di servizio e consumi, gli importi da corrispondere alla società Abbanoa sarebbero quadruplicati rispetto a quelli pagati al Consorzio industriale di Macomer. Questo fatto ha comportato una sollevazione delle aziende di Macomer, per il tramite delle loro associazioni di categoria, e la conseguente presa in carico della questione da parte del Consiglio regionale che ha approvato la mozione n. 420 sottoscritta dai consiglieri regionali Daniela Forma, Pietro Cocco, Daniele Cocco, Busia, Zanchetta, Comandini, Cozzolino, Deriu, Gaia, Giuseppe Meloni, Valerio Meloni, Pinna, Piscedda e Solinas. Tale mozione ha impegnato la Giunta regionale, tra le altre cose, a convocare un apposito Tavolo Tecnico che coinvolgesse la Presidenza della Regione, l’assessorato regionale dell’Industria, la società Abbanoa Spa, l’EGAS Sardegna e gli enti locali interessati al fine di approfondire la problematica e verificare le possibilità di addivenire ad una soluzione che rendesse i costi del servizio idrico sostenibili per le aziende e in linea con quelli applicati dal gestore consortile. Proprio a seguito dell’indirizzo ricevuto dal Consiglio regionale, l’assessorato regionale dell’Industria, unitamente ad Abbanoa ed EGAS, ha differito il termine del trasferimento al 1° novembre 2018.»

«Arriviamo al mese di ottobre del 2018. L’assessorato regionale dell’Industria convoca il Tavolo tecnico previsto dalla mozione consiliare e – comunica Daniela Forma – appreso che EGAS sta lavorando alla proposizione di una tariffa specifica per le attività industriali, chiede un’ulteriore proroga del trasferimento del servizio idrico integrato per consentire la maturazione di un quadro tariffario che consentirebbe alle aziende insediate a Macomer di non vedersi quadruplicare le tariffe oltre che il raggiungimento di un importante risultato per tutte le attività industriali della nostra Regione. Poiché ad oggi non risulta  formale accettazione del percorso di mediazione proposto dalla Giunta regionale e anzi, qualche giorno fa, il Gestore Unico Abbanoa spa ha comunicato alle aziende insediate nell’area industriale di Tossilo e Bonu Trau di Macomer che il trasferimento della gestione del Servizio Idrico Integrato si è perfezionato dal 1° novembre, invitando tutti gli utenti che ancora non avessero provveduto a trasmettere i propri dati entro il 30 novembre per impostare il futuro rapporto contrattuale, pena l’interruzione della fornitura idrica e del collegamento alla rete fognaria, ho depositato una specifica interrogazione.»

L’interrogazione indirizzata al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, chiede di sapere:

– come sia possibile che Abbanoa s.p.a. abbia comunicato agli utenti l’avvenuto perfezionamento del trasferimento del servizio idrico integrato dal Consorzio industriale di Macomer ad Abbanoa s.p.a. senza tener conto delle interlocuzioni istituzionali in corso e della richiesta di proroga formulata e reiterata da parte dell’assessorato regionale dell’Industria;

– che ruolo abbia avuto il Consorzio industriale di Macomer in liquidazione in questa partita, quale la collaborazione offerta all’assessorato regionale dell’Industria per assecondare il mandato ricevuto dal Consiglio regionale di addivenire ad una soluzione che tenesse conto delle esigenze delle aziende insediate;

– quali tariffe verranno applicate alle aziende insediate nelle aree industriali di Tossilo e Bonu Trau a far data dal 1° novembre 2018.

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Il coordinatore regionale di energie Per L’Italia Tore Piana ha portato all’attenzione dei partiti facenti parte del tavolo sul programma della coalizione del Centro destra, sardista ed autonomista, la situazione drammatica che in queste settimane la Sardegna sta attraversando sul problema del prezzo del latte di pecora. Tore Piana ha illustrato il dramma che si sta consumando a causa di una crisi sul prezzo del latte di pecora, pagato all’allevatore ad un prezzo di 0,60 centesimi litro rispetto ai 0,85 centesimi litro della scorsa stagione. Il prezzo di 0,60 al litro, viene ritenuto non remunerativo, non copre neanche la parte dei costi fissi necessari alla produzione, se si dovesse includere la manodopera le perdite sarebbero di gran lungo superiori. Si capisce che, in questa situazione, il 90% delle aziende agro-pastorali sarde fallirebbero.

«Questa situazione – dice Tore Piana – è la causa dell’assenza di idee, strategie e soluzioni delle politiche fallimentari attuate dal centrosinistra e dal PD che governa la Regione, con il Presidente Pigliaru. Come partito politico facente parte della coalizione di centro destra, abbiamo chiesto alla coalizione stessa, nella sua interezza di soffermarsi oggi, su tale emergenza e dare un segnale a questo comparto, che noi vogliamo salvare e aiutare perché crediamo con convinzione che l’agricoltura e l’allevamento, siano essenziali per la ripresa economica della Sardegna e saranno fra i primi posti, per l’attenzione della coalizione, che il settore merita. Abbiamo ed esprimiamo anche soluzioni strutturali, affinché ci sia la giusta attenzione della politica regionale su tali problematiche e dell’intero comparto, siamo pienamente soddisfatti che tutti i partiti che fanno parte della coalizione di centrodestra, abbiano accolto la nostra sollecitazione e si impegneranno ad occuparsi della soluzione delle problematiche dell’Agricoltura e, in particolare, sul prezzo del latte di pecora – conclude Tore Piana -, una volta al Governo regionale con il candidato presidente Christian Solinas.»

 

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«Vi incoraggio a proseguire con passione la vostra missione, ricercando tutte le forme possibili e costruttive per risvegliare nell’opinione pubblica l’esigenza di impegnarsi per il bene comune, a sostegno dei deboli e dei poveri. Oggi c’è molto bisogno di testimoni di bontà, di tenerezza e di amore gratuito. C’è bisogno di persone perseveranti, che affrontano le difficoltà con spirito di unità e ponendo sempre alla base di tutto lo scopo ultimo, cioè il servizio al prossimo. Così facendo, continuerete ad essere per l’intera Sardegna un punto di riferimento e un esempio.»

È con queste parole che oggi a Roma Papa Francesco ha salutato i seicento volontari sardi, giunti nell’Aula Paolo VI per festeggiare con il Pontefice il ventesimo anniversario del Centro di Servizio per il volontariato Sardegna Solidale. Un’udienza intensa e commovente che, apertasi con la musica dell’armonicista Moses, ha visto i volontari (giunti da tutte parti dell’isola) stringersi intorno al Papa, accompagnati dal cardinale Angelino Becciu, dagli arcivescovi di Cagliari ed Oristano, monsignor Arrigo Miglio e monsignor Ignazio Sanna, da due figure rappresentative del volontariato isolano come don Angelo Pittau (presidente del Comitato promotore di Sardegna Solidale) e padre Salvatore Morittu (presidente dell’associazione Mondo X Sardegna) e dal presidente della Regione Francesco Pigliaru.

A Papa Francesco i volontari hanno consegnato la riproduzione di un bronzetto nuragico raffigurante un capotribù e lo hanno salutato intonando l’Ave Maria in sardo mentre il Papa passava a salutare quasi uno ad uno tutti presenti nell’Aula Paolo VI.

«Grazie per aver voluto riceverci in questa udienza speciale in un giorno che per il volontariato sardo resterà storico – ha detto nel suo intervento il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru -. Caro Papa Francesco, siamo quelli che in terra di Sardegna quotidianamente, in silenzio, spesso con il peso della solitudine, dell’ingratitudine e del disconoscimento, operiamo per lenire le sofferenze e attenuare le difficoltà di chi fa più fatica, di chi non ha lavoro, di chi non trova speranza, di chi non riesce a vedere un futuro per sé, per la sua famiglia, per i suoi cari. Di chi è vittima della cultura dello scarto.»

Per Giampiero Farru il volontariato sardo è testimone «di tante storie di successo e di ripresa, di relazioni che rinascono, di fili spezzati che si riannodano e di vite che ripartono. Siamo qua per celebrare vent’anni di vita comune. E non potevano avere regalo più bello: incontrare Pietro, incontrare Papa Francesco, che illumina, conferma e guida la Chiesa in un momento difficile e delicato e che è punto di riferimento irrinunciabile per il mondo intero e ciascuno di noi».

«Desidero esprimervi il mio apprezzamento per quanto avete operato e state operando a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione sarda, con un’attenzione rivolta anche ad alcuni fra i Paesi più poveri del mondo – ha affermato nel suo intervento Papa Francesco –Questo va sottolineato, perché è segno che non vi siete “isolati” ma, nonostante i grandi bisogni di casa vostra, avete tenuto aperto l’orizzonte della vostra solidarietà. In tale prospettiva, avete saputo accogliere e includere coloro che sono arrivati in Sardegna da altre terre in cerca di pace e di lavoro».

1La vostra realtà associativa raccoglie numerose organizzazioni di volontariato, svolgendo un considerevole servizio di aggregazione e di cooperazione, volto a rendere più qualificato ed efficace l’impegno in favore di quanti versano in condizioni precarie – ha aggiunto il Papa -. Vi incoraggio a proseguire con spirito di intesa e di unità; potrete così diffondere più capillarmente la cultura della solidarietà. Al fine di interpretare gli autentici bisogni della gente e trovare ad essi risposte adeguate, è necessario mantenere un atteggiamento di collaborazione con le realtà istituzionali del territorio: penso in particolare ai Comuni e alle Parrocchie, che sono quotidianamente accanto alle persone condividendo fatiche e speranze.»

«Voi volontari non svolgete un’opera di supplenza nella rete sociale, ma contribuite a dare un volto umano e cristiano alla nostra società» perché «il servizio di volontariato solidale è una scelta che rende liberi e aperti alle necessità dell’altro; alle esigenze della giustizia, alla difesa della vita, alla salvaguardia del creato, con una attenzione tenera e speciale per i malati e soprattutto per gli anziani, che sono un tesoro di saggezza!».

«Vi assista e vi sostenga la Vergine Maria, che la gente sarda venera con amore in tanti santuari – ha concluso Papa Francesco -. Vi ispiri Lei la forza d’animo e la fiducia in Dio per essere sempre un dono per gli altri. Benedico di cuore tutti voi e i vostri cari, e vi chiedo per favore di pregare per me.»

La campagna di conquista per la Coppa America di vela partirà da Cagliari. Si svolgerà, infatti, nelle acque del Golfo degli Angeli la tappa inaugurale delle America’s Cup World Series, che metteranno in palio la Prada Cup e selezioneranno, nel corso di diverse tappe tra il 2019 e il 2020, la barca che sfiderà il defender New Zealand nel 2021.

L’annuncio è stato dato stasera allo Yacht Club di Monaco, durante l’evento di presentazione della competizione organizzata dal team Luna Rossa Challenge, alla presenza dell’assessore del Turismo Barbara Argiolas, di Mauro Cadoni, direttore generale dell’assessorato, di Tommaso Giulini e Mario Passetti, presidente e direttore generale del Cagliari Calcio, e Stefano Sardara, presidente della Dinamo Sassari, in rappresentanza del mondo dello sport isolano. “La Sardegna ancora una volta dimostra di avere tutte le carte in regola per organizzare e ospitare eventi di levatura internazionale. Accogliere nella nostra regione la prima fase di una competizione sportiva così antica e prestigiosa, in grado di garantire ampia visibilità nternazionale, è certamente motivo di soddisfazione – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Come sempre quando ci troviamo davanti a simili opportunità, anche in questo caso abbiamo fatto la nostra parte per coglierla al meglio, investendo energie e risorse e portando avanti una proficua collaborazione con tutti gli attori coinvolti. Grazie al lavoro di tutti, oggi abbiamo raggiunto il risultato che abbiamo fortemente voluto e sostenuto: dalla Sardegna riparte la campagna per la conquista della Coppa America di vela e saranno proprio le nostre coste a fare da scenario a una delle sfide preliminari. La nostra Isola è terra ideale per moltissimi sport, ma discipline come la vela e le attività a essa connesse, sportive, professionali, turistiche, sono ancora più benvenute – ha concluso il presidente Pigliaru -, perché rientrano nel progetto di sviluppo sostenibile che la Regione ha perseguito in questi anni.”L’arrivo dell’ACWS – ha detto Barbara Argiolas, assessore del Turismo, Artigianato e Commercio intervistata sul palco dalla presentatrice dell’evento Charlie Webster – è il culmine di un lavoro che, negli anni ha visto la Regione impegnata a ospitare e supportare eventi sportivi sempre più importanti. Penso ai tanti eventi mondiali di vela, alle varie tappe dei campionati di rally, alla centesima edizione del Giro d’Italia di Ciclismo. Abbiamo le condizioni ideali per ospitare un appuntamento della più importante manifestazione di vela del mondo: mare con vento costante, infrastrutture sempre migliori, professionalità di altissimo livello, grandi capacità organizzative e l’entusiasmo dei sardi per una manifestazione di questo livello. Per chi non la conosce, la Sardegna sarà una grande – e spero bellissima – sorpresa”.“Come amministrazione regionale – ha aggiunto l’assessore – in questi anni abbiamo investito molto su manifestazioni di carattere nazionale e internazionale che siano in armonia con la natura più autentica della nostra isola, all’insegna del contatto con la natura e col paesaggio, del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità. Vogliamo che, grazie a ACWS e alla collaborazione con Luna Rossa Challenge, la Sardegna e le sue bellezze diventino ancora più note a livello mondiale: l’auspicio è che chi vedrà le regate alla televisione poi abbia il desiderio di visitare e conoscere la nostra isola, meta privilegiata per il turismo lento ed esperienziale”.Soddisfazione è stata espressa anche del sindaco di Cagliari Massimo Zedda. “Ancora una volta – ha detto – Cagliari sarà protagonista con la grande vela e con un evento di livello mondiale che siamo orgogliosi di ospitare in città e nel Golfo degli angeli. La Prada Cup sarà una nuova e importante vetrina per il nostro mare e per tutto il territorio, il pubblico isolano saprà sostenere con entusiasmo il team di Luna Rossa, che ha scelto la nostra città come base per preparare le tappe di avvicinamento alla Coppa America del 2021. Ma il buon vento non basta, per questo siamo al lavoro per la riqualificazione della zona di Marina Piccola e del porto storico a sostegno della vela e della nautica di Cagliari, che hanno una grande tradizione. Sarà fondamentale per un nuovo e importante slancio alle attività e agli sport di mare, allo sviluppo e alla creazione di posti di lavoro”.

Nel pomeriggio, all’Assessorato regionale della Sanità, in via Roma, a Cagliari, si è svolto l’atteso incontro sulla vertenza AIAS. Il presidente Francesco Pigliaru, l’assessore regionale Luigi Arru, Giuseppe Pintor e Stefano Lorusso dell’ATS, hanno ricevuto una delegazione composta da rappresentanti sindacali, lavoratori, genitori dei malati, tutori.

Da parte della Regione, che ha manifestato vivo interessamento per la situazione e, in particolare, per i pazienti e i dipendenti, è stata ribadita la disponibilità a pagare secondo quanto definito nella sentenza della Corte di Appello in tempi rapidi e secondo quanto stabilito dalla legge. Sul punto sono già in corso le interlocuzioni tra i legali di AIAS e la Regione. È stata inoltre ribadita la necessità del pagamento degli stipendi ai dipendenti dell’azienda, come disposto da una risoluzione del Consiglio regionale e dall’attuale contratto al fine di poterne stipulare il rinnovo. Rispondendo ai timori di parte della delegazione, è stato detto che se la volontà politica è certamente quella di addivenire il prima possibile a una soluzione con AIAS che permetta la prosecuzione dei servizi, si sta comunque lavorando anche a un piano B per individuare una rete di protezione capace di garantire la continuità delle prestazioni in essere.

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Il consigliere regionale del Psd’Az, Paolo Dessì, ha presentato un’interrogazione, con richiesta di risposta scritta, al presidente della Regione e all’assessore dell’Agricoltura «sui ritardi nella riapertura dei corsi per ottenere l’abilitazione all’acquisto e utilizzo dei prodotti fitosanitari». L’esponente della minoranza ha segnalato che «ad oggi non sono ancora state fissate le date per i nuovi corsi di formazione ma siamo fermi dal 2017, con tutti i disagi che comporta questa interruzione dei servizi» e ha richiamato nel testo i riferimenti legislativi relativi a tali abilitazioni.

Paolo Dessì ha chiesto, quindi, al presidente della Regione, Francesco Pigliaru e all’assessore dell’Agricoltura e Riforma agropastorale, Pier Luigi Caria: «Se sono a conoscenza di questi ritardi nell’attivazione dei nuovi corsi per ottenere il rilascio delle abilitazioni all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari e adottare urgentemente tutte le misure atte a consentire agli agricoltori di operare nel rispetto delle norme stabilite dalle nuove disposizioni di legge» e «se non ritengano paradossale chiedere all’agricoltore di essere un custode dell’ambiente, e ostacolandolo nel contempo, privandolo degli strumenti per poter svolgere, nel rispetto delle regole, il ruolo richiesto».

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Partiranno stasera dal porto di Olbia i 600 volontari sardi che domani, venerdì 30 novembre, saranno accolti in Vaticano da Papa Francesco, protagonisti di un’udienza speciale che il Pontefice ha concesso a Sardegna Solidale per celebrare i vent’anni di attività del Centro di servizio per il volontariato isolano. L’appuntamento sarà per le 11.30 nell’Aula Paolo VI, per un evento che sarà trasmesso in diretta via streaming sul sito di Sardegna Solidale (www.sardegnasolidale.it).

I volontari rappresenteranno le 1.725 associazioni presenti nell’isola e saranno accompagnati dagli arcivescovi di Cagliari e Oristano, monsignor Arrigo Miglio e monsignor Ignazio Sanna, e da due figure rappresentative del volontariato isolano: don Angelo Pittau (presidente del Comitato promotore di Sardegna Solidale) e Padre Salvatore Morittu, presidente dell’associazione Mondo X Sardegna. È invece ancora in forse la presenza a Roma del presidente della Regione Francesco Pigliaru a cui il mondo del volontariato si è rivolto per rappresentare le istituzioni regionali.

«Sarà un giorno memorabile, per Sardegna Solidale, per il volontariato sardo, per la Sardegna intera», spiega il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, che nell’editoriale dell’ultimo numero del giornale di Sardegna solidale “L’Isola che c’è”, scrive: «Caro Papa Francesco, veniamo a rappresentare il nostro percorso ventennale di impegno, a chiederne conferma, disponibili a modificare, correggere, rifare. Pronti a cambiare, per migliorare.
A gran voce vogliamo dire che, per noi, la solidarietà non è un reato ma un dovere imprescindibile di ogni cittadino; che la solidarietà è la forza che sprigiona e genera fiducia e produce coesione sociale. Due beni non commerciali, non disponibili sul mercato, dei quali abbiamo assoluta necessità e che originano dalla ‘determinazione ferma e perseverante di operare per il bene di tutti’».

L’incontro in Aula Paolo VI sarà aperto dalla musica di Moses, il giovane armonicista vincitore di Italia’s Got Talent, che proporrà un brano composto in occasione del ventennale di Sardegna Solidale, e proseguirà con l’esposizione dei doni portati dai volontari a Papa Francesco. Sarà poi il Cardinale Angelo Becciu a presentare al Pontefice l’attività delle associazioni isolane, mentre sarà il presidenteAngelo Becciu

di Sardegna Solidale Giampiero Farru a portare a Francesco il saluto dei volontari. L’atteso intervento del Papa precederà la consegna al Santo Padre della riproduzione di un bronzetto nuragico raffigurante un capotribù. L’udienza si concluderà con il canto dell’Ave Maria in sardo.

«Tra noi volontari ci sono credenti e no, ecclesiali e laici, ma a questo Papa tutti riconoscono una statura mondiale – spiega don Angelo Pittau -. Papa Francesco ha una autorevolezza morale e credibilità che gli permette di ottenere l’attenzione di popoli dei diversi continenti, capace di offrire risposte a domande ed inquietudini molto diffuse a livello planetario. Ora noi abbiamo il dono di essere ricevuti da Papa Francesco. È una grande responsabilità accogliere la sua parola, conservarla nel nostro cuore, farla diventare seme di solidarietà per noi e per la Sardegna tutta. Sardegna in cui abbiamo operato nello spirito del servizio e nella gioia della gratuità.»

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Il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, ha scritto al presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, ed all’assessore regionale della programmazione Raffaele Paci per evidenziare il rischio che l’istituzione, per volontà della Giunta regionale, della ZES (Zona Economica Speciale), dalla quale risulta escluso il porto di Sant’Antioco, cancelli definitivamente l’unica attività industriale presente nel territorio di Sant’Antioco: quella del sale, attiva nella Salina marina che si affaccia sul golfo di Palmas e si estende per 20 km lungo la costa. Un’industria che produce e dà lavoro, ma il cui futuro produttivo, alla luce della ZES, è più che mai incerto.

«La Regione, con la delibera del 21 novembre 2018 n. 57/17 – spiega il sindaco di Sant’Antioco – istituisce la Zona Economica Speciale che ricomprende i porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax. In questa zona, oltre all’ampliamento dell’utilizzo del credito d’imposta, la Regione intende sperimentare anche forme di semplificazione burocratica. Ma il porto di Sant’Antioco, nonostante conservi una funzione economica e commerciale in virtù del traffico del sale che gravita sulle aree portuali, risulta escluso dalla cosiddetta “zonizzazione” della ZES. Il nostro timore, assolutamente fondato, è che i vantaggi economico-fiscali di cui beneficeranno le industrie attive nelle aree ricomprese nella ZES rischino di produrre distorsioni di mercato in termini di concorrenza. La produzione del sale antiochense, infatti, che utilizza lo scalo portuale di Sant’Antioco per il trasporto delle merci, non beneficerà di alcuna agevolazione, contrariamente ai diretti concorrenti del mercato che operano nello scalo di Cagliari o Portovesme, ad esempio.»

Tali differenze possono creare effetti devastanti: l’attività industriale di Sant’Antioco rischia, dunque, di essere espulsa dal mercato. Ma non è tutto: «Non si può ignorare il fatto che l’infrastruttura portuale di Sant’Antioco, nello specifico la “banchina del sale”, non sia adatta al carico sulle navi di ingenti quantità di sale – aggiunge il sindaco Ignazio Locci – in quanto non sono stati ancora attivati i lavori di infrastrutturazione, come il dragaggio del fondale. Questi limiti infrastrutturali obbligano l’industria del sale di Sant’Antioco a riversare parte del proprio prodotto nel porto di Cagliari, subendo anche i maggiori costi derivanti dal trasporto gommato Sant’Antioco-Cagliari».

«Il porto di Sant’Antioco deve essere inserito nella zonizzazione della ZES, alla luce anche di quanto sancito nel “Documento di economia e finanza regionale del 2019″, nel quale si evidenzia che nella ZES possono rientrare anche le aree che presentino una rilevanza strategica per le attività di specializzazione territoriale che si intende rafforzare e dimostrino un nesso economico funzionale con l’Area portuale – sostiene Ignazio Locci -. Ed è esattamente il caso dell’industria del sale di Sant’Antioco. Se, tuttavia, la Regione ritiene che sul territorio antiochense non ci debba più essere alcuna attività industriale, lo dica chiaramente.»

 

 

 

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La Zona economica speciale della Sardegna prende forma e inizia l’iter ufficiale verso la sua istituzione. 2.770 ettari di aree collegate a zone portuali godranno di semplificazioni amministrative e fiscali per favorire lo sviluppo di imprese già insediate o che in quel perimetro sceglieranno di insediarsi. La Giunta ha approvato il Piano strategico della Zes, che è già sul tavolo del Governo per il via libera finale: è stato illustrato oggi dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall’assessore della Programmazione Raffaele Paci, insieme al presidente dell’Autorità di sistema portuale della Sardegna Massimo Deiana. La particolarità, e novità, rispetto alle altre regioni, è che la Sardegna ha scelto di istituire un’unica grande Zes mettendo in rete i sei porti con aree retroportuali, per fare della sinergia un vero punto di forza. 

«Le Zes possono essere una ottima occasione per attrarre imprese in Sardegna, anche dall’estero, e allo stesso tempo per supportare e rilanciare l’attività di quelle già insediate in quelle aree –  dice il presidente Francesco Pigliaru -. Lo sviluppo economico della Sardegna passa dal mare, e rafforzare il ruolo e le potenzialità della rete portuale della nostra isola può sicuramente avere un ruolo importante nel rilancio della nostra economia anche a beneficio delle aree interne. Questo ragionamento è stato alla base della nostra scelta di istituire un’unica grande Zona Economica Speciale della Sardegna, con tutti i porti collegati fra loro in un sistema virtuoso in cui ognuno, con la sua specializzazione, contribuisce allo sviluppo equilibrato di tutta la regione. Intendiamo la Zes come uno strumento di marketing territoriale dall’elevato impatto economico, strettamente legata all’economia del mare e all’incremento dell’export.» 

Il Piano strategico per l’istituzione della Zona economica speciale in Sardegna è stato elaborato dopo gli incontri portati avanti a luglio scorso dall’assessore Raffaele Paci con le amministrazioni locali e i consorzi industriali delle zone interessate, ovvero Cagliari (che avrà 1.628 ettari di Zes), Portovesme dunque Carbonia-Iglesias (110 ettari), Olbia dunque nord-est Sardegna (180 ettari), Porto Torres con Sassari e Alghero (500 ettari), Oristano (219 ettari) e Ogliastra (56 ettari). Insieme a Paci hanno partecipato agli incontri l’Autorità portuale della Sardegna e gli Assessorati regionali dell’Industria, degli Enti Locali e dei Trasporti. Il contributo raccolto è servito a perfezionare il Piano, con le indicazioni arrivate direttamente dai territori. 

«Negli incontri sul territorio, durante i quali c’è stata grande partecipazione degli interessati, abbiamo deciso come disegnare concretamente la Zes nella geografia della Sardegna. È stato un percorso che ha pienamente coinvolto tutti i referenti locali, con i quali sono state condivise le strategie per raggiungere il miglior risultato possibile. L’obiettivo è chiaro: con la Zes vogliamo innescare dinamiche di sviluppo che consentano di attrarre imprese e investimenti, dunque vogliamo creare meccanismi virtuosi a vantaggio di tutta la nostra economia regionale. Con la scelta di istituire un’unica, grande Zes, raggiungiamo il doppio risultato di coinvolgere quanti più territori possibile, comprese le zone interne, e allo stesso tempo di dar vita a un progetto più ampio e strategico. Non solo: la rete distribuita sull’intero territorio consentirà l’integrazione con le zone franche doganali intercluse, in via di attivazione, in modo da potenziare entrambi gli strumenti.»

«Avere la Zes mette la Sardegna nelle condizioni di poter competere ad armi pari con tutti i nostri principali concorrenti che stanno nel Mediterraneo. Le zone economiche speciali, che ormai sono diverse centinaia in tutto il mondo, nascono per rilanciare il sistema portuale e tutta l’economia che possono generare. Non averle è senza dubbio un ostacolo alle potenzialità di sviluppo, perché le parti del mondo in cui il commercio e gli scambi sono particolarmente rifioriti sono proprio quelli in cui esistono le Zes, strumento molto forte ed efficace – sottolinea Massimo Deiana -. Per gestirle la legge prevede un organismo molto snello, un Comitato d’indirizzo composto da 4 persone che rappresentano Regione, Autorità portuale, ministero dei trasporti e Presidenza del Consiglio dei ministri. In più, nel nostro piano strategico, abbiamo deciso di prevedere un ulteriore organismo, che abbiamo chiamato Cabina di regia, un tavolo permanente consultivo in cui possono costantemente raccordarsi e confrontarsi tutti i soggetti interessati. La gestione sarà il più possibile rapida e snella, per rispondere alle esigenze delle imprese che, prima di tutto, ci chiedono rapidità e semplificazione burocratica.»

Le Zes sono state istituite con il Decreto Sud (il 91 del 2017). Alla Regione il compito di predisporre il Piano di sviluppo strategico che deve poi essere approvato dal Ministero per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Caratteristica richiesta per avere diritto alla Zes è quella di avere una zona geografica ben delimitata e identificata, composta anche da aree non adiacenti, purché con un nesso funzionale. La Zes, che viene gestita da un Comitato di indirizzo presieduto dal presidente dell’Autorità di sistema portuale, deve comprendere un’area portuale della rete trans-europea dei trasporti (TEN-T), per la Sardegna il porto di Cagliari. La Regione ha dunque deciso di creare un’unica zona economica speciale “a rete”, coinvolgendo tutti i 6 porti con le rispettive zone retroportuali e utilizzando come pilastro centrale del progetto il porto di Cagliari, per poi coinvolgere tutti gli altri porti con aree industriali adiacenti. «In queste aree – spiega Raffaele Paci – oltre all’ampliamento dell’utilizzo del credito d’imposta, la Regione si impegna a sperimentare forme di semplificazione burocratica, pensiamo per esempio a un Suape per le Zes, per favorire l’insediamento di nuove imprese grazie anche a procedure molto più snelle». Del processo di semplificazione si occuperà l’Assessorato dell’Industria. 

Per quanto riguarda la perimetrazione delle aree, come previsto dal decreto sono state individuate le aree portuali e retroportuali, valorizzando i nessi funzionali ed economici importanti per lo sviluppo delle filiere produttive regionali. Ma si è anche deciso di valorizzare la presenza degli aeroporti vicini a tre dei porti interessati (Cagliari, Olbia e Alghero) per aumentare l’efficacia del sistema regionale. Dopo la perimetrazione, restano ancora da assegnare 73 ettari che potranno essere utilizzati in seguito per rispondere a specifiche esigenze. Le imprese, all’interno della Zes, potranno godere di credito d’imposta (massimo 50 milioni), raccordo con altri strumenti nazionali e regionali, contratti di sviluppo, accordi per l’innovazione, contratti di investimento, incentivi all’occupazione e procedure di aiuto alle imprese cofinanziate con risorse comunitarie. 

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A partire dai primi mesi del prossimo anno nei piccoli comuni della Sardegna, che rientrano nel progetto strategico della Regione per lo sviluppo della banda ultralarga nelle cosiddette aree “a fallimento di mercato”, saranno attivate le reti in fibra ottica.

L’importante novità, che scaturisce da un accordo tra TIM e Infratel grazie al quale la Regione Sardegna dà impulso all’attuazione dei programmi di copertura con le reti in fibra, è stata illustrata oggi, a Villa Devoto, nella Sala “Emilio Lussu”, dal Presidente Francesco Pigliaru, insieme agli assessori degli Affari Generali e degli Enti Locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, da Carlo Filangieri, Responsabile Wholesale Operations di TIM e da Maurizio Decina, presidente di Infratel, società in house del ministero dello Sviluppo Economico a cui è stata affidata la costruzione delle dorsali in fibra ottica nelle aree urbane.

Cittadini e imprese potranno così beneficiare di servizi di connettività ad alta velocità fino a 200 megabit. L’accordo prevede che TIM utilizzerà le infrastrutture in fibra “spenta” realizzate da Infratel per portare la banda ultralarga in 252 comuni, attraverso l’attivazione di 1.200 armadi stradali che verranno predisposti all’erogazione dei servizi di connettività grazie a interventi di installazione dell’elettronica e la realizzazione di ulteriori collegamenti in fibra con gli anelli urbani di Infratel e verso le centrali. Già entro la fine del prossimo mese di marzo, in base all’impegno assunto da TIM, le nuove reti saranno operative in circa 80 comuni con l’attivazione di 300 armadi. Tutto il processo di “accensione” della fibra verrà completato entro la fine del 2020, con il progressivo completamento della realizzazione delle dorsali da parte di Infratel e l’adeguamento delle centrali e dei cabinet stradali da parte di TIM.

Sinora i comuni sardi con reti sottoposte alle procedure di collaudo sono oltre 100.

Con 56 milioni di euro la Regione ha promosso la realizzazione delle reti in fibra ottica in 296 comuni in base al primo accordo siglato nel 2015 con il ministero dello Sviluppo economico.

La copertura di tutti gli altri è invece prevista nel secondo accordo di programma sottoscritto nel 2017 con un finanziamento che ammonta a 27 milioni di euro.