22 July, 2024
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Si è svolta questa mattina la seconda assemblea promossa dall’Amministrazione comunale di Carbonia, per dire NO alla decisione di Posteitaliane, che ha disposto la chiusura dell’Ufficio postale di Cortoghiana, a partire dal prossimo 7 settembre.

Così come lo scorso lunedì, anche oggi l’Assemblea si è svolta proprio davanti all’ingresso dell’Ufficio postale.

Nel suo intervento, il sindaco Giuseppe Casti ha informato del coinvolgimento di consiglieri regionali e parlamentari del territorio. Alla manifestazione odierna erano presenti, infatti, i parlamentari Emanuele Cani e Francesco Sanna, mentre hanno dato la loro piena adesione, pur non potendo essere presenti per motivi istituzionali, i consiglieri regionali Pietro Cocco e Luca Pizzuto. All’Assemblea, insieme a centinaia di cittadini, hanno partecipato anche rappresentanti delle forze sindacali e i consiglieri comunali di Carbonia, in prima fila quelli provenienti da Cortoghiana, e diversi assessori. Giuseppe Casti ha ribadito ancora una volta che l’unico modo per vincere questa battaglia e impedire la chiusura dell’Ufficio postale, è rimanere uniti, Cittadini e Amministrazione, intraprendendo insieme tutte le prossime iniziative. Il sindaco Casti ha anche chiesto l’apertura di un tavolo tecnico per impedire questa scelta inaccettabile e ha discusso della vertenza con il presidente della Regione, Francesco Pigliaru e dell’ANCI Sardegna, Piersandro Scano, chiedendo il loro intervento.

Il sindaco di Carbonia ha assicurato che se non dovesse arrivare alcuna risposta positiva si procederà con nuove azioni, utilizzando nuove forme di protesta, come ad esempio una manifestazione.

Nel salutare e ringraziare i tanti cittadini presenti, Giuseppe Casti ha nuovamente invitato all’unità e ha confermato il massimo impegno dell’Amministrazione comunale, per scongiurare la chiusura dell’Ufficio postale. Nei prossimi giorni verranno comunicate le nuove iniziative.

II incontro Cortoghiana

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E’ stato presentato ieri sera nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia, il Progetto Aria, promosso dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dalla Regione Sardegna nella miniera di Monte Sinni, Seruci, oggi non in attività.

L’incontro, promosso dai deputati Partito Democratico Francesco Sanna ed Emanuele Cani, ha visto la partecipazione, tra gli altri, del presidente della Regione Francesco Pigliaru, del presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Fernando Ferroni, del coordinatore del progetto Cristian Galbiati, del consigliere regionale e sindaco di Gonnesa, comune in cui si trova il sito di Seruci, Pietro Cocco, il nuovo amministratore unico della Carbosulcis, Antonio Martini. Era presente anche un giovane di Sant’Antioco che farà parte dell’equipe che lavorerà alla realizzazione del progetto.

L’obiettivo del progetto Aria è la separazione dell’aria nei suoi componenti fondamentali, elementi che trovano utilità in diversi ambiti di ricerca e applicazione. Uno di questi componenti, l’Argon-40, è un materiale pregiatissimo che permetterà lo sviluppo di una innovativa tecnica per la ricerca della materia oscura ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, progettata e realizzata dall’esperimento DarkSide, una collaborazione internazionale guidata dall’INFN, che vede la partecipazione di oltre trenta istituti provenienti da nove nazioni (Italia, Brasile, Cina, Francia, Polonia, Russia, Spagna, Svizzera, USA).

Altri componenti dell’aria, come l’ossigeno-18 e il carbonio-13, che, propriamente e completamente selezionati e isolati, sono anch’essi pregiatissimi in diversi ambiti di applicazione. Questi elementi hanno un mercato internazionale di grande rilievo – oggi di circa 200 milioni di euro, ha sottolineato Cristian Galbiati -, dal quale tuttavia l’Italia è attualmente esclusa. Materiali pregiati per la ricerca della materia oscura condotta dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) presso i laboratori nazionali del Gran Sasso. 

Grazie alle infrastrutture uniche della miniera di Monte Sinni, il progetto Aria permetterebbe di sviluppare un ciclo produttivo in grado di abbassare notevolmente i costi energetici di produzione di questi materiali speciali, rendendoli più accessibili e fruibili. In questo modo, Aria contribuirebbe ad aumentare la disponibilità di tecnologie avanzate per lo screening medico, incluse le tecniche diagnostiche per la lotta al cancro. Utilizzando per la separazione dell’aria strutture pre-esistenti, l’innovativo processo tecnologico comporterà inoltre un impatto ambientale nullo.

Il primo passo di Aria prevede l’installazione di una torre-pilota di distillazione criogenica: un prototipo di dimensioni tali da rappresentare un unicum al mondo. Una macchina lunga 350 metri verrà collocata nella verticale di un pozzo profondo 500 metri e opererà sulla falsariga – ha spiegato Cristian Galbiati – di quanto avviene nella distillazione del vino per la produzione delle grappe. Tale progetto, senza precedenti a livello internazionale, è reso possibile dalla cooperazione tra INFN, con ruolo di guida e coordinamento dei gruppi di ricerca coinvolti, Regione Sardegna, che guida lo studio dell’implementazione del progetto e le relazioni istituzionali, e Princeton University, oltre che dal contributo cruciale di aziende italiane. La prima fase di progettazione è già partita, grazie a un finanziamento garantito dalla US National Science Foundation (US-NSF).

Per il Sulcis e la Sardegna si tratta di una scommessa per riconnettere ricerca scientifica e sviluppo locale, valorizzare gli importanti investimenti degli anni passati nelle infrastrutture minerarie del sottosuolo ed il lavoro dei lavoratori della Carbosulcis.

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Villa Devoto ha ospitato ieri pomeriggio una riunione tra il sottosegretario della Presidenza del Consiglio, Luca Lotti, e il presidente della Regione Francesco Pigliaru. «Questo appuntamento fa parte delle regolari interlocuzioni con il Governo per valutare lo stato di avanzamento sui temi aperti», ha spiegato il presidente Pigliaru. «Tra i punti su cui ci siamo soffermati, naturalmente, ci sono quelli riportati nel dossier sull’insularità che avevamo consegnato al presidente Renzi in occasione della sua visita ad Olbia». Dopo la riunione, il presidente Pigliaru e il sottosegretario Lotti si sono trattenuti con il sindaco di La Maddalena, Luca Montella. Nell’incontro si è affrontato il tema del progetto complessivo di sviluppo dell’isola.

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Lo Sdirs, Sindacato Dirigenti e Direttivi della Regione Sardegna, chiede all’Amministrazione regionale maggiore trasparenza ed efficienza nel processo di riorganizzazione avviato in base alla legge 24/2014. In una nota indirizzata all’assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione, Gianmario Demuro, al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, alle altre organizzazioni sindacali e ai mezzi di informazione, il Sindacato dei dirigenti e dei direttivi muove una serie di osservazioni sull’attribuzione degli incarichi e l’utilizzo delle risorse pubbliche.

«Ad oggi non sono disponibili informazioni adeguate sull’esito della procedura per la copertura delle posizioni dirigenziali, a seguito della riorganizzazione delle Direzioni generali del Sistema Regione – spiega lo SDIRS nella nota firmata dal segretario generale Cristina Malavasi -. Il 20 luglio, sul sito intranet dell’Amministrazione regionale è stata pubblicata la situazione organizzativa delle Direzioni generali, con l’elenco delle posizioni dirigenziali vacanti e ad interim alla stessa data. Non risulta che siano state pubblicate le medesime informazioni per gli Enti ed Agenzie del Sistema Regione.»

«In assenza di informazioni complete – che dovrebbero dare indicazioni anche sul grado di scopertura delle strutture del Sistema Regione – permangono quindi tutte le criticità già evidenziate nella nostra nota del 3 luglio scorso. In più segnaliamo che – in presenza di dirigenti ancora senza incarico – in diverse Direzioni Generali sono stati attribuiti incarichi di direttore di servizio ad interim – aggiunge Cristina Malavasi -. Tale condotta, reiterata da diverse Giunte regionali e più volte stigmatizzata da questo sindacato, è indice sia di una cattiva utilizzazione delle risorse umane dirigenziali, sia di spreco di risorse pubbliche. Una condotta che appare tanto più grave in questa fase di ampia riorganizzazione delle strutture dirigenziali, con l’attivazione di una specifica procedura di manifestazione di interesse da parte di tutti i dirigenti del Sistema Regione.»

«Sia sotto il profilo logico che sotto il profilo giuridico, la condotta criticata appare in contrasto con le motivazioni che dovrebbero sottendere l’attribuzione di incarichi ad interim, come varie pronunce giurisprudenziali hanno più volte ribadito. Sollecitiamo, pertanto, insieme con una gestione trasparente delle informazioni, anche una più attenta definizione della procedura – conclude Cristina Malavasi -, secondo i principi di gestione organizzativa e amministrativa che si addicono ad una Amministrazione moderna ed efficiente.»

Palazzo della Regione 2 copia

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Divampano le polemiche sulla sentenza del Consiglio di Stato che ha escluso quattro consiglieri regionali.

«La vicenda processuale delle presunte decadenze (da accertare prossimamente nei Tribunali della Repubblica per legittimità e tempestività) – secondo Gaetano Ledda, consigliere regionale de La Base -, certifica che il Consiglio regionale è diventato come un’assemblea di condominio rissosa ed inconcludente dove l’unico interesse è quello di fare del male al proprio vicino di casa. La sentenza del Consiglio di Stato è (riconosciuto da tutti) una cosa abnorme che porterebbe in consiglio persino qualche passante che ha l’unico “merito” di aver proposto un ricorso magari su consiglio di un vecchio marpione asserragliato in un qualche municipio gallurese, espulso dalla politica ma voglioso di tornarci per mano giudiziaria. La verità, per il momento, è che in Consiglio regionale c’è La Base e che tutto il resto sono reminiscenze di un potere che non c’è più.»

«Bene farebbe il Consiglio regionale – sottolinea ancora Gaetano Ledda – a chiedere la sospensione immediata della sentenza e la revoca di un provvedimento palesemente illegittimo e persino inapplicabile. Così si potrebbe riprendere immediatamente l’attività. Le sentenze si applicano sempre, ma attraverso gli istituti giuridici che nell’ordinamento italiano ne garantiscono l’effettiva e legittima applicazione (correzioni errori materiali, incidenti di esecuzione e, nel caso in questione, giudizio in ottemperanza).»

«Le responsabilità del presidente Ganau sono evidenti in questa vicenda – dice Modesto Fenu, del Movimento Popolare Sardo Zona Franca, uno dei quattro consiglieri regionali dichiarati decaduti dalla sentenza del Consiglio di Stato -. Ormai appare chiaro che si rischia la paralisi dei lavori del Consiglio Regionale con grave danno per l’Isola e tutti i sardi. Il Presidente è anche il garante di tutto il Consiglio regionale, eletto da sardi e, pertanto, dal popolo sardo. E’ impensabile che un Presidente, nella sua posizione, preferisca rischiare di tenere l’assemblea bloccata ed ingessata per tentare di dare attuazione ad una sentenza che oramai, a furor di popolo, sa di “golpe” e nomina consiglieri regionali due persone che non hanno avuto i voti democraticamente per essere eletti, ma che si sono candidati e hanno semplicemente fatto ricorso.»

«Appare ormai evidente – aggiunge Fenu – che dei tre nominati dal Consiglio di Stato (due dell’Upc e uno del Partito dei Sardi), dai riconteggi che si stanno facendo in queste ore, solo uno risulterebbe avere diritto ad entrare nell’aula ma gli altri due verrebbero nominati consiglieri regionali per effetto di una sentenza del Consiglio di Stato e non per meriti elettorali. Infatti, nel caso, questi verrebbero sostituiti da uno di Sel e uno in quota Pd. Di fronte a questa situazione, palesemente ingiusta che sta paralizzando il Consiglio regionale e rischia di annullare tutto il processo democratico delle elezioni, non si comprende per quale motivo il presidente Ganau e il Consiglio, a tutela dei sardi, si assumano la responsabilità di non chiedere la sospensiva e l’annullamento della sentenza, o quantomeno l’immediato ricorso per ottemperanza onde evitare il blocco dei lavori dell’aula e l’ingiusta attribuzione di seggi, in disprezzo alla legge elettorale sarda e senza che siano stati proclamati eletti dalla Corte d’appello di Cagliari, così come è stato per tutti gli altri Consiglieri Regionali Sardi. E’ assurdo essere vittima di decisioni che vanno contro la volontà espressa democraticamente dai sardi. Appare poi ormai chiara, in tutta questa vicenda, l’inserimento di altre logiche di riflessione.»

«Concludo col rinnovare la richiesta al presidente Ganau, a tutela del Consiglio che rappresenta il Popolo Sardo e la sua specificità anche in materia elettorale, a non limitarsi a dar seguito passivamente alla sentenza del Consiglio di Stato, di fatto inapplicabile e a richiedere immediatamente almeno il ricorso per ottemperanza, nonché la sospensiva e l’annullamento della sentenza. Inoltre, considerato lo scalpitio che qualcuno sta già manifestando nel volermi frettolosamente sostituire in Consiglio Regionale, pur nel rispetto del ruolo oltreché delle persone, nella figura del presidente Ganau e della Giunta per le elezioni, per il delicato lavoro che stanno svolgendo, mio malgrado mi trovo costretto a diffidarle dal sostituirmi in Consiglio Regionale con qualsiasi persona che di diritto non sia stata proclamata eletta dalla Corte d’appello di Cagliari.»

In serata Modesto Fenu ha diffuso una seconda nota, con la quale commenta la presa di posizione di Gianni Lampis (FdI), invitandolo ad evitare facili illusioni e a leggere molto attentamente l’articolo 12 della Legge Statutaria Elettorale n. 1/2013 che, testualmente, stabilisce che «sono esclusi esclusivamente dall’attribuzione i gruppi di cui all’articolo 1, comma 7”, che si traduce nel fatto che tutti gli altri gruppi sono inclusi e nessuno sbarramento va ad essi applicato da chiunque. Questa è la legge, di una chiarezza unica. Capisco che Fratelli d’Italia possa essere poco identitaria, ma mi permetto di ricordare che in materia elettorale la Regione Sardegna ha competenza primaria».

«Il presidente Francesco Pigliaru – dice Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia – è preoccupato per la paralisi del Consiglio regionale, la cui responsabilità, è chiaro a tutti, è del centrosinistra? Teme che l’impasse amministrativa possa bloccare le diverse riforme, come la legge urbanistica e quella degli Enti locali? Allora colga l’occasione per mettere finalmente al lavoro il Governo della Regione, in ritardo su molteplici temi, dagli assegni di merito per gli studenti allo sblocco dei Bandi PIA, dalle opere pubbliche al Fondo unico per i Comuni. Il Governatore non sventoli il blocco della massima assemblea dei sardi per giustificare il ritardo inammissibile della Giunta.»

«Lavoro per gli assessori, al di là dello stallo del Consiglio regionale, ce n’è abbastanza. Si tratta semplicemente di dare concretezza agli impegni già presi e non ancora rispettati. Basta con le solite scuse e con la prassi ormai consolidata di questo governo di attribuire le colpe agli altri. E stia tranquillo, Francesco Pigliaru, perché appena il Consiglio potrà nuovamente lavorare non mancherà l’apporto delle opposizioni che da un anno e mezzo cercano (purtroppo invano, vista la presunzione della Giunta) di portare in aula le proprie proposte. E se necessario – conclude Ignazio Locci – non ci tireremo indietro neanche se fossimo chiamati a lavorare il giorno di Ferragosto.»

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, è intervenuto ieri sera alle finali regionali Oscar Green 2015 alla tavola rotonda “La sfida sarda delle imprese agricole innovative nell’anno di EXPO” all’Auditorium del Banco di Sardegna, a Cagliari.
Francesco Pigliaru ha parlato delle enormi potenzialità del settore, sottolineando come uscire dall’assistenzialismo, rendersi produttiva ed entrare nei mercati internazionali sia il passaggio necessario perché l’agricoltura diventi la vera chiave di sviluppo che può far uscire la Sardegna dalla crisi.

Il presidente Pigliaru ha sottolineato come le opportunità siano date dal mercato, non dalle istituzioni pubbliche, precisando che «solo attraverso la collaborazione le nostre piccole aziende possono affacciarsi sullo scenario internazionale e conquistare milioni di potenziali nuovi consumatori, nel mondo, interessati a prodotti di qualità, che arrivano da una terra sicura, che offre garanzie ambientali certe. La grande speranza per la nostra agricoltura e quindi per il futuro della nostra regione sono i giovani».

«In questo momento, come mai prima, abbiamo l’opportunità di una agricoltura che parla al mondo, e per poterla cogliere bisogna essere pronti, bisogna puntare anche in questo caso sull’istruzione». In chiusura il presidente Pigliaru ha ribadito quale sia il ruolo della Regione, «che possiede tante terre inutilizzate e che invece devono essere anch’esse messe a disposizione di una visione di sviluppo: saranno messe a bando affinché siano rese produttive da imprenditori agricoli capaci». Al tavolo dei relatori, insieme al presidente Pigliaru sono intervenuti il direttore del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese, l’imprenditrice Daniela Ducato, il presidente regionale di Coldiretti Battista Cualbu e il delegato regionale Coldiretti Giovani Impresa Salvatore Puddu.

 

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Il consigliere del Partito dei sardi, Piermario Manca, assieme con altri sei colleghi della maggioranza, ha presentato un’interrogazione sul “Programma nazionale di sostegno nel settore del vino – Misura investimenti annualità 2015”  al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi.

«L’obiettivo dell’interrogazione è di riuscire a trovare soluzioni per le aziende vitivinicole che, senza alcuna colpa – ha spiegato Manca – si sono trovati a posticipare la chiusura dei progetti di un anno e sono dovuti ricorrere al finanziamento ordinario per le anticipazione».

«Il problema nasce dal fatto che di 29 aziende finanziabili, nonostante l’ulteriore finanziamento di 400.000 euro circa – è scritto nel testo – sono state finanziate solamente 4 ditte mentre rimangono escluse 25 ditte per un palese errore degli uffici che non hanno tenuto conto che dallo stanziamento iniziale (euro 1.613.355,00) andavano decurtati i costi dei collaudi annualità 2014». Inoltre una nota dell’assessorato «a firma della dott.ssa Salvatorica Addis, conferma che «le domande non finanziabili per esaurimento delle risorse assegnate per il 2015 verranno pagate utilizzando lo stanziamento assegnato alla regione Sardegna per la misura investimenti annualità 2016 e che tutte le aziende, indipendentemente dalla posizione in graduatoria, che hanno presentato domanda di aiuto di investimenti di durata annuale devono presentare domanda di aiuto a saldo entro il 31 luglio 2015».

Per questi motivi nell’interrogazione Piermario Manca chiede al presidente e all’assessore, se siano «a conoscenza di quanto riportato nelle premesse dell’interrogazione e quali sono gli interventi messi in atto per aumentare le dotazioni finanziarie al fine di non danneggiare le aziende del settore, di valutare la possibilità, per riparare almeno in parte al danno subito dalle aziende del settore, di posticipare la chiusura dei progetti (collaudi) dal 31 luglio di ogni anno al 31 agosto come avviene nelle altre regioni che si avvalgono di AGEA come organismo pagatore» e «di verificare quali strumenti debbano esser messi in atto per compensare i maggiori oneri delle aziende che non potranno ricevere le anticipazioni o i saldi nei tempi previsti dal bando e dovranno ricorrere al credito ordinario».

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Venerdì 24 luglio, alle ore 19.00, presso la sala conferenze del Museo del Carbone, Grande Miniera di Serbariu, verrà presentato il “Progetto Aria”, promosso dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dalla Regione Sardegna nella miniera di Seruci, nel corso di un incontro organizzato dai deputati del Partito Democratico del territorio.

Il progetto Aria si propone di scindere l’aria nei suoi componenti fondamentali per ottenerne argon purissimo, ossigeno e azoto in qualità rare, materiali pregiati per la ricerca della materia oscura condotta dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) presso i laboratori nazionali del Gran Sasso. Una macchina lunga 350 metri verrà collocata nella verticale di un pozzo profondo 500 metri. Per il Sulcis e la Sardegna una scommessa per riconnettere ricerca scientifica e sviluppo locale, valorizzare gli importanti investimenti degli anni passati nelle infrastrutture minerarie del sottosuolo ed il lavoro delle maestranze Carbosulcis.

Parteciperanno all’iniziativa il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Fernando Ferroni, il coordinatore del progetto professor Cristian Galbiati, i sindaci di Carbonia e Gonnesa Giuseppe Casti e Pietro Cocco, il presidente della Carbosulcis Antonio Martini, i deputati Francesco Sanna ed Emanuele Cani.

«Penso che non si tratti solo di una sfida scientifica che proietta il Sulcis sulla frontiera che vede in competizione pochi laboratori in tutto il mondo – spiega Francesco Sanna -. Avevamo immaginato la chiusura delle miniere di carbone come un tema di sicurezza e bonifiche, o al massimo di archeologia industriale, e di ricollocazione del personale. Oggi abbiamo davanti una iniziativa che valorizza le competenze minerarie necessarie alla realizzazione della ricerca industriale precompetitiva e l’unicità delle infrastrutture nel sottosuolo. Se l’esperimento dimostrerà gli obiettivi che si prefigge, il sottosuolo sardo potrebbe ospitare un impianto di produzione dei gas rari e potremo immaginare di promuovere anche nuove localizzazioni foriere di investimenti e lavoro qualificato. I gas preziosi ricavati dalla macchina sperimentale che verrà installata a Seruci sono utilizzati nelle più avanzate tecnologie della ricerca medica, ed anche questo è un valore aggiunto del progetto, sia per le possibili interazioni con altri filoni industriali che potrebbero rivelarsi possibili – conclude il deputato del PD -, sia per la componente etica di un’attività che potrebbe dare un contributo concreto alla tutela della salute umana e alla cura del cancro.»

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Sinistra Ecologia Libertà Sardegna ha organizzato una due giorni per affrontare il tema della povertà e delle nuove schiavitù. In veste di conferenza programmatica del partito, l’evento si svolgerà venerdì e sabato presso la Cooperativa Pescatori Porticciolo Sant’Elia e il quartiere della Marina a Cagliari.

Gli appuntamenti saranno così distribuiti:
– venerdì 17 luglio, alle ore 16.00, alla Cooperativa Pescatori Porticciolo Sant’Elia (via dei Navigatori, 1) si svolgerà un incontro seminariale sulla povertà e le migliori forme di contrasto all’emarginazione sociale con i nostri ospiti, e si proseguirà con una cena sociale di raccolta fondi per l’invio di un’ambulanza a Rao in Senegal;
– sabato 18, alle ore 9.00 si riuniranno quattro gruppi di lavoro aperti a chiunque voglia partecipare, il ritrovo saranno quattro diversi spazi (tra i quali quello della Caritas) nel quartiere Marina; in contemporanea a Sant’Elia ci saranno intrattenimenti per bambine e bambini;
– sabato 18, alle ore 16.00, dopo aver pranzato tutte e tutti insieme, si riprende alla Cooperativa Pescatori Porticciolo Sant’Elia con una plenaria di relazione del lavoro svolto dai gruppi e si prosegue con una tavola rotonda moderata da Franco Siddi con il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru, i nostri ospiti e Luca Pizzuto, consigliere regionale e coordinatore regionale SEL Sardegna.

Saranno ospiti:
– Riccardo Petrella, economista politico, fondatore e segretario del Comitato Mondiale dell’Acqua, autore del Manifesto dell’Acqua, presidente del Gruppo di Lisbona. Militante, è un “operaio della parola” presente, ovunque è possibile, per proporre soluzioni alternative alla mondializzazione dell’economia capitalistica di mercato, è ideatore e promotore della campagna Rendiamo illegale la povertà, ed esperto di caratura europea del settore;
– Franco Uda, da sempre impegnato con militanza attiva nella tutela dei diritti umani, è segretario regionale ARCI Sardegna, Coordinatore della Commissione nazionale ARCI Pace, Solidarietà e Cooperazione internazionale e Portavoce Regionale della Tavola Sarda della Pace.
– Don Marco Lai, direttore Caritas della diocesi di Cagliari, e attento promotore di una collaborazione tra Caritas e società civile, che ci illustrerà il report sulle povertà in Sardegna.
– Michele Carrus, segretario generale della CGIL Sarda, che ci parlerà di lavoro precario e povertà, e delle proposte della CGIL per uscire dalle nuove forme di schiavitù e dalla povertà.
– Giampiero Farru, Presidente di Sardegna Solidale e referente della campagna nazionale di Libera “Miseria Ladra” che ci parlerà anche delle azioni di contrasto alla povertà fatte dal volontariato sardo.

Inoltre, parteciperanno:
– Malick Noel Seck, segretario generale del partito senegalese Front National de Salut Public / MOMSAREW (videomessaggio o videoconferenza)
– Ivana Dama, di IRA Mauritanie, partito abolizionista delle moderne forme di schiavitù nel paese africano il quale leader si trova attualmente in carcere;
– Argyrios Panagopoulos del partito greco SYRIZA;
– Mehmet Yuksel del HDP (Partito Democratico del Popolo), nato in Turchia nel 2013 con l’intento di rappresentare i kurdi dell’ovest del Paese e la sinistra turca delusa dai partiti tradizionali e sorpresa elettorale con la candidatura di Selahattin Demirtaş alle prime elezioni dirette per il Presidente della Repubblica Turca.

Ad oggi tre miliardi di persone vivono con meno di due dollari al giorno e 84 persone controllano metà della ricchezza mondiale. In Sardegna sono ormai 147mila le famiglie che vivono sulla soglia di povertà stabilita dall’ISTAT, e sono circa 24mila quelle a ISEE zero. Una condizione con dati in importante aumento sulla disoccupazione e sul continuo aggravarsi della crisi nella nostra isola.

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È stata inaugurata oggi, ed è aperta al pubblico, la mostra “La Memoria ritrovata – L’Arma e lo scrigno dei tesori recuperati”, nata dalla collaborazione tra la Regione Sardegna, il Comando dei Carabinieri del Corpo Tutela Patrimonio Culturale e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. L’esposizione, che riunisce oltre un centinaio di opere trafugate e recuperate dai Carabinieri, sarà ospitata sino al 15 ottobre nello spazio delle antiche carceri di San Pancrazio, all’interno della Cittadella dei Musei di Cagliari.
“La Memoria ritrovata” propone tra gli altri alcuni capolavori di Raffaello, Van Gogh, Gauguin, Guercino e Tiepolo, recuperati dal Corpo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri. Ricca anche la raccolta archeologica, con ceramiche greche e magno-greche, materiali romani e pregiati pezzi etruschi. Numerosi i reperti nuragici provenienti da scavi clandestini che, alla chiusura dell’esposizione, resteranno in Sardegna.
Hanno partecipato all’inaugurazione e alla presentazione alla stampa, il presidente della Regione Francesco Pigliaru; il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Tullio Del Sette; il Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, il Gen. B. Mariano Mossa; il soprintendente per i Beni archeologici Marco Minoja; e, infine, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini.
“La Memoria ritrovata” si può visitare dal martedì al sabato dalle ore 9.00 alle 19.00 e la domenica dalle 14.00 alle 19.00. Lunedì chiuso. L’ingresso è libero, e l’accesso potrà avvenire in gruppi di massimo 30 persone per volta.

Inaugurazione mostra La memoria ritrovata