19 November, 2024
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Domani, lunedì 26 novembre, nella sala “Emilio Lussu” a Villa Devoto, alle ore 11.00, nel corso di una conferenza stampa, verrà presentato il piano di attivazione della rete in fibra ottica nelle aree rurali della Sardegna. Intervengono il presidente della Regione Francesco  Pigliaru, insieme agli assessori degli Affari Generali  e degli Enti locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, il responsabile Wholesale Operations TIM Carlo Filangieri e il presidente di Infratel Maurizio Decina.

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Un ponte tra le comunità, una cooperazione per lo sviluppo tra i popoli e il dialogo interreligioso. E ancora, la necessità di investimenti in cultura, ambiente, sanità e integrazione sociale per sostenere i governi e le comunità e arrivare a condizioni di equità. Si è aperta su questi temi, sabato al Mut di Stintino, la quarta edizione del convegno internazionale Dialogando che ha messo al centro dell’attenzione le questioni della religione, dell’identità e della cooperazione tra l’Europa, l’Africa e il vicino Oriente.

Il convegno, organizzato dal Comune di Stintino con il contributo dell’Università di Sassari e dell’associazione il “Tempo della memoria”, ha colto nel segno ancora una volta e le testimonianze, alcune arrivate anche da terre di frontiera, hanno dimostrato un forte desiderio di confronto e di apertura. La voglia di abbattere il muro delle differenze e la volontà, pur nelle diversità e specificità, di costruire legami veri e di amicizia tra i popoli.

«È un piccolo contributo – ha detto il sindaco di Stintino, Antonio Diana – che la nostra amministrazione vuole dare. Un’attività iniziata nel 2015 e siamo orgogliosi che questa prosegua con una forte risposta. Siamo convinti della necessità del dialogo continuo tra i popoli, perché da qui possono nascere quelle azioni di sviluppo, di cooperazione, amicizia e scambio economico, fattori cruciali per la pace e la prosperità economica.»

È stato il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau a sottolineare come ci sia bisogno di «luoghi di confronto come questo, dove i rappresentanti dei Paesi diversi, di culture differenti, gettano ponti di dialogo convinti che solo dall’integrazione, dal rispetto e, soprattutto, dalla conoscenza possano germogliare i semi di una società giusta». Per Gianfranco Ganau è importante far riferimento alle Carte costituzionali, ai valori fondamentali e, per coloro che sono religiosi, ai principi e ai dettami della fede. Il presidente del consiglio, infine, ha voluto citare come buona pratica sul territorio del Sassarese la proposta avanzata dall’arcivescovo di Sassari Gianfranco Saba di attivare proprio a Sassari un polo di alta formazione interculturale ed interreligioso per la ricerca e la formazione specialistica. Un progetto che ha trovato la condivisione con l’Ateneo turritano, il comune di Sassari e la Regione.

«Il progetto culturale e sociale in atto nel nostro territorio – ha precisato l’arcivescovo Gianfranco Saba – rappresenta un’opportunità per lo sviluppo umano e la crescita culturale. Sono certo che il sostegno proseguirà e che sia necessario dare un’accelerata, perché le sfide sociali non ci permettono ritardi, soprattutto nel Nord Ovest Sardegna». Un territorio che guarda a una redenzione sociale e che può trovare nella proposta dell’arcidiocesi turritana un progetto al servizio del bene comune e della Chiesa di Sassari. E sulla necessità di dialogo, l’alto prelato si è soffermato sulla relazione tra testi religiosi e al bisogno di rileggere le fonti. «È necessaria una rialfabetizzazione – ha sottolineato – perché si è creata una profonda ignoranza tra cattolici e musulmani. Allora, una nuova forma di dialogo è quella che ci consente di andare verso le sorgenti, riconoscendo le specificità di ciascuno, interpretando quello che ci accomuna.»

Sulla questione dei giovani si è concentrato, invece, l’intervento del principe libanese Majid Talal Arslan, ricercatore in Scienze politiche e relazioni internazionali. «In Libano – ha detto – sono presenti divisioni che si identificano più dal punto di vista settario e che hanno elementi politici ed economici ancora più che religiosi». Ma quello che più preoccupa il ricercatore libanese è la problematica giovanile. «Molte persone che hanno preso parte ad attività estremistiche – ha proseguito – sono giovani». Per la maggior parte provengono da famiglie povere e disfunzionali. In piccola parte sono disoccupati e nella maggior parte dei casi si tratta di lavoratori sottopagati.

«La soluzione – ha aggiunto – potrà essere trovata nel consolidamento dei principi democratici. Le istituzioni devono accompagnare i loro interventi con investimenti di impatto, efficaci, che devono andare verso le necessità espresse dalle comunità locali». Questo anche per evitare che i giovani debbano trovare altrove il modo «di alleviare la sete di appartenenza e identità. Ecco allora, la necessità di un dialogo costante tra i giovani – ha chiuso – di ogni estrazione, di ogni religione, questo può essere l’approccio giusto per la realizzazione degli obiettivi».

Per l’ambasciatore italiano in Sudan, Fabrizio Lobasso, «alzare i muri vuol dire interrompere le comunicazioni quindi non comprendere il prossimo. Il contributo che oggi arriva da qui – ha concluso – è un esempio di diplomazia ibrida, che si realizza non per forza dall’attività statale ma arriva dall’associazionismo».

Due quindi i temi centrali della mattinata che hanno visto alternarsi numerosi relatori: da una parte la cooperazione per lo sviluppo tra i popoli e dall’altra il dialogo interreligioso e civile. E di cooperazione internazionale ha parlato l’assessore regionale agli Affari generali Filippo Spanu. Il rappresentante della giunta di Francesco Pigliaru ha ricordato il ruolo della Sardegna nel contesto geopolitico del Mediterraneo africano. L’Isola, che sostiene un approccio partecipato, sostenibile alle politiche di sviluppo, è parte di reti e relazioni con i Paesi del Mediterraneo dell’Africa sub-Sahariana. La Sardegna, poi, in tema di migrazioni ha l’obiettivo di lavorare sulle cause profonde delle migrazioni che – è stato detto – non deve essere la riduzione dei flussi, quanto piuttosto fare della migrazione una scelta per chi la sceglie e un’opportunità per chi ne è destinatario.

La prima e la seconda sessione quindi, “Il Sudan come modello di cooperazione allo sviluppo” e “Il Libano come modello interreligioso”, moderate da Piero Cappuccinelli e dall’arcivescovo Gianfranco Saba, sono state dedicate ai rapporti tra la Sardegna, il Libano e il Sudan al fine di individuare nuovi spazi di cooperazione allo sviluppo. Al tavolo dei relatori si sono alternati l’ambasciatore Fabrizio Lobasso, Abdalla Ali Mohammed Hamad rettore dell’Università di Kassal in Sudan, Federico Chiodi direttore dell’Aispo e Salvatore Rubino docente dell’Università di Sassari e responsabile dei progetti di cooperazione in Sudan. Quindi ancora, il vescovo di Beirut Youhanna Jihad Battah, il presidente della Syriac Legue in Libano Hbib Edmond Ephrem quindi il direttore del consiglio direttivo del Council of resarch and strategic studies Faisal Mosleh.

La sessione pomeridiana, moderata da Graziano Milia e dal titolo “Identità religiose e culturali tra conflitto e cooperazione in europa”, è stata dedicata ad alcuni aspetti della cultura sarda che la pongono in relazione con la vicina Corsica e con le altre regioni dell’Unione europea. A darsi il cambio al tavolo dei relatori, lo studioso Alberto Mario Carta che ha parlato di gemellaggi tra città e networks, Paolo Botta che ha illustrato le attività della Fondazione Hymnos, quindi monsignor Paolo Manfredi della diocesi di Mainz che ha parlato della Settimana interculturale, Antonio Remiddi che si è concentrato sul modello di dialogo inter-universitario nella transizione democratica. A questi si sono aggiunti Ioannis Korinthios ed Antonio Zedda che hanno parlato della diaspora greca nella storia moderna, quindi ancora Aziz Pollozhani dell’Università di Skopje sulla gestione della diversità etnica e culturale.

A chiudere gli interventi è stato Quirico Migheli dell’Ateneo turritano che ha presentato il corso di laurea in “Sicurezza e cooperazione internazionale”.

A concludere l’importante incontro internazionale è stata la passeggiata inaugurale al presepe a grandezza naturale che quest’anno è arrivato alla sua undicesima edizione.

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Sono stati consegnati questa mattina a Pratosardo, alla presenza del presidente Francesco Pigliaru, dell’assessore Carlo Careddu, con il sindaco della città di Nuoro Andrea Soddu, l’amministratore unico e il direttore Arst Chicco Porcu e Carlo Poledrini e Davide Pollano della IVECO, sessantacinque nuovi autobus Arst, un altro importante passo verso il rinnovamento totale di tutta la flotta del trasporto pubblico locale. La Giunta ha stanziato in totale quasi 200 milioni di euro per l’acquisto di almeno 900 mezzi.

«L’obiettivo è quello di innalzare costantemente gli standard di efficienza e di qualità della mobilità a partire proprio dalle zone interne della Sardegna che spesso soffrono più di altri territori le carenze di infrastrutture e servizi nell’ambito del trasporto pubblico locale – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru. – L’acquisto dei pullman rientra pienamente nella politica di investimenti della Giunta per lo svecchiamento del sistema dei trasporti regionale su gomma e su ferro, campo nel quale sono state rese disponibili cifre considerevoli che non hanno precedenti, sia per quanto riguarda l’ammodernamento della rete sia del materiale rotabile. Esistono opportunità per fare trasporto locale con un modello rinnovato e innovativo che sappia utilizzare per esempio tecnologie digitali, in grado di attivare energie private e fortemente coordinate con il pubblico – ha concluso il presidente Francesco Pigliaru -. La Sardegna può essere un luogo di interessante sperimentazione di questa modalità.»

«I 65 nuovi pullman sono parte dei 101 acquistati con uno stanziamento di 22,8 milioni di euro messo in campo dalla Giunta Pigliaru per il trasporto pubblico – ha detto l’assessore dei Trasporti Carlo Careddu -. A questo si aggiungeranno altri 150 milioni di fondi Cipe che consentiranno il rinnovo di oltre 650 bus, cioè tutta la flotta del TPL. Proprio mercoledì il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha promesso la firma della convenzione entro l’anno. In più, sono in corso di definizione le procedure per il bando di 121 mezzi con 33 milioni tra fondi Fsc e cofinanziamento delle aziende. In totale, quasi 900 nuovi bus e 200 milioni a disposizione. Questi i numeri degli interventi sulla gomma portati avanti nella legislatura dall’Assessorato che si integrano in un programma complessivo di investimenti per il miglioramento di tutti i servizi di mobilità. Ringrazio il direttore generale dell’assessorato dei Traporti Gabriella Massidda e tutta la struttura che hanno seguito ogni dettaglio dei complessi iter amministrativi necessari per il raggiungimento di questi importanti traguardi.»

Strettamente connessa con la qualità del servizio è la politica delle agevolazioni per gli utenti: «La Giunta ha stanziato 10,5 milioni in Finanziaria per consentire di abbattere dell’80% i costi dei biglietti per gli studenti», ha aggiunto Carlo Careddu.

L’amministratore unico Chicco Porcu conclude ricordando che «ci sono zone ad alta domanda e ci sono zone ad alto bisogno. Noi vogliamo essere, sempre di più, un operatore che coniuga l’efficienza con la speciale consapevolezza del ruolo sociale prima che economico per i territori della Sardegna».

Gli autobus acquistati in seguito a una gara d’appalto bandita da Arst ne sostituiranno altrettanti oramai obsoleti. Si tratta dei CrossWay della IVECO, concepiti per il trasporto interurbano e scolastico, che si muoveranno sulle strade isolane all’insegna della sicurezza, della qualità, della durata nel tempo e nel pieno rispetto dell’ambiente.

Del primo lotto dei 35 Crossway, 25 misurano 10,7 metri e 10 misurano 12 metri. Questi ultimi sono dotati di 52 sedili e di 4 “strapuntini” mentre una postazione è riservata ai passeggeri diversamente abili su carrozzella. I mezzi da 10,7 metri hanno invece 44 sedili fissi, 4 sedili ribaltabili e una postazione per i passeggeri su carrozzella. Dispongono di un sofisticato sistema di videosorveglianza con 6 telecamere, compresa quella di sicurezza sul conducente e di un impianto di conteggio dei passeggeri (tipo “VEDR”), sia in salita che in discesa.

Rispetto ad altri mezzi per il trasporto interurbano, i Crossway Iveco sono più parsimoniosi, sia per i motori e sia per il cambio (ZF Ecolife), grazie al quale potranno percorrere milioni di chilometri in tutte le condizioni. L’evoluzione dei nuovi autobus Crossway ha fatto sì inoltre che i passeggeri possano avere luci, aria condizionata e bocchette d’aria individuali, senza incrementi per l’altezza del veicolo.

Gli investimenti sul TPL non finiscono qui. Sulla rete a scartamento ridotto aumenta la sicurezza. Con 56 M€ da ex Ferrovie complementari e fondi FSC 2014-2020 si realizza l’automazione della rete per garantire maggiore sicurezza e la riduzione dei tempi di percorrenza. Procedono i lavori per l’installazione del sistema ACC-M sulle tratte Monserrato/Isili e Macomer/Nuoro per i quali sono stati investiti 56 milioni provenienti dal trasferimento di competenze delle ex Ferrovie complementari (35 milioni – Decreto legislativo 46/2008) e dal Patto Sardegna (20 milioni – FSC 2014-2020). Il soggetto attuatore è Arst.

Sulla linea a scartamento ridotto gestita da Arst Sassari/Alghero – Sassari/Sorso, con 31,6 M€ di risorse statali, è prevista l’installazione dell’ACC-M (Apparato Centrale Computerizzato- Multistazione). Il soggetto attuatore è Arst

Per l’acquisto di nuovi treni sullo scartamento ridotto la Regione ha investito quasi 90 milioni di euro (finanziamenti statali più cofinanziamento Arst) per 15 convogli Stadler: nove automotrici già operative sulle tratte Macomer/Nuoro, Sassari/Alghero, Sassari/Sorso composte da due carrozze, ed altri ulteriori 6 treni da acquistare. Gli Stadler, pensati per collegamenti brevi del trasporto pubblico locale, contribuiscono a fornire un servizio più efficiente e a valorizzare linee strategiche per le zone interne dell’isola. Il soggetto attuatore è Arst.

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Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ed il senatore del Partito Sardo d’Azione Christian Solinas sono i candidati alla carica di governatore per le coalizioni di centrosinistra e centrodestra per le prossime elezioni Regionali, in programma nel mese di febbraio 2019. Le due candidature, “nell’aria” ormai da diverse settimane, sono state ufficializzate questa mattina, la prima nel corso di un incontro tra amministratori a Milis, in provincia di Oristano, la seconda nel corso del congresso del Partito Sardo d’Azione, annunciata dal deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci che lo ha definito “il candidato giusto” e dal leader dell’UDC Giorgio Oppi, per il quale è il nuovo governatore della Sardegna.

Massimo Zedda, ha sciolto le ultime riserve ed ha accettato di candidarsi, dopo aver sentito il governatore in carica Francesco Pigliaru, che gli ha confermato di non volersi candidare per un secondo mandato.

«Metto la mia persona a disposizione della Sardegna e dei sardi», ha detto il sindaco di Cagliari, che ha così accettato l’invito arrivatogli insistentemente da sindaci ed amministratori, per diventare il “sindaco della Sardegna”. La disponibilità a scendere in campo rappresenta il passo decisivo verso la candidatura che verrà ufficializzata a breve dai partiti della coalizione.

Massimo Zedda, 42 anni (è nato a Cagliari il 6 gennaio 1976), nel 2009, all’età di 33 anni, si candidò alla elezioni regionali nella lista “La Sinistra”, risultando eletto con 947 preferenze. Dopo soli due anni rinunciò al seggio nell’Aula di via Roma per candidarsi a sindaco di Cagliari, accettando la sfida delle primarie, nelle quali, indicato da SEL, superò clamorosamente uno dei big del PD, il senatore Antonello Cabras. E venne poi eletto sindaco di Cagliari, risultando il più votato al primo turno con il 45,15% dei voti ed eletto al ballottaggio con il candidato della coalizione di centrodestra Massimo Fantola, con il 59,43% dei voti. Cinque anni dopo è stato rieletto al primo turno con il 50,86% dei voti.

Nel 2001 Massimo Zedda lasciò il Consiglio regionale per approdare a Palazzo Bacaredda da primo cittadino di Cagliari; otto anni dopo, a due anni e mezzo dalla conclusione della seconda consiliatura, dunque, fa il percorso inverso, per affrontare la corsa verso la carica di governatore della Sardegna.

Christian Solinas, 41 anni (è nato a Cagliari il 2 dicembre 1976), segretario del Partito Sardo d’Azione, è stato eletto senatore il 4 marzo scorso ed è vicepresidente del gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d’Azione. Eletto consigliere regionale nel febbraio 2009, all’età di 32 anni, è stato assessore dei Trasporti nella Giunta Cappellacci. Rieletto nel 2014, s’è dimesso il 30 aprile scorso, dopo l’elezione a senatore.

Il suo nome per la candidatura a governatore per la coalizione di centrodestra circolava da diverse settimane e, in un primo momento, era stato ipotizzato che potesse essere ufficializzata dal ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini, in occasione della visita in Sardegna, ma ieri lo stesso leader della Lega, a Cagkiari, ha detto che la scelta sarebbe stata fatta in Sardegna e così è stato, a distanza di 24 ore. Sono stati gli alleati Ugo Cappellacci (Forza Italia) e Giorgio Oppi (UDC) – come già sottolineato – a sciogliere le riserve e a riconoscere in Christian Solinas il leader e candidato alla carica di governatore della coalizione di centrodestra.

Ora, per completare il quadro dei tre maggiori schieramenti, manca all’appello il Movimento 5 Stelle, che sceglierà il suo candidato alla carica di governatore attraverso la consultazione online tra gli iscritti. Scaduti i termini per la presentazione delle candidature, ora si attende di conoscere i nomi tra i quali verrà scelto colui che prenderà il posto dell’ex sindaco di Assemini Mario Puddu che, già designato con le primarie, ha rinunciato alla candidatura dopo la condanna ad un anno in primo grado per abuso d’ufficio, inflittagli dal Tribunale di Cagliari in riferimento ad una vicenda verificatasi quando era sindaco.

 

 

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Il presidente Francesco Pigliaru e gli assessori dell’Ambiente e dell’Agricoltura, Donatella Spano e Pier Luigi Caria, hanno incontrato questa mattina a Cabras i pescatori dell’Oristanese sulla questione dei danni provocati dalla fauna selvatica. Dalla Giunta è arrivata piena comprensione e disponibilità a trovare soluzioni che preservino i lavoratori e l’attività economica.

«Se il prodotto è crollato da 400 a 170 quintali abbiamo un problema gigantesco che intendiamo risolvere partendo dalle persone e mettendo in fila tutte le possibili soluzioni – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -. Crediamo che sia importante definire un numero di cormorani compatibile con un pescato che garantisca l’attuale forza lavoro, piuttosto che fare assistenzialismo. Vogliamo preservare una tradizione ed un’attività economica il cui valore è destinato ad aumentare sempre di più – ha concluso Francesco Pigliaru, citando i grandi sforzi della Regione nell’agroalimentare -, grazie alla certificazione ed all’innalzamento della quantità dei prodotti.»

Lunedì prossimo prenderanno avvio gli abbattimenti programmati per novembre, il cui numero è stato calcolato sulla base dei due censimenti effettuati dalla società incaricata dalla Provincia.

L’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha ripercorso il senso dei precedenti incontri con i pescatori, utili alla definizione del problema, e ha espresso vicinanza a chi vive del comparto.

«Abbiamo già portato avanti sia attività sperimentali come l’uso delle reti sia attività di contenimento dei cormorani con l’approvazione dell’apposito Piano 2016-2018, finalizzato a rendere il territorio inospitale ai cormorani – ha sottolineato l’assessore dell’Ambiente -. L’Assessorato, evidenziando l’insostenibilità della situazione attuale, sta chiedendo a Ispra un aumento del contingente abbattibile. Sarà poi competenza della Provincia di Oristano predisporre il nuovo Piano di contenimento triennale. Ma è importante che anche la voce dei territori arrivi al Governo. Noi abbiamo già scritto al ministro Costa e al ministro Centinaio per chiedere un impegno serio, risolutivo a livello europeo. Il problema non è solo della Sardegna ma riguarda tutte le Regioni. Infatti – ha concluso Donatella Spano – su proposta proprio della Sardegna, la Commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni ha fatto proprio un documento sul tema ed è stato presentato un ordine del giorno alla Conferenza Stato-Regioni con richiesta di impegno di intervento all’Unione europea sulle strategie per contenere o almeno stabilizzare la popolazione di cormorani intervenendo soprattutto sui siti di nidificazione localizzati nel Nord Europa.»

Vicinanza è stata espressa anche dall’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria, il quale ha sottolineato il percorso fatto dall’apposita commissione per il calcolo del danno da cormorani.

«L’aiuto è un palliativo e non certo la strada migliore, anche perché ci sono dei parametri specifici nel trasferire le risorse. Abbiamo rimodulato persino il Feamp, il fondo per la politica marittima e della pesca dell’UE, utilizzando un milione dei 45 investiti sulla calamità per siccità. Abbiamo quindi oggi 2 milioni di euro e ora c’è la Finanziaria per cui vediamo le manovre di assestamento del prossimo anno e come si svilupperà il calcolo sulla base di criteri e parametri. In due anni – ha concluso Pier Luigi Caria – c’è un calo drastico nella pesca che giustifica il livello di preoccupazione, con i fatturati passati da oltre 3,776 milioni nel 2016 a 2,294 milioni nel 2018. Dobbiamo trovare soluzione immediate e cavalcare quelle a lungo raggio.»

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«Ho parlato con la direttrice del Polo Museale Giovanna Damiani e mi pare che in realtà siamo abbastanza allineati nel ribadire gli accordi presi, in particolare quello siglato un anno fa con l’allora ministro Dario Franceschini. Il punto di vista definito in quell’occasione è molto semplice: le statue di Mont’e Prama vengono da qui e qui devono stare. Se è vero che una ricchezza archeologica di tale portata valorizza il territorio, è vero anche che esporla nel luogo di provenienza ne esalta la capacità di attrazione. Una presenza al Museo di Cagliari deve essere funzionale a portare più visitatori a Cabras, non il contrario. Questo è lo schema e noi non ci muoviamo di un centimetro.»

Lo ha detto questa mattina il presidente della Regione Francesco Pigliaru visitando il Museo di Cabras insieme al sindaco Andrea Abis ed al consigliere regionale Antonio Solinas.

«Va detto però che è necessario fare i compiti a casa. La governance di questo patrimonio archeologico così prezioso va attuata attraverso il lavoro condiviso di Regione, Mibac e comune di Cabras, i tre soggetti riuniti nella Fondazione, che è lo strumento essenziale per portare avanti tutte le azioni che servono e per farlo in pieno spirito collaborativo. Noi siamo al lavoro sullo statuto, e da parte del Comune abbiamo ricevuto assicurazione sulla loro disponibilità ad andare avanti in questa direzione in tempi rapidi. Mont’e Prama è una straordinaria eredità che appartiene a Cabras e a tutta la Sardegna ma anche al mondo intero: è interesse di tutti noi rendere le statue visibili nel luogo di ritrovamento – ha concluso Francesco Pigliaru -, così come avviene, con successo, nelle situazioni internazionali meglio gestite.»

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Domani, sabato 24 novembre, alle ore 10.00, nella sede Arst di Pratosardo a Nuoro, il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Carlo Careddu parteciperanno alla consegna di 65 nuovi bus in dotazione all’Azienda regionale trasporti. Saranno presenti il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, e l’amministratore unico dell’Arst, Chicco Porcu.   

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Lunedì 26 novembre, nella sala “Emilio Lussu”, a Villa Devoto, alle ore 11.00, verrà presentato, nel corso di una conferenza stampa, il piano di attivazione della rete in fibra ottica nelle aree rurali della Sardegna. Interverranno il presidente della Regione Francesco Pigliaru, insieme agli assessori degli Affari generali  e degli Enti locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, il responsabile Wholesale Operations TIM Carlo Filangieri ed il presidente di Infratel Maurizio Decina.

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Si è svolto ieri sera, a Sassari, un incontro sullo stato di attuazione del protocollo d’intesa firmato nel 2011 tra Regione, Governo, Eni e Novamont sulle iniziative di reindustrializzazione nell’area di Porto Torres, convocato dalla Giunta regionale. Erano presenti il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, gli assessori dell’Industria e della Difesa dell’Ambiente, Maria Grazia Piras e Donatella Spano, il sindaco di Porto Torres Sean Wheeler, rappresentanti dei Comuni di Sassari e Alghero, l’amministratore della Provincia di Sassari, i rappresentanti delle aziende Eni che operano nel territorio, Versalis e Syndial, di Novamont, Matrica e le segreterie regionali, territoriali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil. In primo piano gli impegni dei partner industriali coinvolti che riguardano le prospettive di sviluppo della chimica verde e degli impianti dislocati nell’area industriale del Nord Sardegna. Il presidente Francesco Pigliaru ha ribadito l’importanza di recuperare una prospettiva per favorire lo sviluppo di un progetto che è fondamentale non solo per la Sardegna ma per tutta per l’Italia.

«C’è una difficoltà che riguarda i rapporti tra i soci di Matrica rispetto alla realizzazione della terza fase – ha detto il presidente Francesco Pigliaru – e la Sardegna e Porto Torres non possono pagare il prezzo di un problema che non riguarda la Regione. C’è un accordo del 2011, siglato da tutti, e noi esigiamo che sia rispettato e che si trovi al più presto una soluzione ai problemi emersi nell’incontro di oggi. Chiediamo con forza che gli investimenti non solo siano confermati ma che la filiera della chimica verde sia completata in linea con le prospettive disegnate nel 2011. Investiremo il Governo affinché porti i massimi vertici dei due partner industriali a un confronto per trovare una soluzione favorevole alle prospettive di sviluppo, di crescita e di lavoro a Porto Torres.»

Sulla stessa lunghezza d’onda le dichiarazioni dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras. «Il protocollo per la chimica verde a Porto Torres del 2011 – ha detto l’assessore Maria Grazia Piras – è un piano di rientro di un debito di deindustrializzazione che Eni e Novamont hanno sottoscritto e che devono al territorio. In altre parti d’Italia i progetti stanno procedendo. Non vorremmo che le divergenze tra le due principali imprese, in merito a vincoli di concorrenza, facesse sì che Porto Torres resti esclusa dagli investimenti e dagli sviluppi attuali del mercato. Da qui una richiesta forte a Novamont di chiarire una volta per tutte la propria posizione e, a Eni, di confermare i propri impegni per sostenere eventuali investimenti alternativi, sempre nel campo della chimica verde».

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Si terrà domani, venerdì 23 novembre, la cerimonia di inaugurazione della nuova sede del Centro per l’Impiego di Oristano, in via Lepanto nei locali dell’Ex Istituto Tecnico per geometri. Al taglio del nastro, in programma alle ore 9.00, saranno presenti il Presidente della Regione Francesco Pigliaru, l’assessora del Lavoro Virginia Mura, il sindaco di Oristano Andrea Lutzu e il direttore generale dell’Aspal, Massimo Temussi.