11 January, 2025
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Paolo Maninchedda 35 copia
Nella seduta di ieri la Giunta regionale ha approvato il disegno di legge proposto dall’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda contenente le nuove norme sugli appalti. Per la prima volta, su precisa indicazione del presidente della Regione Francesco Pigliaru, il disegno di legge sarà pubblicato on line sul sito della Regione – dal 30 aprile per un mese – per aprirsi a un debat public, ampiamente utilizzato in Europa, un confronto pubblico che continuerà in una seconda fase con incontri organizzati in tutta la Sardegna. Subito dopo, il disegno di legge sarà approvato definitivamente dalla Giunta e poi trasmesso al Consiglio regionale.

«È una legge contro il massimo ribasso che punta alla premialità all’interno di un sistema di offerte economicamente vantaggiose – dice l’assessore Maninchedda -. È la prima volta che un provvedimento viene adottato in Giunta per essere poi sottoposto a un dibattito pubblico, e questa è una cosa estremamente importante, anche perché la fase del confronto viene prevista e scritta nella delibera stessa. Una procedura che consideriamo utile per limitare gli errori, accogliere suggerimenti, migliorare il testo della legge. Questo ddl nasce in un periodo di transizione molto travagliato, caratterizzato a livello nazionale dal ricorso a decreti d’urgenza e, a livello comunitario, dall’entrata in vigore delle tre direttive in materia di appalti, concessioni e settori speciali. Vogliamo dare risposte ai molti problemi del settore – sottolinea ancora l’assessore -. Vogliamo aprire il mercato degli appalti attraverso il riordino degli strumenti della programmazione, la razionalizzazione e qualificazione della committenza, il riconoscimento di premialità al sistema delle autonomie locali, delle professioni e delle micro, piccole e medie imprese, il ricorso al sistema degli elenchi unici aperti di operatori economici, il monitoraggio dell’intera filiera dei contratti pubblici.»

La Sardegna è una delle ultime Regioni che si dota di una legge sugli appalti. «Deve servire a programmare bene, perché programmare bene significa non sprecare le risorse – aggiunge l’assessore Maninchedda -. Molte incompiute non sarebbero rimaste incompiute se fossero state adeguatamente programmate, e molti crolli non ci sarebbero stati se ci fossero stati più controlli già in fase di programmazione».

I sette obiettivi principali che si pone la legge sono i seguenti: 

1) Programmare bene un’opera pubblica per non sprecare nemmeno un euro, ovvero centralizzare la fase dell’intero ciclo di appalto: Progetto “as build”, monitorato dall’ideazione fino alla realizzazione dell’opera.
2) Razionalizzare e qualificare la committenza con la Centrale regionale di committenza, l’unica che potrà bandire gli appalti in Regione: tempi accorciati e procedure semplificate.
3) Maggiore trasparenza nei contratti pubblici, coordinamento e semplificazione delle procedure (elenchi unici regionali di operatori economici qualificati, Utr divisa in due sezioni una con funzioni consultive, l’altra di coordinamento, ridefinizione del Rup).
4) Monitoraggio del ciclo dell’appalto e delle opere pubbliche come leva per lo sviluppo.
5) Promozione della qualità nell’ideazione e progettazione architettonica dell’opera pubblica, qualificazione e sostenibilità ambientale attraverso un Piano della qualità architettonica, concorsi di idee e progettazione, borse di studio, stages e tirocini.
6) Clausole sociali e ambientali, che prevedono un meccanismo di premialità in caso di tutela dei fornitori locali, assunzione di giovani professionisti e di cittadini disoccupati, interventi di volontariato, qualità nella ristorazione collettiva con la tutela dei marchi Dop e Igp, tutela del lavoro con un tutor di cantiere, uso di prodotti e materiali a minore impatto ambientale, minore produzione di rifiuti, utilizzo di materiali recuperati e riciclati.
7) Sostenibilità ambientale, una vera rivoluzione eco-ambientale: ci sono un Piano d’azione per acquisti verdi, monitoraggio e promozione degli acquisti verdi da parte delle stazioni appaltanti, clausole ambientali.

«Con questa legge non intendiamo sfidare le leggi nazionali né la Corte Costituzionale ma migliorare l’intero sistema in Sardegna – conclude l’assessore Maninchedda -. Abbiamo ormai imparato la lezione di crolli, incompiute, cose fatte male. Il massimo ribasso non garantisce la qualità, e allora portiamo la premialità in un sistema di offerte economicamente più vantaggiose. Poi c’è il piano della qualità architettonica, che servirà a presidiare la bellezza delle opere architettoniche e la qualità di realizzazione delle opere che devono stare dentro un ecosistema.»

 

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Il Consiglio regionale è stato convocato per martedì 28 aprile, alle 16.00. La seduta di “Sa die de Sa Sardigna” sarà dedicata alla discussione delle cinque mozioni, presentate e sottoscritte sia da consiglieri dei gruppi della maggioranza che da quelli appartenenti alla minoranza, sul delicato tema delle scorie nucleari. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo, presieduta dal presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ed alla quale ha partecipato anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru.

Le mozioni iscritte all’ordine del giorno della seduta n. 101 della XV legislatura sono, dunque, la n. 111 (Rubiu e più); la n. 121 (Cappellacci e più); la n. 122 (Dedoni e più); la n. 130 (Pizzuto e più) e la n. 133 (Pietro Cocco e più).

La capigruppo, preso atto delle priorità espresse dal presidente della Giunta in ordine ai provvedimenti da sottoporre all’esame dall’Aula, ha quindi deciso di attendere le proposte che in tal senso saranno formulate (entro la prossima settimana) dai presidenti delle sei commissioni permanenti, prima di procedere con la programmazione bimestrale dei lavori del Consiglio, il cui calendario terrà conto delle scadenze e degli adempimenti derivanti dallo svolgimento delle elezioni amministrative in Sardegna.

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Oggi a mezzogiorno il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, e il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, hanno deciso di far abbassare a mezz’asta le bandiere esposte davanti al palazzo del Consiglio in via Roma e a quello della Regione in viale Trento a Cagliari.

Le due istituzioni regionali hanno voluto così ricordare la strage di centinaia di migranti morti nel Mediterraneo mentre tentavano di fuggire dai loro paesi sconvolti dalla guerra civile e sottolineare la richiesta alla comunità internazionale di far cessare l’inerzia, di agire perché questi drammi non si ripetano.

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Industria al collasso, nessuna prospettiva futura e una Giunta regionale che, totalmente impreparata ad affrontare la grave situazione di crisi, preferisce guardare dall’altra parte, facendo orecchie da mercante di fronte al grido d’allarme che si leva da ogni angolo di Sardegna. Dato per certo che per uscire dallo stallo economico l’Isola ha bisogno di un progetto integrato che contempli anche l’industria, non si capisce per quale ragione l’esecutivo di Francesco Pigliaru abbia ormai deciso di abdicare al proprio ruolo (quello di estensore delle politiche regionali) e di rimanere con le mani in mano di fronte alle diverse intraprese industriali che non possono fare affidamento sull’appoggio di una classe dirigente che non sa (e non vuole) decidere.

E questo immobilismo della Regione, frutto della totale assenza di politiche industriali, sta creando numerosi problemi: imprenditori che rinunciano a portare avanti le proprie idee, contrarietà preconcetta a ogni tipo di progetto industriale e clima di pessimismo generalizzato che deprime e affossa l’iniziativa privata.

Di questo passo i sardi dovranno definitivamente dire addio al comparto dell’industria (possiamo anche iniziare a fare a meno dell’Assessorato regionale all’Industria. Tanto, per quello che serve…) per la manifesta incapacità dell’attuale classe dirigente oggi al governo della Regione.

Il presidente Francesco Pigliaru si metta in testa che è suo preciso dovere risollevare le sorti della nostra Terra passando anche per il rilancio del settore industriale. Delle belle parole condite da vagonate di retorica siamo arcistufi: è il caso che il Governatore si impegni per individuare le giuste ricette che rilancino l’economia della Sardegna.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

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Il nuovo Piano Casa il giorno dopo. Stamane la Giunta Pigliaru e i partiti del centrosinistra hanno fatto il punto sui risultati raggiunti con l’approvazione del disegno di legge che ha tenuto impegnato il Consiglio regionale per un mese. «Una legge importante, che crea chiarezza e che resterà in vigore fino all’approvazione del disegno di legge sull’Urbanistica. Una legge che riesce a creare il giusto equilibrio tra sviluppo economico e tutela del territorio».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha evidenziato che questa legge interviene sulle zone a rischio idrogeologico, sui centri storici, tutela la fascia dei 300 metri e valorizza il ruolo delle Amministrazioni comunali. Per Cocco il centrodestra in questi anni non ha fatto niente per l’edilizia visto che, dal 2009 al 2013, il settore ha registrato la perdita di 24100 posti di lavoro. Il capogruppo del Pd ha però anche riconosciuto all’opposizione di aver dato il suo contributo e ha rilevato l’importanza del scrutinio finale in cui la maggioranza ha votato compatta.

Soddisfatto anche il presidente Pigliaru: «Si tratta di una legge che ha l’anima del centrosinistra». Una legge transitoria, ha detto, che guarda allo sviluppo economico ma senza danneggiare il paesaggio e l’agricoltura.

La legge, secondo il presidente, ha l’obiettivo di mitigare la crisi, assieme con l’apertura dei cantieri pubblici, ma anche di migliorare la qualità degli interventi urbanistici e di creare sviluppo.

Il presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd), ha evidenziato come sia emersa chiaramente la diversa visione che hanno centrodestra e centrosinistra in materia di edilizia. «Ci siamo presi le nostre responsabilità, rispettando gli impegni assunti con gli elettori in campagna elettorale». Poi una risposta alle critiche del centrodestra sull’abrogazione della legge sul golf. Solinas ha ricordato che il centrosinistra aveva avversato la legge la scorsa legislatura e che chi vuole investire e costruire campi da golf lo può fare anche senza la legge del 2011.

L’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, ha voluto poi spiegare il perché non si sia voluta prorogare la legge 4. Il punto fondamentale, ha affermato l’esponente della Giunta, è stato di eliminare i blocchi per la realizzazione del Piani comunali che l’incertezza della norma creava. Per l’assessore questa legge fa incontrare l’interesse del privato di aumentare gli spazi delle proprie abitazioni e del pubblico perché, con soldi privati, vengono eseguiti interventi edilizi migliorativi, legati alla green economy, e viene creato lavoro. «Una legge – ha concluso – che prevede interventi di riqualificazione e non nuovo consumo del suolo». Nel sito della Regione, ha poi aggiunto, è stato pubblicato un Powerpoint con tutti i dettagli della legge, spiegando che molti dei punti contenuti nella 130 saranno presenti anche nella nuova legge urbanistica.

Soddisfatto anche il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, il quale ha rimarcato l’importanza della compattezza della maggioranza nel voto finale, nonostante su alcuni punti le visioni fossero differenti. D’accordo anche Francesco Agus (Sel): «Questa legge ha segnato il cambio di passo: siamo passati dalla stagione delle deroghe alla quella delle leggi uguali per tutti». Per Raimondo Perra (Psi- Sardegna Vera) questa legge «è il giusto compromesso tra lo sviluppo economico e la salvaguardia del territorio».

La Sardamag prima dell'avvio delle demolizioni.

La Sardamag prima dell’avvio delle demolizioni.

«Ancora una volta sono qui a ricordare alla Giunta dei professori che le bonifiche nelle aree ex Sardamag di Sant’Antioco (affidate a Igea Spa per un importo di 5,5 milioni di euro), non sono ancora partite. E non hanno preso avvio a causa della loro indecisione, della totale assenza di politiche ambientali (e quelle messe in campo, poi, sono il peggio che si potesse programmare), di annunci in pompa magna svaniti nel nulla.»

A dirlo è Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«L’esecutivo Pigliaru – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco -, ieri, ha dato il via libera alla programmazione della spesa di 300mila euro per il completamento degli interventi di custodia, gestione e messa in sicurezza permanente del sito di Santu Miali, a Furtei (i lavori saranno svolti dall’Igea). Altri 60mila euro, invece, sono stati destinati a coprire i costi della convenzione con la stessa Igea per la proroga dei lavori di messa in sicurezza e di recupero ambientale a Monteponi. Prendo atto, quindi, del tentativo, seppur tardivo e insufficiente, di rilanciare l’Igea, oggi in stato di amministrazione controllata. Tuttavia mi chiedo perché gli assessori regionali dell’Ambiente e dell’Industria non abbiano ancora messo la controllata regionale nelle condizioni di avviare le bonifiche nelle aree ex Sardamag, per le quali sono stati stanziati a suo tempo svariati milioni di euro. Quanto ancora dovranno attendere gli antiochensi per riappropriarsi di quegli ettari di terreno e poterli riconvertire a fini turistici? I fondi necessari per le operazioni di recupero ambientale, del resto, sono in cassa, dunque restano un mistero le ragioni per cui gli assessorati competenti non abbiano ancora dato il via ai lavori. Forse al presidente Francesco Pigliaru non è abbastanza chiaro che i cittadini sono stufi di una politica che non sa assolvere al proprio dovere.»

«Ricordo alla Giunta regionale che quelle aree sono indispensabili per il rilancio del turismo portuale e residenziale del Sulcis Iglesiente. Auspico – conclude Ignazio Locci – che gli assessorati regionali competenti diano una scossa alle procedure affinché riparta una volta per tutte un processo di risanamento atteso sia dalla comunità antiochense, che dall’intero territorio sulcitano.»

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Su proposta dell’assessore Maria Grazia Piras, la Giunta regionale ha approvato la programmazione della spesa di 300mila euro per il completamento degli interventi di custodia, gestione e messa in sicurezza permanente del sito di Santu Miali, a Furtei. I lavori saranno svolti da IGEA. Altri 60mila euro, invece, sono stati destinati a coprire i costi della convenzione con la stessa IGEA per la proroga dei lavori di messa in sicurezza e di recupero ambientale a Monteponi.

La Giunta regionale ha adeguato inoltre la disciplina in materia di prerogative sindacali, applicando quanto previsto dalla legge n. 114 del 2014 sulla riduzione dei contingenti complessivi di distacchi, aspettative e permessi nella pubblica amministrazione. L’esecutivo, infatti, ha approvato la delibera proposta dall’assessore del Personale, Gianmario Demuro, per la riduzione del 50 per cento delle prerogative sindacali del personale dipendente. Tale riduzione non riguarda i permessi attribuiti alle Rsu. «Dopo un lungo e proficuo confronto con le organizzazioni sindacali, siamo arrivati alla soluzione che tiene insieme l’esigenza di razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica con la necessaria presenza sindacale in tutte le attività che riguardano il personale dipendente della Regione», sottolinea l’assessore Demuro. Il riparto tra le organizzazioni sindacali tiene conto della rappresentatività di ciascuna di esse. Dal monte ore assegnato per i permessi sindacali non sono detratte le ore necessarie per la partecipazione alla contrattazione collettiva e integrativa, oltre a quelle per la concertazione.

Su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, l’esecutivo regionale ha approvato il finanziamento della ristrutturazione della scuola elementare di Cala Gonone con 600.000 euro di fondi Po Fesr 2007-2013, all’interno di una logica multifunzione di attrazione territoriale da realizzare con l’Accordo di programma Quadro “SupraTutto – Sistema di valorizzazione turistica del territorio”, che prevede la realizzazione di infrastrutturazione turistica nei Comuni di Dorgali, Oliena e Orosei. Sempre su proposta dell’assessore Paci la Giunta ha dato il via libera anche all’armonizzazione dei sistemi contabili.
Si rafforza il servizio di controllo e di tutela ambientale nel nord Sardegna. La Giunta, su proposta dell’assessore Donatella Spano, ha approvato una delibera che consente al Corpo Forestale di estendere le attività nel Golfo dell’Asinara. Il provvedimento attribuisce alla giurisdizione della stazione forestale dell’Asinara l’intero territorio comunale di Porto Torres e di Stintino, oltre che parte del territorio comunale di Sassari. La delibera prevede che venga rafforzata l’azione del Coordinamento territoriale per l’ambiente del Parco dell’Asinara con l’accorpamento della Base operativa navale di Porto Torres. Al comando del Corpo Forestale spetterà il compito di progettare e organizzare il coordinamento della sorveglianza dei Reparti e di stipulare con l’Ente Parco dell’Asinara una convenzione per una reciproca e nuova collaborazione. Sempre su proposta dell’assessore Spano, l’esecutivo ha approvato lo Statuto del Parco Naturale regionale di Tepilora. Il Parco interessa i territori di Bitti, Lodè, Torpè e Posada e ha una superficie di oltre 7 mila e 800 ettari. Dell’assemblea dell’Ente Parco faranno parte il presidente della Provincia di Nuoro, i sindaci dei comuni interessati, il presidente dell’Ente Foreste e l’assessore regionale dell’Ambiente. Sarà compito dell’assemblea eleggere il presidente del Parco. Via libera, infine, all’attuazione delle direttive per gli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui di scarico. Le intese riguardano la Capitaneria di porto di Porto Torres sul Piano di gestione dei rifiuti dei porti di Castelsardo, Stintino e dell’Isola Rossa, nel comune di Trinità D’Agultu.
La Giunta ha dato il via libera al recepimento della proroga dell’Accordo tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano che prevede controlli veterinari: su proposta dell’assessore Luigi Arru la Giunta ha approvato lo schema di convenzione operativa tra Agea e Regione Sardegna per effettuare controlli nel campo della salute, sanità e benessere animale nelle aziende agricole sarde.
Su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, la Giunta ha approvato l’atto interpretativo delle disposizioni in materia di opere pubbliche (legge regionale del 9 marzo 2015).

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, gli assessori della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e degli Enti locali Cristiano Erriu e i presidenti di Anci Pier Sandro Scano e Cal Giuseppe Casti, hanno presentato nel corso di una conferenza stampa, la nuova programmazione territoriale.

Gli obiettivi sono rilanciare i territori, combattere lo spopolamento delle zone interne e favorire lo sviluppo dell’intera Sardegna puntando sulle vocazioni locali.

L’avviso pubblico attua la strategia regionale della Programmazione territoriale prevista nel Programma regionale di sviluppo 2014-2019: i Comuni, che dovranno associarsi in Unioni di Comuni – a loro volta anche associate fra loro – devono presentare i loro progetti. A disposizione, fra fondi europei infrastrutture, fondi nazionali e mutuo ci sono circa 4 miliardi di euro, e ogni Comune in forma associata non può partecipare a più di un progetto territoriale.
«Il modo per diffondere lo sviluppo è quello di ragionare insieme sulle possibilità che ogni territorio ha e, insieme, decidere su cosa scommettere, programmando il lavoro di tutti in quella direzione – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Dove esistono opportunità di sviluppo e di lavoro è molto più semplice mantenere i servizi e, di conseguenza, combattere lo spopolamento di cui soffrono le aree interne. Il nostro compito è, prima, dare un indirizzo, perché senza un’idea di sviluppo generale della regione ogni progetto resta isolato; poi, dialogando con i territori, dobbiamo lavorare sui dettagli. Dobbiamo essere consapevoli che lo sviluppo passa per le Unioni di Comuni che devono individuare strategie comuni: per raggiungere l’obiettivo gli interlocutori devono essere i territori.»

L’assessore Paci ha sottolineato che per la nuova programmazione territoriale sono stati fissati un orizzonte temporale molto ampio che si protrae per tutta la legislatura e una procedura aperta per consentire a tutti i territori di organizzarsi e presentare il proprio progetto. «Questo perché se un’Unione di Comuni non è pronta oggi, ha ancora molto tempo a disposizione. È importante che ci sia una forte visione di coerenza fra i progetti del territorio e la l’azione di questa giunta basata su una visione forte di politica anti-spopolamento che punta sugli attrattori culturali, naturali, turistici dei singoli territori. Abbiamo lanciato l’idea della programmazione unitaria – ha concluso il vicepresidente della Regione -. Adesso diamo valenza territoriale alla programmazione».

L’assessore Erriu ha ricordato che «siamo in fase di riforma degli enti locali, una riforma che punta a costruire un nuovo assetto istituzionale», all’interno del quale si colloca appunto la nuova programmazione territoriale. «Stiamo costruendo una dimensione del tutto nuova, molto stimolante: i Comuni sono il vero motore dello sviluppo e i protagonisti del cambiamento».

Oltre al via libera ufficiale alla programmazione territoriale, per Anci e Cal è molto importante l’avvio di un diverso rapporto istituzionale fra Regione e Enti locali. «C’è un ruolo nuovo rispetto al passato che si sta iniziando a costruire per i processi di programmazione fra amministrazione regionale e sistema degli enti locali – ha sottolineato Pier Sandro Scano -. Finora gli Enti locali erano parte dei progetti territoriali, ora c’è qualcosa di nuovo, che passa da un confronto serio e importante. La programmazione territoriale richiede una governance molto ben organizzata, in parte le Unioni ci stanno già lavorando ma serve la riforma. Utilizziamo l’autonomia speciale per potenziare Regione ed Enti locali e raggiungere risultati efficaci: la sfida da vincere – ha concluso Scano – è che tutta la Sardegna dev’essere abitata». Dunque, in questa nuova programmazione territoriale, la Regione «fa da cornice – ha spiegato il presidente del Cal Giuseppe Casti – ma dice ai territori: fate progetti, non potete sempre lamentarvi, mettetevi insieme e fate proposte mai più scollegate dal territorio. Ecco questa è la sfida da vincere: individuare le vocazioni dei territori, presentare progetti che le incarnino e avviare il rilancio dell’intera Sardegna».

«Una sfida che non è una gara fra territori – ha precisato il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu -. Non stiamo attuando una procedura competitiva, stiamo dicendo ai territori che di qui al 2018 possono presentare il loro progetto di sviluppo».

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La Regione ancora una volta approva un condono per gli abusivi delle case popolari e scatena la reazione del presidente del Consiglio delle autonomie locale, il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti. «E’ una decisione inaccettabile – ha detto Giuseppe Casti – in questo modo si alimenta il fenomeno delle occupazioni abusive e si penalizza chi rispetta le leggi, presenta regolare domanda per entrare in graduatoria ed attende il suo turno, spesso per anni, per ottenere la locazione di un alloggio a canone agevolato.»

Il provvedimento legislativo, inserito all’interno della manovra finanziaria, prevede la sanatoria per tutte le occupazioni abusive fatte fino al 31 dicembre 2014. Un precedente intervento, approvato dal Consiglio regionale all’inizio del 2004, prevedeva addirittura una sanatoria preventiva, in quanto consentiva la regolarizzazione di tutte le occupazioni che sarebbero state fatte entro il 31 gennaio successivo. E anche allora provocò durissime reazioni in tutta l’Isola.

Giuseppe Casti ha chiesto un incontro urgente al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru.

«Il presidente Francesco Pigliaru intervenga immediatamente per dare certezza e continuità lavorativa alle 48 maestranze che da oltre un ventennio sono impegnate nei servizi di portierato e custodia presso gli assessorati regionali, il cui posto di lavoro è oggi messo a rischio in seguito al passaggio di testimone nella gestione del servizio dalla vecchia azienda (Società Coop Park Auto Sarda) alla subentrante (Sicuritalia).»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Secondo quanto denunciano i lavoratori – aggiunge Locci -, sebbene il bando di gara prevedesse l’obbligo in capo alla nuova società di assumere tutti i dipendenti, il nuovo contratto di lavoro imporrebbe ai 48 “una riduzione delle ore di lavoro e l’obbligo di diventare soci della società partecipando al rischio d’impresa pena il licenziamento. Alla luce della segnalazione riportata dai lavoratori, è doveroso che il Governatore e gli assessori competenti facciano chiarezza sulla vicenda, al fine di verificare se esista una modifica delle condizioni contrattuali e se, nel caso sussista, l’azienda subentrante abbia agito nel rispetto delle procedure previste in tali circostanze.»