23 July, 2024
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Nuoro 71 copia

Solo pochi giorni fa è stato approvato dalla I Commissione del Senato il nuovo articolo 8-bis del disegno di legge di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, contenente i principi di delega per la riforma del sistema camerale.

I diritti camerali, la principale fonte di ricavo delle Camere di Commercio, già ridotti del 35% nel 2015, dal 2017 saranno ridotti al 50%. La dimensione minima delle Camere di Commercio è stata fissata in 80mila imprese. La Camera di Commercio di Nuoro conta circa 30mila imprese. Questo rischia di comportare, in assenza di modifiche della legge delega, l’accorpamento di Nuoro con altre Camere di Commercio.

Lo scorso 1° aprile il Consiglio Camerale si è riunito in seduta straordinaria confermando quanto già deliberato il 27 febbraio 2015:

la volontà unanime circa la salvaguardia dell’autonomia dell’Ente, in un clima improntato all’unità e alla coesione di tutte le componenti rappresentate negli Organi collegiali per tutelare la C.C.I.A.A. di Nuoro.

Per raggiungere tale obiettivo, il Consiglio Camerale ha condiviso alcune iniziative, in parte già avviate ed altre da avviare e che ritiene necessario condividere con tutti gli attori del territorio nella costruzione di uno spazio di dialogo per organizzare in modo costruttivo le azioni da intraprendere per la tutela dell’Ente. L’unità di intenti tra le varie componenti del Consiglio Camerale, a difesa del futuro della Camera di Commercio di Nuoro, si esplicita nei seguenti punti intorno ai quali si realizzerà l’impegno del Consiglio stesso:

  • Sollecitare la Regione Sardegna, nelle persone del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore Cristiano Erriu, a intervenire a difesa dell’autonomia delle Camere di commercio sarde in particolare di quella nuorese, anche attraverso il coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni. I presidenti delle Camere di Commercio sarde hanno inviato una lettera all’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, per chiedere che anche il sistema Camerale Sardo sia coinvolto nel processo di riforma degli Enti Locali.
  • Coinvolgere tutti i sindaci del territorio proponendo il testo di una delibera dei Consigli comunali a sostegno del mantenimento della Camera di Commercio di Nuoro;
  • Organizzare a Nuoro un incontro pubblico – previsto per il 10 aprile – con il senatore Pagliari, relatore del disegno di legge delega che prevede il riordino degli enti camerali.
  • Coinvolgere la Provincia, i consiglieri regionali ed i parlamentari del territorio;
  • Garantire la massima condivisione e la massima trasparenza prevedendo per esempio che una delegazione di componenti della Giunta e del Consiglio camerale possano partecipare a tutti gli incontri riguardanti il processo di riforma dell’ente camerale nuorese.
  • Organizzare eventi pubblici allargati alla partecipazione di tutti i soggetti istituzionali, politici, economici e sociali, precedentemente citati, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della riforma e sulle conseguenze che tali riforme possono avere sul nostro territorio.

Per tutta la mattinata, gli attivisti del Comitato che si oppone alla scelta della Sardegna quale sede del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, hanno ricordato al ministro Galletti il referendum del 2011 con il quale i sardi hanno espresso la netta contrarietà al nucleare. Gian Luca Galletti ha spiegato ai manifestanti che non esiste un territorio candidato naturale e che la Sardegna, rispetto ad altre zone, ha un problema in più che che è quello del trasporto.

Il ministro Galletti, nella tarda mattinata, ha fatto visita al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, negli uffici della presidenza in viale Trento. Numerosi i temi toccati nel corso del colloquio, a partire dall’individuazione dei siti per le scorie nucleari.«Il nostro è un no deciso – ha ribadito il presidente Pigliaru al ministro Galletti -. Confermo il sentimento della comunità sarda su questo argomento e quanto personalmente ho dichiarato in Consiglio regionale. Sulla Sardegna grava già il peso eccessivo delle servitù militari: il deposito delle scorie sarebbe una nuova servitù che non vogliamo». Al ministro, Francesco Pigliaru ha consegnato personalmente copia della lettera già inviatagli, nei giorni scorsi, dall’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, in cui veniva ripresa anche la posizione contraria dell’ANCI e quindi la voce delle comunità locali, e ha inoltre descritto il senso delle recenti mozioni presentate in Consiglio su questo tema.Sulla questione bonifiche, Presidente e Ministro hanno concordato un aggiornamento operativo da farsi entro il mese di aprile a Roma, con un tavolo tecnico-politico per l’aggiornamento e l’accelerazione di tutte le procedure in corso. Sul dissesto idrogeologico entrambi, poi, hanno ribadito la necessità di velocizzare la progettazione esecutiva, procedendo sul tracciato virtuoso che la Regione Sardegna ha avviato in questi mesi.

Il ministro Galletti, infine, ha voluto richiamare quanto già espresso nel corso del suo intervento ad un convegno in mattinata sul tema Tossilo: «Il termovalorizzatore è preferibile al conferimento in discarica – ha detto -, per rispettare gli orientamenti comunitari che prevedono in prospettiva il superamento della discariche e la Regione Sardegna, nella sua autonomia, farà la sua parte per il raggiungimento di questo obiettivo».

 

Il consigliere regionale Ignazio Locci (FI) ha chiesto con un’interrogazione rivolta al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, un immediato intervento dell’assessorato regionale alla Pesca presso il ministero delle Politiche agricole per sollecitare il via libera al Piano Locale di Gestione denominato “Strascico 10/ACO2011”. Tale piano, presentato dall’Associazione Armatori M/P sardi con l’obiettivo di autodisciplinare al meglio l’attività di pesca nel mare dell’Isola, prevede, in base al regolamento della Comunità Europea, la dismissione del sistema di strascico per le imbarcazioni appartenenti a specifiche e ben individuate categorie.

«Tuttavia – sottolinea Locci – nonostante la Regione abbia presentato il piano al Ministero competente il 10 ottobre del 2014 dopo l’attenta valutazione da parte di Argea (Agenzia regionale per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura), questo non è stato ancora approvato. Per le imbarcazioni interessate al documento (che rappresentano il 70% dell’intera flotta sarda) il mancato via libera comporta innanzitutto l’impossibilità di programmare per tempo le stagioni della pesca. Ma non solo: la sua definitiva approvazione consentirebbe ai piccoli armatori di ricevere il relativo equo indennizzo da parte della Comunità Europea a fronte della dimissione delle piccole imbarcazioni per lo strascico.»

Il sindaco di Nuoro, Alessandro Bianchi, è stato eletto presidente del Comitato istituzionale d’ambito che si è insediato questa mattina a Cagliari. Alla presenza dell’assessore regionale dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda (delegato dal presidente Francesco Pigliaru a rappresentare la Regione), è stata avviata l’operatività dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna, istituito lo scorso febbraio con la legge regionale n. 4/2015.

Alessandro Bianchi è stato eletto all’unanimità dai dieci sindaci designati dal Consiglio delle Autonomie locali: due in rappresentanza dei Comuni capoluogo di provincia, due per i Comuni con popolazione uguale o superiore ai 10mila abitanti, altrettanti per i Comuni con popolazione compresa tra i tremila e i 10mila abitanti, e quattro sindaci dei Comuni con popolazione inferiore ai tremila abitanti.

Del Comitato istituzionale d’ambito fa parte di diritto anche il presidente della Regione o un suo delegato. L’Ente di governo dell’ambito è il soggetto regolatore regionale del servizio idrico integrato, la cui attività di regolazione nazionale è esercitata dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Nuovo passo avanti, in Consiglio regionale, verso l’approvazione del DL 130 “Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”. L’assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con gli emendamenti all’art. 19.

Il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 554 – Fasolino e più – (soppressione della frase “nella misura massima di 120 cubi”).

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), favorevole, ha detto che «è arrivato il momento di intervenire per riportare il dibattito sul contenuto del testo perché si parla della possibilità di incrementi volumetrici solo a favore dei disabili nelle zone A, B e C, mentre pensiamo debba essere lasciato libero in tutte le zone urbanistiche».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), favorevole, ha sottolineato che «c’è un riferimento inutile ad immobili legittimamente realizzati, è giusto non mettere il limite della superficie ed è meglio fare riferimento alla finalità che si vuole conseguire».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia), favorevole, ha affermato che «è necessario integrare il passaggio riferito all’abitazione principale, perché si presta a molti dubbi interpretativi».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi), favorevole, ha espresso «dubbi sulla possibile esclusione dagli incrementi delle abitazioni di disabili che magari risiedono in zone F; non possono essere trattati in modo differente».

Messo ai voti, l’emendamento è stato respinto dal Consiglio con 1 voto favorevole e 26 contrari.

Subito dopo è stato messo in votazione l’emendamento n. 545 – Fasolino e più – (“Incrementi volumetrici nei centri storici per la prima casa”).

Per dichiarazione di voto, il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha prima sottolineato che l’assenza dal voto precedente ha solo valenza politica. Poi ha manifestato parere favorevole sull’emendamento «che punta ad assegnare nei centri storici l’incremento volumetrico massimo di 120 metri cubi agli immobili adibiti ad abitazione principale; è un punto qualificante della nostra proposta complessiva e su questo vogliamo confrontarci».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, anch’egli di Forza Italia, ha affermato che l’opposizione «sta presentando proposte per migliorare il testo senza stravolgere l’impianto definito dalla maggioranza e, parlando della prima casa di chi abita nei centri storici, esprimiamo concretamente questa impostazione».

Il consigliere Marco Tedde, sempre di Forza Italia, ha ribadito che la minoranza «continua a dimostrare di voler migliorare la legge, in questo caso tutelando la prima casa, tutela che nell’art. 19 non prevedeva; si tratta di un emendamento accoglibile perché è evidente che manca ogni possibilità di speculazione, mentre ribadiamo il nostro no ai piani particolareggiati perché ci vorrebbe almeno qualche anno».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha detto che «i centri storici in Sardegna hanno contribuito alla riqualificazione urbanistica solo con fondi privati a differenza di altre zone d’Italia; il centro è anche un patrimonio di valore e cultura che va preservato e dobbiamo premiare ed incentivare chi investe in queste zone senza porre limiti incomprensibili».

Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha auspicato che su questo emendamento converga anche la maggioranza; «così si evita consumo del suolo, si ripopolano i centri storici, si restituisce anima ai nostri paesi, sono cose che stanno a cuore a tutti e chiediamo piuttosto l’introduzione di norme relative all’uso dei materiali locali».

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha evidenziato la coerenza dell’opposizione che «sulla stessa materia ha sostenuto le norme sull’albergo diffuso; ora sosteniamo la necessità di assegnare una premialità a chi abita la sua prima casa e risiede nei centri storici e casomai sarebbe opportuno aggiungere un passaggio sul rifacimento delle facciate».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, favorevole, ha posto l’accento sul fatto che quello dei centri storici «è un problema centrale dei paesi sardi perché le pubbliche amministrazioni non hanno le risorse per recuperare questo patrimonio; dobbiamo spingere i privati a farlo con le premialità perché la legge purtroppo scoraggia questi interventi anche per la tempistica e su questo punto va corretta».

Il consigliere Antonello Peru (Forza Italia), favorevole, ha esortato il Consiglio a credere molto nei centri storici auspicando che la maggioranza colga questo segnale; «le case del centro storico non sono funzionali alla vita di una famiglia e bisogna intervenire per renderle più funzionali, l’albergo diffuso è uno degli strumenti di animazione del centro storico ma anche gli immobili dei privati possono contribuire al rilancio dei nostri centri».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha messo in rilievo, rinvolto alla maggioranza, sul fatto che «se non si amplia la possibilità di costruire nei centri storici si contraddice tutto l’impianto della legge, dal rifinanziamento della legge 29/98 alla stessa proposta del consigliere Arbau sulla vendita delle case degradate ad un euro, inoltre i divieti mandano un messaggio negativo all’esterno, cioè che è meglio spingersi fuori dall’area centrale e consumare altro territorio».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha ricordato che «tutti conosciamo le criticità dei centri storici a cominciare dallo spopolamento e dalla difficoltà di disporre di spazi adeguati e la stessa finanziaria ha stanziato 2 milioni per l’albergo diffuso; ora non si può fare marcia indietro sullo stesso punto».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «il senso della nostra riflessione riguarda il ruolo dei centri storici che non possiamo confinare nell’archeologia urbana: la politica deve trovare il sistema per restituirli al loro ruolo originario e soprattutto deve fare di più, evitando che i centri storici vengano giù a pezzi».

Messo ai voti, l’emendamento n.545 è stato respinto con 21 voti favorevoli contrari e 29 contrari.

Il presidente ha annunciato la votazione dell’emendamento 571 (Tedde e più) che emenda il sostitutivo totale n. 125, presentato dalla Giunta e propone che nella zona A l’incremento volumetrico si applica «limitatamente agli edifici aventi meno di 50 anni e che sono in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto…».

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha dichiarato voto favorevole all’emendamento 571 perché – ha affermato l’esponente della minoranza – «contempera l’esigenza di salvaguardia dei contesti architettonici dei centri storici e semplifica norme e procedure. Se, infatti per consentire gli interventi in zona A dovessimo aspettare l’approvazione dei piani particolareggiati non si potrebbe realizzare alcun ampliamento nei centri storici della Sardegna».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha definito il 571 «un emendamento di buon senso che rende efficaci le premialità connesse con gli incrementi volumetrici». L’esponente della minoranza ha quindi dichiarato il voto a favore: «Perché con l’emendamento si introduce una spinta al miglioramento dei centri storici».

Il consigliere di Forza Italia,  Marco Tedde, ha annunciato voto favorevole e ha ribadito che, a sua giudizio, il provvedimento in discussione “semplifica molto poco”. «L’approvazione dei piani particolareggiati nei Comuni – ha spiegato Tedde – ha tempi lunghi e rischia di vedere la luce in tempi successivi rispetto a quelli che dovrebbero caratterizzare il via libera alla nuova legge urbanistica, così come promesso dall’assessore Erriu».

Oscar Cherchi (Fi) ha dichiarato il voto a favore ed ha ribadito che sono davvero pochissime le amministrazioni comunali che potrebbero sperare nell’approvazione di un piano particolareggiato, adeguato al Ppr.

Il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, ha denunciato che il testo proposto dalla maggioranza nasce «con l’intento di escludere interventi nei centri storici». Tunis ha sottolineato l’incidenza delle altezze degli immobili che insistono nei centri storici, rispetto agli immobili realizzate in altre zone urbanistiche e di più recente edificazione, ed ha quindi dichiarato che «le altezze insieme con la richiesta del piano particolareggiato adeguato al Ppr, costituiscono il combinato disposto che rende di fatto impossibile programmare interventi migliorativi nel patrimonio immobiliare delle zone A».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato voto favorevole ed ha sottolineato che gli otto sindaci presenti in Aula possono testimoniare «l’impossibilità a progettare interventi nei centri storici, qualora siano subordinati all’approvazione dei piani particolareggiati, i cui tempi sono lunghi».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Fi) ah dichiarato voto a favore: «L’emendamento propone una misura che soddisfa le esigenze di tanti cittadini e garantisce la salvaguardia del  patrimonio immobiliare con più di 50 anni, nelle zone A».

Il consigliere Luigi Crisponi, ha dichiarato voto favorevole al 571 ed ha sottolineato la volontà di assicurare strumenti in grado di rilanciare i centri storici e riqualificare il patrimonio immobiliare. «Per approvare un piano particolareggiato – ha concluso l’esponente della minoranza – servono più metri cubi di carta di quando non se ne potranno concedere ai cittadini per gli ipotetici ampliamenti».

Il consigliere del Gruppo Misto, Fabrizio Anedda, ha svolto un intervento critico anche nei confronti di alcuni decisioni della maggioranza, riferendosi però agli ampliamenti in zona A per le abitazioni in cui risiedono cittadini affetti da disabilità. Argomento trattato in precedenza nel corso del dibattito sull’articolo 19 e sugli emendamenti presentati.

Il capogruppo di “Area popolare sarda”, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato voto favorevole all’emendamento n. 571. «La legge in discussione – ha aggiunto l’esponente della minoranza – può esser definita “legge della contraddizione urbanistica”, e non si comprende con quali strumenti normativi la maggioranza voglia rivitalizzare i centri storici dei paesi e della città della Sardegna».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato voto a favore ed ha dato lettura dell’emendamento n. 571, per ribadirne la linearità e il buon senso, Il capogruppo del centrodestra ha inoltre ricordato «i tanti contrasti architettonici che caratterizzano i centri storici della Sardegna e che attendono strumenti adeguati per la loro riqualificazione e rivitalizzazione».

Il consigliere del gruppo Sardegna, Mario Floris, ha invitato l’Aula ad una riflessione sul concetto di centro storico ed ha dichiarato voto a favore all’emendamento 571: perché consente il miglioramento degli immobili inscritti nella zona  A e che non sono compatibili con lo stile architettonico del quartiere.

L’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, ha ricordato che il prossimo 25 maggio,è in programma un’udienza presso la Corte Costituzionale sul vecchio piano casa che interveniva anche nelle zone A. L’assessore ha quindi ribadito la volontà di voler rilanciare e rivitalizzare i centri storici dei paesi e delle città della Sardegna ma ha evidenziato che i beni che insistono nei centri storici sono considerati unici e irriproducibili e che nel corso degli anni è stata autorizzata la realizzazione di tanti  edifici incongrui rispetto al contesto architettonico. Il concetto è servito all’assessore per esprimere contrarietà a quanto previsto nell’emendamento 571 a proposito della responsabilità del dirigente del servizio comunale per la individuazione  dell’eventuale contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto. «Non affiderei ai un geometra dell’ufficio tecnico comunale la responsabilità di stabilire quanto previsto nell’emendamento», ha concluso l’assessore.

Posto in votazione l’emendamento n. 571 non è stato approvato con 29 voti contrari e 21 favorevoli ed il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha annunciato la votazione dell’emendamento n. 536 (Fasolino e più) che emenda l’emendamento 125 della Giunta, al comma 3, lettera a) sostituisce le parole “fino a un massimo di 70 metri cubi” con le parole “fino a un massimo di 90 metri cubi”, innalzando così i livelli massimi di incrementi volumetrici nelle zone B e C, nei Comuni inclusi negli ambiti di paesaggio costieri che non hanno adeguato il Puc al Ppr.

Il presidente del Consiglio ha quindi concesso la parola al consigliere di Forza Italia, Ugo Cappellacci, che ha rivolto l’invito al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, per svolgere un’informativa in Aula sul tema del deposito unico nazionale delle scorie nucleari in Sardegna, dinanzi alle crescenti preoccupazioni dei sardi sulla possibile individuazione dell’Isola come centro di stoccaggio. «Temo che alla luce di alcune notizie trapelate anche ieri – ha proseguito Cappellacci – ed alla luce della mozione presentata sul tema dai consiglieri della maggioranza ed a seguito della lettera trasmessa al Governo dall’assessore dell’Ambiente, sarebbe importante ascoltare il presidente della Regione».

Il presidente Ganau ha ribadito che sull’argomento la Giunta si è espressa pubblicamente così come ha fatto il Consiglio regionale ed ha dichiarato di voler procedere con il proseguo dei lavori, secondo le modalità regolamentari.

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, chiesta e ottenuta la parola dal presidente Ganau, ha dichiarato di «essere pronto alla battaglia unitaria per ribellarci ad un’altra servitù come sarebbe quella sulle scorie nucleari». «Dobbiamo essere pronti ad essere saldi e compatti – ha proseguito il governatore – e la mia posizione è in perfetto accordo col Consiglio». Pigliaru ha quindi sottolineato che si attende l’individuazione degli ambiti idonei e poi ci sarà abbastanza tempo per fare ciò che riteniamo giusto: «Ribellarci ad un’ulteriore servitù».

Ripreso l’esame del Dl 130, il presidente del Consiglio ha concesso la parola al presidente della IV commissione consiliare, Antonio Solinas (Pd) che ha dichiarato la modifica del parere “da negativo a positivo” per l’emendamento n. 536.

Il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, ha espresso soddisfazione per la decisione comunicata all’Aula dal relatore della maggioranza, Antonio Solinas ed ha illustrato brevemente la modifica del quale è primo firmatario.

Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha dichiarato voto favorevole e anche il consigliere di “Soberania e Indipendentzia”, Pier Mario manca ha dichiarato voto a favore, ricordando la presentazione di un emendamento a sua firma, dai contenuti analoghi al 536,

A favore anche la dichiarazione del consigliere di Fi, Stefano Tunis, («facciamoci travolgere da uno spirito unitario non solo nelle grandi vertenze ma anche sulle questioni dello stretto interesse locale») e del suo collega di partito e di gruppo, Oscar Cherchi: «Bene il segnale di apertura che arriva dalla maggioranza». Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha dichiarato voto a favore («finalmente la maggioranza in un sussulto di democrazia ha voluto ascoltare e dare seguito alle sollecitazioni alle modifiche che sono arrivate anche dal di fuori dell’aula»), seguito dal consigliere di Fi, Marco Tedde («l’opposizione fa un’opposizione non per rallentare i lavori ma un’ opposizione positiva»). A favore anche il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini («non siamo una maggioranza ottusa») e anche del consigliere di Aps, Giorgio Oppi che ha dichiarato, in riferimento al tema delle scorie nucleari, di  aver intrattenuto una conversazione telefonica con ministro Galletti e di aver ricevuto rassicurazioni sui tempi lunghi della decisione del governo per l’individuazione del centro unico di stoccaggio dei rifiuti radioattivi.

Il consigliere di Fi, Antonello Peru, ha dichiarato voto a favore dell’emendamento 536 ed ha ribadito che la minoranza non fa ostruzionismo e «il suo lavoro non è inutile, come dimostra il parere positivo della commissione alla proposta di modifica avanzata dai consiglieri di Forza Italia».

A favore anche Ignazio Locci (Fi) che ha precisato che l’unità sull’emendamento 536 «non è il preludio di nessun patto ma un primo passo per migliorare il provvedimento sull’edilizia». Ha concluso le dichiarazione di voto il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, che ha dichiarato: «Non voglio si cada nell’equivoco, non c’è né accordo né trattativa in corso e le distanze tra minoranza e maggioranza permangono». «Prendiamo atto della convergenza – ha concluso Pittalis – ma sono ben altre le questioni sulle quali serviva l’intesa ad incominciare da quelle che attengono l’edificabilità nell’agro».

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione l’emendamento n. 536 che è stato approvato con 50 voti favorevoli su 50 votanti.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento n. 535 (Fasolino e più) che porta da 90 a 120 metri cubi la misura massima degli incrementi volumetrici per unità immobiliare nelle zone urbanistiche B e C.

Il presidente della Commissione Antonio Solinas ha dato parere positivo all’emendamento modificando il giudizio negativo precedentemente espresso.

Solinas, rispondendo al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha confermato l’assenza di un accordo tra maggioranza e opposizione sul Dl 130. «Noi ci assumiamo la responsabilità della proposta – ha detto Solinas – voi dovreste consentirci di farlo. Saranno poi gli elettori a giudicare».

Il primo firmatario dell’emendamento Giuseppe Fasolino (Forza Italia), dopo aver espresso apprezzamento per l’ulteriore apertura della maggioranza, ha chiarito che l’emendamento è una proposta di buon senso. «Portare gli incrementi volumetrici da 90 a 120 metri cubi è il minimo che si poteva fare».

Oscar Cherchi (Forza Italia) ha messo in evidenza alcuni aspetti tecnici della proposta e salutato con favore la decisione della maggioranza di accogliere l’emendamento dell’opposizione.

Cauto, invece, il giudizio di Gianluigi Rubiu, capogruppo di Aps. «L’ emendamento ci soddisfa in parte – ha detto Rubiu – noi avevamo chiesto di eliminare i limiti, in ogni caso è un segnale importante per i cittadini sardi».

Anche Luigi Crisponi (Riformatori) ha giudicato positivamente l’apertura della maggioranza: «Mancano ancora alcuni passaggi – ha detto – ma i cittadini troveranno nell’uovo di pasqua i 90 e i 120 metri cubi che sono una piccola ma importante novità».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n.535 che è stato approvato all’unanimità.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n. 572 che estende ai fabbricati residenziali delle zone D (industriali e artigianali), adibiti a prima casa dal titolare dell’impresa, gli incrementi volumetrici previsti per le zone B e C.

Il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas ha dato parere favorevole annunciando la presentazione di un emendamento orale del Partito Democratico.

Sul punto è intervenuto il capogruppo del PD Pietro Cocco che ha illustrato il contenuto della proposta. A causa di alcune difficoltà interpretative del testo, il presidente Ganau ha sospeso la seduta per consentire ai gruppi di arrivare a una formulazione condivisa dell’emendamento orale.

Alla ripresa dei lavori il capogruppo Pietro Cocco ha annunciato il ritiro dell’emendamento.

E’ quindi intervenuto il consigliere Mario Floris (Uds) che ha rivolto un plauso alla maggioranza per aver accolto le proposte della minoranza: «Evidentemente avete gli strumenti e l’organizzazione politica per capire che le elezioni si vincono in base alla situazione economica. Tra poco ci saranno le elezioni comunali che per voi saranno un importante banco di prova. Finalmente avete capito che qualunque miglioramento venga fatto su una norma i meriti sono sempre della maggioranza».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n. 572 che è stato approvato all’unanimità.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento n. 573 che estende anche alle zone D (commerciali) e G (servizi essenziali) lo stesso principio accolto nell’emendamento precedente. Anche su questo la Commissione ha espresso parere favorevole.

Marco Tedde (Forza Italia) ha manifestato apprezzamento nei confronti della maggioranza «che ha saputo fare un passo indietro nell’interesse dei sardi. Le esigenze abitative sono di tutti, non solo dei dipendenti ma anche dei proprietari- custodi delle imprese».

Michele Cossa (Riformatori)  ha giudicato positivamente l’accoglimento della proposta: «Consentire un incremento per i fabbricati residenziali inseriti in zone commerciali è una scelta di buon senso».

Il presidente ha quindi messo in votazione l’emendamento n. 573 che è stato approvato con 49 voti a favore e uno contrario.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n.591 presentato dalla Giunta regionale che sostituisce il comma 7 dell’emendamento n.125 con il quale si specifica che nelle zone urbanistiche A, B e C e negli edifici con destinazione residenziale, legittimamente realizzati in altre zone urbanistiche, gli incrementi volumetrici non sono cumulabili con quelli previsti dai commi 2, 3 e 4.

Michele Cossa (Riformatori sardi) ha chiesto chiarimenti sulle modifiche apportate.

L’assessore Erriu ha chiarito che si trattava di una precisazione linguistica.

Precisazione accolta con favore da Oscar Cherchi (Forza Italia): «Un incremento di centoventi metri cubi si traduce in 40 metri quadri che vanno a sommarsi agli incrementi minimi consentiti nelle zone A, B e C. Per questo è opportuno inserire l’avverbio “altresì” per scongiurare interpretazioni errate».

L’Aula ha quindi accolto un emendamento orale che sostituisce il termine inoltre con la parola altresì.

Subito dopo è stato messo in votazione l’emendamento n.591 che è stato approvato dall’Aula con 30 voti a favore e 2 contrari.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento n. 550 (Fasolino e più) che propone l’inserimento delle zone E (agricole) e F(turistiche) tra quelle dove sono consentiti gli incrementi volumetrici degli edifici esistenti.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha invitato l’Aula a verificare dove sono stati fatti gli interventi del Piano Casa. «Le zone E e F sono quellein cui si può dare impulso all’economia. Se si vuole investire sul turismo non si può non votare l’emendamento».

Oscar Cherchi (Forza Italia) ha invitato i consiglieri di maggioranza a valutare con attenzione il contenuto dell’emendamento e ricordato che una correzione potrà essere accolta anche al momento della discussione dell’art. 20 (Si vuole aprire inserendo le zone agricole e turistiche. Per queste ultime si potrebbe vedere nell’articolo 20 (Interventi di incremento volumetrico delle strutture destinate all’esercizio di attività turistico-ricettive).

Contro la proposta è intervenuto Salvatore Demontis (Pd): «Stiamo parlando della fascia costiera definita dal PPR “bene ambientalistico d’insieme” – ha detto Demontis – è un patrimonio di tutta la Sardegna che costituisce il punto centrale del Piano Paesaggistico Regionale».

Luigi Crisponi (Riformatori), riferendosi a recenti articoli di stampa, ha messo in evidenza l’andamento lento del turismo. «Servono interventi funzionali alla destagionalizzazione. Si chiede di poter realizzare spazi che consentano alle strutture ricettive di attrarre turisti (piscine riscaldate, aree benessere, piccoli centri congresso)».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) l’emendamento va nella direzione di migliorare la qualità edilizia dei fabbricati esistenti con incrementi residuali. «Si punta all’efficienza energetica, con questa proposta sarà possibile prevedere nelle campagne tetti verdi e giardini verticali».

Anche per Antonello Peru (Forza Italia) le zone E e F sono quelle che possono favorire la crescita. «Servono interventi per migliorare le strutture ricettive e rivisitare gli agriturismo».

Michele Cossa (Riformatori) ha definito “irragionevole” non inserire anche le zone E e F tra quelle in cui si possono realizzare incrementi volumetrici. «Si parla di immobili esistenti, di interventi minimi per le zone agricole dove c’è già il limite di costruzione dei tre ettari».

Stefano Tunis (Forza Italia) ha rivolto un appello alla maggioranza: «Lavoriamo insieme per lo sviluppo della Sardegna.  Facciamolo alla luce del giorno. Abbiamo tutti a cuore la salvaguardia dell’ambiente ma proponiamo ricette diverse. Abbiamo ricevuto un’eredità pesante, siamo consapevoli della delicatezza dell’argomento, per questo è necessario dividersi le responsabilità di un atto che certifichi ai sardi che non vogliamo svendere il territorio».

Il presidente Ganua ha quindi messo in votazione l’art 591 che è stato respinto con voti 28 contrari e 19 a favore.

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n. 547 – Fasolino e più – uguale al 560 – Tedde e più – (“Estensione alle zone E agricole delle premialità volumetriche”).

Per dichiarazione di voto il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha evidenziato la necessità «di allargare le premialità alle zone E agricole; è impossibile dimostrare che questo provvedimento provocherebbe un danno, in realtà stiamo consentendo che un imprenditore agricolo realizzi una stanza in più per le esigenze della sua famiglia».

Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ha espresso parere favorevole.

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha valutato positivamente il parere espresso dal presidente della commissione sulle zone agricole: «poi valuteremo più avanti la misura di questo incremento e la sua collocazione sul territorio, prendiamo atto per ora della volontà positiva della maggioranza».

Il consigliere Marco Tedde, anch’egli di forza Italia, favorevole, ha ricordato che «chi fa migliorie alla sua casa in agro non è una persona che fa affari, l’intervento risponde a esigenze di minor consumo del territorio e di riqualificazione edilizia».

Il consigliere Stefano Tunis, sempre di Forza Italia, si è detto convinto che «quella che secondo voi è una norma di salvaguardia in realtà è una mancanza di coraggio, del coraggio di premiare chi sceglie di restare e tornare ad occuparsi di agricoltura; questi cittadini vanno premiati perché cercano di correggere la tendenza a considerare quello delle campagne un reddito accessorio rispetto a quello principale come è purtroppo accaduto in questi anni».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), favorevole, ha detto «agli oltranzisti» che il riferimento alla lettera E non comporta rischi; «stiamo parlando – ha ricordato – di superfici che vanno dallo 001 allo 003 metri quadri per metro cubo quindi l’impatto è minimo; apprezzo atteggiamento positivo della maggioranza».

Il consigliere Antonello Peru (Forza Italia) ha affermato rivolto alla maggioranza che «è meglio tardi che mai nell’accorgersi che con questo emendamento le zone E non vengono affatto antropizzate; stiamo parlando di manufatti esistenti e non stiamo consumando territorio, anzi è un peccato che i punti di ristoro stiano stati eliminati con il lotto minimo dei 3 ettari».

Il capogruppo di Sardegna Vera Efisio Arbau, favorevole, ha precisato che «il lotto minimo è solo norma di salvaguardia che segnerà un nuovo modo di gestire le campagne, una scelta della maggioranza che ha portato a sintesi posizioni molto diverse anche se non ideologiche; il problema della nostra agricoltura è quello di riportare i giovani alla terra, ad una agricoltura di vocazione».

Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha riconosciuto il pur modesto sforzo della maggioranza per arrivare a questo obiettivo «anche se non si rende giustizia al mondo agricolo perché restiamo sempre lontani da un lotto minimo più vicino all’agricoltura di oggi e di domani; resta poi da capire quale sarà la percentuale di incremento».

Il consigliere Luigi Lotto (Pd), favorevole, ha però rimarcato «la differenza fra gli incrementi volumetrici relativi agli immobili esistenti e le nuove costruzioni, rimandare quest’ultimo tema alla legge urbanistica è stata una scelta giusta e condivisibile».

Messi in votazione, gli emendamenti nn. 547 e 560 sono stati approvati con 53 voti favorevoli.

Successivamente sono stati messi in votazione gli emendamenti uguali n. 585 – Meloni e più – e 549 – Fasolino e più – (“Estensione delle premialità volumetriche alle zone F turistiche”) a scrutinio segreto come richiesto dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis.

Gli emendamenti sono stati approvati con 27 favorevoli, 24 contrari e 4 astenuti (Arbau, Ganau, Ledda e Perra)

Subito dopo è stato messo in votazione l’emendamento n. 546 – Fasolino e più – (“Nelle zone E agricole nei 1000 metri dalla battigia è consentito un incremento volumetrico del 20% per i fabbricati realizzati entro il 31 dicembre 2014”).

Per dichiarazione di voto il consigliere Oscar Cherchi, di Forza Italia, ha chiesto alla maggioranza di modificare il parere da contrario a positivo, dichiarandosi disponibile ad ulteriori correzioni: «Siamo nella fascia costiera da 1000 metri in su e proponiamo un incremento massimo del 20% per gli edifici realizzati entro 31 dicembre 2014, con destinazioni residenziale e produttiva».

Il presidente della commissione Antonio Solinas ha espresso il suo parere favorevole a condizione che sia accolto un emendamento orale con lo scopo di precisare l’ammontare della premialità, da 90 a 120 metri cubi. Ha poi dichiarato che a suo avviso sarebbe auspicabile che la commissione del regolamento si occupasse a breve anche di riformare la disciplina del voto segreto, «che va limitato solo ai casi riguardanti persone», aggiungendo che «occorre evitare che si ripetano episodi come quelli di oggi».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto qualche minuto sospensione in Aula.

Il presidente Ganau ha risposto che, mentre il testo dell’emendamento orale viene stampato e distribuito, è possibile procedere rimandando ad un momento successivo l’esame dell’emendamento n. 546.

E’stato quindi messo in votazione l’emendamento n. 583 – Demontis e più – (“Gli incrementi volumetrici sono aumentati del 10% se l’intervento di riqualificazione energetica determina la classificazione dell’immobile ad energia quasi zero-nzeb-così come definito dal decreto legislativo n. 192/2005”) con parere favorevole della commissione ma, subito dopo, il presidente ha sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto di conoscere come ci si orienterà nella prosecuzione dei lavori.

Il presidente Ganau ha comunicato che l’accordo fra i capigruppo prevedeva che si andasse avanti fino alla mezzanotte. Ha quindi richiamato la votazione dell’emendamento n.546 integrato dall’emendamento orale del presidente della commissione.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha eccepito la mancanza di una integrazione della norma che la renda applicabile anche alle isole minori.

Il presidente della commissione Solinas ha suggerito la previsione di 250 metri dalla battigia.

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha ricordato che, in sede di capigruppo, si era rinviata la decisione finale ad una successiva riunione, che non si è tenuta.

Il presidente Ganau ha comunicato che non è mai stata adottata una decisione diversa da quella di procedere ad oltranza fino alla mezzanotte.

Il consigliere Giorgio Oppi ha ricordato che non esiste una norma che preveda la prosecuzione ad oltranza ed in effetti, in sede di capigruppo, si era deciso che la sedute ad oltranza erano previste solo per le giornate di venerdì, sabato e domenica.

Il presidente Ganau ha ribadito che l’accordo è in vigore, tanto è vero che nella seduta di ieri si è proceduto senza interruzioni fino a quando è mancato il numero legale.

Il presidente della commissione Antonio Solinas ha ulteriormente precisato l’emendamento morale, chiarendo il riferimento ai 300 metri dalla battigia per le isole minori.

Il presidente ha quindi messo in votazione l’emendamento n.546 integrato da emendamento orale del presidente della commissione.

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha proposto una breve sospensione per consentire alla minoranza di poter valutare il contenuto dell’emendamento orale.

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha insistito nella richiesta di sospensione dei lavori, a suo avviso per esigenze della maggioranza, che il presidente ha accolto.

Ripresa la seduta, il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 546.

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia), favorevole, ha tenuto a precisare che «la prima parte del testo va collocata al comma 7/bis dell’emendamento n.125 della Giunta» ed ha espresso soddisfazione per l’andamento del dibattito.

Il consigliere Marco Tedde, anch’egli di Forza Italia, ha lamentato in apertura «la difficoltà di lavorare con emendamenti che si susseguono, mentre sarebbe stata preferibile una differenziazione per zone degli incrementi volumetrici, confermo comunque il voto favorevole».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha condiviso le argomentazioni dei colleghi di gruppo pur confermando il parere favorevole; questo è il segnale che «la maggioranza sta cambiando orientamento e lo apprezziamo, così come lo apprezzano i cittadini che stanno seguendo la seduta».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi), favorevole, si è associato alle considerazioni del collega Cherchi, sottolineando il buon risultato raggiunto dal Consiglio».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia), favorevole, ha ripepilogato alcune fasi precedenti del dibattito, ricordando che «se è vero che hanno aleggiato alcuni fantasmi per fortuna sono arrivati i ghostbusters che hanno contribuito a migliorare il testo».

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha rimarcato la valutazione positiva sull’emendamento sollecitando inoltre gli uffici ad una forte attenzione in sede di assemblaggio definitivo del testo.

Messo ai voti, l’emendamento n.546 è stato approvato con 52 voti favorevoli.

L’Aula è poi passata all’esame dell’emendamento aggiuntivo n. 583 (Demontis e più) che prevede un ulteriore incremento volumetrico del 10% per gli interventi di riqualificazione energetica estesi all’intera unità abitativa.

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha annunciato il ritiro dell’emendamento che è stato fatto proprio dall’opposizione.

Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci che ha giudicato ragionevole prevedere una premialità per l’efficientamento energetico.

Marco Tedde ha definito eccellente la proposta contenuta nell’emendamento. «Minor consumo dell’ambiente – ha detto – corrisponde a risparmio energetico e minori costi per le famiglie».

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha spiegato il perché del ritiro dell’emendamento: «Puntava a un’efficienza energetica superiore a quella delle classi A ma era rivolto alle cubature originarie previste dall’art. 19. Le correzioni introdotte, con il conseguente aumento delle volumetrie, mi hanno indotto a ritirarlo».

Oscar Cherchi (Forza Italia) ha annunciato il suo voto a favore: «La premialità del 5%  prevista dalla legge è troppo bassa. Bocciare questo emendamento sarebbe  un errore enorme».

Per Giuseppe Fasolino (Forza Italia) il 583 «è uno dei migliori emendamenti perché lega l’aumento volumetrico all’efficientamento energetico. Lavoriamo sulla percentuale ma l’emendamento non va ritirato».

Michele Cossa (Riformatori) ha chiarito che «nessuno vuole dare volumetrie a tutti i costi, si tratta invece di dare incentivi a investire sulla riqualificazione energetica».

Modesto Fenu, capogruppo di “Sardegna” ha detto di ritenere doveroso il voto favorevole all’emendamento: «Introduce un criterio di premialità che rappresenta un passo in avanti verso la bioedilizia e verso una migliore qualità della vita».

Luigi Crisponi (Riformatori) si è detto d’accordo con chi ha deciso di fare proprio l’emendamento. L’esponente della minoranza ha invece  criticato la scelta del consigliere Salvatore Demontis di ritirarlo: «Un emendamento che propone la riqualificazione dei volumi abitativi e il risparmio energetico non è di destra né di sinistra»

Voto favorevole ha annunciato anche Antonello Peru (Forza Italia): «Questo emendamento si sposa perfettamente con la legge nazionale che prevede una detrazione fiscale del 65% per l’efficientamento energetico. In Sardegna – ha sostenuto – le ristrutturazioni hanno stimolato un indotto di circa un miliardo di euro. Così si stimolano i cittadini a realizzare case di classe A. E’ un ottimo emendamento, rivediamo le volumetrie ma non cancelliamolo». 

Per Stefano Tunis (Forza Italia) l’emendamento n. 583 «è un fatto di educazione civica prima che di politica economica».

Il capogruppo di Area Popolare Sarda Gianluigi Rubiu ha giudicato “serio” l’emendamento e invitato tutta l’Aula a votarlo.

Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha criticato la discussione e invitato Pigliaru a ritirare la legge.

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az ha rilevato che «si tratta di un emendamento giusto che dà un messaggio importante dal punto di vista ambientale con un piccolo aumento di volumetrie. Questo indirizzo per un’edilizia sostenibile doveva essere già contenuto in legge»

Per Alessandra Zedda l’emendamento va verso una logica che rispetta in toto i parametri dell’efficientamento energetico, «perché non si vuole invogliare la gente a migliorare le strutture della nostre regione. Nel contempo miglioriamo l’ambiente e la qualità della vita».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invece parlato di “passo indietro della maggioranza” e di una rinuncia a un’idea basata sulla riqualificazione energetico del patrimonio edilizio.

E’ quindi intervenuto l’assessore Erriu che ha ribadito l’invito al ritiro dell’emendamento annunciando la presentazione a breve di un disegno di legge organico sulla sostenibilità ambientale nel quale il tema della riqualificazione energetica sarà centrale.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n. 583 che è stato respinto dall’Aula con 32 voti contrari e 17 a favore.

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha incontrato stamane i rappresentanti delle Associazioni sarde che si occupano di protezione civile, al quale hanno partecipato anche l’assessore regionale dell’Ambiente, Donatella Spano, il direttore generale della Protezione civile della Regione, Graziano Nudda, e il comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Gavino Diana.Il presidente Pigliaru ha detto ai volontari della protezione civile «Sappiamo del vostro ruolo e ne siamo orgogliosi» e si è detto disponibile a promuovere una giornata per illustrare a tutti i volontari sardi del settore i risultati delle azioni che nei prossimi mesi saranno concordate con la Consulta. Il presidente ha invitato le Associazioni a presentare suggerimenti e richieste in un’ottica sinergica tesa al raggiungimento efficace e rapido delle problematiche esistenti e snellire gli adempimenti burocratici.

I volontari hanno anticipato una serie di proposte: l’istituzione di una Consulta regionale, in linea con quanto già operante a livello nazionale, che possa dialogare proficuamente con la Direzione regionale della protezione civile; un incontro a breve con i vertici della stessa Direzione per mettere a fuoco le problematiche del settore e organizzare nei territori un’azione sinergica; attivazione di una convenzione con le Asl per le visite mediche obbligatorie per legge, che consentirebbe anche di far risparmiare risorse alla Regione (che garantisce la copertura economica); l’esonero dal pagamento del bollo auto dei mezzi operativi intestati alle Associazioni, sulla base di quanto già fatto da altre Regioni; l’adozione delle linee guida per disciplinare e armonizzare le attività di protezione civile in tutta l’Isola.

 

A due settimane dall’entrata in vigore della ricetta elettronica, è già polemica in Consiglio regionale. Il consigliere di Area Popolare Sarda Ignazio Tatti, insieme ai colleghi Giorgio Oppi, Gianluigi Rubiu e Giuseppe Pinna ha presentato un’interrogazione urgente al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore alla Sanità Luigi Arru, nella quale sostitene che la ricetta elettronica penalizza le zone interne e complica il lavoro di molti medici di famiglia.

Nel documento, Tatti rileva che in molti paesi dell’interno è impossibile accedere alle reti telematiche a causa del mancanza della banda larga e al cattivo funzionamento dei ripetitori della telefonia mobile. «Non si capisce – afferma Gianni Tatti – come si possa affrontare la sfida della ricetta medica elettronica senza gli strumenti che consentono un accesso rapido alla rete». Secondo il consigliere regionale di Aps, l’accelerazione del progetto rischia di mettere in difficoltà molti medici di famiglia costretti ad utilizzare maggior tempo per l’erogazione dei servizi richiesti.  

Per queste ed altre ragioni, il gruppo di Area Popolare Sarda chiede alla Giunta di sapere in base a quali criteri si è deciso di avviare il progetto della ricetta elettronica in tempi così rapidi e veloci e di conoscere il numero dei centri isolani che ancora non sono in grado di accedere al Sistema sanitario regionale.

I firmatari dell’interrogazione, infine, propongono un rinvio dell’entrata in vigore della ricetta elettronica in attesa dell’adeguamento tecnologico che consenta ai piccoli paesi della Sardegna di accedere alla rete.

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Parte alle 9.40 da Carloforte (per Calasetta, a causa dell’interruzione dei collegamenti con Portovesme, per il fortissimo vento di maestrale che stamane soffia a 35 km/h) il corteo di protesta dei carlofortini contro la privatizzazione della Saremar.

La delegazione tabarchina raggiungerà Cagliari, dove scenderà in piazza con una grande manifestazione organizzata «contro l’arroganza della Regione e contro altra disoccupazione per un servizio marittimo pubblico». La FILT CGIL ha messo a disposizione due autobus in collaborazione con l’associazione turistica Pro Loco, per favorire la massima partecipazione possibile.

All’origine della protesta, com’è noto, c’è la convinzione che il progetto dell’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, non riconosca il diritto sacrosanto alla mobilità delle persone e delle merci, dimenticando che l’unica strada percorribile per i cittadini delle isole sia il mare.

Ricordiamo ancora che il Consiglio regionale, in una delle prossime sedute,affronterà l’esame della mozione n. 113 presentata da 13 consiglieri, primi firmatari Luca Pizzuto (SEL) e Pietro Cocco (PD), già calendarizzata due volte e poi rinviata per la concomitanza con l’esame del disegno di legge sul nuovo Piano Casa.

La mozione impegna il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e la Giunta regionale:

1) a mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti atti ad evitare la privatizzazione totale della Saremar e/o a mantenere pubblica la proprietà maggioritaria, in particolare riconoscendo la funzione sociale del trasporto marittimo con le isole minori e la necessaria permanenza del servizio in ambito pubblico o a maggioranza pubblica;

2) ad aprire un tavolo tecnico di confronto e coordinamento per agevolare lo studio della procedura di parziale privatizzazione della Saremar, evidenziando la centralità di una soluzione che tuteli l’utenza e i lavoratori;

3) a comunicare ufficialmente gli atti di cui alla successiva deliberazione regionale al Governo e all’Unione europea, unitamente ad una relazione sulle motivazioni sociali, economiche e giuridiche che sono alla base della sua adozione.

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Domani, mercoledì 1 aprile, i carlofortini scenderanno in piazza con una grande manifestazione a Cagliari, organizzata «contro l’arroganza della Regione e contro altra disoccupazione per un servizio marittimo pubblico». La FILT CGIL metterà a disposizione due autobus (prenotazioni al n° 0781 854009 – Pro Loco, mail: prolococarloforte@gmail.com).

All’origine della protesta c’è la convinzione che il progetto dell’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, non riconosca il diritto sacrosanto alla mobilità delle persone e delle merci, dimenticando che l’unica strada percorribile per i cittadini delle isole sia il mare.

Ricordiamo che il Consiglio regionale in una delle prossime sedute affronterà l’esame della mozione n. 113 presentata da 13 consiglieri, primi firmatari Luca Pizzuto (SEL) e Pietro Cocco (PD), già calendarizzata due volte e poi rinviata per la concomitanza con l’esame del disegno di legge sul nuovo Piano Casa..

La mozione impegna il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e la Giunta regionale:

1) a mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti atti ad evitare la privatizzazione totale della Saremar e/o a mantenere pubblica la proprietà maggioritaria, in particolare riconoscendo la funzione sociale del trasporto marittimo con le isole minori e la necessaria permanenza del servizio in ambito pubblico o a maggioranza pubblica;

2) ad aprire un tavolo tecnico di confronto e coordinamento per agevolare lo studio della procedura di parziale privatizzazione della Saremar, evidenziando la centralità di una soluzione che tuteli l’utenza e i lavoratori;

3) a comunicare ufficialmente gli atti di cui alla successiva deliberazione regionale al Governo e all’Unione europea, unitamente ad una relazione sulle motivazioni sociali, economiche e giuridiche che sono alla base della sua adozione.

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La Giunta regionale presieduta da Francesco Pigliaru, ieri sera ha approvato una delibera nella quale esprime un giudizio positivo di compatibilità ambientale sull’intervento di ristrutturazione del termovalorizzatore di Macomer. Il provvedimento chiude il procedimento di VIA, Valutazione di Impatto Ambientale, di competenza della Regione.

Il progetto è previsto dal Piano dei Rifiuti in vigore d è indirizzato a garantire il rispetto della gerarchia comunitaria della gestione dei rifiuti, che ritiene il recupero, anche energetico, prioritario rispetto allo smaltimento in discarica. L’intervento è coerente con la produzione dei rifiuti provenienti dalle tre province di Nuoro, Ogliastra e Oristano, aggiornati con le ultime rilevazioni validate dall’ARPAS.

Il progetto consiste nella sostituzione delle due linee di termovalorizzazione esistenti con una nuova linea, all’interno dalla piattaforma di trattamento dei rifiuti di Macomer e permetterà di limitare i fermi impianto cui è soggetto l’attuale termovalorizzatore, in esercizio da oltre 20 anni; di ridurre le emissioni in particolare di polveri e diossina; di contenere del 40% la tariffa di smaltimento rispetto all’attuale e di ridurre la quantità di rifiuti prodotti dalle tre province che vengono conferiti in discarica.

La discarica, infatti, è l’ultima delle opzioni da prendere in considerazione per una corretta gestione dei rifiuti. La priorità è data, anche dalle norme comunitarie, al recupero piuttosto che allo smaltimento e un’alterazione nell’applicazione di tali priorità esporrebbe la Regione a procedure di infrazione, oltre ad avere pesanti costi sociali ed ambientali.

Dal punto di vista ambientale, la ristrutturazione dell’impianto – si legge in una nota della Giunta – sarà caratterizzata dalla presenza delle migliori tecnologie disponibili e garantirà valori di emissione decisamente inferiori rispetto a quelli previsti dalla norma per tutti in parametri, in particolare polveri e diossine che saranno ridotte rispettivamente del 45% e le del 78% rispetto alle attuali.

Per garantire ulteriormente il mantenimento di un buon stato di qualità dell’aria e dello stato di salute del territorio, la delibera prevede attività di monitoraggio sull’ambiente e sullo stato di salute della popolazione.

Il progetto è fortemente contrastato da diverse associazioni e forze politiche ed ha registrato posizioni critiche, nei giorni scorsi, anche all’interno della stessa maggioranza. Nonostante tutto, la Giunta ha deciso di procedere ed ha approvato la delibera che da il via libera al progetto.