18 July, 2024
HomePosts Tagged "Francesco Pigliaru" (Page 13)

[bing_translator]

Una firma per trasferire dalla Provincia alla Regione il Carmelo di Sassari in comodato d’uso per trent’anni e poter così procedere all’allestimento di quello che sarà, nello stabile pregiato dell’ex convento, un importante Museo per l’arte del Novecento e del Contemporaneo. L’accordo,  siglato questo pomeriggio nella sala della Provincia dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dal commissario della Provincia Guido Sechi alla presenza del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, impegna la Regione a realizzare, gestire e assicurare il funzionamento del Museo nei locali dell’Ex Carmelo. 

L’iter era stato annunciato lo scorso 30 agosto, dallo stesso presidente Pigliaru in visita a Sassari al Padiglione Tavolara e all’Ex Carmelo. Dopo il recupero completo del Padiglione Tavolara, grazie alle risorse dedicate al completamento della ristrutturazione, alla manutenzione e la gestione, oggi si chiude l’altro, importante capitolo, per la vita culturale di Sassari e per la visione integrata della rete dei musei del nord ovest della Sardegna, relativo al Museo regionale per l’arte del Novecento e del contemporaneo.

Dopo la firma dell’accordo Francesco Pigliaru, Guido Sechi e Gianfranco Ganau hanno visitato, nell’ex Carmelo, la mostra dedicata a Maria Lai, in corso di allestimento, che sarà inaugurata domani. 

«Lo scorso agosto abbiamo preso un impegno e oggi siamo di nuovo qui per dire che lo abbiamo mantenuto, nel pieno rispetto dei termini che ci siamo dati – ha detto il presidente Francesco Pigliaru, che ha ringraziato i presenti e quanti, come loro e l’assessore della Cultura Giuseppe Dessena hanno lavorato per raggiungere l’obiettivo -. Aprire un museo non è cosa semplice, abbiamo affrontato passaggi burocratici complicati ma ora, con la firma di questo accordo, siamo arrivati alla soluzione che permetterà di spendere i quasi 3 milioni che la Regione ha stanziato per fare del Carmelo lo straordinario contenitore d’arte che merita di essere – ha aggiunto il Presidente -. Il raggiungimento di questo obiettivo, insieme alla restituzione del Padiglione Tavolara, non solo è un grande risultato per Sassari e per la sua grande tradizione artistica, ma è anche il tassello cruciale di una rete metropolitana dei musei che vogliamo vedere realizzata in tempi brevi. Il nord ovest della Sardegna ha attrattori di altissimo livello, pensiamo alla cultura catalana di Alghero, al patrimonio archeologico di Porto Torres, alla ricchezza medioevale di Castelsardo – ha concluso Francesco Pigliaru -, eccellenze che possono essere valorizzate al meglio solo facendo rete». 

Con la disponibilità dell’Ex Carmelo, la Regione potrà avviare i lavori utili all’implementazione del polo museale sassarese. Per il museo del Novecento e del Contemporaneo sono previste risorse per 2 milioni 841mila euro, inoltre sono stati stanziati 200mila euro per il piano di gestione e quello di comunicazione. 

A seguito di apposito restauro, risanamento conservativo e rivisitazione degli impianti, l’ex struttura conventuale del Carmelo si avvia finalmente a diventare la sede del Museo per l’Arte del ‘900 e del Contemporaneo, destinato all’esposizione del “Fondo Biasi”, parte rilevante dell’opera del pittore sassarese Giuseppe Biasi. Gli interventi hanno riguardato anche il restauro delle opere pittoriche del pittore sassarese, che in Sardegna costituiscono la collezione pubblica più importante del primo ‘900. 

[bing_translator]

Al via una serie di facilitazioni per l’accesso alle misure del Programma LavoRas. L’insieme di novità nel programma per il lavoro della Regione è previsto nella delibera n. 53/2 dello scorso 29 ottobre, passata con parere favorevole nella Commissione Lavoro del Consiglio regionale il 13 novembre e approvata in via definitiva ieri in Giunta, su proposta del Presidente, Francesco Pigliaru, di concerto con l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci e l’assessora del Lavoro, Virginia Mura.

Il provvedimento semplifica le modalità di accesso agli incentivi all’assunzione in quattro punti fondamentali: l’incremento significativo dell’importo; la semplificazione delle procedure di accesso delle imprese; la possibilità di ricorrere alla cosiddetta finanza inclusiva; l’eliminazione dei vincoli preesistenti per le aziende di medie e grandi dimensioni. L’insieme delle novità è applicabile ai due avvisi già in corso (bonus occupazionali per l’assunzione di lavoratori under e over 35) e al prossimo bando per le assunzione degli over 55.

«Con questo nuovo passaggio su LavoRas aumentiamo le risorse destinate alle imprese per assumere e, nello stesso tempo, siamo riusciti ad abbassare le difficoltà  burocratiche per accedere agli incentivi, rafforzati sino alla percentuale massima concessa dalle regole europee – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -. I dati sulla disoccupazione giovanile registrano riscontri positivi importanti, ma abbiamo necessità e urgenza di crescere ancora. E’ più che mai necessario che i nostri giovani restino in Sardegna perché sono loro a portare le idee, l’innovazione, il talento che sono le chiavi per il futuro di tutto noi. Stiamo affrontando con il massimo dell’impegno un problema complesso, e giorno dopo giorno affiniamo gli strumenti per dare le risposte più efficaci. Vogliamo che questa azione funzioni e funzioni subito – ha concluso Francesco Pigliaru -, e con questo obiettivo miglioriamo le condizioni economiche e la semplificazione affinché le imprese assumano giovani e lo facciano il prima possibile.»

«Gli incentivi concorrono ad abbattere non solo la disoccupazione giovanile, ma anche quella di chi ha superato i 35 anni e trova maggiori difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro – ha spiegato l’assessore del Lavoro, Virginia Mura -. La semplificazione per l’accesso agli incentivi ci è stata richiesta da tutti gli stakeholder, a partire dalle imprese, grandi e piccole, operanti nella nostra Regione. Abbiamo portato al massimo l’incentivo all’assunzione, sia per le assunzioni a tempo indeterminato, sia per quelle a tempo determinato, dai 12 mesi in su. Abbiamo abbattuto i vincoli per le grandi imprese, stabiliti in precedenza nel programma LavoRas, e semplificato le procedure di accesso ai bonus. Infine, abbiamo stanziato sulla misura ingenti risorse – 40 milioni – e confidiamo, con una comunicazione una più efficace che raggiunga tutte le aziende, di contribuire all’assunzione di migliaia di persone nel nostro tessuto economico», ha concluso la titolare del Lavoro.  

È previsto l’incremento dell’incentivo all’assunzione per i lavoratori a tempo indeterminato fino al 50% del costo lordo annuo del singolo lavoratore, incluso l’importo dell’eventuale sgravio contributivo nazionale, che dovrà essere necessariamente richiesto se l’impresa possiede i requisiti per ottenerlo. Per le assunzioni a tempo determinato oltre i 12 mesi, l’incremento del bonus sale fino al 30% del costo lordo annuo del singolo lavoratore.

I datori di lavoro potranno delegare il proprio consulente del lavoro per la presentazione della domanda. È previsto il coinvolgimento dei soggetti privati accreditati nell’attività di promozione della misura, con il riconoscimento dell’attività svolta, «secondo una logica di premialità, per processo e per prodotto». Nel caso di contratto di somministrazione l’incentivo verrà erogato direttamente all’impresa utilizzatrice. Viene riconosciuta espressamente la possibilità di incentivare il contratto di apprendistato, ferma restando la verifica sul cumulo degli aiuti di stato che potrebbe conseguirne.

La delibera stabilisce due ulteriori facilitazioni per le imprese di media e grande dimensione: il calcolo dell’incremento occupazionale netto (requisito necessario ai sensi del Regolamento UE sugli aiuti all’occupazione) sarà limitato al territorio regionale ed è stabilita la soppressione del limite di 100mila euro come importo massimo per la singola impresa.

LavoRas è il programma integrato plurifondo per il previsto nella Finanziaria regionale 2018. Il piano per l’occupazione della Regione  – con risorse del Fondo per lo sviluppo e la Coesione, della Regione, del Fondo Sociale Europeo e del Programma Garanzia Giovani – stanzia per il 2018 127,6 milioni di euro e 70,1 milioni di euro sia per il 2019, sia per il 2020. LavoRas è diviso in due macromisure: Cantieri (45 milioni per quelli di nuova attivazione e 21 per quelli già esistenti, le risorse per il 2018) e Politiche attive del lavoro (61 milioni), suddivise a loro volta in incentivi all’occupazione (ovvero bonus, con risorse pari a 34 milioni di euro), assegni formativi (14 milioni di euro), risorse per l’occupazione degli over 55 (5 milioni), situazioni di crisi (6,7 milioni), accompagnamento lavoro (700 mila euro), creazione d’impresa (1,2 milioni di euro).

[bing_translator]

La Giunta regionale ha approvato in via definitiva la delibera su LavoRas, con una serie di modifiche al programma della Regione per il lavoro. 

Ne illustreranno il contenuto alla stampa domani, giovedì 22 novembre, alle ore 10.00, a Cagliari, a Villa Devoto, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore del Lavoro, Virginia Mura.

[bing_translator]

L’assessore regionale Donatella Spano.

Una conferenza nazionale con 300 tra partecipanti tra educatori provenienti da tutte le regioni italiane per un confronto sull’educazione alla sostenibilità ambientale e sul coinvolgimento delle comunità locali, partendo dallo stato attuale dei sistemi IN.F.E.A (INFormazione Educazione Ambientale). Si intitola ‘Ninfeas’ la manifestazione in programma giovedì 22 e venerdì 23 novembre al Convento di San Giuseppe di Cagliari (in via Paracelso) organizzata dall’assessorato regionale dell’Ambiente e che vede protagonisti della due giorni i Ceas, i Centri di educazione all’ambiente e alla sostenibilità, di tutte le regioni.

«È la prima volta che la Sardegna organizza un evento di tale portata, alla presenza di educatori, di dirigenti e funzionari ministeriali per una riflessione di grande respiro sulla nuova idea di futuro che vogliamo, che tenga conto delle ricadute in termini di sviluppo economico e nuova occupazione nei settori nella green e blue economy, inclusi i servizi educativi, ambientali e il turismo sostenibile», spiega l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano che aprirà i lavori giovedì mattina alla presenza del sindaco di Cagliari Massimo Zedda.

La manifestazione, che viene realizzata a basso impatto ambientale, con l’utilizzo di materiali compostabili, riciclabili e riutilizzabili e la somministrazione di alimenti locali a chilometro zero e biologici, promuove la costruzione di connessioni e reti tra soggetti, esperienze e approcci diversi per valorizzare la diversità creativa, facilitare gli scambi, la diffusione di buone pratiche e la progettazione comune. La conferenza lavorerà infatti su cinque tavoli per affrontare il rapporto Stato-Regioni per il modello del sistema Infea nazionale, il modello funzionale e organizzativo dei Sistemi Infea. regionali, la sostenibilità economica dei Sistemi Infea regionali, le figure degli educatori ambientali alla sostenibilità ed altre figure professionali e, infine, il ruolo dei sistemi Infea regionali nei processi partecipativi per l’educazione, la cultura e l’economia della sostenibilità. All’evento parteciperanno le diverse reti coinvolte sia a livello internazionale che nazionale e regionale come la rete Weec (World Environmental Education Congress), le Arpas, gli Enti locali, Enti e gli organismi intermedi, gli Enti di gestione delle Aree naturali protette, i Ceas, le Università, l’Ufficio scolastico regionale e associazioni ambientali e culturali. Durante tutta la manifestazione sarà visitabile un’area espositiva e scambio di buone pratiche dei sistemi Infeas nazionale e regionali.

Giovedì 22 novembre si inizia alle 9,30, alla presenza del presidente Francesco Pigliaru, del vertice di Ispra La Porta, del primo cittadino di Cagliari, Massimo Zedda e dell’assessore Donatella Spano. Alle 10,30 Gianluca Cocco, direttore del Servizio Sostenibilità ambientale e sistemi informativi ambientali dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente illustra le strategie della Regione Sardegna in materia di sviluppo sostenibile. Previsti gli interventi di rappresentanti dell’Unesco. Tra i relatori anche Renata Briano della Commissione ambiente del Parlamento europeo, Mario Solomone della Rete Weec ed il presidente di Federparchi Gianpiero Sammuri.

La giornata di venerdì 23 novembre dedica i lavori mattutini ai tavoli tematici mentre la tavola rotonda di condivisione del programma di azione per il rilancio dei sistemi Infeas nazionale e regionali inizia alle 15.00. Sarà l’assessore Donatella Spano a tirare le somme della manifestazione, alle 17,30.

 

[bing_translator]

Religione, identità e cooperazione tra Europa, Africa e vicino Oriente saranno questi i temi della quarta edizione di Dialogando in programma a Stintino sabato 24 e domenica 25 novembre al Mut. L’evento, che dal 2015 a oggi ha messo il paese di pescatori al centro del bacino Mediterraneo, rappresenta una vera e propria occasione di apertura e dialogo tra popoli.

In questi anni i protagonisti sono stati i rappresentanti delle comunità cristiane e musulmane in Italia, in Europa e nel Medio Oriente. Tra loro confronto e condivisione apertura, cooperazione e desiderio di pace.

«La voglia di dialogo non è mai mancata – afferma il primo cittadino di Stintino Antonio Diana – come dimostrano le testimonianze portate dagli stessi Imam e rappresentanti della religione cristiana che hanno partecipato ai due convegni del 2015 prima e a quello del 2016 poi. Con l’edizione di quest’anno vogliamo proseguire sul cammino della costruzione di un ponte con le religioni e favorire nuove occasioni di dialogo e di incontro.»

L’edizione di Dialogando 2018 quindi si aprirà sabato mattina, alle 9,30, nella sala riunioni del museo della Tonnara. Sono due le sessioni mattutine ed una quella pomeridiana.

La prima sessione, dal titolo Il Sudan come modello di Cooperazione allo sviluppo e moderata dal rettore dell’Ateneo turritano Massimo Carpinelli e dal rappresentante dell’Accademia nazionale dei Lincei Piero Cappuccinelli, sarà preceduta dalla lettura magistrale dell’assessore regionale agli Affari Generali personale e riforma Filippo Spanu che illustrerà «il ruolo della Sardegna nella cooperazione internazionale». Alla prima sessione parteciperanno l’ambasciatore italiano nella Repubblica del Sudan, Fabrizio Lobasso, e l’ambasciatore sudanese in Italia Abdelwahab Hijazi.

Sono stati invitati a partecipare anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru ed il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau.

La seconda sessione, dal titolo Il Libano come modello di dialogo interreligioso e civile, sarà moderata dall’arcivescovo di Sassari monsignor Gianfranco Saba. Tra i partecipanti di questa sessione il principe libanese Magid Talal Arslan, ricercatore in Scienze Politiche e Relazioni internazionali, quindi monsignor Youhanna Jihad Battah, vicario patriarcale della Chiesa Siro-Antiochena cattolica e vescovo di Beirut.

La terza sessione, quella pomeridiana, con inizio alle ore 15.00, dal titolo Identità religiose e culturali tra conflitto e cooperazione in Europa sarà moderata da Graziano Milia della Fondazione di Sardegna. All’incontro parteciperanno studiosi e docenti delle Università di Sassari, di Bologna, della Calabria e di Skopje.

La sessione sarà chiusa della presentazione del corso di laurea in “Sicurezza e Cooperazione internazionale” dell’Università degli studi di Sassari.

Il convegno quindi si concluderà con l’inaugurazione dell’edizione 2018 del presepe internazionale a grandezza naturale, realizzato a Stintino dall’associazione “Il tempo della memoria” ,in collaborazione con l’Amministrazione comunale.

Domenica 25 novembre, invece, gli ospiti si sposteranno sull’isola dell’Asinara, per una visita ai luoghi della memoria della Grande Guerra.

L’organizzazione dei convegni Dialogando vede protagonisti, oltre all’amministrazione comunale stintinese, l’Arcidiocesi di Sassari, l’associazione “Il Tempo della Memoria”, l’Università di Sassari, il Centro studi il Mediterraneo, Al Mutawassit ed il Centro studi Golfo dell’Asinara.

[bing_translator]

Il Governo si è impegnato a trattare con la Regione per raggiungere una nuova intesa sugli accantonamenti entro pochi giorni, comunque prima dell’approvazione di entrambe le Finanziarie, quella nazionale e quella regionale. La prossima settimana sarà convocato un nuovo incontro, per discutere già di cifre, al quale parteciperanno la ministra per gli Affari regionali Erika Stefani e il sottosegretario dell’Economia Massimo Garavaglia. Si è concluso così l’incontro di oggi nella sede del ministero degli Affari regionali a Roma, al quale hanno partecipato il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore del Bilancio Raffaele Paci, con il capo di Gabinetto del ministero per gli Affari regionali e le Autonomie Antonio Naddeo, il dirigente responsabile della finanza delle pubbliche amministrazioni nella Ragioneria dello Stato Salvatore Bilardo e dirigenti del Ministero di via della Stamperia.

«È stato un incontro positivo, almeno a giudicare dagli impegni presi dai rappresentanti del Governo. Ora, certo, aspettiamo i risultati concreti, che sono gli unici che contano, e di sicuro teniamo il punto e non molliamo la presa. Nel frattempo però è importante aver ripreso il confronto, aspettavamo da mesi una convocazione per poter ribadire le nostre ragioni – ha detto Raffaele Paci -. Abbiamo presentato ognuno le proprie posizioni, ribadito ciascuno le proprie ragioni e alla fine, con la consapevolezza reciproca che il Governo deve far quadrare i conti ma che la Sardegna ha diritto a regole chiare e a pagare di meno, si è arrivati a condividere la necessità di arrivare a un’intesa per i prossimi anni. Questa è l’unica strada per ottenere risultati duraturi e concreti: il contenzioso, i ricorsi, non finiscono con le sentenze della Corte, perché i giudici stessi scrivono che per applicarle è indispensabile l’intesa politica. Un’intesa sui tempi di durata degli accantonamenti e sulla cifra da pagare. L’abbiamo detto anche oggi molto chiaramente. Tenere accantonamenti a tempo indeterminato, con una decisione unilaterale, significa modificare lo Statuto della Sardegna e non lo possono fare. Noi manteniamo con forza la nostra posizione: pretendiamo l’intesa, e oggi abbiamo qualche motivo in più per pensare che possa essere raggiunta, ma se non ci sarà andremo avanti rifiutandoci di pagare i 285 milioni come abbiamo annunciato e facendo tutti i ricorsi necessari. Speriamo non serva e che si possa arrivare rapidamente a un punto d’incontro, a una mediazione accettabile per entrambi.»

Lo scorso 8 novembre la Regione aveva definito «una vera e propria truffa nei confronti della Sardegna» la decisione del Governo di rimettere nella sua Finanziaria nazionale i 285 milioni non più dovuti dalla Sardegna perché scaduti, e che pochi giorni prima aveva annunciato di non aver intenzione di pagare. Consapevole che le norme di Monti erano ormai illegittime dopo la sentenza 77/2015 della Corte Costituzionale, il Governo ha messo a punto una nuova norma che impone alla Sardegna 536 milioni di accantonamenti (il contributo chiesto alla Regioni per contribuire al risanamento del debito pubblico nazionale), esattamente la stessa cifra degli accantonamenti imposti nel 2012 da Monti, compresi dunque i 285 milioni ormai decaduti. E che la Sardegna, per dare un forte segnale politico, rifiuta di pagare: quella somma, che al momento è comunque nelle casse del Governo, è stata collocata dalla Regione in un apposito fondo per il ripiano del disavanzo sanitario e per finanziare interventi di investimento e di sviluppo del territorio, sempre nelle more della auspicata intesa con lo Stato. Da luglio scorso a oggi, la Regione ha inviato ben 5 lettere per chiedere un incontro e avviare la trattativa. La Giunta aveva dunque chiamato alla mobilitazione tutti i parlamentari sardi, di qualunque schieramento politico. In questi giorni, infatti, parallelamente agli incontri ufficiali ci sono numerosi contatti e interlocuzioni politiche per cercare di trovare la miglior strada possibile. «Quella degli accantonamenti è una battaglia trasversale nell’interesse di tutti i sardi – ha concluso Raffaele Paci -. Sono soldi dei sardi che possono, e devono, essere spesi per politiche di sviluppo della nostra Isola».

[bing_translator]

«Le statue di Mont’e Prama devono stare a Cabras. Riteniamo che Cagliari debba ospitare il minimo indispensabile per fare da attrattore, senza sostituirsi ma, al contrario, favorendo e incentivando l’attenzione per Cabras. Il nostro confronto con il Mibac si è sempre svolto in questo senso e oggi ribadiamo convintamente la nostra posizione. Non credo che il Ministero abbia cambiato opinione sugli accordi presi. Verificheremo, ma è comunque chiaro che, nel caso l’abbia fatto, non l’abbiamo fatto noi.»

Così il presidente della Regione Francesco Pigliaru in relazione al dibattito aperto in questi giorni sul tema.

«Nell’accordo che abbiamo firmato un anno fa con il Ministero e il Comune di Cabras si è stabilita la costituzione della Fondazione Mont’e Prama, la cui sede legale dovrà essere proprio presso il Museo archeologico di Cabras e alla quale spetteranno le azioni di sviluppo turistico-culturale e di valorizzazione delle statue, del Museo e di tutto il territorio del Sinis – aggiunge Francesco Pigliaru -. Il fine è creare un sistema unico di governance delle azioni da portare avanti, a partire proprio dalla riqualificazione del Museo di Cabras. Nessun passo indietro. Come abbiamo sottoscritto nell’accordo, la Fondazione, alla quale partecipano appunto la Regione Sardegna, il Mibac e il Comune di Cabras, è lo strumento che consentirà la realizzazione di questa visione integrata – conclude il presidente Pigliaru -, il luogo dove gli interessi di tutti soggetti coinvolti saranno equamente rappresentati. Continuiamo a lavorare per darle forma.»

L’assessore della Cultura Giuseppe Dessena aggiunge: «Lo stesso piano straordinario degli scavi, che vale 8,4 milioni di euro ed è stato pensato in una nuova ottica di messa in rete e a sistema, si basa sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale diffuso in tutto il territorio regionale: saranno infatti 76 gli interventi complessivi. Proprio questo elemento rappresenta un valore aggiunto culturale ed economico evidente – conclude Giuseppe Dessena – e nei ragionamenti fatti col Ministero uno degli obiettivi definiti era proprio dare la massima centralità alle statue di Mont’e Prama a Cabras».

«I Giganti di Mont’e Prama devono rimanere nel territorio di provenienza. Il ridimensionamento del Museo archeologico di Cabras sarebbe una iattura per la cultura sarda». Lo sostengono sei consiglieri regionali di maggioranza e opposizione eletti nel collegio di Oristano.

Antonio Solinas e Mario Tendas del Pd, Attilio Dedoni e Alfonso Marras dei Riformatori, Augusto Cherchi del Partito dei Sardi e Oscar Cherchi di Forza Italia hanno depositato in mattinata una mozione urgente per chiedere il rispetto degli accordi sottoscritti da Regione Sarda e Mibac sulla valorizzazione delle statue di Mont’e Prama.

«L’accordo del 2005 – ricordano i firmatari della mozione – prevedeva un finanziamento di 1,6 milioni di euro per il restauro delle sculture di Monte Prama e la costruzione ex novo del Museo dell’arte nuragica e contemporanea del Mediterraneo nel quartiere cagliaritano di Sant’Elia. Il progetto del “Betile”, ideato dall’archistar irachena Zaha Hadid e finanziato con 83 milioni di euro dalla Giunta Soru, fu però cancellato dalla Giunta Cappellacci e non vide mai la luce. Successivamente, Regione e Mibac decisero di ampliare il Museo archeologico di Cabras per ospitare il complesso scultoreo originale di Mont’e Prama. In quell’intesa si stabilì di destinare alcuni reperti (tre statue e un modello di nuraghe) al Museo archeologico di Cagliari. Questo patto tra Stato e Regione viene oggi rimesso in discussione dai funzionari del Ministero. L’ipotesi di ridimensionamento del Museo di Cabras è per noi inaccettabile.»

Nel documento depositato in Consiglio si ricorda, inoltre, che il comune di Cabras, sulla base di un finanziamento di 2 milioni di euro ottenuto dal Cipe nel 2012, ha iniziato in lavori di ampliamento del Museo archeologico di Cabras per poter ospitare le statue restaurate.

«E’ un’opera fondamentale per lo sviluppo turistico ed economico del territorio su cui puntano il Comune di Cabras e l’Unione dei Comuni della Costa del Sinis – affermano i presentatori della mozione – il ridimensionamento del Museo sarebbe un errore colossale.»

Da qui la richiesta alla Giunta regionale: «Pigliaru apra subito un confronto col Mibac – afferma il primo firmatario della mozione Antonio Solinas – gli accordi del 2005 devono essere rispettati. La Regione sarda ha il dovere di porre in campo tutte le azioni possibili per la completa valorizzazione del museo archeologico di Cabras e del sito di Mont’e Prama».      

[bing_translator]

 I ritardi nei pagamenti per l’esecuzione dei lavori in alcuni lotti della nuova Sassari-Olbia sono stati al centro dell’audizione dei rappresentanti della Cooperativa Acanthus da parte della Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale.

Il mancato versamento delle spettanze per il subappalto di alcuni lavori di risanamento ambientale ha provocato il dissesto finanziario della cooperativa, costretta nei mesi scorsi a licenziare 38 dipendenti.

«Siamo vittime di un cattivo sistema di gestione degli appalti pubblici – ha spiegato il direttore generale di Acanthus Vittorio Cadau – la nostra società fatturava 4 milioni di euro fino allo scorso anno ed aveva alle proprie dipendenze 120 lavoratori. Ora, a causa dei ritardi nei pagamenti da parte della ditta appaltatrice, ci troviamo in una situazione di estrema difficoltà. Non è esclusa l’adesione alla procedura di concordato preventivo in bianco.»

I responsabili di Acanthus hanno quindi denunciato l’atteggiamento omissivo da parte di Anas che, in qualità di stazione committente per gli appalti della SS-Olbia, ha il dovere di vigilare sui pagamenti dei lavori e, in caso di inadempimento da parte della ditta appaltatrice, di soddisfare direttamente le richieste dei creditori. «Quello per la realizzazione della Sassari-Olbia è un appalto da 938 milioni di euro, il più grosso tra quelli in esecuzione in Sardegna – ha aggiunto Vittorio Cadau – non è possibile che una partita di queste dimensioni venga gestita con queste modalità. A causa dei criteri adottati, molte imprese come la nostra si trovano in difficoltà. Nei giorni scorsi il tribunale di Roma ci ha dato ragione. I giudici hanno emesso, infatti, il primo decreto ingiuntivo a carico di Anas, condannata a pagarci 180mila euro per alcuni lavori. E’ una decisione importanti che apre la porta ai ricorsi delle altre ditte subappaltatrici nei confronti di Anas».

«E’ una situazione molto difficile, l’ennesima in un territorio lacerato come il Nord Sardegna – ha detto il consigliere di Forza Italia Marco Tedde – i 938 milioni di euro per la Sassari-Olbia sono stati stanziati per la Sardegna e non per l’Anas. E’ assurdo che appalti di questa portata vengano assegnati con il sistema del massimo ribasso. Chi ha lavorato deve essere pagato.»

Marco Tedde ha quindi proposto l’adozione di una risoluzione che impegni il Presidente della Giunta Francesco Pigliaru ad intervenire nei confronti di Anas per ottenere l’immediato pagamento delle spettanze dovute alle ditte subappaltatrici.

Richiesta a cui si è associato il consigliere del Pd Raimondo Cacciotto che ha invitato la Commissione a programmare un’audizione dell’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori sulla Sassari-Olbia.

Una diversa gestione degli appalti, infine, è stata sollecitata dai consiglieri del Pd e di Art. 1 – Mdp, Mario Tendas e Paolo Zedda.

Al termine dell’audizione, il presidente del parlamentino delle “Attività Produttive” Luigi Lotto ha assicurato un intervento nei confronti della Giunta: «Valuteremo se procedere con una risoluzione, in ogni caso faremo pervenire le nostre considerazioni al presidente Francesco Pigliaru – ha detto Luigi Lotto – la speranza è che le pressioni della politica, unitamente alle recenti decisioni del Tribunale di Roma, riescano a far smuovere le acque e a far rispettare i diritti delle imprese e dei lavoratori».

 

[bing_translator]

233 Comuni, su un totale di 267 potenziali beneficiari, hanno sinora presentato le domande di finanziamento nell’ambito del nuovo bando che estende a tutti i comuni la possibilità di realizzare le reti di videosorveglianza.

Il dato è scaturito dall’incontro di approfondimento, rivolto ad amministratori locali e tecnici comunali, che si è svolto a Nuoro alla presenza dell’assessore degli Affari generali Filippo Spanu, del sindaco Andrea Soddu, del primo dirigente della Questura Michele Peloso e del direttore dell’assessorato degli Affari Generali Antonello Pellegrino.

L’assessore, nel manifestare soddisfazione per l’alto numero di comuni che hanno aderito al nuovo bando i cui termini scadono il prossimo 7 dicembre, ha sottolineato che “la Giunta guidata da Francesco Pigliaru sta mantenendo fede all’impegno assunto con i sindaci di coprire tutto il territorio regionale con i nuovi apparati di controllo. E’ in corso di realizzazione – ha chiarito Filippo Spanu – una rete di sensori che offre informazioni in grado di dare alle comunità un maggiore senso di sicurezza e di supportare le indagini delle forze dell’ordine. Invito i sindaci dei comuni che ancora non abbiamo provveduto a formalizzare la richiesta di finanziamento”

“Anche se – ha aggiunto l’assessore degli Affari Generali – a questo sistema occorre associare una diffusa cultura della sicurezza che può crescere e svilupparsi attraverso una costante opera sensibilizzazione nelle scuole e nei luoghi dedicati alla formazione dei giovani”.

La richiesta di contributo per realizzare le reti di videosorveglianza si può trovare al seguente indirizzo: : http://www.regione.sardegna.it/retisicurezza-fase2/.

Allo stesso indirizzo è reperibile tutta la documentazione relativa al procedimento.

[bing_translator]

«Un documento comune, un testo condiviso al quale Sardegna, Corsica e Baleari stanno lavorando insieme e che invieranno ognuno al proprio Governo. Al centro, la richiesta di affiancare le tre regioni insulari, insieme, nel confronto con l’Europa, perché l’articolo 174 del Trattato di funzionamento europeo che norma l’insularità non resti sulla carta ma venga finalmente attivato.»

Lo hanno detto a tre voci, questa mattina, i presidenti della Sardegna Francesco Pigliaru, della Corsica Gilles Simeoni, e la vicepresidente delle Baleari Isabel Busquests i Hidalgo. L’occasione è stata l’iniziativa che la Regione Sardegna ha organizzato insieme al Comitato europeo delle Regioni questa mattina nella sala del THotel a Cagliari ed alla quale hanno preso parte numerosi rappresentanti delle Istituzioni europee, tra cui il vicepresidente dell’Intergruppo isole del Parlamento europeo Tonino Picula e Jan Mikolaj Dzięciolowski, responsabile del tema per il gabinetto della Commissaria europea per gli affari regionali, Corinna Cretu. Nella sessione di lavoro che ha impegnato i tre massimi esponenti politici si è inoltre aggiunto in video il presidente di Creta Stavros Arnaoutakis.

Negli interventi è emerso ancora una volta come le regioni insulari non comprese in quelle ultraperiferiche condividano una situazione di svantaggio strutturale sinora non riconosciuta, ma che invece deve trovare spazio nella programmazione della politica di coesione post 2020, così come nella normativa europea. «Si tratta della rivendicazione di un diritto di cittadinanza – ha detto il presidente Francesco Pigliaru, citando le difficoltà incontrate dalla Sardegna su molti fronti, a partire dal bando per la mobilità – difficoltà e necessità di soluzioni, di certezze che sono ovvie per chi vive e lavora su un’isola, di chi tutti i giorni si trova a dover affrontare la discontinuità territoriale causata dalla condizione insulare, ma che l’Europa fatica a capire. Non è una richiesta di risorse – ha sottolineato -, è una richiesta di giustizia: vogliamo poter usare i nostri soldi per dare risposte specifiche a problemi specifici senza incertezze, senza il timore di incorrere in richiami comunitari dettati da regole sulla concorrenza che non tengono conto della nostra particolarità. Il lavoro che ormai da tempo portiamo avanti con Corsica e Baleari, con cui la Sardegna ha stretto per la prima volta un’alleanza politica e operativa che si fa sempre più forte e che certamente apriremo ad altre realtà insulari, come dimostra il già avviato rapporto con Creta, è essenziale per arriva e a risultati concreti. Da parte nostra abbiamo messo in gioco non solo l’unità di intenti politici ma anche e soprattutto la determinazione, la misurazione oggettiva, concreta degli svantaggi strutturali determinati dall’insularità, ognuno con i suoi tecnici, i suoi esperti, e poi insieme. Un lavoro così non era stato mai fatto, ma ora è tempo di raccoglierne i frutti. Ma poiché l’Europa dialoga obbligatoriamente con gli Stati e non con le regioni – ha concluso il presidente Francesco Pigliaru – oggi siamo a questa svolta, puntando ad un risultato che insieme ai nostri tre governi nazionali possiamo finalmente ottenere».

Concetti questi ripresi e rimarcati dal presidente Simeoni, che ha sottolineato come l’appuntamento con la definizione della politica di coesione post 2020 sia un’occasione «che le isole non possono perdere. Parlare con una voce comune è più che mai essenziale sia alla Commissione che ognuno al proprio governo, perché tengano conto della questione isole, compresa la definizione di un indice di insularità dato dalla distanza, e traducano le difficoltà in opportunità mettendo in pratica azioni concrete». Concretezza ribadita dalla vicepresidente delle Baleari Busquets i Hidalgo, che ha ricordato come al lavoro della politica, «con i frequenti incontri anche pubblici di questi anni, sia stato affiancato un imponente lavoro dietro le quinte, portato avanti dagli uffici delle tre regioni insulari. È un elemento da non trascurare – ha aggiunto -, perché nel momento del confronto con gli uffici europei le nostre argomentazioni traggono da lì molta forza.»

I lavori del convegno sono andati avanti per tutta la mattina con tavole rotonde di approfondimento dei vari aspetti tematici, moderate da Giuseppe Sciacca, segretario esecutivo della CRPM, la Conferenza delle Regioni Periferiche d’Europa. Per la Regione Sardegna è stato l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ad intervenire sui temi della promozione e sviluppo e la creazione di imprese nelle Isole europee, insieme a Tereza Krausova (Programme manager politiche UE Italia e Malta, Direzione generale per la Politica regionale della Commissione europea), e Monika Mrozec-Comparetto (Capo della Divisione Strumenti finanziari e attuazione della Banca europea di Investimenti). «Il nostro obiettivo è incrementare il Pil e l’occupazione, e su questo abbiamo concentrato le nostre azioni di governo in questi anni, individuando i fattori materiali e immateriali dello sviluppo per rafforzare ciascuno di essi. A partire dal capitale infrastrutturale che da sempre per un’isola periferica come la Sardegna ha segnato un enorme e storico gap – ha detto Raffaele Paci -. Abbiamo investito molto sul capitale umano, finanziando scuola e università. Abbiamo puntato sull’innovazione tecnologica e sul digitale, con bandi per le imprese, aerospazio e progetti scientifici internazionali. Siamo una delle regioni col maggior numero di Start up e abbiamo un solido capitale sociale. Quello su cui dobbiamo lavorare molto è invece il capitale istituzionale, il vero fattore di sviluppo: serve maggiore consapevolezza dei nostri diritti e assumersi la responsabilità di esercitarli bene. Serve una grande battaglia politica e di identità se vogliamo superare i nostri ritardi storici», ha concluso Raffaele Paci. L’ultima parte dei lavori è stata dedicata alle opportunità occupazionali per i cittadini delle isole, con gli interventi tra glia altri di Henri Malosse (30° presidente del CESE, Comitato economico e sociale europeo) e l’economista Philip Von Brockdorff (Comitato direzione del sindacato Voce dei lavoratori e membro del CESE).