20 November, 2024
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Nuove critiche del consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci alla maggioranza di centrosinistra sui contenuti della Manovra finanziaria 2015.

«Più si va avanti con l’analisi della Finanziaria – dice Locci – e più ci si accorge che la Giunta di Francesco Pigliaru sta facendo una vera e propria strage in alcuni importanti settori dell’economia sarda, tra mondo dell’informazione e archeologia. Senza dimenticare le mancate promesse sulla valorizzazione della lingua sarda. E non pensi, la Giunta, di risolvere tutto con il mutuo per le infrastrutture da 600 milioni di euro. Insomma, stando ai fatti e, soprattutto, ai numeri, con i quali i professori dovrebbero avere una certa dimestichezza, questa Finanziaria fa acqua da tutte le parti.

Durante l’approvazione della legge di riordino del sistema radiotelevisivo sardo la Giunta aveva preso l’impegno di prevedere la copertura finanziaria nella legge di bilancio. Ma, guarda caso, non ci sono le previsioni di spesa e si corre il rischio che il Governo nazionale impugni la legge che garantisce un sostegno al mondo dell’editoria televisiva, alle prese con una crisi importante. Oltre a una effettiva necessità di fondi da inserire nei propri bilanci, le aziende appartenenti al mondo dell’informazione hanno forti aspettative in merito alla nuova normativa. La speranza è che nel corso della discussione in Commissione e in Consiglio la Giunta riesca a individuare le risorse necessarie. Risorse, lo preciso ulteriormente, da considerarsi vitali per le aziende del settore.»

«Altro comparto di straordinaria importanza per l’economica della Sardegna a non trovare adeguata attenzione da parte dell’esecutivo regionale è l’archeologia – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco -. La Giunta ha avuto il coraggio di ridurre, rispetto all’anno passato, il fondo destinato ai comuni per la gestione dei siti archeologici di ben 5 milioni di euro. Una cifra esorbitante, se si pensa che già con il fondo precedente si faceva difficoltà a garantire la tutela e la valorizzazione dei tesori dell’archeologia sarda. Una sforbiciata che, oltre a mettere a rischio i beni culturali, produrrà anche una riduzione di personale, visto che le cooperative che hanno in mano la gestione dei musei o di qualsiasi altro sito dovranno fare i conti con minori fondi. Che, ovviamente, significherà ridurre il personale. E menomale che la Giunta aveva promesso un grande piano per il lavoro.»

«E la lingua sarda? Non pervenuta. In Finanziaria non se ne parla nemmeno per sbaglio. Ci impegneremo, se ce ne daranno l’opportunità, per sanare queste situazioni di vera emergenza. Nessun ostruzionismo – conclude Ignazio Locci – ma responsabilità verso i sardi e la Sardegna. La maggioranza faccia altrettanto.»

Ignazio Locci 1 copia

Francesco Pigliaru 4Gianfranco Ganau copiaUgo Cappellacci copiaPietro Pittalis 26 copia

Il Consiglio regionale si riunirà mercoledì 21 gennaio alle ore 16.00. Il primo punto all’ordine del giorno è l’elezione dei delegati per l’elezione del presidente della Repubblica (le votazioni inizieranno il 29 gennaio alla Camera dei Deputati).

La nomina di due dei tre delegati dovrebbe essere “scontata”, con l’indicazione del presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, e del presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau. Il terzo delegato dovrebbe essere indicato dalle opposizioni e i “papabili” sono l’ex presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, e il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis.

Tra gli oppositori del progetto Biofuel c’è anche il consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna Ignazio Locci.

«Sì al Carignano e alle coltivazioni orticole, no alla beffa del Biofuel – attacca Locci in una nota -. Il Sulcis ha bisogno di rilanciarsi puntando sulle sue specificità, tra vino locale e carciofo spinoso (per citare due esempi), piuttosto che farsi prendere per disperazione da chi, senza alcuno scrupolo e seguendo la strada più facile, vuole impiantare nel nostro territorio la coltivazione delle canne per la produzione del Biofuel.»

«Dopo il dovuto confronto con il mondo dell’agricoltura e della piccola impresa – aggiunge Locci -, sono convinto che consacrare una buona fetta delle nostre terre alla coltura delle canne sia una scelta da pazzi, di cui potremmo pentirci e pagarne le conseguenze. Un’iniziativa che è stata peraltro rifiutata in altre regioni e, dunque, non si capisce perché debba essere proprio la Sardegna con il suo disastrato Sulcis ad accettare il progetto degli imprenditori del nord. Non possiamo assolutamente svendere la nostra terra e, soprattutto, la nostra acqua per una coltivazione considerata infestante. Inoltre, con il prezzo del petrolio che cala, sono convinto che il carburante biofuel non sia la risposta: la popolazione mondiale si avvia ormai a 10 miliardi di abitanti, l’agricoltura e le energie rinnovabili rappresentano l’unico futuro possibile. Per il Sulcis – conclude jl consigliere regionale di Sant’Antioco – si deve dunque puntare sul potenziamento dell’agricoltura, garantendo sostegno ai lavoratori della terra.»

Ignazio Locci interviene anche sulla decisione del commissario della provincia di Cagliari di assumere 14 interinali per sei mesi nell’ambito del progetto Garanzia Giovani.

«Se non fosse che è tutto documentato, si potrebbe pensare a uno scherzo – dice Ignazio Locci -. Perché è quantomeno curioso che un ente pubblico, per giunta commissariato, spenda denari dei contribuenti per assumere precari che aiutino altri precari a uscire dalle secche dell’incertezza lavorativa e dell’instabilità professionale. Quanto deciso dal commissario della provincia di Cagliari, che ha stanziato 200mila euro per contrattualizzare per sei mesi 14 interinali che si occuperanno di Garanzia giovani, ha il sapore dello scandalo. Scandalo perché è inaccettabile che il commissario, chiamato a svolgere l’ordinaria amministrazione e se possibile a ridurre gli sprechi, si spinga tanto in fondo da promuovere nuove assunzioni, ovvero nuovi precari con il compito di aiutare altri precari e disoccupati a trovare un’occupazione.»

«Tuttavia, è ancora più scandaloso che il governo dei professori, sin dal momento del suo insediamento, non abbia fatto altro che promettere una lotta serrata agli sprechi, agli enti inutili e al precariato. E mentre dava lezioni su come si governa la Regione, ha proceduto con le lottizzazioni di tutti gli enti che aveva annunciato di voler tagliare o ridimensionare. Enti, come nel caso della provincia di Cagliari, che sprecano soldi dei sardi per creare nuovo precariato. E nuove clientele. Ma sono sicuro – conclude Ignazio Locci – che il presidente Francesco Pigliaru interverrà immediatamente per fermare l’iniziativa della Provincia di Cagliari, che in un colpo solo sconfessa alcuni tra i punti più importanti del programma politico del centrosinistra.»

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Confronto Eni-Regione, ieri sera a Roma, nella sede dell’Eni, tra il presidente Francesco Pigliaru e l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi. Erano presenti al tavolo, per la Regione Sardegna, l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras e l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano; per l’Eni Salvatore Sardo (Chief Downstream & Industrial Operations Officer) e i responsabili delle singole divisioni strategiche.
Sono diversi i punti trattati: lo stato di attuazione del protocollo sulla chimica verde e il complessivo posizionamento strategico di Eni in Sardegna, sia attuale che nella prospettiva di sviluppo. Pur considerando i ritardi sull’adeguamento normativo comunitario e nazionale che definiva le condizioni competitive e di mercato ottimali per gli impianti di bioplastiche, Eni ha ribadito la volontà di investire in Sardegna, anche nella direzione di soluzioni orientate a superare il gap di competitività determinato dai costi dell’energia per imprese e famiglie. Sono stati confermati integralmente, inoltre, gli impegni sulle bonifiche, per le quali si è condivisa la necessità di una forte accelerazione anche nella direzione della massima valorizzazione delle imprese e delle maestranze locali e della messa a disposizione, per nuove attività, delle aree dismesse.«E’ stato un primo incontro interlocutorio per esporre le reciproche posizioni e avviare il confronto – ha commentato Francesco Pigliaru alla fine della riunione -. Si è concordato un aggiornamento in tempi ristretti con il coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo Economico per la ricognizione e il coordinamento dell’attività degli specifici tavoli tematici, che sono già avviati e che in Sardegna includono anche le parti sociali e i territori.»

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I segretari regionali di CGIL, CISL e UIL, Michele Carrus, Oriana Putzolu e Francesca Ticca, sono stati sentiti oggi in audizione in 3ª commissione, sui contenuti della Manovra finanziaria 2015.

Michele Carrus (Cgil) ha rivolto inoltre un particolare apprezzamento per la programmazione integrata di tutti i fondi a disposizione (europei, regionali e statali) insieme con una valutazione positiva per l’introduzione del  cosiddetto “pareggio di bilancio” ed il conseguente superamento dei vincoli che ne derivavano alla finanza pubblica regionale per effetto del patto di stabilità. L’ulteriore nota positiva evidenziata dal leader della Cgil riguarda il rilancio delle opere pubbliche, la riduzione permanente dell’Irap e la scelta di non introdurre il ticket sanitario. «La criticità – ha dichiarato Carrus – riguarda invece la mancata centralità del tema del lavoro, quale elemento essenziale nelle scelte di politica economica e sociale della Giunta e della sua maggioranza». Perplessità sono state evidenziate a proposito delle politiche settoriali («non sono esplicitate le politiche di settore e l’unica dotazione riguarda 26 milioni di euro destinate all’artigianato») e per quelle relative al “sociale” («non si tiene conto dell’azione del governo tesa a scaricare sulla Regione l’onere delle risposte ai lavoratori con ammortizzatori sociali in deroga»), nonché per l’assenza di una scelta strategica in materia di approvvigionamento energetico («quale è la scelta per il metano?»).

L’out-out della Cgil riguarda i servizi ai cittadini: «Non accetteremo mai una riduzione dei servizi essenziali per i cittadini-consumatori, quindi niente tagli ai servizi sociali e a quelli del trasporto pubblico locale». L’invito riguarda invece le riforme: «Non si possono fare le riforme solo perché bisogna ridurre la spesa ma bisogna partire per migliorare l’efficienza dei servizi resi ai cittadini dalla pubblica amministrazione e dagli enti». Michele Carrus ha quindi concluso con la richiesta di un emendamento della commissione alle poste riferite ai patronati: «L’anno scorso il fondo è stato azzerato e in questa finanziaria non è stato adeguatamente rifinanziato».

La segretaria della Cisl, Oriana Putzolu, ha domandato polemicamente dove risieda “il patto sociale per lo sviluppo” annunciato dal presidente Francesco Pigliaru all’indomani dell’approvazione in Giunta della manovra 2015. «Condividiamo i principi – ha precisato Putzolu – ma vogliamo vedere tradotto nei numeri e nelle misure della finanziaria quel patto sociale che, al momento, resta solo un titolo ad effetto e un annuncio». La critica della Cisl va oltre la mancata centralità del tema del lavoro e riguarda anche il tema della spesa regionale in riferimento al quadro delle risorse disponibili. E così, se in mattinata l’assessore Raffaele Paci aveva annunciato la priorità di spendita delle risorse comunitarie e poi, solo quando questo non sarà possibile, delle risorse regionali, Oriana Putzolu inverte l’ordine e auspica per la spesa, prima l’impiego delle risorse “più certe e più facilmente spendibili” cioè quelle regionali e poi di quelle europee. «Queste ultime – ha insistito la segretaria Cisl – sono aggiuntive rispetto a quelle della Regione e se i tempi dei bandi sono quelli che conosciamo, allora possiamo dire che si rischierebbe di non spendere un euro per tutto il 2015».

«Serve aggredire la disoccupazione – ha concluso Oriana Putzolu – cioè mettere al centro il lavoro, in caso contrario non c’è l’inversione di tendenza rispetto al passato e la finanziaria rimane solo una enunciazione di principi». La Cisl ha invitato inoltre la commissione ad incrementare gli stanziamenti anche per i cosiddetti “nuovi oneri legislativi” (Fnol): «In passato hanno rappresentato una soluzione per far fronte alle emergenze e oggi lo stanziamento di 5 milioni di euro appare del tutto inadeguato».

Sulla stessa lunghezza d’onda si è sviluppato l’intervento della segretaria regionale della Uil, Francesca Ticca, che ha definito la condizione dell’Isola “una situazione di emergenza senza precedenti”. La critica ha riguardato l’assenza di politiche attive per il lavoro ed ha lamentato una scarsa concretezza degli interventi per il superamento della crisi in atto a fronte del perdurare degli annunci.

Francesca Ticca si è dunque soffermata sul tema delle riforme per ribadire contrarietà alla tendenza in atto di dividere la Sardegna in Nord e Sud. «Serve – ha spiegato la numero uno della Uil – un processo di sviluppo che coinvolga tutti i territori dell’Isola ed a questo proposito mi domando dove sia finito il “centro Sardegna” in questa finanziaria».

Francesca Ticca ha auspicato, dunque, scelte mirate ed ha denunciato come dalle azioni indicate nella manovra non emergano modifiche rispetto al sistema economico conosciuto nel recente passato.

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«Con la disoccupazione che galoppa, le famiglie allo stremo e le aziende strozzate da una pressione tributaria che non dà tregua, la Giunta dei professori continua a dispensare le solite lezioncine di metodo e si prepara a propinare ai sardi una Finanziaria la cui parola d’ordine è rigore, dunque tagli e sacrifici, dimenticandosi di individuare ricette e risorse di cui la Sardegna ha bisogno.»

Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna, è molto critico nei confronti della Giunta per la Manovra Finanziaria 2015.

«Mentre dalla loro cattedra cercano maldestramente di convincere i sardi di avere individuato la strada per rilanciare l’Isola – sottolinea Locci -, gli assessori regionali avviano la discussione sulla Finanziaria 2015 nel peggiore dei modi possibili: mettendo le mani avanti e parlando di crisi strutturale, quasi a voler giustificare anticipatamente il loro triste fallimento politico. Ormai in pieno trance agonistico da occupazione dei posti di potere, non riescono a difendere compiutamente gli interessi dei sardi perché servi del padre padrone Matteo Renzi, che certo non sta pensando ai problemi della Sardegna e, del resto, il presidente Francesco Pigliaru non fa nulla per ricordargli le difficoltà in cui versa la nostra terra.»

«Il documento finanziario improntato esclusivamente al rigore che il professor Raffaele Paci intende farci digerire è persino capace di programmare l’aumento dell’Irap, nonostante le imprese isolane siano ormai con l’acqua alla gola. Quanto alla spendita delle risorse, basta dare uno sguardo alla previsione in merito al Piano Sulcis, per il quale nel 2015 si prospetta la spesa di soli 6 milioni di euro, per farsi un’idea di quanto sia fallimentare e pericolosa la Finanziaria. Una cifra che definire scandalosa è quasi un complimento. Per non parlare dei fondi a disposizione delle politiche attive del lavoro: su 57 milioni di euro ben 47 vengono destinati al progetto Garanzia giovani. Va da sé che per le azioni reali restino le briciole.

Intanto, attendiamo di appurare se si verificherà la previsione di maggiore capacità di erogazione di risorse nel sistema Sardegna per il 2015, che ammonta a circa 800 milioni di euro.

Tuttavia, nell’esclusivo interesse dei sardi sospendiamo il giudizio sulla Finanziaria targata Raffaele Paci e auspichiamo di poter contribuire al miglioramento del documento sia in commissione che in Consiglio. Certo, fino a oggi i professori ci hanno fatto intendere, anche in modo talvolta sprezzante, che del nostro contributo non hanno bisogno (e i sardi, purtroppo, ne stanno pagando le conseguenze), ma noi vogliano essere fiduciosi – conclude Ignazio Locci – e attendiamo che scendano dal piedistallo per mettere finalmente piede nel mondo reale.»

Questo pomeriggio negli uffici di presidenza in viale Trento, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru e il sottosegretario di Stato della Difesa, Domenico Rossi, hanno firmato l’accordo per l’avvio del tavolo di confronto istituzionale tra Regione Sardegna e Ministero della Difesa.

Questo il testo integrale dell’accordo.

«Il 19 giugno si è tenuta la Seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari. In tale occasione il Ministro Pinotti e il Presidente Pigliaru, hanno convenuto sulla necessità di avviare un tavolo di confronto istituzionale, a partire dall’assunto, ormai da tempo ampiamente condiviso, che esiste una sproporzione tra la presenza militare e i gravami a questa connessi nella Regione Sardegna rispetto al resto d’Italia.

In questo momento, pur nelle differenti posizioni di partenza, sussistono tutte le condizioni per l’avvio di un tavolo di confronto istituzionale volto a valutare, in coerenza con le linee programmatiche del Ministro della Difesa e con le risoluzioni parlamentari e consiliari, la percorribilità dell’avvio del processo di graduale dismissione di parte dei Poligoni e l’individuazione di misure di riequilibrio e di armonizzazione, in termini di riduzione quantitativa e qualitativa dell’incidenza delle attività militari. Un percorso da avviare con tempi certi e modalità definite.

Con riferimento alle esigenze di armonizzazione e mitigazione, quelle più evidenti sono riconducibili alla riduzione dell’estensione dei Poligoni, del Demanio militare e delle aree soggette a Servitù militari e le connesse occupazioni temporanee, alla tutela ambientale e della salute nei Poligoni, alla riconversione delle attività svolte nei Poligoni, all’impatto della presenza militare sulle prospettive di sviluppo dei territori, al riavvio dei processi di dismissione dei beni militari in applicazione dell’articolo 14 dello Statuto Sardo, a partire dagli Accordi del 2006 e 2007.

All’interno di questo perimetro il tavolo avrà obiettivi che per la complessità della loro soluzione potranno realizzarsi entro la legislatura, mentre altri potranno essere conseguiti già nel breve periodo.

Per quanto concerne questi ultimi ci si riferisce all’individuazione di misure di mitigazione quali l’istituzione di osservatori ambientali indipendenti, la riduzione dell’estensione delle aree soggette a vincolo o destinate a Demanio militare, l’individuazione di misure di riconversione in senso dual use delle attività svolte nei Poligoni e di misure di indennizzo e compensazione, il riavvio dei processi di dismissione dei beni militari non più utili alla Difesa, cui corrisponderanno attività concrete per facilitare, di concerto anche con i Comuni interessati, il dialogo con la realtà militare in Sardegna, con il personale militare e le rispettive famiglie, prevalentemente sarde.

Il tavolo dovrà essere anche l’occasione per garantire trasparenza e informazione alle popolazioni, a partire dai dati sullo stato dei luoghi e sulla salute, ma anche da una approfondita analisi degli eventuali costi da mancati sviluppi alternativi dei territori, condotta secondo standard internazionali.»

Accordo Regione-Ministero

 

 

Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Claudia Firino hanno ricevuto ieri mattina, nei locali dell’assessorato della Pubblica Istruzione, una rappresentanza di studenti universitari, in protesta per l’applicazione del decreto del 2012 che uniforma in tutta Italia le tasse regionali per il diritto allo studio universitario: un incremento annuo di 78 euro, solo per gli studenti il cui reddito supera i 25 mila euro e che non risultano idonei né beneficiari di borsa di studio. Sono esentati dal pagamento, infatti, oltre 12 mila studenti. Inoltre, l’intero ammontare resterà all’Ersu per coprire ulteriori borse di studio.

«E’ stato un incontro costruttivo in cui è emerso chiaramente, ancora una volta, che non si tratta di un aumento delle tasse universitarie tout court, ma di un adeguamento a un obbligo di legge, esito del decreto Gelmini», dichiara l’assessore Firino ribadendo che non si è in alcun modo trattato di una scelta della Giunta regionale ma di un obbligo che, se trascurato ancora, avrebbe comportato il pericolo di contenziosi e ricorsi.

«Credo che gli studenti abbiano capito – prosegue l’assessore Firino – che è nostra intenzione tracciare un cambio di rotta sul Diritto allo studio, come abbiamo d’altronde già dimostrato con gli interventi nel 2014 che hanno aggiunto 2 milioni di euro per le borse di studio. Non possiamo e non vogliamo perdere neanche uno studente. Al contrario, è preciso interesse di questa Giunta regionale incrementare il numero dei laureati. Stiamo lavorando, infatti, per realizzare un intervento composito e complessivo, che guarda con attenzione alla residenzialità, non solo per la manutenzione e la soluzione delle tante situazioni difficili delle Case dello Studente ma anche per sperimentare nuove forme di alloggio che si combinino con gli strumenti più avanzati dell’housing sociale e con la residenzialità non studentesca, prendendo anche dalle migliori pratiche sperimentate in Europa. Con gli studenti non mancheranno ulteriori confronti, anche a breve, sulle iniziative che verranno man mano messe in campo.»

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Il tema dell’individuazione dei siti sui quali costruire i depositi per lo stoccaggio dei rifiuti e scorie radioattive che riguarderebbe anche la Sardegna sta scatenando la reazione preventiva del mondo politico isolano, sia di maggioranza sia di opposizione.

«A nome mio e del Gruppo del Partito Democratico che rappresento in Consiglio regionale – denuncia il consigliere regionale Pietro Cocco – esprimo la più netta contrarietà ad accoglierle. Vigileremo ed intraprenderemo tutte le azioni possibili per evitarlo, facendo valere le decisioni dei territori e difendendo i nostri diritti, come già dichiarato dal presidente Francesco Pigliaru e dal segretario regionale del PD Renato Soru.»

«La battaglia a difesa dell’isola dall’insediamento militare – aggiunge il capogruppo del Partito Democratico – è un prerogativa storica della sinistra sarda, ci sono ragioni importanti a sostegno della nostra contrarietà, dimostrate anche recentemente con le richieste al Governo Nazionale per la graduale dismissione dei poligoni militari ed il loro superamento dal punto di vista economico, sociale ed ambientale e con la richiesta forte che si ritrovi un riequilibrio con le altre Regioni italiane. Vanno bene le dichiarazioni di tutti coloro che esprimono contrarietà, anche quelle dei convertiti dell’ultima ora (che oggi abbracciano le spinte autonomiste e negli anni in cui hanno governato l’isola hanno amministrato appiattiti sulle posizioni del governo “amico”), a patto che evitino di lasciarsi andare ad affermazioni avventate e fuori luogo.»

«Ognuno di noi ha la sua storia e personalmente posso rivendicare con forza di avere sempre combattuto su questo tema anche quando da sindaco del comune di Gonnesa nel novembre del 2008, manifestai la netta contrarietà e indisponibilità ad eventuali decisioni sfavorevoli del Governo nazionale, approvando col Consiglio comunale, all’unanimità, un ordine del giorno che rifiutava categoricamente qualsiasi possibilità che venissero costruite nell’ambito territoriale di propria competenza e nel sottosuolo centrali elettriche con reattori nucleari o che gallerie di miniera potessero ospitare scorie di altri impianti», dichiarando pertanto Gonnesa comune denuclearizzatoNon pensino gli estensori del bando nazionale per l’individuazione del sito unico di stoccaggio – sottolinea ancora Pietro Cocco -, di incantarci con le sirene dei centri di ricerca e dei posti di lavoro perché non cederemo su nulla. Faremo fino in fondo la nostra parte coi Sardi e in difesa dei Sardi – conclude Pietro Cocco – perché vogliamo e dobbiamo essere noi gli artefici della linea di sviluppo per la Sardegna.»

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«Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ascolti il “Comitato cittadini del Sulcis”, da tempo in attesa di un incontro per parlare degli interventi necessari a uscire dalle secche della crisi che imperversa in Sardegna e in particolare nella Provincia di Carbonia Iglesias, “eletta”, ancora una volta, territorio più povero d’Italia.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del grippo Forza Italia Sardegna.

«Partendo dalla convinzione che la Sardegna paga il prezzo dei problemi di natura strutturale e storica che stanno alla base dell’eterno stato di difficoltà economica dell’isola – aggiunge Locci – , il comitato (composto da centinaia di piccoli imprenditori della produzione e dei servizi, professionisti e semplici cittadini) chiede interventi mirati volti ad attenuare le condizioni di svantaggio e a incrementare le produzioni. L’obiettivo dell’aggregazione spontanea di cittadini è creare un’economia diffusa, multisettoriale e integrata.»

«Di questo, in particolare, i cittadini del Sulcis vorrebbero parlare con il presidente della Regione (il Governatore, benché invitato, non ha presenziato all’ultima assemblea generale organizzata dal comitato, che ha visto la partecipazione di circa 600 persone, tra imprenditori, professionisti, sindaci e consiglieri regionali). L’auspicio è che Francesco Pigliaru si mostri disponibile – conclude Ignazio Locci – e conceda udienza, senza farsi attendere troppo a lungo.»

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