La Giunta Pigliaru ha stanziato 26 milioni di euro per interventi di Flexicurity. Interessate 4.000 persone in uscita dagli ammortizzatori sociali.
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ha stanziato oltre 26 milioni di euro per avviare politiche attive per i lavoratori in uscita dagli ammortizzatori sociali. I fondi provengono, soprattutto, da risorse europee non spese e somme a valere sul bilancio della Agenzia per il Lavoro. L’intervento è rivolto in via sperimentale a circa 4.000 lavoratori, con età media tra i 40 e i 59 anni (75% uomini) espulsi dal bacino della mobilità in deroga. Il maggior numero degli interessati al provvedimento risiede nella provincia di Cagliari, nel Medio Campidano e nel Sulcis Iglesiente, e ha beneficiato di ammortizzatori sociali in deroga nell’ultimo triennio (2012-2013-2014).
«Si tratta di un intervento che va nella direzione da noi auspicata verso un nuovo modello di politiche attive del lavoro – sostiene il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. Il provvedimento odierno, affiancato a Garanzia Giovani, consente di dare risposte a migliaia di persone disoccupate. Non bisogna restare legati alla sola idea degli ammortizzatori sociali. La Giunta – aggiunge il Presidente – si sta muovendo con un disegno ben preciso: siamo partiti con Garanzia Giovani, con la delibera di oggi ci stiamo occupando della fascia d’età opposta. Stiamo dando risposte perché un licenziamento diventi qualcosa di molto meno traumatico rispetto a quanto accade ora. La nostra strategia è accompagnare i senza lavoro verso una nuova occupazione».
L’intervento di Flexicurity avrà durata di sei mesi. Sono tre gli assi portanti individuati dalla giunta: assicurare sostenibilità sociale alla perdita del posto di lavoro e continuità di reddito; ridurre i tempi di lontananza dal mondo del lavoro; favorire l’acquisizione di competenze utili a sostenere nel tempo le opportunità di lavoro. Lo strumento più importante individuato dalla Regione è quello dei tirocini. Per sei mesi, la spesa a carico dell’amministrazione regionale ammonterà a 3.900 euro per persona (il fabbisogno finanziario è pari a 15 milioni e 600 mila euro). I beneficiari del provvedimento saranno presi in carico dai Centri Servizi per l’Impiego che avranno il compito di orientare i lavoratori nel percorso di reinserimento.
«La Regione – spiega l’assessore del Lavoro, Virginia Mura – non solo intende garantire continuità di reddito e ricollocazione nel mondo del lavoro, ma garantire anche un sistema di incentivi alle imprese per favorire nuove assunzioni. Per questo motivo la delibera prevede un bonus per le aziende che potrà variare da un minimo di 1.500 euro a un massimo di 6.000 euro.»
Il provvedimento approvato oggi dall’esecutivo, prevede di rimodulare le previsioni di spesa del POR FESR Sardegna 2007-2013 riguardo alla linea di attività “Azioni di sistema e supporto all’internazionalizzazione delle imprese” con la finalità di autorizzare questa prima dotazione di 800mila euro per incentivare la partecipazione all’evento milanese. Dopo l’approvazione definitiva della delibera in Commissione consiliare competente, seguirà l’avviso pubblico con tutti i criteri per accedere al contributo.
Si è tenuto stamane, nel palazzo di viale Trento, a Cagliari, l’incontro tra il presidente Francesco Pigliaru e l’ambasciatore del Kazakistan in Italia, Andrian Yelemessov. Il consolidamento dei rapporti commerciali tra la Sardegna e il paese dell’Asia centrale e l’individuazione di settori dove favorire gli investimenti sono stati gli argomenti al centro del colloquio.
«Siamo certamente interessati a rafforzare la promozione delle nostre destinazioni turistiche e delle produzioni agroalimentari – ha detto il presidente Pigliaru – a partire dalle eccellenze come il vino».
Si è riparlato del collegamento aereo diretto, come già sottolineato ieri dagli assessori del Turismo e dell’Industria, Francesco Morandi e Maria Grazia Piras, quale importante strumento per aumentate i flussi dei turisti kazaki.
«Il Kazakistan è un Paese in pieno sviluppo, abbiamo bisogno di tecnologie, impianti, ma anche di manodopera», ha evidenziato quindi l’ambasciatore. «In questo momento la rete ferroviaria kazaka è interessata da importanti lavori di ammodernamento laddove potrebbero essere coinvolte le competenze delle aziende isolane», ha osservato l’assessore Piras presente all’incontro.
L’Expo 2015 e una serie di appuntamenti istituzionali organizzati in Kazakistan, anche con il coinvolgimento delle associazioni datoriali sarde, rappresenteranno le prossime occasioni di dialogo e di confronto.
«È inutile sprecare fiato ai convegni, spendere belle parole sull’importanza dell’industria nel Sulcis, se poi non si è conseguenti con le politiche necessarie alla ripartenza del settore industriale. Ancora una volta il presidente Francesco Pigliaru – ospite a Roma alla presentazione del documentario “Fino in fondo” di Tommaso Mannoni e Alberto Badas, dedicato alla lotta operaia nel Sulcis Iglesiente – racconta la favola di una Giunta impegnata alla ricerca di nuovi investitori per il riavvio dello smelter di Portovesme. Trattative che si starebbero svolgendo lontano da clamori, mentre gli operai, su suggerimento del Governatore, dovrebbero avere pazienza, aiutando a costruire un onirico clima di fiducia. Ma di fatti concreti, tuttavia, nemmeno l’ombra.» Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.
«Mentre non arrivano notizie sulle tariffe energetiche agevolate, indispensabili per continuare a parlare di futuro dell’industria del territorio – aggiunge Locci -, la cassa integrazione si avvicina alla scadenza, e non soltanto per gli operai dell’ex Alcoa. Ad avere seri timori, infatti, sono anche le tute blu ex Ila, che ormai si sentono abbandonate dalla politica. Da una politica che non è stata ancora capace di creare le condizioni per consentire a un imprenditore – questo sì, reale, con nome e cognome e milioni di euro da mettere sul piatto – di attuare i suoi progetti per la ripresa dello stabilimento, tempo fa acquisito con la speranza che la classe dirigente avrebbe agevolato la sua intrapresa. Ma tutto tace. Nessuna novità positiva all’orizzonte.»
Si è svolta ieri pomeriggio, nella Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, la proiezione del film verità sulla lotta operaia nel Sulcis Iglesiente “Fino in fondo”, di Tommi Mannoni e Alberto Badas. Una storia di verità e di lavoro raccontata dai protagonisti che tutelano la loro dignità difendendo la cultura e la vocazione produttiva della provincia più industriale della Sardegna.
Per una reindustrializzazione ecosostenibile e moderna i lavoratori, con i rappresentanti sindacali di Eurallumina Antonello Pirotto e di Alcoa Bruno Usai, si sono confrontati con il presidente della Regione, Francesco Pigliaru; il presidente della commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti; il presidente del gruppo misto-Sel del Senato, Loredana De Petris; il segretario della FNSI, Franco Siddi. Hanno partecipato il regista Tommi Mannoni, il giornalista Luca Telese e l’assessore regionale della Pubblica istruzione e della Cultura Claudia Firino.
Il film ripercorre con l’aiuto di numerose testimonianze, il destino e le speranze degli operai del Sulcis dopo la chiusura di alcune fabbriche create negli anni sessanta-settanta in seguito alla dismissione delle miniere. Comprendiamo così verità spesso taciute su accordi tra politiche neo-liberiste e multinazionali senza scrupoli che considerano gli operai numeri. Quando il lavoro finisce, inizia la rabbia!
«Il film volge l’attenzione sul disagio della precarietà personale, esistenziale e persino storico, legato al tipo di presenza ingannevole e rapinosa delle varie multinazionali che si sono succedute.»
I Riformatori sardi appoggiano con determinazione la proposta del presidente della Regione Francesco Pigliaru per il taglio del numero delle Asl sarde e la sosterranno nell’Aula del Consiglio regionale.
«I Riformatori hanno presentato sia nella scorsa sia in questa legislatura – dice il coordinatore regionale Michele Cossa – la proposta di legge per portare le Asl a una sola, La proposta del presidente della Regione, in ogni caso, va decisamente nella direzione da noi indicata per quanto riguarda il taglio consistente delle poltrone e della drastica riduzione dei costi della sanità.»
«Al ministero della Difesa che oggi ci comunica di aver approvato l’imposizione della servitù militare su Santo Stefano per altri cinque anni, diciamo che la nostra posizione è quella già condivisa con il Consiglio regionale ed espressa pubblicamente: per la Regione Sardegna la servitù di Santo Stefano a La Maddalena è scaduta il 3 marzo e noi ci opporremo in ogni sede a qualsiasi volontà di reiterarla.»
Lo ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru.
«Faremo partire subito un ricorso al presidente del Consiglio dei ministri – ha aggiunto Pigliaru – per avere l’occasione di far sentire con fermezza e determinazione la voce dei sardi. A differenza di quanto si afferma nel decreto, questa imposizione non è in alcun modo compatibile con il percorso intrapreso con la Regione Autonoma della Sardegna e con gli enti territoriali a seguito della Seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari, tenutasi a Roma nel giugno 2014. Come tutti sanno, non abbiamo messo la nostra firma sul documento uscito da quell’incontro, e il percorso, con l’apertura del tavolo, deve ancora iniziare. La Seconda Conferenza regionale sulle servitù, da noi proposta all’Aula consiliare e in via di organizzazione – ha concluso il governatore della Sardegna – sarà il momento del confronto istituzionale, che affronteremo con il sostegno del popolo sardo».