20 November, 2024
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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha firmato oggi, come presidente e come “commissario straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico”, l’ordinanza che approva il progetto definitivo per la sistemazione idraulica del Rio San Gerolamo – Masone Ollastu, gli interventi di ricostruzione delle opere pubbliche nelle località di Poggio dei Pini e in altre frazioni di Capoterra, lo spostamento di una linea elettrica che interferisce con l’avanzamento dei lavori volti a ripristinare le condizioni di sicurezza per il territorio e la gente di Capoterra.
I lavori si avvalgono di un finanziamento di oltre 11 milioni di euro e la necessità di una loro pronta realizzazione è stata decretata dal presidente della Regione attraverso la formale dichiarazione di “pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità delle opere previste”. Con questo atto, che giunge a soli due mesi dalla nomina di Francesco Pigliaru al ruolo di commissario, viene sbloccata una situazione da troppo tempo ferma e si può dare finalmente esecuzione a quei lavori lungamente attesi dalla popolazione di Capoterra, a sei anni esatti dall’alluvione che il 22 ottobre 2008 devastò il territorio strappando la vita a quattro persone. Il presidente, di concerto con l’assessorato dei Lavori pubblici che ha in capo l’istruttoria delle opere, sta compiendo il massimo sforzo perché tutti gli intralci che hanno fin qui rallentato i lavori nel territorio di Capoterra vengano definitivamente superati. Recuperare il tempo perduto in materia di mitigazione del rischio idrogeologico e di supporto alle popolazioni e ai territori colpiti dalle alluvioni è tra gli impegni quotidiani della giunta; con l’ordinanza di oggi e con gli altri atti che seguiranno, si fa dunque un altro passo in direzione di una Sardegna più sicura e consapevole delle proprie responsabilità, in particolare quelle riguardanti la cura del territorio e la sicurezza della popolazione.

Sono duemila le firme raccolte in 4 giorni dall’Associazione Aria Noa Salute e Ambiente Sarroch e dal Coordinamento del Partito dei Sardi della Costa Sud Occidentale, consegnate questa mattina all’assessore dei Lavori pubblici, con le quali chiedono alla Giunta Pigliaru e in particolare all’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, di adoperarsi per sbloccare e concludere i lavori per la realizzazione della diga di Monte Nieddu, ponendo così fine alla vicenda della diga “Sa Stria”, in territorio di Sarroch, che è diventata “un vero calvario”.
«Un calvario iniziato negli anni ’50 che ha condannato i cittadini di Sarroch, Pula, Villa San Pietro e Domus de Maria a una costante convivenza con situazioni di emergenza idrica e ha bloccato se non distrutto le possibilità di sviluppo dei comparti agricolo e turistico. La grande incompiuta dei lavori – hanno ricordato i promotori dell’iniziativa all’assessore Maninchedda – ha tra l’altro causato un vero e proprio scempio ambientale. Basta attraversare la gola che dalla località Sa Trubiscedda porta alla galleria di derivazione con Su Lilloni e Is Scanascius, per capire che il vero scempio che si è perpetrato è stato quello di sconvolgere il territorio senza terminare l’invaso». Il completamento della diga «oltre a ristabilire l’equilibrio della montagna sarà fonte di sviluppo in molti settori consentendoci di passare gradualmente dall’economia del petrolio all’economia dell’acqua – hanno aggiunto – vale a dire la produzione di energia, il rilancio del comparto agricolo, la valorizzazione dei servizi turistici».
L’assessore Maninchedda, ricevendo i promotori dell’iniziativa in Assessorato alla presenza dei giornalisti, ha assicurato il suo personale impegno a cercare una soluzione tempestiva e a sottoporre al più presto la vicenda all’attenzione del presidente Pigliaru, affinché trovi «insieme alla Giunta le migliori soluzioni pratiche per ridare un futuro di opportunità a questa parte della nostra terra e del nostro popolo».

 

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«Nell’assestamento di bilancio la Giunta regionale si dimentica del Sulcis». La denuncia è di Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Serdegna.

«Fatta eccezione per gli interventi riguardanti Igea e Carbosulcis (atti dovuti, non eludibili), sui quali occorre comunque vigilare – sottolinea Ignazio Locci – non compare alcuna risorsa aggiuntiva (sostegno ai comuni per il servizio dell’infanzia, per citare un esempio) destinata al territorio più povero della Sardegna: il Sulcis Iglesiente. E, come se non bastasse, le politiche del premier Matteo Renzi (omologo del nostro Francesco Pigliaru, in tutti i sensi) colpiranno ancora più duramente la ex provincia di Carbonia Iglesias. Né il presidente del Consiglio, né il governatore, appaiono intenzionati a rendere disponibili nuove risorse per il nostro territorio. Ci garantiscono quantomeno una vera semplificazione: ovvero la possibilità di trasformare l’area del Sulcis in zona a burocrazia zero, in modo da facilitare la vita alle imprese, duramente colpite dalla crisi, da un sistema bancario che non aiuta l’impresa reale e dalle solite tagliole burocratiche.»

Ignazio Locci conclude con una “sfida” a tutti i rappresentanti politici del territorio, senza distinzione di colore, per «promuovere la coesione, affinché la difesa del nostro territorio non resti solo un buon proposito ma si trasformi in azione concreta».

Paci-Pigliaru 2 copia

Anche in Sardegna la manovra finanziaria presentata dal Governo Renzi sta facendo discutere.

«I tagli decisi dal governo centrale per finanziare condivisibili manovre espansive – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru sui tagli voluti dalla legge di stabilità – rischiano di avere conseguenze così gravi da annullare l’effetto positivo che si vuole raggiungere. In questo modo rischiamo noi l’effetto paradossale di dover rinunciare al taglio dell’Irap, che in Sardegna è una realtà già da anni e non vogliamo che questo accada.»

«Così come non dobbiamo essere messi nelle condizioni di non poter prolungare la fiscalità di vantaggio in un’area come il Sulcis, che sappiamo bene quanto ne abbia bisogno. Questa Giunta lavora incessantemente da 7 mesi a tutti i tagli possibili. Lavora per aumentare l’efficacia della macchina regionale, azzerare gli sprechi, centralizzare gli acquisti: una severa spending review del nostro bilancio – conclude Francesco Pigliaru -. Ma ulteriori diminuzioni delle nostre entrate rischiano di rendere impossibile finanziare manovre per lo sviluppo, incluso il taglio delle tasse nelle aree più svantaggiate e questo non è ammissibile. Dal governo ci aspettiamo ora un confronto leale». Sull’ipotesi, infine, di aumento delle tasse regionali per compensare i tagli, il presidente assicura: «Faremo di tutto per evitarlo, cercheremo ogni strada alternativa»

Secondo l’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci, «il Governo ha approvato una manovra per rilanciare l’economia e tagliare le tasse, e questo, in teoria, va bene. Ma se i tagli per le Regioni saranno così corposi, è chiaro che anche la Sardegna avrà notevoli problemi con il suo bilancio. Il governo ci deve garantire intanto la certezza delle entrate, perché solo così possiamo programmare la spesa e non far ricadere i tagli sullo stato sociale, sulle famiglie e sulle imprese. Stiamo lavorando alla Finanziaria e dobbiamo tener conto della situazione che non è semplice».

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana, assieme con Antonio Solinas, presidente della Commissione Trasporti e i consiglieri Giuseppe Fasolino (FI) e Giuseppe Meloni (Pd), hanno ricevuto una delegazione dei rappresentanti sindacali dei lavoratori Meridiana. I rappresentanti del governo regionale hanno ascoltato le preoccupazioni e le proposte dei dipendenti della compagnia aerea ed hanno confermato la volontà di mettere in campo ogni azione possibile per scongiurare la perdita dei posti di lavoro. I presidenti, l’assessore e i consiglieri hanno, comunque, sottolineato che la situazione è molto difficile ma hanno confermato che l’attenzione sarà massima. I sindacati hanno dichiarato di essere disponibili a sedersi al tavolo con l’azienda senza alcun preconcetto.

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Renato Cammarata, delegato Cocer – Esercito, ha scritto una lettera aperta al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru.

«Le azioni intraprese nei confronti del Poligono di Capo Teulada – ha scritto Renato Cammarata al governatore – stanno creando le premesse per una ulteriore e più pesante penalizzazione del popolo sardo. Infatti, ove si dovesse arrivare a rendere inutilizzabile tale poligono, la Difesa sarebbe costretta a rivedere la propria presenza sulla nostra amata isola ed in particolare diverrebbe inevitabile la chiusura della “Brigata Sassari” o il suo ridislocamento sul continente. Ciò significherebbe che circa 5.000 sardi e le relative famiglie, nonché le loro buste paga dovrebbero iniziare un esodo colmo di sacrifici personali e famigliari, nonché un danno non trascurabile per l’economia della nostra terra. Di conseguenza, con il cuore in mano chiediamo di fermare ogni iniziativa volta a chiudere il poligono di Capo Teulada e di porre in essere ogni iniziativa utile a facilitare la presenza e la vita della nostra unità dell’Esercito sull’isola. Ove non fossimo ascoltati – ha aggiunto il delegato Cocer-Esercito – ci batteremo con ogni mezzo affinché alle prossime elezioni i partiti che hanno concorso a pugnalare alla schiena la propria terra, vengano sonoramente puniti nella cabina elettorale. E’ impensabile che, a seguito delle performance di un politico, a mezzo stampa e su social-network, si sia creato un clima di malessere e preoccupazione, nel personale militare.

Attacchi, talvolta indiscriminati sulla figura e sull’operato dei cittadini in divisa, additati sempre più come responsabili o essi stessi fonte di ogni tipo di inquinamento, si è pian piano alimentata una situazione di tensione con la popolazione locale che si ripercuote sulla serenità famigliare dei soldati impiegati presso la caserma “S. Pisano” di Teulada (CA) e relativo poligono militare.»

«Il personale Militare suddetto – ha sottolineato ancora Renato Cammarata -, ha rappresentato una forte apprensione per la tutela e l’incertezza del proprio futuro lavorativo, tutto ciò, motivato da un bombardamento mediatico inneggiante a totali chiusure dei poligoni militari e riduzioni della presenza dei militari stessi nella Regione Sardegna; parlando di essi solo con il termine “militari” quasi a considerarli un’entità astratta non delle persone fisiche che in questa terra di Sardegna, vivono, lavorano e crescono i propri figli tenendo alto anche il nome della stessa isola, spesso esportando in contesti internazionali quelle qualità tipiche del popolo Sardo, tali riduzioni sortirebbero a un impoverimento ulteriore del tessuto economico e sociale del territorio.»

«Oggi il poligono Militare di Capo Teulada, risulta essere la prima realtà economica del Sulcis, dove sono impiegati permanentemente circa 900/1.000 unità (ovviamente con relative famiglie) e periodicamente il numero cresce in maniera esponenziale con la turnazione dei reparti in addestramento durante i periodi di attività del poligono stesso, per non considerare l’indotto diretto ed indiretto ad esso legato (servizi, mense, pulizie, manutenzioni, approvvigionamenti ed altro) nel solo ultimo anno si sono stipulati contratti con 170 ditte del Sulcis Iglesiente per un ammontare di circa 20 milioni di euro. Queste cifre per il solo Poligono di Teulada – ha concluso il delegato Cocer-Esercito – senza includere quello che è per la Regione in termini di economia “vera”, l’intera “Brigata Sassari”.»

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Raffaele Paci, Francesco Pigliaru e Virginia Mura.

Raffaele Paci, Francesco Pigliaru e Virginia Mura.

La Giunta regionale, riunitasi questa mattina in Viale Trento sotto la presidenza di Francesco Pigliaru, su proposta dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ha nominato Massimo Temussi nuovo direttore dell’Agenzia regionale per il lavoro. La scelta è stata fatta a seguito di una selezione per titoli. Massimo Temussi era stato nominato commissario della stessa Agenzia nello scorso mese di gennaio, al posto di Stefano Tunis, dimessosi e candidato nella lista di Forza Italia della circoscrizione di Cagliari alle elezioni regionali del 16 febbraio, nelle quali è stato eletto. In precedenza, Massimo Temussi aveva ricoperto l’incarico di capo di gabinetto dell’assessorato regionale dell’Industria, dopo essere stato direttore generale prima all’assessorato della Sanità e poi all’assessorato del Lavoro.
Nella breve seduta di questa mattina, la Giunta Pigliaru ha approvato anche una seconda delibera proposta dall’assessore Mura, riguardante le disposizioni per la modifica dell’assetto organizzativo per la gestione del “Fondo per lo sviluppo del sistema cooperativistico in Sardegna”, che prevede il trasferimento delle competenze amministrative al “Servizio di supporto dell’Autorità di Gestione”.
Su proposta del presidente Pigliaru, sono stati differiti i termini di presentazione del Piano di utilizzazione agronomica degli affluenti di allevamento, prorogati, solo per quest’anno, al 15 novembre.
E’ stata approvata in via definitiva, infine, dopo il passaggio in Consiglio regionale, la delibera proposta dall’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, con la quale si correggono alcuni errori materiali nella ripartizione del plafond di competenza euro compatibile del Patto di stabilità interno 2014 tra le Direzioni generali della Presidenza e degli Assessorati.

 

Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore regionale della Pubblica Istruzione Claudia Firino, sono intervenuti, sabato mattina, ai lavori del convegno “Parliamo di scuola. Possibile. Attuale. Futuribile” organizzato nel corso di Cagliari CodeWeek 2014 all’Open campus di Tiscali. In chiusura del convegno, il presidente Pigliaru ha rimarcato ha citato una recente statistica dell’Ocse che indica la Sardegna al primo posto per la qualità ambientale ma ultima per istruzione. «La debolezza sull’istruzione è un retaggio storico che non possiamo più accettare. Appena il 54% delle persone che oggi lavorano in Sardegna ha almeno un diploma di scuola secondaria”, ha detto il presidente della Regione. Francesco Pigliaru ha additato poi alla necessità di portare innovazione e modernizzazione per cambiare il modo di stare a scuola non solo inserendo le nuove tecnologie ma anche investendo per colmare l’asimmetria e l’incomprensione che troppo spesso esiste nel passaggio delle informazioni tra docenti e alunni. «Siamo interessatissimi all’innovazione nelle scuole. Oggi si può intervenire con apporti tecnologici molto semplici e ottenere grandi risultati. In Sardegna, pur avendo alcune esperienze avanzatissime, c’è l’urgenza di intervenire subito nelle scuole periferiche. Ci sono situazioni, soprattutto all’interno, in cui assieme al contatto con la modernità si rischia di perdere popolazione e speranza. Abbiamo molte risorse da dedicare alla scuola e le stiamo investendo con celerità.»

Sulla modernizzazione della didattica è intervenuta l’assessore Claudia Firino, in apertura del convegno. «La tecnologia e l’informatizzazione nelle scuole non è solo questione di strumenti – ha detto – ma implica anche un lavoro di innovazione didattica con i docenti, ed è proprio ciò a cui stiamo lavorando.»

«Mentre la politica è distratta lo Stato si riprende Buoncammino. Lo fa con pretesti futili ma con destrezza: in un colpo solo toglie alla città uno degli edifici più ricchi di potenzialità di generare economia e chiude una struttura importante per la Sardegna come la scuola di polizia penitenziaria di Monastir». Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, in merito al possibile trasferimento a Buoncammino del carcere minorile di Quartucciu.

«Uno scandalo che non può restare sotto silenzio. Eppure lascia allibiti – prosegue Michele Cossa – il silenzio del sindaco di Cagliari Massimo Zedda: davanti a questo vero e proprio atto di arroganza del Governo, è il caso di farsi sentire e valere in tutte le sedi. Anche con la Regione di Francesco Pigliaru, che si sta facendo soffiare da sotto il naso tutti i gioielli della Sardegna.»

«Regione e Comune – prosegue Cossa – hanno decine di immobili che si possono utilizzare come CPA/CARA: manca la buona volontà del Governo di confrontarsi con le istituzioni sarde. Le quali, dal canto loro, incredibilmente non hanno nulla da dire. L’unica cosa che sanno fare è inchinarsi e piegare la schiena, sudditi del Governo nazionale.»

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Cristiano Erriu

La Giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru ha approvato, su proposta dell’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, il “Disegno di legge. Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia” con il quale viene cancellato il Piano paesaggistico approvato dalla Giunta regionale guidata da Ugo Cappellacci al termine della scorsa legislatura. La materia urbanistica torna così ad essere regolamentata dal Piano Paesaggistico approvato dalla Giunta Soru.

Nel corso di una conferenza stampa, il presidente Francesco Pigliaru ha sottolineato come questa delibera vada nella direzione della tutela dell’ambiente dando spazio, nello stesso tempo, al lavoro dell’edilizia. «La nostra scelta è quella di mettere insieme la qualità paesaggistica – ha detto il Presidente Pigliaru – elemento fondamentale per vivere bene, e incentivi per l’edilizia e un lavoro di riqualificazione con la creazione di posti di lavoro di qualità”.

La legge urbanistica modifica e supera il vecchio Piano Casa. Il nuovo quadro normativo garantisce maggiore certezza e semplificazione nel governo del territorio. «Il ddl – ha detto l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu – è un primo passo verso un reale rinnovamento del quadro normativo in materia urbanistico-edilizia e ha tre principali obiettivi». 

L’obiettivo è il riordino normativo e porre un freno alle iniziative straordinarie o contingenti. Inoltre, contrastare il consumo del suolo non compromesso, salvaguardare i caratteri delle aree rurali e soprattutto incentivare la “buona edilizia” grazie ad agevolazioni e riqualificazione architettonica ed energetica del patrimonio esistente. 
Sarà possibile riqualificare e ridurre il fabbisogno energetico degli edifici attraverso premialità con incremento di volumi per la riqualificazione dei servizi turistici, ma non l’aumento dei posti letto: gli ampliamenti volumetrici saranno consentiti solo al miglioramento dell’offerta turistica. 

«Ci sarà il riordino – ha precisato l’assessore Erriu – delle principali norme regionali: utilizzo ottimale e controllato del suolo. Sarà applicata la direttiva per le zone agricole ed eliminate le norme del piano casa per seminterrati e pilotis a fini abitativi, ancora, eleminate norme intruse che derogano a norme contenute nel Ppr, zone rurali e lottizzazioni, insieme alle nuove disposizioni sul golf (LR 19/2011).»

Contestualmente e sempre su proposta dell’assessore Cristiano Erriu, è stato revocato il Pps del precedente governo regionale guidato dal Presidente Ugo Cappellacci, con la revoca della delibera 45/2 dell’ottobre 2013. «Con questa delibera di adozione – dice l’assessore Erriu – alla quale poi seguì la delibera di approvazione del Pps del 14 febbraio 2014 (delibera 6/18), erano stati ridotti i livelli di tutela rispetto alle norme del Ppr del 2006». La Giunta Pigliaru dunque, con la delibera 10/20 del 28 marzo 2014, aveva già annullato la delibera di approvazione 6/18 della Giunta Cappellacci. 

«Abbiamo deciso di revocare anche la delibera 45/2 d’adozione perché le scelte di questa giunta sul grado di tutela da riconoscere ai centri matrice, alla fascia costiera e agli altri beni è ben più forte di quello della precedente giunta perché vogliamo completare il percorso avviato con il MIBACT». Con la revoca del Pps 2013 si torna alle norme di attuazione del 2006 integrate con l’aggiornamento del repertorio condiviso con il MIBACT. Con la revoca perdono inoltre efficacia il repertorio delle grotte e caverne, alberi monumetali e beni paesaggistici e contesti identitari, ma il repertorio 2014 distingue beni paesaggistici, architettonici, archeologici e identitari. «Vengono eliminati i duplicati e gli impropri e vengono inseriti – prosegue Erriu- a titolo di conoscenza i beni rilevanti in sede di copianificazione da parte dei comuni che hanno adeguato il Puc al Ppr».

Contro il provvedimento adottato dall’Esecutivo, annunciato come primo provvedimento dopo il suo insediamento, insorgono le opposizioni di centrodestra.

«La decisione di tornare al Ppr di Soru – attacca Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori sardi – è la certificazione che questa maggioranza ha intenzione di affossare definitivamente la Sardegna.»

«Il Ppr di Soru – aggiunge Michele Cossa – ha creato danni inenarrabili alla Sardegna, ha bloccato l’economia, ci ha fatto precipitare nella crisi più nera ben prima della altre regioni italiane. E l’atteggiamento ideologico e pretestuoso sul piano casa della Giunta ne è la dimostrazione: anziché avere un paracadute e approvare una leggina che lo proroga in attesa delle nuove norme, preferiscono i tempi lunghi di un disegno di legge che difficilmente sarà approvato entro la scadenza dell’attuale piano casa, cioè entro novembre. In Consiglio regionale faremo una grande battaglia perché il piano casa sia prorogato. Se la maggioranza non lo permetterà avranno sulla coscienza migliaia di artigiani e operai e piccoli imprenditori che da un giorno all’altro si troveranno disoccupati, senza nemmeno diritto ad ammortizzatori sociali.»

Anche Edoardo Tocco (Forza Italia) ha parole dure per il disegno di legge in materia urbanistica approvato ieri dalla giunta Pigliaru.

«L’abolizione della possibilità di aumentare le volumetrie dei sottotetti, che ha prodotto un indotto non indifferente, è una pecca davvero grave. La chiusura all’utilizzo abitativo dei piani pilotis è una scelta davvero incomprensibile. Altroché nuovo piano casa». Edoardo Tocco critica anche l’eliminazione della legge sul golf. «Una decisione che certifica la miopia politica dell’esecutivo. Si tratta di un progetto che di fatto porterà ad ingessare il comparto edificatorio, con rigidi vincoli sulla possibilità di nuove costruzioni o ampliamenti di caseggiati già esistenti. Si rischia così di bloccare, ancora una volta – conclude Edoardo Tocco – una voce importante dell’economia isolana, mettendo in ginocchio diverse aziende del settore che si sono sinora dimostrate il vero motore trainante del sistema produttivo sardo·»