19 November, 2024
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Il #Consiglio regionale è stato convocato per martedì prossimo 9 settembre, alle ore 16.00. All’ordine del giorno sono inserite le comunicazioni del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ai sensi dell’art 121 del Regolamento, sull’incidente verificatosi ieri a #Capo Frasca. La convocazione è stata richiesta dallo stesso governatore che ieri ha commentato l’accaduto affermando che «è inconcepibile che la Regione scopra da fonti non ufficiali che un grave incidente è avvenuto oggi a #Capo Frasca nel corso di una esercitazione militare. È altrettanto inconcepibile che la conferma reale delle dimensioni dell’incendio arrivi solo dopo l’intervento degli uomini del nostro #Corpo forestale, e che il #ministero della Difesa da noi interpellato attraverso canali informali, parli di un piccolo incendio già domato quando invece l’elicottero del #Corpo Forestale era ancora in azione alle 18.30, cinque ore dopo che il proiettile aveva innescato il fuoco».

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha commentato duramente quanto è accaduto ieri a # Capo Frasca, ed ha detto che «è inconcepibile che la Regione scopra da fonti non ufficiali che un grave incidente è avvenuto a # Capo Frasca nel corso di un’esercitazione militare. È altrettanto inconcepibile che la conferma reale delle dimensioni dell’incendio arrivi solo dopo l’intervento degli uomini del nostro #Corpo forestale, e che il #ministero della Difesa da noi interpellato attraverso canali informali, parli di un piccolo incendio già domato quando invece l’elicottero del #Corpo Forestale era ancora in azione alle 18.30, cinque ore dopo che il proiettile aveva innescato il fuoco». La dinamica dell’incidente è stata ricostruita dagli uomini del #Corpo Forestale: si parla di probabile incendio provocato dall’attrito di un proiettile con le rocce e di alcune deflagrazioni visibili distintamente da terra e dall’elicottero. Non è chiaro se si tratti di ordigni inesplosi o di altro. I vertici del #Corpo Forestale hanno riferito alla Presidenza che il personale del poligono si è rifiutato di accompagnare a terra la squadra del #Corpo Forestale, come esplicitamente richiesto per evitare le aree a rischio. La squadra è comunque entrata, ma si è dovuta ritirare quando sono avvenute nuove deflagrazioni a circa 50 metri dai mezzi. L’opera di spegnimento, per non correre inutili rischi, è quindi andata avanti solo dall’elicottero. Un primo calcolo dell’area percorsa dal fuoco parla di 25 ettari. E l’episodio non è il primo: mercoledì, con una dinamica analoga, era andato a fuoco un ettaro di cespugli e macchia mediterranea. «Abbiamo disposto che il #Corpo Forestale intensifichi le azioni di monitoraggio in tutte le aree circostanti i poligoni – ha annunciato il presidente Pigliaru -. Tra le richieste che portiamo fermamente avanti nel confronto con la Difesa c’è quella imprescindibile di osservatori ambientali indipendenti e come è evidente, non si può aspettare oltre».
Il presidente ha denunciato di nuovo, come aveva già fatto nel corso della conferenza nazionale sulle servitù militari, gli alti rischi con cui i sardi sono costretti a convivere a causa della massiccia presenza di poligoni usati per le esercitazioni. Il presidente ha ribadito che tra le richieste presentate al #ministro della Difesa nella #Conferenza nazionale sulle servitù, c’è quella di prolungare il blocco delle esercitazioni, anticipando l’inizio al primo giugno e posticipando la conclusione al 30 settembre. In particolare, il problema riguarda proprio #Capo Frasca, dove il blocco delle esercitazioni è il più breve tra quelli relativi ai poligoni militari sardi, copre cioè solo luglio e agosto.

 

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Il coordinatore del #Centro Studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni, e due rappresentanti dei #Giovani Riformatori sardi e componenti del Centro Studi, Alessandra Onni e Roberta Pischedda, hanno tenuto questa mattina una conferenza stampa per denunciare quello che hanno definito il bluff del #patto di stabilità e l’accordo Regione-Governo che costerà alla Sardegna almeno 300 milioni di euro l’anno.

«Nelle scorse settimane il presidente Pigliaru e l’assessore Paci sono tornati molto soddisfatti da Roma, reduci dall’incontro con il Governo da cui avrebbero ottenuto ( a loro dire) concessioni che definire storiche sembrerebbe estremamente riduttivo – hanno detto i rappresentanti dei Riformatori sardi –. A parte la sistemazione temporanea per il 2014, la vera conquista sarebbe il pareggio di bilancio ottenuto dal 2015 in poi che – in parole semplici – vuol dire che la Regione potrà spendere tutto quello che incasserà con l’unica condizione di mantenere il pareggio di bilancio e, non secondario, al netto di un massiccio accantonamento(  di circa 600 milioni) posto a carico della Regione dalla normativa vigente. Comunque niente più patto di stabilità, spesa libera dei nostri soldi, a prima vista davvero un trionfo della Giunta che parla di disponibilità aggiuntive di circa 1.2 miliardi.»

«A noi – hanno aggiunto – che il Governo, in questa situazione difficilissimo della finanza pubblica, fosse diventato improvvisamente così prodigo verso la Sardegna è sembrato un po’ strano ma esaminando bene l’accordo firmato da Pigliaru ci siamo resi conto che le cose non stavano esattamente come apparivano. In poche parole, non ci sarà davvero alcuna capacità di nuova spesa.» 

Meloni, Onni e Pischedda hanno aggiunto che «la Giunta Cappellacci aveva approvato una finanziaria che prevedeva un livello sia di cassa sia di competenza pari a 2513 milioni, ma, in più, aveva messo la quota del #Fondo Unico dei Comuni e Province (circa 500 milioni) fuori patto, forzando un po’ la situazione ma comunque l’aveva fatto e gli aveva dato corso. Poi aveva considerato questo ampliamento di spazi finanziari come un anticipazione (permanente) di 500 milioni dei 1.200 richiesti allo Stato. La norma regionale che ha messo fuori patto il fondo unico, non è mai stata impugnata dallo Stato né dalla Corte dei Conti, come invece avrebbe potuto e dovuto se le avesse ritenute incostituzionali, come fece ad esempio nel caso delle “entrate future” del 2007. Nel 2014 la capacità di spesa regionale anziché passare dai circa 3.000 milioni ( tra autorizzati e non, ma comunque reali) ai 3.700 milioni promessi dalla nuova Giunta (hanno parlato più volte di 1.200 milioni in più!!!), dopo il “trionfale” accordo Paci-Padoan è stata invece abbassata a meno di 2.700 milioni. Sempre al netto di sanità, mutui, ammortamenti, partite di giro, etc)».

«Il livello delle entrate fiscali (titolo I) è stato di 6.587 milioni nel 2013, ma nella Legge Finanziaria per il 2014, valutando correttamente la probabile riduzione del PIL e della parallela riduzione delle imposte pagate dai cittadini e dalle imprese, è stato previsto un livello di entrate di poco inferiore ai 6 miliardi. Non bisogna aspettare il 2015 per capire che le nostre risorse si ridurranno drasticamente, visto che già ad agosto del 2014 gli accertamenti sono inferiori di oltre 500 milioni alle previsioni. Ma a causa del disastroso andamento dell’economia ed anche per le clausole sottoscritte con l’accordo, a fine anno il calo delle entrate è probabile che sia anche  superiore.

Sulla base dei pronunciamenti della Corte Costituzionale, nel bilancio regionale sono iscritte risorse che il MEF tuttora contesta e poiché nell’accordo Paci-Padoan da un lato non è stata prevista alcuna clausola di salvaguardia per la Regione e dall’altro è stata sottoscritta una rinuncia ai ricorsi e agli eventuali pronunciamenti favorevoli futuri, è facile capire come tutto questo non solo metta a rischio le posizioni già conquistate, ma ci privi inoltre del più importante strumento di pressione, rafforzando le pretese del MEF che ben conosciamo dal passato.

Dal 2015 non si applicheranno più le regole del patto (scompariranno tra l’altro i 964 milioni finora posti a carico della Regione dalla normativa previgente) ma rimangono comunque in piedi gli “accantonamenti” istituiti nel 2012 (ossia i tagli di entrata) che oggi ammontano a oltre 577 milioni all’anno e che dal 2012 al 2017  valgono poco meno di tre miliardi.»

«La Giunta Pigliaru si è assunta inoltre la gravissima responsabilità di rinunciare a tutti i contenziosi in atto con il Governo, dove pure c’era la concreta possibilità di vincerne qualcuno.»

La conclusione per i Riformatori sardi è semplice: «Di sicuro con i “trionfali” accordi i sardi non ci hanno guadagnato nulla, anzi con la rinuncia ai ricorsi ci hanno perso molto, sapendo che per il futuro, anche a causa dell’andamento dell’economia, non solo non ci saranno gli sbandierati 1.2 miliardi in più ma invece centinaia di milioni in meno.

Oltre a tutto con l’accordo “trionfale”, Pigliaru e Paci hanno consegnato la Regione con mani e piedi legati ai funzionari della ragioneria Generale dello Stato che saranno gli unici a valutare e contabilizzare il livello delle entrate, e se sbagliano a favore loro, e il passato ci insegna che non è improbabile, noi potremo solo ricorrere dopo che loro le avranno fissate.

Con il nuovo sistema la Regione Sardegna non potrà più accertare direttamente le compartecipazioni ai tributi erariali in base al proprio dettato statutario, ma potrà iscrivere in entrata solo quello che lo Stato impegnerà e devolverà.

Nel 2013 la Giunta di centro destra ha speso circa tre miliardi (oltre alla sanità), nel 2014 la Giunta di centrosinistra spenderà 2.696 milioni (sempre oltre la sanità), e nel 2015, se va bene, arriverà a 2.700 milioni.

In poche parole il tetto alla spesa l’hanno tolto perché non c’e n’era bisogno, sapevano già che le entrate sarebbero state inferiori al tetto stesso. E questo – hanno concluso i Riformatori sardi – è a prova di smentita.»

Si concludono oggi, a Buggerru, le celebrazioni per ricordare le vicende e le vittime del primo sciopero svoltosi in Italia, nel 1904, organizzate dalle segreterie confederali #CGIL, #CISL e #UIL, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e la cooperativa “Piccola Parigi”, ed il patrocinio della #Regione Autonoma della Sardegna e della gestione commissariale dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias.

Ieri sera, nella sala convegni dell’ex centrale elettrica, si è svolto un incontro-dibattito, coordinato dal giornalista Giacomo Mameli, direttore della rivista #SardiNews, con gli interventi dei docenti dell’#Università di Cagliari Francesco Atzeni e Gianfranco Bottazzi, del segretario regionale della CGIL Michele Carrus e del segretario nazionale della CGIL, Susanna Camusso, al quale si riferisce l’ampia documentazione fotografica. Alle 19.00, nei locali dell’ex centrale elettrica, si si è svolto lo spettacolo teatrale “La Cantata, 4 settembre 1904”, diretto da Gianluca Medas; alle 21.30, in piazza Morti di Buggerru, il concerto del gruppo “Gli Intreccio”.

Oggi, nei locali dell’ex centrale elettrica, a partire dalle 16.00, si svolgerà il dibattito “L’economia della cultura-Sviluppo integrato del territorio”, coordinato da Vito Fiori, giornalista dell’Unione Sarda, al quale parteciperanno: Silvano Farris, sindaco di Buggerru; Cristiano Erriu, assessore regionale degli Enti locali ed Urbanistica; Maria Antonietta Mongiu, presidente regionale del Fai, il #Fondo Ambiente Italiano; Giampiero Pinna, coordinatore della Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario; Salvatore Cherchi, referente regionale per l’attuazione del del #Piano Sulcis; Cecilia Tasca, docente alla facoltà di studi umanistici dell’Università di Cagliari; Ilenia Cilloco, assessore della Cultura del comune di Villanovaforru; Guido Ferilli, direttore del #DEC-LAB, laboratorio di economia della cultura. Alle 21.30, sulla terrazza exBa, è previsto uno spettacolo teatrale della compagnia “L’effimero Meraviglioso”, intitolato “La piccola Parigi”, di Nino Nonnis, per la regia di Maria Assunta Calvisi.

Le celebrazioni del 4-5 settembre 2014 sono dedicate alla memoria dell’eccidio di Buggerru e alla comprensione dei fatti che, 110 anni fa, portarono alla proclamazione del primo sciopero generale in Italia. Durante lo svolgimento delle manifestazioni si avrà modo di discutere delle dure condizioni di lavoro del mondo operaio nel periodo storico in cui si svolsero i fatti e ieri è stato presentato il concorso artistico letterario intitolato“Storie di Miniera”, patrocinato dalla CGIL-Sardegna e rivolto agli studenti della scuola dell’obbligo.
Il gruppo locale “Progetto drammaturgia condivisa” proporrà una ricostruzione scenica del tragico episodio in collaborazione col gruppo di animazione diretto dal professor Gianni Persico.
Nella giornata conclusiva, infine, verrà approfondito il tema dell’unione fra la cultura e l’economia del territorio, definendo le peculiarità che rappresentano un patrimonio di inclusione sociale e nuove opportunità produttive.
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«Il tempo delle parole è terminato il 17 febbraio, adesso siamo impegnati a costruire le basi per la ripresa e lo sviluppo della Sardegna.»

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha aperto così il suo intervento a Buggerru, ieri mattina, in occasione delle celebrazioni per commemorare l’eccidio avvenuto 110 anni fa, con la deposizione di una corona di fiori della Regione Sardegna alla memoria dei minatori uccisi in quella tragica giornata.

Francesco Pigliaru ha parlato nella piazza dedicata alle vittime dell’eccidio, davanti al segretario nazionale della CGIL, Susanna Camusso, a una folta delegazione degli operai di #Alcoa e di #Eurallumina e ad un folto pubblico. 
«Per il lavoro stiamo facendo tutto quello che si deve fare – ha detto il presidente della Regione -. L’occupazione la creano le imprese e noi, da parte nostra, lavoriamo per creare un ambiente favorevole alla loro nascita e al loro sviluppo, tagliando la burocrazia e semplificando la macchina regionale: stiamo procedendo esattamente così. La Sardegna ha bisogno di investimenti seri che arrivino dall’esterno e gli investitori, da parte loro, hanno bisogno di garanzie. Noi restituiamo alla Sardegna credibilità dopo questi anni di cattivo governo. La presidenza è sempre a quei tavoli, con la nostra presenza forniamo garanzie a importanti investitori esterni contro la cattiva burocrazia, che li farebbe scappare. Quella cattiva burocrazia di cui il porto di Buggerru è un emblema. Non è un discorso astratto, tutt’altro. È il modo che abbiamo utilizzato per far arrivare ad Olbia, per l’ex #San Raffaele, un miliardo e duecento milioni di investimenti esteri in una prospettiva di oltre un migliaio di posti di lavoro, è il modo che stiamo utilizzando per salvare i posti di lavoro di Alcoa, che se non fosse stato per la nostra iniziativa sarebbe stata una partita già persa.» 
«In una crisi come questa, oltre a quanto possono fare le imprese private, è necessario anche l’intervento pubblico – ha proseguito Francesco Pigliaru -. Il nostro impegno quotidiano è quello di creare spazio per gli investimenti, avendo il coraggio di fare delle scelte. La conquista delle nuove regole sul patto di stabilità, con la cancellazione dell’assurdo vincolo del limite di spesa, va in questa direzione. E una delle scelte riguarda gli investimenti sull’edilizia scolastica, che significano dare ai nostri ragazzi l’opportunità di frequentare scuole moderne e sicure, e nello stesso tempo creare lavoro per le imprese. Nelle prossime settimane affronteremo con le parti sociali il discorso sulla #Finanziaria 2015 – ha aggiunto -, per capire come intervenire al meglio, con investimenti e politiche di sostegno che garantiscano di far fronte alle emergenze sociali.»
«Con la presa in carico dei ragazzi che accedono al programma #Garanzia Giovani, lo studio delle soluzioni di formazione e della ricerca di opportunità professionali più adatte al profilo di ognuno, la concepiamo come un modello – ha concluso il presidente -. L’impegno è quello di mettere la Regione in grado di prendersi carico dei disoccupati di tutte le età, uno ad uno, seguendoli con percorsi individuali. Investire sulle persone significa dare pari opportunità a tutti, quelle stesse pari opportunità che vogliamo dare a tutti i territori.»

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Rashid Fahad al Naimi, Ceo della #Qatar Foundation Endowment, ha firmato ieri l’accordo per l’ex #San Raffaele con la #Regione Sardegna, già sottoscritto dal presidente Francesco Pigliaru. L’accordo dà il via ufficiale alla realizzazione del progetto che ribalta il fallimento dell’ex San Raffaele in un investimento internazionale nel settore della Sanità e della ricerca scientifica in Sardegna. Ora si può dire che, in tempi rapidi, aprirà a Olbia un nuovo ospedale di alta specializzazione collegato a un centro di ricerca scientifica di livello internazionale, con un investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro. Questa apertura produrrà importanti ricadute sia sulla qualità della sanità sarda, con forti capacità attrattive anche dal resto dell’Italia e dall’estero, sia sulla ricerca scientifica in Sardegna. Dimostra infine che è possibile rispettare i tempi senza rinunciare al rispetto delle regole. 
“La Sardegna mostra al mondo la propria affidabilità – ha commentato il presidente Francesco Pigliaru – e si apre ad altri possibili investitori stranieri. Ad esempio è importante il ruolo scientifico-tecnologico che #General Electric ha dichiarato pubblicamente di voler assumere all’interno di questo progetto. L’accordo inoltre dimostra che i percorsi burocratici possono essere brevi anche senza pericolose scorciatoie né norme di emergenza, come troppo spesso è accaduto in passato con risultati disastrosi.»

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«#Sardegna promozione resuscita ed elargisce 3 milioni e mezzo di euro in co-marketing a una serie di società sportive della Sardegna, lasciando a bocca asciutta le squadre di volley e pallanuoto che disputano campionati nazionali professionistici.» La denuncia è di Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«Se non c’è nulla da eccepire sui fondi destinati al #Cagliari Calcio e alla #Dinamo Sassari (rispettivamente 1,3 milioni di euro e 900mila euro), impegnate nei massimi campionati di categoria – aggiunge Ignazio Locci -, più di qualche dubbio resta in merito ai criteri utilizzati per attribuire 350mila euro alla #Torres maschile e 175mila euro a quella femminile, 175mila al #Cus Cagliari e 300mila euro sia al velista Andrea Mura per la “Route du rhum”, sia al Rally Costa Smeralda. Alle compagini impegnate nei difficili e costosissimi campionati di volley nazionali, invece, nemmeno un centesimo. Un fatto che induce a chiedersi sulla base di quali regole Sardegna promozione, fino all’altro giorno morta e sepolta per volontà dell’attuale Giunta regionale, abbia operato tali ed evidenti discriminazioni. Per ora resta un mistero, considerato che la delibera attualmente non è visibile nel sito istituzionale della Regione Sardegna.»

«A questo si aggiunge il gravissimo ritardo che si registra sulla liquidazione dei fondi regionali destinati alle società sportive che sta mettendo a rischio la sopravvivenza del sistema sportivo sia professionistico che dilettantistico. Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore regionale dello Sport facciano chiarezza sulle scelte operate da #Sardegna promozione – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – e si adoperino per sveltire la burocrazia che sta ingessando la liquidazione dei fondi regionali alle società sportive isolane.»

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I rappresentanti sindacali della #Fiom Cgil sono stati sentiti in audizione dalla commissione Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto (Pd), sulla vertenza dei dipendenti della società Akhela srl. I sindacalisti hanno illustrato la grave situazione in cui versano i 160 dipendenti, per 49 dei quali è stata avviata una procedura di mobilità e per altri 16 è a forte rischio il rinnovo del contratto. Secondo Samuele Piddiu, rappresentante della #Fiom Cgil Cagliari, la situazione è molto grave perché l’azienda, specializzata nel settore Itc, ceduta dalla #Saras alla #Solgenia nel 2012, sta lentamente scomparendo.

«Quando la società è stata costituita dal gruppo #Saras – ha spiegato Samuele Piddiu – aveva quasi 400 dipendenti e commesse importanti come #Ferrari, #Bmw, #Fiat, #Bnl, mentre oggi molti rami d’azienda sono stati ceduti e la tenuta occupazionale è seriamente a rischio. Piddiu ha chiesto la massima attenzione della Commissione e di tutto il Consiglio regionale verso una realtà di alta professionalità della Sardegna, creata dalla #Saras, 15 anni fa,  grazie a ingenti finanziamenti europei, circa 70 milioni di euro, che sta subendo uno smembramento sistematico che porterà alla scomparsa dell’azienda e con essa di decine di posti di lavoro.»

I sindacati hanno chiesto, in particolare, di intervenire sui vertici societari, anche attraverso Saras, rimasta tra i clienti, affinché si possa prima avviare il contratto di solidarietà e non si facciano uscire i dipendenti dal circuito occupazionale e poi, come secondo step, la Regione si attivi per verificare la disponibilità di altre società a rilevare e rilanciare un’azienda capace di produrre reddito e con professionalità di elevato livello.

Samuele Piddiu ha evidenziato che la situazione è già all’attenzione del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, ma ha chiesto anche alla Commissione di lavorare affinché altre famiglie sarde non restino senza lavoro per dinamiche prettamente finanziarie.

Il presidente Lotto ha sottolineato che si tratta di un argomento all’esame dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, ma che la Commissione collaborerà con l’esponente dell’esecutivo per risolvere nel miglior modo possibile e in tempi rapidi la grave situazione dei dipendenti #Akhela.

Venerdì è in programma un nuovo vertice su Alcoa, al ministero dello Sviluppo economico, al quale parteciperà anche il governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru. Potrebbe essere, nel caso di esito positivo, sul quale in ambienti sindacali c’è una moderata fiducia, l’ultimo incontro interlocutorio e quindi “quasi” decisivo per la soluzione della delicata vertenza legata alla cessione dello stabilimento da Alcoa ad altra multinazionale (interessata c’è la svizzera #Glencore), chiuso ormai da oltre due anni. L’annuncio del vertice lo ha dato Roberto Puddu, segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, al termine dell’incontro svoltosi questa sera, dalle 19.45 alle 21.00, nel presidio dei lavoratori all’ingresso dello stabilimento di #Portovesme, al quale ha partecipato Susanna Camusso, segretario generale nazionale della CGIL, giunta in Sardegna per partecipare domani a #Buggerru, alla prima delle due giornate delle celebrazioni dei 110 anni dell’uccisione dei tre minatori nel corso del primo sciopero svoltosi in Italia, organizzate dalle segreterie confederali CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con l’Amministrazione comunale guidata da Silvano Farris e la cooperativa “Piccola Parigi” ed il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna e della gestione commissariale dell’ex #Provincia di Carbonia Iglesias.
Susanna Camusso e’ stata accolta in un clima molto cordiale ma fin dai primi interventi dei lavoratori sono emerse la grande preoccupazione e, soprattutto, la tensione di chi non ha certezze per il proprio futuro e di chi vive un presente difficilissimo, come e’ il caso dei lavoratori degli appalti, molti dei quali non ricevono il sussidio della cassa integrazione da parecchi mesi.
Il segretario regionale Michele Carrus, Bruno Usai, Roberto Forresu, Marco Loi, Massimo Cara della Cisl, Pierpaolo Gai, hanno inquadrato la situazione di attesa vissuta dai lavoratori e sollecitato il segretario nazionale a porre nella vertenza tutto il peso politico in suo possesso, con la giusta pressione sul Governo affinché faccia per intero la sua parte in tempi brevi, considerato che ormai sono rimasti solo quattro mesi di tempo prima che i lavoratori vengano tutti licenziati.
Susanna Camusso ha sottolineato come la scelta di Alcoa di lasciare il Sulcis, l’Italia e l’intera Europa, non sia stata determinata da ragioni oggettive ma, piuttosto, da scelte aziendali che hanno orientato la produzione su altre regioni dove sono presenti condizioni più favorevoli per fare profitto. L’Italia – ha detto ancora Susanna Camusso – non può permettersi di perdere un altro pezzo del proprio sempre più precario tessuto produttivo, perché non ci sono alternative. Il leader della Cgil ha rimarcato come il Governo debba fare la sua parte, invitando il Premier Matteo Renzi a venire nel Sulcis per toccare con mano in prima persona lo stato delle cose. Il termine del 31 dicembre – ha aggiunto Susanna Camusso – non può e non deve essere ultimativo, perché se c’è in piedi la trattativa con un potenziale acquirente ed emerge la necessità di allungare questi tempi di qualche mese, il Governo deve farsene carico e fare i passi necessari a garantire il buon esito della stessa.
Susanna Camusso ha ribadito come il problema dei problemi sia il costo dell’energia, sulla soluzione del quale, come ha ricordato Bruno Usai, pare siano emerse novità importanti, ma una volta superato questo, ne restano altri, come la sistemazione delle infrastrutture, ad iniziare dal porto che va adeguato alle esigenze delle aziende che operano a Portovesme.
Per quel che riguarda i lavoratori degli appalti e gli ammortizzatori sociali, secondo il segretario della Cgil va modificato l’approccio al problema che deve assumere un carattere universale, cioè gli ammortizzatori sociali devono essere garantiti a tutti i lavoratori e non sono ad alcuni e non ad altri con scelte assolutamente discrezionali ed inaccettabili, perché a tutti i lavoratori deve essere riconosciuta la stessa dignità.
Al termine dell’incontro, l’annuncio del segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente sul vertice di venerdì a Roma, che ha aperto tra i lavoratori una nuova speranza sul buon esito della trattativa per il passaggio di proprietà ed il rilancio della produzione di alluminio primario.

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«Che fine ha fatto il progetto di dismissione della miniera di Nuraxi Figus (#Carbosulcis)?». Lo chiede in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«Sono ormai due mesi e più che attendiamo con pazienza che il presidente della Regione Sardegna e l’assessore dell’Industria si sveglino dal torpore e ci comunichino lo stato di attuazione del piano di chiusura della Miniera di Nuraxi Figus (Carbosulcis) – scrive Ignazio Locci -. Sono trascorsi oltre sessanta giorni da quando con i colleghi del Gruppo di Forza Italia Sardegna in Consiglio regionale abbiamo presentato un’interpellanza per conoscere la reale situazione della #Carbosulcis (controllata regionale al 100%). Ma nessuna risposta è pervenuta da parte di Francesco Pigliaru e Maria Grazia Piras. Nemmeno un “Tranquilli, stiamo lavorando”, così come solitamente dice l’assessore Piras per togliere le castagne dal fuoco.»

«Appare decisamente grave che ad oggi – aggiunge Locci -, nonostante gli adempimenti legislativi cui è tenuta la Giunta, non si conosca nei dettagli il piano di dismissione del giacimento minerario e quale sorte spetti alle maestranze impiegate nella #Carbosulcis, concessionaria di #Monte Sinni.»