19 November, 2024
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Per la #Regione Sardegna, l’#Accademia Internazionale di Musica è una preziosa occasione culturale sia per la promozione della musica colta in #Sardegna che per la crescita dei giovani talenti isolani. I nostri ragazzi, infatti, possono studiare accanto a grandi maestri internazionali con il vantaggio di non doversi spostare dall’Isola. Lo ha detto l’assessore regionale della Cultura, Claudia Firino, ieri mattina, a Cagliari, all’apertura della XIV edizione della manifestazione organizzata dall’Associazione Sardegna in Musica con il contributo della Regione.
L’Amministrazione regionale guidata da Francesco Pigliaru, è interessata a sostenere iniziative di questo tipo, anche in prospettiva della candidatura di Cagliari quale Capitale europea della cultura 2019.
«Qui c’è un’idea di cultura che mi appartiene – prosegue l’assessore della Cultura – e spero che eventi come questo, realizzato con la collaborazione tra enti diversi, vengano imitati perché consentono contaminazioni vivaci tra culture differenti. Negli spazi della musica del capoluogo, infatti, gli studenti sardi potranno perfezionare la tecnica, confrontandosi contemporaneamente con altri giovani musicisti provenienti da altre nazioni e mettersi, quindi, in contatto con un panorama musicale di altissimo livello.»
L’assessore del Turismo Francesco Morandi ha sottolineato che la #Sardegna è terra ideale per ospitare grandi eventi e kermesse culturali e di spettacolo, che ne promuovono l’immagine a livello mondiale; grazie all’Accademia di Cagliari, testimonial di un’Isola di qualità, diventa per dieci giorni riferimento internazionale degli studi di musica classica: musicisti di fama internazionale e 200 giovani talenti, che avranno l’opportunità di “vivere” l’Isola e diventarne promotori essi stessi.
«L’attività dell’Accademia – ha detto Francesco Morandi – offre importanti opportunità, non solo di formazione e valorizzazione dei giovani, per il loro avvenire da musicisti, ma è anche esempio di promozione e buona accoglienza.»

Francesco Pigliaru 1 copiaAttendati Alcoa 3 copia
Il governatore Francesco Pigliaru è intervenuto questa sera sulla chiusura definitiva dello stabilimento di Portovesme annunciata da Alcoa.
«È un annuncio che non ha alcuna conseguenza sulle trattative per la cessione dello stabilimento», ha detto Francesco Pigliaru che già nei giorni scorsi aveva acquisito la conferma che questo passaggio non avrà implicazioni sull’impegno relativo alla vendita della fabbrica e, soprattutto, sugli impegni assunti per i lavoratori dello stabilimento sulcitano.

Ignazio Locci 7 copiaAlcoa ingresso

Arrivano i primi commenti all’annuncio di Alcoa sulla chiusura dello stabilimento di Portovesme.

«Esattamente un mese fa – scrive in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia – invitai il presidente della Regione Francesco Pigliaru a non lasciarsi andare ai facili entusiasmi con cui commentava l’incontro sulla vertenza Alcoa tenutosi presso il ministero dello Sviluppo economico il 23 luglio scorso. E oggi, a testimonianza di quanto fossero incaute e premature le parole del Governatore, il quale auspicava “un clima di fiducia”, la multinazionale statunitense annuncia la chiusura definitiva dell’impianto di Portovesme. Una doccia gelata per gli operai della ex Alcoa, soprattutto per quelli appartenenti all’indotto degli appalti, che da oggi vedono sempre più vicina la fine della cassa integrazione e all’orizzonte lo spettro della disoccupazione.»

«Per Alcoa – aggiunge Locci – le condizioni strutturali che l’avevano indotta alla fermata degli impianti oltre due anni fa (tra prezzo dell’energia e carenza infrastrutturale), non sono mutate. È evidente che non ha intenzione di aspettare i tempi della politica, sia del governo nazionale che di quello regionale. E certo poco importa agli statunitensi se Francesco Pigliaru, a conclusione dell’ultimo vertice presso il Mise, aveva annunciato un “Memorandum of Understanding” da sottoscrivere entro il mese di agosto tra potenziale investitore (Glencore) e istituzioni, necessario per passare alla manifestazione di interesse. Ma inutile precisarlo, del documento non si sa nulla. Esistono solo delle timide rassicurazioni dell’assessore regionale dell’Industria rilasciate nel giorno di Ferragosto, con le quali comunicava ai lavoratori, in presidio dinanzi allo stabilimento da 100 giorni, che la regione era al lavoro per la risoluzione della vertenza. Ed i frutti di quel lavoro sono quelli, amari, che oggi gli operai sulcitani sono costretti a cogliere.»

«Ancora una volta – conclude Ignazio Locci – sollecito la Giunta regionale ad assumersi le sue responsabilità e la invito a far sentire la propria voce al governo di Matteo Renzi, che tutto sembra meno che interessato ai problemi del Sulcis. E al premier, invece, reitero l’appello a farsi vivo nel nostro territorio, per toccare con mano una realtà sempre più drammatica.»

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Dopo la dura critica del consigliere regionale Ignazio Locci (FI) che in una nota diffusa ieri ha dichiarato che «è vergognoso che la Giunta regionale non abbia avvertito l’esigenza di salutare il rientro della gloriosa #Brigata Sassari da Herat», stamane sul sito della Regione Sardegna è stata pubblicata una nota, datata 24 agosto 2014, nella quale si legge che «l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, delegata dal presidente Francesco Pigliaru, era oggi ad Alghero per rappresentare la Giunta nel saluto di rientro dall’Afghanistan della Brigata Sassari. All’aeroporto militare ha dialogato con il comandante della Brigata, generale Manlio Scopigno, sulle attività dei sassarini».

 

Emanuele Cani.

Il deputato del Partito Democratico Emanuele Cani esprime soddisfazione per il chiarimento avvenuto oggi tra il #ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ed il #presidente della Regione, Francesco Pigliaru.

«Condivisibile quanto twittato dal ministro quando dice “Attenzione e rispetto per la Sardegna…” – sottolinea Emanuele Cani – ma ancora più condivisibile il punto di vista del presidente della Regione quando parla esplicitamente di una immediata diminuzione della presenta delle servitù militari in Sardegna. Il rapporto fra Stato e Regione deve essere franco ma, sia chiaro, deve avere come unico obiettivo quello di restituire più territorio “ bonificato” possibile ai sardi. A questo punto, non c’ è più tempo da perdere, ritengo fondamentale – conclude il deputato di Carbonia – che il Parlamento attraverso le commissioni difesa e ambiente promuova immediatamente un’iniziativa forte, di concerto con la Regione, perché si affronti un tema che in questi decenni pochi hanno affrontato seriamente a giudicare dai risultati.»

Francesco Pigliaru 1 copia
Chiarimento, stamane, tra la Regione ed il Governo, dopo la visita a sorpresa del ministro della Difesa Roberta Pinotti al poligono di Teulada e alla base di La Maddalena. Il ministro, che ha twittato «Attenzione e rispetto per la Sardegna. Obiettivo è coniugare esigenze del territorio e difesa nazionale», ha spiegato in un colloquio con il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, il significato della sua visita di ieri. «Il ministro ha voluto fare una perlustrazione di persona per rendersi conto da vicino della reale situazione – ha detto il governatore Pigliaru – e poter valutare con piena consapevolezza le nostre richieste.»
«La nostra posizione del resto è molto chiara – ha aggiunto Pigliaru -: non abbiamo firmato il protocollo d’intesa, ma resta aperto il tavolo con il Governo. Siamo convinti che la conoscenza della vicenda delle servitù militari in Sardegna sia largamente lacunosa rispetto ad un corretto modo di intendere i rapporti istituzionali tra Stato e Regione, ai costi ambientali sostenuti, al mancato sviluppo legato al corretto utilizzo delle risorse ambientali, alla inderogabile necessità delle bonifiche, allo spreco di territorio per fini la cui utilità pubblica non è mai stata dimostrata, all’assurda militarizzazione degli stabilimenti balneari riservati alle Forze Armate. La Sardegna ha diritto immediatamente ad una diminuzione della pressione delle servitù militari. I rapporti tra la Regione Sardegna ed il ministero della Difesa sono basati su rispetto e franchezza – ha concluso il presidente Pigliaru – e sulla consapevolezza che le reciproche posizioni sono distanti: ma su queste posizioni si sta lavorando per produrre risultati concreti e non banalmente propagandistici. L’abuso della vis polemica è nemica della concretezza dei risultati.»

 

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«Con un Governo regionale senza idee, troppo poco interessato alle istanze degli “ultimi”, per i lavoratori in utilizzo presso gli enti amministrativi della Sardegna si prospettano tempi decisamente duri: il 31 agosto prossimo scadranno i progetti in utilizzo che riguardano 320 ex lavoratori percettori di ammortizzatori sociale in deroga (di cui un centinaio appartenenti al disastrato Sulcis) e l’unica soluzione che la Giunta Pigliaru è riuscita a individuare sono 700 euro mensili in cambio di 80 ore di impegno civico. Un trattamento che durerà quattro mesi, fino al 31/12/2014, che non garantisce previdenza, malattia, o qualsiasi altro diritto di cui fino a oggi hanno beneficiato.» Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia.

«Questo accade – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco – perché la Regione, ancora una volta, si presenta alle scadenze senza uno straccio di idea o progetto. Nei giorni scorsi, infatti, è stato siglato l’accordo istituzionale per gli ammortizzatori in deroga, nel rispetto del decreto del ministero del Lavoro e politiche sociali (n° 83473 del 1/05/2014) che ha drasticamente modificato i termini di concessione degli stessi, con grave impatto sui lavoratori attualmente utilizzati negli enti e per i quali sono già scaduti i tre anni di deroga. Risultato: in base alla nuova disciplina ministeriale non sarà più possibile prorogare i progetti in utilizzo. E a questi lavoratori, grazie a una Regione impreparata e sonnecchiante, resta un misero sussidio straordinario di 700 euro mensili fino alla fine dell’anno. 

A questo punto viene spontaneo chiedersi cosa accadrà dal primo gennaio 2015. La Giunta dei professori non fa dormire sonni tranquilli a nessuno, figuriamoci a chi già da oggi guarda alla scadenza del 31/12 come un vero incubo. Perché se in questi mesi la Regione non troverà una soluzione definitiva, per i 320 “ultimi” si apriranno le porte dell’inferno (si consideri, inoltre, che la stessa sorte spetterà anche a tutti coloro che gradualmente termineranno i tre anni di deroga). Francesco Pigliaru è, dunque, chiamato a fornire al più presto una risposta concreta, consapevole che non possiamo permetterci di abbandonare nessuno. Oggi sono 320 – conclude Ignazio Locci – domani saranno molti di più.»

In serata Ignazio Locci ha diffuso una nuova nota sull’argomento.

«A parte l’evidente confusione tra competenze regionali e statali, l’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, mi dà pienamente ragione e conferma i timori che ho manifestato in merito alla drammatica situazione dei lavoratori in utilizzo. Mura, in sostanza, ammette che per loro ancora non è previsto alcun progetto concernente le politiche attive per il lavoro, che sono la vera competenza della Regione (e sarebbe bene che qualcuno glielo ricordasse). Al di là dello strumento di elemosina concesso (700 euro mensili in cambio di 80 ore di servizio civico fino al 31/12/2014), non esiste nessun progetto per il futuro. Ergo: questi 320 “ultimi” sono destinati a uscire dai cicli produttivi.»

Militari impegnati in un'esercitazione

«Non ci sarà nessuna smobilitazione delle servitù militari in Sardegna». Lo ha ribadito oggi il #ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ha effettuato una visita lampo nei diversi poligoni isolani a bordo di un elicottero, interrompendo per alcune ore una breve vacanza in Sardegna. «Con il presidente della Regione Francesco Pigliaru – ha detto il ministro Pinotti – non abbiamo firmato il protocollo d’intesa ma aperto un tavolo per ragionare insieme per trovare una soluzione affinché la presenza delle forze armate in Sardegna conviva al meglio con le esigenze della popolazione.»

La visita-lampo effettuata dal ministro della Difesa Roberta Pinotti nei diversi poligoni della Sardegna a bordo di un elicottero ha colto di sorpresa ed è stata criticata dall’assessore del Bilancio e vicepresidente della Giunta regionale Raffaele Paci.

«Ci fa piacere che i ministri vengano in Sardegna in vacanza e si preoccupino delle problematiche dell’isola – ha detto Raffaele Paci – ma auspichiamo e riteniamo più opportuno che, in futuro, i rappresentanti del Governo prendano contatti e coinvolgano le Autorità regionali. La posizione della Regione sui poligoni militari è stata espressa più volte e resta la stessa non abbiamo firmato il protocollo d’intesa, ma resta aperto il tavolo con il Governo. La Sardegna ha diritto a una diminuzione della pressione delle servitù militari e continua a chiedere a Roma indennizzi economici per i danni causati nelle e dalle aree militari.»

Nei prossimi mesi andrà in Aula il decreto Ambiente. «Come già detto nei giorni scorsi dall’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano – conclude il vicepresidente – questa sarà l’occasione per far sentire la voce della Regione Sardegna e trovare una soluzione che sia accettabile per tutto ciò che concerne le aree militari, rispetto alle bonifiche e all’equiparazione delle soglie di inquinamento delle aree militari e industriali».

Il capogruppo del Partito Democratico, Pietro Cocco, pur esprimendo gradimento per le visite che i ministri dello Stato effettuano in Sardegna, condivide con il vice presidente della Giunta Raffaele Paci «che sarebbe stato opportuno prevedere il coinvolgimento del presidente Pigliaru su un argomento di fondamentale importanza come quello sulla presenza delle servitù militari che gravano sul territorio della Sardegna».

Pietro Cocco invita il ministro della Difesa, in un quadro più ampio di rapporti tra Stato e Regione, a prendere atto della volontà espressa all’unanimità dal Consiglio regionale che con l’ordine del giorno del 17/06/2014 di cui è primo firmatario, ha impegnato la Giunta regionale «perché si proceda verso una  graduale dismissione dei poligoni militari, verso un  riequilibrio in termini di compensazione economica dei danni ambientali subiti nel corso degli anni, una possibile riconversione dei poligoni ad uso esclusivo civile, nonché una previsione di eventuali fiscalità di vantaggio».

«Su questi e sugli altri punti, il Consiglio regionale e il Partito Democratico della Sardegna – conclude Pietro Cocco – non sono disposti ad arretrare e continueranno a vigilare per il rispetto delle posizioni assunte dalla Regione Sardegna.»

Durissimo il commento del deputato di #Unidos Mauro Pili, sul suo profilo facebook.

«Vergognosa dichiarazione di tale Paci, vice di Pigliaru, sulla visita della Pinotti – dice Mauro Pili -: felici che il ministro faccia le vacanze in Sardegna speriamo che ci coinvolga in futuro. Tutti servi del sistema. Tutti in silenzio. Se non avessi denunciato l’arrivo di questa signora con le stellette nessuno avrebbe aperto bocca. Vergogna!»

Edoardo Tocco copia

«Dobbiamo riuscire a dotare la Sardegna di un servizio di elisoccorso al passo con i tempi. Sono ormai inaccettabili i tempi di attesa per gli interventi delle ambulanze, a causa della carenza delle infrastrutture soprattutto nelle zone dell’entroterra isolano.»

Lo ha detto Edoardo Tocco, consigliere regionale di Forza Italia, che sul caso ha presentato un’interpellanza al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ed all’assessore della Sanità, Luigi Arru.

«E’ necessario un rafforzamento delle misure di sicurezza – ha aggiunto Tocco – per i casi di emergenza-urgenza sia sulle coste che nei territori dell’interno, con la previsione di diverse piattaforme logistiche in tutte le province isolane.»

Il consigliere regionale degli azzurri invoca inoltre l’istituzione di un servizio che passi in mano alla Regione.

«C’è un disegno di legge per la costituzione di una rete di elisoccorso regionale, che prevede l’incremento delle basi e l’apertura di una gara per l’affidamento della concessione. La Sardegna è il fanalino di coda nella previsione di questo fondamentale tassello della sanità. E’ ora di porre fine a queste lungaggini, con un moderno apparato di soccorso su tutta l’isola.»

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Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci rivolge un appello al Governatore, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, affinché ascoltino le proposte dell’opposizione e portino il progetto di riforma degli enti locali – ammesso esista – sul tavolo della discussione.

«Nell’intervista rilasciata a L’Unione sarda dall’assessore Erriu (pubblicata nell’edizione odierna) – ha detto Ignazio Locci – emerge una Giunta con idee poco chiare e, va da sé, in ritardo con i tempi di approvazione della riforma. In tema di enti locali, infatti, il centrosinistra non se la passa per niente bene: tra Partito democratico e Sel esistono differenze di vedute sostanziali che rischiano di lasciare a un punto morto la discussione. E a peggiorare il quadro di incertezza si aggiunge un Pd nel cui interno spiccano visioni in disaccordo tra loro, con esponenti del partito che punterebbero addirittura a far resuscitare le province.«

«Ma il tempo stringe – ha aggiunto il consigliere regionale di Sant’Antioco – la scadenza del 31 dicembre è ormai alle porte e non sarà facile superare le divergenze all’interno della maggioranza. Ecco perché è indispensabile l’apporto di tutte le forze politiche in campo: Erriu non può pretendere di portare avanti un progetto di riforma che non solo fa storcere il naso a Sel e a una parte del suo partito, ma non è nemmeno condiviso con l’opposizione.»

«Ciò che a noi sta principalmente a cuore – e anche di questo vorremmo poter discutere – ha concluso Ignazio Locci – è la sopravvivenza dei piccoli comuni. Con la riforma del ministro Graziano Del Rio, infatti, i centri sardi al di sotto dei 5000 abitanti (che rappresentano la maggioranza dei comuni dell’isola), rischiano di chiudere definitivamente bottega. È necessario, dunque, mantenere ed esercitare la potestà primaria in materia di organizzazione degli enti locali, salvaguardando la nostra specialità. Ma l’assessore degli Enti locali sembra invece proiettato verso una Regione “Cagliaricentrica”.»