19 November, 2024
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Ignazio Locci 22 copia

Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci è intervenuto ieri sera sui problemi legati all’apertura del nuovo ospedale #San Raffaele di Olbia.

«Per l’apertura dell’ospedale #San Raffaele di Olbia occorrono fatti concreti. E di concreto, per ora, ci sono solo i tagli ai posti letto disposti dal governo con l’approvazione del regolamento per la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera italiana, che porta da 4,1 a 3,7 i posti letto ogni mille abitanti. Senza la deroga del Governo ai posti letto l’operazione #San Raffaele rischia di saltare.»

«E a poco servono le rassicurazioni del presidente della Regione Francesco Pigliaru, che si è affrettato a spendere parole di “amicizia” nei confronti dell’Esecutivo nazionale, convinto che rispetterà gli impegni assunti a suo tempo con una stretta di mano. Per ora nel decreto #Sblocca Italia non compare alcuna deroga, e c’è tempo soltanto fino al 31 agosto. Il Governatore – ha concluso Ignazio Locci – si impegni in prima persona affinché l’operazione #San Raffaele non fallisca.»

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

La Giunta regionale nella seduta odierna presieduta dal presidente Francesco Pigliaru nella sala Giunta del Consiglio regionale, ha nominato Cinzia Laconi nuovo commissario dell’agenzia “Sardegna Promozione”.

Queste tutte le altre delibere approvate.

Ammonta a 30 milioni di euro la somma stanziata dalla Giunta, su proposta dell’assessore alla Pubblica Istruzione, Claudia Firino, per interventi di messa in sicurezza e manutenzione programmata degli edifici scolastici, in attuazione del progetto Iscol@. In base allo schema di accordo, le risorse finanziarie saranno assegnate direttamente agli enti locali che provvederanno ad affidare i lavori. 

Ventotto milioni di euro per le aziende ovi-caprine colpite dall’epidemia della lingua blu sono stati stanziati come previsto dalla legge 10 del 29 maggio. La Giunta ha dato il via libera al provvedimento che sosterrà i pastori nella fase di rilancio e di recupero delle greggi e delle produzioni. Altri 600mila euro sono stati stanziati su proposta dell’assessorato della Sanità per favorire gli interventi di prevenzione contro la diffusione della malattia nel bestiame. 

È di 10 milioni di euro lo stanziamento aggiuntivo (totale 30 milioni) previsto dal programma “Ritornare a casa”, destinato ai pazienti non autosufficienti. La delibera, approvata su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, prevede l’integrazione finanziaria del fondo per la non autosufficienza del 2014. Le risorse saranno attinte dal fondo sanitario regionale. 

Su proposta dell’assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, la Giunta ha approvato la delibera che istituisce il “biglietto unico”. Grazie ai servizi integrati di Ctm, Arst e Trenitalia la sperimentazione di sei mesi partirà da ottobre nell’area vasta di Cagliari (tra due anni in tutta la Sardegna) e garantirà risparmi per gli utenti fra il 10 e il 25%. 

Grazie a una delibera approvata oggi su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, sarà più semplice e trasparente l’affidamento diretto (senza bando di gara) di lavori pubblici e servizi di ingegneria e di architettura per la Regione, in economia e secondo le procedure di affidamento previste dalle norme vigenti. 

La Giunta Pigliaru ha inoltre deliberato l’approvazione di un disegno di legge concernente “Norme di semplificazione amministrativa in materia di difesa del suolo”. Si tratta di un tassello importante del più ampio processo di semplificazione legislativa avviato dall’esecutivo regionale. Le norme, previste dal disegno di legge in questione, consentono di trasferire ai Comuni competenze di autorizzazione in materia idrogeologica. La somma stanziata è di 300mila euro. 

Approvata nella seduta odierna anche la regolamentazione 2014 della pesca del corallo in Sardegna. La delibera, proposta dall’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, regolamenta il comparto sia per quanto riguarda le autorizzazioni sia per l’aspetto dei vincoli di prelievo del corallo. 

Su proposta dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, la Giunta ha deliberato l’assegnazione di 500mila euro per le attività di informazione e animazione e per le attività di tutoraggio a favore delle organizzazioni cooperativistiche. La somma è quota parte del fondo per favorire lo sviluppo del sistema consociativo in Sardegna (9 milioni e mezzo di euro). 

Su proposta dell’assessore del Turismo, Francesco Morandi, la Giunta ha inoltre approvato una delibera che integra le direttive della legge sugli aiuti creditizi a favore dell’industria alberghiera in Sardegna. In base alle modifiche inserite in un apposito disegno di legge, lo svolgimento delle pratiche amministrative sarà trasferito dalla Sfirs agli uffici dell’assessorato. 

La Giunta ha dato il via libera anche alla proposta dell’assessore allo Sport, Claudia Firino, alla proroga dei termini di scadenza per il rinnovo e l’iscrizione all’albo regionale delle associazioni e società sportive. 

Claudia Firino 5 copia
Arrivano i primi 30 milioni di euro con il #Piano Iscol@ da destinare ai Comuni che potranno spenderli già entro il 2014 per gli interventi di edilizia scolastica in Sardegna. Il via libera è arrivato oggi dalla Giunta regionale presieduta da Francesco Pigliaru.
«La delibera di oggi è la prima parte del progetto sull’edilizia scolastica, che a sua volta è la prima parte del più ampio progetto sull’istruzione presentato in campagna elettorale – dice il presidente Pigliaru -. L’obiettivo, in questo momento, è portare il massimo di risorse ai Comuni perché le spendano entro il 2014 facendo fronte agli interventi di manutenzione straordinaria più urgenti. Uno dei modi per mitigare la crisi che stiamo attraversando è accelerare investimenti che aiutino a far girare l’economia ma nello stesso tempo rispondono alle nostre reali esigenze di sviluppo, e questo è il caso. L’occasione è stata utile anche per sperimentare una modalità di lavoro che, posti determinati obiettivi, superi gli steccati rigidi della divisione tra assessorati: per portare avanti il progetto è stata formata un’unità di missione interassessoriale che ha lavorato tenendo ben presenti due parole chiave, semplicità e velocità.»
Dei 30 milioni stanziati, poco più di 23 saranno destinati alla manutenzione e circa 7 alle urgenze. Alla Regione sono arrivate richieste di finanziamento di lavori da parte di 246 Comuni per un totale di 771 cantieri, 221 per il 2014.
«Stiamo intervenendo in scuole effettivamente vive, frequentate ogni giorno dagli studenti – dice l’assessore regionale dell’Istruzione Claudia Firino -. La delibera di oggi è il frutto di un lungo lavoro interassessoriale che ci permetterà di fare interventi mirati senza sprecare denaro pubblico.»

 

Stazione ferroviaria di Cagliari
Il trasporto pubblico della Sardegna entra nel futuro: con un biglietto unico a partire da ottobre si potrà viaggiare fra Cagliari e l’hinterland grazie ai servizi integrati di #Ctm, #Arst e #Trenitalia con un notevole risparmio – dal 10 al 25% – per chi fa un abbonamento mensile. L’ha deciso oggi la Giunta regionale presieduta da Francesco Pigliaru, su proposta dell’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana.
«Entro un paio d’anni vogliamo estendere il sistema di trasporto integrato a tutta la rete regionale – ha spiegato Massimo Deiana – Allo stesso tempo realizzeremo il sistema di tariffazione integrato multimodale, cioè urbano, extraurbani, su gomma e su ferro.»
Il biglietto unico, che avrà una fase di sperimentazione di sei mesi, consente un numero illimitato di viaggi anche per la rete extraurbana. Sono previsti sconti per studenti – per cercare di limitare la dispersione scolastica – e ultrasessantacinquenni. I comuni interessati sono Assemini, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Monserrato, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Quartu Sant’Elena, San Sperate, Quartucciu.
L’ abbonamento mensile ordinario integrato CTM e Trenitalia costerà 45 euro, 33 per gli ultrasessantacinquenni sotto la soglia minima di reddito Isee, 42 e 38 euro per gli studenti a seconda del reddito. L’abbonamento mensile integrato ordinario integrato CTM e ARST costerà 70 euro, 50 o 60 per gli studenti, 40 euro per gli ultrasessantacinquenni aventi diritto.

 

Matteo renzi 02 copia

«Le mille vertenze che costellano il Sulcis Iglesiente meritano maggiore attenzione da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi e del Governatore della Sardegna Francesco Pigliaru. Tra vicende industriali, povertà dilagante, disoccupazione e cassa integrazione che non arriva, il territorio della ex Provincia di Carbonia Iglesias sembra essere abbandonato a se stesso. E non saranno certamente i tavoli che di volta in volta vengono convocati al Ministero dello Sviluppo Economico a risolvere i problemi che ormai da anni attanagliano la regione del Sulcis. Tavoli inconcludenti che puntualmente si aggiornano a date indefinite, il cui scopo sembra essere quello di placare, almeno momentaneamente, la rabbia che in questo territorio si fa sempre più pressante.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«Il Premier deve necessariamente mantenere fede agli impegni presi alcuni giorni fa, quando ha annunciato che tra agosto e settembre avrebbe fatto visita alla terra sulcitana (dovrebbe recarsi anche a Olbia) per toccare con mano il dramma che quotidianamente si consuma nel profondo sud dell’isola – aggiunge Locci – . Una visita dalla quale i cittadini, le istituzioni e le sigle sindacali si attendono risposte concrete: non basterà sfilare nel polo industriale, tra industrie chiuse e presidi permanenti degli operai, per mostrare il proprio interesse verso il territorio. Occorre che Renzi si presenti con un pacchetto di soluzioni a breve termine, affinché si possa credere nel rilancio del Sulcis Iglesiente.»

«Da troppo tempo attendiamo un segnale concreto, di speranza. E se il Presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru non si è ancora degnato di fare capolino nel Sulcis, almeno Renzi mostri un minimo di attenzione. Ma questa volta si prepari per bene, si metta a studiare e venga nel Sulcis consapevole dei problemi e pronto a offrire soluzioni tangibili. La speranza è che questa volta sappia almeno distinguere tra minatori della Carbosulcis e operai dell’Alcoa di Portovesme. Del resto, qualche giorno prima della tappa a Carbonia in occasione della campagna elettorale per le primarie del Partito democratico, molto timidamente farfugliò una qualche soluzione per i “minatori dell’Alcoa”. E gli operai non se ne dimenticarono – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – accogliendolo nella città mineraria con una sonora bordata di fischi.»

Paci-Pigliaru 2 copia
«Il governo regionale è aperto e disponibile ad avere un confronto continuo con le parti sociali su tutti i punti del nostro programma e sulla nostra azione politica: gli obiettivi sono condivisi e siamo contenti di discutere ed arricchire di ulteriori idee le nostre proposte». Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha concluso l’incontro con le segreterie regionali di CGIL, CISL e UIL tenutosi ieri nella sala giunta di viale Trento.

Oltre al presidente, hanno partecipato anche l’assessore della Programmazione e Bilancio Raffaele Paci, quello dell’Industria Maria Grazia Piras e il capo di gabinetto dell’assessore del Lavoro, che era impegnata a Roma per una riunione.

Il presidente Pigliaru ha riassunto il lavoro svolto in questa prima fase dalla giunta, poi l’assessore Paci ha fatto il punto della situazione sul bilancio: «L’accordo col governo sul patto di stabilità ci permette di spendere 364 milioni di euro in più per quest’anno e per l’anno prossimo ci scioglie dai vincoli nel rispetto del pareggio di bilancio – ha detto – è un risultato molto positivo, soprattutto perché il pareggio di bilancio per noi è comunque già previsto dall’attuale legge di contabilità, ma ci siamo liberati da vincoli di spesa che per la nostra Regione erano troppo penalizzanti».

Raffaele Paci ha anche confermato che «i lavori sulla manovra finanziaria 2015 passeranno attraverso una interlocuzione costruttiva». In particolare, poi, l’esponente della Giunta Pigliaru ha sottolineato il lavoro di “ripulitura” del bilancio in corso negli uffici dell’assessorato: «Finora abbiamo avuto un bilancio regionale con molti, troppi livelli di incertezza – ha spiegato – abbiamo 4 miliardi di residui attivi e passivi, solo per fare un esempio. Ma con la manovra 2015 vogliamo presentare un bilancio più veritiero, nel quale gli impegni che prendiamo anche con voi possano avere certezza della copertura di spesa». 

L’assessore Piras, dal canto suo, si è soffermata soprattutto sulle principali vertenze aperte, come quella di #Alcoa e come l’opera di risanamento in corso per #Igea. «Abbiamo anche aperto un’interlocuzione con #Eni – ha detto Piras -. Stiamo mettendo a punto il nuovo Piano energetico regionale, sul quale attiveremo subito il confronto coi sindacati e con tutte le parti interessate». 

«Siamo disponibili ad avere un confronto su tutto – ha detto infine il presidente Pigliaru – a partire dal lavoro, che è stato il pilastro principale della nostra campagna elettorale e il punto focale del lavoro di questi primi mesi, per poi articolare la discussione su tavoli settoriali: la nostra non è una cultura politica contraria all’interlocuzione. Anzi, ora che l’azione del governo regionale sta entrando a regime e stiamo iniziando a correre davvero, è particolarmente importante mantenere un contatto costante e produttivo sulle politiche da mettere in campo: a settembre ci rivedremo per avviare un lavoro organico sull’emergenza lavoro, la manovra di bilancio e il programma regionale di sviluppo.»

 

Militari impegnati in un'esercitazione

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, incontra questo pomeriggio in viale Trento, il sottosegretario di Stato alla Difesa, Domenico Rossi. La riunione segna la ripresa del discorso sulle #servitù militari, a partire dalle richieste portate al tavolo della #Conferenza nazionale, il mese scorso a Roma, dal presidente Pigliaru. L’interlocuzione di oggi prepara nuovi incontri, per dare sistematicità nell’affrontare tutti gli aspetti e valutare l’esistenza delle condizioni per arrivare a risultati condivisi, così come auspicato nelle conclusioni della Conferenza. 

Le richieste che la Sardegna ha portato al tavolo di giugno sono nell’ottica dell’avvio di un processo di riduzione dei gravami militari nell’isola, di riconversione delle attività svolte nei poligoni con l’impegno ad una destinazione alla Regione Sardegna di programmi di ricerca e sviluppo in misura almeno pari ai gravami, di definizione di misure compensative così come di ampliamento del periodo di interruzione delle esercitazioni nella stagione estiva, oltre che della tutela ambientale e della salute attraverso l’istituzione di osservatori ambientali permanenti e indipendenti che assicurino una trasparente informazione ai cittadini. 

Consiglio regionale 1 copia

 Il Consiglio regionale ha approvato questa mattina l’ordine del giorno della maggioranza sull’intesa Regione-Governo sul #patto di stabilità.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente dell’Assemblea ha dato la parola alla Giunta regionale, rappresentata dall’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, per l’intervento di replica a conclusione del dibattito sull’accordo fra Stato e Regione relativo al Patto di stabilità.

Il capogruppo di forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha osservato che «anche per rispetto dell’assessore, non credo si possa procedere in un’Aula semivuota» ed ha proposto una sospensione.

Il presidente Ganau ha accolto positivamente la richiesta disponendo una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori, ha preso la parola l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, che, in apertura, ha affermato che «si è discusso molto, in Aula e fuori, di un accordo importante di cui abbiamo costantemente informato il Consiglio; io personalmente, dopo il pre-accordo politico ho chiamato da Roma l’ex presidente Cappellacci, l’ho fatto perché crediamo anche nella continuità istituzionale della nostra Regione che chiunque governi cerca di rappresentare al meglio con serietà e rispetto istituzionale». Però, ha continuato l’assessore, «nel dibattito di ieri si sono sentite contrapposizioni aprioristiche e demagogiche, falsità: si è detto che l’accordo che coinvolge gli Enti locali ma non è vero, che si è ceduta l’autonomia di accertamento delle entrate ma su questo non c’è una sola parola, che si è rinunziato a 3 o 4 miliardi di euro, ma dove stanno?»

Come in tutte le cose, anche  quelle molto tecniche, è necessario secondo l’assessore della Programmazione «analizzare con attenzione le singole questioni e valutare i pro e i contro con rigore e pragmatismo». Soffermandosi sul raffronto fra la situazione della finanza pubblica regionale “prima” e “dopo” l’accordo, Paci ha spiegato che «la situazione di partenza era di entrate non definite con precisione perché mancavano le norme di attuazione che la Giunta precedente aveva cercato di fare senza però riuscire a trasformarle in legge; oggi questo accertamento lo fa la ragioneria dello Stato, al di là della volontà di chi governava prima». Per quanto riguarda il cosiddetto sforamento del Patto, Paci ha affermato che ammontava a circa 300 ml a prescindere dalla nettizzazione del fondo unico «e questo avrebbe comportato una sanzione; arrivati al governo, dopo appena una settimana abbiamo certificato  questa situazione e non potevamo fare altro, ma è chiaro che questi dati avrebbero comportato restrizioni, blocco della spesa corrente e degli investimenti, sanzioni pecuniarie, saremmo andati davanti alla Corte Costituzionali e, anche tenuto conto della sua giurisprudenza costante, si sarebbe perso senza ombra di dubbio, tutti i pareri legali sono concordi sul punto».

In prospettiva inoltre, a giudizio dell’esponente della Giunta «non ci sarebbe stato nessun incremento del patto nel 2014 e negli anni seguenti, l’anomalia c’è ed stata riconosciuta  dalla Corte Costituzionale ma poi nasce il vero contenzioso perché non è possibile quantificare quanto riconosciuto senza un forte accordo politico».

Passando ad esaminare la situazione concretamente scaturita dall’accordo col Governo l’assessore ha sottolineato che «vengono cancellate le sanzioni per il 2013, per il 2014 la Regione ha 364 milioni in più, vengono tolti i vincoli del Patto di stabilità dal 2015 e questo è un grande risultato, più di quello che ci saremmo aspettati, si è ottenuto il 100% e questo lo capisce anche zia Peppina di Sennori, spero che si smetta di fare mistificazione anche in quest’Aula».

Quanto alla chiusura dei contenziosi precedenti si tratta, per l’assessore, di un passaggio necessario senza il quale è impossibile arrivare ad un accordo. «Ci sono ancora tante cose da fare – ha detto avviandosi alla conclusione – ma abbiamo uno strumento importate per sviluppare buone politiche per il lavoro, gli Enti Locali, l’industria agricoltura e le imprese, con margini di autonomia più ampi che cercheremo di ampliare ancora con l’agenzia sarda delle entrate…»

Il presidente Ganau, con una brevissima interruzione, ha invitato l’assessore ad «astenersi dal fare valutazioni ed a concludere l’intervento». L’assessore Paci ha concluso il suo intervento affermando che «si è iniziato un percorso sul quale continueremo a lavorare per il popolo sardo».

Il presidente Ganau, successivamente, ha invitato l’Assemblea a proseguire nei suoi lavori, con la discussione generale sulla mozione n°49 (Arbau e più) “sull’inquadramento del personale Aras”.

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi), intervenendo sull’ordine dei lavori ha chiesto una breve sospensione della seduta per poter presentare un ordine del giorno a conclusione del dibattito sul Patto di stabilità.

Il presidente del Consiglio ha accolto la richiesta ed ha sospeso la seduta. Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha annunciato la presentazione di due ordini del giorno, uno dell’opposizione (Truzzu e più) e  uno della maggioranza (Cocco e più). Dopo aver chiarito che su entrambi gli ordini del giorno non si sarebbe aperta una discussione ma sarebbero stati possibili solo interventi per dichiarazioni di voto, ha dato il via al confronto sul primo documento presentato dalla minoranza che impegna la giunta a rinegoziare l’accordo sottoscritto dalla Regione con il Governo lo scorso 21 luglio in materia di finanza pubblica.

Il primo ad intervenire per dichiarazioni di voto è stato il consigliere dell’UDS, Mario Floris, che ha invitato la Giunta a non stupirsi per ciò che è accaduto ieri in aula. «Siete maggioranza ma dovete fare i conti anche con la minoranza – ha detto Floris – in una società dove c’è una crisi devastante non vi dovete meravigliare se l’opposizione ricorre a strumenti democratici per far sentire la propria voce». L’esponente della minoranza si è detto poi “vicino al presidente Pigliaru” per le difficoltà affrontate nel confronto con lo Stato, ricordando precedenti battaglie portate avanti con i governi Andreotti, Craxi e De Mita, ma ha contestato il metodo adottato. «Questo è un accordo privato tra Pigliaru e Renzi – ha concluso Floris – che cosa ci sta a fare il Consiglio regionale? L’Assemblea deve avere una funzione o il suo ruolo deve essere quello di “passacarte”? Non si può andare avanti così»

 Ha quindi preso la parola il consigliere Paolo Truzzu (FdI) che dopo aver annunciato il suo voto favorevole all’ordine del giorno, ha stigmatizzato l’azione di di Giunta e maggioranza.

«Si procede in modo celere ed avventato – ha detto Truzzu – nonostante le osservazioni e i suggerimenti che arrivano da diversi settori della società sarda. Contro questo accordo non si è pronunciato solo il centrodestra, critiche sono state avanzate anche dall’assessore Paolo Maninchedda, dal presidente dell’Anci, Pier Sandro Scano, dal segretario generale della Cgil, Michele Carrus e dal deputato del centrosinistra Roberto Capelli. Se ci sono tutti questi dubbi anche a sinistra – ha concluso Truzzu – non era il caso di affrontare la questione in modo diverso coinvolgendo anche il centrodestra?»

Il presidente Ganau ha dato la parola al vice capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, la quale ha annunciato il suo voto favorevole. «Credo che ci siano cose da sanare, visto che, in barba a questo Consiglio, lei è andato a Roma a chiudere un accordo così importante da solo, senza il Consiglio e senza coinvolgere la sua stessa maggioranza». Secondo Zedda i dati positivi forniti dall’assesore Paci non sono corretti ed ha chiesto alla Giunta: «Se questo accordo si può rivedere, perché non farlo? Visto anche che mancano le norme di attuazione». L’esponente dell’opposizione ha chiesto alla maggioranza se ci siano i margini per rivedere l’accordo.

Stefano Tunis (Fi), annunciado il suo voto favorevole all’ordine del giorno, ha esortato il presidente Pigliaru e la sua maggioranza ad avere il coraggio ed il buonsenso di riconoscere che quell’accordo è perfettibile. Per il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, la Regione dovrebbe aprire un tavolo con lo Stato in cui tutti i problemi della Sardegna vengano discussi nella loro complessità e non dovrebbe trattarli separatamente. Per Carta la rinuncia dei fondi attribuiti alla Sardegna dalla sentenza della Corte costituzionale è l’esito delle stesse martellate che Renzi sta dando alla Costituzione e all’autonomia. «Stiamo rinunciando – ha detto – perché ci hanno ricattato».

Il presidente del Consiglio ha dunque concesso la parola al presidente della Giunta per lo spazio di replica riservato alla Giunta. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha espresso soddisfazione per i toni utilizzati nel corso della discussione in Aula («sono toni adeguati all’importanza del momento») ed ha dichiarato il parere negativo dell’esecutivo regionale per l’ordine del giorno presentato dai gruppi delle opposizioni. «Gli accordi – ha affermato il presidente della Giunta – sono conditi da ciò che è scritto e da ciò che non è scritto». Con tale affermazione l’onorevole Pigliaru ha introdotto il tema della cosiddetta “leale collaborazione” con lo Stato, per confermare che la Giunta regionale ha fiducia che i rapporti tra la Regione sarda e lo Stato siano caratterizzati proprio da una reciproca e leale collaborazione istituzionale.

Il presidente Pigliaru ha quindi ribadito, in sintesi, i vantaggi dell’accordo siglato a Roma: «L’accordo fa correre nell’economia sarda soldi veri in tempi rapidissimi in un momento di profonda crisi ed in più consente alla Regione di dare attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale laddove riconosce che i limiti di spesa non possano essere slegati dalle entrate». «L’accordo sul pareggio di bilancio – ha spiegato il presidente – risponde proprio a questa esigenza ed è un risultato straordinario ottenuto in soli cinque mesi di governo». Il governatore ha quindi ribadito la cifra di 364 milioni di euro quale disponibilità ulteriore per la Sardegna nel 2014.

«La Giunta si è assunta la responsabilità delle decisioni – ha sottolineato il Capo dell’esecutivo – e lavoriamo per dare risposte ai bisogni dei sardi». Francesco Pigliaru ha ricordato che alla fine «saranno i sardi a giudicare» ma ha aggiunto: «E’ certo che non avremo ottenuto un solo euro in tempi rapidi se fossimo rimasti sul fronte dei contenziosi con lo Stato». Il presidente Pigliaru pur ribadendo fiducia nella leale collaborazione con lo Stato ha concluso assicurando che «qualora ciò non si verificasse, saremo i primi a denunciarlo e saremo pronti ad intraprendere insieme tutte le opportune iniziative».

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha annunciato il voto a favore dell’ordine del giorno e si è detto “dispiaciuto” per l’atteggiamento tenuto dalla maggioranza e dall’esecutivo che di fatto «ha sancito una spaccatura nella massima Assemblea sarda». L’esponente della minoranza ha dichiarato di condividere le affermazioni dell’onorevole Mario Floris, in riferimento al grande numero di accordi fatti e disattesi dallo Stato Italiano ed ha ribadito che «l’accordo sul patto di stabilità è solo un accordo tra Renzi e Pigliaru». Oscar Cherchi ha replicato polemicamente alla maggioranza ed ha dichiarato: «Ieri, non abbiamo offeso la bandiera sarda, l’abbiamo soltanto sventolata perché voi con l’accordo sul patto di stabilità l’avete ammainata». Cherchi ha concluso citando l’assessore Paolo Maninchedda: «Ha ragione lui, questo accordo è una truffa contabile».

Il consigliere del Partito Democratico, Franco Sabatini, ha riconosciuto le ragioni espresse dal consigliere Mario Floris a proposito dei poteri e del ruolo di Giunta e Consiglio regionale. Sabatini ha auspicato che presto possa avviarsi la discussione della legge Statutaria per affrontare l’importante tema. Il presidente della Terza commissione ha inoltre ricordato polemicamente all’opposizione l’atteggiamento tenuto nella scorsa Legislatura dall’allora presidente Cappellacci («non ha mai informato l’assemblea sull’iter delle trattative con il governo e non era disponibile neppure la necessaria documentazione») in ordine alle informazioni rese al Consiglio sulle vertenze aperte con lo Stato. Sabatini nel dichiarare il voto contrario per l’ordine del giorno in discussione, ha evidenziato come elementi positivi i contenuti dell’accordo sottoscritto a Roma, primo tra tutti, l’eliminazione a partire dal 2015 dei vincoli di spesa del patto di stabilità («quello che tutti abbiamo sempre definito un blocco inaccettabile per la nostra economia»). L’esponente della maggioranza ha espresso apprezzamento per la rinuncia ai contenziosi aperti con lo Stato («lo hanno fatto tutte le Regioni tranne il Friuli perché vanta un dispositivo attuativo sul pronunciamento della Corte Costituzionale in relazione alla proporzione tra spese e entrate») e ha evidenziato come il tetto di spesa del bilancio del 2014, per la Regione sarda, sia il medesimo di quello stabilito per il 2013. Sabatini ha concluso definendo “storico” l’accordo sottoscritto dal presidente Pigliaru sul patto di stabilità ed il pareggio di bilancio.

Il consigliere Luigi Crisponi, dei Riformatori sardi, ha preso spunto da alcune vicende nazionali per evidenziare, da un lato, le lacune della maggioranza e dall’altro la slealtà dello Stato nei confronti della Regione «che produrrà una Sardegna povera, come quella delle calamità naturali, ancora più impoverita nel suo percorso di sviluppo, per prima agnello sacrificale rispetto a logiche del governo, apripista nel panorama regionale per porgere la testa sotto la ghigliottina». La democrazia, ha poi osservato, prevede anche la protesta legittima e democratica, «come quella che abbiamo fatto ieri, perché crediamo che la nostra specialità va mantenuta».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, nel proclamarsi contrario all’ordine del giorno del consigliere Truzzu, ha dichiarato che «siamo di fronte ad un accordo importante che consentirà alla Sardegna di uscire dalla secche in cui il centro destra ha contribuito a infilarla; stiamo cercando di imboccare strade nuove consapevoli del fatto che non abbiamo la verità in tasca». Ricordando alcune vicende della precedente legislatura in materia di entrate e finanza pubblica, Cocco ha sottolineato che «alla fine il prodotto è negativo, mentre questa strada consentirà alla Sardegna di poter contare su risorse immediate e spendibili».

Il consigliere Modesto Fenu (Zona Franca), citando alcuni passaggi delle dichiarazioni programmatiche del presidente Pigliaru che sottolineavano l’importanza della collaborazione con l’opposizione per un fronte comune nei difficili rapporti con lo Stato, ha detto che questo appello la minoranza lo ha accolto concretamente, come dimostrano gli atti del Consiglio. Ma allora, si è chiesto, «perché, percorrendo una strada innovativa come dice il collega Cocco che coinvolge il futuro della Sardegna, il Consiglio non è stato coinvolto nelle decisioni, perché ha rifiutato un mandato pieno che gli avrebbe dato più forza?»

«Non stiamo parlando di un contributo qualunque – ha aggiunto Fenu – ma di un patrimonio enorme di risorse della Sardegna; era doveroso e giuridicamente corretto che Pigliaru andasse a Roma solo con un mandato pieno del Consiglio, senza il quale la posizione della Regione è risultata sicuramente più debole».

Daniele Cocco, capogruppo di Sel ha ricordato all’Aula l’ordine del giorno votato in Consiglio qualche settimana fa con il quale si dava mandato al presidente Pigliaru di andare a trattare con il governo nazionale sul patto di stabilità. «Oggi – ha detto Cocco – si discute di un argomento vecchio. Pigliaru ci convince ancora di più della bontà del lavoro fatto quando dice che lo Sato sarà obbligato ad essere leale e a rispettare i patti e se questo non avverrà non ci saranno tentennamenti. Quella firmata dalla Regione con lo Stato è una buona intesa».

Ugo Cappellacci, dopo aver annunciato il suo voto a favore dell’ordine del giorno, ha espresso un giudizio negativo sull’accordo Stato-Regione in materia di finanza pubblica. «E’ un accordo che lede la nostra autonomia – ha attaccato l’ex Governatore – la Sardegna diventa la prima Regione speciale che rinuncia a disciplinare il suo bilancio con una propria legge di contabilità». Cappellacci ha poi evidenziato le difficoltà a confrontarsi in un clima di forte tensione che vede maggioranza e opposizione su fronti contrapposti. «Faccio una proposta al presidente Pigliaru – ha concluso l’esponente di Forza Italia – se alla fine del 2015 i numeri dovessero darle ragione la ringrazierò pubblicamente, ma le chiedo di avere il coraggio e l’umiltà di fare altrettanto. Nel 2013 la Sardegna ha riscosso 7,4 miliardi di euro e pagato altrettanto. Se questi numeri non dovessero essere rispettati ammetta il suo errore e di scenda dal suo piedistallo».

Per Annamaria Busia (Centro Democratico), le questioni poste dalla minoranza sono strumentali e in malafede. Busia ha quindi ricordato i passaggi della “vertenza entrate” fatti nella scorsa legislatura. «Cappellacci si è occupato dalla vertenza subito dopo il suo insediamento ma è stato subito stoppato dal governo amico – ha detto il consigliere del Centro Democratico – poi si è passati alla fase della norme di attuazione affidate alla commissione paritetica. Anche in questo caso non si è ottenuto nulla. Solo alla fine – ha concluso Busia – si è deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale. Questa è la vera storia, la documentazione è agli atti e si può reperire sul sito del Ministero degli Affari regionali».

Voto favorevole all’ordine del giorno è stato annunciato anche dal consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa: «Non posso non rilevare – ha affermato – che da un clima di trionfalismo siamo passati a un clima di dubbio come è emerso dall’intervento del presidente Pigliaru». Cossa si è detto perplesso per questa “transazione” che ha visto la rinuncia unilaterale da parte della Regione ai ricorsi e a eventuali esiti positivi delle sentenze senza ottenere niente dal governo. «Annuncio il mio voto favorevole – ha affermato il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino – per le troppe lacune che ha l’accordo siglato dal presidente. Penso, assessore Paci, che voi con questo accordo non abbiate mancato di rispetto alla bandiera come non lo abbiamo fatto noi con la nostra protesta. A qualche collega della maggioranza dico  che non siamo stati neanche dei pagliacci». Fasolino ha poi aggiunto: «Vorrei capire dalla Busia dove vedete la malafede. Il nostro obiettivo era quello di farvi guardare bene dentro questo accordo». Secondo Fasolino la Giunta ha un atteggiamento di chi deve finire la legislatura quest’anno. «Avrei voluto sentire i commenti dei sovranisti se un accordo così l’avessimo fatto noi con il Primo ministro». Immediata la risposta da parte dei sovranisti con l’intervento del consigliere Emilio Usula (capogruppo di Soberania e Indipendentzia-Rossomori) che ha ribadito la piena fiducia nell’operato della Giunta e nel presidente Pigliaru e ha invece ricordato che i cittadini, che stanno fuori dal Consiglio, vedono un atteggiamento incomprensibili e inutili perdite di tempo.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha domandato polemicamente ai rappresentanti della maggioranza «quale mandato abbia ricevuto il presidente della Giunta per siglare l’accordo con il governo sul patto di stabilità». Rubiu ha definito l’accordo «un vero attentato all’Autonomia» ed ha sottolineato che «il presidente della Regione non ha ricevuto alcun mandato dal Consiglio». L’esponente dell’Udc si è quindi rivolto all’assessore dei Trasporti per lamentare lo scarso coinvolgimento del Consiglio nella ormai imminente formulazione di nuovi accordi in materia di trasporti con le compagnie e lo Stato. Rubiu ha concluso il suo intervento dichiarando il voto a favore dell’ordine del giorno n. 1 (Truzzu e più).

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato il voto a favore dell’ordine del giorno presentato dalle opposizioni ed ha argomentato in premessa come «il vero problema della discussione sul patto di stabilità sia rappresentato dall’assenza della politica». «Il Consiglio regionale è stato esautorato – ha spiegato l’esponente della minoranza – e non si era mai visto un presidente della Giunta che impegna la Regione con lo Stato senza munirsi del sostegno e del parere del Consiglio». Pietro Pittalis, rivolgendosi direttamente all’assessore della Programmazione, ha citato Aldo Moro per riferirsi alla “democrazia difficile”. «Alla politica – ha aggiunto il capogruppo Fi – non si chiedono solo doti di buona amministrazione ma si chiede di più, di adeguare l’azione alla realtà». L’errore commesso dall’esecutivo – a giudizio di Pittalis – è rappresentato dal non aver fatto prevalere la “realtà” e cioè gli interessi e i bisogni dei sardi. Pittalis ha quindi domandato all’esecutivo come potrà dare risposte a partire dal prossimo settembre agli Enti Locali, a chi perde gli ammortizzatori sociali, o alle richieste di nuovi investimenti. «Le risposte sono quelle di quest’accordo?», è stata la conclusione del capogruppo che ha insistito: «Con quest’accordo si alimenta la crisi che pervade il sistema economico sardo».

Non essendoci altri iscritti a parlare per dichiarazione di voto, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dunque posto in votazione, con procedura elettronica palese,  l’ordine del giorno n. 1 (Truzzu e più). Concluse le operazioni di voto, il presidente dell’Assemblea ha proclamato l’esito della votazione: «Presenti 54; votanti 53; favorevoli 19; contrari 34; astenuti 1. Il Consiglio non approva».

Si è quindi passati alla votazione dell’ordine del giorno n. 2 (Cocco Pietro e più) sull’accordo Stato-Regione sul patto di stabilità. Nel documento, sottoscritto da tutti i capigruppo della maggioranza, è espressa condivisione del percorso seguito nell’affrontare la vicenda e si manifesta «pieno sostegno all’azione del Governo regionale anche per la volontà di avviare il percorso per l’attuazione dell’autonomia fiscale della Sardegna».

Il presidente del Consiglio Ganau ha invitato la Giunta ad esprimere il suo parere.

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, illustrando il parere favorevole della Giunta, ha assicurato che l’Esecutivo metterà in campo tutte le iniziative necessarie «per mettere in sicurezza l’accordo di fronte a possibili comportamenti di non leale collaborazione dello Stato a partire dalla scrittura delle norme di attuazione». Pigliaru ha poi raccolto la sfida del consigliere Capellacci e riconoscere gli errori nel caso si verificassero: «Metto la faccia in tutto quello che faccio – ha affermato il presidente della Regione – sono prontissimo ad ammettere eventuali errori ma sono certo che non sarà così, la faccia la mettiamo tutti fino in fondo ed primo passo sarà proprio quello di definire norme di attuazione che diano a tutti regole chiare sulle entrate della Regione».

Il consigliere Alessandra Zedda, annunciando il voto contrario all’ordine del giorno, ha evidenziato che i contenuti dell’accordo Stato-Regione somigliamo ad «una cambiale in bianco ad uno Stato che non sta certamente trattando bene la Sardegna». Perché, ha chiesto, «lo Stato chiede l’abrogazione di una legge regionale che davvero ha aperto un percorso di autonomia finanziaria, con modifica dell’art. 10 dello Statuto e dell’Irap, perché la chiede dopo la sanatoria di 2013, l’accordo sul 2014 ed il nuovo corso previsto per il 2015? Riconosciamo l’onestà intellettuale del presidente  Pigliaru ma cambiali in bianco non ne firmiamo a nessuno».

Il consigliere Stefano Tunis, di Forza Italia, ha invitato l’Aula a «dare un percorso logico a quello che si sta facendo, nell’accordo c’è scritto che c’è una contropartita, la rinuncia ai ricorsi e soprattutto agli strumenti per affermare in futuro le vere ragioni dell’autonomia regionale». «Anche alcuni della maggioranza se ne rendono conto – ha aggiunto – ma non sembrano consapevoli del fatto che con queste premesse spazio per ulteriori risultati non c’è n’è più, perché è stata azzerata ogni leva». Forse l’alternativa potrebbe essere quella del recupero di una forte unità dei sardi, «ma la maggioranza non la vuole ricercare, nonostante importanti pagine della precedente legislatura scritte da tutti, come la mobilitazione contro la chiusura del craking di Porto Torres».

Voto favorevole all’ordine del giorno ha annunciato Annamaria Busia. «Questo risultato è importantissimo – ha detto il consigliere del Cd – perché consente l’adeguamento del Patto, la definizione delle norme di attuazione e, soprattutto, afferma la volontà di arrivare all’autonomia fiscale della Sardegna attraverso l’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate».

Paolo Truzzu (FdI), dopo aver ribadito la sua stima nei confronti del presidente Pigliaru «che conosco da quando frequentavo la facoltà di Scienze politiche dove ho avuto l’opportunità di apprezzare la sua onestà intellettuale e la sua competenza») ha espresso dubbi sul mancato coinvolgimento del Consiglio. «Quelle che avanziamo oggi – ha detto Truzzu – non sono osservazioni fatte in malafede. Siamo in difficoltà, come sono in difficoltà le altre forze politiche. Chiedo a Sel quando inizierà a raccogliere le firma contro il pareggio di bilancio regionale visto che le sta raccogliendo per quattro referendum sul pareggio di bilancio statale».

Paolo Zedda (Rossomori), intervento come di consueto in lingua sarda, ha chiarito il perché del voto a favore dell’ordine del giorno. «Votiamo sì per due ragioni. La prima: i sardi con questo accordo staranno meglio, abbiamo ottenuto la possibilità di spendere 320 milioni in più, forse è poco, forse si poteva ottenere di più, sicuramente si poteva ottenere di meno. La seconda ragione – ha proseguito Zedda – è che siamo riusciti a mettere in piedi un progetto sovranista: l’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate. E’ lo strumento che consentirà di fare bene i conti ed essere sicuri che l’accordo sia vantaggioso per la Sardegna. Stiamo imparando ad essere padroni in casa nostra, ad avere coscienza di poter ottenere l’autonomia fiscale. Oggi votiamo a favore, è una bella giornata».

Intervento in limba anche da parte del consigliere del Psd-Az Angelo Carta. «Per un attimo ho pensato di votare a favore di questo ordine del giorno – ha  detto Carta – perché  mi sembrava ci fosse un segnale di autonomia. Ho pensato: questo odg non è stato scritto il Pd ma dai partiti autonomisti, perché esprime il desiderio di arrivare a un livello più alto di autonomia. Poi però mi sono accorto che in questo documento c’è  di tutto e di più. Del progetto dell’Agenzia sarda delle entrate si parla da tempo, qui invece non c’è un progetto sovranista, c’è tutto il contrario di quello che noi pensiamo». Il Consiglio, secondo Carta, deve osare di più «deve agire in modo unitario per parlare di autonomia e sovranismo. Siamo fermi a quanto accaduto nei passati 60 anni. Bisogna muoversi meglio, altrimenti lo Stato ci sovrasterà (nos mandigat sos macarrones in conca)».

Ha, poi, preso la parola Christian Solinas, capogruppo del Psd’Az, il quale ha annunciato il voto contrario dei sardisti «perché non condividiamo le tre premesse». Solinas ha ricordato che la storia racconta di delegazioni ristrette che sono andate a trattare con il Piemonte per gli interessi della Sardegna con risultati non certo positivi. Solinas ha anche rilevato che la maggioranza tende a fare annunci, ma non ha ancora avviato alcuna riforma. Il vice presidente Eugenio Lai, sostituendo il presidente Ganau, ha dato la parola al consigliere del Pd, Roberto Deriu, il quale ha evidenziato che il presidente Pigliaru ha sconfitto “quel mostro” rappresentato dal #Patto di Stabilità, ricordando che da parte della maggioranza c’è la volontà di collaborare con l’opposizione. Voto favorevole è stato annunciato anche da Augusto Cherchi (Soberania e Indipendentzia-PdS) il quale ha sottolineato come sia importante, da oggi in poi, con il risultato ottenuto costruire il futuro della Sardegna. Secondo Cherchi «l’accordo stabilisce che la ricchezza prodotta in Sardegna deve restare in sardegna, e con questo accordo lo Stato ha aperto la porta alla nostra sovranità tributaria».

Voto favorevole all’ordine del giorno n. 2 è stato dichiarato dal consigliere di Sel, Luca Pizzuto che ha sottolineato le differenze tra il pareggio di bilancio statale e quello regionale. «Il pareggio di bilancio al livello statale – ha spiegato Pizzuto – significa azzerare al debito pubblico che come è noto sostiene la spesa pubblica mentre il pareggio di bilancio per la nostra Regione, con quest’accordo, aumenta gli spazi di spesa facendo venir meno i vincoli del patto di stabilità». «Sel è favorevole all’accordo sottoscritto dal presidente Pigliaru, perché cancella i tetti di spesa imposti dal patto di stabilità e le sue conseguenze negative che ben conosciamo».

Ha dichiarato il voto contrario, invece, il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, che ha definito il modello del pareggio di bilancio «una vera e propria fregatura di Stato che la maggioranza difende strenuamente». Crisponi ha ricordato la «voracità» con cui lo Stato si è rapportato con la Sardegna e ha lamentato la continua «disattenzione verso i bisogni dell’Isola». L’esponente della minoranza ha concluso sottolineando che «l’Aula, in occasione dell’accordo sul patto di stabilità, si deve limitare ad ossequiare un mandato che arriva direttamente dal governo Renzi».

Il consigliere del gruppo Pd, Antonio Solinas, ha dichiarato voto favorevole e ha polemicamente ricordato all’opposizione che il centrosinistra è al governo della Regione da soli cinque mesi. Il presidente della Quarta commissione si è detto sorpreso «nel sentir parlare di difesa dell’Autonomia da chi, quando era al governo, ne ha fatto carta straccia». Solinas ha ribadito che l’attuale esecutivo «è impegnato a mettere rimedio ai disastri lasciati dal governo precedente» ed ha ricordato l’occupazione dell’Aula da parte del centrosinistra nella passata Legislatura «per convincere l’allora presidente Cappellacci ad aprire la vertenza entrate con governo nazionale». L’esponente del Pd ha poi affermato che l’esecutivo ha agito nel confronto con il governo Renzi nel rispetto dei pronunciamenti del Consiglio regionale e ha replicato al capogruppo dell’Udc in merito agli accordi in materia di trasporti: «Niente è stato ancora firmato e l’assessore ha il conforto della competente commissione consiliare».

Il capogruppo di Sardegna vera Efisio Arbau ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, dopo aver affermato che «non c’è bisogno di insistere per convincere chi è già convinto», ha ribadito il pieno sostegno al presidente della Regione nella vertenza entrate «anche per ciò che questa rappresenta per il futuro della Sardegna e per la sua capacità di voltare pagina». Nell’ordine del giorno, ha ricordato il capogruppo del Pd, «c’è un riferimento particolarmente significativo alla piena autonomia fiscale della Sardegna; non è un dettaglio, è un nostro obiettivo preciso, una strada nuova che vogliamo percorrere, chiediamo anche su questo un voto del Consiglio esteso alla minoranza che, secondo noi, potrebbe votare almeno questa parte»

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente dell’Assemblea ha invitato l’Aula a procedere alla votazione dell’ordine del giorno.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto la verifica del numero legale.

Il presidente Ganau ha precisato, sulla base del regolamento, che la verifica è contestuale alla procedura di voto col sistema elettronico. Successivamente, ha comunicato l’esito dello scrutinio relativo all’ordine del giorno n. 2: favorevoli 33, contrari 18, il Consiglio approva. Subito dopo ha sospeso la seduta; i lavori riprenderanno nel pomeriggio alle 16.00.

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Il presidente della Giunta regionale ha tenuto una conferenza stampa, ieri sera, nella sala giunta del Consiglio regionale, insieme all’assessore del Bilancio Raffaele Paci e ai consiglieri regionali di maggioranza, dopo l’occupazione dell’Aula da parte dell’opposizione che ha impedito la replica sull’accordo sul #patto di stabilità.
«Come è stato detto durante la seduta, in commedia si fanno tante parti. Ma lì fuori ci sono i sardi, c’è la disoccupazione, ci sono le difficoltà delle persone e delle famiglie – ha detto Francesco Pigliaru – il risultato raggiunto con questo accordo significa portare più soldi all’economia reale nel minor tempo possibile, e tutto questo mentre attraversiamo la peggior crisi che abbiamo conosciuto. Sono soldi reali per la gente reale. Dietro il teatrino messo su dall’opposizione c’è il tentativo di rallentare l’azione di questo governo regionale, ma così facendo danneggiano solo i sardi e la Sardegna, a dispetto della bandiera che mostrano.» 
Il governatore ha aggiunto poi alcune ulteriori spiegazioni sull’accordo firmato con il governo, sottolineando la risoluzione della vertenza con lo Stato che avrebbe portato la Sardegna a pagare pesanti sanzioni per le violazioni dei vincoli di patto nel 2013.
L’assessore Raffaele Paci, evidenziando che la Sardegna è la prima Regione in Italia ad ottenere dal primo gennaio 2015 il superamento dei vincoli con il pareggio di bilancio, ha aggiunto come si tratti di «un passo importante e decisivo: da qui iniziamo ad avviare le nostre politiche contro la povertà e la disoccupazione, a favore della scuola e della ricerca. Certo, questa non è la soluzione ai tanti problemi dell’isola ma uno strumento per programmare d’ora in poi autonomamente le nostre risorse. Fino a poco tempo fa ci si lamentava di non riuscire ad andare avanti per colpa dei vincoli imposti dal patto di stabilità. Noi l’abbiamo superato, risolvendo il problema in quattro mesi. Finalmente la Sardegna può spendere quanto incassa – ha concluso – e visto che gradatamente stiamo uscendo dalla crisi, prevediamo di incassare e dunque spendere di più, a tutto vantaggio dell’economia della nostra isola».

Occupazione sala consiliare 2 Occupazione sala consiliare 1

Muro contro muro in Consiglio regionale tra maggioranza e opposizione. Lo scontro tra gli schieramenti si consuma durante il dibattito sul recente accordo firmato dalla Regione con lo Stato sul patto di stabilità. Al termine degli interventi dei capigruppo e prima della replica della Giunta,  la minoranza di centrodestra ha deciso di occupare l’Aula. Il presidente Ganau ha sospeso la seduta e rinviato i lavori a domani mattina alle 10.00.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Ganau. Dopo le formalità di rito l’Aula ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con l’avvio del dibattito sulle dichiarazioni del presidente della Regione Francesco Pigliaru relative all’accordo con il Governo sul patto di stabilità.

Il presidente ha sospeso brevemente la seduta in attesa dell’arrivo del presidente della Regione ed analoga richiesta, per esigenze del gruppo di Forza Italia, è stata formulata dal consigliere Alessandra Zedda.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato la parola al consigliere del gruppo Misto Fabrizio Anedda.

Anedda ha ribadito l’apprezzamento per il presidente Pigliaru e l’assessore Paci già espresso in precedenza. Il fatto che il centro destra si dimostri contrariato, ha affermato, «rafforza la giustezza della nostra linea». Per noi, ha aggiunto Anedda, «le risorse recuperate dovranno servire per creare sviluppo e lavoro di cui la Sardegna ha tanto bisogno, ma non bisogna perdere di vista l’obiettivo di eliminare gli sprechi, soprattutto nella sanità, dove i manager del centro destra sono ancora al loro posto». Gli obiettivi che abbiamo di fronte sono molto chiari, secondo Anedda: «Dobbiamo stabilizzare le imprese ed il nostro tessuto economico per creare occupazione e sviluppo reale, puntando su settori come agro alimentare e turismo che possono creare vera ricchezza».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha commentato l’esordio del collega del centro sinistra dicendo che «allora è rimasto davvero poco da discutere». Dedoni ha poi criticato duramente le dichiarazioni dell’assessore Paci secondo il quale bisognava sfoltire i contenziosi con lo Stato. Questo atteggiamento, per Dedoni, «non porterà sviluppo alla Sardegna, si potrà dire tutto come nel 2006, ma la realtà è che siamo partiti con 1.2 miliardi, salvo poi dire che il centro destra aveva rotto il patto di stabilità per dare fondi agli enti locali e che quel provvedimento poteva astrattamente essere sanzionato».  Per il capogruppo dei Riformatori la realtà è un’altra: «Il Governo non ha mai riconosciuto alla Sardegna quanto le spettava, oggi come nel 2006 e per giunta sarà lo Stato a certificare l’accertamento delle entrate, altro che la regionalizzazione che invocano i sovranisti, siamo totalmente nelle mani dello Stato». Alla Sardegna è stato tolto con la mano destra e con la sinistra, ha proseguito Dedoni, «questo vuol dire pareggio di bilancio, eppure abbiamo lasciato perdere la giusta battaglia sulle accise ed abbiamo perfino accettato di ritirare tutti i ricorsi contro lo Stato, è vergognoso». In questo quadro, ha concluso il consigliere, «non ci potrà essere spazio per sviluppo e occupazione, speriamo che almeno il Consiglio modifichi questo atteggiamento passivo e subalterno, mostrando spina dorsale e consapevolezza delle esigenze di un popolo».

Il consigliere Gavino Sale ha criticato il consigliere Dedoni, affermando che sino ad oggi che dal Governo Soru a Cappellacci hanno visto sentenze che riconoscono il debito ma il governo Pigliaru, molto pragmatico, ha ottenuto risultati concreti. Citando un antico proverbio sardo, ha aggiunto che «è meglio un uccello catturato che cento liberi (Mezus unu puzone tentu chi chentu ‘olende)». Le risorse reali servono, ha aggiunto l’esponente di Irs, «e contano molto più di quelle virtuali, anche se dello Stato italiano ci fidiamo pochissimo, anzi nulla». Ma oltre non si può andare, ha avvertito Sale, «perché ad oggi non sappiamo ancora qual è il gettito fiscale della Sardegna, per questo chiediamo l’Agenzia sarda delle entrate e chiediamo che tutte le aziende cambino residenza fiscale comprese quelle multinazionali: da E.on avremmo potuto ottenere 162 milioni, da Tirrenia ne potremmo ottenere altri 38, ecco perché quel principio per noi è fondamentale». E’stato fatto tutto il possibile con una nuova logica, ha concluso Gavino Sale, «ma ora dobbiamo agire concretamente per gli interessi della nostra Nazione».

Il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, si è detto orgoglioso di far parte della coalizione che sostiene la Giunta e il presidente Pigliaru, perché – ha spiegato il consigliere della maggioranza – «con la firma dell’accordo sul pareggio di bilancio si è ottenuto un risultato davvero straordinario: non solo per gli aspetti giuridici e finanziari ma soprattutto perché è stata restituita credibilità alla Regione sarda e trovo ovvio che le forze dell’opposizione tentino di ridimensionare e sminuire il risultato ottenuto a Roma». Il capogruppo del Cd ha proseguito il suo intervento ricordando che sono trascorsi solo quattro mesi dall’insediamento del nuovo esecutivo e che con la firma dell’accordo sulla parità di bilancio «siamo davanti ad un risultato che si può definire di speranza».

Roberto Desini ha poi ricordato le dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta nelle parti in cui si fa riferimento all’assenza di governi amici e/o governi nemici ma alla necessità di procedere nel confronto con lo Stato con chiarezza, responsabilità e schiena dritta. «Il presidente Pigliaru – ha aggiunto l’esponente del centrosinistra – ha condotto con successo il confronto con il governo e la Sardegna sarà la prima Regione d’Italia ad avere il pareggio di bilancio». Per Desini l’accordo è inoltre una vittoria della politica («si è riappropriata del suo ruolo») sulla burocrazia e ha inoltre il pregio di dimostrare come il presidente Pigliaru stia dando un forte “segnale di fiducia” verso il governo. «Perché – ha dichiarato il capogruppo del Cd – i tribunali e i ricorsi non portano spazi finanziari mentre è vero che ci allontanano dalla realtà». A giudizio del consigliere di maggioranza i 364 milioni di euro di ulteriori spazi finanziari, sono solo “un primo passo” e – ha aggiunto Desini in riferimento alle critiche dell’opposizione circa la mancata informazione – il presidente Pigliaru e l’assessore Paci hanno sempre e costantemente aggiornato la maggioranza sull’evoluzione del confronto Stato-Regione». «Non è più tempo di spot e slogan – ha aggiunto – ma di fatti concreti e tutti siamo chiamati ad affrontare la realtà e a guardare i bisogni e le necessità della gente comune». Il capogruppo del Centro democratico ha dunque auspicato che si individuino in tempi brevi le priorità di intervento e ha suggerito che si incominci dal comparto degli Enti Locali e dalle politiche del lavoro («dobbiamo restituire la dignità a chi l’ha perduta e soffre per l’attuale momento di crisi»). «Con l’accordo siglato dal presidente Pigliaru – ha proseguito Desini – abbiamo ottenuto maggiore sovranità finanziaria e questo significa maggiore impegno per spendere le risorse e per razionalizzare la spesa regionale». «In questa sfida – ha concluso – dobbiamo dimostrare di avere maturità personale e politica perché avere maggiore capacità di spesa significa lavorare per dare risposte efficaci ai bisogni dei sardi».

Il consigliere del Psd’Az, Marcello Orrù, è intervenuto nel dibattito per 5 minuti (la metà del tempo a disposizione di ciascun gruppo nello spazio riservato al dibattito) ed ha rivolto pesanti critiche ai contenuti dell’accordo sottoscritto dal presidente della Giunta, Francesco Pigliaru.

«Non capisco l’esultanza per l’accordo – ha attaccato l’esponente dei Quattro Mori – e ricordo al presidente Pigliaru che perseverare è diabolico». Orrù ha fatto riferimento alla cosiddetta intesa sulle entrate siglata dal Pigliaru (in veste di assessore alla Programmazione) con il governo Prodi, e che a giudizio del consigliere dell’opposizione «non ha portato alcun beneficio alla Sardegna, scaricandogli in cambio il costo di Sanità e Trasporti». Il consigliere Orrù si è dunque rivolto direttamente al presidente della Giunta per domandare quali siano i benefici che avrà la Sardegna dai 364 milioni di euro di nuovi spazi finanziari che sono stati liberati con l’accordo sottoscritto nei giorni scorsi a Roma. Orrù ha poi mostrato perplessità sui possibili risultati positivi che potrebbero derivare dal pareggio di bilancio a partire dal 2015 («è forse peggio anche del patto di stabilità»). «Con l’accordo sul pareggio di bilancio – è stata l’accusa lanciata dal consigliere del Psd’Az – è stata decretata la fine dell’Autonomia sarda e ricordiamoci che è stato siglato un accordo con chi dal 2007 dimostra di non rispettare l’intesa istituzionale in materia di entrate». A giudizio di Orrù con l’accordo si “stringono tre cappi al collo della Sardegna”: il primo è il pareggio di bilancio, il secondo è il pareggio di competenza per cassa e il terzo è il blocco delle opere pubbliche. «L’Italia – ha proseguito l’esponete della minoranza – ha chiesto all’Europa una proroga di un anno per l’entrata in vigore del pareggio di bilancio mentre il presidente della Regione sarda firma un’intesa col governo italiano per anticiparne di un anno l’applicazione al bilancio regionale». Il consigliere del Psd’Az ha ricordato le “grandi battaglie” dei diversi presidenti della Giunta che, nel corso dell’Autonomia si sono contrapposti anche ai governi del medesimo colore politico, pur di rivendicare e ottenere le risorse che spettavano ai sardi. «Mentre oggi – ha concluso Orrù – Renzi ci scippa l’Autonomia con le riforme costituzionali e il presidente Pigliaru va a Roma con il cappello in mano».

Il presidente del Consiglio ha dato, quindi, la parola al capogruppo di Sel, Daniele Secondo Cocco, il quale ha ringraziato il presidente Pigliaru per il risultato ottenuto sul Patto di stabilità. Cocco ha ribadito che Sel terrà comunque la guardia altissima nei rapporti con il governo. «Da oggi si riparte, la deroga ottenuta servirà a lenire le sofferenze più urgenti». Cocco ha ricordato la situazione drammatica che vive la Sardegna con una disoccupazione giovanile che ha raggiunto il 40 per cento. Troppi ancora i problemi da risolvere, ma con il risultato ottenuto da Pigliaru, secondo il capogruppo di Sel, «dall’anno prossimo la nostra maggioranza sarà messa alla prova perché dovremo sanare con quelle risorse la grave situazione in cui versa l’Isola».

Tra gli obiettivi di Sel c’è il reddito di cittadinanza, risolvere la situazione dei precari e portare avanti tante battaglie per il lavoro. «Credo che quel miliardo e duecento milioni di euro – ha affermato – ci consentirà di provare a risolvere i problemi e di equiparare tutti i cittadini per quanto riguarda il diritto alla salute». Per Cocco è necessario risolvere le emergenze ma anche programmare per il futuro. «Siamo orgogliosi e contenti di quanto ha ottenuto il presidente Pigliaru perché la Sardegna è la prima regione a uscire dal Patto di stabilità. Bravo presidente». Secondo Cocco la Giunta dal 2015 dovrà «dare risposte agli enti locali perché sono loro che risolvono i problemi dei cittadini».

Sull’ordine dei lavori ha chiesto la parola Mario Floris (Sardegna), il quale ha chiesto se ci fosse un ordine del giorno previsto come conclusione del dibattito. Il presidente Ganau ha spiegato che, in base al Regolamento, la discussione termina con la replica della Giunta e che, per adesso, non sono stati predisposti ordine del giorno.

Ganau ha quindi dato la parola al capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas: «Non è senza amarezza che intervengo in quest’aula perché purtroppo ci rendiamo conto che il cammino verso l’autonomia del popolo sardo è ancora molto lungo». L’esponente della minoranza ha affermato di essere stanco di sentire le lodi al presidente come se chi è venuto prima non avesse fatto niente e non fosse depositario di serietà, credibilità e competenza. «I sardi non hanno scelto voi, hanno solo decretato che siete maggioranza. Il Consiglio regionale – ha detto – deve essere tenuto costantemente informato, non basta che il presidente tenga informata la maggioranza».

Solinas ha evidenziato che l’unico risultato ottenuto è l’applicazione anticipata per la Sardegna sul pareggio di bilancio, e di contro «si è rinunciato a un risultato che si era ottenuto. Si è rinunciato agli effetti di una sentenza della Corte costituzionale. Quella sentenza non è negoziabile e non è nella disponibilità di nessuno: la Corte ha decretato un diritto dei sardi. Su quell’accordo, nell’interesse di tutti, ci dobbiamo tornare ma per darle, presidente Pigliaru, maggiore forza perché l’accordo sottoscritto è inaccettabile».

Per il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, l’accordo firmato dalla Regione con il Governo sul patto di stabilità non ha nulla di epocale: prevede, infatti, l’aumento del tetto di spesa di 320 milioni di euro per il 2014 ma, allo stesso tempo, introduce il principio del pareggio di bilancio. «Ciò – ha detto Rubiu – comporterà un blocco della spesa per Regione e comuni e metterà a rischio i servizi essenziali. E’ un patto scellerato che costringerà i sardi a pesanti sacrifici». Per l’esponente dell’Udc, l’intesa sottoscritta a Roma è, non solo un accordo “patacca” come lo ha definito l’ex presidente della Regione Cappellacci, ma un vero e proprio «atto di sottomissione totale allo Stato italiano».

Secondo Rubiu, la Regione avrebbe dovuto agire diversamente e portare avanti una trattativa che consentisse di assicurare all’Isola una soglia di sopravvivenza per tutelare le famiglie e le imprese. «Garantire il pareggio di bilancio significa attuare una politica di rigore che in passato ha portato all’aumento delle tasse e all’incremento la disoccupazione». Dall’esponente dell’UDC è poi arrivato un duro attacco alla Giunta per la decisione di rinunciare ai ricorsi contro lo Stato in materia finanziaria per il periodo 2014-2017. «Un atto scellerato – ha detto Rubiu – che impedisce di riconquistare e vedere riconosciuti i nostri diritti. Non è stata rispettata la volontà dei cittadini, l’accordo è una beffa per il popolo sardo». In conclusione del suo intervento, Rubiu ha criticato la decisione della Giunta di firmare l’accordo con lo Stato senza il preventivo coinvolgimento del Consiglio regionale.

Secondo Emilio Usùla (Soberania indipendentzia), l’accordo Stato-Regione in materia di finanza pubblica introduce elementi  importanti, seppure da perfezionare. «Lo riteniamo positivo – ha detto Usùla – tornerà utile per l’economica sarda. Dal 2015 la Sardegna potrà spendere e utilizzare le sue entrate, speriamo maggiori entrate, potrà investire di più per dare opportunità ai giovani e ai disoccupati».

Il principio del pareggio di bilancio è, secondo l’esponente della maggioranza, «una conquista di sovranità, per renderla più compiuta servono però ulteriori certezze sulle risorse che ci spettano e su come gestirle in autonomia». Usùla ha quindi rilanciato la proposta della costituzione dell’Agenzia sarda delle entrate. «Consentirebbe di quantificare e gestire l’esatto ammontare delle risorse a nostra disposizione. Uno strumento funzionale al principio del pareggio di bilancio». «In attesa della costituzione dell’Agenzia – ha spiegato Usùla – occorrerà attivarsi per ottenere dallo Stato:

a) la reversione dei flussi, tale per cui le entrate prodotte in Sardegna siano immediatamente girate dallo Stato a un conto della Regione Sardegna;

b) l’immediata attivazione – come previsto dall’accordo del 2006 fra Regione e Stato e come accaduto di recente per la Sicilia  di un codice tributo che consenta alla Sardegna di incassare le tasse delle imprese che lavorano in Sardegna pur avendo sede fiscale fuori dalla nostra terra. «I due elementi sono in stretta relazione con l’accordo sottoscritto – ha concluso il capogruppo di Soberania e Indipendentzia – se dal 2015 dobbiamo poter spendere le nostre entrate, queste devono essere nella nostra immediata, completa, certa disponibilità».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha esordito affermando che, a differenza del consigliere Desini, in Sardegna non si percepisce un miglioramento della situazione economica della comunità regionale. Il presidente Pigliaru, ha affermato, «non è un politico dio professione ma in questa circostanza ha mostrato di aver imparato la lezione vendendo per oro ciò che oro non è oro, ha raccontato la favola della buona famiglia che fa debiti e li restituisce quando le cose vanno meglio». Ma ora, ha osservato Truzzu, in questa famiglia c’è un’altra situazione, «la Sardegna ha sentenze che gli fruttano risorse aggiuntive ed invece, in cambio, accetta 253 milioni avendo diritto ad 1.2 miliardi; non solo, poi dal 2015 potrà spendere tutto il suo stipendio». Con la firma su quell’accordo, ha continuato il consigliere, «la Regione ha accettato il diktat del governo Renzi e meno male che si è firmato, se le cose fossero andate avanti per qualche altro mese avremmo pagato noi». Rivolgendosi ai settori del Consiglio che si richiamano al sovranismo, il consigliere di Fdi ha sottolineato che «il governo amico è lo stesso che ha negato i fondi per l’alluvione ed è singolare che, essendo di Fdi, finisca per superare proprio i sovranisti su certe battaglie». Dopo aver invitato la maggioranza a smetterla con la retorica della serietà, Truzzu ha chiesto di passare dalle parole ai fatti: «sulle cose serie, sul lavoro, su Garanzia giovani che è una truffa costata 54 milioni perché nessuno ha ricevuto una chiamata da una azienda e soprattutto perché non si può pensare solo ai precari mentre  una generazione di sardi non ha nemmeno potuto partecipare ad un concorso». Sulla proposta di costituzione di una Agenzia sarda delle entrate, il consigliere Truzzu ha sfidato i sovranisti a presentare una loro proposta di legge, assicurando un contributo costruttivo.

Il capogruppo di Sardegna vera Efisio Arbau ha dichiarato che «sta andando in onda l’ennesima puntata di quello che la stampa scrive sulla vertenza entrate, io credo nella buona fede delle persone e nella collaborazione, non ho mai detto che Cappellacci voleva distruggere la Sardegna, anzi sottolineo che in questi mesi abbiamo discusso e affrontato argomenti nel dettaglio, trovando soluzioni condivise». Però, ha precisato, «prendiamo atto che la minoranza vuole mettersi di traverso; la maggioranza ha responsabilità di governo e deve andare avanti, tenendo presente che la Sardegna non è una repubblica indipendente ma una articolazione dello Stato italiano». «Quindi dobbiamo accettare le sfide del futuro – ha aggiunto Arbau – ragionando sugli spazi finanziari come ogni altra regione “de iure condendo”, sul 2014 ci sono emergenze importanti e sugli Enti locali bisogna dare risposte importante». Per il futuro, ha continuato il capogruppo di Sardegna vera, «chiediamo allo Stato sugli accantonamenti per togliere dal Patto le risorse degli Enti locali, questi sono i ragionamenti da fare da adesso in poi». Per 2015, ha concluso, «dobbiamo fare un bilancio di cassa, un euro in entrata, uno in uscita, non ci possiamo più permettere molte cose, a cominciare da certi accessi della sanità». Sul piano politico, Arbau ha detto che «si faranno i conti alla fine della legislatura, impegniamoci a fare una legge elettorale per fare una partita reale, il risultato ottenuto è importante ma finiamo di dirci bravi da soli, ora dimostriamo di essere all’altezza».

Il capogruppo del Partito democratico, Pietro Cocco, ha replicato duramente alle critiche rivolte dall’opposizione al presidente e alla giunta. «L’opposizione – ha attaccato Cocco – recita la sua parte in commedia e spara contro chi governa anche davanti ad un argomento serio come è quello che riguarda l’accordo sottoscritto con il governo per il pareggio in bilancio. Su questo e su altri temi – ha proseguito l’esponente della maggioranza – serve invece ragionare e lasciare da parte la commedia». Pietro Cocco ha rivolto critiche all’atteggiamento tenuto nel corso del dibattito in Aula dal capogruppo dei Rifomatori, Attilio Dedoni («dimentica di aver governato per cinque anni la Regione e di averla lasciata in queste condizioni») ed ha affermato che «la maggioranza e la giunta vogliono tirare fuori la Sardegna dalle macerie lasciate dal centrodestra». «Ma – ha precisato – non dobbiamo seguire la strada tracciata nella passata legislatura ed ogni altro percorso è meglio di quello indicato dal centrodestra».

«L’accordo tra la Regione e lo Stato – ha incalzato Cocco – è un punto di svolta e rafforza la nostra sovranità. E’ un grande risultato conseguito con spirito di collaborazione e lealtà dal presidente Pigliaru e dall’assessore Paci, a distanza di soli cinque mesi dall’insediamento del nuovo esecutivo regionale».

Pietro Cocco ha poi ricordato le dichiarazioni rese dal centrodestra nella passata legislatura riguardo alle negative conseguenze dei tetti di spesa derivanti dal patto di stabilità, mentre oggi – ha sottolineato l’esponente del Pd – si afferma che il patto non deve essere superato e si fanno dichiarazioni “fuori dalla logica”. Per il capogruppo della maggioranza con l’accordo sul pareggio di bilancio ci saranno maggiori opportunità per programmare le risorse in favore della crescita e dello sviluppo. «Abbiamo messo in piedi un percorso virtuoso che va sostenuto e apprezzato – ha spiegato Cocco – e che rappresenta un tentativo per risolvere una vertenza centrale per il futuro dell’Isola». L’esponente del centrosinistra ha definito “una balla spaziale” l’accusa secondo la quale con l’accordo sul pareggio di bilancio la Sardegna perderebbe quote di sovranità ed ha concluso il suo intervento polemizzando duramente con il suo collega capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni. «Non hanno ottenuto alcun risultato utile alla Sardegna – ha affermato Pietro Cocco – e anche sulle province hanno soltanto sostituito amministratori eletti con i commissari nominati ed oggi, protestano e si scandalizzano per la riforma sanitaria che ha l’obiettivo di liberare risorse e ridurre spesa e sprechi».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco  Ganau, ha dunque concesso la parola per il tempo riservato al gruppo di Forza Italia, all’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci.

Ugo Cappellacci ha espresso rammarico per l’andamento del dibattito in Aula «che si consuma – così ha affermato – su un copione vecchio che non porterà alcun beneficio ai sardi. A giudizio dell’ex governatore del centrodestra l’attuale maggioranza commette l’errore di considerare la minoranza una controparte, mentre – ha dichiarato Cappellacci – in questa vertenza la controparte è solo lo Stato». L’esponente di Forza Italia ha quindi ricordato alcune importanti convergenze registrate in Consiglio nella scorsa legislatura, dalla riduzione dell’Irap, alle votazioni unanimi in materia di entrate e ha riaffermato che le azioni poste in essere dalla Giunta nei confronti del governo («ad incominciare da quelle che hanno portato alla sentenza della Corte Costituzionale che afferma che entrate e spese devono avere una correlazione») sono state promosse su indicazione e iniziativa dell’assemblea sarda con l’approvazione condivisa di documenti, mozioni e ordini del giorno. «Quando sono in gioco interessi alti – ha ammonito Cappellacci – non ci si può soltanto scontrare ma serve dimostrare di saper fare sintesi e raggiungere un punto di mediazione».

L’ex presidente della Regione è quindi entrato nel merito dei contenuti dell’accordo sul pareggio di bilancio ed ha affermato in premessa che «in alcun modo può essere considerato un risultato straordinario e eccezionale non fosse altro perché si applicherà a tutte le Regioni per effetto delle nuove norme statali». Ugo Cappellacci ha dunque domandato le ragioni e le motivazioni che hanno spinto la giunta regionale a siglare l’accordo che prevede il ritiro da parte della Regione di tutti i contenziosi aperti con lo Stato in materia di entrate. «Il presidente Pigliaru ci dice che così si evitano  le sanzioni?», ha domandato polemicamente Cappellacci che ha aggiunto: «Ma quali sanzioni se la Sardegna non ha sforato i tetti di spesa del patto di stabilità 2013, come ha affermato lo stesso Pigliaru con la Corte dei Conti e come è riportato in tutte le note ministeriali?». L’esponente del centrodestra ha inoltre ricordato come le stesse cifre indicate nell’accordo sul pareggio di bilancio siano del tutto insoddisfacenti e al di sotto delle previsioni fatte dalla stessa giunta regionale: «Si è partiti con la richiesta di 1.200 milioni di euro e si è arrivati a 320 milioni di euro». Cappellacci ha inoltre criticato la parte dell’accordo che riserva al governo l’accertamento delle entrate della Regione sarda («nell’ultimo anno la differenza tra quelle denunciate dallo Stato e quelle accertate dalla Regione è stata di 750 milioni di euro») ed ha proseguito dando lettura del testo dell’accordo sottoscritto a Roma fino al rigo in cui è scritto «….con la Regione siciliana». «Questo – ha denunciato l’ex governatore di Forza Italia – non è un errore, è la dimostrazione che è un testo fotocopia a quello che il governo aveva proposto alla Regione Sicilia e che il governatore della Sicilia ha però rifiutato perché poco vantaggioso».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi invitato l’assessore al Bilancio e alla Programmazione, Raffaele Paci, a svolgere il suo intervento nello spazio per la replica riservato alla Giunta. Dai banchi dell’opposizione si sono levate vibrate proteste e il presidente del Consiglio ha invitato il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ad intervenire per spiegare le ragioni di tale condotta. Il presidente, Gianfranco Ganau, dinanzi al perdurare delle proteste e constatato che alcuni consiglieri del centrodestra sventolavano la bandiera sarda in segno di disappunto, ha sospeso la seduta. I consiglieri dell’opposizione hanno quindi indossato una T-shirt bianca con la scritta “Sardegna” e il simbolo dei Quattro Mori e hanno occupato i banchi dell’Aula che sono riservati ai componenti la Giunta.

Il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta e convocato il Consiglio per domani, mercoledì 30 luglio, alle 10.00.