24 July, 2024
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Pietro Cocco 6 copia

Il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Pietro Cocco, critica duramente l’atteggiamento tenuto dall’opposizione in Consiglio regionale.

«Mentre l’attuale governo regionale presieduto da Francesco Pigliaru e con l’appoggio di tutto il centrosinistra, è riuscito ad ottenere il risultato straordinario di portare la Sardegna dal 2015 fuori dai vincoli del patto di stabilità che consentirà di rilanciare le politiche sociali e di risanamento della nostra isola e l’inizio della ripresa economica – ha detto Pietro Cocco – il centrodestra dopo 5 anni di fallimento, non avendo argomenti di sostanza da contrapporre e non avendo neanche il pudore di tacere, ha inscenato durante i lavori del Consiglio una suggestiva ed inutile pagliacciata fatta  con azioni di disturbo e provocazioni verbali.»

«Il loro obiettivo è quello di bloccare le riforme e le leggi che questa maggioranza vuole rapidamente approvare. Il comportamento della minoranza è vergognoso e al limite della decenza. Vedere Cappellacci occupare i banchi della Giunta dopo averli occupati per 5 anni senza combinare nulla – ha concluso Pietro Cocco – è veramente ridicolo.»

Palazzo del Consiglio regionale 3

Si è aperto oggi a Cagliari il primo #Tavolo permanente per la semplificazione di leggi e norme, coordinato dalla presidenza della Regione. Erano presenti il presidente Francesco Pigliaru, gli assessori Cristiano Erriu (Enti locali, Finanze e Urbanistica), Gianmario Demuro (Affari Generali, Personale e Riforma della Regione), Maria Grazia Piras (Industria), Raffaele Paci (Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio), Francesco Morandi (Turismo, Artigianato e Commercio), i direttori generali degli assessorati, i rappresentanti delle autonomie locali, dei sindacati, delle categorie produttive e del mondo cooperativistico. 
«L’apertura del Tavolo – ha detto Pigliaru – è un passo importante, in linea con quanto annunciato in campagna elettorale. L’obiettivo è ridurre il gravame burocratico accumulato negli anni e nello stesso tempo far sì che le nuove norme non ne creino altro. Su alcune problematiche possiamo intervenire noi, su altre deve farlo il governo centrale, altre ancora vanno affrontate insieme, e lavoriamo in questa direzione. Siamo fortemente impegnati ad attrarre investitori stranieri – ha aggiunto il presidente della Regione – l’aspetto di cui parliamo, insieme alla tassazione, è decisivo. Per schiacciare la burocrazia e avviare la semplificazione non servono risorse finanziarie – ha concluso Pigliaru – occorre soltanto la nostra determinazione.»
L’obiettivo della Regione è quello di ridurre i costi indiretti alle imprese ed ai cittadini dovute alla burocrazia. «Non è pensabile che un imprenditore debba attendere fino a nove, dieci anni prima di avere una risposta da parte della Pubblica Amministrazione – ha detto l’assessore all’Industria Maria Grazia Piras – il rilancio economico della Sardegna passa soprattutto attraverso lo snellimento delle procedure e il riordino dell’apparato normativo.” 
«La Sardegna – ha spiegato il direttore generale dell’assessorato all’Industria, Roberto Saba – è una regione pilota grazie all’attività dello SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) attorno al quale si è voluto costruire il Tavolo della semplificazione. Il SUAP – ha aggiunto Saba – è solo una parte del processo che vogliamo avviare.»
L’analisi dell’assessore Gianmario Demuro, invece, si è incentrata sull’inflazione normativa. «Serve una nuova collaborazione e un nuovo rapporto con il Consiglio regionale – ha detto – occorre intervenire sulle norme singolarmente, in maniera chirurgica, e valutare quelle ridondanti, usando lo strumento del testo unico»
Le richieste di imprese, sindacati, enti locali. Nel corso della prima riunione del Tavolo sono intervenuti i rappresentanti degli enti locali, dei sindacati e delle categorie imprenditoriali. L’esigenza – hanno sottolineato i vari esponenti – è quella di intervenire su tre ordini di problemi: legislativo, procedurale e organizzativo. La tenuta della qualità della democrazia – è stato detto – passa attraverso la semplificazione del rapporto tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese. 
Il direttore generale dell’assessorato all’industria, Roberto Saba, ha annunciato che nei prossimi giorni si svolgerà la riunione dei direttori generali degli assessorati per la composizione del Nucleo Tecnico per la semplificazione. Il Tavolo sarà invece riconvocato alla fine di agosto.

Stazione ferroviaria di Cagliari

Il nuovo #treno veloce Atr 365 sbarcato in Sardegna nei giorni scorsi è stato presentato oggi alla stampa nella stazione Trenitalia di Cagliari dal presidente Francesco Pigliaru e dall’assessore dei Trasporti Massimo Deiana. Tre o quattro vagoni, da 225 a 300 posti, trazione diesel, wifi, realizzato dalla società spagnola CAF espressamente per la Regione, che ha stanziato 78 milioni di euro. 
«Sappiamo che è un progetto che parte da lontano – ha detto il presidente Pigliaru – ma arrivati alla guida della Regione ne abbiamo trovato solo notizie vaghe e confuse. Questo è inaccettabile, la pubblica amministrazione deve essere efficiente e rapida ciò significa che i soldi spesi devono arrivare immediatamente agli utenti. Ma la pubblica amministrazione deve essere anche e soprattutto trasparente per questo abbiamo voluto capire subito dove fosse il treno e portarlo qui, sotto gli occhi di tutti.»
Da oggi si attende che l’Atr 365 ottenga il collaudo dell’#Agenzia nazionale sicurezza ferroviaria per poter viaggiare sulla rete italiana. «Siamo rispettosi delle norme di sicurezza e di quanto necessario per i collaudi, ma non si deve perdere neppure un giorno – ha proseguito Pigliaru nel corso della conferenza stampa – saremo molto attenti ai tempi, che saranno minimizzati: il treno deve andare sui binari il più velocemente possibile perciò oggi comincia il conto dei giorni per metterlo a servizio degli utenti e il conteggio sarà visibile per tutti sul sito della Regione. E’ un investimento degli anni scorsi su cui stiamo applicando i principi della trasparenza, ed essere trasparenti – ha concluso il presidente – è il modo per diventare efficienti.» 

«Il nostro obiettivo è mettere in servizio il treno entro autunno – ha rimarcato l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana – per questo contiamo nel massimo impegno di Rete ferroviaria italiana e di Trenitalia affinché tutte le operazioni di collaudo si compiano in tempi ragionevoli e ringraziamo questi enti per la collaborazione sinora prestata.»

 

Gli otto convogli, costruiti negli stabilimenti di Beasain e di Saragozza, sono ultimati e saranno ora sottoposti ai diversi test previsti dalle normative italiane. «Abbiamo scelto questi treni – spiega l’assessore Deiana – perché in grado di adattarsi alle criticità del tracciato isolano e partendo dal presupposto che sarebbe stato costosissimo, se non impossibile, intervenire e modificare le carenze della rete della Sardegna.» 
L’#Atr 365 è dotato di un sistema di pendolamento che garantisce un elevato confort di marcia attraverso sofisticati impianti elettronici di programmazione del percorso. Le specifiche tecnologiche dei nuovi treni rispecchiano i più alti standard in fatto di sicurezza, prestazioni, qualità e rispetto dell’ambiente. 
Tutte le carrozze sono motorizzate, la struttura delle casse in lega leggera di alluminio è autoportante, le vetture di testa sono dotate di due carrelli motore, i passeggeri a mobilità ridotta hanno a disposizione un carrello elevatore e un servizio igienico dedicato, tutti i comparti sono climatizzati, è previsto il posto per le biciclette, i sedili sono ergonomici con braccioli e tavolino ribaltabile, in caso di necessità si può inoltrare una chiamata di emergenza al macchinista attraverso un citofono. Il treno è dotato di un sistema di rilevamento ed estinzione incendi, mentre la trazione utilizza gruppi motori in classe IIIB per ridurre le emissioni di monossido di carbonio, idrocarburi e ossidi di azoto, come previsto dalla direttiva europea. 
Ultimati gli interventi di adeguamento dei sistemi di sicurezza e di segnalamento del treno e della rete, l’Atr 365 sarà in grado di viaggiare nell’isola sino a 180 chilometri orari e potrà coprire la tratta Cagliari-Sassari in poco più di due ore.

Ignazio Cirronis 2

Le #Organizzazione dei produttori (Op) sono destinate a morire. Ignazio Cirronis, presidente di #Copagri Sardegna denuncia come «la Regione, come suo compito, approva e finanzia i programmi di avviamento e di attività delle OP riconosciute. Per l’anno 2014 questo finanziamento ha previsto una spesa di 1.200.000 euro, ma nel bilancio della Regione ci sono solo 200.000 euro. Quindi i programmi di attività delle OP non verranno finanziati».

Questo, per Cirronis, decreta «la morte delle politiche di aggregazione. Da un lato la Regione dice di credere nelle OP e poi dall’altro lato le soffoca»!

La Regione Sardegna, infatti, ha riconosciuto negli anni ben 25 organizzazioni di produttori nei vari settori non ortofrutticoli: dai formaggi alle carni, ai prodotti biologici, ai cereali etc. Le OP sono supportate dall’Unione Europea e dalla Regione perché aggregano l’offerta di prodotto, permettono ai produttori di essere presenti direttamente sul mercato e raggiungere un maggiore reddito aziendale. «Ma le OP sarde stanno ancora aspettando il saldo dei programmi del 2013 e ora, se la situazione non cambia, non vedranno un euro neppure in futuro». 

Ignazio Cirronis si rivolge quindi all’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, e al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, dopo l’accordo col Governo nazionale che ha messo a disposizione nuove somme per il bilancio regionale, un immediato atto che assegni una dotazione adeguata per le OP che con le loro 7.000 aziende associate hanno predisposto i loro bilanci tenendo conto dei programmi approvati dalla Regione. «Se i piani di spesa approvati dalla Regione non saranno finanziati, che credibilità hanno le Istituzioni»?

OP riconosciute in Sardegna: 25

Nei diversi settori:

Vaccino: 2

Latte e formaggi ovicaprini: 12

Prodotti biologici: 3

Carni: 3

Vini: 2

Cereali: 2

Apicoltura: 1

Fatturato annuo complessivo delle OP non ortofrutta: 222 milioni di euro.

Produttori associati: 6.880.

Francesco Pigliaru 1 copia
«L’accordo che la Sardegna ha raggiunto con il governo per il patto di stabilità è un accordo che ha un cuore e dei dettagli. La nostra è la prima regione cui sarà consentito di spendere sino al pareggio di bilancio. È un quadro di buon senso e significa una grande responsabilità, siamo obbligati a ragionare su ogni euro, a trasformarlo in opportunità”.»
Così il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha cominciato, questa mattina in Consiglio regionale, l’esposizione all’Aula dell’accordo sulle nuove regole del patto di stabilità per la Sardegna, sottoscritto lunedì a Roma, formalizzando l’intesa politica raggiunta il 29 maggio a Palazzo Chigi.
Nel suo intervento il presidente della Regione ha spiegato che il cuore dell’accordo è racchiuso in tre punti principali, il primo dei quali è che a partire dal primo gennaio 2015 la Sardegna ha ottenuto la risoluzione strutturale dell’attuale assurdo vincolo del patto di stabilità che prevede un tetto monetario prefissato.
«La Sardegna è la prima regione alla quale sarà consentito spendere tutte le proprie entrate impegnandosi a garantire il pareggio di bilancio peraltro già previsto dalla nostra legge di contabilità», ha ribadito il presidente Pigliaru.
«La Sardegna contribuirà, come tutte le altre regioni e comuni italiani, al risanamento finanziario ed alla riduzione del debito pubblico dell’Italia, che anche noi abbiamo contribuito a generare, attraverso gli accantonamenti previsti dalle manovre finanziarie vigenti, ma non subiamo ulteriori vincoli.»
Un pareggio che la Sardegna punta ora ad ottenere non più su un calcolo annuale ma pluriennale, perché «una buona famiglia si indebita nel momento in cui ne ha bisogno, e recupera, arrivando al pareggio di bilancio, quando ha maggiori possibilità».
Francesco Pigliaru ha toccato il secondo punto, sottolineando che si tratta di “un’ulteriore buona notizia”. È la chiusura del contenzioso relativo al 2013 con la rinuncia da parte dello Stato delle sanzioni previste per lo sforamento del patto da parte della Regione, che nella finanziaria 2013 aveva unilateralmente deciso di ortare fuori patto i 500 milioni del fondo unico per gli Enti locali.
Il presidente della Regione ha illustrato poi la parte finale dell’accordo, che prevede il riconoscimento alla Sardegna di spazi finanziari aggiuntivi per il 2014 pari a 364 milioni, 44 dei quali destinati al contratto di servizio con le Ferrovie dello Stato passato sotto la responsabilità regionale. Secondo l’intesa, inoltre, la Regione si impegna a chiudere il contenzioso aperto con lo Stato in riferimento agli spazi finanziari e agli accantonamenti, oltre che a rinunciare in modo formale alla possibilità di nettizzare il fondo unico per gli enti locali, «possibilità ritenuta illegittima da numerose sentenze della Corte Costituzionale – ha spiegato il presidente – e perseverare in questa scelta ci avrebbe portato con certezza a perdere il giudizio».
«Altre cose rimangono da fare per ottenere una piena attuazione dell’art. 8 dello Statuto sulle entrate: ad esempio, il pieno riconoscimento dell’IRES maturata sul territorio regionale e alcune componenti dei giochi – ha concluso il presidente Pigliaru -, riprenderemo immediatamente il confronto con la Ragioneria dello Stato, porteremo analisi precise, evidenze statistiche, confronti con altre regioni. Lo abbiamo già fatto in passato con la vertenza entrate, quando attraverso alcuni calcoli, neppure troppo difficili, abbiamo ottenuto in due anni il riconoscimento delle nostre posizioni. Ci attrezzeremo ancora, e meglio di allora, ricordando sempre che quando si raggiungono risultati così importanti, la cosa fondamentale, poi, diventa saperli gestire.»

Francesco Pigliaru 1 copia

E’ iniziata alcuni minuti fa la seduta del Consiglio regionale. Al primo punto all’ordine del giorno le comunicazioni del Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sull’accordo tra Governo e Regione in materia di #patto di stabilità, sul quale ieri i gruppi di opposizione avevano tenuto una conferenza stampa molto critica, nella quale hanno chiesto espressamente al presidente Pigliaru di riferire in Aula.

Attendati Alcoa 3 copia

L’esito dell’incontro svoltosi ieri al ministero dello Sviluppo economico che sembra aver aperto una prospettiva per la cessione dello stabilimento #Alcoa, alla multinazionale svizzera #Glencore, è giudicato positivamente dal deputato del Partito Democratico Emanuele Cani.

«Esprimo un giudizio positivo sull’incontro di oggi, cui ho partecipato assieme ai sindaci e ai rappresentanti sindacali e ai lavoratori alla presenza della Regione Sardegna e del Governo – ha commentato il deputato di Carbonia -. A mio parere si è trattato di una riunione importante perché, come riferito dal viceministro De Vincenti, “il Governo e la Regione hanno confermato di aver preso contatto e avviato un confronto con un nuovo importante operatore internazionale interessato all’acquisizione dello smelter di Portovesme”. Non solo il ministro ha aggiunto che “Al riguardo è in corso un’approfondita istruttoria preliminare della disponibilità nel lungo termine di condizioni di approvvigionamento dell’energia elettrica in linea con lo specifico mercato nei principali paesi europei”. Non meno importante il punto in cui si spiega che “Governo e Regione hanno comunicato al gruppo industriale interessato che intendono sostenere la ripresa della produzione e dell’occupazione mettendo a disposizione anche lo strumento del Contratto di Sviluppo completando le infrastrutture in tempi certi”. Appare, invece, un po’ deludente la posizione di Alcoa che si è limitata a confermare di “restare disponibile a considerare una seria espressione di interesse all’acquisto dell’impianto di Portovesme da parte di un acquirente che offra ragionevoli garanzie di assicurarne la continuità operativa”. E che ha comunque dichiarato di interrompere al al 31 luglio 2014 i lavori di manutenzione dello stabilimento in quanto tutti i lavori previsti sarebbero stati eseguiti.»

«Ocorre vigilare costantemente sullo stato della vertenza – conclude Emanuele Cani – con l’unico obiettivo di riaprire lo stabilimento consentendo ai lavoratori di riprendere il loro impiego.»

«No ai facili entusiasmi e alle iniezioni di fiducia di cui gli operai della ex Alcoa non hanno il minimo bisogno – sottolinea da parte sua Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia –. I toni trionfalistici con cui il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru ha commentato l’incontro che si è tenuto ieri mattina al Mise per discutere della vertenza Alcoa, appaiono incauti e prematuri. C’è ben poco da festeggiare, insomma, di fronte al grave problema dell’approvvigionamento energetico e agli ammortizzatori sociali che non arrivano. Le tute blu sulcitane non hanno certo bisogno delle vacue parole con cui Pigliaru pretenderebbe di creare quello che definisce un “clima di fiducia”.»

«Prima di assegnarsi, da solo, il trenta e lode per avere instaurato una nuova trattativa con un operatore interessato all’acquisizione dell’impianto, la Glencore – aggiunge Ignazio Locci –, il presidente farebbe bene a creare le condizioni affinché lo stabilimento diventi nuovamente appetibile. E senza energia a prezzi vantaggiosi e infrastrutture adeguate non si va da nessuna parte. Del resto, di presunte trattative se ne sono viste svariate, ma di garanzie sull’energia nemmeno l’ombra. Inoltre, la Glencore vede all’orizzonte la scadenza della super interrompibilità che fino a oggi gli ha garantito costi energetici a prezzi accettabili. Forse gli operai dovrebbero farsi impressionare dal “Memorandum of Understanding” tra investitore e istituzioni necessario per passare alla manifestazione di interesse di cui parla Pigliaru, ma anche se l’altisonanza dell’inglese che si fonde con i latinismi può apparire affascinante, di fatto non si traduce in niente di concreto. Nulla, in sostanza, si può toccare con mano.»

«Il Governatore – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – si metta al lavoro e si presenti al prossimo appello. Ma stavolta lo faccia con qualcosa in mano.»

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La multinazionale #Glencore, già presente nel Sulcis con la #Portovesme srl, è interessata all’acquisizione dello stabilimento #Alcoa. E’ questo l’elemento più importante emerso oggi nel nuovo vertice svoltosi al ministero dello Sviluppo economico, per l’esame della vertenza, tra il Governo, rappresentato dal viceministro Claudio De Vincenti, la Giunta regionale guidata dal governatore Francesco Pigliaru, e le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali. A questo punto, anche se non c’è niente di ufficiale, la trattativa con l’altra multinazionale, la Klesch, sembra perdere quota.

La trattativa per la cessione dello stabilimento, come auspicano la Giunta regionale, i sindaci (alcuni anche oggi erano presenti a Roma), e soprattutto, i lavoratori, potrebbe andare incontro ad un’accelerazione ma resta ancora irrisolto il problema principale, quello relativo alle tariffe energetiche. Per arrivare ad una conclusione positiva, è necessario ed indispensabile arrivare ad un prezzo dell’energia intorno ai 30 euro a MWh. Alcoa, inoltre, ha ribadito di non aver ancora ricevuto alcuna offerta né tantomeno un piano industriale.

I tempi sono sempre più stretti, perché il 31 luglio terminerà il periodo di manutenzione.

Durante lo svolgimento dell’incontro, i 150 lavoratori arrivati ieri dalla Sardegna hanno manifestato rumorosamente ed uno di loro è stato colto da malore e soccorso da un’ambulanza.

«Questa vertenza va affrontata con totale senso di responsabilità da parte di tutti, costruendo un clima di fiducia – ha detto il Governatore Pigliaru -. È chiaro che si tratta di una trattativa difficile, ma è importante ricordare che, fino a poco tempo fa, trattativa non ce n’era alcuna. Noi ci siamo impegnati, sin dalla prima ora, nel creare condizioni stabili perché un nuovo potenziale investitore, tra quelli che abbiamo chiamato in campo, riavvii lo stabilimento.»

Il verbale d’incontro redatto dal Mise spiega che «Governo e Regione agiscono perché si possa pervenire, in accordo con primario operatore nazionale, ad una positiva condivisione nei tempi più rapidi dell’istruttoria sulla questione energia con l’obiettivo di individuare condizioni di mercato che possano favorire la economica gestione nel lungo periodo dell’impianto di Portovesme. Il confronto in corso ha l’obiettivo da parte di Governo e Regione di arrivare alla sottoscrizione di un Memorandum of Understanding (MOU) tra investitore e istituzioni al quale potrà immediatamente seguire la manifestazione di interesse ad Alcoa ed il conseguente avvio del confronto diretto tra i soggetti imprenditoriali. Infine, Governo e Regione hanno comunicato al gruppo industriale interessato che intendono sostenere la ripresa della produzione e dell’occupazione mettendo a disposizione anche lo strumento del Contratto di Sviluppo e completando le infrastrutture in tempi certi». 

«La nostra richiesta, che è anche il nostro impegno – ha concluso il presidente Pigliaru – è quello di chiudere il Memorandum of Understanding entro il mese di agosto. Il tavolo è aperto e continueremo a lavorare.»

Cocco Cozzolino

Il consigliere regionale Lorenzo Cozzolino (PD) ha presentato un’interrogazione sul mancato adeguamento del tariffario costi per protesi, ortesi ed ausili.

Lorenzo Cozzolino sottolinea che «il mancato aggiornamento del nomenclatore tariffario, per affermazione dello stesso presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato, costituisce un fatto di estrema gravità in quanto tocca la sfera di autonomia dell’individuo all’interno di un sistema di relazioni, rapporti sociali e di vita di comunità che garantiscono all’individuo di potersi affermare e sviluppare».

«Non è più procrastinabile una riorganizzazione del sistema – aggiunge Cozzolino – con la suddivisione in nomenclatori distinti in relazione: all’omogeneità delle tipologie incluse, ai bisogni dei destinatari e alle peculiarità dei percorsi erogativi con la puntuale individuazione delle figure professionali deputate alla fornitura; la revisione della lista delle tipologie di ausili erogabili  – previa eliminazione di quelli obsoleti  a fronte dell’inclusione delle nuove tecnologie – e un più efficace sistema di identificazione dei dispositivi “finiti erogabili” (marca e modello) per ciascuna tipologia inclusa attraverso la registrazione approvata da una apposita Commissione, come quella per il farmaco, dei modelli fornibili.»

Il consigliere regionale del PD interroga il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore competente della Sanità. Luigi Arru, per sapere «se la Giunta Regionale intenda promuovere nel breve ogni fattiva iniziativa volta a sensibilizzare il ministero della Salute affinché provveda, in tempi celeri, all’adeguamento del tariffario costi del Regolamento, ex D.M. 332/99, e al suo adeguamento; e se, nelle more la Giunta regionale intenda o meno adottare un provvedimento di aggiornamento  pari al 9 % dei costi, fermo al biennio 2006-2008,  comparabile a  quelle che sono le esigenze attuali».

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I capigruppo dell’opposizione in Consiglio regionale hanno tenuto una conferenza stampa congiunta, questa mattina, nel corso della quale hanno chiesto che il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, e l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, riferiscano, questo pomeriggio in Aula, sui contenuti dell’intesa sottoscritta a Roma con il Governo nazionale in ordine alla cancellazione dei tetti di spesa del #Patto di stabilità e sull’introduzione del pareggio di bilancio. «Senza un chiarimento da parte della Giunta – ha dichiarato Pietro Pittalis (Fi) – si pregiudicano i lavori dell’Aula ed è inaccettabile che il Consiglio regionale sia esautorato su un tema di fondamentale importanza come è quello che riguarda le entrate e il bilancio della Regione». Le forze dell’opposizione auspicano, a questo proposito, un intervento del presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, per richiamare la Giunta «alla correttezza e al rispetto del ruolo, delle funzioni e delle prerogative della massima assemblea sarda».

Pietro Pittalis (Fi), Gianluigi Rubiu (Udc), Attilio Dedoni (Riformatori), Christian Solinas (Psd’Az) e Modesto Fenu (Sardegna) lamentano di non conoscere il testo dell’accordo siglato dalla giunta e dal governo nazionale («abbiamo appreso i contenuti dagli organi di informazione») ma non risparmiano critiche su ciò che è emerso in questi ultimi due giorni: «Le parole che utilizziamo per definire l’accordo sul pareggio di bilancio, sono quelle a cui ha fatto ricorso un autorevole esponente della maggioranza e assessore della giunta Pigliaru, quell’accordo è una truffa contabile». Il capogruppo di Forza Italia ha proseguito denunciando «una profonda debolezza dimostrata dalla Giunta nel dare seguito ad un’intesa che fa retrocedere la Sardegna e che mortifica l’Autonomia, lasciando allo Stato la determinazione del flusso delle entrate della Regione sarda».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha ricordato le recenti dichiarazioni del presidente della Giunta («saremo la prima Regione ad ottenere il pareggio di bilancio») per affermare che, con il nuovo accordo, «per la Sardegna non ci sarà alcun pareggio ma solo una pesante sconfitta». Rubiu ha sottolineato le conseguenze negative per le risorse a disposizione degli Enti Locali («dovranno chiedere ulteriori soldi ai cittadini per far fronte alle spese») e paventato il rischio che «si ripropongano i danni causati nel 2006 con l’intesa istituzionale sulle entrate».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha insistito sulla mancata informazione resa al Consiglio da parte del presidente della Giunta e dell’assessore alla Programmazione e ha evidenziato che «nessuno, fino a questo momento, ha avuto modo di conoscere il documento sottoscritto a Roma dalla Regione con il governo di Renzi». Dedoni ha denunciato un atteggiamento definito “arrendevole” da parte del presidente della Giunta dinanzi alle diverse vertenze aperte con lo Stato e ha preannunciato “battaglia” anche per le accise.

Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha definito “poco serio e poco responsabile” il comportamento dell’Esecutivo regionale in riferimento al fatto che «il Consiglio apprende della conclusione di importanti accordi senza che si possano conoscere i relativi atti». Solinas ha sottolineato che non c’è alcunché di storico «nella sbandierata conquista del pareggio di bilancio, perché già dal febbraio 2013, in un documento di facile consultazione anche sul web, il ministero dell’Economia ne aveva preannunciato l’applicazione per tutte le Regioni». L’esponente sardista ha inoltre rimarcato l’esiguità degli spazi finanziari per l’anno in corso ed ha concluso esprimendo preoccupazione per il metodo utilizzato dalla Giunta («quello della trattativa riservata con lo Stato al limite della segretezza»).

Il capogruppo di “Sardegna”. Modesto Fenu, ha definito un «sopruso della Giunta dei nominati nei confronti dei rappresentanti eletti dal popolo sardo» il comportamento dell’esecutivo regionale nei confronti del Consiglio. Per il consigliere eletto nella lista “Zona Franca per Randaccio” l’accordo sul patto di stabilità «è un accordo al ribasso che si cerca di far passare come un grande risultato politico». «La Sardegna – ha concluso Fenu – ha bisogno di una Giunta che difenda gli interessi dei sardi e che non si appiattisca davanti ai voleri del governo italiano».

Il consigliere, Paolo Truzzu (gruppo Sardegna, eletto nelle liste di Fratelli d’Italia) ha sottolineato l’insufficienza del plafond di spesa disponibile per fare fronte alle spese della Regione e denunciato «le incognite del pareggio di bilancio». «Non si conoscono le regole – ha concluso Truzzu – a cui la Regione dovrà attenersi già dal 2015».

L’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci (Fi), ha definito l’accordo siglato a Roma «una solenne fregatura: una vera patacca». «E’ un risultato storico – ha aggiunto Cappellacci – ma solo per il Governo che con questo “accordo trucco” ottiene l’esclusivo accertamento delle entrate della Regione sarda». L’ex governatore del centrodestra ha dichiarato che per l’Isola è assai difficile potersi fidare dello Stato nell’accertamento delle proprie entrate. «Nel corso degli ultimi anni – ha affermato l’esponente dell’opposizione – i diversi governi italiani che si sono succeduti hanno dimostrato assai scarsa affidabilità sulla materia». Cappellacci ha ricordato i circa tre miliardi di euro di spazi finanziari a disposizione nel bilancio 2013 per domandare che cosa ci sia di storico nella conquista di 364 milioni di euro di spese euro compatibili per il 2014. «La verità è che a Roma brindano – ha concluso l’ex presidente della Giunta – perché è tornato Pigliaru, l’assessore che nel 2006 ha siglato la vertenza delle entrate».

Il consigliere Oscar Cherchi (Fi), nel dichiarare piena condivisione per l’iniziativa dei gruppi dell’opposizione ha affermato che le definizioni più appropriate per definire l’accordo tra Regione e Governo, restano quelle utilizzate dall’attuale assessore dei Lavori pubblici. «L’intesa che ci viene sbandierata come un risultato storico – ha affermato Cherchi – è una vera e propria truffa contabile in danno della nostra Autonomia».

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha ribadito la richiesta alla giunta perché riferisca in Aula sui contenuti dell’accordo e rimarcato “l’assenza di trasparenza” su temi altrettanto importanti. «Sembra che siano ritornati i tempi – ha dichiarato il leader Udc – di Soru e Dirindin che prima decidevano e poi in Consiglio incontravano solo gli esponenti della maggioranza».

L’ex assessore della Programmazione della passata Legislatura, Alessandra Zedda (Fi), ha rimarcato l’incertezza delle risorse del bilancio regionale e ribadito perplessità e critiche sul fatto che le entrate della Regione siano accertate solo dalla ragioneria dello Stato. «La Regione – ha spiegato Zedda – sta rinunciando all’adeguamento della spesa, dal 2010 in poi, e le risorse spendibili sono meno del miliardo e duecento milioni di euro dichiarate». L’esponente dell’opposizione ha ricordato come nel 2013 siamo rimasti fuori dai vincoli di spesa del patto di stabilità i 480 milioni di euro del fondo unico per gli Enti locali (560 milioni complessivi), 330 milioni di debiti commerciali e 100 milioni di euro per la nettizzazione del patto incentivato agli Enti locali. «Il patto di stabilità – ha proseguito Alesssandra Zedda – nel 2013 valeva dunque 2, 513 miliardi di euro mentre nel 2014 il tetto di spesa è fissato a 2,406 miliardi, a cui vanno sottratti 100 milioni detratti dallo Stato e 34 milioni per il bonus degli 80 euro». «Auspichiamo – ha concluso Zedda – che con l’accordo, del quale non conosciamo i contenuti, non venga meno il proseguo dei ricorsi avanzati contro lo Stato nella passata Legislatura in materia di entrate».

Il consigliere Antonello Peru (Fi), ha affermato che l’accordo sul patto di stabilità conferma che «la specialità sarda non solo è a rischio ma di fatto non esiste più». Peru ha poi citato il caso della protesta degli operai della Multiss sui tetti del palazzo dell’#Amministrazione provinciale di Sassari per denunciare i rischi delle minori entrate che derivano alla Regione per effetto della crisi. «La Sardegna ha introitato 600 milioni di euro in meno di quota delle accise che si è tradotta in 4 milioni in meno per la Provincia di Sassari che così non può più garantire i servizi della Multiss».

I capigruppo hanno concluso preannunciando azioni e comportamenti consiliari conseguenti se non ci saranno le risposte della Giunta in Aula, già nella riunione del Consiglio in programma questo pomeriggio.