19 November, 2024
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La 6ª commissione del Consiglio regionale ha dato il via libera all’unanimità al progetto per l’ospedale #San Raffaele di Olbia presentato dalla @Qatar Foundation. Ottenuto il parere positivo parlamentino, la Giunta potrà adesso procedere al perfezionamento dell’accordo con gli investitori stranieri.

Il voto è arrivato dopo una lunga discussione che ha visto maggioranza e opposizione confrontarsi su alcuni punti dirimenti: l’ottenimento delle deroghe da parte del governo sul numero dei posti letto e sul tetto della spesa sanitaria, le procedure per l’accreditamento di una nuova struttura in assenza di un piano sanitario regionale, la verifica della reale acquisizione delle strutture dell’ex San Raffaele da parte dei nuovi investitori.

Soddisfatto il presidente della Regione Francesco Pigliaru. «Oggi la politica ha dato una grande risposta – ha detto al termine della seduta dell’organismo consiliare – si è colta la necessità di essere rapidi e credibili nelle risposte da dare ad un’importante proposta di investimento». Pigliaru ha poi sottolineato il clima di collaborazione tra maggioranza e opposizione «che hanno agito per l’interesse generale lasciando da parte le visioni localistiche». «Nei prossimi giorni – ha annunciato il presidente – arriverà la delibera definitiva da parte della Giunta».

Grande soddisfazione anche da parte del presidente della commissione Sanità Raimondo Perra (Psi): «In meno di 8 ore, tra ieri e oggi, in un clima sereno e collaborativo, siamo riusciti ad esprimere un voto unanime su un argomento così complesso. Ringrazio tutti i componenti per il lavoro svolto. Sono sicuro che la Sardegna intera avrà grossi vantaggi da un investimento di queste dimensioni».

Giudizio positivo anche da parte del vicepresidente della commissione Marcello Orrù (Psd’Az): «Noi dell’opposizione abbiamo espresso un parere favorevole da subito ma avevamo necessità di alcuni chiarimenti da parte della Giunta. Le nostre osservazioni sono state accolte e il via libera al provvedimento è finalmente arrivato».

Tore Cherchi 12 copia

A metà maggio il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha delegato le sue funzioni di coordinamento del #Piano Sulcis a Tore Cherchi, ex presidente della #provincia di Carbonia Iglesias, con l’obiettivo di dare impulso all’attuazione dello stesso. La delega non modifica il modello di governance indicato nel protocollo.

Tore Cherchi ha riassunto lo stato di attuazione del Piano Sulcis al 30 giugno 2014 come definito nel protocollo d’intesa concernente gli “obiettivi e le condizioni generali di sviluppo e la attuazione dei relativi programmi nel Sulcis Iglesiente”, sottoscritto a Carbonia il 13 novembre 2013, dai ministri per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, e della Coesione territoriale e del Lavoro, Fabrizio Barca, da lui stesso nella veste di presidente della provincia di Carbonia Iglesias e dai sindaci dei 23 comuni del territorio, che ha trasmesso ai sindaci, che riportiamo integralmente.

OBIETTIVI, RISORSE E GOVERNANCE DEL PIANO

Il Protocollo d’Intesa sul Piano, fissa sette linee guida:

• salvaguardia del tessuto produttivo attraverso iniziative industrialmente sostenibili;

• realizzazione di un Centro di eccellenza per ricerca e produzione di energia eco-compatibile (cd Polo tecnologico energia). E’ compreso il progetto sulla cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS);

• individuazione di nuove prospettive di sviluppo con particolare attenzione alle macro aree delle: 1) filiera dell’energia pulita e dell’agro-energia eco-compatibile, compresa la realizzazione a Portovesme della base logistica del progetto GALSI per il metano; 2) filiera per il risanamento ambientale; 3) filiera agro-alimentare peculiare del territorio; 4) filiera del turismo, compreso il rilancio del Parco Geominerario.

• definizione di adeguati piani di formazione e riqualificazione professionale compresa la sperimentazione di flex security per i lavoratori espulsi dal ciclo di produzione industriale;

• sviluppo dei Centri di ricerca già esistenti sul territorio e realizzazione di un nuovo polo specializzato nelle tecnologie del risanamento ambientale dei suoli e delle acque;

• definizione di un’adeguata governance anche con il ricorso a misure straordinarie. Si stabilisce che entro 60 giorni, cioè entro il 13 gennaio 2013, i soggetti sottoscrittori del Protocollo, definiscono l’Intesa attuativa.

Le risorse assegnate al Piano con il Protocollo d’Intesa ammontano a 451 mln/€. Con successivi provvedimenti, le risorse sono state integrate sino a 623,8 mln/€. Sono da sommare ulteriori 7,5 mln € assegnati al Comune di Sant’Antioco per interventi ambientali in aree adiacenti a quella della ex Sardamag. Questa cifra è approssimata per difetto poiché non comprende risorse per investimenti di amministrazioni pubbliche, correlati a obiettivi del Piano Sulcis. Le risorse pubbliche sono una leva per investimenti privati che iniziano a prendere consistenza, come nei casi di Eurallumina (188 mln €), Biofuel (230 mln €), 38 piccole imprese dell’agroalimentare e del turismo (… €).

Le risorse sono ripartite per macro-programmi: 1 – Infrastrutture, 167,6 mln/€. Interventi principali: infrastrutturazione energetica Portovesme, 20 mln/€; Polo tecnologico energia, 8,3 mln/€; recupero approdi minerari ed approdi minori, 5,6 mln/€; sistema portuale turistico (Sant’Antioco compreso istmo, Carloforte, Calasetta, Buggerru), 37,9 mln/€; integrazione fabbisogno finanziario per porto industriale Portovesme, 7 mln/€ (da sommare a 8,4 mln/€ già disponibili e non compresi nel prospetto finanziario del Piano); collegamento idrico sistema Flumendosa – Sulcis 50 mln/€ (con successiva deliberazione di GR il fabbisogno finanziario è stato definito in 60 mln/€); adeguamento SS Carbonia – San Giovanni Suergiu – Giba, 30 mln/€; delimitazione zona franca Portovesme 1mln/€; altri interventi 7,8 mln/€. 2 – Ambiente e Bonifiche, 177,7 mln/€, compresi gli interventi nel Guspinese connesso all’Iglesiente. Per interventi ambientali contigui all’area ex Sardamag, erano già disponibili 7,5 mln€. 3 – Interventi a sostegno delle filiere produttive, 100 mln/€, di cui 10 mln/€ sono fondi regionali per bandi per pmi e 90 mln/€ sono fondi statali liberati dal PON SIl 2000/2006, finalizzati a Contratti di sviluppo. 4 – Call for Proposal, cioè il bando internazionale per idee innovative per il Sulcis Iglesiente, 55,7 mln/€. Come detto precedentemente, le risorse assegnate alla data della sottoscrizione del Protocollo sono state successivamente integrate con: 124,4 mln/€ per la fiscalità di vantaggio (2) delle piccole imprese (zona franca urbana); 10 mln/€ per copertura maggiore fabbisogno finanziario del collegamento del sistema idrico del Sulcis a quello del Flumendosa (3); 30 mln/€ dal Pianopluriennale di Ricerca per i programmi del polo tecnologico energia cui si dovrebbero sommare altri 30 milioni di reperimento ancora imprecisato.

Tenuto conto della preesistente disponibilità per il porto industriale di Portovesme (8,4 mln/€), le risorse pubbliche confluenti sul Piano Sulcis valgono 630,3 mln/€. Governance e Modalità operative. Il Protocollo, oltre la già richiamata Intesa attuativa, precisa che:

• la definizione dei tempi di attuazione è fatta con cronoprogramma fissato dalla Regione e dal Governo;

• la gestione avviene attraverso Accordi di Programma, con il supporto di Invitalia;

• si costituisce un Coordinamento rappresentativo di tutte le Istituzioni nazionali, regionale e territoriali;

• per l’attuazione, si ricorre alle risorse professionali interne alle Amministrazioni interessate;

• Il monitoraggio pubblico avviene attraverso il portale Open coesione.gov.it. Il Protocollo contiene una parte relativa ai problemi occupazionali con impegni concernenti: 1) tutela del reddito e ammortizzatori sociali; 2) politiche attive del lavoro e flexsecurity; 3) cabina di regia affidata a persona con “capacità manageriale superiore” per la gestione di “formazione, riqualificazione e avviamento al lavoro” del personale espulso dai cicli produttivi.

SINTESI DELLO STATO DI ATTUAZIONE

Il piano Sulcis per effetto del Protocollo d’Intesa sottoscritto il 13 novembre 2012 fra Stato, Regione ed Enti locali, e di successivi provvedimenti collegati allo stesso Protocollo, ha una dotazione finanziaria di risorse pubbliche di 623,8 milioni di euro. Considerando 7,5 milioni di euro assegnati al Comune di Sant’Antioco per interventi ambientali nell’area contigua con quella ex Sardamag. Il totale è pari a 631,3 milioni di euro. L’attuazione del Piano registra al 30 giugno 2014: fisco per le piccole e micro imprese. L’applicazione del regime fiscale e contributivo di #Zona Franca Urbana (unico caso in Italia) a 4.359 piccole e micro imprese del territorio provinciale per un equivalente di 124,4 milioni di euro, è pienamente operativa. La Regione accantonerà le quote fiscali di competenza (Irap e 70% di Irpef e Ires) per costituire una prima dote finanziaria per l’applicazione del regime di ZFU secondo la modulazione prevista in legge per 14 anni. Sarà valutata la selettività della misura verso in favore delle imprese a maggior prospettiva di sviluppo.

Grande impresa.

• E’ in approvazione in data odierna, il Contratto di Sviluppo (CS) per Eurallumina che investirà 188 milioni di euro. Il CS è agevolato con risorse del Piano Sulcis per circa 8 milioni di euro a fondo perduto e con un finanziamento di 67 milioni di euro da rimborsare in otto anni dal riavvio della produzione. E’ in formulazione un Accordo di Programma per l’ampliamento e la gestione del bacino dei fanghi rossi. Tale accordo è rilevante per avere il dissequestro dello stesso bacino. Si prevede che l’investimento Eurallumina possa dare luogo all’apertura del cantiere a partire dalla fine del primo semestre 2015 (250 occupati in cantiere per 2 anni).

• E’ in via di definizione il Contratto di Sviluppo per la realizzazione di un impianto a Portovesme, per la produzione di biofuel. L’azienda Mossi e Ghisolfi dichiara di voler essere in cantiere all’inizio del 2015. L’occupazione di cantiere è di 600 unità medie per 2 anni, con una punta di 800 unità. L’investimento è stimato in circa 230 milioni di euro, con un’occupazione diretta e indotta di circa 300 unità.

• Alcoa. La Regione è impegnata per la ripresa produttiva. La Regione, preso atto dello stato critico della trattative con Klesch, ha avviato contatti con altri primari produttori. Con uno è in corso una verifica dell’acquisizione degli impianti. D’intesa con il Governo sono offerte condizioni europee di fornitura dell’energia elettrica, ammodernamento in tempi certi delle infrastrutture, il Contratto di Sviluppo per il revamping degli impianti, l’eventuale compartecipazione della finanziaria regionale all’investimento.

Energia
– il rinnovo a fine 2015 del regime di superinterrompibilità per le aziende energivore sarde, per quanto richiesto dal Governo alla UE, è molto incerto. Le aziende metallurgiche dovranno organizzarsi per usare le più favorevoli condizioni del prezzo base dell’energia elettrica in Italia, l’interrompibilità semplice e l’ Interconnector in analogia a quanto accade per l’elettrosiderurgia.

• la Regione ha aperto un confronto con Enel per l’ammodernamento della CTE Grazia Deledda di cui la precedente direzione ha ventilato la dismissione nel 2020.

– nel secondo semestre dell’anno in corso sarà dato impulso accelerato alla preparazione del bando per la centrale da 250 MWe dotata dei dispositivi di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica di cui alla legge 21/02/2014 n.9.

• è in corso l’attività per portare a regime i programmi previsti nel cd Polo Tecnologico dell’energia che impegnano oltre 68 milioni di euro. Il programma è oggetto d’Intesa fra Regione e Governo. Si prevede di avere nel mese di luglio l’intesa nel mese di luglio.

• la miniera Carbosulcis è avviata a chiusura come da delibera della Giunta regionale del 20/12/2013 che ha preso atto di una situazione incompatibile con il regime di aiuto ammesso dalla UE. Il piano all’esame della Commissione UE prevede la chiusura della miniera entro il 2018 con una successiva fase al 2026 di messa in sicurezza. La Regione si riserva di valutare concrete alternative che diano occupazione stabile nel tempo reimpiegandovi i lavoratori più giovani e così usando in modo più produttivo una parte delle risorse destinate alla chiusura della miniera. In ogni caso le misure saranno attuate in modo da prevenire gli impatti sociali negativi.

• Metano. La Regione ha dovuto prendere atto dello stallo pluriennale e delle prospettive negative del programma Galsi, decidendo la fuoriuscita dal Consorzio. E’ in valutazione l’approvvigionamento del metano via terminale di rigassificazione. Portovesme, già individuato come sede logistica del programma Galsi, potrebbe essere, previa valutazione, la sede del rigassificatore.

La Regione intende sbloccare il programma di realizzazione delle reti urbane per il gas, già concesse. Bando di idee per il Sulcis (call for ideas, finanziamento pubblico 55,7 milioni di euro). L’attuazione delle conclusioni del bando ha cumulato notevole ritardo e ha anche imboccato una strada che non offre a tutti i vincitori del bando, l’opportunità di poter realizzare la propria idea attraverso procedure ovviamente concorsuali ad evidenza pubblica. Conseguentemente la Regione ha deciso di a) utilizzare il lavoro fatto nei casi comunque rilevanti, nei quali si ravvisa coerenza solida fra esiti del bando e misure applicative e di modificare queste ultime in alcuni casi di precaria coerenza; b) chiudere in proposito l’intesa con il Governo entro metà luglio; c) convocare i sei soggetti vincitori e i dieci segnalati il giorno 15 luglio 2014, per l’avvio del lavoro; d) aprire nel Sulcis Iglesientela uno sportello dotato di personale qualificato per invitare singolarmente i 158 proponenti idee ed offrire assistenza per la traduzione dell’idea in progetto imprenditoriale, ove interessati.
Bonifiche (177,7 milioni di euro di fonte pubblica, consistenti risorse private). La situazione di Igea Spa, ha comportato la decisione di liquidare l’azienda e di costituire un’Agenzia di cui è stata censurata dalle Autorità competenti la possibilità di assunzione diretta del personale alle dipendenze di Igea. Questo fatto vanifica lo scopo dell’Agenzia. Il paradosso del passato è che l’Igea non ha fatto le bonifiche ( ingenti finanziamenti sono fermi) occupando oltre 250 unità. Ritardi notevoli si registrano nei programmi di bonifica delle aree minerarie e industriali. Fra queste ultime si segnala il caso dell’area ex Sardamag. Di norma questi ritardi condizionano anche lo sviluppo di altri programmi di investimento per turismo e porti e di infrastrutture funzionali agli obiettivi del Piano. La Regione ha l’obiettivo complesso sul piano giuridico (bisogna evitare censure sugli aiuti di Stato) di rimettere l’azienda in condizioni di piena operatività per custodire i siti dismessi e fare le bonifiche. Filiera agroalimentare peculiare del territorio e filiera del turismo. Si attribuisce particolare rilevanza a queste filiere per le potenzialità di crescita. E’ stato effettuato un primo bando per le due filiere. Sono pervenute complessive 38 richieste (20 turismo e 18 agroalimentare) con una richiesta di incentivi di 6,1 milioni di euro a fronte di 10 milioni di euro di dotazione del bando. L’esito del bando (richieste notevolmente inferiori alle disponibilità) indica che sono cruciali le azioni per aiutare l’impresa locale a crescere e attrarre imprese dall’esterno. Su queste filiere impattano una parte significativa degli investimenti in infrastrutture (acqua, porti, strade). Anche le idee emerse nella apposita Call for Proposal (vedi più navanti) in parte cospicua riguardano questi settori.

Relativamente agli investimenti di imprese nel turismo, è necessario riflettere sui seguenti dati di fatto:

• negli anni 2006/2007 è stato effettuato il Bando internazionale LUXI, per la cessione di Masua, Monti Aguxau (base 32,5 miloni €) e di Ingurtosu (11 milioni €). Nonostante l’iniziale interesse di qualificati gruppi, le gare sono andate deserte per incertezze legate alle bonifiche, vincoli, costi etc.

• nel 2008 è stato effettuato il Bando internazionale MINAS concernente Buggerru, laveria e villaggio Pranu Sartu, Sant’Antioco, ex Sardamag e Palmas Cave, Gonnesa, Villaggio Norman e Seruci. Il bando è andato deserto per identiche ragioni, dopo la due diligente di taluni gruppi imprenditoriali.

• non hanno avuto sviluppi concreti gli studi avviati per riconversione per finalità turistiche e produttive dei siti di Monteponi, San Giovanni, Campo Pisano.

• sono state censite proposte di investimento privato su aree non minerarie nei Comuni di Arbus, Buggerru, Gonnesa, Sant’Antioco, Masainas. Questi investimenti sono in stallo per ragioni di autorizzazione o si incompatibilità con i vincoli ambientali.

• La Regione esaminerà il problema in raccordo con i Comuni per darvi soluzione. Parco geominerario. L’Amministrazione regionale intende rendere pienamente operativo il Parco. Al riguardo delibera entro la prima decade di luglio che il PGM assuma compiti diretti e preminenti nella gestione del complesso dei beni e dei siti di archeologia mineraria, d’intesa con i Comuni e con Igea. La Regione incarica inoltre il PGM di avviare gli studi e la procedura per il riconoscimento Unesco del patrimonio minerari sardo. E’ favorevole a una perimetrazione dei siti che riduca al minimo la necessità di acquisizione del preventivo parere del PGM sull’edilizia.
Porti del Sulcis.
– Sant’Antioco, Carloforte, Calasetta (34 milioni di euro, compreso l’attraversamento del’istmo). L’istruttoria preliminare ha portato alla condivisione fra Regione, Comuni di Sant’Antioco e Calasetta e Direzione marittima dei piani come emergono dalla studio di fattibilità effettuato dalla Provincia e validato dal Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici della Regione. Deve essere effettuata la riunione congiunta con il Comune di Carloforte. L’istruttoria in corso porta verso la progettazione e la presentazione al mercato delle opportunità di investimento con apporto di capitale privato.

• Buggerru. L’escavo già finanziato, è bloccato dal ministero dell’mbiente che richiede una preliminare Valutazione d’Impatto ambientale. E’ altresì necessario definire una soluzione strutturale per prevenire e/o mitigare futuri insabbiamenti. Al riguardo possono intervenire un insieme di misure consistenti nell’organizzazione di un servizio di dragaggio cadenzato nel tempo e nella realizzazione di nuove infrastrutture di protezione. Uno studio funzionale anche a dare maggiore sicurezza al porto, quantifica in 15 milioni di euro il costo delle nuove infrastrutture. Dalla revisione del quadro finanziario del Piano possono essere ricavati 5 milioni di euro da destinare al porto di Buggerru. Questa somma consente di azioni di raccordo fra l’attuale programma di escavo e la situazione di regime.

• Approdi minerari e approdi del basso Sulcis (circa 7 milioni di euro).

Il programma in corso è stato finanziato dalla Provincia e in parte è delegato ai Comuni per l’attuazione.

Infrastrutture.

• porto industriale di Portovesme. L’obiettivo principale è realizzare l’escavo per rendere disponibile la grande banchina ovest completata da anni. Sono disponibili 15,4 mln/€. La Giunta regionale ha adottato in data 26/11/2013 la delibera di attribuzione al Consorzio industriale di Portovesme dell’attuazione del programma. A tal fine è stata sottoscritta (metà aprile, circa 16 mesi dopo la disponibilità delle risorse) una convenzione fra Consorzio ed assessorato dell’Industria. Quest’ultimo ha il compito di approvare il progetto. In una riunione fra Regione, Comune, Consorzio e Direzione marittima è stata condivisa la proposta del Consorzio del ricorso all’appalto integrato che, senza imprevisti, porterebbe alla realizzazione del’opera in trenta mesi. Il giorno 8 luglio si svolgerà a Roma una riunione con il i Ministeri dell’Ambiente e dei Trasporti per la condivisione del programma.

• Strade, 30 milioni. direttrice Carbonia, Giba, Nuxis. La delibera della GR del 11/02/2014 individua come soggetti attuatori, il comune di San Giovanni (3 mln/€ per allargamento strada provinciale (progetto preliminare preparato dalla Provincia) e all’ANAS per quanto insiste su strade statali. L’istruttoria dell’assessorato dei LLPP e dell’Anas ha perfezionato il programma che risulta così articolato: adeguamento della SP 75, 3 milioni euro, attuatore Comune di San Giovanni Suergiu; adeguamento della SS. 195 e 293, 18 milioni di euro, attuatore ANAS; messa in sicurezza della SP 73, 1 milione euro, soggetto attuatore comune Santa Anna Arresi, a completamento dell’intervento già avviato dalla Provincia, circonvallazione Sant’Antioco, 8 milioni di euro.

• Collegamento del bacino idrico del Sulcis con quello regionale del Flumendosa,60 mln/€, programma in capo all’assessorato dei LLPP. Una delibera regionale individua l’ENAS come soggetto attuatore. Si noti che ENAS ha a disposizione i fondi per la progettazione. Le risorse già assegnate sono state reindirizzate dalla precedente amministrazione regionale verso altri interventi. L’opera ha l’obiettivo di affrancare il Sulcis dalle periodiche crisi idriche, e ha carattere strategico riconosciuto. L’impegno di questa amministrazione è di ripristinare gli stanziamenti necessari. Politiche attive del lavoro e sostegno al reddito. Per la sperimentazione delle politiche attive del lavoro è stata costituita cabina di regia presieduta da Paolo Reboani, presidente di Italia Lavoro. L’applicazione delle misure di sostegno del reddito è regolare per i lavoratori diretti delle aziende in crisi mentre incontra ritardi inaccettabili per i lavoratori indiretti delle manutenzioni.

Questi i punti in via di definizione o da definire:

• Governo e Regione devono definire una soluzione per la copertura dei lavoratori dell’indotto Alcoa, come previsto nel Protocollo e negli atti successivi.

• Per i lavoratori Eurallumina la Cig in deroga cessa a fine agosto. Per i successivi 4 mesi è da valutare la possibilità di una nuova copertura per crisi aziendale o il ricorso alla Cig per ristrutturazione.

• In via generale il Decreto del Governo sugli ammortizzatori sociali pone notevoli problemi in tutta la Sardegna ed eccezionalmente rilevanti nel Sulcis dove si concentrano 4.932 lavoratori assistiti da ammortizzatori sociali in deroga su un totale sardo di circa 14.000 lavoratori nella stessa situazione. Occorre definire come fronteggiare la situazione.

• Le politiche attive del lavoro hanno segnato il passo per l’incertezza sugli sbocchi occupazionali verso cui indirizzarle. Gli sviluppi più recenti riguardano le decisioni sugli investimenti Eurallumina e Biofuel. A questi dovrebbero aggiungersi quelli delle reti metanifere già concesse. Il piano giovani è un’altra opportunità. La cabina di regia ha temi concreti su cui impostare le politiche attive del lavoro. Lo sviluppo del Piano Sulcis è stato condizionato è stato condizionato dalla Governance.

A metà maggio il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha delegato le sue funzioni di coordinamento con l’obiettivo di dare impulso all’attuazione del Piano. La delega non modifica il modello di governance indicato nel protocollo.

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E’ slittato a oggi il parere vincolante della #Sesta Commissione del Consiglio regionale sul progetto per l’ospedale #San Raffaele di Olbia. Maggioranza ed opposizione hanno trovato un sostanziale accordo per il via libera all’investimento della #Qatar Foundation ma prima sarà necessario definire meglio alcuni aspetti sulle deroghe governative per superare i limiti dei posti letto e dei tetti di spesa imposti dalla spending review e sull’interpretazione della norma regionale (legge n. 12 del 2011) che affida alla Giunta la possibilità di accreditare una nuova struttura ospedaliera in assenza del Piano Sanitario. Aspetti che saranno chiariti entro domani mattina dai funzionari della Regione e sottoposti a una nuova valutazione della Commissione convocata per le ore 12.00.

A questa conclusione si è arrivati dopo un dibattito andati avanti per quasi quattro ore. Il parlamentino, presieduto da Raimondo Perra, aperto oggi alla partecipazione di tutti i capigruppo di maggioranza ed opposizione, ha sentito in audizione il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l’assessore alla Sanità Luigi Arru e il direttore generale dell’assessorato Giuseppe Maria Sechi.

Il presidente Pigliaru ha illustrato nel dettaglio la delibera n.24 adottata dalla Giunta il 26 giugno scorso per l’attivazione dell’ospedale e del polo di ricerca nell’area territoriale della Gallura. Pigliaru, in apertura del suo intervento, ha ricordato i vari passaggi della vicenda cominciata con la firma, nel dicembre del 2013, del Memorandum tra gli investitori della Qatar Foundation e la Giunta  Cappellacci.

«Si tratta di un investimento di grosse dimensioni – ha detto Pigliaru – per il quale occorre dare risposte credibili e in tempi rapidi.»

«La Giunta – ha proseguito il presidente – ha immediatamente avviato un’interlocuzione con il Governo per chiedere le deroghe necessarie alle normative nazionali che impongono vincoli rigidi sul numero dei posti letto e della spesa ammissibile per le convenzioni con i privati. Il progetto San Raffaele – ha ricordato Pigliaru – prevede 178 posti letto nella fase di avvio (108 per acuti e 70 post acuti), per arrivare poi a 242 a regime (142 acuti e 100 post acuti). Dal Governo è arrivato l’impegno formale a sostenere il progetto con una lettera di intenti firmata dal Ministro della Salute Lorenzin e dal sottosegretario Del Rio. Si tratta adesso di formalizzare il via libera con una deroga ufficiale”. L’obiettivo dell’intervento è duplice – ha sottolineato Pigliaru – integrare il sistema sanitario regionale e creare un polo di eccellenza nella ricerca. La struttura, oltre a fornire una risposta a un territorio finora penalizzato, avrà un grosso impatto per abbattere i costi dei viaggi della speranza (circa 60 milioni all’anno) effettuati dai sardi per curare alcune patologie e, allo stesso tempo, farà da attrattore per i pazienti che vorranno venirsi a curare in Sardegna. Alcuni lo faranno con le coperture finanziarie garantite dai loro sistemi sanitari, altri pagheranno di tasca propria il costo delle cure (per questi utenti il progetto prevede appositamente 50 posti letto in solvenza erogati senza oneri a carico del servizio sanitario regionale).»  

«Una parte importante – ha precisato il capo dell’esecutivo regionale – sarà poi dedicata alla ricerca: l’ospedale punterà ad ottenere in 5 anni le certificazioni IRCCS con le quali potrà accedere ad importanti finanziamenti nazionali. La Qatar Foundation ha inoltre assicurato una dotazione di 10 milioni di euro all’anno, a disposizione delle università sarde e di altri soggetti come il Crs4 o il Cnr, per le attività di ricerca. L’investimento iniziale sarà di circa 163 milioni di euro per gli interventi strutturali, l’ammodernamento e l’acquisto di attrezzature, i costi di gestione annuali ammonteranno invece a circa 70 milioni di euro. Il costo a carico della Regione per la convenzione si aggira sui 55 milioni di euro.

L’assessore alla Sanità Luigi Arru è entrato invece nel dettaglio del progetto spiegando ai componenti della Sesta Commissione che l’obiettivo della Giunta sarà quello di coprire le specialità assenti nel sistema della sanità gallurese e dell’intera Isola: «Si punterà su settori come la pediatria, la riabilitazione intensiva in campo sportivo, la chirurgia vascolare e oncologica, la cardiologia e la neurologia. Per andare avanti – ha confermato Arru – sarà però necessario ottenere dal Governo le deroghe necessarie. L’ambizione dell’ospedale – ha proseguito Arru – dovrà essere quella di diventare un centro di riferimento a livello internazionale».

Nel dibattito sono intervenuti diversi commissari. Daniela Forma (Pd) ha rivolto un plauso all’approccio della Giunta Pigliaru: «Pro e contro sono stati valutati attentamente – ha detto Forma – il progetto San Raffaele darà risposte a chi ha necessità di curarsi, integrerà il sistema sardo e darà spazio alla ricerca».

Pietro Pittalis (capogruppo di Forza Italia) ha posto alcune questioni pregiudiziali: «Siamo d’accordo con questo progetto – ha esordito – ma c’è la necessità di chiarire meglio tutti gli aspetti giuridici per evitare che la delibera della Giunta si areni nelle secche di qualche tribunale amministrativo». Secondo Pittalis, che ha parlato a nome di tutta l’opposizione, «prima di arrivare al parere vincolante della Commissione occorre precisare meglio le procedure di accreditamento delle nuove strutture sanitarie e le vicende legate alla curatela fallimentare dell’ospedale». Per Pittalis, inoltre, «la lettera di intenti firmata dal Ministro della Salute non è sufficiente. Serve una intervento ad hoc per superare i limiti imposti dalla spending review nazionale e dalla legge regionale n.21 del 2012  sui posti letto e sui tetti di spesa».

L’ex assessore della Sanità Giorgio Oppi (Udc) ha ricordato che «del progetto San Raffaele si parla ormai da oltre 20 anni. Il progetto presentato nel 1991 da Don Verzè non decollò perché mancavano le coperture finanziarie. Anche oggi – ha proseguito Oppi – uno dei partner del progetto, il Bambin Gesù, “non naviga nell’oro”. Da più parti arrivano forti critiche sui progetti avviati in altri parti d’Italia, soprattutto nel Sud. Per questo occorre vigilare sull’affidabilità di tutti i soggetti coinvolti”. Oppi ha poi concluso il suo intervento suggerendo alla Giunta di puntare su specialità effettivamente utili ad un’integrazione del sistema sanitario regionale come l’urologia pediatrica».

Per il capogruppo del Psd’Az Christian Solinas nella delibera «non si individuano con precisione i soggetti che manderanno avanti il progetto di cui farà parte la Qatar Foundation né c’è un’attenta valutazione e quantificazione dell’investimento». Solinas ha poi ricordato che il costo della struttura, certificato dal concordato preventivo, è di circa 11 milioni di euro. Mancano però le valutazioni sull’adeguamento dell’ospedale e di quanto si spenderà a fronte di un finanziamento regionale di circa 55 milioni di euro. «Questa operazione – ha detto Solinas – potrebbe farsi senza rischio di impresa. Di solito, prima si fanno gli investimenti e poi si chiede l’accreditamento». L’esponente sardista, infine, ha chiarito che non c’è nessuna ostilità al progetto ma, al contrario, una forte volontà di andare avanti evitando all’iter amministrativo un percorso accidentato.

Attilio Dedoni (capogruppo dei Riformatori) ha espresso parere favorevole all’investimento ma – ha detto – «senza creare traumi che rischino di vanificare l’operazione». E’ necessario – secondo Dedoni – un passaggio in Consiglio per sanare eventuali profili di illegittimità della delibera».

Su questo ed altri punti posti dalla minoranza è intervenuto il direttore generale dell’assessorato della Sanità, Giuseppe Maria Sech, che ha difeso la scelta di ricorrere alla previsione dell’art 24, comma 6, della legge regionale 12 del 2011 che consente alla Giunta, in assenza del Piano sanitario regionale, di disporre, sentita la commissione competente, l’accreditamento per una sola volta di una struttura ospedaliera. «Si tratta però di un percorso amministrativo puro – ha detto Sechi – la delibera della Giunta non accredita nessun ospedale. La norma è l’unico appiglio in mancanza del Psr. In ogni caso occorrerà ottenere le necessarie deroghe dal Governo e successivamente procedere ad ulteriori atti di programmazione».

Gigi Ruggeri(Pd) ha chiesto espressamente di inserire nel parere della commissione alcuni punti: «Questo progetto – ha detto – dovrà fungere da traino e gratificare l’intero sistema regionale. Nostro dovere sarà vincolare la presenza degli investitori del Qatar nei termini previsti dal progetto, creare una struttura di riferimento per la ricerca e una garanzia perché l’occupazione nella struttura, nell’indotto, nelle forniture e nei piccoli appalti premino i lavoratori sardi». Da Ruggeri, infine, la richiesta che la società di cui faranno parte la #Qatar Foundation e i suoi partner abbia sede in Sardegna e paghi le tasse nell’Isola.

Luca Pizzuto(Sel) ha annunciato il parere favorevole del suo gruppo alla proposta della Giunta. «Questo progetto – ha detto Pizzuto – è la garanzia che la sanità pubblica non sarà smantellata, non saranno ridimensionati i presidi periferici, né ci saranno conseguenze per il personale. Tutto questo, insieme al richiamo ad un’integrazione armonica del sistema sanitario e l’importanza data alla ricerca ci convincono della bontà dell’iniziativa».

Marcello Orrù (Psd’Az) ha invece chiesto espressamente che il progetto non penalizzi altre eccellenze presenti in Sardegna, in particolare a Sassari dove i centri per la sclerosi multipla, la cardiochirurgia e la neurochirurgia rappresentano dei veri fiori all’occhiello. «L’apertura del San Raffaele – ha detto ancora Orrù – non deve causare tagli ai danni delle altre strutture».

Su questi ultimi punti, l’assessore Arru ha dato ampie garanzie, assicurando anche grandi opportunità formative per gli studenti e i medici sardi.

Al termine degli interventi, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, a nome di tutta la minoranza, ha avanzato la proposta di sospendere i lavori per arrivare a un accordo unanime. Proposta accolta dalla maggioranza e dalla Giunta. La commissione si riunirà domani, alle 12.00, per la votazione finale del documento che accoglierà alcuni suggerimenti scaturiti dalla discussione.

Gianfranco Ganau 1 copia

Accelerare il trasferimento dei fondi raccolti con le donazioni private, attivazione di tavoli territoriali fra Regione ed amministrazioni locali per il monitoraggio della situazione, ruolo incisivo del coordinamento regionale della Protezione civile, impegno per l’approvazione in tempi rapidi da parte del Consiglio regionale di una legge “ad hoc” che riprenda le esperienze migliori della normativa precedente (con riferimento all’alluvione di Capoterra), eliminandone le criticità emerse in fase applicativa. Questi i risultati principali dell’incontro fra il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ed i rappresentanti del Coordinamento dei comitati spontanei delle comunità colpite da calamità naturali.

Il coordinamento ha consegnato fra l’altro al presidente del Consiglio un documento (già inviato al presidente della Regione Francesco Pigliaru) che riassume le principali richieste delle comunità ed un Cd con le immagini più significative di alcuni momenti della tragedia che, con intensità e tempi diversi, ha colpito 82 comuni dell’Isola.

Nel documento, oltre alle critiche contro i gravi ritardi negli interventi, sono contenute numerose richieste rivolte alle istituzioni, dal superamento dei vincoli del patto di stabilità alle risorse riguardanti gli indennizzi per il patrimonio privato, dal ripristino delle più importanti infrastrutture pubbliche alla necessità di abbattere una burocrazia farraginosa ed incomprensibile.

L’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano, presente all’incontro con il nuovo responsabile del centro regionale di Protezione civile Graziano Nudda, ha esposto in una sintetica relazione le principali linee di azione del governo regionale: definizione di una procedura semplificata per assegnare alle popolazioni le risorse provenienti dalle donazioni private (6 milioni della Croce Rossa, 5 milioni della Caritas, circa 500.000 euro della banca d’Italia ai quali dovrebbero aggiungersi i fondi dei gruppi consiliari della Regione per oltre 1 milione), predisposizione di un disegno di legge che armonizzi le esperienze più positive ed efficaci della normativa regionale (alluvione di Capoterra) e nazionale (terremoto dell’Emilia Romagna), riconoscimento dello stato di emergenza nazionale ed accesso al relativo fondo della Protezione civile, accesso al fondo di solidarietà dell’Unione europea, rafforzamento dell’azione (anche col supporto dei parlamentari sardi) che il presidente della Regione sta svolgendo presso il Governo per l’allentamento del patto di stabilità.

Per quanto riguarda il Consiglio regionale, sia il presidente della commissione Governo del territorio Antonio Solinas (Pd) che i consiglieri Gianmario Tendas (Pd) ed Efisio Arbau (Sardegna Vera) hanno assicurato il massimo impegno dell’Assemblea per il sollecito esame di nuovi provvedimenti legislativi.

Dichiarazioni_program_presidente_pigliaru_02042014

Il presidente della #Giunta regionale, Francesco Pigliaru, e gli assessori della Giunta da lui guidata hanno presentato alla stampa il bilancio dei primi cento giorni di attività. Il presidente ha ricordato i punti principali della sua campagna elettorale e li ha confrontati con le azioni di governo effettivamente realizzate. Dalla battaglia per acquisire risorse con il superamento dei vincoli del patto di stabilità, allo sblocco di tutti i cantieri tenuti chiusi dalla lentezza della burocrazia, alla capacità di attrarre investimenti, il presidente ha ripercorso l’attività della Giunta tenendo come punti di riferimento costanti la necessità di creare lavoro e l’obiettivo di rendere più agile ed efficiente la macchina organizzativa della Regione.
Tra i progetti approvati, il governatore ha citato Iscol@, il piano straordinario di edilizia scolastica, per il quale sono stati stanziati 93 milioni di euro, 30 dei quali finanziano interventi immediatamente cantierabili per combattere la dispersione scolastica e rilanciare il comparto dell’edilizia; Garanzia Giovani, con 54 milioni di euro in due anni per avviare al lavoro tra i 12.000 e i 15.000 giovani tra i 15 e i 29 anni.
Per far fronte al pagamento della mobilità in deroga sono stati sbloccati 52 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali destinati a 10.400 lavoratori sardi. Sono stati già pagati 7.000 sussidi.
Francesco Pigliaru ha poi citato il progetto per la costruzione del nuovo ospedale ad alta specializzazione di Olbia e la trattativa per Alcoa, per la quale è stata creata una task force regionale che sta lavorando ad individuare nuovi interlocutori per il rilancio dello stabilimento.
Nel campo della creazione diretta di occupazione, sono stati ripresi i lavori sulla SS 131 all’altezza di Serrenti ed è stata completata la SS 291, la nuova 4 corsie tra Sassari ed Alghero; sono stati stanziati i fondi per il ripristino delle infrastrutture colpite dall’alluvione e sono stati sbloccati i primi 15 milioni di euro per l’avvio del progetto di riqualificazione del porto industriale di Portovesme che prevede il dragaggio di un nuovo fondale; e’ stata portata a 80 milioni di euro la dotazione finanziaria per il bando PIA Pacchetti Integrati di agevolazione industria, artigianato e servizi; sono stati stanziati 220 milioni di euro per le università di Cagliari e Sassari, 300 milioni di euro per l’ammodernamento tecnologico e la messa in sicurezza dei presidi ospedalieri e distrettuali della Regione e 100 milioni di euro per il nuovo Campus universitario di Cagliari. La Giunta ha approvato la delibera sulla semplificazione normativa per le imprese e il finanziamento del contratto di sviluppo per la realizzazione di una centrale di cogenerazione nel sito dell’Eurallumina.
Francesco Pigliaru si è poi soffermato sulle azioni per la programmazione dei fondi europei, sulle riforme, sulla riorganizzazione di Abbanoa, avviata con la nomina di un nuovo amministratore unico e la capitalizzazione con 83 milioni di euro. La Giunta ha nominato un liquidatore per Igea, al quale è stato assegnato il mandato di cercare tutte le possibili soluzioni per rilanciare l’attività ed avviare le bonifiche; e’ stata deliberata la riorganizzazione del sistema di allerta per le calamita’ naturali; e’ stata abolita la delibera con la quale la Giunta Cappellacci al termine della scorsa legislatura ha approvato il PPS.
Altri temi affrontati nel corso della conferenza stampa sono l’avvio della trattativa con il Governo sulle servitù militari, l’abbandono del progetto Galsi per la metanizzazione dell’Isola, per la quale verranno ricercate soluzioni alternative, l’avvio dei Piani personalizzati di sostegno finanziati con 121 milioni di euro, gli accordi per ottenere 7,5 milioni di euro in più all’anno per gli allevamenti ovicaprini, il via libera per i nuovi parchi di Gutturu Mannu e Tepilora e, infine, lo sblocco di 3,5 milioni di euro, con pagamento entro luglio, per gli eventi regionali di interesse turistico e il finanziamento del Fondo di Garanzia Confidi con un impegno di 3,5 milioni di euro.

Pigliaru Erriu Piano strategico sulcis

La Regione Sardegna reinveste sul Sulcis i soldi della zona franca urbana per dare continuità al regime. Lo ha annunciato il presidente Francesco Pigliaru, questa mattina, in apertura della riunione con i sindaci del territorio, convocata per fare il punto sullo stato di attuazione del Piano Sulcis. All’incontro in Sala Giunta con i rappresentanti dei 23 Comuni, erano presenti anche l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu e il coordinatore del tavolo tecnico istituzionale Tore Cherchi, delegato a guidare la nuova struttura attivata dalla Presidenza, in sinergia con gli assessorati, per il rafforzamento del Piano attraverso una governance unica.

Il presidente della Regione, partendo dall’argomento del fisco per le piccole e medie imprese, ha ricordato che l’intervento di defiscalizzazione diffusa della #Zona franca del Sulcis è operativo dal mese passato: si applica a 4539 piccole e micro imprese del territorio provinciale per un equivalente di 124,4 milioni di euro, cifra che garantirà la copertura per tutte le imprese richiedenti per un periodo minimo di tre anni. Francesco Pigliaru ha sottolineato come i fondi di provenienza statale che sostituiscono gli adempimenti fiscali da parte delle imprese, siano soggetti a compartecipazione da parte della Regione: «Ed è volontà della Regione continuare a intervenire sulla leva fiscale. Stiamo valutando l’utilizzo di queste compartecipazioni per prolungare di uno o due anni l’intervento garantito dallo Stato. È una scelta che conferma l’intenzione di reinvestire sul Sulcis tutte le risorse che dalla stessa area provengono». 

La riunione è proseguita con l’illustrazione dello Stato di attuazione del Piano, secondo le linee guida del protocollo d’intesa. Sul tema grande impresa è stato sottolineato che è in approvazione proprio oggi il Contratto di sviluppo per Eurallumina, con un investimento di 188 milioni di euro, mentre è in via di definizione il Contratto di sviluppo per la realizzazione di un impianto per la produzione di biofuel a Portovesme con un investimento di circa 230 milioni di euro. Su #Alcoa c’è l’impegno per la ripresa produttiva, e sono stati avviati contatti con nuovi potenziali investitori. Sul fronte energia, è stato aperto un confronto con Enel per l’ammodernamento della centrale Grazia Deledda, contestualmente sarà preparato il bando per la centrale da 250 MW ed è in corso l’attività per portare a regime i programmi previsti nel polo tecnologico dell’energia, con un impegno di 68 milioni di euro. Confermato il processo di chiusura e poi messa in sicurezza di #Carbosulcis, nei piani della Regione c’è l’impegno di intervenire con misure adatte per la prevenzione di impatti sociali negativi. Una forte accelerazione, in termini di azioni e date, viene impressa al bando 99Ideas, con l’obiettivo di promuovere bandi coerenti con la progettazione emersa dal concorso di idee. Su Igea è stato evidenziato come la Regione, evitando censure sugli aiuti di Stato, abbia l’obiettivo complesso sul piano giuridico di rimettere l’azienda in condizioni di piena operatività per custodire i siti dismessi e fare le bonifiche. Altri punti toccati sono stati la filiera agroalimentare peculiare del territorio e la filiera del turismo, considerati ambiti di particolare rilevanza per le potenzialità di crescita: 38 le richieste arrivate per il primo bando effettuato, con 6,1, milioni di euro di incentivi concessi, a fronte di una disponibilità pari a 10 milioni. Per quanto riguarda il Parco geominerario, la Regione mira a garantirne con apposita delibera la piena operatività, e avvia le procedure per la richiesta di riconoscimento Unesco del patrimonio minerario sardo. Istruttorie in corso per i porti e programma indicativo di trenta mesi per la grande banchina del porto industriale di Portovesme. Per le strade, è in fase di progettazione il piano approvato dalla giunta che ha mostrato notevoli ritardi attuativi; sul collegamento del bacino idrico del Sulcis con quello regionale del Flumendosa, c’è l’impegno della Regione a ripristinare gli stanziamenti necessari, stimati in 60 milioni di euro, in passato già assegnati e poi reindirizzati dalla precedente amministrazione. Infine l’argomento politiche attive del lavoro e sostegno al reddito, con alcuni punti fissi: definire con il Governo una soluzione per i lavoratori dell’indotto Alcoa; una modalità di copertura per la cassa integrazione in deroga Eurallumina in scadenza a fine agosto; fronteggiare le conseguenze del Decreto del Governo sugli ammortizzatori sociali; avviare i primi programmi sulle politiche del lavoro in funzione degli investimenti #Biofuel ed #Eurallumina.

E’ stato firmato ieri, nella sala Giunta del Consiglio regionale, l’accordo di programma finalizzato alla realizzazione del #Campus universitario di Cagliari, nell’area ex Sem di viale la Playa. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda hanno sottoscritto il documento insieme al Direttore generale dell’Università di Cagliari Aldo Urru, delegato del Rettore, e il presidente dell’ERSU di Cagliari, Antonio Funedda. Alla firma era presente anche l’assessore della Cultura e Pubblica istruzione Claudia Firino. L’intervento, come spiega il testo dell’accordo, è finalizzato a potenziare e qualificare l’offerta di servizi a favore degli studenti e nello stesso tempo «contribuisce ad accrescere la capacità attrattiva della città e dell’università». Il campus che conterà un totale di 505 posti letto, si comporrà di tre blocchi, avrà una mensa universitaria, campi e servizi sportivi, servizi culturali e parcheggi. Il costo complessivo è pari a poco più di 100 milioni di euro, di cui 74 circa a valere sui fondi FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate)2000-2006 APQ Istruzione e università e il resto su FSC (Fondo Sviluppo Coesione) 2007-2013 APQ Conoscenza.
I lavori per il primo lotto inizieranno a febbraio 2015 e la conclusione è prevista per aprile 2017, mentre i tempi per il secondo lotto vanno da ottobre 2015 a luglio 2018.
«Il nostro impegno massimo è sbloccare più cantieri possibile, puntando soprattutto su quanto possa esserci più utile per il futuro – ha spiegato il presidente della Regione Francesco Pigliaru dopo la firma dell’accordo -. Questo di oggi, che riguarda l’istruzione delle nuove generazioni, lo è in modo particolare. Come mi trovo a dire spesso, il nostro compito è lavorare per rendere il contesto favorevole. In questo caso significa offrire opportunità ai nostri cervelli, non rischiandone la fuga.»
Il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ha illustrato l’iter seguito in questi anni dal progetto, sottolineandone la complessità. «L’ottima collaborazione con questa Giunta regionale ha dato una significativa accelerata – ha detto Massimo Zedda -. Il campus, con la sua struttura, i suoi servizi e la considerevole dotazione di parcheggi si inserisce in un discorso di riqualificazione della città molto importante».
Secondo il Direttore generale dell’Università di Cagliari Aldo Urru, la firma di oggi è «un ulteriore passo per colmare il gap che esiste rispetto ad altre realtà universitarie. Ma è un corpo cui dare gambe, dobbiamo continuare l’impegno e proseguire rispettando i tempi che ci siamo dati».
Il presidente dell’ERSU, Antonio Funedda, ha sottolineato «il cambio di passo evidente per chi conosce la situazione del diritto allo studio in Sardegna. È il segno di un nuovo inizio – ha detto Funedda – ma abbiamo l’onere che ne conseguano atti concreti».
Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Claudia Firino: «E’ un risultato importante, coerente con la nostra linea e il nostro impegno nell’ambito dell’edilizia scolastica. Sono certa che è solo il primo dei tanti progetti che prenderanno la giusta velocità e la giusta direzione».

 

Mario Floris 4 copia

«Anche in politica, la fretta fa i gattini ciechi. Applicando in maniera pedissequa la riforma Renzi-Del Rio sugli Enti Locali, la Giunta Pigliaru soffoca la base dell’autonomismo comunale – denuncia l’ex presidente della Regione Mario Floris. E’ un brutto segnale anche per l’Autonomia regionale, per la nostra “specialità autonomistica”.»

Dopo aver letto in un dispaccio dell’ANSA la dichiarazione da Bruxelles, dove era in missione, dell’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, il leader dell’Uds Mario Floris chiede al presidente Francesco Pigliaru di «far conoscere anche a noi le linee guida che la Giunta regionale ha elaborato e le sedi nelle quali è in corso il dibattito – come ha dichiarato l’assessore Erriu – sulla strutturazione del nuovo sistema degli Enti Locali in Sardegna, secondo i principi della riforma Renzi-Del Rio.  Anche noi abbiamo diritto di partecipare».

«Sono certo che l’assessore Erriu ben conosce lo #Statuto Sardo, che è legge costituzionale, esattamente la legge n. 3 del 1948 con la quale i “Padri Costituenti” hanno fissato i principi fondamentali della nostra Autonomia, tra i quali – precisa Mario Floris – la competenza legislativa primaria in materia di ordinamento degli enti locali, che la Giunta Pigliaru, applicando subito la legge Renzi-Del Rio, approvata nei giorni scorsi, vorrebbe affossare.»

«E’ un obiettivo dichiarato e ciò preoccupa per gli effetti devastanti che può avere nel sistema istituzionale, culturale e sociale complessivo della Sardegna e del sistema autonomistico.»

«Con la scusa dell’utilizzo dei fondi europei – incalza il leader dell’Uds Mario Floris – a Bruxelles l’assessore Erriu ha sottolineato – si legge nella nota ANSA del 19 giugno scorso – che la Sardegna è tra le Regioni d’Italia col più alto numero di piccoli Comuni e che il varo di un nuovo sistema di poteri locali fondato sulle unioni e sui processi di fusione tra Comuni, rappresenta un obbligo imposto dalla legge Renzi.»

«E’ una strada pericolosa, questa – sottolinea ancora Mario Floris – e la fretta che la Giunta regionale vuole imporre non può passare sulla testa del nostro Statuto e dei nostri poteri autonomistici, i cui principi sono inalienabili, fondati su ragioni storiche, culturali, economiche, sociali e territoriali nelle quali i piccoli Comuni sono il tessuto connettivo della nostra identità.»

«Non possiamo essere succubi o sottomessi ai poteri romani e non verremmo che le nostre comunità un domani prossimo finissero in mano ad una podestà. Un film già visto e purtroppo tragico, di un modello di libertà fondato solo sul dio denaro e sulla volontà di una parte, se non di un singolo.».

Francesco Pigliaru 1 copiaLuigi Arru 5 copia

La Giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru ha approvato ieri sera la delibera sull’ospedale ex #San Raffaele di Olbia da sottoporre alla Commissione Sanità del Consiglio regionale. Su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, l’esecutivo ha dato il via libera, con approvazione preliminare, all’ avvio delle procedure «per l’attivazione dell’ospedale e polo di ricerca nell’area territoriale della Gallura». 
La delibera definisce i punti chiave degli accordi con Qatar Foundation Endowment e con l’ospedale Bambin Gesù di Roma, e indica i numeri di posti letto, le specialità sanitarie, gli investimenti. 
Per l’ospedale ex San Raffaele di Olbia, che sarà un polo di eccellenza anche sul fronte della ricerca, gli investimenti di QFE prevedono un fondo annuale destinato alla ricerca. 
Le aree di intervento sono in primo luogo quella pediatrica, comprensiva di chirurgia, e quella chirurgica, che riguarda oculistica, ortopedia, urologia, chirurgia oncologica, terapia intensiva e chirurgica, day surgery. Per l’area internistica: medicina internistica, cardiologia, neurologia, stroke unit. La chirurgia avanzata e sperimentale comprende cardiochirurgia, neurochirurgia, chirurgia vascolare. In area riabilitazione si contano recupero e riabilitazione funzionale e neuro-riabilitazione. Ancora, saranno presenti emodinamica, radiologia interventistica, medicina nucleare e sperimentazioni dei modelli organizzativi e applicazione di standard sperimentali di personale per il settore riabilitativo. Molto importante, infine, il settore della medicina sportiva. 
«Portiamo questa proposta al Consiglio regionale presentando la Sardegna come luogo istituzionale in grado di dare un messaggio forte: Sardegna come luogo di attrazione per gli investitori stranieri – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru nella conferenza stampa che ha seguito l’approvazione della delibera -. Abbiamo lavorato per elaborare una proposta impostata sull’armonizzazione con la rete sanitaria regionale. Le deroghe concesse dal Governo, con cui c’è stata una collaborazione leale e costante, ci permettono di tenere i nuovi posti letto fuori dal computo che ne stabilisce la proporzione in base al numero degli abitanti. Va sottolineato inoltre che le specialità del nuovo ospedale – ha proseguito il presidente – coprono circa il 50% della mobilità passiva, ovvero i sardi che oggi vanno a curarsi nella penisola, e riguarda soprattutto l’area pediatrica.»

Francesco Pigliaru, infine, ha messo l’accento sull’importanza del fattore ricerca, che coinvolgerà le università sarde ed i centri di ricerca dell’isola.

«In fase di avvio – ha spiegato l’assessore della Sanità, Luigi Arru – si conteranno 178 posti letto complessivi, di cui 108 per acuti e 70 per post-acuti. A regime, con una previsione di 12 mesi, saranno 242 complessivi di cui 142 per acuti e 100 per post-acuti. Altri 50 posti saranno destinati a pazienti solventi. Questo progetto è una grande opportunità per la Sardegna e una risposta storica per la Gallura, che ha sempre avuto un numero di posti letto inferiore rispetto a quanto dovuto.»

Anna Maria Busia

I consiglieri regionali del Centro democratico, Soberania e Indipendentzia, Sel, Sardegna Vera e Irs, hanno presentato una proposta di legge per sopprimere il #Consiglio regionale dell’economia e del lavoro (Crel), con un risparmio fino 300mila euro l’anno.

La prima firmataria del progetto di legge, Anna Maria Busia (Cd), nel corso di una conferenza stampa svoltasi stamane, ha spiegato che «si tratta dell’inizio di un’azione di verifica sulla natura, l’operato, i costi prima degli enti le cui nomine sono di competenza del Consiglio regionale, poi di quelli di competenza della Giunta».

«Abbiamo deciso di intervenire ora perché il Crel è in scadenza, così da evitare inutili rinnovi, visto che l’attività dell’ente è la stessa che possono svolgere le commissioni consiliari permanenti». Per Roberto Desini, capogruppo del Centro democratico, quest’azione è in linea con l’attività della Giunta Pigliaru e con quanto deciso da altre regioni d’Italia. Tra l’altro hanno spiegato i relatori, tra cui anche Raimondo Perra (Sardegna Vera), è all’esame della commissione Affari costituzionali della Camera il disegno di legge che prevede l’abolizione del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel). Gavino Sale (Irs) ha ribadito l’importanza di quest’azione di risparmio e semplificazione della macchina regionale. I relatori hanno, infatti, assicurato che questa sarà soltanto la prima di una serie di proposte di legge per la soppressione degli enti inutili, ma allo stesso tempo saranno salvaguardati quelli che svolgono un’attività fondamentale per la Regione.

Nel testo i proponenti hanno spiegato la storia dell’ente, nato nel 2000, «con il compito di concorrere alla programmazione regionale e agli indirizzi di sviluppo economico, sociale e culturale, attraverso la formulazione di pareri, proposte anche ai fini della predisposizione di iniziative legislative e di atti concernenti materie economiche, sociali e finanziarie. Le finalità cui il legislatore mirava, tuttavia, non sono state mai pienamente raggiunte; l’ente, composto da 27 componenti, si riunisce sporadicamente e si registra una tendenza a saltare la sua mediazione. Di fatto, appare trascurabile la sua influenza sull’organo decisionale tenuto anche conto che i pareri non sono vincolanti. Da un esame degli atti presenti sul sito istituzionale della Regione, si può rilevare come la sua attività sia sostanzialmente ferma al 2009 per quanto concerne seminari, audizioni e pubblicazioni di quaderni; l’attività di proposta e di pareri, pur esercitata anche nell’anno in corso, è comunque molto bassa». Secondo i relatori, infatti, l’ente avrebbe fatto appena quattro lavori di ricerca e approfondimento dalla sua costituzione.

Anna Maria Busia ha poi proseguito spiegando che «con questa proposta non si vuole rinunciare alle prerogative di ascolto delle parti sociali, infatti, i consiglieri hanno altri strumenti per approfondire tematiche sociali ed economiche unitamente agli attori principali del tessuto economico e sociale dell’isola. Le commissioni permanenti, infatti, possono sempre disporre indagini conoscitive intese ad acquisire notizie, informazioni e documentazione, possono sentire componenti della Giunta regionale, convocare funzionari, amministratori o dirigenti di enti pubblici e di aziende private, rappresentanti di sindacati, di categorie economiche, di interessi diffusi e di gruppi sociali, esperti ovvero richiedere pareri di organi estranei alla Regione – articoli 42,43,44 del regolamento consiliare». «Ci auguriamo che la proposta di legge – ha concluso il consigliere Busia – venga discussa ed approvata in Consiglio entro la scadenza del rinnovo del Crel».