18 November, 2024
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Michele Cossa 718 copia

Il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, interviene sull’approvazione della delibera regionale che “congela” il Ppr approvato alla vigilia delle elezioni dalla Giunta guidata da Ugo Cappellacci.

«La revisione del Ppr che la Giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru ha deciso – dice Michele Cossa -, sia fatta eliminando innanzitutto i vincoli privi di senso, garantendo però la tutela dei beni che non devono essere toccati in alcun modo.»

«Mi auguro – dice ancora Cossa – che la Giunta non pensi di continuare con il macigno burocratico che in questi anni ha quasi ucciso il settore edilizio, sostanzialmente scoraggiando qualsiasi iniziativa imprenditoriale. Per troppi anni la Sardegna è stata bloccata da divieti senza senso e procedure farraginose che hanno impedito ai Comuni di procedere con i Puc.»

Giunta Pigliaru

La Giunta regionale ha annullato la deliberazione della Giunta regionale n. 6/18 del 14.02.2014 concernente “L.R. 23 ottobre 2009, n. 4, art. 11. Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna, primo ambito omogeneo costiero, preliminarmente approvato con deliberazione della Giunta n. 45/2 del 25.10.2013. Aggiornamento e revisione. Esame delle osservazioni e approvazione definitiva”;
L’Esecutivo guidato da Francesco Pigliaru ha dato inoltre mandato al competente Assessorato degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica, Cristiano Erriu, di attivare immediatamente un tavolo di confronto con i soggetti portatori di interessi diffusi e con il
partenariato socio-economico ed istituzionale, finalizzato all’approfondimento della complessiva tematica del governo del territorio attraverso la disamina di tutti i contenuti dell’aggiornamento e revisione del Piano Paesaggistico degli ambiti costieri, della definizione dei caratteri del Piano Paesaggistico degli ambiti interni e della contestuale revisione del
quadro legislativo regionale in materia urbanistica ed edilizia.
L’assessorato degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica attiverà il confronto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, anche in relazione alle previsioni dei Protocolli d’intesa stipulati e del Disciplinare Tecnico siglato il 1 marzo 2013 relativo alle attività di attuazione dei suddetti Protocolli, nel rispetto delle previsioni della Costituzione, dello Statuto e delle relative Norme di attuazione.

La Giunta regionale, infine, ha sospeso, per ragioni di economia dell’azione amministrativa, il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) previsto dal D.Lgs. n. 152/2006, in attesa della conclusione dei confronti, finalizzati all’aggiornamento e revisione del PPR.

Marco Tedde copia

Il consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde, ex sindaco di Alghero, ha preso posizione oggi, con un comunicato stampa, sulla bocciatura da parte del Governo Renzi dei due emendamenti per le popolazioni della Sardegna colpite dall’alluvione il 19 novembre 2013.

«La settimana politica appena trascorsa – scrive Marco Tedde – è plasticamente rappresentata dai due sonori ceffoni che il  Governo Renzi ha inferto alla Sardegna. La bocciatura dei due emendamenti che davano ai cittadini e alle imprese degli 80 comuni colpiti dall’alluvione di ottenere mutui a tasso zero ed ottenere una sospensione del pagamento dei tributi fino all’inizio dell’estate grida vendetta.  In definitiva lo Stato si rifiuta di mettere sul tavolo 3 milioni di euro, a tanto ammontano gli interessi da pagare per i 90 milioni di prestiti. Una vera e propria beffa. E a nulla valgono le postume giustificazioni del Governo Renzi, e del PD, secondo i quali lo stanziamento verrà inserito all’interno di un’altra legge che è all’esame del Senato. L’irrisorietà dell’impegno finanziario necessario non consente giustificazioni. Le comunità colpite dal nubifragio non possono più attendere.»

«In questa difficile partita il presidente Francesco Pigliaru si limita a manifestare preoccupazione e a garantire vigilanza. È vero che Pigliaru ha giurato solo la scorsa settimana, ma è altrettanto vero che considerato che ha avuto il tempo di intervenire in modo soporifero il medesimo tempo avrebbe potuto utilizzarlo per una presa di posizione più determinata contro il Governo Renzi. L’auspicio – conclude Marco Tedde – è che questa volta il buon giorno non si veda dal mattino.»

 

Marco Tedde

Layout 1

Taglio del costo della benzina per i sardi, i fondi per l’alluvione e il collegio Sardegna per le europee: tre schiaffi alla Sardegna su tre battaglie dei Riformatori sardi. L’ultimo è arrivato ieri con la decisione del Governo guidato da Matteo Renzi di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la norma sulle accise, inserita in Finanziaria e che è stata votata all’unanimità, dunque anche dal Pd, dal Consiglio regionale. E’ la posizione dei Riformatori sardi, espressa durante la conferenza stampa di questa mattina a cui hanno partecipato il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, il capogruppo Attilio Dedoni e il deputato dei Riformatori Pierpaolo Vargiu.

«Per quanto riguarda la questione accise, se l’assessore Raffaele Paci si fosse documentato con i suoi colleghi su come si sono svolti i lavori in commissione e in Aula sulla Finanziaria- sostengono i Riformatori sardi – avrebbe evitato dichiarazioni improvvide e senza nessun fondamento. Infatti l’argomento accise è stato quello più sviscerato e dibattuto che ha caratterizzato, grazie anche al voto del Pd una Finanziaria che diversamente sarebbe stata piatta e inutile. L’assessore Paci inizia supino, figuriamoci come sarà a fine legislatura. C’è da augurarsi che il presidente Francesco Pigliaru non la pensi come lui.»

«Oggi all’ordine del giorno – aggiungono Cossa, Dedoni e Vargiu – è la situazione all’armante per l’autonomia della Sardegna. Soprattutto in considerazione dell’atteggiamento assunto da Pd e Forza Italia al Senato, che hanno bocciato l’emendamento alla legge elettorale per le elezioni europee, che avrebbe consentito di avere un collegio Sardegna separato dalla Sicilia. Il Governo Renzi ha espresso parere contrario e Pd e Forza Italia con il Nuovo Centrodestra hanno votato contro la proposta di modifica: in sostanza alle Europee la Sardegna sarà insieme alla Sicilia e ancora una volta i voti dei sardi serviranno a eleggere parlamentari siciliani. Non è tollerabile che i sardi paghino sempre dazio allo Stato e il governo non tenga in alcun conto le esigenze della Sardegna.»

«In questa situazione – concludono i tre esponenti dei Riformatori sardi – ai sardi non resta altro che l’obiezione di coscienza. Ai sardi se non è concesso di esprimere un loro parlamentare che senso ha votare per le europee? Per questo motivo proporremo agli Stati generali dei Riformatori che si terranno a breve, di scegliere la strada della non partecipazione attiva alle elezioni per il Parlamento europeo.»

 

Protesta Alcoa a Cagliari 20 marzo 2014 copia

Tra le emergenze più pressanti arrivate sul tavolo del nuovo presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, c’è quella legata alla vendita dello stabilimento Alcoa di Portovesme. I lavoratori e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, per sollecitare il nuovo governo regionale ad affrontare di petto il problema per giungere ad una soluzione la più rapida possibile, ieri mattina hanno organizzato un sit-in a davanti al palazzo del Consiglio Regionale. L’obiettivo era tenere alta l’attenzione sullo stato della vertenza in occasione della prima riunione del nuovo Consiglio regionale, eletto lo scorso 16 febbraio. Il governatore ha incontrato la delegazione arrivata da Portovesme, assicurando che la Regione presenterà anche la vertenza Alcoa all’interno del dossier che presenterà a breve al Governo nazionale.

 

Consiglio regionale 7 copia

I due voti mancati al neo presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, hanno scatenato le prime polemiche in seno alla coalizione di centrosinistra che sostiene la Giunta Pigliaru. Il segretario regionale del PdCI, Alessandro Corona, e il coordinatore regionale del PRC, Giovannino Deriu, smentiscono oggi in una nota, le notizie circolate su una presunta ipotesi di formazione, in Consiglio regionale di un gruppo consiliare con gli eletti del Centro Democratico.

«Smentiamo categoricamente questa eventualità – affermano i due esponenti di Sinistra Sarda -, poiché, pur rispettando tale organizzazione e i suoi rappresentanti, riteniamo che la distanza tra le rispettive posizioni politiche sia fattore di impedimento assoluto per la formazione di un gruppo comune. Il PdCI e il PRC, in perfetta sintonia con i consiglieri eletti, vaglieranno, nelle prossime ore, eventuali convergenze politiche con forze politiche affini, chiarendo comunque che, allo stato attuale, la nostra collocazione è nel gruppo misto.»

«Per quanto riguarda invece le allusioni circa le modalità di voto espresse dai nostri consiglieri, relativamente alla nomina del presidente del Consiglio regionale sardo – aggiungono Corona e Deriu -, riteniamo doveroso precisare che non sussistono, da parte nostra, problemi di dialogo con la coalizione di centrosinistra, piuttosto permane forte l’insoddisfazione per il profilo eccessivamente centrista della Giunta del prof. Pigliaru. Riteniamo, comunque, che eventuali dubbi circa le modalità di voto, dovrebbero essere ricondotti ad altri ambienti, eventualmente più avvezzi a ritrovare nelle proprie fila i franchi tiratori. Tuttavia, così come stabilito dal vociferare consiliare, i due voti mancanti al presidente Ganau, potrebbero essere ascritti alla sua educazione politica (non è strano, per chi deve essere votato, astenersi dal concedere, a se stesso, il proprio voto) e ad un’altra soggettività che non è riconducibile ai consiglieri comunisti di sinistra sarda, ma che è ben chiara a tutti.»

«Consigliamo – concludono Corona e Deriu -, di concentrare gli sforzi della politica isolana su ciò che realmente interessa i sardi, in particolare il lavoro, e riteniamo fondamentale, dopo diversi mesi di inattività, che la coalizione di centro-sinistra si riunisca per rilanciare l’attività programmatica e dare così’ il senso dell’utilità della sua esistenza.»

Miniera Monteponi 1 copia

Lettera – appello della Segreteria della Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario della Sardegna al nuovo governatore Francesco Pigliaru.

Preg.mo Presidente della Regione Sarda,

nell’esprimerLe i nostri migliori auguri di buon lavoro che La preghiamo di estendere a tutti i qualificati componenti della nuova Giunta Regionale che ha voluto nominare nel rispetto delle competenze annunciate durante la campagna elettorale, desideriamo sottoporre alla Sua cortese attenzione la possibilità di giungere in tempi brevi ad esaminare congiuntamente la difficile situazione del Consorzio del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

Pur nella consapevolezza delle tante emergenze che la nuova Giunta Regionale dovrà affrontare per far uscire la Sardegna dalla drammatica situazione socio-economica nella quale si trova, ci permettiamo di evidenziare l’urgenza di rimuovere gli ostacoli che hanno finora impedito al Consorzio del Parco di assolvere alle sue finalità istituzionali.

Si tratta di problemi interni allo stesso Consorzio del Parco che possono essere risolti dal Presidente della Regione Sarda d’intesa con il Governo nazionale con il recepimento della proposta di riforma approvata dalla Comunità del Parco sin dal 2007 e adeguatamente aggiornata, attraverso la quale si può porre fine alla gestione commissariale che si è protratta oltre ogni ragionevole limite temporale generando, specie negli ultimi anni, degrado e inconcludenza gestionale che rischiano di far perdere al Parco anche il prestigioso riconoscimento internazionale dell’UNESCO.

Ma, soprattutto, è indispensabile rimuovere al più presto i problemi esterni al Consorzio del Parco che hanno impedito finora di attuare le sue funzioni istituzionali.

Si tratta di problemi di diretta competenza dell’Amministrazione regionale che devono essere risolti con la razionalizzazione e la semplificazione degli interventi dei soggetti pubblici e privati che hanno operato finora nelle aree del Parco Geominerario nella commistione dei ruoli e nella sovrapposizione delle competenze utilizzando ingenti risorse pubbliche (quasi 600,00 milioni di euro negli ultimi 14 anni) senza nessun coinvolgimento del Consorzio del Parco e senza alcun beneficio per le sue finalità istituzionali.

Al riguardo, nell’auspicare che tale razionalizzazione e semplificazione venga attuata con la salvaguardia delle professionalità esistenti in sede di riesame della legge regionale contestata dal Governo che aveva previsto di trasformare l’IGEA in Agenzia per le bonifiche, occorre impedire che tali prassi devastanti e di dubbia correttezza giuridico-amministrativa, specie nell’affidamento a privati delle pubbliche risorse, vengano procrastinate  nel futuro come è stato fatto recentemente dalla precedente Giunta Regionale con la firma di una sconcertante convenzione nella quale il Consorzio del Parco è utilizzato strumentalmente come copertura per mantenere e alimentare la prassi della commistione e del conflitto di interessi tra pubblico e privato.

 

Da queste preoccupazioni, Signor Presidente, nasce l’urgenza della nostra richiesta di incontrarLa per conoscere le determinazioni che la nuova Giunta Regionale vorrà assumere per rilanciare il ruolo e la funzione del Parco Geominerario pur sapendo che gli orientamenti da lei espressi pubblicamente durante la recente campagna elettorale  rappresentano per noi una garanzia per giungere rapidamente a rendere finalmente operativo ed efficiente lo strumento che il Parlamento e il Governo hanno voluto istituire e finanziare, d’intesa con la Regione Sarda, per promuovere la rinascita culturale, sociale ed economica delle aree minerari dismesse della Sardegna come sta avvenendo con successo negli altri bacini minerari europei.

 

Restiamo in attesa di un Suo cortese riscontro e La salutiamo con viva cordialità.

 

 

                                                

Luca Pizzuto copiaLuca Pizzuto 2 copiaLuca Pizzuto e Francesco Pigliaru copia

Nel nuovo Consiglio regionale insediatosi questa mattina nell’Aula di Via Roma, ci sono tante piccole grandi storie da raccontare. Una di questa è quella di Luca Pizzuto, 30 anni, in 4 anni dalla candidatura con elezione al Consiglio provinciale (283 preferenze con l’11,67% nel collegio di Carbonia 2), alla nomina ad assessore delle Politiche sociali nella Giunta guidata da Tore Cherchi; alla più recente elezione alla segreteria regionale di Sinistra Ecologia Libertà e quindi alla candidatura con elezione in Consiglio regionale, con 1.709 preferenze.

Stamane Luca Pizzuto era visibilmente emozionato tra i banchi dell’Aula di Via Roma. La giovane età (è più giovane di lui solo il compagno di partito Eugenio Lai, 28 anni) lo ha portato a ricoprire l’incarico di segretario d’Aula ma tra una pausa e l’altra ha salutato tutti: il presidente Pigliaru, gli assessori, i consiglieri di maggioranza e quelli di opposizione. Sa bene che il compito che lo attende non sarà facile, ma come ha bruciato la tappa della carriera politica nei primi quattro anni, molto probabilmente riuscirà a farlo anche in Consiglio regionale, rispettando lo spirito che lo ha accompagnato fin qui, sia in politica sia nel sociale, campo che lo vede impegnato anche nel lavoro quotidiano.

La seduta d’insediamento del nuovo Consiglio regionale era iniziata sotto la presidenza del consigliere anziano, Mario Floris, classe 1937, all’ottava legislatura regionale. A svolgere le funzioni di segretario sono stati chiamati i quattro consiglieri più giovani, tre di Sel: Eugenio Lai (28 anni), Luca Pizzuto (30) e Francesco Agus (31); uno del PD, Giuseppe Meloni (34). Costituito l’Ufficio di presidenza provvisorio, i consiglieri eletti, il presidente della Regione e gli assessori regionali hanno giurato fedeltà ai principi della Costituzione e dello Statuto Speciale della Sardegna.

Subito dopo il giuramento l’on Mario Floris ha tenuto un breve discorso in aula, ricordando le emergenze dell’isola sul fronte della disoccupazione e le difficoltà delle famiglie. «Servono risposte tempestive dalle istituzioni per contrastare la crisi – ha detto l’on. Floris -. C’è bisogno di leggi semplici, provvedimenti veloci per affrontare le sfide dell’oggi e interpretare con orgoglio le prerogative della massima Assemblea della Sardegna». Floris ha ricordato nel suo discorso Anselmo Contu, primo presidente del Consiglio Regionale, esponente di spicco del Partito Sardo d’Azione, che incarnava al meglio i valori dell’autonomismo e del sardismo nazionalitario. «Valori da recuperare – ha aggiunto Floris -. Solo così si potrà contrastare il neocentralismo rappresentato dal premier Matteo Renzi che nei giorni scorsi ha auspicato una riforma del Titolo V della Costituzioni limitando i poteri delle Regioni. Occorre evitare che venga calpestato lo Statuto Sardo e l’Autonomia della Sardegna. Sarebbe un rischio altissimo per la Regione Sarda – ha aggiunto l’on. Floris che ha rivolto un appello al presidente della Giunta Francesco Pigliaru perché venga contrastato ogni tentativo di limitare le prerogative della Sardegna -. La nostra è una nazione incompiuta con un popolo, una lingua, una storia e una cultura alla quale occorre dare maggiori spazi di sovranità per garantirne il progresso economico e sociale.»

L’assemblea ha poi iniziato le operazioni di votazione per l’elezione del presidente. Questi i risultati della prima votazione: 60 votanti: 60; bianche: 51; nulle: 4. Hanno ottenuto voti Gianfranco Ganau (1), Piero Comandini (1), Gavino Sale (1), Pietro Pittalis (1), Edoardo Tocco (1). Alle 11.27 si è aperta la seconda votazione. Presenti: 60; votanti: 60; bianche: 47; nulle: 3. Hanno ottenuto voti: Giorgio Oppi (2), Piero Comandini (2), Roberto Cozzolino (1), Daniele Cocco (1), Roberto Deriu (1), Antonello Peru (1), Alberto Randazzo (1), Alessandra Zedda (1). Come previsto, anche nella seconda votazione non sono stati raggiunti i voti necessari per l’elezione del Presidente. L’Ufficio di Presidenza provvisorio ha quindi disposto una nuova chiamata. Dalla terza votazione in poi per l’elezione del Presidente del Consiglio è sufficiente la maggioranza assoluta dei votanti e si è giunti all’elezione di Gianfranco Ganau, con 34 voti, contro i 23 di Pietro Pittalis e 3 schede nulle.

Consiglio regionale 7 copia

Gianfranco Ganau 1 copia

Gianfranco Ganau è il nuovo presidente del Consiglio regionale della Sardegna. E’ stato eletto questa mattina, alla terza votazione, con 34 voti, sui 36 a disposizione della maggioranza di centrosinistra. L’opposizione ha votato per il nuovo capogruppo di Forza Italia (nomina ancora da ufficializzare) Pietro Pittalis, che ha ottenuto 23 voti, sui 24 a disposizione della coalizione di centrodestra. Tre sono risultate le schede nulle.

Gianfranco Ganau è nato a Sassari il 3 marzo 1955, è sposato ed ha una figlia. Per dieci anni è stato sindaco della sua città, eletto per la prima volta nel 2005 e riconfermato nel 2010 con il 65,9% dei voti. Candidato alle elezioni primarie del Partito Democratico, era stato battuto da Francesca Barracciu che aveva ottenuto il 44,29% contro il suo 32,61%. Alle ultime elezioni regionali, candidato alla carica di consigliere nella circoscrizione elettorale di Sassari, è stato in assoluto il candidato più votato della Sardegna con oltre 10.000 preferenze. Medico cardiologo, è il responsabile del Servizio 118 delle province di Sassari, Nuoro, Gallura e Ogliastra. Dal 1995 al 2000 è stato consigliere comunale di Sassari. Nel 2002 è stato nominato consigliere di amministrazione della Fondazione Banco di Sardegna. Nel 2012 è stato eletto all’unanimità presidente del CAL, il Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna. Dal 1983 al 1990 è stato presidente dell’Arci provinciale e membro del direttivo regionale dell’UISP (Unione Italiana Sport per Tutti). Nel 2009 è stato nominato dall’Unicef “Difensore ideale dell’Infanzia” in occasione del 20° Anniversario della Convenzione internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza. E’ alla sua prima legislatura in Consiglio regionale.

«Ci aspetta un compito gravoso ma sono sicuro che tutti insieme riusciremo a dare ai sardi le risposte che questo difficile momento richiede – ha detto subito dopo la proclamazione alla presidenza del Consiglio regionale -. Spero di creare le migliori condizioni di lavoro per permettere all’Aula di venire incontro alle attese della società sarda.»

Dopo i saluti di rito, il neo presidente dell’Assemblea ha sciolto la seduta e convocato il Consiglio per il prossimo 27 marzo alle ore 10.30. All’ordine del giorno l’elezione dell’Ufficio di presidenza.

Subito dopo la chiusura della seduta, negli uffici della presidenza del Consiglio, il neo presidente dell’Assemblea sarda, Gianfranco Ganau, ha incontrato la presidente uscente, Claudia Lombardo, per i saluti di rito e il classico passaggio di consegne. L’on. Lombardo ha rivolto al suo successore e al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, i migliori auguri di buon lavoro.

«C’è bisogno della collaborazione di tutti – ha detto Claudia Lombardo – per restituire speranza alla Sardegna. Basta con le divisioni tra vincitori e vinti. Le ultime vicende nazionali – ha aggiunto riferendosi alla decisione del Parlamento di bocciare l’istituzione del collegio unico della Sardegna per le elezioni europee -, dimostrano che c’è bisogno dell’unità di tutte le forze politiche per difendere i diritti dei sardi.»

Riguardo alla svolta politica determinata dalle ultime elezioni regionali, Claudia Lombardo si è detta molto fiduciosa per un reale miglioramento delle condizioni socio-economiche della Sardegna. «C’è un cambiamento in atto – ha detto la presidente uscente – adesso è necessario tradurre le indicazioni dell’elettorato in azioni di Governo efficaci.»

«Auspico un confronto più sereno e produttivo tra Consiglio e Giunta regionale rispetto a quanto accadeva negli anni passati. Sono sicuro, dopo averne parlato con il presidente della Regione Francesco Pigliaru, che già dai prossimi mesi sarà inaugurata una nuova stagione istituzionale.» Sono le prime parole pronunciate dal neo presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, subito dopo il passaggio di consegne con la presidente uscente, Claudia Lombardo. Rispondendo alla domanda di un giornalista, Ganau si è soffermato anche sul difficile rapporto Regione-Enti Locali. «Da Presidente del CAL (Consiglio delle autonomie locali) – ha detto – ho sempre sottolineato la necessità di colmare le distanze tra Regione, Comuni e Province. Da questo punto di vista mi conforta la presenza di tanti amministratori locali tra i banchi del nuovo Consiglio regionale. Con il loro contributo si riuscirà a costruire un nuovo rapporto di collaborazione che consenta di raggiungere obiettivi comuni». Archiviata l’elezione del presidente, il Consiglio regionale si dà appuntamento al prossimo 27 marzo per la designazione nel nuovo Ufficio di presidenza. L’Aula eleggerà in prima battuta due vice presidenti, tre questori e un segretario che insieme al Presidente dell’Assemblea faranno parte dell’organismo consiliare deputato a formulare gli indirizzi per la gestione amministrativa del Consiglio. Sarà però necessario procedere all’elezione di altri segretari. L’articolo 4 del regolamento stabilisce, infatti, che tutti i gruppi consiliari devono essere rappresentati nell’Ufficio di Presidenza. La votazione avverrà a scrutinio segreto. Ogni consigliere regionale avrà a disposizione una scheda nella quale indicherà un solo nome per la carica di Vice Presidente, due per quella di questore, uno per il segretario. Il presidente del Consiglio, una volta espletate le operazioni di voto, dovrà informare della sua elezione e della costituzione dell’Ufficio di presidenza, il presidente della Repubblica, i presidenti dei due rami del Parlamento, il presidente del Consiglio dei ministri ed il rappresentante del Governo presso la Regione Sardegna. L’Ufficio di presidenza sovrintende alla gestione e al buon andamento dell’Amministrazione del Consiglio. Su proposta dei Questori approva il bilancio, le eventuali variazioni e il conto consuntivo di entrate e spese. Dal parere dell’Ufficio dipendono, inoltre, gli impegni di spesa straordinari o che incidano su più esercizi finanziari. Tra i suoi compiti anche la definizione delle norme sull’ordinamento degli uffici e sul personale dipendente del Consiglio regionale. La carica di componente l’Ufficio di presidenza è incompatibile con quelle di presidente di gruppo e presidente di commissione.

Prima della prossima riunione del Consiglio regionale, fissata per il 27 marzo, sarà definita la composizione dei gruppi consiliari. I consiglieri regionali hanno infatti tre giorni di tempo per dichiarare formalmente a quale gruppo politico intendano appartenere. Ciascun Gruppo consiliare, come stabilisce l’art. 20 del regolamento, deve essere composto da almeno quattro consiglieri (erano cinque fino alla scorsa legislatura). Il presidente del Consiglio può però autorizzare la costituzione di gruppi formati da almeno tre consiglieri purché rappresentino partiti organizzati nel territorio che abbiano presentato, con il medesimo simbolo, candidati in tutte le circoscrizioni provinciali. Entro cinque giorni, il nuovo presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, convocherà simultaneamente i 60 consiglieri regionali in base alle adesioni manifestate. Ciascun gruppo eleggerà nella prima riunione il proprio presidente, due vice presidenti e un segretario. I gruppi con meno di quattro componenti indicheranno solo il presidente e il consigliere incaricato di sostituirlo in caso di impedimento.