Il Consiglio regionale della Sardegna è stato convocato per giovedì 20 marzo, alle 10.30, nella sede istituzionale di Via Roma, a Cagliari. Il nuovo presidente della Regione, il professor Francesco Pigliaru, ha firmato il decreto ieri mattina.
All’ordine del giorno dei lavori figurano la costituzione dell’Ufficio di Presidenza provvisorio, il giuramento dei consiglieri regionali e degli assessori e l’elezione del Presidente dell’Assemblea.
Il presidente provvisorio sarà l’ex presidente della Regione Mario Floris, consigliere anziano.
Nella fotografia la riunione d’insediamento di cinque anni fa, presieduta dal consigliere anziano Felicetto Contu.
Il Consiglio comunale di Iglesias ha approvato una mozione che impegna il sindaco, Emilio Gariazzo, ad intervenire presso il nuovo presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, e l’assessore della Sanità, Luigi Arru, affinché assumano i provvedimenti necessari a rimuovere la delibera n° 342 approvata il 27 febbraio scorso «che introduce modifiche al precedente atto aziendale da cui scaturiscono significative rideterminazioni del Dipartimento dei Servizi e delle Strutture complesse dell’Organizzazione sanitaria operante nel territorio»; e «a promuovere nuove linee operative e, valutato l’operato dell’attuale dirigenza, assumere le opportune iniziative volte a garantire una gestione manageriale della ASL n. 7, orientata alla preservazione dei servizi, anche con provvedimenti straordinari».
La mozione sottolinea che la deliberazione approvata dal Direttore generale della ASL n. 7 «determina la dismissione e la riduzione di servizi ritenuti essenziali per la cittadinanza residente nel territorio ed acuisce i timori di una progressiva erosione e smantellamento del Servizio Sanitario»;
«la deliberazione viene assunta in assenza di un complessivo Piano Sanitario che consenta di apprezzare il generale progetto di rideterminazione della rete ospedaliera sul piano regionale»;
«l’approvazione della delibera dirigenziale è intervenuta successivamente alle recenti elezioni regionali e poco prima della ufficiale proclamazione degli eletti e, dunque, in assenza di nuove direttive, piani ed eventuali linee normative ed amministrative della Giunta non ancora insediata e dal rinnovato Consiglio regionale»;
«che le suddette modifiche sono state assunte senza il coinvolgimento della Conferenza Provinciale Sanitaria e Socio Sanitaria e, di fatto, disattendono i rilievi già espressi al Direttore generale da questo Consiglio, falla Conferenza dei Capigruppo con la comunicazione del giorno 27 settembre 2013».
Sei consiglieri comunali della maggioranza di centrosinistra del comune di Carbonia, Giuseppe Casti, Gianluca Arru, Francesco Cicilloni, Cinzia Grussu, Marco Murru, Luisa Poggi e Matteo Sestu, hanno preso posizione sulle vicende polemiche legate alla gestione della ASL n. 7 e al contenzioso in atto tra la Direzione generale e i dipendenti, chiedendo le dimissioni del Direttore generale della ASL n. 7, Maurizio Calamida, «per manifesta incapacità nella gestione dell’Azienda e delle risorse umane, in ottemperanza agli artt. 7, 8 della legge regionale n.21/2012 secondo cui “I direttori generali delle aziende sanitarie […] al fine di procedere alla proposta di ristrutturazione della rete ospedaliera aziendale, assicurano la consultazione: dei rappresentanti degli enti locali del territorio della ASL […]. Il mancato rispetto […] comporta la decadenza del legale rappresentante dell’azienda” e, se ciò non avvenisse, si appellano al neo-eletto Presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, ed ai consiglieri regionali eletti nel collegio di Carbonia Iglesias (Pietro Cocco, Luca Pizzuto, Gianluigi Rubiu e Ignazio Locci, n.d.r.), «affinché questi pongano in essere un’inversione di rotta nella gestione dell’Azienda Sanitaria attraverso segni di discontinuità che passino anche tramite la revoca dell’incarico all’attuale Direttore Generale a causa dell’inottemperanza al dettato della legge e procedano all’individuazione dei nuovi vertici aziendali».
In una nota, i sei consiglieri comunali contestano le scelte del Direttore generale e sottolineano che «non può essere ritenuto “non sostanziale” il contenuto della recente delibera adottata Direzione Generale n. 342 del 27 febbraio 2014, con la quale le strutture complesse di Traumatologia, Lungodegenza e Chirurgia Pediatrica di Iglesias nonché la struttura complessa di Ortopedia del “Sirai” di Carbonia vengono trasformate in strutture semplici dipartimentali».
«A scanso di equivoci – si legge ancora nella nota -, il contenuto delle direttive circa il riassetto dei servizi ospedalieri territoriali va contestato alla Regione Sardegna, che dimostra ancora una volta la volontà di depotenziare e di impoverire la Sanità sui livelli locali per favorire l’accentramento dei servizi verso le strutture di Cagliari. Al Direttore Generale della ASL n. 7 contestiamo invece le modalità con cui si prende atto di tali direttive, sistematicamente eludendo la consultazione obbligatoria ex lege degli Enti Locali. Preoccupazioni analoghe alle nostre, nell’approcciarsi all’analisi delle direttive regionali e della gestione dell’ASL n. 7, devono avere avvertito anche la Provincia e l’Assemblea dei Sindaci, se è vero che, come anche appreso dagli organi di stampa regionali, queste hanno dapprima espresso forti perplessità sul piano di riassetto dei servizi sanitari sul territorio e poco dopo bocciato il bilancio consuntivo 2011 della ASL n. 7. Anche in relazione all’ Atto Aziendale 2012, diversi Comuni del territorio hanno motivato il mancato parere sull’Atto medesimo attraverso un documento parallelo, in cui si evidenziano punti condivisibili e criticità.»
«Vogliamo inoltre ricordare – scrivono ancora i sei consiglieri comunali – il “ridimensionamento” (ma noi preferiamo parlare più concretamente di chiusura) del reparto di Pediatria dell’Ospedale “Sirai” di Carbonia: i posti letto per ricovero azzerati, gli utenti (i bambini e le loro famiglie) rinviati presso altre strutture, anche con episodi di “rimbalzo” presso strutture non facenti capo alla ASL n.7 . Diverse segnalazioni di disagi ci pervengono da famiglie che, rivoltesi al “Sirai”, specie nelle ore notturne, si sono viste dirottate presso altre strutture dopo visite mediche effettuate da medici in reperibilità, spesso dopo attese non esattamente celeri. Il tutto foscamente coerente con il tentativo di accentrare i servizi presso le strutture cagliaritane, anche attraverso il depotenziamento della Chirurgia Pediatrica di Iglesias.
Possiamo ancora citare gli episodi relativi alle “chiusure estive” di diversi reparti delle strutture ospedaliere locali (reparto Ortopedia del “Sirai” e Chirurgia Pediatrica presso le strutture iglesienti), motivate dalla Direzione Generale con la necessità di concedere le ferie al personale medico. Ci chiediamo se una gestione più accorta del personale non avrebbe potuto evitare la concessione di ferie per tutto il personale medico indispensabile proprio nei mesi di luglio-agosto.
Ancora possiamo citare – concludono i sei consiglieri comunali – la temporanea interruzione degli esami istologici disposti a seguito della campagna di screening gratuiti relativamente al carcinoma della cervice uterina, il taglio dei fondi utili al mantenimento delle Commissioni per l’accertamento delle invalidità, la persistenza di interminabili liste d’attesa relativamente ad alcune specialità mediche (ad esempio le visite fisiatriche domiciliari), le difficoltà a reperire anestesisti per cui la ASL n. 7 si avvale di prestazioni di professionisti operanti presso altre strutture (solo oggi, con notevoli ritardi, si procede all’indizione del bando di concorso per anestesisti).»
«Dodici assessori tecnici che lavoreranno per la Sardegna a tempo pieno.» E’ questa la scelta fatta dal neo presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, per la composizione della squadra di governo, ribadita nel corso della presentazione alla stampa, ieri pomeriggio, in Viale Trento.
«Tutte le cariche ricoperte – ha sottolineato Francesco Pigliaru nel momento in cui ha presentato l’assessore degli Enti Locali ed Urbanistica, Cristiano Erriu, sindaco di Santadi e presidente di Anci Sardegna – verranno, come è ovvio, abbandonate per prendere quella di assessore.»
Cristiano Erriu, 50 anni appena compiuti, laureato in Giurisprudenza, direttore del Centro Servizi per le imprese della Camera di Commercio di Cagliari, dunque, lascerà gli incarichi di sindaco di Santadi (è stato eletto il 30 maggio 2010) e di presidente di Anci Sardegna (è stato eletto il 7 settembre 2011).
Per quanto riguarda la presidenza di Anci Sardegna, è assai probabile che il suo successore venga indicato ancora dal Partito Democratico (il concorrente di Cristiano Erriu, come si ricorderà, era stato il sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, anch’egli esponente del partito Democratico, ora eletto consigliere regionale e papabile per l’elezione alla presidenza del Consiglio regionale), mentre andranno verificati i tempi per la gestione dell’Amministrazione comunale di Santadi. Visti i precedenti verificatisi anche nel territorio (si ricorderà la conclusione anticipata del secondo mandato di Tore Cherchi da sindaco di Carbonia dopo la sua elezione alla presidenza della Provincia di Carbonia Iglesias, con il comune guidato dal vicesindaco, Maria Marongiu, per circa un anno, fino alla prima finestra elettorale amministrativa successiva), andrà verificato se ci saranno i tempi per lo scioglimento immediato del Consiglio comunale e l’indizione di nuove elezioni nel mese di maggio o se, viceversa, la Giunta resterà in carica, guidata dal vicesindaco, Maria Vincenza Chirigu, fino alla primavera 2015.
«Durante la campagna elettorale – ha detto ieri pomeriggio il neo presidente della Regione Francesco Pigliaru, illustrando la composizione dell’esecutivo – ho sempre dichiarato di voler puntare sulle competenze e questa è una Giunta di qualità, composta da persone capaci in grado di affrontare le emergenze, ma anche di impegnarsi nella costruzione di un futuro prossimo.»
«Si tratta di una Giunta che ha tutte le competenze necessarie e un certo tasso di esperienza politica, ma non tanta – ha aggiunto il nuovo governatore -. L’esperienza crescerà nel dialogo con la maggioranza così come con l’opposizione, con cui sono certo troveremo punti di costruttivo confronto e collaborazione. Le idee dichiarate in campagna elettorale sono le azioni che compiremo al governo. I temi che dobbiamo affrontare sono tanti e non c’è tempo da perdere: i dossier della Regione, le urgenze e i problemi specifici che si sono accumulati in questi anni. Il nostro immediato dovere è attuare azioni concrete che diano speranza ai giovani, ai disoccupati e alle fasce più deboli, per uscire insieme da questa crisi profonda. I primi punti all’attenzione della Giunta saranno la semplificazione burocratica, l’edilizia scolastica, i servizi per il lavoro, la formazione professionale.»
La prima riunione della Giunta, prettamente politica, è stata convocata per questa mattina, alle 10.30.
Dopo la proclamazione del presidente della Giunta e degli altri 59 consiglieri regionali, Francesco Pigliaru ha presentato questo pomeriggio, nel corso di una conferenza stampa la sua Giunta, composta da 7 uomini e 5 donne. 5 assessori sono stati espressi dal Partito Democratico, 5 i partiti minori, compresa Sardegna Vera, l’aggregazione messa insieme dalle liste che hanno eletto un solo consigliere, 3 li ha nominati autonomamente il presidente.
Questi i 12 assessori:
Affari generali: Gianmario Demuro (Pd)
Programmazione: Raffaele Paci
Enti Locali: Cristiano Erriu (Pd)
Ambiente: Donatella Spano
Agricoltura: Elisabetta Falchi (Rossomori)
Turismo: Francesco Morandi (Centro democratico)
Lavori Pubblici: Paolo Maninchedda (Partito dei sardi)
Industria: Maria Grazia Piras (Sardegna vera)
Lavoro: Virginia Mura (Pd)
Pubblica istruzione: Claudia Firino (Sel)
Sanità: Luigi Arru
Trasporti: Massimo Deiana (Pd).
Il Consiglio regionale dovrebbe essere convocato per la prossima settimana.
La Corte d’Appello di Cagliari ha proclamato oggi Francesco Pigliaru nuovo presidente della Regione e i 60 consiglieri eletti il 16 febbraio scorso (36 della coalizione di centrosinistra, 24 della coalizione di centrodestra). Ci sono voluti, dunque, 24 giorni, per sciogliere i tanti dubbi emersi per i ritardi nelle operazioni di spoglio in una dozzina di sezioni e, soprattutto, per l’interpretazione di una legge statutaria che si è rivelata assolutamente inadeguata.
Si è conclusa così l’attesa di molti candidati che, dati inizialmente per eletti, hanno dovuto attendere fino ad oggi per conoscere il loro destino. Tra questi vi sono il segretario regionale di Sinistra Ecologia Libertà, Luca Pizzuto, e l’ex consigliere provinciale e consigliere comunale di Sant’Antioco, Ignazio Locci, di Forza Italia, da oggi nuovi consiglieri regionali, insieme al sindaco di Gonnesa Pietro Cocco (alla seconda legislatura), del Partito Democratico, ed al consigliere comunale di Iglesias Gianluigi Rubiu, dell’UDC.
La circoscrizione di Carbonia Iglesias, infatti, ha conservato i quattro seggi previsti nell’iniziale ripartizione, al pari della circoscrizione di Oristano che ne ha eletto sei, mentre hanno perso seggi le circoscrizioni delle altre ex province: Olbia Tempio (penalizzata da assurdi calcoli scaturiti da articoli e commi della legge statutaria), scesa da 5 a 2; Medio Campidano, sceso da 4 a 3; e, infine, Ogliastra, scesa da 2 a 1!
A trarre vantaggio dalle interpretazioni della legge statutaria, sono state le circoscrizioni di Sassari, cresciuta da 12 a 15; Cagliari, cresciuta da 20 a 21; e, infine, Nuoro, da 6 a 7.
Quella che inizia domani, sarà una settimana decisiva per la proclamazione degli eletti nel nuovo Consiglio regionale e per la composizione della Giunta Pigliaru.
Per quel che riguarda l’ufficializzazione dei risultati e quindi la proclamazione dei nuovi 59 consiglieri regionali, i tempi dovrebbero essere ormai maturi (finalmente!) e, salvo nuovi rinvii, martedì dovrebbero essere così sciolti i tanti dubbi affiorati sulla distribuzione dei seggi dei resti nelle diverse circoscrizioni che, stando alle indiscrezioni, potrebbero finire con il penalizzare pesantemente le circoscrizioni delle quattro nuove province, cancellate da un referendum, a vantaggio delle circoscrizioni delle quattro province cosiddette “storiche”.
Per la composizione della Giunta, non sono state ancora superate le “divergenze di vedute” tra il neo governatore e le delegazioni dei partiti, sulla distribuzione delle deleghe assessoriali. Francesco Pigliaru rivendica legittimamente, considerato che è stato lui la carta decisiva per la vittoria del centrosinistra, in quanto le liste del centrodestra hanno ottenuto 9.776 voti in più (l’1,44%) rispetto a quelle del centrosinistra, mentre lui ha ottenuto 20.587 voti in più (il 2,80%) rispetto al governatore uscente Ugo Cappellacci, ampi margini di scelta, soprattutto negli assessorati più “pesanti”, ma questa linea si scontra con le richieste dei partiti che rivendicano una rappresentanza nel nuovo Esecutivo e, considerato che i partiti della coalizione sono ben 11, si capisce come non sia facile far “tornare i conti”.
Se i partiti non riusciranno a trovare una sintesi e quindi a presentare una richiesta “ragionevole”, non è escluso che i nodi, anziché sciogliersi, possano aggrovigliarsi ancora di più, perché Francesco Pigliaru sembra deciso a non cedere sulla sua linea di grande autonomia di scelta. Quando il Partito Democratico ha scelto il candidato della coalizione di centrosinistra, dopo il “sacrificio” di Francesca Barracciu, trionfatrice delle primarie e poi indagata nell’inchiesta sulla gestione dei fondi destinati ai gruppi in Consiglio regionale, conosceva bene l’ex assessore della Programmazione della Giunta Soru e sapeva che, proprio per profonde divergenze con l’allora governatore Renato Soru, lo stesso non esitò a dimettersi e a ritornare alla sua attività di docente di Economia politica all’Università di Cagliari.
Francesco Pigliaru ha ribadito questa sua autonomia con il “no” all’ingresso in Giunta di “indagati”, provocando la dura reazione di Francesca Barracciu, indicata come probabile assessore della Sanità e poi nominata sottosegretario della Cultura nel Governo Renzi, ed ora difficilmente cederà alle rivendicazioni dei partiti sull’indicazione degli assessori.
Il ministro per le riforme costituzionali ed i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha risposto oggi alla Camera, nel corso del question time, all’interrogazione presentata da alcuni deputati del Movimento 5 Stelle, primo firmatario Nicola Bianchi, sulla nomina dell’europarlamentare del Partito Democratico, Francesca Barracciu, a sottosegretario per i beni e le attività culturali ed il turismo, rimarcando che non verranno chieste le dimissioni sulla base di un avviso di garanzia che non costituisce una condanna.
Nell’interrogazione presentata ieri, i deputati del M5S sottolineavano che «l’ex consigliere regionale del Partito democratico Francesca Barracciu, unica rappresentante della Sardegna nell’attuale Governo, risulta iscritta nel registro degli indagati per peculato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Cagliari sulle cosiddette «spese pazze» dei consiglieri ed ex consiglieri regionali della Regione autonoma della Sardegna;
in seguito alla diffusione della notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati per peculato e alle conseguenti polemiche che il caso ha scatenato, la parlamentare europea Barracciu, nata in provincia di Nuoro, a fine dicembre 2013 ha deciso di ritirare la sua candidatura alla presidenza della regione Sardegna, lasciando il posto a Francesco Pigliaru, che poi ha vinto le elezioni regionali del 16 febbraio 2014;
il neo presidente della regione Sardegna si è distinto per aver precisato, all’indomani della sua elezione e con riguardo alla formazione della nuova giunta regionale, che gli indagati non vi avrebbero trovato posto;
ad avviso degli interroganti, questo criterio di tutela della integrità e della dignità delle istituzioni regionali non può non trovare applicazione, a maggior ragione, nella scelta dei componenti del Governo nazionale.»
Gli interroganti hanno aggiunto che «nonostante la sua lunga carriera politica, nel suo curriculum professionale risultano soltanto cinque anni di insegnamento di italiano e latino in scuole media superiori, dal 1990 al 1995, quattro anni di collaborazione presso l’istituto di formazione dell’Associazione piccole e medie industrie della Sardegna, dal 1999 al 2003, e consulenze presso pubbliche amministrazioni, enti privati e aziende per la formazione del personale e la progettazione comunitaria; a fronte delle ripetute esternazioni riguardo al «cambio di verso» era lecito aspettarsi un segnale forte di discontinuità e di garanzia del rispetto delle regole democratiche da parte del Governo, per preservare le istituzioni da fatti e gestioni malsani e recuperare il loro alto senso, senza il quale la democrazia muore» ed hanno chiesto «quali iniziative intenda adottare il Governo per salvaguardare le istituzioni da nomine governative dettate dal conflitto di ruoli, dall’incompetenza e dall’inopportunità.»
Il ministro Maria Elena Boschi ha risposto in Aula che «come ricordato anche nell’interrogazione, il sottosegretario di Stato Francesca Barracciu ha acquisito negli anni una notevole esperienza politica e amministrativa, sia come consigliere comunale, assessore e sindaco della propria città, poi come consigliere regionale e ha arricchito la propria esperienza istituzionale a livello internazionale come membro del Parlamento europeo, quindi potrà dare sicuramente un contributo anche al Governo di questo Paese».
«Per quanto attiene al procedimento in corso – ha aggiunto il ministro -, ad oggi, il sottosegretario di Stato Barracciu risulta nell’elenco degli indagati. Non è intenzione di questo Governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia, ma eventualmente per motivi di opportunità politica. Noi tutti abbiamo giurato sulla Costituzione e sappiamo che uno dei principi fondamentali è la presunzione di innocenza. L’avviso di garanzia è un atto dovuto, posto a tutela di ogni cittadino e di ogni indagato per poter esercitare pienamente il diritto di difesa; non è un’anticipazione di condanna. Quindi, questo procedimento nei confronti della dottoressa Barracciu è nella fase preliminare, il sottosegretario ha chiesto anche una accelerazione dei tempi; all’esito il Governo valuterà se suggerire le dimissioni del sottosegretario. È importante però ricordare l’impegno di tutti noi e di questo Governo a rispettare i principi fondamentali della nostra Costituzione, compresa la presunzione di innocenza, che per noi sono irrinunciabili.»
Il deputato Nicola Bianchi nella sua replica ha detto: «Ovviamente non ci riteniamo per niente soddisfatti» ed ha chiesto a viva voce al presidente del Consiglio Matteo Renzi, tramite il ministro Boschi «di ritirare questa nomina di Francesca Barracciu perché non la riteniamo idonea a svolgere il ruolo di sottosegretario perché la sua nomina ci sembra più una sorta di consolazione – e che consolazione, visto e considerato che da sottosegretario avrà diritto a tutti i privilegi della casta – per aver rinunciato alle elezioni regionali e per aver salvato la faccia al PD regionale sardo. Ma la Barracciu non si era fatta da parte perché non era eticamente corretto candidarsi dopo essere stata indagata per aver sperperato soldi pubblici, ebbene sì: soldi pubblici. Si parla, nello specifico, di 33 mila euro di rimborsi di benzina. Facendo un rapido calcolo, si evince che corrispondono a circa 19.400 litri, l’equivalente che serve a fare il giro della terra per sette volte, sette volte, oppure, con qualche piccola aggiunta, magari facciamo anche un bel viaggetto sulla luna.»