18 July, 2024
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I Riformatori sardi presenteranno nella prossima finanziaria un emendamento che punta a riconoscere alla Regione gli introiti sui prodotti petroliferi lavorati in Sardegna.

Lo ha annunciato il coordinatore regionale del partito Pietro Fois, precisando che con questa decisione «ripartiamo dalla finanziaria del 2014 della Giunta Cappellacci, quando l’inserimento dei proventi delle accise nel bilancio della Regione fu approvato all’unanimità (centro sinistra compreso) sia in commissione che in Aula, scelta poi sconfessata dall’accorso sulle entrate sottoscritto col Governo da Francesco Pigliaru e Raffaele Paci, che ritirarono il ricorso davanti alla Corte Costituzionale».

«Oggi attraversiamo un passaggio storico delicatissimo – ha proseguito Pietro Fois – perché dobbiamo scegliere se batterci per un principio sacrosanto riconosciuto in Italia ed in Europa, o rassegnarci ad una Regione senza risorse che non può fare nulla per lo sviluppo dato che oltre la metà del bilancio è assorbita dalla sanità.»

All’impegno sulle accise e sul riconoscimento dell’insularità, ha concluso il coordinatore dei Riformatori sardi, «condizioneremo la nostra partecipazione alla coalizione di centro destra».

Nel dettaglio, l’emendamento dei Riformatori sardi alla prossima finanziaria dovrebbe indicare la cifra simbolica di 1 miliardo di euro anche se, in base ad alcune stime, il valore reale dei prodotti petroliferi lavorati nelle raffinerie sarde dovrebbe aggirarsi sui 5 miliardi.

«Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Raffaele Paci – ha poi sottolineato il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale Attilio Dedoni – per noi sono colpevoli di un atteggiamento da zerbini nei confronti dello Stato, dopo la rinuncia ad un ricorso che poteva essere vinto, anche per il precedente della Sicilia, ed avrebbe portato all’aumento strutturale delle entrate della Regione.»

«Oggi tutti partecipano ad una gara sull’autonomia – ha osservato il consigliere Michele Cossa – ma non c’è nessuna vera autonomia senza autonomia finanziaria, ecco perché quella sulle accise è la partita più importante che la Sardegna deve giocare e vincere: ora vedremo chi ci sta e chi ha veramente a cuore il futuro della Sardegna.»

«Quella sulle accise – ha ricordato il consigliere Alfonso Marras – è una battaglia storica dei Riformatori ed uno dei motivi che mi hanno spinto ad aderire al partito: una autonomia regionale dei fatti e non delle parole per fare davvero qualcosa di concreto per la Sardegna.»

Per il consigliere Luigi Crisponi, «quella dei Riformatori è una azione forte e responsabile che vuole riportare in carreggiata la Regione dopo la disastrosa inversione ad U del centro sinistra, una azione civile e di grande attualità nell’interesse dei sardi».

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Non si placano le polemiche sul mancato esame della legge urbanistica da parte del Consiglio regionale. I gruppi di minoranza tornano all’attacco del presidente Francesco Pigliaru e del centrosinistra.

«La decisione di rinviare la legge in Commissione certifica lo sfascio di questa maggioranza – afferma il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda – nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale è stata mantenuta, questo provvedimento rappresentava l’ultima possibilità della Giunta Pigliaru di lasciare il segno.»

Secondo il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu «quanto accaduto ieri in aula dimostra che questa maggioranza non ha a cuore gli interessi della Sardegna, il centrosinistra è ormai diviso per bande che perseguono interessi di parte e si preoccupano di mantenere le poltrone».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha invece puntato l’indice contro il presidente del Consiglio regionale e il Pd: «Gianfranco Ganau ha deciso di calendarizzare il provvedimento forzando la mano nonostante le nostre perplessità – ha detto Attilio Dedoni – il capogruppo del Pd voleva addirittura anticipare la discussione al 18 settembre. Come si fa poi a dire che non si è pronti?».

Anche per Michele Cossa (Riformatori sardi) «c’è uno scollamento evidente nella maggioranza, già certificato dalla presentazione di una mozione di censura nei confronti dell’assessore della sanità Luigi Arru – ha sottolineato Michele Cossa – è un’agonia senza fine, diamo però atto all’assessore Cristiano Erriu di aver agito onestamente: meglio nessuna legge che una cattiva legge».

Duro anche il giudizio del capogruppo del Psd’Az-La Base Gaetano Ledda: «Questa Giunta ha fallito su tutti i fronti: sanità, trasporti, riforma degli enti locali, agricoltura e, adesso, sull’urbanistica – ha detto Gaetano Ledda – tutto questo per i giochi interni alla maggioranza».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, ha invece accusato la Giunta di aver impedito il dibattito in Consiglio su un tema decisivo per lo sviluppo dell’Isola: «Dopo un’infinità di incontri sul territorio – ha detto Paolo Truzzu – si è deciso di mettere il bavaglio all’Assemblea sarda. Un presidente che dichiara di non avere più la maggioranza ha il dovere di dimettersi. Pigliaru non l’ha fatto perché il centrosinistra non ha ancora deciso la leadership per le prossime elezioni regionali che, in ogni caso, segneranno la sconfitta della sua coalizione».

Diverso, rispetto ai colleghi del centrodestra, il giudizio di Antonello Peru, consigliere di Forza Italia e relatore di minoranza: «La Sardegna attendeva da tempo una nuova legge urbanistica – ha detto Antonello Peru – il centrosinistra ha perso una grande occasione. Il provvedimento era stato completamente stravolto in commissione anche grazie al contributo della minoranza sul fronte della semplificazione, dell’attuazione dei puc e della riqualificazione del territorio senza consumo di suolo. Ormai la legge è morta, il centrodestra prenda l’impegno di approvarne una nuova come primo atto della prossima legislatura».

Diverso il pensiero di Giuseppe Fasolino, consigliere di Forza Italia e sindaco di Golfo Aranci: «Questo provvedimento, per come è arrivato in aula, non poteva essere approvato – ha rimarcato Giuseppe Fasolino – la legge toglieva ai comuni la possibilità di incidere nella pianificazione territoriale e non fissava alcun obiettivo. Prima di legiferare occorre sapere quale direzione si vuole prendere, Nel caso della legge urbanistica bisognava capire dove sta andando il turismo e quali risposte dare alle richieste dl mercato».

Il consigliere dell’Uds, Giovanni Satta, dopo aver ricordato il voto contrario della minoranza in commissione urbanistica, ha accusato il centrosinistra di aver accettato supinamente le indicazioni della Giunta: «La legge è stata approvata in Commissione senza il parere del Cal – ha affermato Giovanni Satta – questo Consiglio si è piegato ancora una volta al diktat della Giunta dei tecnici, come già avvenuto per la riforma delle rete ospedaliera. Mi auguro che questa vicenda serva da monito per il futuro».

Per Marco Tedde (Forza Italia) la vera ragione del fallimento è rappresentata dal PPR approvato dalla Giunta Soru, “un macigno” per qualsiasi ipotesi di pianificazione territoriale. «In campagna elettorale Francesco Pigliaru aveva promesso di modificarlo, non lo ha fatto ed è stato costretto a modellare la legge urbanistica sul Piano Paesaggistico di Soru fondato sui vincoli e poco attento allo sviluppo».

Alfonso Marras (Udc) ha parlato di “pagina ingloriosa” per la maggioranza di centrosinistra: «Si sono sottratti al confronto. Noi aspettavamo di misurarci sul merito del provvedimento. Molti di noi avevano lavorato agli emendamenti per tentare di migliorare la legge. Sarà compito della nuova maggioranza, che uscirà dalle elezioni di febbraio, approvare un nuovo testo in materia urbanistica»

Urgenza condivisa da Gianni Lampis (FdI): «Dieci anni fa gli occupati del settore edile erano 51mila, oggi se ne contano circa 27mila. Questa legge poteva dare risposte importanti alla crisi del settore. La maggioranza ha perso un’altra occasione. Sarà compito del centrodestra cancellare il Ppr di Soru che ha musealizzato l’ambiente sardo ed impedito ai comuni costieri di offrire servizi di qualità».

Da quasi tutti i partiti è, infine, arrivata la richiesta di dimissioni per il presidente Francesco Pigliaru, eccezion fatta per i capigruppo di Forza Italia e Riformatori Alessandera Zedda e Attilio Dedoni convinti che gli ultimi mesi della legislatura contribuiranno ad evidenziare ancora di più le pecche del centrosinistra. «Il re è mezzo nudo – ha affermato Attilio Dedoni – va spogliato del tutto per scongiurare ogni possibilità di rielezione».

 

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Dopo il premio di “Isola Forestale europea” del 2018, torna in Sardegna e alla presenza del Commissario europeo dell’Agricoltura e sviluppo rurale Phil Hogan, il congresso internazionale dell’EFI, l’Istituto Forestale Europeo che sarà ospitato all’hotel Carlos V di Alghero da domani, giovedì 27 settembre, a venerdì 29 settembre. Al centro dell’appuntamento, che vede la partecipazione di qualificati relatori, la gestione forestale secondo gli obiettivi di sostenibilità posti dalle Nazioni Unite entro il 2030 e nel contesto della crescente urbanizzazione.

Ad aprire, alle 9.00, l’evento organizzato nell’isola con il supporto dell’agenzia Forestas, sarà l’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano che porterà i saluti del presidente Francesco Pigliaru. L’assessore dell’Ambiente chiuderà i lavori, alle 16,30, evidenziando il grande impegno di gestione forestale innovativa che la Sardegna può vantare nel bacino del Mediterraneo. A margine della giornata incontrerà il commissario europeo Hogan insieme all’assessore regionale dell’Agricoltura Pier Luigi Caria per un punto sulle politiche di sviluppo isolane all’interno della cornice europea. 

Saranno presenti rappresentanti del mondo accademico e istituzionale, oltre al direttore dell’Efi Marc Palahi, l’amministratore unico dell’agenzia Forestas, Giuseppe Pulina, il comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna, Antonio Casula e il direttore generale di Forestas Giuliano Patteri. 

Efi è il più grande network europeo per la ricerca forestale con oltre 100 associati e affiliati tra Stati e Centri di ricerca. Lo scorso marzo ha conferito alla Sardegna il premio per l’impegno nella salvaguardia delle foreste e la selvicoltura mediterranea e per i consistenti investimenti a favore del patrimonio forestale e della bio-economia delle risorse rinnovabili.

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«Il ritiro della legge urbanistica è un fatto positivo, perché sarebbe venuta fuori una cattiva legge, che non avrebbe risolto i problemi ma li avrebbe anzi amplificati, gettando nel caos gli uffici tecnici comunali. Occorre riconoscere lo sforzo fatto dall’assessore dell’urbanistica Cristiano Erriu, ma la mediazione tra visioni troppo differenti fra di loro hanno prodotto un testo senza visione e senza anima, certo non in grado di favorire l’economia della Sardegna.»

E’ questa la reazione del consigliere regionale di Riformatori sardi Michele Cossa allo stop alla nuova legge urbanistica.

«I Comuni si sono risparmiati i patemi d’animo legati alle difficoltà interpretative e anni di prevedibili contenziosi: quale semplificazione e quale chiarezza può venire da una legge di 90 articoli più allegati? Che introduce nuovi concetti e nuove e inedite definizioni? Che inventa il “bando di gara” (art 51) per i nuovi interventi edilizi, che apre le porte a nuove forme di clientelismo? Non si affronta il tema del golf, il problema dei PUL viene affrontato nel solito antiquato modo di strutture da montare e rimontare, senza affrontare il problema vero, quello del loro decoro. E così si potrebbe continuare a lungo. La legge però è stata ritirata – conclude Michele Cossa – perché la Giunta non è più sorretta da una maggioranza: come pensa Francesco Pigliaru di affrontare il nodo politico, con la legge finanziaria alle porte?»

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«Alla fine l’assessore Erriu non ha potuto fare a meno che riconoscere il proprio fallimento politico, della giunta di cui fa parte, e del presidente Pigliaru. La decisione di non portare in aula la legge urbanistica è frutto di una tardiva presa d’atto: come da tempo sanno bene i sardi, questa giunta rappresenta solo se stessa ed è priva di una vera maggioranza in Consiglio regionale. E chi non ha la maggioranza, non può decidere il futuro dei sardi. Questo compito spetterà al prossimo Consiglio regionale.»

Lo afferma Mario Puddu, candidato del MoVimento 5 Stelle alla presidenza della Regione, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook. «Dopo mesi passati a rilasciare dichiarazioni lunari, con un misto di arroganza e supponenza, Cristiano Erriu e Francesco Pigliaru ora si scontrano con la realtà. Il voto dei sardi alle elezioni di febbraio li riporterà definitivamente sulla terra».

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Il presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, in veste di commissario straordinario del Governo per il recupero e riqualificazione del compendio di La Maddalena, si è recato questa mattina, assieme all’assessore della difesa dell’Ambiente Donatella Spano, al direttore generale Alessandro De Martini e al capo di gabinetto degli Enti Locali Gianluca Palla, a La Maddalena. Durante l’incontro con il sindaco, Luca Montella, è stata condivisa l’esigenza che il Governo nomini immediatamente il soggetto attuatore, indispensabile per far partire e dare operatività al processo di riqualificazione. Il confronto si è allargato alla composizione dell’Ufficio del Commissario, organo tecnico cui parteciperanno, è stato deciso, anche membri del Comune maddalenino.

«È stata una giornata di lavoro molto proficua. Come abbiamo detto fin da principio, vogliamo procedere in stretta collaborazione con la comunità locale, condividendo le azioni e concordando le modalità di realizzazione del piano specifico degli interventi e delle attività – ha detto il presidente Francesco Pigliaru al termine delle riunioni e del sopralluogo all’Arsenale -. Quando siamo arrivati alla guida della Regione qui non solo era tutto bloccato, ma non si vedeva nessuna prospettiva di recupero né tantomeno di rilancio dopo i danni causati dallo scippo del G8. Da allora abbiamo lavorato molto, con grande determinazione, per restituire a questo territorio le opportunità cui ha diritto. Siamo riusciti a convincere due governi a seguirci nel ridare alla Sardegna e a La Maddalena la responsabilità diretta di impostare la rinascita di questo luogo – ha ricordato il Presidente -, ma ci sono ancora dei passaggi da fare. Ora a questo governo spetta individuare il soggetto attuatore, necessario per far partire i bandi e quindi trovare chi, concretamente, metterà in atto questo processo atteso da troppi anni. Continueremo a sollecitare – perché questi passi vengano fatti nel più breve tempo possibile. Firmeremo con il Sindaco un’intesa istituzionale e nell’ufficio del Commissario ci sarà un dirigente indicato dal Comune – ha concluso Francesco Pigliaru –, e questo, nel percorso di lavoro, contribuirà ad accelerare i tempi.»

Il percorso per restituire a La Maddalena le prospettive di sviluppo interrotte dal mancato G8, che prevede la bonifica ambientale e la rigenerazione urbana dell’area dell’Arsenale – ex Area militare, attende infatti tale passaggio amministrativo, dopo la nomina effettuata dall’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, lo scorso 25 maggio, del presidente della Regione a commissario straordinario del Governo e la precedente dichiarazione, con atto del Consiglio dei ministri, dell’Arsenale di La Maddalena a Area di rilevante interesse nazionale.

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«La Sardegna nel quadro dell’Unione europea deve essere sempre di più un avamposto per le politiche di cooperazione e i progetti di partenariato con i paesi della sponda Sud del Mediterraneo. Dobbiamo continuare a creare reti e l’esperienza molto positiva del programma euromediterraneo ENI CBC Med 2014-2020, di cui l’isola è Autorità di Gestione, dimostra che ci sono utili spazi d’azione per instaurare rapporti proficui in particolare con i territori a noi più vicini.»

Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali, Filippo Spanu, nel suo intervento alla tavola rotonda organizzata dall’associazione Openmed e inserita nella quinta edizione del festival “Smart cityness” in programma all’Exmà di Cagliari.

Filippo Spanu ha aggiunto che «è necessario avere un atteggiamento aperto nella costruzione delle relazioni da cui possono scaturire benefici per tutti. La chiusura è contraria alla nostra storia e in stridente contrasto con la nostra posizione geografica».

Filippo Spanu ha poi ricordato i progetti già avviati dalla Regione in Africa, in particolare con la Tunisia ed il Senegal, e quello che sta per essere avviato in Uganda.

«Ma sono di vitale importanza – ha spiegato l’assessore degli Affari regionali – anche i rapporti con altre regioni europee con cui condividiamo la stato di insularità. Per questo la Giunta guidata da Francesco Pigliaru sta lavorando insieme a Corsica e Baleari con l’obiettivo di essere più forti nel confronto con i singoli governi e con l’Unione europea per il superamento degli svantaggi causati dalla condizione geografica

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«Una protesta assurda e sconcertante motivata dal fatto che su circa 40 mila studenti che frequentano le università di Cagliari e Sassari poco più di 30 giovani rifugiati ricevano pass accademici sulla base di norme ben precise applicate dal ministero dell’Università e della Ricerca scientifica. Il progetto Passaporto europeo per le qualifiche dei rifugiati, attuato dagli atenei di Cagliari e Sassari, è stato promosso dal Consiglio d’Europa e sostenuto dal ministero dell’istruzione. La Regione Sardegna, senza comunque impegnare risorse finanziarie, ha dato il suo appoggio all’iniziativa che favorisce il processo di integrazione e consente ai richiedenti asilo di acquisire competenze specialistiche da sfruttare poi nei paesi d’origine. I rifugiati che hanno i requisiti per iscriversi all’Università di Cagliari sono 12. A Sassari verranno a breve consegnati pass accademici a 20 ragazzi. Numeri esigui in proporzione al totale degli iscritti nei due atenei: circa 26mila studenti a Cagliari, 12.500 a Sassari. È importante precisare che i rifugiati con i pass accademici rientrano nella quota che il ministero riconosce agli stranieri senza sottrarre posti o arrecare danno agli studenti sardi.»

Lo ha detto l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu rispondendo alle dichiarazioni degli esponenti politici che hanno dato vita a una manifestazione di protesta davanti al palazzo del Consiglio regionale.

L’assessore della Pubblica Istruzione Giuseppe Dessena ricorda  che «la Giunta guidata da Francesco Pigliaru ha notevolmente fatto crescere in questi anni gli investimenti sul fronte dell’istruzione e del diritto allo studio con concreti vantaggi per gli studenti sardi. Con l’aumento delle risorse regionali da 3 a 13 milioni di euro, le borse di studio e le azioni a sostegno di studenti capaci e meritevoli privi di mezzi per il 2018-2019 diventano infatti più ricche e si amplia la platea dei beneficiari. Alle risorse regionali – chiarisce Giuseppe Dessena – si aggiungono quelle statali, europee e la tassa per il diritto allo studio universitario, incassato nel corso del 2018 direttamente dall’Ersu, arrivando alla cifra di circa 40 milioni. Nel 2018 9 mila studenti idonei potranno beneficiare della borsa di studio che sarà più ricca di prima. Il contributo economico massimo consentito è di 5.100 euro per i fuori sede. Il 25% degli iscritti alle nostre università ha la certezza di ricevere i contributi».

«Le università sarde – spiegano gli assessori Filippo Spanu e Giuseppe Dessena – sono aperte da molto tempo, ci sono centinaia e centinaia di studenti che vengono da tutto il mondo e che alimentano il confronto e il dialogo interculturale con i nostri giovani che a loro volta affrontano esperienze di studio all’estero. La Regione sta investendo la giusta quantità di risorse in questa direzione. Dobbiamo favorire gli scambi perché questa è la politica che farà crescere la Sardegna, il resto è rappresentato da polemiche localistiche che non servono ai sardi e alla crescita dell’isola.»

 

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«La disorganizzazione degli ospedali cagliaritani Binaghi e Businco incide gravemente sulla qualità delle cure e sulla vita dei pazienti. Ma le cose sono destinate addirittura a peggiorare. Francesco Pigliaru e l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru fermino la direttrice Graziella Pintus prima che sia troppo tardi.»

Lo ha detto Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi.

«Nel reparto di Ematologia del Binaghi – ha aggiunto Michele Cossa – è stata occupato l’intero corridoio del terzo piano, facendone una grande sala d’attesa che ogni giorno ospita fino ad un centinaio di persone. Mi chiedo perché non si siano studiate soluzioni alternative, tali da favorire un utilizzo razionale degli spazi.»

«In un’ala contigua verrà trasferita la Neuroriabilitazione dall’ospedale Brotzu, in completo spregio delle esigenze dei reparti chirurgici. Basti pensare che al posto della Direzione della Chirurgia Oncologica ci sarà una palestra, e un’ala sarà trasformata con stanze di degenza che devono rispondere ai requisiti per i pazienti della Neuroriabilitazione – ha sottolineato ancora Michele Cossa -. Per di più si crea altro caos spostando medici e reparti seguendo criteri inconcepibili e schizofrenici: il reparto di degenza è al terzo piano, i medici che faranno le dimissioni al quarto, e le medicazioni al secondo piano. Senza contare i referti istologici che arriveranno al quarto piano, con le cartelle cliniche sistemate al piano di sotto.»

«Tutti i lavori previsti per questa razionalizzazione costeranno 390mila euro dalle tasche dei sardi, opere che saranno inutili fra 2 anni, dato che nel 2020 all’Ospedale San Michele è prevista l’apertura del Trauma Center con annessi unità spinale e, appunto, Neuroriabilitazione. Un’ambulanza sarà sottratta alla sua funzione per fare la spola continuamente tra il Brotzu e il Businco – prosegue Michele Cossa – per trasportare neurologi, urologi, neurochirurghi chiamati frequentemente in consulenza dalla Neuroriabilitazione.»

«Prima di buttare via soldi che sarebbero potuti servire per rimettere a posto le vetuste sale operatorie del Businco – ha concluso Michele  Cossa – la Giunta e l’assessore Luigi Arru si fermino a pensare quanta poca considerazione hanno per la qualità della degenza dei pazienti e delle condizioni di chi ci lavora.»

 

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E’ stato inaugurato questa mattina, a Nuraxi Figus e Seruci, dall’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, promotore scientifico del progetto assieme alla Princeton University, dalla Regione Autonoma della Sardegna e dalla Carbosulcis, società partecipata della Regione Sardegna che gestisce l’impianto minerario, il progetto ARIA. Il progetto nasce dalla ricerca di base, in particolare dalla fisica fondamentale, per rispondere a un’esigenza sperimentale: avere a disposizione grandi quantità di argon, ricavato attualmente solo da pozzi di gas del Colorado, negli Stati Uniti, per la ricerca di materia oscura. Ma in futuro potrebbe servire anche per la distillazione di altri isotopi sempre più impiegati in medicina, sia nella diagnostica avanzata sia nella terapia oncologica, e anche nelle scienze ambientali e agricole. Il progetto consiste nella realizzazione di una torre di distillazione criogenica per la produzione di isotopi stabili di altissima purezza. L’impianto sarà il primo di questo tipo in Europa, e il primo al mondo realizzato con la tecnologia innovativa che dovrebbe permettere il raggiungimento di prestazioni mai ottenute in precedenza. In questa fase del progetto l’INFN ha già investito 6 milioni di euro, la Regione Sardegna ha partecipato con 2 milioni e 700mila euro e Carbosulcis ha contribuito già per l’adeguamento dell’infrastruttura mineraria con una spesa di oltre 1 milione e 500mila euro ed ha in corso un investimento di oltre 2 milioni di euro per l’installazione dell’impianto nel pozzo Seruci 1.

La giornata è stata aperta nella sala mensa della miniera di Nuraxi Figus, dove è stato presentato a grandi linee il progetto. E’ proseguita con una visita agli impianti già realizzati, prima a Nuraxi Figus, poi a Seruci. Nella tarda mattinata è stata effettuata la visita in sottosuolo.

«ARIA è un progetto – ha sottolineato Fernando Ferroni, presidente dell’INFN – che dimostra in maniera trasparente la capacità del sistema scientifico, politico, industriale, quando felicemente coordinato, di costruire delle infrastrutture che hanno una grande potenzialità a largo spettro e foriere di potenziali importanti ricadute sociali.»

«È un progetto sul quale abbiamo investito finanziamenti importanti, energie, risorse umane – ha spiegato il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Ne ho seguito direttamente i primi passi e oggi ci troviamo a un traguardo intermedio che soddisfa tutte le nostre aspettative iniziali. La Sardegna, oltre che sede ideale dal punto di vista delle esigenze infrastrutturali, sta dimostrando di essere un partner affidabile, in grado di parlare il linguaggio dell’innovazione, della ricerca e delle nuove tecnologie in un’iniziativa che coinvolge tante eccellenze internazionali. Molto interessanti, poi, sono le prospettive industriali e commerciali. Giovani lavoratori e ricercatori sardi sono già impegnati in questo progetto che, mostrando le potenzialità inedite di un settore critico diventa per il territorio un esempio eloquente di trasformazione in positivo.»

«La realizzazione del progetto, di grande valenza tecnologica e simbolica, si inserisce nella visione alla base della ristrutturazione aziendale a seguito del Piano di chiusura della miniera, che si completa quest’anno, indirizzata al riuso delle infrastrutture minerarie per finalità diverse da quelle originarie, ma sempre caratterizzate da un alto contenuto industriale, con l’obiettivo di valorizzare le competenze delle risorse umane presenti in azienda al fine di tutelarne il futuro», ha commentato Antonio Martini, amministratore unico della Carbosulcis S.p.A..

«Il progetto ARIA è cruciale per la strategia di ricerca della materia oscura della Collaborazione DarkSide, e siamo entusiasti che il Sulcis Iglesiente giochi un ruolo di primo piano in questo ambizioso progetto scientifico di assoluta rilevanza internazionale – ha detto Cristian Galbiati, ricercatore ai Laboratori INFN del Gran Sasso, professore alla Princeton University e al GSSI Gran Sasso Science Institute, e coordinatore del progetto DarkSide -. E la sfida è altrettanto interessante dal punto di vista del possibile piano di sviluppo industriale e di trasferimento tecnologico, perché con ARIA potremmo stabilire un nuovo ciclo produttivo, che tenga viva la straordinaria tradizione mineraria del Sulcis-Iglesiente. Carbosulcis – ha concluso Cristian Galbiati – si è sin da subito proposto come un partner essenziale grazie alle grandi competenze tecnologiche dei suoi ingegneri e tecnici in ogni fase del progetto, determinanti per il suo successo.»

«Il progetto ARIA, che abbiamo finanziato con grande convinzione, è un pezzo importante del programma di ricerca e innovazione su cui la Regione sta fortemente investendo – ha rimarcato l’assessore della Programmazione Raffaele Paci -. Un programma che funziona, come dimostrano le numerose collaborazioni che in questi anni abbiamo avviato con i più importanti istituti di ricerca nazionali per progetti come quelli nella miniera di Sos Enattos a Lula, che si è candidata per ospitare un laboratorio europeo per lo studio delle onde gravitazionali, il progetto legato a Sotacarbo o quello di San Basilio con il Radiotelescopio. La ricerca e l’innovazione tecnologica – ha concluso Raffaele Paci – sono gli strumenti più importanti che abbiamo a disposizione per costruire il nostro futuro, superare i limiti imposti dall’insularità e creare occasioni di sviluppo e lavoro, attraverso progetti ambiziosi come quello che presentiamo oggi.»

«Con questo progetto stiamo indicando la strada che conduce a un nuovo modello di Industria in Sardegna – ha dichiarato l’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras -. L’isola, infatti, si conferma il luogo ideale per realizzare progetti coraggiosi e all’avanguardia. L’intervento a Nuraxi Figus rientra nel piano di dismissione della miniera: non solo stiamo rispettando i tempi previsti ma abbiamo messo anche le basi per costruire, con un piano industriale articolato e programmi di ricerca avanzata, nuove opportunità di lavoro per i giovani. Alla Regione il compito di accompagnarli in questo nuovo percorso attraverso una formazione adeguata e altamente specializzata.»

«ARIA sarà un’infrastruttura di ricerca nata per la ricerca di base ma di importanza strategica, soprattutto a livello regionale, anche per le ricadute che le tecnologie utilizzate avranno per la riqualificazione di un sito minerario in via di dismissione che vedrà parte del suo personale riassorbito in nuove attività – ha  commentato Speranza Falciano, vicepresidente dell’INFN che segue i progetti di trasferimento tecnologico -. Date le molteplici applicazioni degli isotopi stabili che l’impianto produrrà,  lo spin-off di questa tecnologia, la distillazione criogenica, permetterà uno sviluppo industriale del sito minerario con un impatto importante sulle imprese del territorio e sui centri di ricerca della Regione Sardegna, a partire dalle Università, e i settori che ne tratterrebbero beneficio vanno dalla diagnostica medica, con particolare riferimento allo screening avanzato di diverse patologie, all’energia pulita, dall’eco-sostenibilità, all’agricoltura.»

Il progetto ARIA

L’obiettivo del progetto è la separazione dell’aria nei suoi componenti fondamentali, elementi che trovano utilità in diversi ambiti di ricerca e applicazione. In particolare, uno di questi componenti, l’argon-40 (40Ar), permetterà lo sviluppo di una innovativa tecnica per la ricerca della materia oscura ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’INFN, progettata e realizzata dalla collaborazione scientifica dell’esperimento DarkSide. 

L’infrastruttura per la produzione dell’argon e degli altri elementi consisterà in una torre criogenica di distillazione alta 350 metri, che sarà installata nel Pozzo 1 dell’area di Seruci. La torre sarà costituita da 28 moduli collaudati al CERN, e poi trasportati nei cantieri di Nuraxi Figus. Qui, i moduli vengono parzialmente assemblati in superficie per i primi test propedeutici all’installazione dell’intera colonna all’interno del Pozzo 1, dove già dallo scorso anno si stanno svolgendo le attività di adeguamento. L’altezza e il diametro dei pozzi, la loro configurazione, con accessi multipli e sistemi di sicurezza integrati e, soprattutto, la disponibilità di un’autostrada camionabile dalla superficie fino alla profondità di 500 metri, sono condizioni ideali per l’installazione in sicurezza di un impianto che avrà dimensioni uniche al mondo. Grazie alle sue infrastrutture d’avanguardia, realizzate quasi interamente all’interno di un pozzo minerario pre-esistente, ARIA sarà in grado di abbassare notevolmente i costi energetici di produzione, rendendo più accessibili e fruibili i preziosi elementi ottenuti dalla distillazione dell’aria.
La distillazione criogenica è il metodo più efficace per la produzione di isotopi stabili. La torre di distillazione, oltre a produrre l’isotopo stabile 
40Ar di interesse per i programmi di ricerca sulla materia oscura, servirà inoltre a realizzare studi pilota per la produzione degli isotopi 76Ge, 82Se, e 136Xe, di interesse per i programmi di ricerca sul neutrino svolti sempre ai Laboratori INFN del Gran Sasso. Inoltre, ARIA permetterà la sperimentazione e lo sviluppo della nuova tecnologia per la successiva produzione su larga scala di isotopi stabili di interesse commerciale, come 13C, 15N, e 18O, che trovano impiego per esempio in medicina e hanno un mercato internazionale di grande rilievo.

DarkSide e la ricerca di materia oscura ai Laboratori INFN del Gran Sasso 

Quasi un secolo di osservazioni astronomiche convincenti hanno mostrato che la materia ordinaria e visibile costituisce solo una piccola frazione dell’universo. Esso risulta invece formato per la maggior parte da una componente di materia non visibile, detta materia oscura, e da una componente misteriosa di energia, detta energia oscura.  I Laboratori del Gran Sasso sono all’avanguardia mondiale nella ricerca diretta della materia oscura: vi si svolgono, infatti, vari esperimenti, basati su diverse tecnologie, che hanno tutti come obiettivo quello di rivelare gli urti delle particelle di materia oscura sui nuclei del materiale-bersaglio del rivelatore.  In particolare, il rivelatore DarkSide si basa sull’utilizzo dell’argon come mezzo di interazione: è costituito da una camera a proiezione temporale (Time Projection Chamber, TPC) bifasica, ad argon liquido e gassoso. I risultati di un rivelatore prototipo in operazione presso i Laboratori sin dal 2013 hanno già raggiunto la sensibilità migliore al mondo per la ricerca di particelle di materia oscura di bassa massa. Il prossimo rivelatore, DarkSide-20k, è stato pensato per realizzare il programma più ambizioso di ricerca e scoperta della materia oscura. Entrerà in operazione nel 2022, e richiederà l’utilizzo di 50 tonnellate di argon processate dall’impianto ARIA. Quindi, il progetto ARIA svolge un ruolo fondamentale nella strategia di possibile scoperta della materia oscura tramite rivelatori ad argon. L’unicità e le prospettive del progetto hanno permesso di riunire scienziati provenienti dai quattro angoli del globo a formare un’unica collaborazione internazionale che raccoglie tutti i ricercatori che hanno finora sviluppato rivelatori ad argon per la materia oscura: è la Global Argon Dark Matter Collaboration, il cui primo passo è il programma DarkSide ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso. 

DarkSide-20k è un esperimento approvato e finanziato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dalla US National Science Foundation. Ulteriori contributi importanti saranno forniti da altri dieci paesi (Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, Messico, Polonia, Spagna, Svizzera, Russia).