19 November, 2024
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Tre giorni di lavori con i maggiori portatori di interesse istituzionali regionali e nazionali, del mondo delle imprese e delle associazioni di categoria, di Università e Centri di ricerca caratterizzeranno gli Stati generali dell’Agricoltura convocati nel polo fieristico di Cagliari dal 20 al 22 settembre. Un appuntamento che mira ad analizzare lo stato di salute del comparto così da permettere alla prossima programmazione agricola 2021-2027 di dare le migliori risposte, nel medio e lungo periodo, per assicurare una crescita competitiva e innovativa alla variegata galassia agricola sarda.

Alla luce dell’evoluzione delle politiche europee e nazionali, delle ipotesi di riforma della Politica Agricola Comune (PAC), dell’evoluzione del mercato agroalimentare, degli accordi sul commercio internazionale e dei cambiamenti climatici, si cercherà di individuare quali azioni e quali innovazioni (tecniche e tecnologiche, infrastrutturali, promozionali e commerciali, di ricerca e assistenza tecnica, di formazione, e di organizzazione orizzontale e verticale delle filiere) possono contribuire allo sviluppo del settore e alla crescita della redditività e produttività delle diverse filiere. Si individueranno quindi criticità, punti di debolezza e possibili soluzioni per l’attuale programmazione e per quella del prossimo settennio.

Ad aprire la tre giorni sarà giovedì alle 9.30 l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, a cui seguiranno gli interventi dell’eurodeputato e vice presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Paolo De Castro. Sarà poi la volta del Capo dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Ministero delle Politiche agricole, Giuseppe De Blasi, della responsabile cooperazione di Nomisma, Ersilia Di Tullio, del direttore commerciale della Coop Conad del Tirreno, Alessandro Baciotti, e di Luigi Ledda del dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari. Si apriranno quindi 11 tavoli tematici così suddivisi: Cerealicoltura, leguminose e colture innovative; Ortofrutta; Vitivinicoltura e Olivicoltura; Zootecnia – Latte e foraggicoltura da pascolo; Zootecnia – Carne; Apicoltura, avicunicoltura, piante officinali; Selvicoltura; Allevamento del cavallo; Sviluppo locale, GAL, SNAI, multifunzionalità delle aziende agricole e diversificazione dell’attività agricola; Semplificazione legislativa e amministrativa, pagamenti in agricoltura, Organismo Pagatore Regionale; Gestione delle risorse idriche.

Nella seconda e nella terza giornata i risultati dei tavoli di lavoro verranno illustrati in sede plenaria pubblica, quindi analizzati e discussi in una serie di tavole rotonde da parte di rappresentanti delle istituzioni, dell’associazionismo, del mondo produttivo e della ricerca. A metà mattinata del 22 settembre partirà la fase conclusiva con gli interventi del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, dell’assessore Pier Luigi Caria, dei rappresentanti delle associazioni agricole e del mondo della cooperazione, del presidente della commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Lotto, del direttore generale dell’assessorato dell’Agricoltura e rappresentante dell’Autorità di gestione sul PSR, Sebastiano Piredda.

«Si tratta di un appuntamento importante e di particolare responsabilità per tutto il mondo agricolo regionale. Un’occasione in cui giocare a carte scoperte per il bene del comparto e dei tanti lavoratori che ogni giorno faticano per far quadrare i conti – ha detto l’assessore Pier Luigi Caria -. La nostra agricoltura ha margini di crescita straordinari, ma necessita di una riorganizzazione che parta dal basso e che permetta a questo mondo di produrre profitti e occupazione in un momento così difficile per la Sardegna e l’Italia intera. Noi come politica vogliamo fare la nostra parte creando le migliori condizioni per il confronto. Solo dal dialogo possono venire fuori soluzioni innovative che permettano ai numerosi portatori di interesse di rivoluzionare, finalmente nel bene, questo pilastro così importante della nostra storia e della nostra economia.»

Per poter partecipare alle attività aperte al pubblico è necessario registrarsi al seguente link: goo.gl/AS3v8u

 

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“Sul fronte dei fondi strutturali europei il Governo non ha nessuna intenzione di penalizzare la Sardegna, anzi. Sta alla Regione dunque impegnarsi perché le risorse vengano utilizzate nel migliore dei modi e questo non sempre è avvenuto negli anni di governo del centrosinistra. La retrocessione dell’Isola tra le regioni Obiettivo 1 – le più arretrate d’Europa – sta lì a ricordarcelo ogni giorno.»

Il candidato alla presidenza della Regione del MoVimento 5 Stelle Mario Puddu, ha commentato così l’esito dell’incontro tra i rappresentanti della Regione e il ministro della Coesione territoriale, Barbara Lezzi.

«Un conto – aggiunge Mario Puddu – è il puro rispetto dei parametri ragioneristici imposti dall’Unione europea, cioè il controllo sulla rendicontazione dei fondi, motivo della visita del ministro Lezzi, altro è come sono stati utilizzati quei soldi, e di questo è responsabile la giunta regionale. Sul fronte dell’efficacia siamo molto lontani dal raggiungere gli obiettivi, come è sotto gli occhi di tutti.»

«Rimanendo sul fronte dell’efficacia dell’azione di governo del centrosinistra, ci sono molte zone d’ombra inequivocabili, come i fondi dedicati alla competitività delle imprese: Francesco Pigliaru e Raffaele Paci hanno speso solo il 5 per cento, appena 11 milioni di euro rispetto ai 213 disponibili – conclude Mario Puddu -, mentre le nostre imprese rimangono in balia di bandi complessi, istruttorie infinite, procedure farraginose e avvisi spesso poco tarati sulle loro reali necessità:»

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Riunione questa mattina, a Villa Devoto, tra il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il ministro per il Sud Barbara Lezzi. All’incontro hanno preso parte gli assessori Raffaele Paci, Maria Grazia Piras, Carlo Careddu ed Edoardo Balzarini, il direttore generale Alessandro De Martini ed i tecnici del dipartimento, della Regione e dell’Agenzia per la Coesione territoriale.

Dopo l’incontro dello scorso 14 giugno a Roma, in cui il presidente Francesco Pigliaru ed il ministro Barbara Lezzi avevano fatto un primo punto sul Patto per la Sardegna, sullo stato di attuazione e l’importanza di avanzare in tempi rapidi sugli interventi in corso, oggi il tavolo tecnico è entrato nel dettaglio, approfondendo anche la situazione relativa ai fondi europei e le questioni legate agli svantaggi causati dalla condizione di insularità.

«È stata una riunione utile – ha detto il presidente Francesco Pigliaru al termine dell’incontro – in cui sono emersi molti punti positivi. È stato certificato che la Sardegna sta spendendo nei tempi giusti le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione e quelle dei Fondi europei, e questo significa innanzitutto che non siamo a rischio di disimpegno e poi che stiamo utilizzando risorse importanti per interventi di cui la Sardegna ha concreto bisogno, dalle scuole al rischio idrogeologico sino alla ricerca. Naturalmente ci sono delle criticità e la ministra Lezzi è stata molto disponibile a ragionare insieme a noi su come si possono sbloccare le cose che stanno procedendo meno bene indipendentemente dalla nostra volontà. Il primo esempio è l’ANAS – ha spiegato il presidente della Regione -, con cui abbiamo problemi importanti e da cui ci aspettiamo tempi ben più rapidi su progettazione e aperture dei cantieri. Altro tema fondamentale è la ferrovia, su cui è necessario e urgente accelerare la spendita dei quasi 400 milioni programmati nel Patto, necessari per tagliare finalmente i tempi di percorrenza tra Cagliari, Sassari e Olbia, oggi del tutto inaccettabili. Infine, il problema energia. Nel Patto c’è l’impegno chiaro che lo Stato italiano ha preso con la Sardegna: portare finalmente il metano all’unica regione italiana che non ce l’ha. E abbiamo sottolineato il fatto che vogliamo complete rassicurazioni che il progetto per cui abbiamo lavorato così tanto arrivi nei tempi previsti – ha concluso Francesco Pigliaru – per far risparmiare alle imprese e alle famiglie della Sardegna 400 milioni l’anno. Non possiamo più aspettare.»

Nella riunione, essenzialmente tecnica, è stato esaminato lo stato di avanzamento del Patto a cominciare dalla gestione dei Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC), esperienza che per la Regione Sardegna si è dimostrata un’innovazione positiva in quanto ha consentito di programmare, con piena responsabilizzazione, gli interventi utili a diminuire alcuni aspetti che contribuiscono a generare il gap determinato dall’insularità. L’Autorità di gestione del Patto, guidata dal Direttore generale della Presidenza della Regione Alessandro De Martini, ha confermato che i tempi concreti rispettano quelli previsti nei cronoprogrammi concordati con il Governo.

Il Patto per la Sardegna, che dispone di oltre 2,9 miliardi di euro per colmare il ritardo infrastrutturale, ambientale ed economico della regione, contiene interventi finanziati e cofinanziati da risorse proprie del Patto, da risorse derivanti dal Piano operativo FSC Infrastrutture e dal Piano operativo FSC Ambiente. È articolato in sei Aree tematiche: Infrastrutture, Ambiente, Sviluppo economico e Agricoltura, Turismo, cultura e valorizzazione risorse naturali, Occupazione inclusione sociale e lotta alle povertà, Rafforzamento PA. Complessivamente si tratta di 632 interventi, di cui 445 (oltre il 70%) sono già avviati e gli altri 187 (circa il 29%) sono in programmazione. In alcuni casi sono già conclusi (Ammortizzatori sociali per 40 milioni di euro).

Per quel che riguarda l’attuazione dei Piani Operativi Nazionali (PON), gestiti direttamente dai Ministeri per lo più attraverso ANAS e RFI, sono state invece sottolineate le difficoltà che stanno, di fatto, rallentando gli interventi. Di conseguenza, è stato fatto un appello alla Ministra perché intervenga presso i Ministri competenti, presso ANAS e RFI, affinché anche i fondi di sviluppo e coesione previsti nei Piani Operativi Nazionali possano avere tempistiche analoghe a quelli gestiti attraverso la Regione.

Il Fesr, Fondo europeo di sviluppo regionale, con i 930 milioni di euro disponibili per il ciclo 2014-2020, è uno dei principali strumenti per il rilancio del sistema economico della Sardegna, attraverso interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Fra le regioni del sud, la Sardegna risulta essere la più virtuosa nella capacità di spesa: entro il prossimo 31 dicembre dovranno essere spesi dalla nostra regione 147 milioni per l’N+3, cioè l’obiettivo obbligatorio (pena la perdita della parte dei fondi non spesi), che diventano 185 se invece si punta a un obiettivo che fa scattare un meccanismo di premialità. Ed è proprio a questo che punta la Sardegna.

«Ci stiamo impegnando molto per centrare gli obiettivi fissati dall’Europa, che per la prima volta ha istituito una verifica ufficiale di metà percorso con penalizzazioni e premialità per monitorare meglio l’andamento della spesa. Questa novità dei controlli in itinere – spiega l’assessore Raffaele Paci – è un ulteriore stimolo a lavorare rapidamente, e siamo ottimisti rispetto al raggiungimento degli obiettivi di dicembre. Certo la celerità nella spesa dei fondi europei non riguarda solo la Regione, ma coinvolge molte altre istituzioni a cui è stata delegata l’attuazione, dunque Comuni, Unioni di Comuni, Agenzie, Arst, Abbanoa, ed è indispensabile la collaborazione fra tutti per raggiungere risultati validi. E’ poi importante dire chiaramente che ci muoviamo all’interno di un sistema nazionale farraginoso e complesso, gravato da procedure molto stringenti. Quindi – sottolinea l’assessore della Programmazione – per riuscire a spendere tutto è necessario che prima di tutto il sistema Italia venga radicalmente semplificato.»

Una prima verifica della spesa del Fesr è stata fatta a luglio scorso durante il Comitato di Sorveglianza con il rapporteur della Commissione europea che ha espresso apprezzamento per il lavoro fatto dalla Sardegna e per le sue ottime performance per esempio sulla programmazione territoriale, sui programmi di internazionalizzazione, su energia sostenibile e strategia di specializzazione intelligente.

 

 

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ll presidente della Regione Francesco Pigliaru interverrà, in occasione dell’avvio dell’anno scolastico lunedì 17 settembre, con inizio alle 9.30, alla presentazione del progetto vincitore per la nuova scuola dell’infanzia di Villaspeciosa, inserito nell’Asse 1 di Iscol@.

L’incontro avrà luogo a Villaspeciosa nella sede della scuola primaria, in via Gramsci. Saranno presenti il sindaco Gianluca Melis, gli alunni, i dirigenti scolastici, gli insegnanti e gli altri sindaci e amministratori del territorio che stanno realizzando interventi nell’ambito di Iscol@.

Giornalisti, fotografi e operatori di ripresa potranno seguire all’interno dell’Istituto la presentazione del progetto.

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«Iscol@ è un sistema, un progetto complesso fatto di tanti tasselli. Per raggiungere il massimo dei risultati dobbiamo portarlo avanti insieme, deve essere un’azione collettiva, un intervento che si sviluppa sulla base della massima unità di intenti e della collaborazione di tutti. Sentirci squadra e operare come tale ci consente di procedere velocemente verso l’obiettivo di avere, in tempi rapidi, istituti più moderni, sicuri accoglienti per i nostri studenti.»

Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru che, nella Sala Emilio Lussu a Villa Devoto, ha aperto l’incontro incentrato sugli ulteriori 14 concorsi di progettazione per le “Scuole del nuovo millennio”, ormai in fase di chiusura. Sono poi intervenuti Alessandra Berry e Matteo Frate, dell’Unità di Progetto Iscol@, e i sindaci, gli amministratori e i tecnici dei comuni coinvolti. I concorsi riguardano la realizzazione di poli scolastici a Villaspeciosa, Guasila, Mores, Uta, Escalaplano, Neoneli, Monti, Mores-Ittireddu, Scano di Montiferro-Tresnuraghes-Sagama- Sennariolo, Samugheo, Thiesi, Olbia, Posada e Sassari.

«Stiamo andando avanti in modo spedito superando, con il dialogo e il confronto continuo, le eventuali criticità. Siamo a buon punto e lavoriamo per completare il percorso nei tempi più rapidi possibile per sfruttare al meglio tutte le opportunità offerte da Iscol@», hanno detto Alessandra Berry e Matteo Frate che hanno fatto il punto della situazione con tutti gli amministratori presenti. Intanto lunedì 17 settembre il presidente Francesco Pigliaru partecipa alla presentazione ufficiale del progetto del nuovo polo dell’istruzione di Villaspeciosa che avviene in coincidenza con l’avvio del nuovo anno scolastico.
Sempre nell’ambito delle “Scuole del nuovo millennio”, dopo la chiusura dei concorsi di progettazione, è in fase avanzata l’iter che riguarda dieci scuole ad Ales, Alghero, Bono, Jerzu, Nuoro, Nurachi, Cagliari, Mogoro, Sassari e Tortolì. Altri 4 concorsi di idee sono stati banditi dal ministero per l’Istruzione (Olbia, Selargius, Arzachena e Muravera). Già quest’anno saranno bandite le prime gare per l’affidamento dei lavori di realizzazione delle scuole. Lo stanziamento complessivo ammonta a 90 milioni di euro.

Vanno avanti le attività dell’Asse 2 di Iscol@. Ad oggi con uno stanziamento di oltre 170 milioni di euro sono stati avviati 1.300 interventi tra manutenzione straordinaria e arredi. Ciascun intervento ha prodotto l’avvio di cantieri con evidenti ricadute per la filiera dell’edilizia.

La Regione ha inoltre promosso il bando per gli arredi e le attrezzature tecnologiche con un finanziamento di 30 milioni che consente a 400 scuole della Sardegna di dotarsi di sistemi e soluzioni più moderne e in sintonia con le mutate esigenze della didattica. A quattro anni dall’avvio del primo piano operativo, promosso dalla Giunta Pigliaru, nell’ambito del programma strategico “Iscol@”, sono stati stanziati circa 300 milioni di euro.

 

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Buona performance per il mercato del lavoro in Sardegna, in controtendenza rispetto ai dati che interessano altre regioni del Mezzogiorno e del resto d’Italia. Molta più gente di prima oggi guarda al mercato del lavoro con l’aspettativa di trovare un’occupazione: diminuiscono drasticamente gli “inattivi” e la forza lavoro cresce di ben 34 mila unità. Di queste, la gran parte trova un lavoro: l’incremento dell’occupazione è notevole, ci sono 24 mila occupati in più rispetto a un anno fa. Gli altri 10 mila che prima, rassegnati, non cercavano lavoro ora lo stanno cercando attivamente: anche questo è un segnale positivo.

«Abbiamo recuperato tanto del molto terreno perso durante la crisi – commenta il presidente Francesco Pigliaru -. Dopo anni terribili, occupazione e tasso di disoccupazione sono tornati ai livelli del 2012. Speriamo sia il segnale definitivo di una uscita dalla crisi che consentirà di irrobustire politiche pubbliche a favore di chi ha pagato e sta pagando il prezzo più alto della crisi.» 

«Tutti i dati sono incoraggianti – commenta l’assessora del lavoro, Virginia Mura -. L’aumento della forza lavoro, dell’occupazione, il calo del tasso di inattività. In questo contesto anche il contenuto aumento dei disoccupati (nel 2014 il tasso di disoccupazione era superiore di oltre 4 punti), a prima vista potrebbe apparire un dato negativo, ma in realtà è riconducibile alla circostanza che gli scoraggiati si affidano ora ai rinnovati servizi per l’impiego. Emerge, poi, con prepotenza un balzo dell’occupazione femminile, alla quale corrisponde un marcato calo delle inattive. Donne che erano ai margini del mercato del lavoro sono ora accompagnate in nuovi percorsi occupazionali. Confidiamo che il miglioramento dell’occupazione femminile e il calo dell’inattività dipendano anche dalle misure di welfare messe in campo dall’assessorato. Il settore più dinamico, che ha visto crescere maggiormente l’occupazione, è stato quello dei servizi.»

Il tasso di occupazione cresce dal 51,2% al 53,8% (nel Mezzogiorno e in Italia l’indicatore è in aumento rispettivamente dal 44,2% al 45,3%, e dal 58,1% al 59,1%). In aumento sia la componente femminile (dal 42,8% al 46,6%), che quella maschile (dal 59,4% al 60,8%). Il numero degli occupati sale del +4,3% (da 568,2 a 592,5 unità), in raffronto al dato nel Mezzogiorno (+2,2%) e nell’intero Paese (+3,3%). La crescita nell’Isola interessa la componente maschile (+1,6%), e in particolare quella femminile (+8,0%).

Incremento anche con riguardo alla forza lavoro: un +5,2% (da 668,9 a 703,4). Il dato positivo interessa la componente femminile (+10,2%) e in minor misura quella maschile (+1,7%).

Il lavoro in Sardegna è in crescita anche in base all’indicatore del tasso di attività: guadagnati +3,6 punti percentuali (dal 60,3% al 64,0%), con un incremento sia della componente femminile (+5,4), sia di quella maschile (+2,0).

Calano gli inattivi: -10,1 punti percentuali (da 430,0 a 386,4). Il dato positivo interessa entrambe le componenti, ma è più marcato a livello femminile (-11,8%), che a livello maschile (-7,4%). Diminuito il tasso di inattività (in calo dal 39,7% al 36,0%) sia per la componente femminile (-5,4%) sia per quella maschile (-2,0%).

Per effetto del forte aumento delle persone che ora cercano attivamente lavoro, questo quadro positivo determina un leggero aumento della disoccupazione: persone che prima non lavoravano e che rinunciavano alla ricerca di un lavoro ora invece si attivano e si iscrivono alle liste di disoccupazione. La disoccupazione dunque passa da da 100,6 mila a 110,8 mila. In parallelo si registra per il tasso di disoccupazione un incremento dal 15,0% al 15,8, un tasso che comunque rimane tra i più bassi degli ultimi anni.

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A due anni dalla nascita dell’Aspal e dalla riforma dei servizi per il lavoro, avviata dalla Sardegna in anticipo su tutte le altre regioni in Italia, questa mattina tutto il personale dell’Agenzia e dei 40 Centri per l’Impiego dell’intera Sardegna si è riunito alla Fiera di Cagliari per un incontro plenario di formazione e aggiornamento a cui hanno partecipato anche il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore del Lavoro, Virginia Mura.

L’obiettivo della giornata, con una platea di oltre 650 persone – tutto l’organico dell’Agenzia e dei suoi centri – era fare il punto sull’attuazione della legge 9 del 2016 (realizzata con fondi regionali), che ha ridisegnato l’assetto del sistema lavoro in Sardegna, e individuare la strada per uniformare e standardizzare i servizi in un quadro delle Politiche attive per il lavoro ancora frammentato e disomogeneo tra il livello nazionale e quello regionale.

«Questa è una giornata di lavoro per fare il punto su quanto abbiamo fatto e per confrontarci su come farlo sempre meglio per aiutare chi è in cerca di occupazione – ha detto il presidente Francesco Pigliaru, che ha ricordato come la riforma dei Centri per l’impiego fosse tra i punti cruciali del programma di governo – programma che tutti i giorni lavoriamo per realizzare. La riforma l’abbiamo fatta, i CPI oggi lavorano molto meglio che nel passato ma sappiamo di dover migliorare ancora, risolvendo problemi piccoli e grandi. Di questo parliamo stamattina, siamo qui per ascoltare gli operatori, per individuare le azioni necessarie per accelerare il percorso che renderà i CPI più forti e più utili per chi ne utilizza i servizi. Grazie alle riforme realizzate in questi anni e all’impegno di tutti gli operatori, i nostri Centri sono ora tra i più organizzati d’Italia e ciò significa che la Sardegna sta mettendo a punto uno strumento determinante per favorire l’incontro tra chi cerca e chi offre lavoro, particolarmente cruciale in un momento storico in cui globalizzazione e tecnologia distruggono i vecchi mestieri più in fretta di quanto si riesca a crearne di nuovi. Il nostro ruolo attraverso i CPI è fondamentale per gestire questa transizione nel miglior modo e nel più breve tempo possibile. Per questo, momenti di ascolto e confronto come quello di oggi sono essenziali – ha concluso Francesco Pigliaru – perché più il sistema cresce, più si perfeziona e maggiore è la qualità dei servizi che potremo dare ai nostri cittadini.»

«Oggi abbiamo ascoltato dalla viva voce degli operatori le buone prassi, le criticità, gli spunti per le attività future dell’Agenzia. E a questo incontro ne seguiranno altri per avere costanti aggiornamenti – ha dichiarato l’assessore Virginia Mura -. Siamo tra i primi ad aver dato corso ad un modello di servizi per l’impiego in linea con la normativa nazionale e abbiamo conseguito vari attestati di riconoscimento: dall’invito del ministro Poletti, lo scorso febbraio, alla conferenza di bilancio sulla riforma nazionale dei servizi per l’impiego e delle politiche attive per il lavoro del 2015, alla più recente audizione in Senato, nella Commissione Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale. In quel contesto, il mese scorso, in un raffronto con le altre Regioni, abbiamo presentato la legge di riforma in uno stato di attuazione avanzatissimo. In due anni abbiamo formato il personale dell’Aspal, creato figure specifiche, come, tra le altre, i job account, che si recano presso le aziende per illustrare le opportunità aperte. Nell’ultimo anno gli operatori dell’Agenzia hanno preso in carico 561mila persone e hanno svolto un servizio di accompagnamento per circa 7mila tirocini attivati in azienda. Un’ulteriore spinta nell’attuazione della riforma – ha concluso l’assessore del Lavoro – deve essere data con riguardo al collocamento mirato dei lavoratori disabili.»

«Quello di oggi è un incontro di aggiornamento inserito nel Piano di formazione annuale dei dipendenti Aspal, per fare il punto sullo stato di attuazione della riforma, per analizzare i dati e l’andamento dei servizi offerti ai cittadini, per capire dove si è arrivati ma soprattutto dove si sta andando – ha spiegato il direttore generale dell’Aspal Massimo Temussi – siamo stati i primi in Italia ad avviare la riforma, abbiamo oggi un’infrastruttura operativa, che ci ha permesso di sperimentare politiche attive e servizi innovativi e ora ci aiuterà a consolidare i progressi che da tempo registriamo nel mercato del lavoro sardo. I nuovi Centri per l’impiego, con la formazione degli operatori e l’erogazione di nuovi servizi non solo verso i disoccupati, ma anche verso le imprese, già oggi ci permettono di erogare meglio che in passato servizi per il lavoro, applicando politiche attive efficaci e prendendo in carico migliaia di cittadini – ha concluso Massimo Temussi nel suo intervento introduttivo – ma ora è fondamentale che tutti facciano la propria parte, consapevoli dei cambiamenti in atto nel mercato del lavoro e della necessità di offrire servizi sempre più puntuali, mirati e veloci ai cittadini.»

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Da quasi due mesi la prima Commissione consiliare ha in corso un’istruttoria sul personale e attende dalla Giunta dati e informazioni che, in ultima sede, serviranno ai dipendenti della Regione, del Corpo forestale e delle Agenzie, per accedere a progressioni di carriera attese da anni.

Il tema è stato affrontato nella seduta odierna della Prima commissione, presieduta dall’on. Francesco Agus, che ha così commentato il ritardo della Giunta: «Queste inadempienze, anche nella trasmissione di atti interni in possesso della struttura, rendono impossibile il lavoro del Consiglio e non sono imputabili a mancanza di tempo. Un mese fa mi sono rivolto al presidente Francesco Pigliaru per sollecitare l’invio dei dati. Purtroppo, non ho ancora avuto risposta ed è persino superfluo ribadire che serve più collegialità tra Giunta e organi di Consiglio, anche e in particolare in questi ultimi mesi di legislatura. Quella stessa collegialità che è stata discontinua in questi cinque anni».

 «La tortuosa vicenda amministrativa evidenziata in Commissione risale ad agosto scorso – prosegue il presidente Agus – quando la stessa direzione della assessorato, inadempiente nel trasmettere i dati al Consiglio, ha elaborato invece un bando per la selezione a tempo determinato di sei dirigenti esterni all’amministrazione regionale. Un concorso iperselettivo, che potrebbe persino apparire ritagliato a misura di poche persone. Un concorso che dunque, alla fine della legislatura, è quanto mai inopportuno. Tra l’altro, i profili individuati per la selezione dei sei dirigenti esterni non sembrano tutti  indispensabili per soddisfare esigenze urgenti e fondamentali dell’Amministrazione regionale o per migliorare la performance della Regione: è talmente poco il tempo a disposizione per portare avanti gli indirizzi politici di questa Legislatura da rendere pressoché inutile l’apporto di questi professionisti. Non faranno a tempo a entrare a regime nell’amministrazione che già saluteranno un nuovo presidente della Regione ed una nuova Giunta.»

«Tutto ciò a poche settimane dalla probabile pubblicazione del bando del corso-concorso annunciata quest’estate dall’assessore del Personale per l’assunzione di dirigenti a tempo indeterminato, da tempo attesa da migliaia di giovani, laureati e professionalizzati, che non potranno però partecipare a questa selezione estiva – aggiunge Francesco Agus -. Ho affermato e ribadito in questi anni che la via maestra di accesso alla pubblica amministrazione, anche quella regionale, e specialmente per i ruoli apicali, deve essere il concorso pubblico. Trasparente, approfondito e capace di richiamare quei bravi laureati sardi che altrimenti, non inspiegabilmente, scelgono a frotte di lasciare la Sardegna.»

«Ci attendiamo dalla Giunta la trasmissione dei dati necessari al lavoro della commissione e dal presidente Francesco Pigliaru – conclude Francesco Agus – un intervento che blocchi il bando di selezione per pochi e che sblocchi il bando di selezione per tutti, meglio se sconosciuti.»

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«L’elisoccorso non può essere il coperchio buono per tutte le pentole della giunta Pigliaru, tanto meno quella della sanità, i cui problemi irrisolti ora pesano sui sardi. In questi anni la Giunta non ha garantito i diritti primari ma ha continuato a tutelare i privilegi di pochi, come la scandalosa questione dei vitalizi degli ex consiglieri regionali, che costa ai sardi 18 milioni di euro l’anno, dimostra.»

Lo afferma con un post su Facebook il candidato alla presidenza della Regione del Movimento Cinquestelle Mario Puddu.

«Qual è lo stato della sanità in Sardegna? – si chiede Puddu -. Basta chiederlo ai sardi, o semplicemente ascoltare quello che dicono gli stessi esponenti del centrosinistra che governa la Regione. Dopo il segretario del Pd Emanuele Cani, ieri è stato il presidente della Commissione sanità Raimondo Perra a dire sulla stampa che “sull’Ats e sugli ospedali sono stati fatti molti errori”. Da parte della Giunta Pigliaru, chiaramente. Errori che però si continuano a commettere per mero calcolo elettoralistico e che oggi pagano tutti i sardi.»

«Che la situazione sia drammatica è sotto gli occhi di tutti – aggiunge il candidato Cinquestelle – e non passa giorno che i giornali non ne diano conto, segno di una situazione fuori controllo e a fronte della quale il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Luigi Arru oggi sbandierano i risultati dei primi due mesi del servizio di elisoccorso. Bisognerebbe avere più pudore e non strumentalizzare l’attività dei professionisti impegnati ogni giorno con sacrificio e dedizione.»

«Sulla sanità come su tutti gli altri temi – conclude Mario Puddu – serve un cambio di passo deciso ed è quello che faremo, garantendo i diritti ed eliminando i vitalizi una volta alla guida della Regione.» 

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, e l’amministratore di IGEA SpA, Michele Caria, hanno presentato questa mattina, nella sede di IGEA, a Campo Pisano, nel corso di una conferenza stampa, il Piano Industriale della società in house della Regione.

Il Piano Industriale 2018-2021, predisposto dalla società ed approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n° 41/51 dell’8 agosto scorso, supera completamente ogni previsione di crisi aziendale e rappresenta il piano di rilancio che consente alla società di intervenire in modo significativo al servizio dell’Amministrazione regionale per l’esecuzione delle bonifiche dei luoghi, con particolare riguardo alle bonifiche in ambito minerario.

Nel corso della conferenza stampa è stato sottolineato come, dopo aver registrato nel quinquennio 2009/2013 risultati costantemente negativi, IGEA dal 2014 presenta un utile di esercizio ed una capacità di realizzazione di interventi in continua crescita, con valore della produzione pari nel 2015 a 13,3 milioni di euro, nel 2016 di 15,2 milioni di euro, nel 2017 di 16,4 milioni di euro.

Gli interventi, dapprima concentrati nelle attività di manutenzioni e messa in sicurezza minerarie, hanno iniziato a svilupparsi maggiormente verso la bonifica dei territori inquinati da attività mineraria e la valorizzazione del patrimonio immobiliare e documentale. IGEA è titolare del più importante archivio minerario d’Europa (oltre 5 km lineari di documenti).

Dal 2015 la società ha dato nuovo impulso alle attività propedeutiche alla cessazione dei titoli minerai portando a termine la messa in sicurezza dei siti, consentendo la restituzione delle aree minerarie alla libera fruizione degli aventi diritto (enti e privati).

Nel 2016 sono state avviate le procedure per la cessione definitiva della parte turistica del sito per Porto Flavia e Galleria Henry ai Comuni di Iglesias e Buggerru e della Galleria Anglo Sarda al comune di Guspini, mentre è in corso l’avvio da parte dei Comuni interessati, per la cessione degli altri siti turistici.

Sempre nel 2016, è stata avviata l’attività di smaltimento dei rifiuti nell’area ex Seamag di Sant’Antioco e nel mese di agosto 2017, perfettamente in linea con il cronoprogramma presentato, è stato concluso l’intervento di smaltimento.

Nel 2017 sono stati presentati i progetti per l’esecuzione delle bonifiche dell’area ex Seamag di Sant’Antioco e dell’area di Montevecchio, per le quali sono in corso le relative conferenze di servizio.

A fine 2017, a seguito dell’approvazione del “Progetto definitivo-operativo degli interventi di bonifica e messa in sicurezza dell’area mineraria dismessa di Santu Miali”, a Furtei, presentato da IGEA, sono state avviate le attività di progetto ed inaugurato il cantiere di bonifica e, nel frattempo, sono proseguite le attività di custodia, gestione e messa in sicurezza d’emergenza del sito.

Il Piano prevede lavori per 161,7 milioni di euro in 4 anni, investimenti per 7,6 milioni di euro e l’assorbimento circa 130 unità (oggi i dipendenti IGEA sono 310), fra assunti a tempo indeterminato e determinato. Prevede inoltre il pagamento integrale di tutti i debiti pregressi del periodo di crisi ante 2014, in questo momento dilazionati con i fornitori ed il mantenimento del sostanziale equilibrio finanziario che IGEA ha raggiunto. Proseguiranno le attività di chiusura e messa in sicurezza dei siti minerari, consentendo la restituzione di ulteriori aree alla libera fruizione degli aventi diritto (enti e privati).

E’ prevista, infine, un’evoluzione dell’attività, con una marcata specializzazione nel campo delle bonifiche:

  • Bonifica nell’area di Santu Miali a Furtei;
  • Bonifica delle aree industriali all’interno del comune di Sant’Antioco, a partire dai lavori nell’area Palmas Cave;
  • Successive fasi di bonifica dell’area industriale ex Seamag nel comune di Sant’Antioco;
  • Bonifica dell’area mineraria di Masua;
  • Bonifica dell’area mineraria dismessa di Montevecchio Ponente;
  • Altri lavori nelle aree minerarie di San Giorgio per la regolarizzazione e stabilizzazione delle discariche e delle aree degradate.

Dal punto di vista finanziario, i principali impegni di IGEA saranno appunto la bonifica del sito di Santu Miali a Furtei, per la quale sono previsti lavori pari a 67,7 milioni di euro. Altra attività di rilievo è il proseguo della messa in sicurezza e chiusura e recupero ambientale degli oltre 50 siti minerari propri di IGEA, che vedrà impegnata la società in un arco temporale di medio/lungo periodo, con una previsione di circa 68,7 milioni di euro.

Al termine della conferenza stampa è stata effettuata una visita in alcuni siti ex minerari della zona oggetto di interventi da parte di IGEA.