18 July, 2024
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Rete metropolitana

È il momento della condivisione con le parti economiche e sociali per il progetto di sviluppo della Rete metropolitana del Nord Sardegna da 70 milioni di euro, il più rilevante per estensione della zona interessata e per numero di abitanti all’interno della programmazione territoriale. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore della Programmazione Raffaele Paci hanno partecipato oggi all’incontro convocato dal sindaco Nicola Sanna con tutte le amministrazioni interessate (oltre a Sassari anche Alghero, Castelsardo, Porto Torres, Sennori, Sorso, Stintino e Valledoria), otto Comuni per un totale di 228mila abitanti, e con le parti economiche e sociali per illustrare la manifestazione d’interesse presentata alla Regione e ritenuta ammissibile ad agosto dell’anno scorso. Al giudizio di coerenza da parte della Cabina di regia della programmazione unitaria a settembre, sono seguiti l’avvio della fase negoziale a ottobre ed altri cinque incontri tecnici. All’incontro odierno erano presenti le assessore dell’Industria Maria Grazia Piras e dell’Ambiente Donatella Spano.

«Quando abbiamo portato a casa la legge sugli Enti locali abbiamo voluto con forza che la Rete Metropolitana del Nord Sardegna si chiamasse esattamente così – ha detto il presidente Francesco Pigliaru nel suo intervento -, perché è la definizione che riassume perfettamente la visione che abbiamo di questo territorio. Città medie, ognuna forte di caratteristiche proprie, di una specializzazione importante che ne disegna ruolo e potenzialità: chi ha il porto, chi l’aeroporto e il turismo, chi un’archeologia importante e chi, come Sassari, l’Università e i servizi che sono propri di un centro più grande. Metterle insieme secondo un concetto di rete, moderno e sfidante, significa fare territorio – ha sottolineato il presidente -, formare un totale che ha un valore molto maggiore della somma delle parti. E siccome parliamo di una parte di Sardegna che ha tante ricchezze, non è poi così difficile riempire di contenuti condivisi lo schema che abbiamo disegnato. Realizzando i progetti giusti allora possiamo davvero, per esempio, rendere realtà la rete museale del nord ovest, far camminare insieme agricoltura e tecnologie, decidere quali infrastrutture sono quelle cruciali per uno sviluppo comune. I tasselli li abbiamo messi in fila -, ha concluso Francesco Pigliaru -, ora lavoriamo per collegarli.»

l progetto ha come obiettivo una “rete metropolitana intelligente” che, pensandosi e organizzandosi come una grande città unitaria, punta a ridisegnare il nord-ovest della Sardegna mettendo a sistema le politiche, i progetti e le iniziative, favorendo innovazione sociale e sviluppo competitivo. Cultura e ambiente, ricerca e sviluppo, qualità della vita, mobilità sostenibile, competitività delle imprese e innovazione i pilastri su cui si fonda il progetto di sviluppo, articolato in 5 ambiti di interventi specifici e 11 azioni prioritarie. 70 i milioni disponibili, di cui almeno 10 devono essere destinati ai bandi per gli investimenti delle imprese e 4 alle zone umide, che si aggiungono ai 15 già stanziati con l’Iti (Investimenti territoriali integrati) per la riqualificazione urbana e sociale.

«Questo è un bel progetto, per noi è quello che ha la maggiore rilevanza perché coinvolge quasi 230mila sardi ma anche perché arriva da un territorio a cui la legge 2 conferisce un preciso status giuridico, quello di rete metropolitana, che impone interventi specifici, progetti mirati e risorse equilibrate – ha spiegato l’assessore Raffaele Paci -. Oggi è stato presentato ai sindacati e alle imprese un progetto che valorizza le risorse del territorio, dalle ricchezze storiche a quelle ambientali, culturali e turistiche. Un progetto che vede otto amministrazioni lavorare in una sola direzione, per creare sviluppo economico. E che riserva una congrua parte di risorse per gli investimenti delle imprese locali: questo è assolutamente fondamentale, saranno individuati i settori di intervento che il territorio richiede e che sono funzionali alle traiettorie di sviluppo individuate. Stiamo facendo un grande lavoro – ha concluso Raffaele Paci -. Tutti insieme, Regione e amministrazioni locali, in un’ottica unitaria e condivisa che è il valore più importante di questa felice esperienza di programmazione territoriale.»

Il territorio è attualmente impegnato nella predisposizione delle schede intervento, ad oggi ne sono state consegnate oltre 70 e sono attualmente in fase di verifica preliminare da parte del Centro regionale di programmazione che deve individuare eventuali criticità, integrazioni o modifiche prima della condivisione nel Tavolo Tecnico interassessoriale. Prossimi step sono la verifica delle schede da parte delle direzioni generali degli Assessorati competenti, un incontro interassessoriale con i referenti del territorio, il completamento della documentazione di progetto, il tavolo di chiusura del percorso di co-progettazione, l’approvazione della Cabina di Regia e della Giunta regionale e, infine, la sottoscrizione dell’accordo di programma.

Avviata dalla Giunta a metà del 2015, la programmazione territoriale della Regione mette in campo oltre 350milioni di euro. Sono 9 i progetti già chiusi e finanziati per un totale di 130 milioni di euro con 14 Unioni e 110 Comuni coinvolti. Altri 11 progetti sono avviati o in fase di co-progettazione (16 Unioni e 139 Comuni coinvolti), 5 in fase di avvio (5 Unioni e 35 Comuni coinvolti). Complessivamente parliamo di 24 progetti con 35 Unioni, 284 Comuni e 950mila cittadini coinvolti, cioè il 90% dei 293 Comuni sardi che hanno i requisiti per partecipare alla programmazione territoriale. Oltre il 70% degli interventi vede già realizzate le gare di progettazione esecutiva. In Alta Gallura e Parte Montis alcuni interventi sono stati già appaltati e aggiudicati i lavori. I progetti, per mantenere i finanziamenti, devono essere realizzati in 36 mesi.

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Il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, presenterà questo pomeriggio, alle 15.00, il settimo assessore, una donna delegata ai Servizi sociali, nella sala Giunta del centro direzionale di via Isonzo. La nomina di un settimo assessore era già prevista prima dell’insediamento del nuovo Consiglio comunale e la scelta di una donna è obbligata, nel rispetto dell’art. 1 comma 137 della legge 56/2014, che ha previsto che «nelle Giunte del Comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico». Il problema, subito dopo la presentazione della Giunta, composta da 6 assessori, 4 uomini e 2 donne, era stato sollevato dalla consigliera comunale di minoranza Valentina Pistis, candidata alla carica di sindaco protagonista del ballottaggio con il sindaco neo eletto Mauro Usai, con un esposto al presidente della Regione Francesco Pigliaru, all’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu, al difensore civico regionale Felicetto Contu, alla commissione regionale per le pari opportunità tra uomini e donne, e al presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana.

La delega ai Servizi sociali è stata fino ad oggi gestita dal vicesindaco Claudia Sanna, che manterrà le deleghe allo Sport, Cultura, Spettacolo e Grandi eventi.

 

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Dopo il nuovo tragico incidente verificatosi due giorni fa sulla strada provinciale n° 2 sul tratto Carbonia-Villamassargia, il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha presentato una mozione al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru e all’assessore dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, per sollecitare un intervento urgente per la messa in sicurezza del tracciato.
«La strada è ormai costellata da troppe croci – spiega Gianluigi Rubiu -. Il percorso è tappezzato di insidie, rettilinei e curve ad alto rischio, avvallamenti e spaccature dell’asfalto. Un dato certificato dal fatto che il 90 per cento degli incidenti è causato da salti di corsia, alta velocità o malori. Senza poi dimenticare la pendenza anomala del tappeto d’asfalto che, in caso di pioggia, produce enormi pozzanghere creando l’effetto scivolamento con conseguente uscita di strada o invasione di carreggiata.»
Trappole che diventano croci e croci che diventano tragedie per le famiglie e per le comunità. Una quattro corsie senza nessuna barriera centrale: «Da qui l’esigenza di installare – aggiunge Gianluigi Rubiu – un guardrail per evitare salti di corsia e scongiurare scontri frontali.»
Nella mozione si propone un tavolo tecnico per disegnare gli interventi più urgenti: «Le opere per la messa in sicurezza richiedono anche l’eliminazione degli incroci a raso e la realizzazione dell’illuminazione pubblica in prossimità di sottopassi ed incroci. E’ necessario trovare immediatamente i fondi per la provinciale, una delle arterie più trafficate del Sulcis Iglesiente, seguendo le direttive del piano per la sicurezza stradale. La Provincia, che gestisce la strada – conclude Gianluigi Rubiu -, si attivi poi per rendere più percorribile il tracciato con manutenzioni della lingua d’asfalto e sfalcio delle erbacce».

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trenino verde

Pieno riconoscimento alla valenza culturale e turistica del Trenino Verde. E risorse per investimenti e manutenzione ordinaria e straordinaria per circa 35 milioni in tre anni, dal 2018. È quanto è emerso questa mattina, nel corso dell’incontro convocato a Villa Devoto dal presidente Francesco Pigliaru con i rappresentanti del Comitato per il Trenino Verde ed i sindaci dei comuni interessati.
«Il Trenino Verde per noi è importante e intendiamo dimostrarlo dando segnali chiari e precisi – ha dichiarato il presidente Francesco Pigliaru -. Abbiamo lavorato per garantire la stagione 2019, che la nuova Legge 128, con i nuovi oneri, metteva a rischio. E abbiamo ragionato anche sulle prospettive, prevedendo un piano per il lungo periodo per rendere la rete ferroviaria più operativa e funzionale. Nella prossima proposta di bilancio della Giunta, che intendiamo portare nuovamente in Aula entro dicembre, prevediamo di passare dagli oltre 5 milioni attuali a 7 milioni all’anno per tre anni, per dare gambe al progetto, come chiesto da Arst. E abbiamo rimodulato oltre 5 milioni ulteriori da destinare alla manutenzione straordinaria, per investire sulle linee. Questi sono i presupposti concreti per scrivere un protocollo serio e realizzabile», ha concluso il presidente della Regione, dando risposta alla richiesta del portavoce del Comitato, Paolo Pisu.
L’assessora Barbara Argiolas ha reso noto l’impegno dell’assessorato del Turismo, di ulteriori 3 milioni di euro sulla promozione, nel triennio dal 2018 al 2020, in un’ottica di programmazione condivisa.
L’amministratore unico di Arst, Chicco Porcu, ha ringraziato la Regione per la fiducia e il lavoro effettuato, specificando che con le risorse annunciate quest’oggi si sarà in grado di aprire tutte le linee e, già nel 2019, di moltiplicare gli attuali km di percorrenza.

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La Giunta regionale ha stanziato 600.000 euro per i lavori di restauro e consolidamento della chiesa di Santa Maria in Betlem e dell’annesso convento, a Sassari, alla cui realizzazione si procederà mediante affidamento dell’intervento al Comune. Lo stabilisce la delibera proposta dall’assessore dei Lavori Pubblici Edoardo Balzarini, che a tal fine destina 600.000 euro e approva lo schema di protocollo d’intesa tra Regione Sardegna, il Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del Turismo, il comune di Sassari, la Diocesi di Sassari e l’ Ente Convento dei Frati Minori Conventuali di Santa Maria in Sassari.

Soddisfazione è ststa espressa dal presidente Francesco Pigliaru, che ha ricordato il valore materiale ed immateriale di uno degli edifici sacri più antichi e rappresentativi della città di Sassari, legato alla Festa dei Candelieri, ormai Patrimonio dell’Umanità. «Ancora una volta rispondiamo rapidamente alle esigenze che ci vengono segnalate dai Comuni per assicurare la completezza di lavori che altrimenti non avrebbero buon esito», ha detto Francesco Pigliaru.

«Dopo il finanziamento di 680.000 euro disposto dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo a favore del comune di Sassari, la Regione interviene con risorse del proprio bilancio per dare nuovo lustro a un’opera di grande bellezza e valore simbolico, artistico, culturale e sociale», ha spiegato l’assessore Edoardo Balzarini.

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Sotacarbo ha firmato ieri un accordo quinquennale con il National Energy Technology Laboratory (Netl), istituzione che fa parte del Sistema laboratori di ricerca nazionali del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (U.S. Department of Energy), che mira a rendere stabile e produttiva la collaborazione su progetti specifici attraverso il contributo di un partner eccellente a livello mondiale, senza necessità di ulteriori finanziamenti. L’accordo, dalle grandi potenzialità,  segna un nuovo balzo in avanti per le prospettive legate alla Grande miniera di Serbariu, a Carbonia. Un tassello importante per lo sviluppo della ricerca in Sardegna, fortemente voluto dalla Giunta Pigliaru. L’intesa quinquennale, è stata presentata ieri mattina, nella sala Emilio Lussu di Villa Devoto, a Cagliari, dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, assieme al presidente Sotacarbo Alessandro Lanza, a Regis Conrad, direttore del dipartimento sistemi energetici avanzati del National Energy Technology Laboratory (Netl) e a Charles Taylor, responsabile delle relazioni internazionali Netl. Si indirizza ad attività specifiche che vanno dalla modellazione alla validazione dei modelli di simulazione, dal perfezionamento di modelli cinetici su determinati combustibili alla separazione pre-combustione della CO2 attraverso membrane.
Il National Energy Technology Laboratory (Netl) è un’istituzione che fa parte del Sistema laboratori di ricerca nazionali del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (U.S. Department of Energy). La sua missione è realizzare studi, analisi, sperimentazioni che consentano all’Amministrazione Usa di prendere le scelte più adeguate a garantire la sicurezza energetica nazionale. Il Netl ha 108 anni di attività, conta su cinque centri di ricerca avanzati (Albany, Anchorage, Houston, Morgantown e Pittsburgh), su 1225 dipendenti e un fatturato di circa 1 miliardo di dollari l’anno. È l’ente di ricerca governativo più importante e prestigioso al mondo sui temi oggetto della ricerca Sotacarbo, in particolare sulla produzione di energia a basso contenuto di CO2 da fonti fossili, linea di ricerca per la quale l’ultimo bilancio Netl ha previsto 682 milioni di dollari.
La Società Tecnologie Avanzate Low Carbon SpA è stata costituita il 2 aprile 1987, in attuazione dell’art. 5 della legge 351/85 “Norme per la riattivazione del bacino carbonifero del Sulcis”, con la finalità di sviluppare tecnologie innovative e avanzate nell’impiego del carbone. Attualmente gli Azionisti della Società, in condizioni paritarie, sono Enea e Regione Autonoma della Sardegna. Nel 2004, con la realizzazione del nuovo Centro Ricerche nella Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, la Società ha incrementato le attività di innovazione tecnologica, di studio e sperimentazione, di progettazione di impianti industriali a basse emissioni di carbonio, di divulgazione scientifica e sensibilizzazione sui legami tra scelte energetiche e impatto su clima e ambiente. Dal 2014 il Centro ricerche Sotacarbo ospita il Polo di eccellenza italiano sulle Energie pulite, nato per dare risposta alla necessità di ricerca, innovazione e sviluppo di tecnologie avanzate nel settore energetico e realizzato, con Enea, in esecuzione del protocollo d’intesa sottoscritto il 2 agosto 2013 tra il ministero per lo Sviluppo economico e la Regione Autonoma della Sardegna, per la costituzione di un Polo di eccellenza italiano sull’Energia pulita.

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«Sono troppo restrittivi i requisiti per essere assunti a tempo determinato alle Poste.»

A sostenerlo è Tore Piana, di Energie per l’Italia.

«Per poter partecipare alla selezione, è necessario essere in possesso di almeno uno dei due titoli di studio indicati dalla società e di una patente di guida – aggiunge Tore Piana –. All’interno della pubblicazione si legge che è fondamentale per l’analisi del curriculum vitae del candidato l’aver conseguito il diploma con votazione minima pari a 70/100; in alternativa, possono candidarsi anche coloro i quali si siano laureati, con percorso di studi anche triennale, con votazione minima pari 102/110. In caso di votazione inferiore, il relativo CV non sarò considerato. Accanto al requisito del voto di maturità o di laurea, vi è quello relativo alla patente di guida: il candidato, infatti, deve essere in grado di portare il motomezzo aziendale e, per questo motivo, deve essere in possesso del relativo documento. Le domande scadono il 31 luglio prossimo.»

«Requisiti, troppo rigidi, quelli richiesti da Poste Spa – sottolinea Tore Piana -, che in Sardegna esclude migliaia di giovani disoccupati. Perché il porta lettere non lo può fare una ragazza o un ragazzo che possieda un diploma o una laurea con votazione inferiore? Perché non dare la possibilità ai tanti ragazzi che in Sardegna sono disoccupati e possiedono una laurea o un diploma con un voto inferiore? In una regione come la Sardegna, che ha un tasso di disoccupazione giovanile a livelli più alti d’Italia questi requisiti appaiono più come una penalizzazione, che una forma per limitare le domande di lavoro, chiedo – conclude Tore Piana -, che il presidente della Regione Francesco Pigliaru -, intervenga presso il Governo Nazionale, per rendere i requisiti richiesti più accessibili e dare così a migliaia di disoccupati Sardi, di poter essere assunti, pur a tempo determinato, all’interno di Poste Italiane.»

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Il Consiglio regionale ha ricordato questa mattina, nei locali del Transatlantico, la figura e l’opera di Luigi Cogodi, scomparso il 22 luglio del 2015, a Cagliari, a soli 72 anni. Avvocato e politico, è stato consigliere regionale nell’VIII, IX, X e XII Legislatura; assessore regionale dell’Urbanistica e poi del Lavoro nella prima Giunta laica, sardista e di sinistra dell’Autonomia (1984-1989); Deputato nella XV legislatura parlamentare (2006-2008). Consigliere comunale di Cagliari dal 1970 al 1980. Ha militato nel Pci e in Rifondazione Comunista.

Pino Cogodi, già sindaco di San Basilio, fratello di Luigi, insieme con il compagno, amico e ex collaboratore Luciano Uras, hanno ricordato il tratto personale e politico di uno dei leader storici della sinistra sarda e nel ripercorrere le tappe più significative del suo percorso hanno evidenziato lo spirito dell’iniziativa: «Non è una commemorazione fine a se stessa ma un’occasione utile per valorizzare il lavoro e l’impegno di Luigi Cogodi». La raccolta di tutti i discorsi svolti nelle diverse istituzioni che lo hanno accolto è l’obiettivo: sono già trecento gli interventi catalogati e consegnati ai giornalisti Andrea Frailis, Jacopo Onnis, Mario Cabasino, Giancarlo Ghirra, Tonio Ghiani e Filippo Peretti, per procedere con un’indicizzazione per temi.

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ha evidenziato la coerenza ideale e l’impegno a difesa dei più deboli del politico che è «stato avanguardia ambientalista, quando la sinistra era forse troppo concentrata sulle ciminiere della industrializzazione forzata e primo baluardo contro la cementificazione, quando in troppi pensavano che lo sviluppo si misurasse con i metri cubi vista mare». «Per capire l’attualità del suo pensiero – ha spiegato il presidente dell’assemblea sarda – è sufficiente elencare i “titoli” dell’agire politico di Cogodi, dall’urbanistica al lavoro, dalla lotta alle povertà ai diritti, e mi piace considerare la lotta all’abusivismo, il piano regionale del lavoro, la prima proposta di legge per il reddito di cittadinanza, la tutela delle madri di Plaza de Mayo, come le efficaci declinazioni della sua incessante azione politica e del suo impegno costante contro i soprusi».

“Intuizione” e “passione” sono invece le parole utilizzate dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, per raccontare la politica di sinistra di Luigi Cogodi («se oggi fosse ancora in Consiglio chissà quante litigate utili avremmo potuto fare») e per ribadire che sui temi chiave dei nostri giorni le sue posizioni politiche sono ancore ben visibili e presenti («nel dibattito sulla legge urbanistica come nella predisposizione del piano Lavoras sono fonti di ispirazione nella discussione e nel confronto»).

«Non è un ricordo di parte, di un uomo che ha sempre scelto di essere di parte». Con queste parole il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ha salutato “il compagno di tante battaglie” e raccomandato «un’attenzione particolare per attualizzare il pensiero e l’azione dell’indimenticabile Luigi».

Il presidente dell’associazione ex consiglieri regionali, Giorgio Carta, ha ricordato la comune militanza nelle istituzioni «seppur da posizioni quasi sempre contrapposte con un uomo che è sempre stato di parte ma per scelta». «Di parte, per scelta e sempre a sinistra», ha aggiunto il cronista politico già in forze all’Unione Sarda, Tonio Ghiani. «L’unico assessore che ho conosciuto in grado di dettare una linea politica sui temi chiave dell’Urbanistica e del Lavoro alla Giunta e al Consiglio», ha aggiunto il notista politico della Nuova Sardegna, già presidente dell’ordine dei giornalisti, Filippo Peretti.

Non senza emozione, il tributo reso da uno dei leader storici della fu Democrazia Cristiana in Sardegna, Giorgio Oppi, che con Luigi Cogodi ha condiviso, seppur da differenti posizioni, le lotte studentesche all’Università di Cagliari, prima ancora che gli scranni del Consiglio e della Camera dei deputati. «Era un uomo buono – ha affermato Oppi – un politico generoso, onesto e capace che si è fatto valere in Sardegna ma che è stato in grado di raccogliere la standing ovation di uno stadio con settantamila persone in Argentina, quando si è celebrata la condanna del regime per i desaparecidos».   

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Le segreterie regionali e le federazioni di categoria della Sanità di CGIL, CISL e UIL hanno chiesto un incontro urgente al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, all’assessore regionale della Sanità, Luigi Benedetto Arru, e al direttore generale dell’ATS Sardegna, Fulvio Moirano, per discutere dei servizi socio-sanitari AIAS, Nella nota di richiesta di incontro esprimono forte preoccupazione «per la grave situazione che interessa i 1.200 lavoratori dipendenti di AIAS in Sardegna, stremati da lunghi 12 mesi di mancate retribuzioni nonostante le continue e annose battaglie sindacali. Tale condizione entro pochi giorni, alla fine di luglio, potrebbe ulteriormente aggravarsi se il mancato rispetto dei doveri contrattuali da parte di AIAS determinerà la perdita dell’autorizzazione e la possibile chiusura dei Centri, pregiudicando l’erogazione dei servizi socio-sanitari ai tanti pazienti fragili seguiti e mettendo a rischio lavoro e stipendi ai dipendenti. In tale contesto – aggiungono CGIL, CISL e UIL –, abbiamo già verificato un inasprimento delle tensioni sociali ed inopportuni interventi politici che finiscono per aggravare la crisi anziché agevolarne la possibile soluzione. Per questo riteniamo urgente attivare un tavolo che esprima la massima autorevolezza, quindi presso la Presidenza della Regione, insieme con l’Assessorato della Sanità e l’ATS Sardegna – concludono CGIL, CISL e UIL –, per la programmazione e la gestione delle fasi imminenti e future in cui vanno trovate le soluzioni per il mantenimento dei servizi, nei modi che si individueranno, e per la salvaguardia dei posti di lavoro e delle retribuzioni dei lavoratori».

Ieri, intanto, in una nota, Ats ha confermato di aver provveduto lo scorso 19 luglio a emettere gli avvisi di pagamento (n. 807168, n. 807169 e n. 807172) a favore dell’AIAS, come provvisoria esecuzione per tre decreti ingiuntivi, per un totale di 1.985 605.

Per quanto riguarda la fideiussione che Aias è tenuta a depositare per avere il pagamento dei restanti decreti, così come disposto dal giudice, Ats ha comunicato che questa è stata presentata tramite la Finworld e che, previo confronto con il Collegio sindacale, si riserva di fare approfondimenti e verifiche considerato che l’intermediario finanziario risulterebbe oggetto di provvedimenti sospensivi da parte dei competenti organi di vigilanza nazionali.

 

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Pigliaru-Argiolas Conferenza regionale turismo

Far diventare il sistema turistico sardo un network dove offerte e servizi siano connessi, organizzare un nuovo modello di promozione e marketing anche digitale, definire nuovi prodotti che arricchiscano la proposta in modo sostenibile, favoriscano nuove stagionalità e presentino la destinazione Sardegna su nuovi mercati: sono alcuni dei punti principali del documento finale presentato e licenziato ieri, all’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari, nel corso della seconda seduta della Conferenza permanente del Turismo. Il testo viene ora integrato nel nuovo Piano strategico del Turismo, che entro pochi giorni sarà sottoposto all’approvazione della Giunta regionale.
«È il ragionamento giusto da fare – ha detto il presidente Pigliaru nel suo intervento -. Il Piano strategico ci permette di guardare in prospettiva, scegliere il tipo di turismo che ci serve davvero senza farci trascinare in una visione di breve periodo, che porta a poco. Sappiamo che la nostra maggior ricchezza sono le risorse naturali e sappiamo anche che, avendo elementi non riproducibili, queste necessitano di una gestione estremamente attenta. E bisogna far sì che la sostenibilità ambientale coincida con quella economica» ha spiegato il Presidente, sottolineando che l’unico sviluppo realmente utile è «quello a lungo termine, la scommessa che, mantenendo la ricchezza dell’offerta paesaggistica, si possa garantire reddito e benessere alle nuove generazioni oltre che a quella presente. Per ottenere questo non semplice equilibrio è cruciale poter scegliere tra i turisti quelli che già oggi apprezzano più di altri la nostra qualità ambientale, paesaggistica e culturale. Non sono moltissimi nel mondo ma ci sono, soprattutto nei Paesi più ricchi, e noi dobbiamo raggiungere questo potenziale realmente interessato all’esperienza Sardegna e disposto a spendere per viverla. Certo è che per arrivare qui servono collegamenti adeguati, e allora entra in gioco la questione insularità, su cui lavoriamo concretamente fin da principio di legislatura: sul fronte trasporti dobbiamo avere garanzia di pari opportunità con gli altri territori, è essenziale per il diritto alla mobilità dei sardi – ha concluso Francesco Pigliaru -, ma anche per costruire il turismo sostenibile che vogliamo.»
Momento di chiusura del percorso di costruzione partecipata del nuovo Piano strategico “Destinazione Sardegna 2018-2020”, avviato nei mesi scorsi dall’Assessorato del turismo con decine di incontri sul territorio che hanno coinvolto più di 600 persone, la seconda seduta della Conferenza dopo quella di insediamento di Milis, nello scorso mese di maggio, ha radunato insieme rappresentanti degli enti locali, delle imprese e di tutti i portatori di interesse in materia di turismo e aveva lo scopo di mettere a sintesi le sollecitazioni, gli spunti, le osservazioni emerse durante i confronti territoriali.
«Non volevamo un Piano calato dall’alto – ha spiegato l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas – ma abbiamo puntato a costruire un documento strategico attraverso la condivisione con tutte le realtà che si occupano di turismo in Sardegna, in modo da valorizzare la peculiarità dei territori e la loro complementarità. L’esigenza è quella di definire gli obiettivi per i prossimi tre anni, perché dobbiamo affiancare altri attrattori e altre stagionalità al turismo balneare, un monoprodotto sul quale subiremo sempre più la concorrenza soprattutto sui prezzi di tante destinazioni italiane e estere. Se vogliamo crescere e portare un numero sempre maggiore di viaggiatori in Sardegna ma non concentrati solo nei due mesi estivi, dobbiamo puntare invece sul turismo di qualità e creare una filiera di proposte riconoscibili, originali e vendibili sui mercati, che siano sostenibili non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello economico e sociale.»
Il documento finale è stato illustrato da Josep Ejarque, coordinatore del percorso di nascita di ‘Destinazione Sardegna 2018-2021’ e della costituzione della DMO regionale, che ha sottolineato l’esigenza di un cambio di modello di sviluppo della destinazione Sardegna e del marketing per promuoverla. «Quello della Sardegna – ha detto – non è ancora un sistema turistico vero e proprio, ma è spesso frammentato. Bisogna invece puntare a una rete di offerta dei servizi e dei prodotti turistici, che permetta di avere varietà di alternative, disponibilità di informazioni, qualità dei servizi forniti che non porterà benefici solo agli operatori ma a tutto il tessuto economico e sociale.»