19 August, 2024
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Università

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha partecipato, ieri mattina, al Simposio di aggiornamento sull’accreditamento periodico dell’Università di Cagliari. L’esito particolarmente positivo del processo di accreditamento, che certifica, attraverso una commissione di esperti, l’innalzamento della qualità dell’Ateneo cagliaritano, è stato salutato dal presidente Francesco Pigliaru con grande soddisfazione: «La Regione condivide l’entusiasmo per questa certificazione di qualità che fa maturare nuova fiducia, incoraggia i giovani ad iscriversi e riconosce l’Università quale istituzione strategica fondamentale nella nostra isola. Ci complimentiamo con tutti coloro che hanno lavorato per arrivare, con determinazione e impegno, a questo significativo risultato. Da parte nostra, noi abbiamo creduto e continuiamo a credere pienamente nel valore, nelle potenzialità e nel ruolo delle 
Università sarde. Per questo investiamo energie e risorse, dai 30 milioni per la ricerca fortemente voluti dentro il Patto per la Sardegna, sino agli interventi per l’orientamento e per il diritto allo studio. Oggi ci sentiamo incoraggiati su questa strada e spinti a fare sempre di più e meglio. L’obiettivo, come spesso ripetuto, è di dare alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, qui in Sardegna, opportunità di studi universitari di alto livello, che garantiscano loro di affrontare il futuro con strumenti adeguati e di alta qualità». 

«Il grande risultato ottenuto dall’Ateneo isolano è per noi la certificazione ed anche la gratificazione per il grande lavoro sistemico svolto in questi anni su tutta la filiera dell’istruzione: dallo zero-sei anni, passando per gli istituti intermedi, i tecnici, le scuole superiori, sino all’Università e alla ricerca che sono i livelli più alti della preparazione che si possano raggiungere – ha detto l’assessore Giuseppe Dessena -. Le politiche mirate di questa Giunta sono dunque premiate da questi risultati: abbiamo i contributi per la mobilità studentesca (2,8 milioni), perché gli studenti possano confrontarsi con altre realtà e riportare le loro competenze in Sardegna, il rimborso per il fitto casa (3,5 milioni), un incremento sulle borse di studio che passano dai 3 milioni ai 13 di milioni di quest’anno, e gli 11 milioni di euro sulle borse di dottorato. Questi e molti altri interventi hanno permesso un positivo processo di accreditamento che continueremo a sostenere perché è solo così che si possono offrire istituti della cultura di qualità e si può frenare la dispersione nel percorso di studi.»

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Il percorso di ascolto delle diverse voci rilevanti sulla legge di Governo del territorio prenderà l’avvio venerdì 27 aprile, alle 10.15, all’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari. Saranno presenti il presidente, Francesco Pigliaru, e l’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu. Sono stati invitati a partecipare tutti i sindaci della Sardegna, i consiglieri regionali, le Associazioni ambientaliste e imprenditoriali, le Organizzazioni sindacali, gli Ordini professionali e i due Atenei. Tale percorso ha l’obiettivo di arricchire il processo decisionale del Consiglio regionale. Un obiettivo che potrà dirsi tanto più raggiunto quanto migliore sarà la collaborazione che nascerà fra i partecipanti ai diversi laboratori territoriali programmati. Ciascuno di essi costituisce uno spazio di dialettica democratica assistita tecnicamente dalla Regione, i cui risultati verranno “consegnati” alla Commissione consiliare competente, che ha avviato i suoi lavori sul disegno di legge di Governo del territorio. Ai laboratori territoriali verrà affiancato uno spazio di informazione e discussione web attraverso la piattaforma Sardegna Partecipa.
Questo il calendario completo degli incontri territoriali:
27 aprile 2018: Cagliari, ex Manifattura Tabacchi;
7 maggio 2018: Gallura;
11 maggio 2018: Sulcis Iglesiente;
14 maggio 2018: Oristanese-Medio Campidano;
21 maggio 2018: Nuorese-Ogliastra;
25 maggio 2018: Sassarese.

Sedi e orari degli incontri – escluso quello di Cagliari – sono in corso di definizione.

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L'Aula magna durante il simposio di questa mattina

E’ stata trasmessa all’Ateneo di Cagliari, nei giorni scorsi, la relazione della Commissione di esperti incaricata dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) di sottoporre a valutazione l’Università degli Studi di Cagliari. Già dal 2016 l’Ateneo si era volontariamente candidato per il processo di accreditamento periodico istituito in Italia per autorizzare gli Atenei ad attivare sedi e corsi di studio (Accreditamento iniziale) ed a confermare e valutare i requisiti di qualità, di efficienza e di efficacia delle attività svolte (Accreditamento periodico), per rendere confrontabili i percorsi universitari a livello nazionale e internazionale e di conferire fiducia a tutte le parti interessate, famiglie, aziende, investitori.

L’esame degli esperti inviati dall’ANVUR è stato particolarmente approfondito: dopo una valutazione documentale a distanza, la Commissione è stata in Ateneo nello scorso mese di ottobre e ha analizzato non solo UniCa nel suo complesso, ma anche un campione statisticamente rappresentativo di corsi di laurea e dipartimenti.

Ora si attende l’ufficializzazione del risultato da parte dell’ANVUR, ma si può dire con assoluta certezza che il giudizio ottenuto è “pienamente soddisfacente” (il giudizio più elevato finora tra quelli assegnati), e colloca l’Università di Cagliari alle prime posizioni tra gli Atenei (una trentina, su 96) che sono stati finora sottoposti a valutazione.

«E’ un grande successo di squadra – ha detto il Rettore, Maria Del Zompo, conversando con i giornalisti -. Non soltanto di chi vive e opera all’interno dell’Ateneo, con gli studenti, il personale, i docenti e i ricercatori, ma anche del territorio: penso ai rapporti con le imprese, ai Comitati di indirizzo, alle istituzioni. Tutti hanno partecipato a questo percorso di crescita che premia la qualità della didattica, della ricerca, dei servizi agli studenti e delle strutture. E’ il punto di partenza di una strada sulla quale, tutti insieme, vogliamo continuare a camminare.»

«È stato riconosciuto il lavoro che si sta facendo nella sua oggettività – ha aggiunto Maria Del Zompo -. Il nostro è un bellissimo Ateneo, che può certamente migliorare, ma che offre ottimi servizi.»

Di “una certificazione importante della nostra organizzazione in qualità e per qualità” ha parlato il Direttore generale Aldo Urru, «che premia uno sforzo pesante fatto in un contesto di contrazione pesantissima di risorse finanziarie e umane».

Elio Usai, coordinatore del Presidio di Qualità, ha sottolineato che «l’Ateneo è pronto a continuare sulla strada intrapresa. Molto contenti della certificazione ottenuta, che attesa anche l’ottimo livello di tanti nostri docenti», mentre il Prorettore vicario, Francesco Mola, ha rimarcato la complessità della procedura, cominciata con una valutazione documentale, prima ancora della visita in loco. Poco dopo, il presidente della Regione Francesco Pigliaru – conversando con l’ANSA – ha espresso la soddisfazione della Giunta per il risultato centrato dall’Ateneo.

La CEV ha valutato molto positivamente (ha espresso un giudizio nel complesso pienamente soddisfacente di livello B in una scala da A a E – dove E equivale al non accreditamento, cioè alla soppressione della Sede) la capacità dell’Università di Cagliari di definire le proprie politiche e strategie per la didattica, la ricerca e le connessioni col territorio e col sistema produttivo, la capacità di coinvolgere i portatori di interesse nella vita dell’Ateneo, il ruolo attivo della Rappresentanza Studentesca negli Organi di Governo e la leadership coinvolgente.

Ancora, ha apprezzato il senso di appartenenza alla Comunità sentito da tutte le categorie di attori consultate, la centralità del ruolo degli studenti e delle loro esigenze e soprattutto la volontà di miglioramento. Gli esperti valutatori hanno apprezzato il modello adottato dall’Ateneo per realizzare il miglioramento continuo, ritenuto in grado di affrontare efficacemente le continue sfide e le novità dell’alta formazione e della ricerca.

Il Rettore, il Prorettore Mola, il coordinatore del Presidio per la Qualità Elio Usai
Il Rettore, il Prorettore Mola, il coordinatore del Presidio per la Qualità Elio Usai

La Commissione ha espresso opinioni particolarmente positive sul reclutamento e sulla qualificazione del corpo docente e ha anche giudicato come “prassi meritoria” l’attività predisposta dall’Ateneo a favore della crescita delle competenze didattiche dei docenti attraverso i progetti “Laboratorio Didattico Calaritano” e DISCENTIA.

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Questa mattina, nella sala Emilio Lussu di Villa Devoto, il presidente della Regione Francesco Pigliaru con gli assessori della Programmazione Raffaele Paci e degli Enti locali Cristiano Erriu, ha firmato con il presidente dell’Anci Emiliano Deiana, i rappresentanti di Aiccre e Asel Carla Medau ed Antonello Atzeni e con il Cal, l’accordo quadro che dà il via a tutta la procedura per i cantieri di LavoRas, la parte che muove 45 dei 128 milioni complessivi messi in campo con il piano per il lavoro voluto dalla Giunta e approvato dal Consiglio attraverso la Finanziaria. Nelle prossime ore Insar pubblicherà l’avviso: i Comuni possono immediatamente presentare il progetto che sarà valutato da Insar. Una volta approvato, verrà fatta la selezione dei disoccupati dalle liste comunali e a quel punto si potrà materialmente aprire il cantiere. Una procedura che, per obblighi di legge, ha delle scadenze in ogni sua fase fissate fra i 30 e i 45 giorni, ma che può essere chiusa nel giro di pochissimi giorni se le domande saranno presentate tempestivamente dai Comuni. Attraverso i cantieri, i Sardi occupati saranno circa 3.500. I rappresentanti degli Enti Locali hanno espresso forte apprezzamento per LavoRas, sottolineando la correttezza dell’impostazione e la condivisione del percorso, che dà fiducia e risponde alle aspettativa dei Comuni.
«LavoRas è la nostra risposta a una ripresa che è ancora troppo lenta, e questo vale non solo per la Sardegna ma per tutto il Paese, soprattutto al sud. Quando il mercato non sostiene con sufficiente vigore la creazione di lavoro, la ricetta è quella che ci ha insegnato Keynes: il lavoro va creato anche con l’intervento pubblico – ha dichiarato il presidente Francesco Pigliaru -. I cantieri di lavoro previsti e finanziati da LavoRas sono esattamente questo: la creazione di nuova occupazione subito su progetti mirati, che dunque avranno effetti permanenti con la realizzazione di servizi di cui le comunità avevano bisogno e che saranno un vantaggio per tutti. Grazie all’impegno di molti e con l’essenziale protagonismo dei Comuni, il percorso sta andando avanti in fretta ed efficacemente: la firma di oggi, che definisce i dettagli, dimostra che insieme si è lavorato bene, ed è un ottimo esempio di collaborazione tra Istituzioni che hanno come unico obiettivo aiutare chi ha sofferto e sta soffrendo di più la crisi.»
«Il percorso di LavoRas è stato fortemente condiviso con le parti sociali, economiche e istituzionali oltre che con il Consiglio regionale», ha ricordato Raffaele Paci. «Abbiamo fatto decine di incontri per raggiungere il miglior risultato possibile, accogliendo suggerimenti e integrazioni, perché ognuna delle parti ha portato il suo importante contributo. Abbiamo corso molto, lavorato su questo Piano ogni singolo giorno e ora bisogna continuare a correre per capitalizzare al massimo tutti gli sforzi che sono stati fatti: puntiamo su procedure snelle e rapide, e siamo sicuri che anche i Comuni saranno pronti, perché c’è grande voglia di ripartire e far ripartire la nostra regione. LavoRas è una risposta seria e concreta all’emergenza lavoro in Sardegna – conclude Raffaele Paci -. E, insieme ai 45milioni del Reis e alle politiche di programmazione territoriale, è una occasione straordinaria per uscire definitivamente dalla crisi.»
I 45 milioni destinati ai cantieri di LavoRas sono di provenienza Fsc e Fse. Un primo anticipo, pari al 30% dell’importo complessivo, sarà erogato dalla Regione al momento della firma della convenzione di approvazione del progetto fra Comune interessato, Aspal e Insar. Una seconda quota, il 50%, verrà stanziata all’apertura di cantieri (dunque al momento dell’assunzione dei disoccupati), il restante 20% a saldo dopo la rendicontazione finale. Sei le tipologie di cantieri previste: ambiente, compresi i litorali e le aree umide, e dissesto idrogeologico; beni culturali e archeologici; edilizia; reti idriche; valorizzazione attrattori culturali; patrimonio pubblico ed efficientamento delle procedure comunali.
«Questo programma straordinario – sottolinea l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu – riattiva i cantieri comunali per l’occupazione. I Comuni sardi sono abituati da tempo a dare risposte ai tanti fabbisogni e alle richieste di lavoro dei cittadini. Da oggi sarà possibile farlo anche attraverso i cantieri innovativi inseriti nel Catalogo, che rispondono a una domanda di occupazione e consentono ai Comuni stessi di risolvere alcune criticità amministrative: digitalizzazione di documenti, gestione degli archivi, attività legate all’archeologia e alla sistemazione del territorio. Sarà possibile sviluppare la micro-imprenditorialità locale e, in una certa misura, contenere lo spopolamento delle zone interne. I progetti potranno essere presentati anche in forma partecipata, all’interno di una o più Unioni di Comuni oppure in una porzione di un singolo territorio.»
Con LavoRas, che oltre ai cantieri contiene la parte dei bonus occupazionali, la Giunta conta di ridurre il tasso di disoccupazione di circa un punto percentuale, a condizioni stabili, e di dare lavoro complessivamente a oltre diecimila persone. Oltre ai 128 milioni per il 2018, il Piano stanzia 70 milioni ciascuno per il 2019 e il 2020, soldi e politiche che faranno aumentare ulteriormente il numero degli occupati. 

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Resta la ferma l’opposizione di WWF Sardegna e Italia Nostra Sardegna al progetto di rilancio produttivo dello stabilimento Eurallumina di Portovesme anche dopo la rinuncia da parte della Rusal alla realizzazione di una nuova centrale a carbone a Portovesme.

«La notizia è apparentemente positiva per i cittadini, per l’ambiente e per l’intero territorio del Sulcis – scrivono in una nota il delegato del WWF Sardegna Carmelo Spada ed il presidente di Italia Nostra Sardegna Graziano Bullegas -. Italia Nostra, WWF e le altre associazioni ambientaliste hanno da sempre mosso forti critiche in merito alla sostenibilità di realizzare un nuovo impianto termoelettrico a combustibile fossile per le negative ricadute ambientali che avrebbe comportato e perché in contrasto con le convenzioni internazionali – in perfetta antitesi con i contenuti della Road Map 2050, per quanto attiene decarbonizzazione, riduzione delle emissioni di CO2, inquinamento ambientale – e con la normativa paesaggistica.

La scelta di utilizzare l’energia prodotta da un’altra centrale a carbone non risolve comunque le tante criticità di natura sanitaria, ambientale e paesaggistica che la riapertura della raffineria di bauxite di Portovesme comporterebbe. Infatti, si tratta di un impianto fortemente energivoro che utilizzerà l’energia prodotta da combustibili fossili e non rinnovabili.»

Italia Nostra e WWF ricordano inoltre che resta irrisolta la questione del bacino dei fanghi rossi.

«Per poter riprendere l’attività la Rusal deve allargare il bacino di 19 ettari e sollevarlo di ulteriori 10 mt (fino a 46 metri di altezza) per accogliere 1,5 milioni di tonnellate annue di “fanghi rossi” per circa venti anni – aggiungono Carmelo Spada e Graziano Bullegas -. Questo bacino è attualmente interessato da una vicenda giudiziaria perché ha determinato un grave inquinamento della falda acquifera sottostante, con valori oltre la norma di alluminio, arsenico, cloruri, solfati, solfiti, ferro, cadmio, manganese, rame, mercurio, piombo, cromo, idrocarburi e composti organici tensioattivi.»

«La riapertura della raffineria di bauxite – che contribuirà a stravolgere il già compromesso ambiente del Sulcis: il SIN tra i più inquinati d’Italia – rappresenta il classico accanimento terapeutico di cui parlava nel non lontano agosto del 2012 l’economista prof. Pigliaru, oggi governatore della Sardegna: Il fatto è che di fronte a emergenze di occupazione e di reddito, l’istinto italiano, sbagliato, è di esercitare un vero e proprio accanimento terapeutico a favore dell’impresa in crisi, anche quando le prospettive di mercato sono improbabili o nulle. Sono interventi che bruciano risorse pubbliche preziose e, creando false aspettative, consumano futuro. Quasi sempre sarebbe più saggio lasciare le imprese al loro destino e occuparsi invece dei lavoratori, sostenendo il loro reddito e accompagnandoli con servizi di qualità (orientamento e formazione, in primo luogo) verso una nuova occupazione”. Parole tutt’ora attuali – concludono Carmelo Spada e Graziano Bullegas – da noi pienamente condivise.»

Graziano Bullegas (Presidente Italia Nostra Sardegna).

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Nuovo vertice su Sider Alloys Italia Spa (Alcoa), il 2 maggio al Mise, si parlerà di piano industriale e nuovo assetto societario, partecipazione finanziaria e piano di lavoro per la riattivazione degli impianti. Il responsabile dell’Unità che gestisce le crisi aziendali presso il Mise, Giampietro Castano, ha convocato per le 11.00, nel salone Arazzi del Mise, in via Molise 2, a Roma, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru; l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri; il presidente ed il responsabile HR della Sider Alloys Italia Spa, Giuseppe Mannina e Gaetano Libia; il presidente del coordinamento del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi; le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali FIM-CISL, FIOM-CGIL, UILM-UIL, UGL Metalmeccanici e CGIL-CISL-UIL-UGL.

Si tratta di una tappa fondamentale, la più attesa dai lavoratori e dalle loro rappresentanze sindacali, per conoscere soprattutto il piano industriale della Sider Alloys e per parlare dell’organico con il quale procedere alla riattivazione degli impianti, fermi ormai da diversi anni.

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«Siamo molto soddisfatti, è stato un anno complicato perché la sentenza della Corte Costituzionale ci ha obbligati a rivedere alcune impostazioni del Bilancio, anche se puramente formali. Ma è stato anche un anno in cui abbiamo ottenuto risultati importanti, soprattutto in termini di risanamento dei conti con una forte riduzione del debito, certezza delle entrate, tempi più rapidi nei pagamenti, forte riduzione dell’abbandono scolastico, impegno sulle politiche sociali come nessun altra regione italiana, certificazione di tutti i fondi europei della programmazione 2007-2013. Continueremo su questa strada, per garantire solidità e trasparenza dei conti a tutela delle casse della Regione e di tutti i cittadini.» L’ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru dopo la parifica del Bilancio 2016 della Regione da parte della Corte dei Conti.

Secondo l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, uno dei risultati più importanti raggiunti nel rendiconto 2016 è stato sicuramente la forte riduzione del debito attraverso l’abbattimento di residui passivi e perenzioni. Proprio la riduzione del debito pubblico è stata indicata ieri come priorità assoluta per le pubbliche amministrazioni italiane da parte del Fondo monetario internazionale. «Sull’indebitamento complessivo della Regione abbiamo ottenuto risultati senza precedenti – ha detto Raffaele Paci -. I residui passivi, ovvero le somme da pagare, sono passati da 5 miliardi del 2013 a 3,2 miliardi del 2016; i residui attivi, cioè le somme da incassare, da 4 a 3,7 miliardi. Questo significa che invece di avere un debito occulto di 1 miliardo come nel 2013, la Regione nel 2016 ha registrato un attivo di 500 milioni. Le perenzioni sono calate da 2,3 a 1,3 miliardi. La percentuale fra impegni di spesa e stanziamenti è migliorata passando all’82,1% del 2016 dal 76,7% del 2015. I tempi di pagamento sono molto migliorati e sono inferiori rispetto alla media nazionale. Sono numeri che parlano chiaro – ha sottolineato Raffaele Paci -, frutto di un duro e non facile impegno quotidiano, che oggi la Corte ha riconosciuto con la parifica».

La chiusura del Bilancio 2016 è stato poi reso particolarmente complicato dalle norme del bilancio armonizzato, di non facile lettura, sia nella interpretazione che nella applicazione, e dalle indubbie difficoltà ad affrontare i cambiamenti organizzativi che dall’armonizzato derivano. Va infatti ricordato che, sebbene lo Stato pretenda dalle amministrazioni regionali il bilancio armonizzato, per se stesso non l’ha ancora applicato, continuando a rinviarlo. «La Sardegna sul bilancio armonizzato non ha fatto sperimentazione – ha aggiunto Raffaele Paci -, ci siamo trovati di fronte a norme nuove e complesse, spesso farraginose, e da questo sono dipesi i ritardi, che però stiamo recuperando pienamente».

«La Regione ha speso e rendicontato tutte le risorse della programmazione 2007-2013. E lo ha fatto esattamente nei tempi previsti dalla normativa europea – ha spiegato Raffaele Paci -, senza neanche un giorno di ritardo: la normativa prevedeva che si potesse rendicontare fino a marzo 2017, e noi abbiamo rendicontato tutti i fondi nei tempi previsti. Per quanto riguarda il ciclo 2014-2020, di fatto si è partiti nel 2016, perché prima è necessario definire tutte le non semplici procedure gestionali. Stiamo accelerando sulla spesa dei fondi, siamo in linea con le altre regioni e contiamo di centrare tutti gli obiettivi previsti.»

«Abbiamo certezza delle entrate, che sono aumentate, e abbiamo ottenuto regole chiare con la chiusura delle norme di attuazione – ha ricordato Raffaele Paci -. La Corte nella sua relazione sollecita giustamente la capacità della Regione di ottenere tutte le risorse che ci spettano. E questo è un impegno quotidiano, dei miei uffici e mio personale, grazie anche alla chiusura da parte di questa Giunta della Vertenza Entrate, con le norme di attuazione, dopo oltre dieci anni di attesa. Continueremo a governare la Regione con il massimo dell’impegno: per questo apprezziamo le sollecitazioni che arrivano dalla Corte dei Conti, e sono sicuro che continueremo a ottenere risultati importanti per la Sardegna.»

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pigliaru delegazione cinese

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha ricevuto questo pomeriggio, nella sala Emilio Lussu a Villa Devoto, i rappresentanti della Fondazione cinese WCCO: Irene Pivetti, (AD Only Italia e membro del Direttivo della Fondazione), Chaney Cheng (AD Fondo di Investimento Governativo) e Alberto Farci (segreteria Only Italia e Responsabile progetti di sviluppo), accompagnati dal responsabile tecnico di progetti di sviluppo Bonaventura Meloni e dall’avvocato Giuseppe Luigi Cucca.
I rappresentanti di WCCO hanno illustrato al presidente Pigliaru le attività della Fondazione, che ha cinque sedi in Cina e opera in Italia attraverso Only Italy, che si occupa in particolare di internazionalizzazione.
Nel corso della presentazione è stato sottolineato che il settore di maggiore interesse per WCCO nel dialogo con la Sardegna è quello dell’industria turistica: obiettivo è strutturare un costante flusso turistico dalla Cina mirato a target specifici, interessati ad ambiente, qualità della vita, longevità e agroalimentare d’eccellenza.

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Il Consiglio regionale tornerà a riunirsi sabato 28 aprile, alle 16.00, per le celebrazioni de Sa Die de sa Sardigna.  

La prima parte della seduta sarà dedicata all’esame della proposta di legge per l’adozione come inno ufficiale della Sardegna del brano “Su patriotu sardu a sos feudatarios” (meglio conosciuto come “Procurad’e moderare”) scritto dal nobile magistrato di Ozieri Francesco Ignazio Mannu durante i moti antifeudali del 1794.

Nella seconda parte si parlerà dei 70 anni dello Statuto di Autonomia. Sarà presente, per l’occasione, una folta delegazione della Fasi, la Federazione degli emigrati sardi. Sono previsti gli interventi del presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, della presidente della Fasi Serafina Mascia e dei capigruppo. Chiuderà i lavori il presidente della Regione Francesco Pigliaru.

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione n. 413 (Lotto e più) e l’ordine del giorno Rubiu (Udc) e più, sulla difesa delle produzioni di agnello IGP di Sardegna dalle imitazioni e dall’introduzione sul mercato di agnelli provenienti dall’estero macellati nell’Isola e marchiati IGP di Sardegna. Approvata anche la mozione n. 331 (Cherchi Augusto e più) sulla mancata attuazione delle disposizioni della legge 15 marzo 2010, n. 38, concernente “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato al Consiglio una delibera della Giunta per le elezioni con la quale viene contestata formalmente l’incompatibilità prevista dalla legge ai consiglieri Christian Solinas e Gavino Manca eletti rispettivamente al senato ed alla Camera, che non hanno esercitato il diritto di opzione per la carica prescelta entro 10 giorni. Di conseguenza il Consiglio, chiamato a votare a scrutinio segreto per l’avvio della procedura di contestazione si è espresso favorevolmente con 27 sì, 13 no e 2 astenuti (Fasolino e Tedde di Forza Italia).

Il presidente ha illustrato poi una seconda delibera della Giunta con la quale, dopo le dimissioni di Pietro Pittalis risulta subentrante in base alla documentazione ufficiale Stefano Coinu, che viene proclamato eletto e presta giuramento.

Subito dopo l’Aula ha iniziato la discussione della mozione n. 311, primo firmatario Augusto Cherchi del Pds, sull’introduzione delle cure palliative e della terapia del dolore nel sistema sanitario regionale.

Nel suo intervento, Augusto Cherchi ha ricordato che «fin dal 2015 erano state presentate specifiche istanze al presidente Francesco Pigliaru ed all’assessore Luigi Arru, seguite da una interpellanza nel 2016 e questa mozione nel 2017 mentre Lo Stato ha approvato all’unanimità nel 2010 una ottima legge-quadro presa ad esempio dall’Organizzazione mondiale della Sanità, per porre le basi per l’applicazione diffusa di questa terapia che riguarda 80 milioni di persone nel mondo, costa il 20% della sanità in Europa, 19 miliardi in Italia e 600 milioni in Sardegna». «Ma al di là dei numeri – ha aggiunto Augusto Cherchi – la terapia ha un alto significato sul piano etico e morale, oltre che economico, per la Sardegna che ha poli di eccellenza dove però ci sono liste d’attesa di oltre un anno e problemi di personale: chiediamo perciò l’attuazione della legge 38/2010».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco, vice presidente della commissione Sanità, ha affermato che «il reparto attivo presso il Brotzu non funziona a pieno regime ed ha gravi carenze di organico oltre che liste d’attesa inaccettabili di circa 12 mesi, per cui in un momento così drammatico per la sanità sarda è urgente intervenire sul reparto che va messo in condizioni di funzionare con piena efficienza».

Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Marco Tedde ha definito la situazione di tanti pazienti sardi che soffrono «immorale, anche se non partiamo da zero perché nel 2013 e nel 2014 sono stati adottati importanti atti preliminari istituendo la rete della terapia del dolore; poi però si è fermato tutto e si tratta di una negligenza che dimostra la gestione debole della sanità sarda». La maggioranza, secondo Marco Tedde, «ha imposto una riforma sanitaria piena di lacune imponendo al Consiglio tappe forzate mentre si attende da 6 mesi l’approvazione del Ministero ed anche la vicenda dei diabetici sardi è emblematica perché diversi da tutti gli altri perché non possono utilizzare farmaci e supporti».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Luigi Crisponi, «oltre alla legge su terapia del dolore c’è la 26/14 sull’endometriosi approvata all’unanimità dal Consiglio e mai attuata neanche nella parte che prevedeva specifiche esenzioni per le pazienti, mentre il governo nel 2017 ha adottato i Lea che comprendono queste esenzioni: è su queste cose che l’assessore deve dare risposte».

Antonello Peru, di Forza Italia, che in apertura ha dichiarato di voler aggiungere la sua firma alla mozione, ha sottolineato l’importanza della legge nazionale di riferimento e le risorse in essa contenute, impiegate anche dalla Sardegna per realizzare a suo tempo 3 hospice ma queste strutture, ha segnalato, «sono del tutto insufficienti e quelle attive non funzionano al meglio, dimenticando che le persone hanno diritto di poter vivere in modo dignitoso anche le malattie gravi, una esigenza che va recepita non solo realizzando le strutture ma anche promuovendo l’assistenza domiciliare». «Sui diabetici – ha concluso – è stato fatto un primo passo ma occorre fare di più a partire dalla dotazione degli strumenti di monitoraggio sottocutanei».

Ancora per Forza Italia il capogruppo Alessandra Zedda, cercando di capire le ragioni della mancata attuazione della legge e delle stesse delibere della Giunta, ha sottolineato «l’evidente menomazione del diritto alla salute dei sardi anche perché le liste di attesa di oltre un anno mezzo sono di fatto virtuali perché mancano le strutture in grado di prendere in carico i pazienti». La situazione complessiva, ha continuato, «fa capire che non si crede in questa terapia nonostante la Regione sostenga per intero i costi della sanità con ricorse pari a circa il 60% del proprio bilancio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, che ha definito l’argomento «molto delicato», ha ricordato gli atti compiuti nella legislatura precedente che, nella sostanza, «in molti casi non coincidono e parlano di strutture molto carenti nonostante la disponibilità significativa di risorse». Fra l’altro, ha detto ancora Cocco, «è stato istituito un tavolo tecnico che ha prodotto una relazione che individua precise problematiche nella formazione del personale tanto è vero che sono state stanziate risorse aggiuntive per 480.000 ripartite in 3 master, uno dei quali partito venerdì scorso». Affrontando in generale lo stato della sanità sarda, Pietro Cocco ha auspicato «una discussione seria su riforma sulla nuova rete ospedaliera perché su questo abbiamo scommesso, i problemi che emergono sul campo sono tanti ma ci sono anche molte notizie infondate, insomma serve una operazione-chiarezza».

In qualità di capogruppo, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha detto che «prima di dare giudizi avventanti è bene documentarsi perché non è vero che la Sardegna non ha fatto niente, tanto è vero che la struttura del Brotzu è stata realizzata nei primi 2000 e, siccome non c’erano centri pubblici, molti privati li hanno realizzati col contributo di associazioni». «Ci sono quindi ampie responsabilità di tutti – ha sostenuto ancora Giorgio Oppi – e sotto questo profilo la mozione deve spingerci ad operare concretamente e c’è molto da fare anche per dare attuazione alla riforma della rete ospedaliera, che segna il passo al ministero ma non si può aspettare la fine della legislatura perché questo vuoto paralizza la sanità sarda». «E poi – ha concluso – bisogna dare basta al balletto dei privati che scaricano tutte le responsabilità sulla Regione».

Per la replica l’assessore Luigi Arru ha ringraziato l’on. Cherchi per aver sollevato il problema in aula e ha detto: «La legge è del 2010, non nel 2014. E cosa è accaduto sino a oggi? E cosa non si è fatto dal 2010 al 2014? Cure palliative e terapia del dolore sono materie che si intrecciano ma sono cose diverse. Il problema è creare reti e personale, che deve essere formato adeguatamente. Presto con l’Università attiveremo un master di secondo livello per la terapia del dolore e abbiamo già un’eccellenza, Olbia, che è stata certificata dal Sole 24 ore».

Per l’assessore alla Sanità «grazie a dei colleghi che operano all’Oncologico siamo bravissimi anche con le terapie invasive e non userei il parametro delle liste d’attesa per affrontare questo problema perché spesso i ritardi derivano da responsabilità altrui e dalla nostra decisione di risistemare, con opere urgenti, gli ospedali che ne hanno bisogno. Da quando si è arrivati si è detto che la Sardegna spende troppo per la Sanità: mettiamoci d’accordo su questo. Noi siamo convinti che la nostra proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera sia la più efficace sotto il profilo della governance ed è molto più importante per noi togliere il dolore che lasciare medici in ospedali dove ci sono reparti che lavorano pochissimo. Dobbiamo portare la cultura antalgica fuori da Cagliari e formare medici specialisti nella terapia del dolore».

L’on. Cherchi (Pds) ha replicato: «Questa mozione ha tre anni di gestazione e alla fine del mio intervento rifarò la domanda con la quale ho aperto l’intervento. Non confondiamo i malati di tumore con la terapia del dolore e nemmeno le cure palliative con il dolore. Non abbiamo in Sardegna un solo posto letto per le cure palliative pediatriche eppure sono mediamente trenta ogni anno i pazienti pediatrici che si avviano alla fine della vita. Noi non abbiamo la rete delle terapie del dolore ma non c’è hub senza rete: chiedo all’assessore se intende costituire o no la rete prevista dalla legge 38 del 2010?».

L’on. Marco Tedde (FI) ha chiesto di aggiungere la sua firma alla mozione Cherchi e ha aggiunto rivolto all’assessore Luigi Arru: «Lei è diventato abilissimo a glissare sulle questioni centrali. Con molta eleganza interpreta il suo ruolo, ma senza impegno. Lei non ha mosso un passo per attuare la legge 38 e questi sono i fatti: com’è andata a finire la riorganizzazione della rete ospedaliera, non aggiri le domande e non dia risposte evasive».

L’assessore Arru ha ripreso la parola per dire che intende «applicare la legge 38, con i tempi che avete utilizzato voi, dal 2010 al 2013».

Per l’on. Pietro Cocco (Pd) «il collega Tedde ha sbandato ma stiamo ad ascoltarlo lo stesso».

La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto: «Continuate pure con questo andazzo ma la risposta sarà uguale a quella che avete ottenuto il 4 marzo».

Per il Pds è intervenuto l’on. Roberto Desini, secondo cui «c’è una mozione e a  quella l’assessore Arru è chiamato ad attenersi. Da anni siete chiamati a dare attuazione alla legge 38, è arrivato il momento di recuperare il tempo perduto».

Il sardista Angelo Carta ha ricordato che «l’Aula è d’accordo sulla mozione» e così l’on. Daniele Cocco (Art. 1): «Fare l’assessore a fine mandato non è un regalo per nessuno ma oggi è necessario applicare immediatamente la legge 38. I sardi hanno aspettato abbastanza».

La mozione 331 è stata approvata.

La mozione 413 sulla difesa degli agnelli marchiati IGP Sardegna è stata presentata dall’on. Luigi Lotto (Pd), presidente della commissione Agricoltura. L’oratore ha detto: «Una vicenda di cronaca della scorsa settimana porta alla ribalta sulla stampa ancora una volta il tema della certificazione dei prodotti sardi e della protezione della loro origine mediante un marchio. Sembrerebbe che degli agnelli siano stati importati in Sardegna dalla Romania, macellati in Sardegna e poi esportati di nuovo con il marchio sardo. E’ fondamentale il ruolo del consorzio in questo caso come in tutti i casi di protezione dei prodotti con un marchio nostro. E’ chiaro che servono norme nuove, anche penali, contro la contraffazione: lasciamo alla magistratura il compito di occuparsene, accanto al Parlamento presso il quale giace un disegno di legge. Con chiarezza però viene alla luce del sole un fatto che tutti sospettavamo: il marchio sardo ha un valore enorme se qualcuno si preoccupa di portarli dalla Romania, macellarli e rivenderli come prodotto di Sardegna. Siamo certi che il Consiglio regionale vorrà prendere una posizione chiara e univoca su questa vicenda, che ci porta a stare a fianco al Consorzio di tutela in questo caso e più in generale ai marchi dell’olio, del vino e del settore lattiero caseario. Dobbiamo lavorare per ottenere anche altri marchi di origine, allargando le nostre produzioni e tutelandole nel commercio. Questa vicenda va condannata ma ci deve servire da monito».

Nella discussione è intervenuto l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha ringraziato il collega Lotto per la mozione: «Il problema è grave e va oltre il fatto fine a se stesso: nel 2015 in Italia i reati agroalimentari sono cresciuti del 215 per cento». L’oratore ha annunciato e poi depositato un ordine del giorno che auspica l’intensificazione dei controlli sul fronte della contraffazione e delle frodi agroalimentari. 

Per Art. 1 l’on. Lai ha detto: «Questo tema va discusso anche per un fatto di orgoglio della buona politica. L’anno scorso abbiamo stanziato 15 milioni di euro per il comparto ovino e le nostre buone risposte e pratiche non possono essere messe in discussione da chi fa cose poco serie come queste. Basta con queste contraffazioni, che sono un grande danno per l’economia sarda: abbiamo stanziato altri 20 milioni per la pastorizia e per l’agricoltura sarda, chiediamo che si spendano quelle risorse».

Il Pds ha preso la parola con l’on. Piermario Manca, che ha ringraziato il presidente Gianfranco Ganau per aver portato in Aula con tempestività la mozione: «Noi sapevamo che erano necessarie le stalle di sosta nei porti per controllare il bestiame, l’ho detto tre anni fa. Perché non lo abbiamo fatto? Questo è il vero problema e questo dobbiamo fare se vogliamo arginare il fenomeno e fermare certe truffe alimentari».

La consigliera Daniela Forma (Pd) si è complimentata con l’assessorato dell’Agricoltura ed ha chiesto all’assessore di riferire circa le interlocuzioni ministeriale sulla possibile risoluzione delle problematiche inerenti il declassamento degli ippodromi sardi. Nel merito degli argomenti oggetto della mozione l’esponente della maggioranza ha parlato di “fatti di straordinaria gravità” ed ha ricordato gli sforzi fatti per la valorizzazione dell’agnello sardo Igp. La consigliera ha inoltre evidenziato ruolo e funzione del consorzio di tutela ed ha concluso il suo intervento auspicando un incremento degli stanziamenti in sede di assestamento di bilancio per aumentare il numero di agenti vigilatori.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha lamentato la mancata discussione delle due proposte di legge a suo tempo presentate per l’istituzione di controlli portuali e aeroportuali al fine di meglio tutelare le produzioni agricole sarde e la salubrità dei. Antonio Gaia (Upc-Socialisti) ha fatto riferimento ad un suo precedente intervento in Aula del 2015 per riproporre il divieto al taglio delle orecchie degli agnelli al momento della macellazione. Mantenere la targhetta auricolare fino al momento dell’acquisto del prodotto nelle macellerie – a giudizio del consigliere della maggioranza – è la soluzione semplice e immediata per garantire il consumatore dalle frodi.

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, intervenendo in sede di replica, ha ribadito l’impegno per la tutela dell’agnello sardo e del marchio Igp ed ha confermato la frode scoperta nel periodo dell’ultima Pasqua quando dodicimila agnelli provenienti dalla Romania sono stati macellati e spacciati come agnello sardo Igp nel mercato isolano. L’assessore ha inoltre illustrato per sommi capi un importante progetto sperimentale per la tracciabilità elettronica delle carni ed ha assicurato un incremento delle azioni di vigilanza a tutela dei marchi qualità conquistati dalla Sardegna. Pierluigi Caria ha inoltre ribadito la volontà di procedere nelle iniziative per il riconoscimento di ulteriori marchi per le produzioni tipiche isolane ed ha aggiornato il Consiglio sulla situazione che riguarda Ara e Apa.

In ordine al Vinitaly ha confermato la partecipazione di 97 cantine sarde  ed ha uspicato una sempre maggiore aggregazione tra produttori e aziende.

Sulla questione degli ippodromi, l’assessore ha confermato la firma al ministero delle Politiche agricole del decreto che consentirà lo svolgimento delle gare nell’ippodromo di Chilivani da domenica 22 aprile, nonché una possibile moratoria per scongiurare gli effetti del declassamento degli ippodromi della Sardegna.

Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto, ha confermato la messa in votazione della mozione di cui è primo firmatario e dell’ordine del giorno presentato dal capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, in qualità di primo firmatario L’esponente della maggioranza ha ricordato che sulla questione degli ippodromi è al lavoro la sottocommissione per portare all’attenzione dell’Aula una proposta normativa condivisa per dare una svolta al comparto e garantire un futuro all’ippica in Sardegna. Il consigliere del partito dei Sardi, Piermario Manca, ha ribadito che la migliore soluzione per tutelare i prodotti sardi e scongiurare le frodi alimentari è rappresentata dalla realizzazione delle cosiddette stalle di sosta in prossimità di porti e aeroporti per il controllo degli animali e delle piante.

Daniela Forma (Pd) ha sottolineato procedure, adempimenti e normative statali e europee che dovrebbero tutelare produzioni tipiche e consumatori ed ha auspciato in futuro una maggiore comunicazione tra gli organi ministeriali deputati al controllo.

Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, ha denunciato un atteggiamento punitivo da parte dello Stato nei confronti della sardegna per quanto attiene ilr ecepimentod elle norme europee in materia di tutela delle razze autoctone. A giudizio di Congiu lo schema ministeriale inibisce la Regione, laddove volesse istituire l’ente selezionatore e dunque la Sardgena non potrebbe tutelare il suo patrimonio.

Il consigliere Upc, Antonio Gaia, ha riproposto la conservazione della targhetta auricolare ricordando che prima dell’istituzione del consorzio per la tutela Igp, le orecchie degli agnelli non venivano tagliati in sede di macellazione.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha proposto di portare in discussione la proposta di legge per istituire i controlli nei porti e negli aeroporti e il consigliere del Pd, Mario Tendas, ha dichiarato voto favorevole per la mozione e l’ordine del giorno.

Posta in votazione la mozione Lotto e più che impegna la Giunta a garantire la sicurezza dell’immagine dell’agnello sardo Igp è stata approvata all’unanimità con 41 voti a favore.

La capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha quindi precisato che i contenuti della mozione sul tema presentata a suo tempo dagli ex consiglieri di Forza Italia, Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis, sono stati inseriti nell’ordine del giorno Rubiu e più che dà mandato al presidente della Giunta di adottare ogni utile iniziativa per contrastare la contraffazione alimentare dei prodotti agricoli sardi.

Dopo il parere favorevole espresso dalla giunta l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità con 38 voti favorevoli.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori dell’Aula ed ha convocato il Consiglio per domani, giovedì 19 aprile, alle 10.00.