20 November, 2024
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Dal triennio 2012-2014 al 2015-2017 il numero dei focolai di Peste suina africana (PSA) nei maiali domestici si è ridotto del 75%, mentre la presenza della malattia nei cinghiali ha avuto un calo di circa il 64%. Se invece si dovesse fare il paragone con gli ultimi 8 mesi (agosto 2017 – marzo 2018), la riduzione dei focolai nel domestico raggiunge il 90%. Sono i dati che emergono dagli studi elaborati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS), e presentati questa mattina a Cagliari, nel corso di una conferenza stampa, che dimostrano come le azioni di contrasto, promosse in questi ultimi anni dalla Giunta Pigliaru attraverso l’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna, abbiano raggiunto risultati molto incoraggianti. È opinione condivisa fra i veterinari dell’IZS che «l’eradicazione della PSA dalla Sardegna non è mai stata così vicina. Per questo, bisogna continuare a fare quello che si sta già facendo, con il massimo impegno e determinazione». 
Il report sull’andamento della malattia sull’Isola sarà illustrato dagli studiosi sardi, con maggiore dettaglio scientifico, nell’ambito della quattro giorni di lavori internazionali, iniziati oggi a Cagliari e in chiusura il prossimo 14 aprile, dove i maggiori esperti mondiali di PSA si incontreranno per il quarto seminario GARA (Global African Swine Fever Research Alliance).
Alla conferenza stampa di questa mattina, tenuta nell’hotel Regina Margherita, dove si svolge il GARA, hanno partecipato il presidente Francesco Pigliaru, il responsabile dell’UdP, Alessandro De Martini, il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada, il coordinatore ATS Area veterinaria, Franco Sgarangella, il consulente dell’UdP e docente all’Università di Madrid, José Manuel Sánchez-Vizcaíno, Marco Pittau (docente di malattie infettive dell’Università di Sassari) e, in rappresentanza del ministero della Salute, il direttore generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari, Pier Davide Lecchini.
«La Sardegna non è mai stata così vicina a eradicare la Peste suina – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -: oggi, nel confronto tra gli esperti internazionali, è emerso chiaramente che, dopo 40 anni, questa partita sta finalmente andando a chiudersi. Se negli ultimi decenni nessuno ha avuto il coraggio di combattere la PSA, noi invece, insieme a un pezzo importante della Sardegna, lo stiamo facendo e siamo vicinissimi al risultato. Questo è il momento di dare la spinta finale per liberarci da una malattia che impedisce a un settore, dalle potenzialità straordinarie, di svilupparsi creando lavoro e sviluppo nelle zone che ne hanno particolarmente bisogno. È vero – ha aggiunto il presidente Pigliaru -, c’è ancora il pascolo brado, ma molto meno rispetto al passato perché tutti hanno capito che c’è una determinazione assoluta, non soltanto della Regione, ma ormai di gran parte della popolazione. C’è la consapevolezza che bisogna liberarsi da questa piaga perché alla fine farà bene a tutti, anche a chi oggi non ha ancora capito e continua a stare nell’illegalità. Se da un lato continueremo con gli abbattimenti dall’altro stiamo costruendo autostrade per chi si vuole mettere in regola garantendo loro sostegno economico e assistenza tecnica e creando tutte le migliori condizioni perché si porti avanti una produzione virtuosa.» Francesco Pigliaru ha poi ricordato quanto accaduto nella Penisola Iberica: «La regione spagnola dell’Estremadura ha avuto come noi la PSA per 40anni: le campagne erano abbandonate, in una situazione disastrosa. Quando se ne sono liberati, la produzione, il lavoro e lo sviluppo sono stati straordinari con oltre 400milioni di euro di fatturato per una territorio molto piccolo. Questa è la nostra prospettiva. È a portata di mano e ci arriveremo insieme». 
Il presidente Pigliaru ha quindi ringraziato tutta la squadra, di donne e uomini, che compongono l’UdP per i risultati raggiunti in questa battaglia giusta per la Sardegna.
«I dati oggi in nostro possesso ci dicono che stiamo intaccando il nucleo vero della malattia – ha precisato il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada -. Gli abbattimenti hanno anche avuto un ruolo di persuasione verso chi operava nell’illegalità dove molti soggetti hanno deciso di mettersi in regola.» 
«I depopolamenti si sono comunque mossi con una azione costante di dialogo e collaborazione con gli allevatori e i cacciatori. In questo momento – ha proseguito Alberto Laddomada – la Sardegna è impegnata a riconquistare la credibilità internazionale persa con 40 anni di fallimenti e illegalità diffusa. Dimostrare oggi che siamo diventati dei soggetti affidabili non è un percorso facile, ma sia il presidente Pigliaru e sia il ministro Beatrice Lorenzin sostengono questa azione di recupero della fiducia soprattutto nei confronti di Bruxelles.»
Alessandro De Martini ha ricordato le fasi istitutive dell’UdP e la linea di dialogo sempre aperta nei confronti dei territori e degli amministratori: dal coinvolgimento dei sindaci ai 6mila cacciatori formati nei corsi di Laore Sardegna passando per la straordinaria collaborazione con allevatori, cacciatori e tutte le diverse componenti dell’Unità di Progetto.
«I circa 300 veterinari che operano in tutta la Regione – ha spiegato Franco Sgarangella -, garantiscono la Salute animale da un lato e la sicurezza alimentare della filiera dall’altro con controlli effettuati nelle circa 15mila aziende suinicole sarde.»
«Oggi – ha affermato lo studioso spagnolo José Manuel Sánchez-Vizcaíno – sono molto contento perché è un grande giorno per un ricercatore che per anni ha cercato di eradicare una malattia. La squadra veterinaria della Sardegna ha dimostrato di essere una Ferrari, riconquistando con i risultati una credibilità europea e internazionale non facile, soprattutto dopo 40 anni in cui la malattia ha creato gravi danni all’apparato economico.»
Nel periodo 2012-2014 si erano verificati 223 focolai, con una media di oltre 74 per anno e circa 6 al mese; nel triennio successivo, 2015-2017, ci sono stati invece 56 focolai con una media di 19 per anno e di circa 1,5 al mese. Il calo dei focolai è stato ancora più accentuato ed eclatante negli ultimi otto mesi (agosto 2017 – marzo 2018) dove si sono verificati solo 3 focolai in 3 Comuni, a fronte dei 13 focolai in 9 Comuni riscontrati fra agosto 2016 e marzo 2017.
Per quanto riguarda i due focolai di Aritzo (gennaio 2018) e Fonni (febbraio 2018), i controlli nelle zone di protezione e sorveglianza, così come previsti dalle norme, sono ormai pressoché ultimati e finora non è stato trovato alcun riscontro di PSA negli allevamenti registrati. In queste zone di protezione e sorveglianza ricadono territori di numerosi Comuni già categorizzati come ad alto ed altissimo rischio per PSA ed è confortante avere conferma che la situazione sia ragionevolmente sotto controllo.
La situazione nel cinghiale è in chiaro miglioramento, come indicato dal trend di sieroprevalenza nell’attuale zone infetta (circa 10mila kmq su un totale di 24mila Kmq dell’intera Isola). A partire dalla stagione venatoria 2012/2103 fino alla stagione 2017/2018, i valori sono stati i seguenti: 10,44%, 7,84, 7,37, 6,76, 4,70, e infine 3,80% in quest’ultima campagna di caccia. Tali dati registrano un calo progressivo della sieroprevalenza (indicatore importantissimo della avvenuta circolazione virale tra i cinghiali nei mesi/anni precedenti alla caccia). I numeri elaborati dall’IZS sono frutto dei test effettuati sui campioni prelevati dai cacciatori nei cinghiali abbattuti. L’affidabilità di questi dati è andata consolidandosi grazie a una crescente collaborazione con il mondo venatorio che in questi anni ha visto aumentare i campioni sottoposti a controllo da circa 3200 a oltre 5200 (+62%) a stagione.
Il quadro inequivocabile emerso dalla situazione nei cinghiali conferma quanto gli studiosi dell’UdP vanno sostenendo da tempo: «In linea generale, a un miglioramento della situazione nei domestici corrisponde o fa seguito anche un miglioramento nel selvatico». 
I maiali allo stato brado. A fronte di una popolazione, stimata a inizio dicembre 2017, di circa 3-5mila capi bradi presenti fra Nuorese e Ogliastra, negli ultimi quattro mesi sono stati abbattuti circa 1700 animali al pascolo non confinato illegale. I comuni dove si è intervenuti sono: Arzana, Baunei, Desulo, Nuoro, Orgosolo, Talana, Urzulei e Villagrande Strisaili.
I controlli sierologici e virologici indicano che la PSA era perfettamente endemica nei territori di Orgosolo, mentre altrove la situazione era più variegata suggerendo, certamente, l’altissimo rischio di questa pratica di allevamento, ma non necessariamente la sua endemicità in ognuno dei gruppi di maiali e territori in cui gli abbattimenti sono stati effettuati. L’endemicità della PSA ad Orgosolo è presumibilmente dovuta all’alto numero e alla densità dei capi bradi tenuti in quel territorio comunale e alla conseguente elevata probabilità di contatti tra i diversi branchi di maiali, che assicuravano una continua circolazione del virus. Nella sola Orgosolo, fra dicembre 2017 e marzo 2018, sono stati abbattuti 907 capi. In contemporanea e per evitare le azioni di depopolamento, molti detentori di maiali illegali, in tutti gli otto Comuni interessati dagli abbattimenti, hanno macellato clandestinamente i loro animali immettendoli nel mercato abusivo. L’avvistamento dei suini bradi è ora molto più sporadico, rendendo di conseguenza meno facile la stima dei capi rimasti che, a oggi, si ipotizza si siano ridotti a non più del 10-20% rispetto a inizio dicembre 2017. In ogni caso, è sicuro che il numero e la densità sono molto inferiori rispetto al passato e già questo depone a favore di un diminuito rischio di circolazione virale.
La tendenza, chiaramente positiva, degli ultimi tre anni e quella, ancor più marcata, degli ultimi mesi, indica complessivamente una rarefazione della circolazione virale sia negli allevamenti registrati che nel cinghiale e lascia ben sperare sulla possibilità di eradicazione definitiva della malattia dalla Sardegna anche a seguito del forte e ulteriore impatto positivo che ci si attende come conseguenza al contrasto del pascolo brado, che deve continuare.
A determinare il trend positivo dei dati sull’arretramento della PSA, oltre al contrasto del brado, hanno contribuito indubbiamente le attività di controllo sugli allevamenti e sulla caccia, sia in termini quantitativi che qualitativi. Il miglioramento della situazione epidemiologica complessiva è infatti correlato a un miglioramento dell’attuazione delle attività da parte dei servizi veterinari (potenziati a giugno 2017 con il Gruppo di Intervento Veterinario e ora coordinati centralmente dall’Azienda Tutela della Salute, che ha competenza sull’intero territorio regionale) e dei cacciatori rispetto alle norme e al programma di eradicazione.
Altro elemento che ha contribuito notevolmente a ridurre la presenza della PSA riguarda la formazione e l’informazione di allevatori e cacciatori, promossa nei territori dall’UdP, sulle buone pratiche dell’allevamento regolare e sui numerosi vantaggi economici e occupazionali che, soprattutto nelle zone interne della Sardegna, si potrebbero avere una volta sconfitta la malattia.
In ultimo, un fattore esterno che potrebbe aver contribuito ai risultati illustrati oggi è quello legato alla lunga e calda stagione estiva del 2017, che avrebbe favorito l’inattivazione del virus nel ambiente, con il conseguente minor rischio di focolai nei domestici. La siccità e la mancanza quindi di cibo per molti mesi hanno causato una diminuzione della densità dei cinghiali, specie più giovani. L’inattivazione del virus nell’ambiente e la diminuzione della densità dei capi selvatici hanno probabilmente reso più difficile la circolazione del virus tra i cinghiali ed i maiali.

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«E’ stato un incontro molto utile che darà ulteriore impulso all’attività dei tavoli tecnici da tempo al lavoro sui problemi di Ottana e complessivamente della Sardegna centrale, problemi che tutto il Consiglio continuerà a seguire col massimo impegno.»

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau al termine dell’incontro dei capigruppo con una delegazione di amministratori del territorio di Ottana, al quale hanno partecipato il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, e l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras.

Nelle sue conclusioni, il presidente Francesco Pigliaru ha sottolineato che la scelta del governo regionale è stata quella di affrontare la crisi dell’area di Ottana puntando su «scommesse condivise con i territori, che sono più forti anche se a volte richiedono più tempo. I principali pilastri della nostra azione – ha proseguito – sono sviluppo dal basso, contrasto al disagio delle persone con gli interventi di sostegno del Rei nazionale e del Reis regionale, i nuovi strumenti del piano Lavoras a cominciare dai bonus occupazionali».

«Sul Nuorese abbiamo investito molte risorse – ha concluso il presidente della Regione – e riteniamo che l’area di Ottana, per il suo passato industriale che ancora esiste in qualche forma, abbia potenzialità da sfruttare e possa essere attrattiva per gli investitori, una soluzione che stiamo esplorando con Invitalia; anche quella di Alcoa sembrava una strada senza uscita eppure le cose sono cambiate».

L’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras ha invece fatto il punto sull’istanza di riconoscimento del sito di Ottana come area di crisi complessa, che la Regione sottopose al Governo dopo una nozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nel maggio dell’anno scorso. «Da allora – ha ricordato – abbiamo costruito un percorso di re-industralizzazione assieme alle amministrazioni locali, i sindacati e le organizzazioni datoriali che punta sulle infrastrutture materiali ed immateriali (la formazione) e lo sviluppo di alcune filiere come gomma, ambiente ed energia».

Ad esporre i gravi problemi di Ottana e del territorio il sindaco del centro del Nuorese Franco Saba, quello di Mamoiada Luciano Barone, il commissario straordinario della provincia di Nuoro Costantino Tidu ed il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana.

Franco Saba, in particolare, ha ricordato che alla base della scelta industriale della Sardegna centrale, trenta anni fa, c’era l’esigenza di combattere criminalità ed arretratezza ma oggi «c’è per molti aspetti lo stesso malessere di allora e dobbiamo disinnescarlo partendo dai giovani e da tanti disoccupati di 40 anni che non hanno più prospettive».

A nome dell’Anci, Emiliano Deiana ha sollecitato per il Nuorese una grande alleanza istituzionale, sul modello di quella messa in campo per il Sulcis, che sia in grado di attrarre investimenti e sviluppare formazione di qualità «senza lasciare nessun lavoratore da solo, a cominciare dagli ex Legler».

Aprendo la serie degli interventi dei capigruppo Pietro Cocco (Pd) ha valutato positivamente la concretezza del confronto su temi strategici per il Nuorese come il riconoscimento di area di crisi complessa accompagnato da un piano di riqualificazione. Assicurando che i capi gruppo lavoreranno per tenere alta l’attenzione della politica.

Daniele Cocco, di Art. 1 – Mdp, ha affermato che sulla vicenda di Ottana “andremo in fondo in fondo per ottenere risposte compiute anche da alcuni soggetti imprenditoriali che, usufruendo di fondi pubblici, devono mettere da parte certe rigidità.”

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha sostenuto che «lo sviluppo delle zone interne non passa solo per l’industrializzazione ma soprattutto per una programmazione inclusiva che comprenda tutti i territori della Sardegna».

Da Forza Italia, attraverso il vice capogruppo Alessandra Zedda, è arrivato un appello a concentrare l’attenzione su iniziative realizzabili come l’allargamento dell’accesso a Lavoras per i disoccupati del Nuorese e la formazione.

Per il Pds Gianfranco Congiu ha definito Ottana il simbolo della crisi profonda della Sardegna scandita da sprechi e promesse mancate, una crisi che va affrontata prima mettendo in sicurezza il tessuto sociale e poi accompagnando il territorio verso una prospettiva nuova.

Secondo il sardista Angelo Carta al passato di occasioni mancate che hanno rappresentato il fallimento dell’industria e della politica bisogna contrapporre un futuro di soluzioni pratiche e semplici a cominciare dal collegamento coste-interno.

Pier Franco Zanchetta (Cps), infine, ha messo l’accento sul riconoscimento di Ottana come area di crisi complessa, che a suo avviso costituisce un passaggio indispensabile per il rilancio della zona. Per l’immediato ha suggerito l’adozione di misure straordinarie, alcune delle quali sono all’interno del “pacchetto Lavoras”.

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu denuncia, in una nota, il cedimento del sottotetto del corridoio incastonato nel Laboratorio analisi e microbiologia dell’ospedale Santa Barbara di Iglesias, reparto interdetto alle attività, con disagi che si sono registrati sin da stamattina nel presidio sanitario.

«Solo per miracolo si è evitata una tragedia, perché il crollo è avvenuto nel corso delle ore notturne – denuncia Gianluigi Rubiu – in assenza del personale. Con un depotenziamento già da tempo nei progetti dell’Azienda sanitaria. Auspichiamo un intervento immediato per il restyling del caseggiato e la messa in sicurezza della struttura, scongiurando il trasloco a Carbonia.»

Calcinacci e laterizi in frantumi intanto si sono spezzati all’interno della corsia che conduce al laboratorio: «E’ un fatto assolutamente da non sottovalutare. L’episodio – conclude Gianluigi Rubiu, che ha annunciato di voler sollecitare il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Luigi Arru per chiedere opportune verifiche in merito ai problemi strutturali degli ospedali del Sulcis Iglesiente -, pone dubbi sulla gestione degli edifici sanitari del territorio».

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«Oggi al tavolo convocato dal ministro Carlo Calenda è stata confermata e consolidata una prospettiva molto positiva, frutto di un lavoro lungo e complesso che abbiamo condiviso fin dal primo giorno.»
Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, ieri pomeriggio al Mise, al termine dell’incontro con il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e le organizzazioni sindacali ex Alcoa.
«La proposta di far entrare Invitalia nel capitale di quella che sarà la nuova azienda, la Sider Alloys Italia, è un elemento di garanzia che giudichiamo positivamente – ha aggiunto il presidente Francesco Pigliaru -, così come la proposta di un 5% di azioni ai lavoratori in forma totalmente gratuita: mi auguro che venga accettata, perché significherebbe realizzare una formula del tutto nuova per l’intero Paese nel coinvolgere e responsabilizzare i lavoratori rispetto ai risultati aziendali, una formula che in altri Paesi ha prodotto risultati molto interessanti. Sappiamo che da qui al 3 maggio c’è molto lavoro da portare avanti – ha concluso Francesco Pigliaru – e la Regione continuerà a fare la sua parte, come ha sempre fatto negli anni della nostra azione di governo.»

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Il deputato di Forza Italia, Pietro Pittalis, interviene in seguito all’ennesimo tentativo di truffa a danno dei consumatori sardi attraverso l’immissione nel mercato isolano di 12mila agnelli, con marchio IGP, provenienti dalla Romania. Pietro Pittalis sollecita il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ad adottare nuove ed ulteriori misure di contrasto a questi fenomeni gravemente lesivi per un comparto fondamentale dell’economia isolana e per i consumatori.

«Ora più che mai – dichiara Pietro Pittalis – l’Amministrazione regionale deve mettere in campo le risorse e le politiche adeguate a difesa delle nostre produzioni e, in particolare, del comparto ovicaprino. Si deve incentivare la tracciabilità delle produzioni locali con procedure che siano semplificate e, pertanto, accessibili alle imprese sarde. È necessario – conclude Pietro Pittalis – rilanciare la filiera dei prodotti a marchio di qualità con operazioni di significativo contrasto all’importazione di prodotti non riconoscibili o di dubbia provenienza.»

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Il Circolo del Partito democratico di Cortoghiana ha inviato una nota al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, all’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, al sindaco di Carbonia, Paola Massidda e, per conoscenza, al segretario regionale del Partito democratico Giuseppe Luigi Cucca, sui licenziamenti all’Aias di Cortoghiana.

«Il nostro territorio non può permettersi ulteriori perdite di posti di lavoro – scrive il Circolo del Partito democratico di Cortoghiana -, quello che sta succedendo in questi anni al Centro Aias di Cortoghiana non può trovare alcuna giustificazione e necessita di interventi urgenti. Ultimo il licenziamento di alcuni lavoratori del Centro Aias di Cortoghiana, nostri concittadini che da decenni vi prestavano servizio.»

Il Circolo del Partito democratico di Cortoghiana chiede alla Regione e al comune di Carbonia «di intervenire e di prendere posizione, al fine di ridare dignità e diritti a tutti i lavoratori Aias che da anni stanno subendo ritardi e mancati pagamenti degli emolumenti, oltre ai continui licenziamenti sia individuali che di gruppo».

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La consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma qualche giorno fa ha scritto al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, sulla cappa di incertezza relativa alla Vertenza Ottana.

«In quella nota – ricorda Daniela Forma – rappresentavo l’urgenza di avere un riscontro sulla Vertenza che interessa maggiormente i lavoratori di Ottana Polimeri, di Ottana Energia come pure una parte degli ex tessili della Sardegna Centrale oramai privi della copertura degli ammortizzatori sociali. Nello specifico, chiedevo a che punto ci trovassimo rispetto al riconoscimento dello status di area di crisi complessa per il sito di Ottana come pure rispetto alle interlocuzioni con Invitalia per l’acquisizione del sito industriale di Ottana Polimeri. Arriva ora – aggiunge Daniela Forma – un primo riscontro da parte dell’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras, la quale conferma l’impegno assunto in Consiglio regionale di candidare dinanzi al ministero dello Sviluppo Economico (MISE) il Polo Industriale di Ottana per l’istituzione dello status di Area di Crisi Complessa. A tal fine è stato infatti predisposto un dossier che l’Assessore Regionale dell’Industria intende condividere con il parternariato socio-economico e con le Istituzioni del territorio. L’incontro – conclude Daniela Forma – è in fase di definizione e si terrà presumibilmente venerdì prossimo o al massimo entro i primi giorni della settimana successiva.»

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La consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma ha scritto al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, chiedendo informazioni dettagliate sulla vertenza Ottana.

«Vorrei rappresentarvi ancora una volta la mia preoccupazione – scrive Daniela Forma – stante la persistente cappa di incertezza sulla vertenza relativa all’area di Ottana, la quale interessa  maggiormente i lavoratori di Ottana Polimeri, di Ottana Energia come pure una parte degli ex tessili della Sardegna Centrale oramai privi della copertura degli ammortizzatori sociali. Vorrei pertanto chiedere un riscontro generale sulla vertenza – ha concluso Daniela Forma – e, nello specifico, a che punto ci troviamo rispetto al riconoscimento dello status di area di crisi complessa per il sito di Ottana come pure rispetto alle interlocuzioni con Invitalia per l’acquisizione del sito industriale di Ottana Polimeri.»

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Ancora uno slittamento, questa volta al 9 aprile, alle 13.00, al Mise, per l’incontro Governo-Regione-Invitalia-Sider Alloys-Piano Sulcis-Sindacati. Il responsabile della Gestione operativa del ministero dello Sviluppo economico, Giampiero Castano, ha convocato in via Molise 2, a Roma, le parti interessate al progetto di rilancio produttivo dello stabilimento ex Alcoa di Portovesme, acquisito dalla Sider Alloys lo scorso 15 febbraio. L’incontro era stato convocato in un primo momento per martedì 3 aprile, poi spostato a mercoledì 4, ora a lunedì 9 aprile, alle 13.00

Intorno allo stesso tavolo si ritroveranno a distanza di poco più di un mese e mezzo, subito dopo Pasqua, il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru; l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri; dal presidente di Sider Alloys Giuseppe Mannina e dal responsabile dei rapporti istituzionali della stessa neoproprietaria dello stabilimento Gaetano Libia; il coordinatore del Piano Sulcis Salvatore Cherchi; e, infine, i segretari nazionali e territoriali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Ugl Metalmeccanici e Cgil, Cisl, Uil, Ugl.

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Domani, sabato 24 marzo, al Teatro Massimo di Cagliari, a partire dalle 10.00, si terrà un’iniziativa di Campo Progressista Sardegna sul tema: “Il nostro programma per la Sardegna“.

Dopo il saluto del presidente della Giunta Regionale Francesco Pigliaru, interverranno Francesca Ghirra, Marzia Cilloccu, Arianna Carola e Margherita Zurru.

E’ previsto un faccia a faccia tra il sindaco di Cagliari Massimo Zedda e Massimiliano Smeriglio, vicepresidente ed assessore della Formazione, ricerca, scuola, università, diritto allo studio e turismo della Regione Lazio.

Coordinerà i lavori Daniela Preziosi.