20 November, 2024
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«La scelta di tagliare i fondi (da 15 a 5 milioni di euro l’anno) per la vigilanza delle guardie mediche porterà alla soppressione del servizio armato a partire dal 2019 in tutte le guardie mediche della Sardegna: una scelta scellerata che mette a rischio l’incolumità di operatori sanitari e pazienti.»

Lo denuncia il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa, che ha presentato una interrogazione al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore della Sanità Luigi Arru.

«Soprattutto in alcune realtà la presenza di personale armato ed addestrato ad usare le armi non è sostituibile da un portiere né tantomeno dalla video sorveglianza, che non permette certo un intervento immediato e non protegge il medico quando questo deve intervenire a domicilio o comunque all’esterno dei locali della guardia medica, come capita specialmente nelle aree rurali – aggiunge Michele Cossa -. A parte i tragici precedenti che avevano portato alla istituzione di questo servizio  oggi siamo in presenza di una situazione generale che non permette di abbassare la guardia sul versante della sicurezza di chi lavora, come testimoniano anche le aggressioni notturne nei confronti di autisti di ARST e CTM. La Giunta – conclude Michele Cossa – risparmi su altro, ma non sulla sicurezza delle persone.»

Quadro riepilogativo delle guardie mediche in Sardegna.

Carbonia 20

Cagliari 37

Sanluri 11

Lanusei 11

Nuoro 32

Oristano 26

Sassari 33

Totale 170

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L’ex ospedale Marino di Cagliari sarà riqualificato in chiave turistico-ricettiva. Là dove alla fine degli anni Trenta fu costruita la Colonia marina Dux, poi trasformata in struttura sanitaria, sorgerà un albergo. La decisione è stata assunta dalla Giunta con una delibera approvata martedì su proposta dell’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu. Con lo stesso provvedimento è stata revocata la precedente deliberazione n. 12/10 del 28 marzo 2006, con la quale erano state approvate le direttive concernenti la gara per la concessione in uso per finalità turistiche non residenziali del compendio demaniale marittimo.

«Avremmo voluto intervenire qui fin dal primo giorno – ha detto il presidente Francesco Pigliaru – ma, come tutti sanno, era in corso una lunga vicenda giudiziaria, che abbiamo seguito con molta attenzione e con un’idea molto chiara della direzione da prendere non appena si fosse sbloccata.»

«Quando è successo – ha aggiunto Francesco Pigliaru – siamo stati pronti ad agire subito per accelerare il processo, e il passaggio di destinazione da ospedale a struttura turistica è dettato dal più evidente buonsenso. Lo straordinario intervento portato avanti sul Poetto dal Comune di Cagliari, con cui lavoriamo in stretta condivisione, riserva ancora un grande potenziale, e questo edificio monumentale è destinato a diventarne un tassello importante. La Sardegna ha ben poche strutture sul mare, ed è una fortuna, ma quelle che esistono abbiamo il dovere di utilizzarle al meglio. Questa è un’eccellenza – ha concluso Francesco Pigliaru – e, cancellato il passato sbagliato, ora possiamo scrivere un futuro giusto.»

«Abbiamo voluto riconoscere – ha sottolineato l’assessore Erriu – il preminente interesse generale e la rilevanza regionale degli interventi di valorizzazione e riqualificazione che riguarderanno l’ex ospedale Marino, il retrostante ippodromo e le aree pubbliche prossime a questi due compendi, in particolare quelle retrostanti all’attuale ospedale (un tempo Hotel Golfo degli Angeli), tra loro fisicamente e funzionalmente connesse. La Direzione generale della Pianificazione urbanistica, territoriale e della vigilanza edilizia avvierà immediatamente con il comune di Cagliari le necessarie interlocuzioni per rendere attuabile la nuova destinazione del compendio attraverso la modifica dell’attuale strumento urbanistico. Successivamente, la Direzione generale degli Enti locali e finanze potrà avviare le procedure per l’affidamento in concessione dell’ex ospedale Marino per finalità turistico ricettive. L’intervento si inserisce nell’ambito del più generale progetto di riqualificazione del litorale del Poetto, già avviato dal comune di Cagliari di concerto con la Regione.»

«Un altro passo avanti importante per la valorizzazione del Poetto e della città – ha commentato Luisa Anna Marras, vicesindaco di Cagliari -. L’impegno dell’Amministrazione comunale è quello di approvare in tempi rapidi la variante urbanistica che permetterà alla Regione di avviare le procedure della gara. Dopo la riqualificazione del Lungomare, l’ex Ospedale Marino trasformato in struttura turistico-ricettiva darà un valore aggiunto a una delle spiagge urbane più belle del Mediterraneo: importante, in chiave turistica e di sviluppo economico, anche il fatto che con la Regione si punta al rilancio dell’area dell’ippodromo e del Parco del Molentargius.»

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Al via i pagamenti degli indennizzi ai pescatori di Capo Frasca penalizzati dalle esercitazioni militari.

«Un ultimo, importantissimo, tassello in una vicenda che dura da più di vent’anni e per troppo tempo rimasta senza risposte, che garantisce equità e certezza di diritti ai pescatori che non hanno mai ricevuto le misure di indennizzo riconosciute ad altri che si trovano nella stessa situazione.»
Così il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, informato della comunicazione che il Comando militare ha inviato ai Sindaci dei Comuni interessati, sull’avvio del pagamento della prima parte di indennizzi ai pescatori di Capo Frasca per le limitazioni subite nelle attività di pesca a causa delle esercitazioni militari.
«Teniamo fede a un impegno che io e la ministra Roberta Pinotti abbiamo assunto il 19 giugno 2014, data della seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari. Da allora siamo stati al fianco dei Sindaci e dei pescatori: non abbiamo fatto proclami ma lavorato per ottenere risultati concreti. Questo è uno dei nostri risultati. A breve tornerò a Capo Frasca – ha concluso Francesco Pigliaru – per condividere con i Sindaci e i pescatori delle marinerie questa bella notizia.»

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Nuovo passo in avanti del progetto Aria, nelle miniere della Carbosulcis, finanziato dalla Regione Sardegna con 2 milioni e 700mila euro per la produzione, tra l’altro, di isotopi del gas argon, richiesti in grande quantità perché essenziali per lo studio della materia oscura all’interno del programma nazionale Darkside.
Lo stato di avanzamento delle attività di riconversione degli impianti della società partecipata dalla Regione sono stati illustrati oggi nel corso di una visita agli impianti alla quale hanno partecipato la vice ambasciatrice degli U.S.A., Kelly Degnan, il vicepresidente della Regione Raffaele Paci, l’assessora dell’Industria Maria Grazia Piras, l’amministratore di Carbosulcis, Antonio Martini, il professor Cristiano Galbiati, dell’Università di Princeton e il professor Alberto Devoto, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, partner scientifici del progetto Aria. La visita si è svolta nel sito minerario e ha interessato in particolare l’area del pozzo Seruci, dove sarà installata una colonna di distillazione criogenica dell’altezza di 350 metri.
«Abbiamo mostrato alla vice ambasciatrice americana il nostro innovativo progetto per le miniere della Carbosulcis, con la collaborazione dell’Università di Princeton e dell’Istituto Nazionale di fisica nucleare, col pieno appoggio della Regione che sta garantendo un importante finanziamento – spiega Raffaele Paci -. È il nostro futuro puntare sull’innovazione e sulla tecnologia, utilizzare le nostre strutture minerarie, che sono un pezzo importante della storia del nostro passato, per guardare al futuro, passando dalla produzione di carbone alla valorizzazione di queste infrastrutture per fare ricerca e innovazione. Non c’è solo questo esempio, abbiamo anche la miniera di Sos Enattos a Lula che si è candidata per ospitare un laboratorio europeo per lo studio delle onde gravitazionali, e i progetti legati a Sotacarbo. Insomma – conclude Raffaele Paci – un insieme di vecchie tradizioni minerarie che guardano al futuro, alla nuova tecnologia e a nuova occupazione.» 
«Il nostro obiettivo è traghettare l’industria della Sardegna in un’altra era – afferma l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Per farlo servono progetti coraggiosi e all’avanguardia. Qui a Nuraxi Figus stiamo portando avanti il piano di dismissione della miniera, così come previsto dal cronoprogramma che prevede la cessazione delle attività estrattive entro quest’anno. Stiamo mettendo le basi per costruire, anche attraverso i programmi di ricerca, opportunità di lavoro per i giovani, i quali stanno dimostrando di saper accettare le nuove sfide che il mondo propone. È compito della Regione accompagnarli in questo percorso con una adeguata formazione e preparazione.» 
Nel pomeriggio, a Villa Devoto, il presidente Francesco Pigliaru ha ricevuto la vice ambasciatrice Degnan, in Sardegna per una serie di incontri istituzionali oggi e domani. Oltre alle valutazioni legate all’illustrazione dei progetti e alla storia del sito minerario, l’incontro si è allargato a considerazioni di più ampio respiro sui progetti legati all’ICT e all’internazionalizzazione, all’allungamento della stagione turistica e alla trattativa in atto con la Commissione europea sul tema dei trasporti aerei.

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Il 2018 sarà l’anno in cui le aziende sarde riprendono ad assumere giovani e meno giovani. È questo l’auspicio che ha guidato la costruzione del solido programma delle Politiche attive per il Lavoro varate oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro Virginia Mura e presentate alla stampa dal presidente Francesco Pigliaru, la stessa Mura e l’assessore Raffaele Paci. Le misure approvate, con gli incentivi all’assunzione e gli assegni formativi, costituiscono il terzo capitolo di LavoRas, il piano per il lavoro della Regione da quasi, complessivamente, 128 milioni di euro (e di ulteriori 70 all’anno per il 2019 e il 2020). Contano su una dotazione di 43,1 milioni di euro per incentivi all’occupazione e assegni formativi, 18,3 milioni per interventi specifici – compresi 4,8 milioni per rimodulazioni. Nelle precedenti sedute, la Giunta Pigliaru aveva già dato via libera ai primi due pilastri del Piano: la prima parte (nella seduta del 6 febbraio) dedicata alla prosecuzione dei Cantieri occupazionali già operativi e finanziata con 21,26 milioni; la seconda (nella riunione del 20 febbraio), relativa ai Cantieri occupazionali di nuova attivazione, che può contare su uno stanziamento di 45,2 milioni di euro.

Le politiche attive approvate oggi, come accennato, sono suddivise in due linee di attività: un piano di incentivi all’assunzione, per i quali sono disponibili 34 milioni, e un programma di assegni formativi, che può contare su uno stanziamento di 9,1 milioni. Si tratta di misure disegnate per agganciarsi in modo organico, senza sovrapposizioni ed anzi con la possibilità di sommarsi, agli sgravi contributivi contemplati dalla legislazione nazionale, in modo da accrescere i vantaggi per i destinatari con l’obiettivo di ottenere la massima efficacia in termini di risultati occupazionali.

L’incentivo regionale consiste in un finanziamento per ogni lavoratore assunto, destinato alle imprese che hanno almeno una sede operativa nel territorio regionale. Per i contratti a tempo indeterminato (stipulati entro il 31 dicembre) il contributo massimo su base annua è pari a 4 mila euro per ogni assunto. Nel caso di contratti a tempo determinato, (della durata minima di 12 mesi), il finanziamento è pari a 3 mila euro a lavoratore, rimodulabile proporzionalmente in caso di contratto di lavoro part time.

Il contributo regionale può cumularsi con gli sgravi contributivi previsti – per le assunzioni – dalla legislazione nazionale. Per ogni assunto a tempo indeterminato, in pratica, un’azienda potrebbe godere sia dei 4 mila euro del contributo regionale, sia degli 8 mila euro (massimi) dello sgravio contributivo previsto dalle misure nazionali. Vantaggi cumulabili, per rendere conveniente assumere, e in particolare assumere giovani. Della dotazione complessiva di 34 milioni, infatti, 22 milioni sono riservati all’assunzione di disoccupati di massimo 35 anni, 10 milioni all’assunzione di over 35, e 2 milioni all’assunzione di lavoratori disabili. In ognuno di questi segmenti, il 25% viene destinato alle aziende che assumano a seguito di un tirocinio e il 15% alle aziende che assumeranno dopo o a condizione di una formazione complementare.

Accanto agli incentivi occupazionali, e agganciabile ad essi, è l’assegno formativo, misura che ha come obiettivo colmare i disallineamenti tra le competenze richieste dalle imprese e quelle possedute dai lavoratori. Per gli under 35, l’intervento mira all’acquisizione di competenze in particolare nei settori dell’innovazione e digitali. Per i soggetti over 35, l’obiettivo è favorire l’occupazione di soggetti con maggiore difficoltà di inserimento lavorativo. A gestire la misura sarà l’ASPAL, per il tramite dei Centri per l’Impiego territorialmente competenti che individueranno anche situazioni in cui le competenze richieste dall’azienda non sono reperibili immediatamente all’interno dell’offerta formativa disponibile nel sistema della formazione regionale accreditata. In questi casi verrà erogato al disoccupato un assegno formativo individuale, che l’interessato potrà indirizzare verso una struttura formativa di proprio interesse, per acquisire la competenza mancante.

Per situazioni di particolare criticità, ad esempio quelle che riguardano bacini di lavoratori disoccupati e privi di ogni forma di sostegno del reddito, LavoRas prevede un piano di interventi finanziato complessivamente con 18,3 milioni di euro.

Di queste risorse, quasi 7 milioni saranno riservati per politiche attive per i lavoratori che provengono da situazioni di crisi aziendale e che non beneficiano di ammortizzatori sociali, con l’obiettivo di avviarli al reingresso nel mercato del lavoro o alla creazione d’impresa. 5 milioni sono riservati ad incentivare l’occupazione dei lavoratori over 55: un target di popolazione che, quando viene espulsa dal mercato del lavoro, riscontra elevate difficoltà di rioccupazione e spesso si avvicina pericolosamente alla soglia della povertà. A livello sperimentale, la misura sfrutta le opportunità offerte dalla tipologia contrattuale del lavoro intermittente, che a livello nazionale e regionale sta riscontrando una crescita rilevante. Essa è rivolta sia ai datori di lavoro che già occupano lavoratori over 55, (con l’obiettivo di incrementare il numero delle giornate lavorate), sia a datori di lavoro che intendano effettuare nuove assunzioni con questa tipologia contrattuale. Ciò consentirà, inoltre, ai lavoratori più prossimi alla pensione di maturare utili contributi previdenziali. Inoltre, è previsto uno stanziamento di 1,2 milioni per servizi di accompagnamento alla creazione d’impresa.

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Gasdotto

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha espresso grande soddisfazione per l’esito dell’incontro convocato a Roma per la Cabina di Regia sulla metanizzazione.

«Gli esiti dell’incontro al MISE segnano un nuovo, importante punto nel percorso avviato a luglio del 2016 con la firma del Patto per la Sardegna – ha detto il governatore della Sardegna -. Da allora si è lavorato intensamente per dare il prima possibile ai cittadini e alle imprese sarde pari opportunità nel settore energetico. E con il passaggio di ieri – ha concluso Francesco Pigliaru – sono stati fatti passi avanti molto importanti per definire le regole del gioco e il ruolo che verrà svolto dai soggetti pubblici e privati interessati al progetto.»
Soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras. «Ieri la cabina di regia della metanizzazione della Sardegna ha fatto un passo avanti decisivo – ha detto Maria Grazia Piras -. Il quadro è oramai chiaro e rispetta perfettamente la pianificazione che abbiamo impostato con il Governo due anni fa e che è confluita all’interno della Strategia Energetica Nazionale. La Dorsale verrà realizzata da una joint venture fra Snam e Sgi, sgomberando il campo dal rischio di concorrenza fra due progetti. Accogliamo con favore – ha aggiunto l’assessore Piras – il fatto che l’adduzione verrà garantita da almeno due impianti di rigassificazione, uno annunciato ieri che verrà realizzato a Porto Torres sulla base di un progetto ENI, l’altro in corso di autorizzazione a Cagliari presentato dalla società IsGas. Importante inoltre l’impegno di ENI sulla disponibilità e i prezzi del Gnl, che ci dà alcune garanzie nella fase di avvio sugli assetti del mercato e quindi – ha concluso l’assessore dell’Industria – sul prezzo finale per cittadini e imprese, che da sempre è il faro che guida le nostre scelte».
Plauso anche dell’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano. «Questa notizia è molto positiva anche dal punto di vista dei procedimenti di valutazione ambientale, che sono in capo al ministero dell’Ambiente ma su cui la Regione e gli enti locali sono chiamati ad esprimersi – ha detto l’assessore Spano -. Ora che sono chiari i compiti di ciascuna parte la sinergia non può che essere vincente». 

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Gasdotto

Il ministero dello Sviluppo economico ha impresso un significativo impulso al progetto di metanizzazione della Sardegna, convocando ieri, in un incontro dedicato, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, le assessore dell’Industria e dell’Ambiente, Maria Grazia Piras e Donatella Spano, e tutti gli operatori interessati, alla presenza del ministero dell’Ambiente e dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente.
Snam e SGI hanno annunciato la convergenza sul progetto presentato da Snam, il cui iter autorizzativo sta procedendo speditamente. Nel contempo, le due società stanno finalizzando l’accordo per la costituzione della joint-venture operativa che realizzerà e gestirà la nuova infrastruttura. Data l’urgenza e la strategicità dell’opera, gli uffici dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente hanno confermato la propria disponibilità ad effettuare le valutazioni di competenza in tempi rapidi (“fast track”) rispetto al normale iter di valutazione dei piani decennali di sviluppo della rete di trasporto.
E’ stato manifestato un grande interesse da parte degli operatori disponibili ad effettuare investimenti in infrastrutture di approvvigionamento di GNL, che hanno evidenziato apprezzabili progressi degli iter autorizzativi e la necessità di completamento del quadro regolatorio di riferimento. In particolare, Eni ha manifestato disponibilità a mettere a disposizione di un soggetto terzo strutture e aree per la realizzazione di un terminale di rigassificazione nell’area di Porto Torres. Eni, inoltre, è disponibile a fornire per due anni al mercato sardo GNL a un prezzo in linea a quello del gas italiano. Gli uffici dell’Autorità hanno quindi espresso il loro impegno per la definizione del quadro regolatorio relativo all’attuazione della direttiva DAFI, presumibilmente nel corso dell’anno, con la predisposizione di documenti di consultazione entro la prossima primavera.

Il ministero dello Sviluppo economico, il ministero dell’Ambiente e la Regione hanno confermato che intendono procedere speditamente alla conclusione dei procedimenti autorizzativi in corso.

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Si è svolta stamattina nella sede della Presidenza della Regione Sardegna una riunione informale sulla vertenza di diversi lavoratori dell’ex Saremar che non sono stati presi in carico dalla Delcomar secondo gli accordi che erano stati stipulati.

All’incontro erano presenti i rappresentanti del comitato dei lavoratori, il sindaco di Carloforte, il capo di gabinetto del presidente Francesco Pigliaru, Gianluca Serra, i consiglieri regionali Pietro Cocco e Luca Pizzuto, i rappresentanti dell’assessorato dei Trasporti e dell’Aspal.

Tutti hanno convenuto sull’urgente necessità di dare risposte adeguate per risolvere rapidamente il problema posto dai lavoratori secondo quanto stabilito dalle disposizioni normative.

Sono state prese in esame alcune soluzioni che potranno essere concretizzate in tempi ragionevoli e considerata l’urgenza sono già state programmate per le prossime settimane due riunioni operative.

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aeroporto 2

Il Cipe ha dato il via libera a nuove risorse per infrastrutture stradali, aeroportuali, ferroviarie e per le dighe della Sardegna. Il Comitato per la programmazione economica ha assegnato all’isola 86,87 milioni di euro. «Ancora una volta il ministro Delrio è stato di parola mettendo a disposizione della Sardegna una quota importante di stanziamenti richiesti dalla Regione – ha detto il presidente Francesco Pigliaru – finalizzata alla realizzazione di interventi fondamentali per lo sviluppo e la modernizzazione delle infrastrutture, a cominciare da quelle per gli aeroporti, che per noi sono particolarmente importanti».

Sono stati previsti 14,5 milioni per il collegamento alla provinciale Abbasanta – Buddusò – Olbia – Strada Statale 389 tratto Alà dei Sardi – Bivio Padru; 25 milioni per la Strada Statale 291 – primo lotto Alghero – Olmedo – Cantoniera Rudas; 2,05 milioni per il nuovo deposito ferroviario della sede di Alghero; 16 milioni per l’adeguamento delle infrastrutture di supporto all’assistenza al volo per l’aeroporto di Elmas; 12,32 milioni da utilizzare per il prolungamento della pista dell’aeroporto olbiese “Costa Smeralda” e, infine, 17 milioni per interventi di sicurezza sismica e funzionale sulle dighe esistenti.

«Atti concreti da parte del Governo che ancora una volta accoglie le istanze della Sardegna – hanno detto gli assessori dei Trasporti e dei Lavori Pubblici, Carlo Careddu ed Edoardo Balzarini – ciascun intervento finanziato riveste un’importanza strategica per il territorio e migliorerà la sicurezza delle infrastrutture e la qualità del trasporto pubblico e della mobilità».

Le somme varate dal Cipe si aggiungono, per quanto riguarda mobilità e infrastrutture portuali e aeroportuali, ai quasi 60 milioni destinati alla metropolitana di Cagliari linea Quartu Sant’Elena, ai 12,88 milioni per la riqualificazione della pista dell’aeroporto di Olbia, ai 25 milioni per le manutenzioni straordinarie dei porti di Olbia, Cagliari e Porto Torres e ai 152,12 milioni per il rinnovo della flotta dei bus, deliberati sempre dal Comitato interministeriale a dicembre scorso.

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RADIO TELESCOPIO SAN BASILIO

I dati del Sardinia Radio Telescope, la più moderna e tecnologica antenna parabolica d’Europa, realizzata dall’Istituto nazionale di astrofisica in collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana, potranno essere a disposizione in tempo reale per la comunità mondiale dell’astrofisica. Grazie al nuovo collegamento in fibra ottica di 107 km, finanziato dalla Regione Autonoma Sardegna, e all’altissima capacità garantita dalla rete Garr, il Sardinia Radio Telescope si avvia verso una nuova e ricchissima fase di ricerca. Il 27 febbraio 2018, infatti, è stato possibile testare SRT in un’osservazione congiunta con la tecnica VLBI con cui si fanno lavorare assieme antenne sparse per il globo come se fossero un’unica parabola grande quanto la distanza che separa le singole antenne. Non era la prima volta in assoluto ma è stata la prima con SRT dotato di fibra. Tra qualche settimana verrà effettuata una prova ancora più importante denominata e-VLBI dove verrà tentata una vera e propria correlazione dei dati osservativi in tempo reale da molte parti del mondo.

Erano anni che si aspettava questo momento, perché il Sardinia Radio Telescope (SRT) è una delle più potenti ed evolute infrastrutture di ricerca per lo studio delle emissioni radio provenienti dai corpi celesti e per applicazioni di geodinamica e di scienze spaziali. La sua antenna parabolica orientabile è la più grande delle tre antenne italiane e, in ogni caso, vicina ai vertici mondiali con ben 64 metri di diametro. Ciò che la rende realmente eccezionale sono le tecnologie all’avanguardia che garantiscono un’elevata efficienza nelle osservazioni ad altissima frequenza. Grazie a un complesso sistema di attuatori ad alta precisione che controllano i 1.000 pannelli che formano la parabola, il Sardinia Radio Telescope è in grado, infatti, di modificare la forma della sua superficie per compensare variazioni termiche, gravitazionali ed eoliche,
riuscendo così a raggiungere livelli di precisione molto superiori rispetto alle infrastrutture di vecchia concezione. Inoltre, SRT è in grado di cambiare velocemente i ricevitori e dunque può passare in pochi minuti ad osservazioni di frequenze molto diverse.

«È un risultato di grande importanza fortemente voluto dalla Giunta guidata da Francesco Pigliaru – ha sottolineato l’assessore degli Affari Generali della Regione Sardegna Filippo Spanu – con l’intento di rafforzare e migliorare l’operatività del Sardinia Radio Telescope, un presidio scientifico e un luogo di ricerca e osservazione dei segreti dell’Universo che rappresenta un’eccellenza a livello internazionale. Il link in fibra ottica permette alla parabola di essere collegata all’intero sistema internazionale delle reti della ricerca, grazie all’interconnessione della rete Garr con la rete europea Géant. Entro l’estate, il collegamento sarà ulteriormente ampliato arrivando alla capacità di 10 Gbps per garantire il massimo delle prestazioni e dell’accuratezza delle osservazioni. L’intervento si inserisce nel più ampio programma di estensione e potenziamento della rete telematica regionale curato dalla Direzione generale della Società dell’informazione dell’assessorato degli Affari Generali della Regione Sardegna. Con un investimento complessivo pari a 148 milioni di euro la Sardegna è tra le prime 10 regioni d’Europa ad investire per la diffusione della rete in fibra ottica in tutti i comuni delle zone interne. L’obiettivo – aggiunge l’assessore Spanu – è quello di garantire alti servizi di connettività a territori in cui gli operatori privati hanno deciso di non intervenire. Un grande investimento pubblico che porta alla realizzazione di infrastrutture in grado di assicurare nuove opportunità di crescita economica e sociale.»

«L’allaccio alla fibra non solo ci consente un migliore collegamento con le altre stazioni per sfruttare al meglio la tecnica interferometrica VLBI, e dunque il lavoro congiunto delle antenne, ma soprattutto consentirà di sviluppare molte altre applicazioni astronomiche tra cui la possibilità di rendere accessibili i dati a tutta la comunità scientifica mondiale, come già fanno nei migliori centri di ricerca al mondo presso i quali quotidianamente molti dei nostri colleghi Inaf attingono dati e fanno ricerca al massimo livello – ha detto Andrea Orlati, Responsabile delle Operazioni al Sardinia Radio Telescope per l’Inaf -. Il collegamento di SRT alla nostra rete – ha dichiarato il direttore del Garr, Federico Ruggieri, – è motivo di grande soddisfazione perché abbiamo lavorato molti anni per raggiungere questo obiettivo. Ancora una volta, l’impegno congiunto tra diversi attori, sia istituzionali che del mondo della ricerca, è stato fondamentale per dare la giusta valorizzazione a questa importantissima infrastruttura di ricerca nazionale.
Grazie alla connessione in rete, SRT può ora finalmente esprimere tutto il suo potenziale e dare così un contributo italiano significativo alle grandi collaborazioni internazionali.»
Il Sardinia Radio Telescope ospita strumentazione scientifica e servizi sia dell’Inaf che dell’Asi: infatti, oltre che nella ricerca radioastronomica, la parabola è impiegata nel monitoraggio e nella comunicazione con sonde interplanetarie, tra cui Rosetta nel 2015 e, più recentemente, Cassini.

«Questo nuovo collegamento migliora le attività del Sardinia Deep Space Antenna – SDSA dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), una configurazione del SRT dedicata allo studio delle missioni interplanetarie. Grazie alla fibra ottica, la struttura è adesso connessa in modo robusto al network ASI-NET dell’Agenzia – ha dichiarato Salvatore Viviano, responsabile del SDSA di ASI -. È possibile ora offrire servizi di comunicazione e navigazione per le sonde interplanetarie, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche che potevano influenzare il link di comunicazione satellitare finora impiegato. Dotato di un proprio centro di controllo e di equipaggiamento specifico integrato nel Sardinia Radio Telescope, il SDSA sarà prossimamente pienamente operativo nell’ambito del Deep Space Network della NASA e della rete ESTRACK dell’ESA. La massima affidabilità nelle comunicazioni real time del SDSA con i centri di controllo delle principali reti deep space internazionali e delle missioni interplanetarie, ottenuta con la fibra ottica e dal link assicurato dal satellite Athena-Fidus sviluppato dall’Asi, permette – ha aggiunto Salvatore Viviano – all’Unità di ricerca SDSA di svolgere le proprie attività legate al deep space e di sviluppare con l’Inaf attività di comune interesse nei settori della Radio Scienza, del tracciamento degli Space Debris e dello Space Weather.»

La realizzazione di uno strumento complesso come SRT ha richiesto dodici anni, dalla posa del primo elemento nel 2001 all’inaugurazione, avvenuta nel 2013. Da quel momento è partita la validazione astronomica e sono cominciate le osservazioni, tuttavia l’assenza di un collegamento ad alta capacità ha comportato l’impossibilità di utilizzare i dati in tempo reale, caratteristica fondamentale per garantire la maggiore accuratezza possibile delle rilevazioni. SRT è situato in provincia di Cagliari, nella regione del Gerrei presso il sito di Pranu Sanguni (comune di San Basilio), scelto proprio perché lontano da aree abitate e attività umane che andrebbero ad interferire con i segnali captati dall’infrastruttura. Per collegarla è stato quindi necessario posare fibra ad hoc per oltre 100 km. Ciò è stato possibile grazie all’impegno della Regione Autonoma Sardegna, fin dall’inizio in prima linea nel supportare la realizzazione di questa grande opera sia attraverso il finanziamento della costruzione delle infrastrutture che delle attività di sviluppo tecnologico e di formazione.