19 July, 2024
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La visita del ministro Carlo Calenda insieme al presidente della Regione Francesco Pigliaru, è certamente il segno più importante delle Vertenze industriali dell’intero 2017.

Una visita, con la sottoscrizione dell’accordo di programma che consente l’accelerazione dei tempi burocratici stabiliti per la definizione del Contratto di Sviluppo funzionale alla cessione dello Smelter di Portovesme. Pratica sulla quale si è detto tutto, mentre l’11 di gennaio avremo il primo momento di verifica del Piano Industriale, della consistenza finanziaria e industriale della Società alla quale il MISE e Invitalia hanno deciso di assegnare lo stabilimento.

Visita poi utilizzata dal Ministro per dare una scossa alla Vertenza Eurallumina culminata con la convocazione al MISE, per la seconda settimana di gennaio, di Rusal, Enel, Terna e Regione, per portare a compimento l’accordo per la fornitura del vapore dalla centrale Grazia Deledda, già sottoscritto fra le 2 Società nello scorso mese di settembre. Accordo per cui è necessaria la stipula di un contratto di servizio con la Società di gestione della Rete elettrica, a seguito del quale si potrebbe dare rapido avvio all’investimento di circa 40 milioni di €, con immediato respiro al sistema degli appalti e riduzione dei tempi di riavvio della produzione, in quanto lo stesso ha già tutte le autorizzazioni di Legge.

Una visita che si è potuta svolgere per la condivisione delle problematiche da superare, l’unità di intenti, l’azione comune e soprattutto per l’approvazione di fondamentali provvedimenti Legislativi.

Il primo in assoluto è la Norma che ha sancito la sostanziosa riduzione strutturale dei costi dell’energia elettrica per le attività produttive ad alta intensità energetica e occupazionale. Una norma che interessa 3.300 aziende nel Paese di cui almeno 18 in Sardegna, circa 400mila lavoratori fra i quali i 1.300 della Portovesme srl, che arriva a compimento grazie alla concretezza del Ministro, ma anche alla testarda rivendicazione, proposizione e mobilitazione del territorio e all’altrettanta concretezza dei parlamentari del Sulcis Iglesiente che hanno profuso il determinante impegno per la sua approvazione.

Il secondo, altrettanto vitale, è la sclassificazione degli Usi Civici dei terreni industriali, che anacronisticamente “godevano” di quel vincolo. Provvedimento senza il quale non si potrebbe ora ragionare sulla ripartenza della filiera dell’alluminio, della riconversione produttiva della Carbosulcis con l’importantissimo progetto ARIA per la produzione di gas rari da impiegare nella ricerca e nella medicina che era bloccato per la scoperta di quel vincolo a quasi 70 anni dalla nascita della miniera di Seruci, come di qualsiasi altro possibile insediamento produttivo.

Il terzo è la Decretazione di Area di Crisi Industriale Complessa. Norma che deve ancora sviluppare le sue importanti potenzialità per la riconversione, riqualificazione e creazione di nuove opportunità di Lavoro in tutti i settori economici, ma sostanziale per ottenere il recupero e la proroga degli ammortizzatori sociali ancora per il prossimo anno.

Infine, fra gli altri non di minore importanza, il Piano Sulcis. Piano conquistato dal territorio, spesso contestato a sensazione da chi ne ha beneficiato a partire dalle cospicue risorse destinate alla fiscalità di vantaggio e da chi ne ha fatto lo strumento sensazionale e retorico per tornaconto mediatico. Piano che per noi, dopo alcuni anni di niente assoluto, può e deve essere superato avendo di fatto praticamente esaurito le sue finalità, con l’impegno di quasi il 90% delle risorse che riguardano i settori che vanno dall’Istruzione alla ricerca, dal recupero e bonifica del territorio a quello dello sviluppo infrastrutturale, turistico, portuale e per la ripresa e salvaguardia del comparto produttivo.

Le Vertenze, non solo industriali, che hanno vita grazie alla testarda e tenace mobilitazione dei Lavoratori, saranno concluse quando ripartirà il Lavoro che a sua volta sarà importantissimo per la ripresa dell’economia e dell’occupazione nei vari settori, ma possiamo dire che il 2017, per la prima volta dopo troppo tempo, si chiude con qualcosa di più concreto e importante degli Auguri e della speranza da auspicare per il nuovo anno.

Roberto Puddu

Segretario generale CGIL

Camera del Lavoro Sulcis Iglesiente

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Sardegna-Senegal

La Giunta regionale ha aderito al progetto “Cooperazione Sardegna-Senegal per lo sviluppo sostenibile Territoriale” già finanziato, sulla base dell’Avviso dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS), con un finanziamento nazionale di 626mila euro.
Il piano, con la regia della Regione Sardegna, si avvale di un ampio partenariato composto da Agenzia Forestas, Regione Piemonte, i comuni di Cagliari, Oristano e Iglesias, Unione culturale islamica in Sardegna, ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni del Governo senegalese e Raggruppamento d’interesse comunitario (GIC) di Bossea. L’intervento viene attuato con l’intento di migliorare le condizioni socio-economiche della popolazione della Regione di Matam anche al fine di contrastare il forte processo migratorio che interessa quel territorio.
Il progetto è il frutto dell’accordo sottoscritto, lo scorso 19 maggio nel villaggio senegalese di Dabia, dall’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu, in rappresentanza del presidente Francesco Pigliaru, e da Yaya Abdoul Kane, nel doppio ruolo istituzionale di ministro delle Poste e Telecomunicazioni e di presidente del Raggruppamento d’Interesse comunitario (GIC) di Bossea. Consentirà di realizzare azioni di formazione, riorganizzazione della base fondiaria, diversificazione delle attività produttive, passaggio a fonti energetiche alternative. Viene inoltre previsto il coinvolgimento delle imprese sarde che potranno avviare attività economiche in Senegal attraverso collaborazioni con reti di imprese locali.
«La Regione – sottolinea l’assessore Filippo Spanu -, da tempo impegnata nella progettazione e attuazione di iniziative di cooperazione, ha considerato l’Avviso promosso dal Governo una grande opportunità per dare seguito ai rapporti di collaborazione tra la Sardegna e il Senegal e per contribuire al miglioramento delle condizioni socio-economiche di un Paese da cui partono consistenti flussi migratori. Vogliamo poi, nella prospettiva di una reciproca utilità, offrire agli imprenditori sardi l’opportunità di trovare nuove occasioni di crescita e sviluppo. Occorre rendere sempre più stabile la cooperazione tra territori perché si tratta di uno strumento in grado di incidere in modo positivo sulle cause profonde che inducono tante persone a lasciare il paese d’origine e affrontare un viaggio drammatico verso l’Occidente.»

L’assessore Spanu ricorda che «l’Unità di Progetto, di recente istituita dalla Giunta, abbia il compito non solo di coordinare le azioni di tutte le strutture regionali coinvolte nella gestione dei flussi migratori non programmati ma anche di gestire le attività di cooperazione che possono essere finanziate con ulteriori fondi statali ed europei». 
La Giunta, con un’altra delibera, ha inoltre introdotto assestamenti tecnici e finanziari al Piano regionale per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati per realizzare, sul modello di quelle già attuate nei mesi scorsi, ulteriori iniziative per promuovere l’integrazione attraverso lo sport.
Intanto, in base alle ultimi dati a disposizione degli uffici regionali, sono 10 i progetti di volontariato sociale che consentiranno a oltre 100 migranti di svolgere gratuitamente attività di pubblica utilità.

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«Il presidente Francesco Pigliaru, con la firma a Palazzo Chigi di quest’oggi, ha sancito la fine di uno scempio durato quasi dieci anni e causato dal governo guidato all’epoca da Silvio Berlusconi, riconsegnando l’uso dell’arcipelago de La Maddalena alla Regione Sardegna, ai suoi abitanti e ai turisti. Il nuovo accordo sblocca una situazione ferma da tempo restituendo le giuste prospettive di sviluppo a questo territorio. I punti fondamentali dell’intesa firmata con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni riguardano le bonifiche ambientali, il recupero dei beni e delle aree dell’ex Arsenale e 50 milioni di euro da utilizzare per il rilancio turistico ed economico.»

I quattro consiglieri regionali del gruppo Art. 1 – Sdp, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda, commentano così l’intesa siglata oggi tra Governo e Regione sulla riqualificazione di La Maddalena.

«Quello di oggi è un ottimo risultato per il governo di centrosinistra dell’Isola, e arriva all’indomani degli accordi riguardanti lo stabilimento ex Alcoa di Portovesme. In un periodo complesso e di crisi, si concretizzano quattro anni di lavoro instancabile per una ripresa economica della Sardegna – concludono Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda –, nel rispetto della sua predilezione al turismo e nella prospettiva di una riqualificazione industriale in equilibrio con l’innovazione tecnologica e con il patrimonio ambientale dei nostri territori.»

 

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Il Premier Gentiloni ed il Governatore Pigliaru hanno firmato oggi l’accordo per lo sviluppo di La Maddalena che prevede un investimento di oltre 50 milioni di euro.

«E’ una giornata importante ed emozionante che arriva dopo anni di una ingiustificata, costosa, assurda attesa», ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, a Palazzo Chigi, nel corso della cerimonia per la firma sull’Intesa con il presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni che chiude l’annosa questione sull’ex Arsenale e sulle bonifiche e ridisegna il futuro turistico e ambientale dell’Arcipelago di La Maddalena. L’Intesa conta su una dotazione finanziaria complessiva di oltre 50 milioni di euro, già individuati e in parte compresi nel Patto per la Sardegna. Il loro rapido impiego sarà assicurato dalla nomina di un Commissario straordinario e un soggetto attuatore dell’Intesa.
«Avevamo preso l’impegno di far ripartire il cantiere dell’Arsenale, e lo stiamo facendo – ha commentato il presidente Pigliaru, che si era recato a La Maddalena nel 2014, durante la campagna elettorale, per visitare le strutture abbandonate dal 2009 -. Per La Maddalena era stata tracciata una chiara prospettiva di sviluppo turistico che contava molto sull’Arsenale ma che, improvvisamente, fu abbandonata da chi decise di portare altrove il G8 e dall’incuria e sciatteria istituzionale successiva. Con i Governi Renzi e Gentiloni, che voglio ringraziare, abbiamo lavorato molto sin dall’inizio per sbloccare la situazione e far ripartire quella prospettiva, trovando soluzioni ai molti problemi e recuperando la via del buonsenso. Il buonsenso – ha evidenziato il presidente della Regione – è fare dell’Arsenale un grande attrattore internazionale in un’area che ha una fortissima e chiarissima vocazione turistica e nautica. In questo modo, con l’intesa, liberiamo centinaia di milioni di risorse finora immobilizzati, perché tanto è costato sino ad oggi l’investimento nell’Arsenale. E ne aggiungiamo altre perché ci sono bonifiche da fare, interventi infrastrutturali e investimenti per avviare lo sviluppo e creare lavoro, occupazione e benessere. È una bella giornata – ha proseguito Francesco Pigliaru -, resa possibile grazie all’impegno di tutti coloro che hanno lavorato nel dettaglio, con determinazione e con competenza. Abbiamo dimostrato serietà e capacità di affrontare una vicenda complessa che si trascinava da anni con contenziosi infiniti, abbiamo mostrato affidabilità istituzionale, efficienza amministrativa e qualità dei nostri funzionari e dirigenti. L’approccio con cui si è presentata la nostra Regione, il lavoro di squadra della coalizione a Cagliari e a Roma e l’impegno di chi lavora per dare nuove prospettive alla nostra Isola – ha concluso Francesco Pigliaru -, dà, dunque, i risultati tanto attesi.» 
L’accordo trilaterale firmato oggi mette fine allo stallo che ha riguardato l’ex Arsenale di La Maddalena, in seguito alla dura battaglia legale degli ultimi anni tra Mita Resort e Governo. La società aveva avuto una concessione quarantennale del complesso immobiliare, che sarebbe dovuto essere il cuore degli eventi del G8 del 2009, il Vertice dei Capi di Stato e di Governo, la cui sede fu inizialmente fissata a La Maddalena ma poi spostata a L’Aquila. Con lo spostamento, la convenzione fu rimodulato. Poco dopo, l’accertamento delle mancate bonifiche nel mare prospiciente l’Arsenale determinò la risoluzione della convenzione di gestione della struttura per inadempienza dello Stato. Il Lodo arbitrale riconobbe a Mita il diritto a un risarcimento pari a 39 milioni di euro per i mancati guadagni, a carico della Protezione Civile.
La firma dell’Intesa è stata preceduta dal perfezionamento, siglato dal direttore generale della Presidenza Alessandro De Martini, su mandato della Giunta Regionale, dell’atto transattivo tra Mita Resort, Dipartimento della Protezione civile della Presidenza dei ministri e Regione Sardegna, con cui il complesso immobiliare tornerà nella piena disponibilità della Regione, senza alcun onere per la stessa che, dopo anni di abbandono, potrà finalmente valorizzarlo. La transazione odierna chiude definitivamente tutti i contenziosi, con diversi passaggi significativi. Anzitutto, l’obbligo della Protezione Civile di corrispondere a Mita Resort la somma omnicomprensiva di 21 milioni di euro, nonché la rinuncia dello Stato di qualsiasi rivalsa nei confronti della Regione e viceversa su queste somme. Mita, dal canto suo si obbliga a consegnare alla Protezione Civile, che contestualmente consegna alla Regione (per il tramite dell’agenzia del Demanio e della Capitaneria di Porto) i beni e le strutture affidati a suo tempo in concessione. Sarà la Regione ora a definire il futuro dell’ex Arsenale: la Giunta, nella sua ultima riunione, ha affidato il mandato a tutte le Direzioni generali coinvolte a diverso titolo dall’accordo, di dare celere attuazione ai successivi adempimenti per rientrare concretamente in possesso del compendio immobiliare.
La dotazione finanziaria è imponente con lo sblocco di oltre 50 milioni già individuati nel Patto per la Sardegna. La ripartizione contempla 20,4 milioni per la bonifica anche esterna della darsena dell’ex Arsenale e delle aree adiacenti; 15 milioni quale contributo per rendere produttivi gli insediamenti alla Maddalena; 15 milioni per interventi al piano stralcio del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo. 

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Ieri mattina il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, dopo l’incontro allo stabilimento ex Alcoa, si è recato in visita all’Eurallumina, dove ad attenderlo c’erano un centinaio di lavoratori. Il ministro, con il presidente della Regione Francesco Pigliaru e gli assessori dell’Industria Maria Grazia Piras, dell’Ambiente Donatella Spano, del Lavoro Virginia Mura e dell’Urbanistica ed Enti locali Cristiano  Erriu, ha prima incontrato la direzione aziendale (guidata dall’amministratore delegato Vincenzo Rosino), poi si sono ritrovati nella sala mensa per l’incontro con i lavoratori.

Con il ministro si è parlato delle tariffe elettriche agevolate, per le quali è stato compiuto finalmente il passo decisivo, anche se resta in piedi la durata delle agevolazioni (l’azienda ha chiesto 10 anni ma, quasi certamente, per evitare ostacoli a livello comunitario, si arriverà ad un’intesa sui 5 anni + 5 anni). L’incontro si è svolto in un clima disteso e molto cordiale, oltre che di fiducia per quanto fatto dal Parlamento, sulla spinta impressa dai parlamentari locali, e dal Governo.

Con i lavoratori, poi, si è parlato soprattutto delle problematiche legate alle autorizzazioni di natura ambientale, VIA e AIA, in capo alla Regione Sardegna che, come ha sottolineato ed auspicato nel suo intervento iniziale Antonello Pirotto, rappresentante della RSU, dovrebbero essere definite entro il prossimo mese di gennaio 2018.

Vediamo ora il filmato degli interventi del ministro Carlo Calenda e del presidente della Regione Francesco Pigliaru.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215308476893113/

                                 

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Questa mattina il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, dopo l’incontro allo stabilimento ex Alcoa, si è recato in visita all’Eurallumina, dove ad attenderlo c’erano un centinaio di lavoratori. Il ministro, con il presidente della Regione Francesco Pigliaru e gli assessori Piras, Spano, Mura ed Erriu, ha prima incontrato la direzione aziendale, poi si sono ritrovati nella sala mensa per l’incontro con i lavoratori. Domani documenteremo l’incontro con un album fotografico e il video dell’intervento del ministro Carlo Calenda.

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«Non siamo ancora arrivati a scrivere la parola fine, ma sicuramente oggi, per quanto riguarda la vertenza ex Alcoa, è stato fatto un importante passo avanti.»

Racchiude soddisfazione per quanto fatto e fiducia per il futuro il commento della segreteria territoriale FIOM-CGIL del Sulcis Iglesiente alla giornata vissuta oggi nello stabilimento ex Alcoa di Portovesme.

«Il ministro Carlo Calenda, con il presidente Francesco Pigliaru insieme all’Amministratore delegato di Invitalia, hanno firmato alla presenza delle OO.SS., presso la sala mensa dell’ex Alcoa adibita per l’occasione al ricevimento dell’affollata conferenza stampa, l’accordo di programma per l’investimento proposto dalla Sider Alloys (presente al tavolo nella persona dell’amministratore delegato dottor Giuseppe Mannina) – aggiunge la FIOM-CGIL del Sulcis Iglesiente -. Nell’occasione è stato confermato il passaggio di proprietà dalla multinazionale americana Alcoa ad Invitalia. La FIOM-CGIL del Sulcis Iglesiente, da atto alle Istituzioni Nazionali, Regionali e Territoriali dell’importante passo in avanti compiuto nella giornata odierna; risultato, che nel momento in cui venisse realizzato, potrà essere considerato storico per il rilancio dell’intero polo industriale di Portovesme.»

«È inutile ripetere, quanto risultino importanti le sinergie tra la centrale ENEL, lo smelter di alluminio primario e l’Eurallumina, e di conseguenza come le prospettive di rilancio della stessa Eurallumina e la produzione di energia della stessa centrale Enel, possano godere di vantaggi importanti, forse fondamentali, nel momento in cui questo riavvio si dovesse realizzare – sottolinea ancora la FIOM-CGIL del Sulcis Iglesiente -. I lavoratori dell’ex Alcoa, nella giornata di oggi, ancora una volta hanno partecipato in maniera massiccia, evidenziando in ogni circostanza quanto sia legato il binomio dignità-lavoro, con un entusiasmo che ha travolto tutti, ancora una volta sono stati encomiabili. Ma allo stesso modo hanno chiesto alle stesse Istituzioni di fare presto, invitando tutti al massimo impegno al fine di raggiungere il risultato della ripartenza nel più breve tempo possibile.»

«La FIOM-CGIL del Sulcis Iglesiente, nel prendere favorevolmente le richieste dei lavoratori, non poteva cogliere occasione migliore per inviare a tutti i soggetti della trattativa, ed in particolare a tutti i lavoratori che tanto aspettano questo risultato, i migliori auguri di Buone Feste, con l’auspicio – conclude -, che questo nuovo anno che si appresta ad arrivare, forse sarà davvero migliore. Auguri a tutti.»

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«Due importantissime giornate per il destino dell’ex Alcoa di Portovesme. Giovedì 21 dicembre la Giunta regionale ha approvato lo schema di Accordo di Programma tra Regione, Ministero per lo Sviluppo Economico e Invitalia S.p.A. per la realizzazione del Contratto di Sviluppo presentato dalla Sider Alloys Italia S.p.A., per l’attuazione di un Programma di sviluppo industriale nel sito di Portovesme.»

Lo scrivono, in una nota, i quattro consiglieri regionali del gruppo Art. 1 – Sdp Luca Pizzuto, Eugenio Lai, Daniele Cocco e Paolo Zedda.

«Insieme allo schema di Accordo di Programma, la Giunta, su proposta del Presidente Pigliaru, ha deciso di destinare 8 milioni di euro, come quota di cofinanziamento regionale, per garantire il sostegno della Regione al piano di rilancio industriale proposto dalla Sider Alloys in vista della ripresa della produzione di alluminio primario nel Sulcis – aggiungono -. Nella giornata di venerdì 22 dicembre il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda si è recato nello stabilimento Alcoa a Portovesme, non per festeggiare, come lui stesso ha detto, perché i festeggiamenti si faranno quando sarà tutto finito, quando tutti gli investimenti saranno fatti e le persone riassunte. Il Ministro ha, inoltre,  dichiarato “sono qui per la firma dell’accordo di programma, il pre contratto è stato fatto per la cessione dello stabilimento.»

«Confermiamo la nostra soddisfazione – afferma Luca Pizzuto – ma così come detto dallo stesso Ministro, non festeggiamo ancora. Attendiamo adesso l’11 gennaio quando saranno discussi insieme ai sindacati gli aspetti del Piano industriale, della consistenza finanziaria, degli investimenti, dei tempi di riavvio e dei risvolti occupazionali. Nel frattempo rinnoviamo i nostri ringraziamenti ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali, al Ministero, alla Regione Sardegna e in particolare il presidente Francesco Pigliaru. Noi continueremo a stare al fianco dei lavoratori fino al completo riavvio dello stabilimento.»

 

 

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Via libera ai lavori definitivi di bonifica e messa in sicurezza dell’area mineraria dismessa di Santu Miali, a Furtei. A seguito dell’approvazione del progetto operativo, parte il risanamento ambientale teso a sanare lo stato di emergenza risalente al 2009, anno del fallimento della Sardinia Gold Mining (Sgm) che ha operato su una superficie di 530 ettari. In questi anni Igea, società in house della Regione, ha comunque provveduto a mantenere il sito in sicurezza in attesa delle attività di bonifica, finalmente giunte al via grazie all’impegno della Giunta Pigliaru. La stessa Igea, che in questi due anni ha definito i progetti di risanamento, eseguirà gli interventi il cui costo complessivo è pari a 65 milioni di euro. Questa mattina l’inaugurazione dell’avvio delle bonifiche, nel cantiere di Furtei, con il presidente Francesco Pigliaru, gli assessori Maria Grazia Piras e Donatella Spano, i sindaci dei comuni di Furtei, Nicola Cau, di Guasila, Paola Casula, di Segariu, Andrea Fenu e di Serrenti, Mauro Tiddia, e l’amministratore unico di Igea, Michele Caria.

«Oggi qui parte un cantiere di fondamentale importanza non solo per questo territorio ma per tutta la Sardegna – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -. Abbiamo lavorato a lungo e con determinazione per far partire la bonifica che avevamo promesso, perché le parole diventassero fatti: la giornata di oggi dimostra che ci siamo riusciti. Siamo molto orgogliosi di essere arrivati a questo punto e, soprattutto, di aver raggiunto l’obiettivo con IGEA. Tutti ricordiamo che solo qualche anno fa le lavoratrici di IGEA avevano occupato una miniera per segnalare la gravità della situazione. Anche se ben pochi scommettevano su una soluzione positiva, noi ci abbiamo comunque creduto, investendo risorse ed energie. Tanto impegno è servito perché IGEA, come stiamo dimostrando, è tornata alla piena operatività: oggi lavora garantendo occupazione e mettendo le sue importanti competenze a servizio di tutta la Sardegna, per restituire alla comunità territori finalmente bonificati», ha aggiunto Francesco Pigliaru, ricordando infine che buona parte del progetto su Furtei è già finanziato. «E se serviranno ulteriori risorse – ha concluso il governatore -, non avremo difficoltà a trovarle attraverso il Fondo di Sviluppo e Coesione, perché le bonifiche sono investimenti infrastrutturali essenziali».

Soddisfatta l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, che ha dichiarato: «Abbiamo raggiunto un altro importantissimo traguardo perché possiamo dare ai sardi risposte certe sul risanamento ambientale, sul quale questa Giunta si è impegnata su tutto il territorio regionale. Le bonifiche, per l’alta complessità che caratterizza questi procedimenti, specialmente su porzioni così ampie del territorio, hanno una tempistica necessariamente lunga a garanzia della qualità del progetto e delle tecniche utilizzate. Voglio ringraziare – ha concluso l’assessore Spano – i funzionari dell’Amministrazione regionale che hanno lavorato per rispettare l’iter amministrativo e seguire la tabella di marcia quanto più celermente possibile».

La competenza di esecuzione degli interventi, che prevede un cronoprogramma di tre anni, è in carico all’assessorato dell’Industria tramite la società in house IGEA. «Le bonifiche sono un obiettivo di legislatura: restituire alla popolazione i propri spazi e anche offrire nuove opportunità per lo sviluppo economico, per future intraprese – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Spesso si parla di equilibrio fra ambiente e attività produttive. Furtei era una ferita in un territorio che non ha avuto né sviluppo né tutela dell’ambiente. Stiamo iniziando un’operazione di giustizia e lo stiamo facendo con Igea, nostra società in house a cui abbiamo dato una nuova mission dopo le difficoltà del passato». Maria Grazia Piras ha ringraziato la grande squadra che ha permesso, oggi, l’inaugurazione della «prima, importante bonifica. Tre anni fa – ha commentato – in pochi avrebbero scommesso che ce l’avremmo fatta».

La caratterizzazione ha restituito elevate concentrazioni di metalli pesanti in corrispondenza delle strutture di deposito dei rifiuti minerari. La presenza di acque acide ad elevato contenuto di metalli pesanti in corrispondenza del bacino sterili, dei vuoti minerari e delle falde hanno reso necessaria la progettazione di soluzioni specifiche per le acque minerarie. Dinanzi a questa situazione complessa sono state definite le priorità di intervento. Sarà realizzato un impianto di trattamento per le acque dei vuoti minerari e del bacino sterili. Quindi andranno isolate in maniera definitiva le sorgenti della contaminazione: il progetto prevede che le maggiori discariche minerarie siano completamente rimosse e messe in sicurezza. In una seconda fase si procederà agli interventi sui suoli limitrofi ai centri di pericolo e sulle matrici di riporto nell’area impianti.

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Grazie al sostegno finanziario della Regione e al Patto per la Sardegna, i poli universitari di Cagliari e Sassari realizzeranno due progetti pilota per sperimentare lo sviluppo di Smart Grid e rendere più efficienti dal punto di vista energetico le strutture degli Atenei. Lo prevede una delibera illustrata oggi in una conferenza stampa a Cagliari dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras, alla presenza dei Rettori delle Università di Cagliari e Sassari, Maria Del Zompo e Massimo Carpinelli. Gli interventi, per uno stanziamento pari a 24 milioni di euro (12 milioni per ogni Università), rientrano nelle azioni previste dal Piano Energetico Ambientale Regionale approvato dalla Giunta nel 2016 e si inseriscono nella più ampia strategia energetica della Regione che punta modernizzare il sistema, passando da un modello centralizzato a uno regionale, distribuito, integrato, interconnesso e, soprattutto, sostenibile.
«Stiamo per avvicinare il futuro, un futuro nel quale produrremo energia a costo basso e senza danni per l’ambiente. Più si investe in intelligenza e risorse, più la tecnologia avanza e più in fretta possiamo cambiare le cose in meglio. Ne siamo profondamente convinti e lavoriamo con grande impegno in questa direzione, certi che è quella giusta – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru. –Insieme ad azioni come l’investimento sulla mobilità elettrica e il successo del bando sull’efficientamento energetico degli edifici pubblici, questo è un altro tassello di una strategia precisa. Vogliamo essere in prima fila nella transizione verso le energie rinnovabili con cui tutta Europa sta facendo i conti. Questi progetti di sperimentazione e innovazione portati avanti con le due Università, in particolare, aiuteranno la Sardegna a capire sempre meglio come fare a meno di un’energia basata sui fossili, in un percorso in cui il metano è un passaggio fondamentale – ha sottolineato Francesco Pigliaru, ricordando che le risorse provengono interamente dal Patto firmato con il Governo – e che ancora una volta dimostra la sua concretezza – ha concluso – traducendosi in benefici per la Sardegna.»
«Efficientare gli edifici pubblici deve diventare una priorità. La Regione, gli Enti regionali, le Università, i Comuni e tutte le amministrazione pubbliche, hanno il dovere di fornire il buon esempio. Stiamo investendo risorse importanti – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras – perché le prestazioni energetiche degli edifici pubblici siano migliorate. Occorre promuovere e usare le tecnologie innovative, utilizzare in modo efficiente le fonti rinnovabili e migliorare la stabilità e l’efficienza del nostro sistema energetico. Abbiamo scelto di coinvolgere in questa strategia le due università sarde, sostenendole anche dal punto di vista finanziario perché, essendo i poli della ricerca in Sardegna, possono diventare il veicolo più adatto per divulgare la nuova cultura dell’energia, peraltro condivisa dal PEARS e dall’Unione Europea. I progetti, che dovranno essere presentati entro 60 giorni e che saranno valutati dall’assessorato dell’Industria, dovranno consentire di risparmiare sui costi, migliorare la qualità del servizio energetico e ridurre le emissioni climalteranti. Ciò farà dei due poli universitari anche un luogo di buona pratica, oltre che di interesse da parte di altri ricercatori. Le reti intelligenti della Cittadella Universitaria e del Campus di Ingegneria costituiscono un vero laboratorio sperimentale, dei glocal lab, che non hanno uguali nello scenario nazionale e internazionale. Luoghi dove soprattutto i giovani potranno essere sensibilizzati sui temi dell’efficienza e del risparmio energetico.» 
«Il progetto dell’Università di Cagliari – ha detto il Rettore Maria Del Zompo – è ambizioso e molto complesso: rappresenta una sfida di alto livello che l’Ateneo sente di cogliere. Vogliamo creare uno ‘smart campus’ per rendere la Cittadella universitaria di Monserrato efficiente e attenta al benessere dei luoghi di lavoro e di studio. Ma il progetto, aspetto ancora più importante, vuole anche mettere le competenze e conoscenze dell’Ateneo cagliaritano a disposizione delle imprese e del territorio, perché i moduli che costruiremo a Monserrato saranno replicabili in tante realtà pubbliche della Sardegna.»
«Il cuore della proposta progettuale ‘Unissmartgrid’ – ha detto il Rettore dell’Università sassarese, Massimo Carpinelli – è realizzare, per i poli più energivori dell’Ateneo, una Smart grid dotata di impianti di produzione fotovoltaica e di accumulo che consenta di minimizzare gli assorbimenti di energia da rete e innalzare il livello di autosufficienza energetica del singolo polo. Il progetto consentirebbe di raggiungere l’ambizioso traguardo di una autonomia energetica dei poli di quasi il 72%. Dal 2012 al 2016 abbiamo risparmiato il 28%; nel 2020, raggiungeremo l’obiettivo di un risparmio pari al 63% rispetto al 2012. Un effetto collaterale importante del progetto riguarda la disseminazione culturale sui temi della gestione intelligente e l’uso efficiente dell’energia, attraverso la comunità studentesca universitaria e gli istituti superiori scolastici del nord Sardegna.»
L’Università di Cagliari propone di trasformare la Cittadella Universitaria di Monserrato e il Polo di Ingegneria in due reti intelligenti, intervenendo contemporaneamente e sinergicamente su tutti i livelli: produzione, consumo e l’accumulo. L’approccio è di orientare l’utilizzo della generazione e dell’accumulo distribuito per il soddisfacimento istantaneo della domanda energetica per la componente elettrica, termica e mobilità. L’implementazione della rete intelligente nella Cittadella di Monserrato consentirà di ridurre le emissioni associate agli attuali livelli di consumi di energia del 56% e di ridurre il costo finale dell’approvvigionamento energetico di circa il 40%. Un intervento simile ma in scala ridotta è previsto anche per il Polo di Ingegneria.
L’ateneo sassarese vuole diventare un laboratorio energetico dove coesistono gestione, produzione e consumo dell’energia, paradigma per tutti i protagonisti della filiera dell’energia elettrica. L’obiettivo è di arrivare ad una autonomia energetica del 72% nei poli universitari dove verranno realizzate le smart grid, con una riduzione del 50% del prelievo globale dell’Ateneo. La realizzazione delle smart grid dotate di impianti di produzione e di accumulo di energia consentirà, nei quattro poli più energivori dell’Ateneo, di minimizzare gli assorbimenti dalla rete nazionale innalzando il livello di autosufficienza energetica del singolo polo a circa il 72%.