20 July, 2024
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L’emergenza determinata degli sbarchi diretti di migranti dall’Algeria sulle coste del Sulcis è uno dei temi che saranno affrontati questa sera, nella sede della Prefettura, a Cagliari, dal presidente Francesco Pigliaru nell’incontro con la responsabile del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione Gerarda Pantalone. Nell’occasione il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu sottoscriveranno, con le Prefetture e l’Anci, i due Protocolli d’Intesa sull’accoglienza diffusa e sui progetti di volontariato sociale per i migranti. Nella corso della riunione verrà esaminato anche il tema dell’apertura nell’Isola di un Centro permanenza per i rimpatri «che rappresenta – dice l’assessore Filippo Spanu – un efficace strumento di dissuasione ad affrontare il viaggio dal nord Africa alla volta delle coste della Sardegna sud-occidentale». 

«Stiamo seguendo con attenzione e in stretto contatto con il ministero dell’Interno il preoccupante fenomeno del flusso migratorio dall’Algeria – sottolinea Filippo Spanu -. In diverse occasioni il presidente Pigliaru ha segnalato al ministro Minniti la gravità della situazione e chiesto con forza che il Governo intensifichi il dialogo con le autorità algerine e percorra tutte le strade possibili per bloccare il flusso e dare corso ai rimpatri. C’è la disponibilità del comune di Macomer a ospitare il Cpr con precisa richiesta di garanzie e alla presenza del sindaco Antonio Onorato Succu verranno approfonditi modalità, tempi e condizioni per rendere operativa la struttura in tempi brevi.»
La Regione, nel corso di un recente incontro con i vertici del ministero dell’Interno, ha richiesto una risposta formale su alcuni punti: la struttura deve essere esclusivamente destinata ai migranti in arrivo dall’Algeria, è necessario un rafforzamento dei contingenti di polizia nei territori interessati sia al momento dello sbarco che nella fase di detenzione amministrativa nel Cpr, non deve esserci sovrapposizione con altre forme di accoglienza e deve essere favorito il coinvolgimento attivo degli operatori locali nelle azioni di assistenza e servizio.
Dopo i 34 arrivati sabato a Porto Pino, ieri altri 14 algerini sono sbarcati a Teulada.

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«I sardi sono cittadini dell’Unione Europea e hanno lo stesso diritto degli altri alla mobilità: è una questione di pari opportunità ed è la pretesa, che riteniamo del tutto legittima, su cui si basa il nostro disegno di Continuità territoriale.» Lo ha detto oggi il presidente della Regione, Francesco Pigliaru.
«L’attuale CT si è dimostrata inadeguata a garantire tale diritto ed è per questo che la nostra proposta prevede più voli e più posti a disposizione rispetto a quanto sia stato fatto sinora. Chiunque abiti in Sardegna sa perfettamente che il trasporto aereo è il nostro ponte con il resto del mondo, la connessione essenziale da cui dipende la nostra possibilità di spostarci. Gli aerei sono per noi, che viviamo su un’isola periferica, ciò che per altri è l’alta velocità: subire vincoli ingiusti sulla mobilità aerea è forse lo svantaggio principale conseguente a una non riconosciuta condizione di insularità. Noi lo sappiamo, ma deve prenderne atto anche l’Europa. Siamo impegnati fin dal primo giorno nel confronto sull’insularità e alcune cose le abbiamo ottenute, come dimostrano i 3 miliardi di risorse del Patto – ha aggiunto Francesco Pigliaru – e continuiamo a adoperarci su tutti i fronti perché le nostre richieste, sulle quali abbiamo ottenuto condivisione da parte del ministro Graziano Delrio proprio in occasione del G7 Trasporti, vengano accolte in Europa. Le interlocuzioni vanno avanti e gli uffici dell’Assessorato, che lavorano a pieno regime, forniranno tutti gli approfondimenti richiesti. Ma non permetteremo che venga negato il nostro diritto alla mobilità, punto essenziale della questione insularità: è la grande battaglia che ci riguarda tutti – ha concluso il presidente Francesco Pigliaru – e per vincerla dobbiamo combatterla uniti.»

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«Nei prossimi giorni dovrà essere completata la costituzione del comitato dell’autorità portuale della Sardegna, organismo previsto dalla riforma del sistema portuale, costituito da esperti nel settore della navigazione e che coadiuva il presidente nella attività amministrativa e di programmazione. Si tratta di un incarico non retribuito ma allo stesso tempo il compito che dovrà essere svolto è di elevata importanza per lo sviluppo e la crescita dei porti dell’isola. Mentre Cagliari e Olbia saranno rappresentati da esperti indicati dai rispettivi sindaci, Porto Torres, che non era sede di autorità portuale, potrà essere presente solo se il presidente della Regione indicherà un esperto che proviene dal territorio.» Così scrive in una lettera al presidente Francesco Pigliaru il senatore Pd Silvio Lai che riporta un’esigenza ed una giusta aspirazione del territorio.

«Il porto di Porto Torres non è un’infrastruttura qualunque per la Sardegna, rappresenta ancora la porta di entrata per l’isola per il nord Italia e il sud della Francia, presenta una complessità che ne fa una delle più delicate strutture in Italia per la compresenza del porto industriale, fatto che ne ha consentito il riconoscimento anche nella riforma portuale come sede di un ufficio tecnico dedicato. Sarebbe un segno di sensibilità politica – conclude Silvio Lai – individuare tra gli esperti dei sistemi portuali un rappresentante della regione che sia di Porto Torres, una città che alle scorse elezioni regionali ha tributato al presidente Pigliaru oltre il 52% dei consensi.»

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I lavori del Consiglio regionale sono ripresi oggi con la prosecuzione del dibattito sulla riforma della rete ospedaliera. In discussione il capitolo 6 “Il modello di riferimento e gli obiettivi del riordino”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione l’emendamento 681 (Agus e più) il cui esame era stato rinviato nella seduta precedente. Su richiesta di alcuni consiglieri i lavori dell’aula sono stati sospesi per alcuni minuti.

Alla ripresa dei lavori il consigliere Francesco Agus ha presentato un emendamento orale all’emendamento 281 che introduce alcune variazioni terminologiche: non più una richiesta di sopprimere la parte del quarto capoverso del capitolo 6.3 che introduceva la possibilità di procedere a un’unione del Policlinico Universitario di Monserrato con l’ospedale Brotzu, ma la subordinazione di questa eventualità a uno studio approfondito. 

Sulla proposta di Francesco Agus è intervenuto il vicepresidente della Commissione Sanità Edoardo Tocco (Forza Italia) che ha annunciato il voto favorevole all’emendamento orale: «I due poli sono decisamente diversi. E’ giusto che questo venga rimarcato, il Brotzu è l’ospedale delle urgenze, il Policlinico è invece destinato alla didattica. Sono due ospedali che marciano a velocità diverse».  

Anche Alessandra Zedda ha annunciato il suo voto a favore: «Sarebbe meglio cassare del tutto la previsione di una fusione tra i due ospedali – ha detto Alessandra Zedda – rimaniamo contrari a all’accorpamento delle due unità. Qualsiasi valutazione deve essere fatta alla luce dell’approvazione finale della rete ospedaliera».

Per Paolo Truzzu (FdI) «l’emendamento Agus è una soluzione accettabile vista la situazione che si è creata. Dobbiamo abituarci, quando si discutono questioni che riguardano il futuro dell’Isola, ad affrontarle in modo compiuto e con dibattiti fatti alla luce del sole».

Christian Solinas (Psd’Az) ha chiesto un chiarimento all’assessore sul costo industriale di un posto letto del Policlinico rispetto al Brotzu. «Ci sono differenze sostanziali o le situazioni sono sovrapponibili? – ha detto il consigliere dei Quattro Mori – se così non fosse ogni ipotesi di fusione sarebbe irrealizzabile».

L’assessore alla Sanità Luigi Arru, dopo aver dato parere favorevole alla proposta del consigliere Agus, ha ricordato che le norme e le indicazioni ministeriali vanno verso un superamento della netta distinzione tra didattica, ricerca e assistenza. «Ciò significa che le differenze rigide verranno meno – ha detto Arru – verranno favoriti i  passaggi di medici ospedalieri all’insegnamento». Sui costi Arru ha chiarito: «La spesa per un posto letto all’Aou deve essere uguale a quella del Brotzu. Il costo in termini assistenziali sarà lo stesso. Il personale docente deve svolgere sia compiti di ricerca che di assistenza. La costituzione di un posto letto “grezzo” è di circa 300mila euro».

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha annunciato il suo voto a favore chiedendo però che si chiariscano bene i termini dell’operazione: «Siamo stanchi dello smantellamento di strutture a favore di altre. Occorre dare un’interpretazione corretta e far capire che non si tratta di fusioni». Messo in votazione l’emendamento orale presentato dal consigliere Agus è passato all’unanimità.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento n. 613 (Usula e più) finalizzato al riconoscimento quale ospedale di II livello del San Francesco di Nuoro. Su richiesta del primo firmatario, il Consiglio ha deciso di rinviare alla fine della discussione l’esame dell’emendamento nonostante l’opposizione del relatore di maggioranza Luigi Ruggeri (Pd).

Il presidente Ganau ha poi messo in votazione l’emendamento n. 288 (Tedde e più). Anche in questo caso i firmatari hanno proposto un rinvio del voto alla fine della discussione. Il presidente ha fatto notare che l’emendamento prevede la modifica di una tabella e per tanto va votato. Il primo firmatario Marco Tedde ha insistito nella richiesta: «La tabella è collegata all’intero impianto del documento.  Se si vota si inficia tutto il provvedimento».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha quindi chiesto una breve sospensione della seduta. Proposta accolta dal presidente Ganau.

Alla ripresa dei lavori Gianfranco Ganau ha chiesto il parere della Commissione sull’emendamento 288. Il presidente Raimondo Perra ha ribadito il parere contrario. Il primo firmatario Marco Tedde, prendendo atto della decisione di non rinviare l’esame dell’emendamento n.288, ha annunciato il suo voto a favore.

Messo in votazione, l’emendamento è stato respinto.  

Approvato l’emendamento 360 (Daniele Cocco primo firmatario) con il parere favorevole della Commissione e della Giunta.

Respinti gli emendamenti 771, 289, 696, 775, 774, 290, 634, 778, 770, 776 e 286.

Approvato il 615 (Perra, Ruggeri) sul ruolo della Giunta e della commissione competente.

All’emendamento 624 (Usula) sono stati presentati gli emendamenti 868 (sostitutivo totale) e 878 (aggiuntivo) con parere favorevole di Giunta e commissione. Entrambi sono stati approvati.

L’emendamento 868 riguarda l’Aou di Monserrato e gli ospedali di Iglesias, Tempio, Ozieri e Nuoro. 

L’emendamento 878 riguarda invece il Cto di Iglesias.

Approvato anche il testo del capitolo 6, il presidente Ganau ha messo in votazione gli emendamenti aggiuntivi.

Approvato il 616 (Tocco) su counseling psicologico. Respinto il 699, il 698, 701, 782, 617, 785, 784, 643.

L’emendamento 619 (Tocco) è stato ulteriormente emendato in aula per accordo con la maggioranza.

Approvato anche l’emendamento 781 (Perra) sui presidi unici Dea di I livello.

L’on. Rubiu (Udc) ha illustrato l’emendamento 650 relativo alla possibilità di risparmio dei costi con un accorpamento del servizio delle guardie mediche. Favorevole anche il sardista Angelo Carta. L’on. Luigi Ruggeri (Pd) a nome della commissione ha invitato i presentatori al ritiro, per la difficoltà di attuazione della proposta. L’emendamento 650 è stato poi respinto, insieme al 651.

Sull’emendamento 625 (Tocco) si è acceso un dibattito concluso dall’assessore Luigi Arru: “La specialità è presente all’ospedale Brotzu, nel rispetto del DM 70”. Per l’on. Annamaria Busia “la mancata specificazione di quel che deve avvenire e quell’atto aziendale che viene annunciato e ritirato ci costringe a mantenere questo emendamento”. L’emendamento non è stato approvato e nemmeno il 703, 705.

Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha continuato l’esame degli emendamenti.

Approvati dall’Aula il n. 709 (Cossa) e 874 (Ruggeri) che riguardano gli interventi sul Binaghi di Cagliari nell’ambito di una programmazione regionale che sarà definita d’intesa con la Città Metropolitana.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, la vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha richiamato l’attenzione del Consiglio su una dura presa di posizione del Partito dei Sardi relativa al negoziato fra Regione e Governo in materia di accantonamenti. Questa posizione, ha sostenuto, «di fatto apre la crisi della maggioranza perché si tratta del secondo partito della coalizione, per cui è necessario un chiarimento immediato del presidente Francesco Pigliaru al quale ricordo che disse, in un confronto con il collega Cappellacci, che si sarebbe dimesso in caso di risposta negativa del Governo».

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha replicato precisando in apertura che la sua dichiarazione si riferiva ad un accordo Stato-Regione che, nella realtà, ha liberato risorse importantissime per la Sardegna, eliminando forti vincoli sulla spesa che ne avevano rallentato l’attività e lo sviluppo. Ciò non vuol dire, ha puntualizzato, «che lo Stato non abbia fatto cose che non erano previste contro le quali è giusto protestare e ribellarsi». Quanto al negoziato in corso, ha affermato, «siamo andati a Roma per chiedere più risorse per la Sardegna e combattere una palese sproporzione e, trattandosi di partite che si giocano a livello di governo regionale e nazionale, si è aperto un tavolo che proseguirà con una riunione già convocata per mercoledì prossimo». Confermo comunque, ha aggiunto, «che non ci sarà nessun accordo senza il passaggio ed il supporto del Consiglio, che non sarà tenuto all’oscuro e col quale anzi siamo pronti a confrontarci, sia con la maggioranza che con l’opposizione, su una battaglia così importante».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha osservato che «le dichiarazioni del presidente Pigliaru segnano una notevole discontinuità rispetto al passato quando un precedente accordo con il Governo fu sottoscritto senza alcun passaggio in Consiglio regionale». Per questo, ha concluso, «prendo atto che il presidente ha detto che è pronto a discutere e propongo di sospendere l’esame della rete ospedaliera per aprire un dibattito sul confronto con lo Stato; in definitiva sospendiamo e facciamo dibattito per assegnare al presidente un mandato pieno o per tornare a casa in assenza di risultati».

Il presidente Ganau ha assicurato che il dibattito sul tema degli accantonamenti si terrà, ma dopo l’approvazione della riforma della rete ospedaliera.

La consigliera del Pd Daniela Forma ha proposto un emendamento orale all’emendamento n. 874 per introdurre la questione del project financing di Nuoro dove, «a prescindere dall’esito delle controversie legali, occorre programmare l’utilizzo dei risparmi di risorse derivanti dall’annullamento del contratto per potenziare l’offerta sanità del’area nuorese e dare un segnale positivo rispetto alle preoccupazioni della comunità e degli operatori del settore».

Il presidente Gianfranco Ganau ha risposto che la proposta è inammissibile perché non collegata all’emendamento in esame che parla dell’area di Cagliari.

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha manifestato dispiacere per l’inammissibilità perché esiste concretamente il rischio di un de finanziamento per la sanità nuorese.

Anche il capogruppo di Art.1-Mdp Daniele Cocco ha condiviso “lo spirito” della proposta perché in effetti, ha detto, «c’è molta preoccupazione sul dopo project che ha già determinato la sospensione di molte attività importanti, per cui è necessario che l’assessore fornisca precise rassicurazioni, anche sulla sorte dei lavoratori.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiarito che il problema sarà affronta top in sede di esame del capitolo 12.

Sull’emendamento n. 639 (gruppo Udc) il consigliere Alfonso Marras ha osservato che «non si capisce il criterio seguito nella classificazione delle strutture secondo il quale, in particolare, solo Nuoro è stata riconosciuta come struttura complessa a differenza di altre, come Oristano, che si sono viste declassate, una scelta che comporterebbe una oggettiva riduzione della qualità dei servizi».

Il consigliere del Pd Antonio Solinas ha sollecitato l’intervento dell’assessore Luigi Arru, dopo alcune garanzie solo informali, sul mantenimento del centro trasfusionale di Oristano.

L’assessore Luigi Arru, dopo aver ribadito che l’attribuzione del ruolo di struttura semplice o complessa è di competenza dell’atto aziendale e quindi del direttore generale, ha assicurato che chiederà le motivazioni delle scelte, fermo restando che sul centro trasfusionale è aperto da un anno un tavolo tecnico di confronto. «Porterò in Aula», ha concluso, «gli esisti del lavoro».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha riconosciuto la correttezza dell’assessore nel qualificare come “fatto gestionale” ma ha osservato che, di fatto, «nella redistribuzione alcune realtà sono state favorite ed altre no ed Oristano, nello specifico, ha ottenuto significativi riconoscimenti in termini di posti letto».

Il consigliere del Pds Augusto Cherchi ha definito quella sui posti letto «una polemica sterile ma, in relazione alla medicina trasfusionale che è una unità strategica, emerge una discrasia fra l’atto aziendale e i documenti ministeriali sulle reti ospedaliere». Affronteremo il problema in seguito, ha annunciato, «con l’esame di emendamenti specifici».

Messo ai voti, l’emendamento n. 639 è stato respinto.

Sull’emendamento n. 787 (Forma) che prevede l’istituzione dei comitati consultivi misti con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi, la consigliera Daniela Forma (Pd) ha sollecitato la revisione del parere contrario della commissione, perché a suo avviso si tratta di organismi che rivestono una funzione importante nell’umanizzazione delle cure.

Il relatore Luigi Ruggeri (Pd) ha chiarito che il motivo del parere negativo era solo legato ad una scarsa chiarezza sulla formulazione per cui, in caso di revisione di alcune parti del testo (soprattutto sulla composizione dei comitati) c’è consenso sulla proposta. Dopo la rettifica del testo, l’emendamento è stato approvato.

Sull’emendamento n. 711 relativo alle procedure di reclutamento del personale il consigliere Francesco Agus (Misto-Campo progressista) ha invitato il Consiglio ad una riflessione più approfondita perché, ha sostenuto, «quello del reclutamento del personale è tema urgente ed il Consiglio si è già espresso per un censimento dei precari che ancora non si concluso, lasciando spazio ad interventi disorganici e settoriali». Ritengo necessario, ha concluso, «che siano messi a disposizione del Consiglio i dati sugli organici della sanità a pieno regime per verificare reale disponibilità e che si proceda quanto prima all’assunzione degli idonei che hanno superato concorsi pubblici».

L’assessore Luigi Arru ha rassicurato il consigliere comunicando che è stato completato il lavoro di ricognizione delle risorse umane del sistema sanitario regionale mentre, con gli atti aziendali, si procederà alle stabilizzazioni dei precari.

Il consigliere Francesco Agus ha quindi ritirato l’emendamento.

Il consigliere Emilio Usula (Misto Rossomori), prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha chiesto spiegazioni su quanto è previsto dal documento sugli stabilimenti sanitari delle aree disagiate.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiarito che il contenuto del documento in relazione alle aree disagiate è stato definito puntualmente in precedenza.

Successivamente ha tolto la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì prossimo 17 ottobre, alle ore 16.00.

 

 

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Venerdì mattina arriveranno alla Carbosulcis 28 direttori dell’istituto nazionale di fisica nucleare per prendere visione delle attività, degli impianti e del relativo sito in cui sono state installate le prime infrastrutture del progetto Aria, l’impianto pilota per eseguire i primi test, l’attrezzamento del pozzo di 300 metri.

Il progetto Aria è stato presentato il 24 luglio 2015 nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia.

L’obiettivo del progetto Aria è la separazione dell’aria nei suoi componenti fondamentali, elementi che trovano utilità in diversi ambiti di ricerca e applicazione. Uno di questi componenti, l’Argon-40, è un materiale pregiatissimo che permetterà lo sviluppo di una innovativa tecnica per la ricerca della materia oscura ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, progettata e realizzata dall’esperimento DarkSide, una collaborazione internazionale guidata dall’INFN, che vede la partecipazione di oltre trenta istituti provenienti da nove nazioni (Italia, Brasile, Cina, Francia, Polonia, Russia, Spagna, Svizzera, USA).

Altri componenti dell’aria, come l’ossigeno-18 e il carbonio-13, che, propriamente e completamente selezionati e isolati, sono anch’essi pregiatissimi in diversi ambiti di applicazione. Questi elementi hanno un mercato internazionale di grande rilievo – oggi di circa 200 milioni di euro, ha sottolineato Cristian Galbiati -, dal quale tuttavia l’Italia è attualmente esclusa. Materiali pregiati per la ricerca della materia oscura condotta dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) presso i laboratori nazionali del Gran Sasso. 

Grazie alle infrastrutture uniche della miniera di Monte Sinni, il progetto Aria permetterebbe di sviluppare un ciclo produttivo in grado di abbassare notevolmente i costi energetici di produzione di questi materiali speciali, rendendoli più accessibili e fruibili. In questo modo, Aria contribuirebbe ad aumentare la disponibilità di tecnologie avanzate per lo screening medico, incluse le tecniche diagnostiche per la lotta al cancro. Utilizzando per la separazione dell’aria strutture pre-esistenti, l’innovativo processo tecnologico comporterà inoltre un impatto ambientale nullo.

Per il Sulcis e la Sardegna si tratta di una scommessa per riconnettere ricerca scientifica e sviluppo locale, valorizzare gli importanti investimenti degli anni passati nelle infrastrutture minerarie del sottosuolo ed il lavoro dei lavoratori della Carbosulcis.

Alle 12.30, l’amministratore unico della Carbosulcis, ingegner Antonio Martini, illustrerà il progetto ai dipendenti Carbosulcis. Nel pomeriggio, i 28 direttori si recheranno a Cagliari, dove incontreranno il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru.

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La nuova dura critica arrivata dall’ex assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, uno dei due leader del Partito dei Sardi, ha riscaldato nuovamente il clima in seno alla maggioranza di centrosinistra che guida la Regione e in serata è arrivata, puntuale, la replica di Pietro Cocco, capogruppo del Partito democratico.

«Invito il Partito dei Sardi ad abbassare i toni dello scontro all’interno della maggioranza  su argomenti sui quali non hanno l’esclusiva perché sono patrimonio di tutto il Centrosinistra – scrive Pietro Cocco in una nota -. Siamo tutti d’accordo sul fatto che la cifra annuale di partecipazione trattenuta dallo Stato alla Sardegna è eccessiva, ma se è vero che la nostra Regione non può più sopportare il peso di trattenute di questa entità, è altrettanto vero che il tavolo della trattativa è sempre aperto a Roma nella massima trasparenza e si sta avviando un percorso condiviso di ridimensionamento per un problema che dura da tanto tempo.»

«Noi partecipiamo annualmente con 684 milioni di euro, una cifra che non da oggi riteniamo eccessiva ed è su questo che il presidente Pigliaru ha riavviato le trattative su mandato ricevuto dal Consiglio per rivendicare con maggiore forza i nostri diritti – aggiunge Pietro Cocco -. Va anche ricordato che il nostro rapporto con il Governo in questi ultimi anni di leale collaborazione  ha  prodotto i suoi effetti: Ci sono stati una serie di risultati che il Partito dei sardi omette di dichiarare o fa finta di non conoscere e mi riferisco al fatto che col Governo Renzi siamo riusciti a strappare la chiusura delle Norme di Attuazione dello Statuto, a farci dare 900 milioni di euro di arretrati e 150 milioni di euro in più di entrate certe per ogni anno.»

«Inoltre non va scordato, perché non è un dettaglio,”il Patto per la Sardegna” che ha significato per la nostra Isola ricevere 3 miliardi di euro. Credo, pertanto, che in questo momento sia utile e necessario che ognuno dia il proprio contributo – conclude il capogruppo del Partito democratico – evitando fughe in avanti che dividono e non contribuiscono a risolvere i problemi.»

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I rapporti tra i partiti della maggioranza di centrosinistra che guida la Regione, sono sempre più tesi, in particolare tra il Partito dei Sardi e il Partito democratico. Altro tema di scontro è quello degli accantonamenti, per i quali ieri il presidente Francesco Pigliaru e il vicepresidente ed assessore della Programmazione Raffaele Paci hanno incontrato una delegazione del Governo, a Roma.

L’ex assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, uno dei due fondatori del Partito dei sardi (l’altro è Franciscu Sedda), ha commentato con toni molto duri i risultati dell’incontro avuto ieri dal presidente e dal vicepresidente della Giunta con il sottosegretario Maria Elena Boschi, in un intervento pubblicato nel sito www.sardegnaeliberta.it .

«Come sempre più spesso accade – ha scritto Paolo Maninchedda -, i giornali di oggi non servono a capire ciò che è realmente successo ieri.
Ieri è accaduto che il Presidente della Sardegna e l’Assessore del Bilancio sono andati a Roma a parlare col sottosegretario italiano Boschi di accantonamenti.
Secondo un copione, sbagliato e già visto sugli accantonamenti, la delegazione della Giunta ha impostato una missione importante su un problema creato a suo tempo dalla Giunta stessa, senza discutere prima con le forze di maggioranza e col Consiglio della strategia relativa alla questione delle Entrate.»
«Il capogruppo del Partito dei Sardi Gianfranco Congiu ha chiesto la sospensione dei lavori dell’Aula, la riunione dei capigruppo e ha ottenuto che il Presidente della Giunta vada in Consiglio e riferire – ha aggiunto Paolo Maninchedda –. È accaduto che solo dopo che il PdS ha imposto alla Giunta di non condurre trattative bilaterali senza mandato su questioni così rilevanti, è venuto fuori un profluvio di comunicati rassicuranti da parte della Giunta che garantivano che non c’era alcuna intenzione di ignorare le forze politiche e le istituzioni della Sardegna. In realtà, la missione dalla grazia Boschi si era già svolta sotto il segno dell’esclusivismo presidenziale.»
«Oggi sui giornali questa sequenza dei fatti, che è sostanza, diviene un minestrone, e noi addirittura veniamo iscritti non tra coloro che hanno difeso il diritto sacrosanto dei sardi di sapere che cosa si va a dire al Governo italiano prima di dirlo – ha concluso Paolo Maninchedda -, ma iscritti d’ufficio in grassetto tra i protestatari e non tra coloro che difendono la dignità delle istituzioni.»

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Tutti a Iscol@, il programma della Regione pensato per il miglioramento delle competenze degli studenti e per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, è alla sua terza edizione. E’ stato pubblicato infatti l’avviso per il terzo anno consecutivo, al quale possono partecipare tutte le Autonomie scolastiche per le tre linee d’intervento: la linea A, miglioramento delle competenze di base italiano e matematica, linea B Scuole aperte, con la didattica laboratoriale, linea C sostegno psicologico, pedagogico e di mediazione interculturale. Questa mattina, a Villa Devoto, il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore della Pubblica istruzione Giuseppe Dessena hanno presentato le novità del terzo bando.
«Se con Iscol@ interveniamo sull’edilizia scolastica perché i nostri ragazzi abbiano scuole belle e sicure, con Tutti a Iscol@ contribuiamo a dar loro una didattica adeguata ai tempi, perché possano arrivare a confrontarsi alla pari con i loro coetanei delle regioni più avanzate – ha detto il presidente Pigliaru, sottolineando come il grande nemico da combattere sia la dispersione scolastica –. Il calo in tre anni dal 23,5% al 18,1% è un buon miglioramento: abbiamo vinto una battaglia, ma dobbiamo vincere la guerra. Quando un ragazzo abbandona la scuola abbandona un pezzo del proprio futuro e del futuro della Sardegna – ha spiegato Francesco Pigliaru -. Queste risorse, che faremo crescere ulteriormente, sono tra i soldi meglio spesi in assoluto in questi anni di governo. E quando dico che stiamo portando avanti un’azione importante non intendo che lo sta facendo la sola Giunta: tutto ciò è possibile grazie alla bravura e l’impegno di intere comunità scolastiche coinvolte insieme ai Comuni in questo processo di crescita, dai dirigenti sino agli alunni e le famiglie. La dimostrazione è la partecipazione straordinaria che abbiamo avuto qualche giorno fa, in Manifattura, per la giornata di Sinnova dedicata ai nostri progetti. Quell’entusiasmo è il miglior modo per trasmettere il messaggio che stare a scuola è bello, utile, vivace, importante ed è la miglior lotta contro la dispersione scolastica. Siamo sulla strada giusta: ora dobbiamo disseminare gli interventi il più possibile nella regione – ha concluso il presidente Pigliaru -, e farlo molto in fretta.»
Le risorse investite dalla Giunta nel biennio precedente per il programma sono state complessivamente 33,8 milioni. Di queste si stima un finanziamento medio per Autonomia di 121mila euro, e un importo medio per studente di 400 euro.
Per quest’anno scolastico 2017/2018 la dotazione sarà di 21 milioni, di cui 2,6 milioni dedicati alle Autonomie scolastiche del nuorese, un elemento di novità introdotto grazie al Fondi FSC di Integrazione per il Piano straordinario di Rilancio del Nuorese.
Negli anni scolastici 2015/2016 e 2016/2017 hanno aderito ai progetti 228 Autonomie, ovvero l’82%, per un totale di 1.100 laboratori portati a termine. Gli studenti che hanno partecipato e beneficiato del programma Tutti a Iscol@ nei primi due anni sono stati 84mila: per animare l’attività didattica extracurricolare sono stati assunti 486 nuovi docenti, che hanno affiancato quelli di ruolo, e 727 persone tra il personale Ata tra collaboratori scolastici e assistenti amministrativi. Le imprese, gli enti e le associazioni che hanno aderito a Scuole Aperte sono state 430. L’obiettivo che si sta perseguendo di aggredire la dispersione scolastica ha dato i primi risultati e si continua a lavorare in questa direzione. Nel 2014, infatti, i giovani che non portavano a termine gli studi erano il 23,5% mentre, secondo l’ultima rilevazione Eurostat di maggio 2017, gli studenti sardi che abbandonano i banchi prima del tempo sono il 18,1%. Quasi il 5% in meno. La rilevazione evidenzia inoltre che nessuna regione d’Italia ha ridotto maggiormente la propria percentuale di abbandoni scolastici/formativi nello stesso lasso di tempo.
Oltre ai 2,6 milioni dedicati ai progetti delle Autonomie scolastiche del nuorese, tra le novità di quest’anno c’è la firma del Protocollo d’intesa tra Regione e Ministero dell’Istruzione (3 febbraio 2017) che garantisce agli insegnanti sardi, impegnati nei progetti di Tutti a Iscol@, il punteggio nelle graduatorie. Un risultato importante che valorizza i profili professionali degli insegnanti, mentre per il personale Ata il punteggio era stato riconosciuto già l’anno scolastico 2015/2016.
E’ stato inoltre firmato un Protocollo aggiuntivo tra Miur e Regione per il potenziamento organizzativo, che servirà a garantire sostegno alle attività dei Dirigenti scolastici reggenti. Si coprono così 42 scuole in reggenza. Tra i nuovi interventi portati avanti dalla Regione a favore delle scuole c’è il rafforzamento della cultura professionale degli insegnanti. Per questo sono infatti stati stanziati 8,6 milioni di euro per la formazione: un programma triennale mirato all’apprendimento di un metodo didattico al passo con i tempi e innovativo. L’intervento prevede tre linee: la linea 1 per circa 3 milioni di euro per la formazione degli insegnati su approcci e metodologie didattiche innovative, la linea 2 che riguarda l’internazionalizzazione dei sistemi educativi e la mobilità che sarà finanziata con 4 milioni, e infine la terza linea sulla formazione del personale della scuola e nuove tecnologie per 1milione 558mila euro.
«Con il terzo bando di Tutti a Iscol@ – ha concluso l’assessore Dessena – abbiamo introdotto elementi di novità molto importanti, che aiuteranno le scuole nella parte amministrativa e gli studenti, ancor più di quanto avvenuto sinora, per la parte di sostegno e innovazione della didattica. È un’azione sistemica di rilevante importanza per le risorse finanziarie che abbiamo destinato, e per i risultati tangibili che si stanno ottenendo, soprattutto nell’aggressione alla dispersione scolastica. Solo quest’anno abbiamo investito 21 milioni sui laboratori, ai quali si aggiungono i 7 milioni dell’Orientamento Universitario, fondamentale per i ragazzi che devono decidere del loro futuro professionale. Gli insegnanti saranno supportati nella formazione e a questo abbiamo dedicato un programma triennale che vale 8,6 milioni, altri 12 milioni sono dedicati alla didattica innovativa in classe, per l’acquisto di tablet e pc per gli studenti. Il programma funziona e continueremo a girare per i territori per monitorare le singole situazioni e apportare miglioramenti.»

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Palazzo Chigi

E’ iniziato ufficialmente, a Palazzo Chigi, il percorso per arrivare a un’intesa fra Regione Sardegna e Stato sulla quota di accantonamenti da versare come contributo alla finanza pubblica per il risanamento del debito. Nell’incontro di oggi fra il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore del Bilancio Raffaele Paci con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, il sottosegretario dell’Economia e delle Finanze Pier Paolo Baretta ed il sottosegretario degli Affari regionali Gianclaudio Bressa, infatti, è stato deciso di avviare il confronto per arrivare alla definizione di una cifra condivisa. Il prossimo incontro è stato già fissato per mercoledì alle 10.30. Nel momento in cui nelle prossime settimane si arriverà a un accordo, verrà inserito con emendamenti nella Legge di stabilità.
«C’è disponibilità del Governo a continuare un confronto già avviato ma che oggi vogliamo rilanciare perché i tempi sono stretti, c’è una legge di stabilità che sta arrivando e vogliamo che lì si risolva questo problema che stiamo ponendo con grande forza – dice il presidente Francesco Pigliaru -. Nel prossimo incontro si comincerà già a parlare di cifre, confrontandoci su quello che noi consideriamo un contributo equo e proporzionato alla finanza pubblica. Ovviamente le Regioni devono partecipare, ma la cifra che paghiamo adesso, quasi 700 milioni, è decisamente sproporzionata per una regione che ha un Pil come il nostro e paga ancora le conseguenze di una crisi economica devastante. Una volta raggiunta uno schema di accordo, e credo che ci riusciremo, lo porteremo in Consiglio regionale per condividerlo. Con questa intesa – conclude Francesco Pigliaru – vogliamo che siamo fissate regole chiare, certe ed eque.»
Quello di oggi è il quarto incontro a Roma sull’argomento, i primi due con Bressa a febbraio e marzo, il terzo con Boschi e i dirigenti del Mef e della Ragioneria dello Stato ad aprile. La Sardegna paga attualmente 684 milioni di euro di accantonamenti, una cifra ormai insostenibile anche alla luce dei nuovi costi, per esempio farmaci innovativi e trasporto disabili, interamente sulle spalle della Regione. Secondo l’ultima sentenza della Corte Costituzionale, pur dovendo le Regioni a Statuto speciale contribuire con gli accantonamenti, è necessaria un’intesa sulla cifra. Inoltre, gli accantonamenti non possono essere considerati un contributo a tempo indeterminato, essendo invece del tutto straordinario.
«C’è disponibilità del Governo ad accettare un confronto in cui lo Stato e la Regione si mettono d’accordo su una cifra, quanto la Sardegna deve contribuire alla finanza pubblica per i prossimi 3 o 5 anni – spiega l’assessore Raffaele Paci -. È il metodo già seguito da Trento e Bolzano che si è dimostrato molto solido anche rispetto ai contenziosi e sentenze. Andremo avanti con questa trattativa: si parte da 684 milioni, noi chiediamo almeno un dimezzamento di questa cifra e come in tutte le intese si cercherà di trovare una via mediana. Poi deve essere chiaro che questo contributo non può essere per sempre, altrimenti significherebbe che lo Stato sta unilateralmente modificando il nostro Statuto, e non può farlo. Comunque – conclude Raffaele Paci – nell’incontro di oggi c’è stata apertura ed è positivo che si entri già dalla prossima settimana in una fase molto operativa.»
 

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Tra i dieci fari del progetto “Cammini e Percorsi” dell’accordo Regione-Agenzia Demanio, c’è “Su Semafuru” dell’Isola di Sant’Antioco. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e il direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, nei giorni scorsi hanno presentato l’Accordo di collaborazione operativa che prevede la valorizzazione del patrimonio marittimo-costiero della Sardegna, nell’ambito del progetto nazionale Valore Paese-Fari, Torri ed Edifici costieri e del programma regionale “Orizzonte Fari”, e l’adesione al progetto “Cammini e Percorsi” per il recupero degli immobili pubblici prossimi ai percorsi ciclopedonali ed ai cammini religiosi. La Regione individua, in tal modo, modalità operative e tempistiche per dare concreta attuazione al programma “Orizzonte Fari”, deliberato dalla Giunta lo scorso mese di giugno, volto al recupero ed alla valorizzazione di una serie di edifici costieri di particolare pregio storico, artistico e paesaggistico, come i primi dieci fari inseriti nel programma vi è – come già sottolineato – anche “Su Semafuru” di Sant’Antioco. Si tratta della  vecchia stazione per le segnalazioni semaforiche di Capo Sperone, a Sant’Antioco, conosciuta appunto come “Su Semafuru”. L’immobile  riveste una grande importanza storico-culturale che, come altre strutture presenti lungo le coste della Sardegna, rappresenta un’importante testimonianza della storia moderna dell’isola.

“Su Semafuru” nel 2011 era tornato alla ribalta quando l’intera comunità antiochense si mobilitò a difesa dell’immobile, per impedire che il compendio ospitasse un inquietante radar di profondità di produzione israeliana che, se installato, avrebbe potuto creare seri problemi alla salute delle persone e all’ecosistema, a causa dell’emissione di potenti onde elettromagnetiche. La riqualificazione ed il riutilizzo di questi beni, che si vuole mettere nelle condizioni di creare reddito ed occupazione, consentiranno di sviluppare attività turistico, ricettive e museali in luoghi di straordinaria bellezza.

Con l’adesione al progetto “Cammini e Percorsi”, di cui la Regione curerà la cabina di regia, la Giunta regionale mira invece a riqualificare gli immobili di proprietà pubblica prossimi ai cammini religiosi ed alle ciclovie, per creare attività a servizio del cosiddetto turismo lento e per la riscoperta del territorio, in particolare nelle zone interne. Il Progetto esalterà, completandola, l’altra iniziativa strategica della Regione connessa alla realizzazione delle ciclovie turistiche (1.230 km dislocati in tutta l’Isola), creando i servizi per il cicloturista. «Entro l’anno – ha precisato l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu – saranno pronti i bandi di gara per la concessione di valorizzazione dei dieci fari, per una durata massima di 50 anni sino al raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario degli investitori pubblici o privati. I fari di tutto il mondo evocano grandi suggestioni e questa tipologia di beni vanta uno straordinario appeal anche nei confronti degli investitori. La priorità sarà data ai progetti più ambiziosi che contribuiscano al rilancio economico e turistico dei territori, nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio».

Tito Siddi