20 July, 2024
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E’ duro il giudizio del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Pietro Pittalis, sulla firma del Piano straordinario per il rilancio del Nuorese.

«E’ ora di finirla con i proclami e le promesse – tuona Pietro Pittalis -. La firma di questo piano per il rilancio del Nuorese è il segnale tangibile che la giunta ha già iniziato la campagna elettorale. Solo l’ennesima presa in giro per il territorio. Di fronte all’ennesima passerella non si può certo rimanere in silenzio. La soluzione per ridare slancio alle aree dell’interno non sono certo questi piani farlocchi con finanziamenti che non saranno mai erogati – aggiunge Pietro Pittalis -. Basti pensare che a Nuoro non è arrivato ancora neppure un centesimo dall’ultimo protocollo sottoscritto. E’ l’ennesimo tentativo di strizzare l’occhio agli elettori, con una maggioranza che si mostra indifferente di fronte alle dinamiche del nuorese vista la cancellazione dei servizi sanitari e le politiche che favoriscono lo spopolamento. Gli enti locali – conclude Pietro Pittalis – dovrebbero ribellarsi di fronte a questi scenari che mirano solo a creare false aspettative, con risorse poi negate al territorio.»

 

 

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Il presidente della Giunta Francesco Pigliaru e l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu, nella sede della provincia di Nuoro, hanno sottoscritto con i soggetti istituzionali coinvolti (Provincia, Comuni, Unioni di Comuni e Comunità Montane) l’Accordo di Programma con il quale viene dato concreto avvio a 15 progetti inseriti nel Piano di Rilancio del Nuorese. Per realizzare le azioni previste sono immediatamente disponibili 28 milioni e 896mila euro.
Sono previsti interventi nel mondo dell’istruzione, nelle infrastrutture, nell’ambiente e nella cultura, nel settore manifatturiero, nell’agroalimentare e nella formazione per porre le basi di uno sviluppo duraturo in sintonia con peculiarità e le reali vocazioni del territorio.
Con Francesco Pigliaru e Filippo Spanu c’erano gli assessori della Cultura Giuseppe Dessena e della Sanità Luigi Arru. Hanno inoltre preso parte all’incontro l’amministratore della Provincia Costantino Tidu, i sindaci e i rappresentanti della Confindustria, delle associazioni di categoria e dei sindacati che hanno avuto un ruolo nelle diverse fasi del percorso del Piano e una rappresentanza dei consiglieri regionali eletti nel nuorese,
Nell’ambito “Scuole del nuovo millennio” saranno attuati il Progetto generale sulla nuova organizzazione scolastica (scuole 2° ciclo) con un finanziamento di 5 milioni e 340mila euro e il Progetto pilota vincere la sfida contro la dispersione scolastica (scuole 1° ciclo) per un importo di 3 milioni e 350mila mila euro.
L’obiettivo è quello di ridurre la dispersione scolastica e favorire il miglioramento delle competenze degli studenti sardi e l’innalzamento qualitativo degli studi a tutti i livelli.
Nel settore “Ambiente e cultura, Competitività agroalimentare” i progetti ammessi al finanziamento sono: Visit Nuorese con un importo di 820mila euro; Ecosistema ospitale (150mila); Start up del Tepilora (550mila euro); Strada del vino Cannonau (340mila euro); Airport Museum box (444mila euro). Con queste azioni si vuole costruire un sistema ambientale, produttivo, culturale ed enogastronomico che possa essere proposto, in modo integrato, come attrattore turistico di forte richiamo.
Nell’ambito “Manifatturiero innovativo e competitivo”, i progetti che saranno attuati mirano ad agevolare lo sviluppo del settore manifatturiero locale, agevolando la nascita, l’insediamento e la crescita di imprese innovative in grado di competere sui mercati nazionali e internazionali.
Saranno emanati bandi per dare corso a queste iniziative: Progetto per lo sviluppo del marmo di Orosei con un finanziamento di 2 milioni di euro; Punto di conferimento scarti di lavorazione (un milione e 500 mila euro); Export rete Manna (un milione di euro); Distretti urbani e del commercio (700mila euro).
All’interno di quest’ultimo ambito tematico sarà sviluppato, attraverso uno stanziamento di 2 milioni di euro, un progetto di formazione a regia regionale e ad attuazione territorializzata per rispondere ai fabbisogni formativi espressi all’interno dei diversi progetti presenti nel Piano di Rilancio del Nuorese.
L’ambito “Infrastrutture per la crescita” ha l’obiettivo di completare le infrastrutture necessarie allo sviluppo e al rilancio del territorio, in particolare delle infrastrutture funzionali all’attuazione delle idee progettuali approvate dal Piano di rilancio del Nuorese.
I progetti ammessi al finanziamento sono quelli che riguardano il Centro per la valorizzazione e la logistica dei materiali lapidei destinati alle seconde lavorazioni e la discarica degli sfridi della lavorazione del marmo (5 milioni e 700mila euro); il nuovo collegamento e svincolo della zona industriale di Pratosardo con la SS 131 dcn (un milione e 800mila euro) e l’adeguamento Porto turistico “ La Caletta” (3 milioni di euro).
Sul progetto “Servizi Area Vasta di Nuoro” sono ancora in corso le valutazioni che si concentrano in particolare sull’università. Gli interventi previsti integrano e completano il progetto sulla riqualificazione generale della città recentemente finanziato dallo Stato.
Le proposte del Piano di Rilancio del Nuorese ancora in fase di valutazione saranno oggetto di un atto integrativo all’Accordo di Programma mentre le proposte che non dovessero essere esitate positivamente dal Gruppo di Valutazione saranno inviate alla Cabina di regia per un riesame della loro strategicità e fattibilità.
Lo stanziamento complessivo ammonta a 55 milioni di euro a cui si aggiungono i circa 30 milioni messi a disposizione dalla Regione per altri interventi che costituiscono un completamento del Piano.

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Simone Testoni.

Domani mattina i vescovi del territorio del Sassarese, alle ore 10.00, incontreranno i lavoratori della miniera di Olmedo. Lo ha annunciato con una breve nota Simone Testoni, segretario generale Ugl chimici. Il Nord Ovest sardo, è un territorio unito con gli amministratori locali divenuti parte integrante nella rivendicazione, uniti alla vertenza che vede i minatori della Nurra chiedere ai politici della Regione Sardegna di essere trattati come gli altri minatori sardi e di non essere discriminati. Domani anche la Curia del Nord Sardegna con i suoi esponenti, in testa padre Salvatore Morittu ed i vescovi, sosterrà la rivendicazione del diritto al lavoro dei minatori che dal 4 settembre occupano il giacimento sia in sotterraneo a 180 metri di profondità sia negli uffici. 

Alcuni minatori nello scorso mese di luglio hanno perso l’ultimo ammortizzatore sociale (la mobilità) ed oggi si trovano senza alcun reddito, gli altri la perderanno il 4 dicembre, il giorno della ricorrenza della festa alla patrona dei minatori (Santa Barbara).

«Auspichiamo – conclude Simone Testoni – che il buon Dio illumini la mente di chi ci governa, il presidente Francesco Pigliaru ed i suoi assessori al lavoro ed industria, Virginia Mura e Maria Grazia Piras, irradi i loro cuori d’Amore nella speranza che si ravvedano per una giusta risoluzione positiva alla causa.»

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La Giunta regionale ha approvato il Piano di revisione straordinaria delle partecipazioni detenute dalla Regione, passaggio particolarmente significativo per l’innalzamento della qualità istituzionale del sistema Regione, perseguito dall’esecutivo di Francesco Pigliaru fin dall’inizio del suo mandato.

«È un lavoro sulla qualità istituzionale che abbiamo iniziato fin da subito, nel 2014 e ora cominciamo a vedere i risultati – ha detto il presidente Pigliaru -. Stiamo riducendo dell’80% il numero di queste società a cui pigramente la Regione ha partecipato per anni senza che queste erogassero servizi reali per i cittadini. Facciamo ciò che era giusto fare ed è ciò che ogni buon padre di famiglia farebbe: chiudere quello che non è indispensabile e che non ha alcun senso tenerle in piedi. Non stiamo aggredendo posti di lavoro – ha sottolineato -, perché addirittura, paradossalmente, spesso alcune di quelle società non avevano neppure lavoratori. È un’operazione pulizia: liberiamo risorse da dove erano mal collocate, soldi che erano spesi male – ha concluso Francesco Pigliaru -, e che è il momento di recuperare e spendere bene.»

Come previsto dal decreto 100/2017, che integra e modifica il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (Dlgs 165/2016), con il Piano viene infatti effettuata la ricognizione di tutte le partecipazioni possedute dalla Regione, direttamente o indirettamente, alla data del 23 settembre 2016 (momento dell’entrata in vigore del Testo unico), individuando le società in regola, quelle che devono essere alienate e quelle che saranno oggetto di misure di razionalizzazione. Il Piano è un nuovo tassello nell’opera di semplificazione e trasparenza istituzionale della Giunta, che mira all’efficiente gestione delle partecipazioni societarie e alla riduzione della spesa attraverso la razionalizzazione.
Grazie all’attività istruttoria svolta da ogni assessorato competente, è stata redatta una scheda per ogni partecipazione societaria, ricomprendendo anche le società partecipate per il tramite di organismi a controllo pubblico della Regione diversi dalle società (le agenzie regionali Sardegna Ricerche, Laore Sardegna, Agris Sardegna).

La Regione Sardegna conta attualmente 91 partecipazioni in società, dirette ed indirette. A seguito della razionalizzazione, il complesso delle partecipazioni, dirette e indirette, si ridurrà a 18 partecipazioni: una politica attiva di spending review imponente, compiuta nell’arco degli ultimi tre anni. Complessivamente le società partecipate direttamente dalla Regione si riducono a 10: 4 saranno mantenute senza ulteriori interventi (Sotacarbo, Arst, Geasar e Sogaer – partecipazione Ras), 6 saranno sottoposte al contenimento dei costi (SardegnaIT, Sfirs, Carbosulcis – per la quale è in corso il procedimento di chiusura concordato con l’Unione europea -, Igea, Abbanoa, Insar). Tra quelle partecipate da Enti, Agenzia o Società 8 saranno mantenute senza interventi; 43 saranno cedute o alienate; 16 concluderanno le procedure di liquidazione e 2 verranno fuse o incorporate.
I risparmi stimati ammontano a circa 9 milioni e mezzo di euro. A questi sono da sommare i risparmi amministrativi derivanti dalla cessazione della gestione e ulteriori 3 milioni e mezzo, attesi dalla vendita delle fibre della società Janna.

Le operazioni di liquidazione di Bic Sardegna (l’unica società con personale in forze tra quelle liquidate) non avranno sui livelli occupativi. Il personale passerà infatti a Sfirs.
La riorganizzazione prevede la fine delle partecipazioni dirette o indirette in società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali della Regione (vincolo di scopo). L’Amministrazione può costituire una società a partecipazione pubblica, acquistare una partecipazione in una società già costituita o mantenere una partecipazione già detenuta solo motivando la scelta ed evidenziandone la necessità per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, la convenienza economica e la sostenibilità finanziaria.

La Regione può mantenere partecipazioni in società nei seguenti casi: per la produzione di un servizio di interesse generale; per la progettazione e realizzazione di un’opera pubblica sulla base di un accordo di programma; per la realizzazione e gestione di un’opera pubblica o organizzazione e gestione di un servizio di interesse generale attraverso un contratto di partenariato; nel caso di autoproduzione di beni o servizi strumentali all’Amministrazione regionale o allo svolgimento delle sue funzioni; per servizi di committenza a supporto di enti senza scopo di lucro e di amministrazioni aggiudicatrici (vincolo di attività).
Fuori da questi casi, o quando si tratta di società prive di dipendenti o con un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; di società che costituiscono un duplicato, in perdita, con fatturato inferiore a 500.000 euro o che necessitino di un contenimento dei costi di funzionamento o di aggregazione con altre società, scattano le misure di razionalizzazione attraverso la fusione, la messa in liquidazione e il contenimento dei costi di funzionamento.

Le precedenti misure Il Piano di revisione straordinaria delle partecipazioni si inserisce in un processo avviato dalla giunta Pigliaru fin dal 2014, al fine di razionalizzare le partecipazioni e conseguire risparmi sui connessi costi di funzionamento.

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Si è tenuto questa mattina a Villa Devoto un nuovo incontro tra i rappresentanti della Regione e del comune di Cagliari per fare il punto sui numerosi beni immobili di proprietà statale e regionale che presto potrebbero essere riqualificati o ceduti all’Amministrazione del capoluogo. Hanno partecipato il presidente Francesco Pigliaru, gli assessori degli Enti locali Cristiano Erriu, dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini e dei Trasporti Carlo Careddu, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ed il vicesindaco Luisanna Marras.
In merito al progetto di riqualificazione e ammodernamento di piazza Matteotti, con l’obiettivo di dare un maggiore respiro alla viabilità a ridosso del porto e realizzare il nuovo centro intermodale, adiacente alla stazione ferroviaria, le parti hanno condiviso la necessità di avviare un’interlocuzione con il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio, per l’istituzione di un tavolo tecnico con il coinvolgimento dei vertici di Rfi, Arst ed Autorità portuale.
Un altro tavolo sarà istituito nelle prossime settimane e vedrà coinvolti, insieme a Regione e Comune, l’Agenzia del Demanio, il Mibact e l’Università di Cagliari: insieme dovranno ragionare circa il futuro utilizzo dell’ex carcere di Buoncammino.
Si è discusso poi dell’ex ospedale Marino, sulla cui vocazione naturale – turistico-ricettiva – le parti concordano in pieno. Tra le decine di immobili di interesse pubblico figurano l’area della Fiera internazionale della Sardegna, il compendio di Sa Illetta (realizzato su terreni di proprietà del Cacip), piazzale Trento, piazza Deffenu ed il parcheggio di viale La Plaia.

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Il Consiglio regionale ha rinviato ancora l’elezione del nuovo vicepresidente e del garante dell’adolescenza e dell’infanzia ed ha approvato i primi quattro capitoli della proposta di riforma della rete ospedaliera.

In apertura di seduta il presidente Ganau ha subito convocato la Conferenza dei capigruppo. Alla ripresa dei lavori, dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato all’Aula la decisione della Conferenza di rinviare a una seduta successiva l’elezione del vicepresidente del Consiglio e la nomina del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, primi due punti inseriti all’ordine del giorno. L’Aula è quindi passata all’esame dei 12 capitoli della proposta di ridefinizione della rete ospedaliera regionale.

Sull’ordine dei lavori, ha chiesto di intervenire la consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda che ha lamentato una mancanza di rispetto nei confronti dell’Assemblea sarda in occasione della visita di ieri a Cagliari del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«Il Consiglio merita un trattamento diverso almeno pari a quello riservato all’Università – ha detto Alessandra Zedda – ieri, inoltre, alcuni consiglieri sono stati considerati di serie A , altri di serie B. Credo che la nostra istituzione debba avere più rispetto».

Rivolta al presidente Ganau, la consigliera di Fi ha invocato un impegno più stringente nella difesa del ruolo dell’Assemblea sarda: «Quando si organizzano certe manifestazioni questa istituzione non può non esistere – ha concluso Alessandra Zedda – così come non sono tollerabili disparità per i consiglieri, abbiamo tutti la stessa dignità».

Immediata la replica del presidente Gianfranco Ganau: «Non sono a conoscenza di queste disparità, approfondirò in merito».

Marco Tedde (Forza Italia) si è invece soffermato sui fatti di Barcellona. «Alcuni giorni fa – ha detto Marco Tedde – il Consiglio ha approvato un ordine del giorno di solidarietà al popolo catalano che si apprestava a votare per il referendum sull’indipendenza. Ero a Barcellona domenica scorsa per assistere, in qualità di osservatore alle operazioni di voto. I catalani si sono espressi in modo pacifico e democratico mentre c’è stata una reazione di violenza inaudita da parte del governo spagnolo. Credo che oggi il Consiglio debba approvare un nuovo ordine del giorno in cui si ribadisce la solidarietà al popolo catalano e si esprime condanna per le violenze consumate dal Governo Rajoy».

E’ quindi intervenuto il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) per chiedere un pronunciamento forte dell’Aula su la mancata soluzione della vertenza sugli accantonamenti fiscali. «Quando abbiamo discusso l’ultimo assestamento di bilancio molti consiglieri si sono concentrati sul disavanzo della Sanità – ha detto Franco Sabatini – si rischia però di dimenticare il vero problema che mette a rischio la tenuta del bilancio regionale. Sto parlando degli accantonamenti: dal 2012 al 2016 lo Stato ha trattenuto 2,644 miliardi di euro che nel 2017 arriveranno a 3,327. E’ una situazione non più sostenibile».

Secondo Sabatini senza queste risorse non si potrà parlare di sviluppo e di potenziamento della Sanità. Per questo è necessario aprire con forza una nuova vertenza con lo Stato: «La Giunta e il presidente Pigliaru conoscono il problema e si stanno attrezzando serve però un’azione unitaria del Consiglio – ha proseguito Franco Sabatini – propongo una Conferenza dei capigruppo per decidere una convocazione straordinaria dell’Assemblea Sarda sotto Palazzo Chigi».

Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp) ha invece chiesto chiarimenti sulla decisione di trasferire le competenza per l’accertamento delle invalidità civili dalle Asl all’Inps. «Mi giunge notizia che oggi sarebbe stata firmata un’intesa tra Ats e Inps – ha affermato Daniele Cocco – ricordo che le sedi dell’Istituto di previdenza sono presenti solo nelle città capoluogo di provincia. Se così fosse, i pazienti chiamati ad accertamenti dovrebbero sobbarcarsi ulteriori disagi. E’ vero che la legge 295/90 ammette la possibilità di convenzioni delle Regioni e Inps. In questo modo però non si firmano semplici convenzioni ma si trasferiscono competenze».

Gianfranco Congiu (Pds) si è detto d’accordo con Sabatini “se non fosse che a luglio 2017 c’è stata una sentenza della Corte Costituzionale che pone la parola fine su ogni rivendicazione sarda in materia di accantonamenti”.

Citando la sentenza della Consulta, Gianfranco Congiu ha ricordato che con quel provvedimento la Suprema Corte ha sancito la possibilità da parte lo Stato di trattenere le risorse fiscali destinate alle Regioni in nome di un superiore interesse nazionale. «Fino al 2019 questa normativa non potrà essere modificata – ha sottolineato Gianfranco Congiu – la visita di Sergio Mattarella è stata un’occasione persa. Oggi il confronto con il Governo va impostato con un glossario diverso. Auspicare o invocare aiuto significa sperare in un miracolo. Occorre invece modificare l’approccio al problema. Serve un cambio di strategia. Con Sergio Mattarella serviva una rivendicazione più severa».

Il presidente Gianfranco Ganau ha richiamato i consiglieri ad attenersi agli argomenti in discussione: «Quando si interviene sull’ordine dei lavori non si può parlare d’altro – ha ricordato Ganau – oggi chiudiamo gli interventi ma dalla prossima seduta procederemo secondo Regolamento».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha dato ragione al presidente ma, allo stesso tempo, ha rimarcato la necessità di esprimersi su un tema importante come quello sollevato dal presidente della Commissione Bilancio: «Sabatini pone un problema sul quale non possiamo dividerci. Sulle iniziative del Consiglio si tratta di sopperire a una inerzia che si è palesata in questi anni di governo della Giunta Pigliaru con un atteggiamento remissivo e di retroguardia – ha detto Pietro Pittalis – stiamo arrivando in ritardo, ma meglio che mai. Assumiamo un’iniziativa forte, speriamo che la Giunta sia a fianco del Consiglio. La battaglia si può fare anche con forme estreme. Pigliaru però aveva la possibilità di chiedere di essere convocato in sede di Consiglio dei ministri per le questioni che riguardano la Sardegna».

Il capogruppo di Forza Italia ha poi chiesto uno scatto d’orgoglio alla politica: «Ciò che è successo in Catalogna viene sottovalutato da Roma – ha concluso Pietro Pittalis – la politica ha il dovere di prevenire episodi come quelli che si sono verificati a Barcellona».

Il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta (Upc) si è detto d’accordo con la proposta di Sabatini. Rivolgendosi al consigliere Gianfranco Congiu, Zanchetta ha invece espresso un giudizio positivo sull’atteggiamento assunto dal presidente Pigliaru nei confronti dello Stato: «Ieri non è stata un’occasione persa. Francesco Pigliaru in modo puntuale ha portato le nostre richieste a Sergio Mattarella – ha detto l’esponente di Cps – sulla necessità di utilizzare al meglio le nostre risorse finanziarie ritengo che accanto alle grandi battaglie debbano essere combattute anche quelle più piccole. Una di queste riguarda l’utilizzo delle risorse per la sanità destinate ai comuni delle isole minori. Su  30 milioni di euro di fondi statali, le isole minori della Sardegna non ricevono nemmeno un euro».

Attilio Dedoni, capogruppo dell’Udc, ha insistito sulla necessità di rivedere i rapporti istituzionali tra la Regione e lo Stato. «Franco Sabatini ha ragione – ha detto Attilio Dedoni – è vero che c’è una sentenza della Corte Costituzionale ma ciò non impedisce trattative tra governi. La strada è quella del riconoscimento del principio di insularità. Muoviamoci in una direzione univoca. Abbiamo uno strumento referendario in mano per far riconoscere questo principio».

Ha quindi preso la parola il presidente della Regione Francesco Pigliaru che ha invocato la necessità di affrontare il tema dei rapporti con il Governo nazionale in modo unitario.

Sugli accantonamenti, Francesco Pigliaru ha ricordato che la vertenza si trascina ormai da anni: «Oggi il problema è cresciuto in modo insostenibile. Nessuno ha paura di alzare la voce, si tratta di approcci diversi – ha affermato il presidente della Regione – quando si parla di accantonamenti non si può raccontare solo una parte della storia. Certo ci saremmo aspettati una risposta diversa e siamo pronti ad alzare la voce. Ci sono però altre pagine positive come la firma del Patto della Sardegna ch ha dentro moltissime risorse in più rispetto ai 1509 milioni assegnati solitamente alla Sardegna. Se oggi parliamo di metano in modo concreto è per questo, la partita energia vale una cifra importantissima di molte centinaia di milioni. Altri milioni li abbiamo ottenuti collaborando con il Governo: il Patto per la Sardegna riconosce il problema insularità sulla base di un dossier presentato da noi. Non abbiamo risolto tutto, di fronte al presidente della Repubblica non abbiamo perso l’occasione e abbiamo ricordato che il problema insularità non si risolve solo con soldi in più ma anche con regole, con la possibilità di spendere soldi nostri per cose utili. Oggi abbiamo regole e normative di Bruxelles che ci rendono difficile spendere le risorse e garantire un vero diritto di cittadinanza. In molti casi non è un problema di soldi ma di regole sulla spendita».

Sugli accantonamenti, Francesco Pigliaru si è detto pronto ad appoggiare la battaglia del Consiglio: «La Giunta è pronta a schierarsi con il Consiglio, ricordo però che il rapporto con il Governo non finisce con gli accantonamenti. Ci sono pagine positive e negative».

Ha preso poi la parola l’on. Paolo Zedda, che ha detto: “In questi giorni si è discusso delle prospettive di indipendenza ed è stata persino presentata un’ipotesi di Costituzione della Repubblica sarda, si ipotizza un referendum sull’indipendenza della Sardegna. Ma nel frattempo come quelle persone che guardano il cielo e aspettano che si avverino i desideri, abbiamo uno Statuto della Sardegna sul quale potremmo intervenire per scrivere che la Sardegna è un’isola e ha problemi di territorio, di inquinamento del territorio, di collegamenti con il Continente. Dobbiamo iniziare a pensare a quel che si può fare davvero: siamo l’unica Regione a Statuto speciale che non ha messo mano alla sua Costituzione, scritta ai tempi in cui si andava col carro a buoi.  Perché non facciamo questo, perché non modifichiamo lo Statuto entro la fine di questa legislatura?”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiesto alla commissione Sanità e alla Giunta il parere sugli emendamenti al capitolo primo del testo denominato “Proposta di ridefinizione della rete ospedaliera”.

L’on. Edoardo Tocco (Forza Italia) ha detto: “Siccome siamo ancora in alto mare col documento che stiamo discutendo, sarebbe opportuno fermarci un attimo visto che nel frattempo gli atti aziendali, i trasferimenti e i tagli vanno avanti. C’è un grande malumore negli ospedali: oggi si è perfino dimesso il primario di Oculistica del Brotzu e mi dicono che non sarà l’unico caso. Assessore, glielo dico seriamente: è il caso di fermarvi a riflettere”.

Per l’on. Emilio Usula (Rossomori) “la discussione per me deve iniziare con un plauso agli estensori di questo testo. Alla pagina 8 si parla di insularità e della difficoltà delle reti di comunicazione fra territori; si parla di territori e spopolamento. Peccato che la premessa sia condivisibile ma non tutto il resto: nelle pagine successive innescate una retromarcia e prendete ben altra direzione. Le distanze non contano più, le difficoltà di collegamento nemmeno.  Siete incoerenti con le vostre stesse premesse e con i differenti fabbisogni, tanto che questa riforma nasconde un pasticcio e un imbroglio: è un’occasione persa, come avrò occasione di spiegare più avanti”.

Per il leader sardista Christian Solinas “non è corretta la declaratoria di inammissibilità operata sugli emendamenti del Psd’Az, regolamento alla mano. Ma siccome si tratta di oltre mille emendamenti stiamo parlando di un vulnus che rimarrà in questo dibattito”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha replicato che “si tratta di una consuetudine di questo Consiglio e non c’è possibilità di ammettere un emendamento su un emendamento soppressivo”.

Per Forza Italia è intervenuto l’on. Mariano Contu, secondo cui “non si può dimenticare che già nell’approccio al documento si colgono carenze molto evidenti. In particolare il fatto che non si conoscono i bisogni di tutti i territori e dunque si scrive un progetto sanitario senza sapere esattamente che funzione dovrà svolgere. Mancano le fondamenta e non vi siete presi la briga di verificare come si traduce, nel concreto, la vostra riforma della rete ospedaliera”.

L’on. Marco Tedde (FI) ha esordito ricordando “gli aspetti negativi di un piano che non è certo in linea con i propositi con le dichiarazioni elettorali di Pigliaru. Non possiamo condividere questa vostra riorganizzazione, disegnata a tavolino come se la Sardegna fosse la Toscana o il Piemonte. E come se non bastasse in nove mesi non siete riusciti nemmeno a nominare il direttore generale dell’Areus. Chi pagherà i danni che state facendo ai sardi? Chi pagherà per i vostri errori marchiani, che costellano questo benedetto piano? Non sono barzellette ma ci stiamo avvicinando”.

Sempre dai banchi dell’opposizione  è intervenuta l’on. Alessandra Zedda (FI) e ha parlato degli emendamenti: “Quando si citano le leggi bisognerebbe capire se sono affini alla norma e poi applicarle. Come rendiamo applicabile il DM70 con la riorganizzazione che state mettendo in piedi? E come pensate di applicarlo per alcuni ospedali e non per altri? Bisognava armonizzare la norma ministeriale con la nostra specialità e invece non è stato fatto”.

Per FLI ha preso la parola l’on. Paolo Truzzu, che ha sollevato “un problema generale per l’Aula. Ricordo Francesco Pigliaru che citò Luigi Einaudi nella prima seduta: vi pare che quest’Aula sia davvero in grado di deliberare? Non conosciamo nemmeno i conti della Sanità nel 2016”.

Per l’on. Giorgio Oppi (Udc) “non è accettabile che si dica che una struttura come Ematologia debba essere trasferita prima a ottobre, poi a novembre e ora a gennaio. Dovete evitare la confusione e darci un quadro di quel che accadrà. Ormai nessuno sa più nulla, manco se la Dialisi rimarrà a Iglesias o se andrà a Carbonia. Manca tutto, compresa la sensibilità verso i pazienti. Noi ritireremo questo primo blocco di circa 80 emendamenti soppressivi, fermo restando che agiamo alla luce del solo. Non come altri, che fanno ricomparire ciò che era già stato sparire”.

Il PDS ha preso la parola con l’on. Augusto Cherchi e ha detto: “La dotazione dei posti letto secondo il DM70 è un valore dal quale ci discostiamo al ribasso e lo facciamo tenendo conto anche dell’ospedalità privata.  Anche i tassi di occupazione per posto letto sono al di sotto della media nazionale ma dal 2011 stiamo andando a ridurre i tassi di occupazione mettendoli in linea con quelli nazionali”.

Forza Italia ha annunciato con il suo capogruppo Pietro Pittalis che “manterrà tutti i suoi emendamenti e parlerà su tutti gli emendamenti. Lo hanno detto prima di noi le organizzazioni sindacali e le organizzazioni di categoria, lo hanno detto i cittadini con i loro comitati: la riforma che state proponendo è sbagliata e fa soffrire soprattutto le aree interne della Sardegna.  Le conseguenze che rischia di produrre questo piano sono fortemente gravi e pregiudicano una sanità di qualità per tutti i cittadini sardi. Compreso quel cittadino arrivato col codice verde al Santissima Annunziata di Sassari  che è morto poco fa a Sassari in codice verde in attesa di essere visitato. Spero che su questo l’assessore Arru indaghi e individui la responsabilità, se c’è una responsabilità. Avete i numeri per approvare questo atto: fate pure. Noi non chiederemo il voto segreto, vogliamo che emerga tutta la vostra responsabilità”.

L’on. Busia (Cps) ha chiesto all’assessore Arru alcuni chiarimenti sui posti letto in Gallura. L’assessore Arru ha espresso il cordoglio per i fatti riferiti dall’on. Pietro Pittalis: “Ho chiesto informazioni e avrò maggiori dettagli su quanto è successo. Riferirò all’Aula e intanto all’Aula chiedo maggiore serenità. Non è vero che c’è un primario che si è dimesso: c’è un primario che va in pensione e si assenterà in anticipo perché ha centinaia di giorni di ferie arretrati. Diciamo anche che è di oggi la notizia secondo cui la stroke unit del Brotzu è stata inserita tra le prime dieci strutture italiane. Ecco, noi cerchiamo di fare ragionamenti articolati e di dire le cose come stanno, seguendo un fondamento scientifico nella programmazione sanitaria”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione l’emendamento soppressivo 4 (Pittalis – Truzzu), che è stato respinto.

Bocciati anche il 601 e il 602.

Sui posti letto del “Mater” di Olbia sono intervenuti gli onorevoli Luigi Ruggeri (Pd), Annamaria Busia e Francesco Agus (Cps) per chiedere questi ultimi una diversa formulazione dell’inciso contenuto nel testo. E’ intervenuto per chiarimenti anche il presidente Ganau e a seguire anche l’on. Oppi, secondo cui “è opportuno precisare meglio che i posti letto per la Sardegna sono 3,55 ogni mille abitanti”.

Approvato il testo del capitolo 1. 

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione del secondo capitolo (Contesto regionale).

Il vice presidente della commissione Sanità Edoardo Tocco (Forza Italia) ha affermato che «la distribuzione territoriale del sistema sanitario regionale mette in primo piano la necessità di un servizio efficiente di emergenza urgenza, che però ancora non esiste, ragione di più per fermarsi e sospendere l’esame del provvedimento, considerato che il sevizio di elisoccorso partirà concretamente non prima di un anno». In questa fase, dunque, a giudizio di Tocco «saranno particolarmente esposti proprio i presidi ospedalieri più piccoli e marginali, sia dell’interno che nelle zone costiere; la riflessione che sollecitiamo ha perciò lo scopo di dare spazio alle richieste dei sardi che vivono nei piccoli centri ed hanno una situazione di grande difficoltà».

Sempre per Forza Italia, il vice capogruppo Marco Tedde ha definito il secondo capitolo del documento «quello che evidenzia di più, in negativo, le tante peculiarità della Sardegna, per cui è stato un grave errore utilizzare i modelli di altre Regioni profondamente diverse dalla nostra ed inoltre, con il sistema ipotizzato, non sarà possibile rispendere alla domanda di salute dei sardi, nemmeno negli hub di Cagliari e Sassari perché soprattutto quello sassarese è sottodimensionato». Insomma, ha sintetizzato Tedde, «emerge uno scenario di fondo preoccupante aggravato dal fatto che ancora oggi, dopo nove mesi, non esiste il settore dell’emergenza-urgenza solo a causa di problemi politici interni alla maggioranza o al Pd, situazione che però non deve interessare l’assessore, chiamato comunque a dare risposte».

Alessandra Zedda, anch’essa vice capogruppo di Forza Italia ha segnalato che, «mentre a parole si tiene in considerazione il problema dell’insularità, poi se ne prescinde in modo evidente perché, ad esempio, i due poli principali non hanno dotazioni adeguate e non si intravede una approfondita analisi socio economica dei diversi territori; da ciò emerge la mancanza di un ragionamento omogeneo e coerente che dia sostanza al problema dell’insularità e dei territori più marginali dell’Isola».

Il consigliere dei Rossomori Emilio Usula ha ribadito quanto dichiarato in precedenza, nel senso che «che da premesse di segno positivo condivisibili discendono conseguente totalmente opposte ed anzi, di fatto, si stanno creando le basi per un forte accentramento di servizi sui due poli con l’impoverimento della Sardegna centrale, già povera e meno coperta dai servizi essenziali, continuando ad alimentare malessere e spopolamento». La Sardegna invece, ha sostenuto, «deve essere considerata un unicum territoriale con una marcata interdipendenza funzionale fra tutti i territori, per realizzare equità di servizi e garanzie di sussidiarietà verso i più deboli». In conclusione, Usula ha citato l’esempio della Puglia dove si è privilegia la buona organizzazione rispetto alla mappa della distribuzione della popolazione, «nonostante la Puglia abbia caratteristiche morfologiche molto diverse dalla Sardegna e ben quattro Regioni confinanti ai quali i cittadini possono rivolgersi»

Al termine di quest’ultimo intervento il Consiglio, dopo aver respinto tutti gli emendamenti presentati, ha approvato il secondo capitolo e, successivamente, anche il terzo (Rete ospedaliera attuale) ed il quarto (Ricorso all’ospedale).

Concluse le votazioni, il presidente ha tolto la seduta comunicando che la commissione Sanità riprenderà i suoi lavori domattina alle 10.00 per proseguire l’esame degli emendamenti.

Il Consiglio regionale, invece, è stato convocato per martedì prossimo, 10 ottobre, alle ore 16.00.

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«Una soppressione che non trova alcuna giustificazione. Una scelta insensata». Così il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI), vice presidente della commissione salute nel palazzo di via Roma, definisce la decisione del ministero dell’Università e Ricerca di cancellare la Scuola di specializzazione di Chirurgia a Cagliari.

Il mancato accreditamento dell’istituto è stato stabilito alla conclusione delle analisi da un Osservatorio accademico: «E’ davvero incomprensibile – sottolinea Edoardo Tocco in un’interrogazione sull’argomento -. Con la chiusura della di Specializzazione di Chirurgia Generale dell’Università di Cagliari, in Sardegna resterà attiva solo la sede di Sassari. Un colpo durissimo per l’Isola, che porterà un danno probabilmente irreparabile all’Università di Cagliari, alla Facoltà di medicina dell’ateneo del capoluogo, all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari che perderà 4 specializzandi all’anno che diventeranno 20 unità in meno tra cinque anni. Si tenga conto peraltro che la Chirurgia è un traino non indifferente al fatturato della Aou. I riflessi negativi si allargano anche alla città e all’area metropolitana, agli studenti e ai giovani medici in formazione ed alla sanità regionale in genere, che viene privata di una struttura di eccellenza con ricadute negative sui pazienti». Da qui l’appello indirizzato al governatore Francesco Pigliaru. «Si attivi un confronto immediato – conclude Edoardo Tocco – per ripristinare la scuola di specializzazione a Cagliari, visti i risultati conseguiti in diversi anni».

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«La Regione è costantemente impegnata, con progetti e atti concreti, negli ambiti, strettamente collegati, della cooperazione allo sviluppo e della gestione dei flussi migratori – ha detto Filippo Spanu -. Per operare in modo sempre più efficace nei due campi riteniamo essenziale il momento della formazione dei giovani e per questo abbiamo sottoscritto un accordo con l’Università di Sassari per dare possibilità agli studenti di svolgere tirocini negli uffici regionali che seguono da vicino questi temi.»
L’assessore regionale degli Affari generali, Filippo Spanu, è intervenuto ieri all’incontro organizzato a Sassari dall’Università in occasione dell’avvio del corso di laurea triennale interdipartimentale di “Sicurezza e Cooperazione Internazionale”, che ha l’obiettivo di formare esperti in grado di esercitare funzioni operative di coordinamento, gestione, formazione e controllo in contesti nazionali e internazionali, nei settori della sicurezza ambientale, alimentare e sanitaria e dei diritti umani, sicurezza e attività di supporto alla pace. Sono intervenuti anche Laura Frigenti responsabile dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, Luciano Gutierrez, delegato alle attività di internazionalizzazione dell’Ateneo sassarese e i docenti dei Dipartimenti coinvolti nei progetti di cooperazione allo sviluppo.
Nell’occasione, alla presenza degli studenti, è stata sottoscritta la convenzione che consentirà ai giovani di svolgere tirocinii di formazione ed orientamento presso le strutture della Regione.
Spanu ha manifestato apprezzamento per l’iniziativa dell’Università, e ricordato che «la Regione Sardegna svolge un ruolo di coordinamento nella Conferenza delle Regioni in materia di Cooperazione allo sviluppo ed è Autorità di Gestione dell’ENI CBC Med per il periodo 2014-2020, programma di cooperazione transfrontaliera che coinvolge, oltre ai paesi europei, i partner delle Regioni costiere del Mediterraneo». 
«Siamo convinti – ha aggiunto l’assessore degli Affari generali – che dal rafforzamento dei rapporti con i paesi del Maghreb e dell’Africa subsahariana possano derivare maggiore stabilità politica e sviluppo economico. Il sistema regionale può offrire un contributo importante in questa direzione e la Giunta guidata da Francesco Pigliaru, in questi mesi, ha avviato un proficuo rapporto di collaborazione in particolare con la Tunisia e con il Senegal. La Sardegna come regione di frontiera – ha concluso Filippo Spanu – è fortemente interessata a sviluppare, d’intesa con le altre regioni, azioni integrate per migliorare le politiche che riguardano i flussi migratori e conseguentemente ridurre il numero delle persone che decidono di lasciare le terre d’origine.»

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, è intervenuto ieri in occasione della visita del capo dello Stato Sergio Mattarella, a Ghilarza.

Il presidente Pigliaru accoglie il presidente della Repubblica Mattarella

Quando abbiamo preso il timone della Sardegna, tre anni e mezzo anni fa abbiamo trovato un’Isola nel pieno della crisi, che attendeva interventi incisivi e riforme profonde. Ce ne siamo presi la responsabilità fuggendo ogni demagogia e lavorando in silenzio sulle cose concrete, passo dopo passo. 
E ogni giorno, in questo senso, esercitiamo la nostra Autonomia: orientando la nostra azione di governo verso un’essenziale assunzione di responsabilità. 
Ma non sempre possiamo risolvere i problemi con le nostre sole forze. 
Pensiamo all’insularità. Per la prima volta abbiamo misurato il vero e proprio “costo di cittadinanza” dato dalla condizione geografica di isola periferica. Abbiamo mostrato in quale misura tale condizione viola il principio di eguaglianza. Non chiediamo anacronistici protezionismi, come non li chiedeva Gramsci per risolvere la questione meridionale. Chiediamo pari opportunità. 
Il Patto per la Sardegna, dando risposte specifiche a richieste specifiche ci ha fatto fare passi importanti, ma non ancora sufficienti. Per avere realmente pari opportunità, è necessario anche incidere sulla normativa europea, a partire da quella dei trasporti: troppo spesso ci rende difficile spendere in modo adeguato risorse nostre per garantire un reale diritto alla mobilità per i nostri cittadini.»
«Signor Presidente, è importante e urgente che lo Stato italiano ci affianchi con determinazione di fronte alle istituzioni europee in questa rivendicazione per noi fondamentale – ha proseguito Francesco Pigliaru -. Il nostro benessere, sia chiaro, dipende anche dalla nostra capacità di attuare riforme profonde che non possono che essere il risultato della nostra libera scelta. 
In questo momento la Sardegna è virtualmente un cantiere, con gli inevitabili disagi per i cittadini che da un cantiere conseguono. Soffriamo di mali che non sono stati curati da anni di interventi a pioggia, di risorse date senza disegno né obiettivo. Noi abbiamo scelto la via più stretta: quella del coraggio delle riforme strutturali, di progetti importanti ma mirati e realizzabili. 
E la conoscenza, la cultura, l’istruzione sono l’imprescindibile pietra d’angolo della Sardegna che stiamo costruendo. 
Il progetto di cui forse andiamo più fieri si chiama Iscol@: risorse, energie, entusiasmo che si traducono in edilizia scolastica, in tecnologia a sostegno di una didattica rinnovata e rinforzata. Quando siamo arrivati al governo i giornali denunciavano con allarmante frequenza di calcinacci caduti, di tetti crollati sui banchi. Inaccettabile. Tanto più per una regione che ha nella dispersione scolastica una delle sue piaghe più infide. E allora abbiamo dato il via ad Iscol@, che conta mille cantieri aperti e ben tremila posti di lavoro. 
Perché ora più che mai abbiamo bisogno che le nostre bambine e i nostri bambini siano istruiti, ora più che mai abbiamo bisogno di tutta la loro intelligenza. 
Voglio anche citare i dieci progetti per nuove, magnifiche scuole: per farle, tanti piccoli Comuni hanno deciso di unire le proprie forze, di pensarsi come un unico territorio. 
Ma ciò dimostra anche quanto può funzionare l’unione dei Comuni: è questo il cambiamento culturale su cui lavoriamo attraverso la programmazione territoriale, che parte dall’ascolto delle esigenze locali. 
Unirsi mantenendo ognuno le proprie specificità, ma lasciando indietro ogni localismo nocivo, è l’arma più efficace contro il grande nemico delle nostre zone interne: lo spopolamento. 
Un problema grave reso ancora più grave dalla situazione del nostro mercato del lavoro: seppure i dati più recenti ci rivelano un contesto leggermente migliorato grazie anche all’applicazione delle politiche attive, la disoccupazione è ancora drammaticamente alta, soprattutto tra i più giovani.»

«La nostra risposta forte, determinata, decisa, signor Presidente, è nelle riforme strutturali, in quei cantieri aperti cui accennavo poc’anzi. Il benessere arriva dalla crescita diffusa. Ma non c’è diffusione senza crescita e non c’è crescita senza riforme. 
In sanità ci siamo confrontati per la prima volta con il piano nazionale degli esiti, con i criteri previsti dal patto nazionale per la salute, con gli studi che individuano i livelli ottimali di cura e di collocazione delle discipline ospedaliere. Non tagliamo le risorse né chiudiamo nessun ospedale: tagliamo gli sprechi, per dare ai cittadini la certezza di essere curati nel modo migliore possibile nel più breve tempo possibile. 
Poi l’urbanistica. C’è una discussione aperta che può farci solo piacere, e a cui intendiamo offrire tutto il tempo che servirà, perché vogliamo che la nostra ricerca di un equilibrio virtuoso tra sviluppo e sostenibilità, il nostro voler favorire crescita economica e creazione di posti di lavoro intorno a un capitale naturale preservato con rigore, trovino sintesi in una legge che abbia la massima condivisione. 
Potrei proseguire soffermandomi su altri temi portanti su cui lavoriamo, dall’agricoltura – che vogliamo sia sempre più di precisione e meno ostaggio delle emergenze -, alla valorizzazione del nostro patrimonio archeologico di cui, ammirando proprio oggi le statue di Mont’e Prama e le testimonianze della civiltà nuragica, ha potuto vedere la più straordinaria espressione. 
Ma come ho detto, non possiamo e non dobbiamo far tutto da soli. Ci sono partite che vanno affrontate con lo Stato, nell’ottica di quel principio di leale collaborazione che perseguiamo con fiducia in ogni nostro agire. 
Parliamo per esempio della questione migranti. Siamo un’isola al centro del Mediterraneo, un popolo che la storia ha abituato sia alle migrazioni dall’esterno che all’emigrazione, al passaggio del mare per cercare di dare un futuro ai nostri figli. Questo ci ha insegnato il valore dell’accoglienza, e nell’affrontare la grande crisi dei nostri tempi la Sardegna ha fatto e continuerà a fare, con convinzione e generosità, la propria parte. Ciò che chiediamo è però di poter agire in un quadro di regole chiare e ben implementate, dal rispetto delle quote assegnate alla necessaria azione di contrasto verso flussi irregolari come quello che oggi muove dall’Algeria. 
Altro punto nodale è la sicurezza: gli attentati, le minacce, le intimidazioni nei confronti degli amministratori locali si susseguono con impressionante frequenza. Anche in questo caso abbiamo fatto la nostra parte, realizzando un sistema di videosorveglianza che sarà sempre più capillare. Ma non basta. Troppo spesso i nostri territori interni subiscono un costante arretramento dello Stato laddove avrebbero bisogno, al contrario, di una maggiore presenza. 
Esistono poi questioni aperte, signor Presidente, che ci vedono in un confronto intenso e a tratti acceso con lo Stato, e sulle quali mi preme particolarmente richiamare la sua attenzione. In primo luogo gli accantonamenti, che ci vengono imposti dal 2012 in modo perpetuo, senza scadenza. Da allora circa 700 milioni l’anno vengono sottratti alle politiche di sviluppo e crescita che ci sono fortemente necessarie. Entrate dunque che vengono progressivamente ridotte violando in modo sistematico e unilaterale l’articolo 8 dello Statuto speciale. Rivolgo anche a lei, signor Presidente, un forte appello a garantire una leale collaborazione tra i diversi livelli di governo al fine di superare una situazione che riteniamo non più accettabile. 
E confidiamo nella sua attenzione anche per un tema tra i più sentiti dalla nostra popolazione: le servitù militari, per le quali la Sardegna dà un contributo che riteniamo sproporzionato alla dimensione della nostra terra. Chiediamo da anni riequilibrio, cessione di beni non utilizzati, istituzione di monitoraggi ambientali indipendenti e riconversione in senso duale delle attività svolte nei poligoni. Se alcuni risultati concreti li abbiamo ottenuti recentemente, su altre questioni le nostre trattative non sono mai cessate. Ora con il ministro Pinotti ci avviamo alla firma di un accordo che va in questa direzione, fornendo alcune risposte e aprendo la via ad altre. Ciò fa ben sperare per il futuro. 
Signor Presidente, mai come in questo momento abbiamo bisogno di far crescere la fiducia dei cittadini verso le nostre istituzioni. Per farlo, dobbiamo produrre risultati concreti su questioni cruciali per la nostra gente: alcuni dobbiamo raggiungerli lavorando al nostro livello di governo, altri in stretta e leale collaborazione con il livello centrale. 
La sua visita, il suo ascolto, la sua attenzione – ha concluso Francesco Pigliaru – sono per noi fonte e segnale d’ottimismo. Per questo la Sardegna la ringrazia.»

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«Se in passato il diabete era una malattia gravemente invalidante, oggi le cose sono radicalmente cambiate, e i diabetici possono fare una vita del tutto normale. Ecco perché sono intollerabili i disservizi denunciati dai pazienti della ASSL di Cagliari.»

La denuncia arriva dal consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa, che ha presentato una nuova interrogazione urgente al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore della Sanità Luigi Arru.

Michele Cossa, che già nel mese di marzo era intervenuto sul tema, evidenzia come in Sardegna il problema sia drammaticamente più grave che nel resto d’Italia: nell’Isola infatti l’incidenza del diabete giovanile è di 50 casi ogni 100mila abitanti, a fronte di una media nazionale di 12.

«La Regione Sardegna deve mantenersi all’avanguardia nella gestione dei pazienti diabetici, in particolare, di quelli con Diabete di tipo 1, che hanno una più lunga aspettativa di vita, ma deve anche assicurare una costante fornitura di quanto necessario per un corretto monitoraggio glicemico, senza costringere gli interessati ad attese defatiganti e a perdere intere giornate di lavoro. Un’ottima soluzione è rappresentata dalla nuova tecnica di misurazione della glicemia, che misura i livelli di glucosio attraverso un sensore che, applicato sul braccio, registra continuamente i dati del glucosio che vengono automaticamente memorizzati fino a 14 giorni. Una innovazione già adottata da diverse regioni italiane, che elimina la necessità della fastidiosa puntura del dito e che ha costi pressoché i dentici ai sistemi tradizionali.»

«Ora veniamo a sapere che presso la ASSL di Cagliari si registrano problemi che sarebbe eufemistico definire kafkiani, con difficoltà assurde che ne impediscono o rendono molto difficoltosa la distribuzione. Non solo: non vengono consegnati i microinfusori, costringendo molti utenti a tornare alla multiiniettiva con siringa perché si sono esaurite le scorte. Pigliaru, Arru e Moirano non stiamo a guardare – conclude Michele Cossa – ed intervengano immediatamente per sbloccare la situazione, indegna di un Paese civile.»