20 July, 2024
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Tutti i minatori hanno occupato la miniera di Olmedo e gli uffici, e chiedono l’allontanamento della società greca Elmin.

«Dal mese di maggio 2015 abbiamo assistito al valzer della cessione della miniera, alla sua inattività, al suo abbandono – si legge in una nota sindacale diffusa dopo l’assemblea dei minatori -. Nel frattempo abbiamo ascoltato sistematicamente le varie promesse disattese, le dichiarazioni di soluzioni imminenti, le risposte concrete e reali a salvaguardia di chi per quella miniera ha sempre lavorato: i minatori che fuori dalle logiche delle azioni strategiche pagano le conseguenze di un disinteresse politico. Se non possiamo accusare questa Giunta dell’inefficienza gestionale della S&B Industrials Minerals, possiamo però chiedere conto di come si sia potuti arrivare a questo punto, della mancanza di monitoraggio su una situazione cosi’ incerta già dal suo inizio.»

I lavoratori accusano il presidente della Regione Francesco Pigliaru e la sua Giunta di scarsa considerazione per il comparto e di non essersi nemmeno resi conto dell’importanza che la miniera di bauxite ha per il nostro territorio regionale e nazionale e del fatto che, investendoci, potrebbe essere un settore di risposta strategico non solo alle attuali tensioni che si registrano sul mercato del lavoro. E ancora di aver dimenticato la sua unicità in Italia in una regione come la Sardegna che ha una grande storia mineraria.

«Ci siamo ripresi ciò che ci appartiene la miniera, TUTTI DENTRO è la parola d’ordine, categorica, imperativa per tutti.»

«Siamo stati all’incontro di ieri con l’assessore regionale Maria Grazia Piras, non da spettatori, e con rammarico, rabbia, frustazione abbiamo ascoltato le parole dell’assessore – si legge ancora nella nota –, forse non ci ha capiti, eravamo li non per discutere di sviluppo ma di sopravvivenza, la politica non ha colto il dramma, il gesto odierno di ESPROPRIO sindacale è AUTOGESTIONE dei minatori è inequivocabile, lottiamo per la soppravvivenza dei nostri minatori e le loro famiglie, e di tutto un territorio che rivendica il sacrosanto diritto al lavoro ed autodeterminazione.

Le segreterie di Filctem Cgil, Femca Cisl e Ugl Chimici con a capo i segretari Territoriali Gianfranco Murtinu, Luca Velluto e Simone Testoni, sono e saranno al fianco dei lavoratori per fare la nostra parte e mostrare per l’ennesima volta che siamo in grado di dare più di quello che abbiamo ottenutoPerché il momento è delicato e non possiamo permetterci di puntare il dito solo su quello che non si è fatto o su ciò che è stato fatto male.»

«Da parte nostra – conclude la nota scaturita dall’assemblea – vi è la ferrea volontà di voler andare avanti avanzando proposte e richieste concrete che passano per le società in house della stessa RAS, l’Igea e il Geoparco minerario della Sardegna, che ci auspichiamo possano essere argomento di discussione durante il prossimo incontro, ma rimarremo comunque in ascolto di qualsiasi altra proposta che possa ridare dignità e speranza a chi chiede solo di poter esercitare il diritto al lavoro. Noi siamo ancora propositivi, nonostante siano passati anni senza che nessun politico che governa abbia ascoltato e risolto le continue richieste che anche oggi, all’ottavo giorno di occupazione arrivano dalle viscere della terra, Forza Paris.»

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«Qualcuno dice “aiutiamoli a casa loro”, noi diciamo “aiutiamoci a crescere insieme”. Con questo programma non cambieremo il mondo, ma di certo dimostriamo che qualcosa possiamo cambiarla, e in meglio, facendo vincere sui problemi le opportunità.»
Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru presentando, questa mattina a Villa Devoto, il nuovo bando del programma europeo di cooperazione transfrontaliera mediterranea ENI CBC Med 2014-2020, di cui la Regione Sardegna è Autorità di Gestione. Il bando vale 84,6 milioni di euro su un totale di 209 milioni, cui occorre aggiungere il co-finanziamento nazionale del 10% sui singoli progetti. Per paesi coinvolti e risorse disponibili il programma, che è stato illustrato dalla Direttrice Anna Catte, è la più grande iniziativa di cooperazione transfrontaliera dell’Unione Europea nello spazio mediterraneo. La Regione Sardegna, che lo guida fin dalla nascita, nel 2007, è stata riconfermata Autorità di Gestione dai Paesi partecipanti e dalla Commissione Europea. Il Programma finanzia progetti su temi di comune interesse selezionati tramite bandi aperti e realizzati in partenariato da soggetti provenienti dalle due sponde del Mediterraneo. Partecipano 95 territori che fanno parte di 13 paesi: Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, Giordania, Malta, Palestina, Portogallo, Spagna e Tunisia.
«La Sardegna è al centro di un bacino che in uno spazio geografico molto piccolo racchiude differenze di reddito enormi, con ciò che ne consegue sul fronte dei flussi migratori. ENI CBC Med è un esempio chiarissimo di come si può intervenire direttamente sulle cause che ne sono all’origine – ha spiegato il presidente Pigliaru, che ha aggiunto un riferimento al problema degli sbarchi diretti dall’Algeria -. Abbiamo ottenuto il pressing da parte del nostro Governo per chiudere quel canale, ma siamo da tempo impegnati per coinvolgere le autorità algerine nei progetti e costruire una piattaforma di collaborazione con loro.»
Di «sviluppo congiunto e il più possibile integrato per risaldare la fiducia reciproca, lo scambio, il benessere tra territori» ha parlato Anna Catte entrando nel merito dei contenuti del bando che prevede, tra le tematiche di maggiore interesse, lo sviluppo economico e la competitività dei territori, il turismo sostenibile, le sfide legate al cambiamento climatico (acqua, rifiuti, energia, protezione delle risorse naturali e gestione integrata delle zone costiere), l’inclusione sociale e la lotta alla povertà.
«Un’attenzione particolare è rivolta allo sviluppo inclusivo e al rafforzamento delle capacità delle popolazioni locali – ha sottolineato Anna Catte – con azioni su educazione, formazione e creazione di impresa in particolare per donne e giovani generazioni.»
I progetti, ai quali devono partecipare soggetti rappresentativi di almeno 3 paesi diversi, tra cui uno Stato membro dell’Unione europea e un paese partner mediterraneo, hanno una dimensione finanziaria che può variare da 1 a 3 milioni. Possono partecipare ai bandi soggetti pubblici e privati tra cui pubbliche amministrazioni, università e istituti di ricerca, imprese e loro associazioni e settore no-profit. Nella precedente edizione del Programma (ENPI CBC Med 2007-2013, sempre gestita dalla Regione Sardegna), sono stati finanziati 95 progetti che hanno coinvolto 729 attori per un valore totale di 204 milioni di euro. La Sardegna ha partecipato a ben 20 dei 95 progetti finanziati con una presenza di 34 soggetti coinvolti di cui 8 in qualità di capofila. Il contributo del precedente Programma destinato ad attori sardi è stato pari a 8,6 milioni di euro.

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Regione ed Enti locali pianificano gli interventi sulla mobilità elettrica. Si è svolto all’Assessorato dell’Industria il primo incontro tra l’assessore Maria Grazia Piras e i rappresentanti dei Comuni interessati dalla delibera, approvata dalla Giunta nel giugno scorso, che programma le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) in attuazione del Patto per la Sardegna siglato fra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Presidenza della Regione Sardegna un anno fa. Il Piano prevede 10 milioni di euro per realizzare infrastrutture di ricarica e acquistare veicoli elettrici per le aree a maggiore incidenza di mobilità veicolare: la Città metropolitana di Cagliari, la Rete metropolitana di Sassari, i comuni di Olbia, Nuoro e Oristano, i territori a elevata vocazione turistico-ambientale e le isole minori, più volte definite i laboratori di sperimentazione del Piano energetico regionale.

«La pianificazione con i territori è un importante tassello della nostra azione sul fronte della mobilità elettrica e ancora una volta mostra l’efficacia del Patto firmato con il Governo, che si traduce in risorse vere e fatti concreti – commenta il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Come abbiamo già detto, da Istituzione facciamo la nostra parte, non sostituendoci ai privati ma sostenendoli perché trovino interesse ad investire in un settore che nei paesi più avanzati è in continua crescita. Poter contare su un’infrastruttura diffusa e ben fatta non può che accrescere questo interesse. Vogliamo andare tutti insieme nella direzione giusta e il coinvolgimento delle amministrazioni locali è fondamentale perché la Sardegna possa sviluppare, nel più breve tempo possibile, mobilità sostenibile a prezzi contenuti.»

La mobilità elettrica è un pilastro del Piano energetico che stiamo progressivamente attuando”, ha detto a margine dell’incontro l’assessore Piras. «Su questo settore il mondo e la tecnologia stanno correndo con una velocità che solo qualche anno fa sarebbe stata impensabile. La Giunta, attenta all’equilibrio fra sviluppo economico e tutela ambientale, sta investendo risorse importanti per stare al passo dell’innovazione e fare in modo che la Sardegna si faccia trovare pronta quando la trazione a motore elettrico avrà raggiunto, in termini di penetrazione del mercato, i motori termici. L’incontro di oggi – ha aggiunto l’assessore Piras – è stato molto proficuo: raggiungeremo i nostri obiettivi pianificando gli interventi con gli enti locali, ai quali stiamo chiedendo di impegnarsi, insieme a noi, per cambiare il modello energetico della Sardegna. Al momento la risposta mi sembra convinta ed entusiasta. Il percorso continuerà la prossima settimana, quando incontreremo le principali aziende produttrici di sistemi di ricarica e le case automobilistiche che stanno puntando sull’elettrico».

Il Piano, inoltre, prevede lo stanziamento di 4 milioni di euro per incentivare le imprese di noleggio, di trasporto, di taxi, di spostamento merci “dell’ultimo miglio” e le imprese turistiche a trasformare la propria flotta aziendale sempre più verso l’elettrico. Il Piano, infine, prevede l’infrastrutturazione dei principali assi viari della Sardegna con la creazione di stazioni di ricarica «per permettere – ha concluso l’assessore Piras – ai cittadini e alle imprese di superare il concetto di mobilità elettrica nei soli centri urbani e di muoversi verso la transizione all’elettrico anche sulle lunghe percorrenze».

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Il presidente Francesco Pigliaru, il capo di gabinetto della Presidenza, Gianluca Serra, l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, ed il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, hanno incontrato questa mattina a Cagliari i rappresentanti sindacali ed una delegazione dei lavoratori Alcoa (arrivati a Cagliari dopo essersi radunati davanti allo stabilimento di Portovesme, per sollecitare la Giunta a stringere i tempi per lo sblocco della vertenza) per fare il punto sulla vicenda che riguarda lo stabilimento produttivo di Portovesme, in attesa dell’accordo definitivo per il passaggio dello smelter dalla multinazionale statunitense a un nuovo investitore.
«Dall’incontro – si legge in una nota della Regione – è emerso che il percorso tracciato da Regione, Governo ed Invitalia per il graduale riavvio degli impianti procede secondo i tempi previsti. In particolare, prosegue l’iter per definire i dettagli del Contratto di Sviluppo, mentre la Camera dei deputati ha approvato il provvedimento per i settori energivori già concordato con la UE. Ora il provvedimento dovrà essere votato dal Senato. Inoltre, vanno avanti le azioni stabilite nel Piano Sulcis per consentire il dragaggio del porto di Portovesme. Si tratta di un investimento di quasi 16 milioni di euro, finanziati con fondi FSC assegnati all’assessorato dell’Industria, grazie al quale si avrà un rilancio non solo dello stabilimento Alcoa ma di tutte le attività imprenditoriali nel polo industriale sulcitano.»
«I tempi di sviluppo dell’opera finora sono stati rispettati e sono in linea con quelli necessari per mettere a regime lo smelter – si legge ancora nella nota della Regione -. Entro il mese di settembre sarà definita anche la questione che riguarda la bonifica delle falde acquifere, i cui costi ricadranno su Alcoa e sulle altre aziende che operano nell’area industriale. La bonifica dei suoli è già in attuazione; nelle prossime settimane saranno sciolti i nodi che finora non hanno permesso l’avvio delle altre opere di risanamento.»
I sindacati, al termine dell’incontro, hanno condiviso tempi e modi del percorso individuato dalla Regione per una rapida soluzione dei problemi affrontati oggi.

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Il senatore Luciano Uras e il consigliere regionale Francesco Agus (Campo progressista Sardegna) hanno tenuto una conferenza stampa, in Consiglio regionale, sulla gestione degli immobili pubblici dalla Regione, che presenta troppi sprechi invece che un’occasione di sviluppo.

«Gli immobili della Regione hanno una messa a valore pari allo 0,2 per cento del patrimonio – detto Luciano Uras citando dati pubblici, che ha illustrato tra l’altro un’interrogazione al ministro dell’Economia e delle Finanze sul rischio di spreco di denaro pubblico nel caso si edificasse in via Simeto una nuova Cittadella finanziaria -. E’ sul tema dell’uso del patrimonio immobiliare, sulla sanità e sull’urbanistica che si misura il giudizio negativo che i sardi hanno di questo governo regionale e che sta provocando la sollevazione popolare. L’ho detto al presidente Francesco Pigliaru e ne sono sempre più convinto: le elezioni si vincolo o si perdono su questi punti.»

«Con il riordino della rete ospedaliera che cosa accadrà del Binaghi di Cagliari, dove non sono ancora ultimati i lavori delle nuove sale operatorie? – ha aggiunto Luciano Uras -. E che sorte sta investendo tutte le ex aree militari di Cagliari, compreso l’ex carcere di Buoncammino o l’ex ospedale militare? Sul patrimonio immobiliare sardo, quei 406 milioni di euro che rendono appena lo 0,2 per  cento, c’è una delibera del 2015, della Giunta regionale, intitolata “Totus in paris, est ora del faghere?”. Ecco, cosa è stato fatto? Nulla, proprio nulla. In questo contesto lo Stato ha un’opzione per l’acquisto da privati della Cittadella finanziaria di via Vesalio”, un’opzione di certo meno onerosa di quanto non costi realizzare con 50 milioni di euro e più un nuovo complesso finanziario in via Simeto.

Ecco perché ho presentato un’interrogazione al ministro e chiedo che in via generale la Regione e lo Stato decidano quali immobili recuperare e con quali risorse, anche con il concorso delle imprese. Che sono sempre attente quando il Consiglio regionale elabora norme urbanistiche ma farebbero cosa utile a inserirsi correttamente nei rapporti con lo Stato e la Regione e occuparsi anche del recupero e della gestione del patrimonio immobiliare pubblico.»

A titolo di scandalo, ancora poco esplorato, il senatore Uras ha citato il caso della Maddalena, «uno spreco per cui ancora nessuno paga. E mentre qualcuno ha incassato, le bonifiche non sono state fatte, ci sono un albergo e un centro congressi vuoto e le strutture delle banchine si stanno sbriciolando.  Però non ci sono i soldi per garantire un punto nascite alle donne dell’Isola».

Della stessa opinione il consigliere regionale Francesco Agus: «Questa legislatura regionale era iniziata nel segno della annunciata dismissione delle servitù militari e del trasferimento di quei beni alla Regione. Invece, in questi quattro anni manco un metro quadrato mi risulta sia stato trasferito. Il rischio è che queste strutture ex militari di Cagliari, come l’ex ospedale, facciano la fine ingloriosa dell’ex ospedale Marino. E il fenomeno pare purtroppo destinato ad aumentare – ha concluso Francesco Agus -, vedi il palazzo di piazza Giovanni XXIII sede dell’assessorato al Lavoro, per non parlare dell’ospedale San Giovanni di Dio, del Binaghi e del Marino nuovo, che a leggere la proposta di riordino della rete sanitaria sembrano proprio destinati alla chiusura».

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Pigliaru Caria Paci agricoltura siglata dichiarazione congiunta

E’ stata siglata ieri sera in Consiglio regionale, una dichiarazione congiunta tra l’Esecutivo, la maggioranza in Consiglio regionale e le associazioni agricole sulle problematiche delle campagne, con lo scopo di individuare le risorse sia per l’emergenza sia per gli interventi strutturali.
Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, gli assessori dell’Agricoltura e del Bilancio, Pierluigi Caria e Raffaele Paci, i presidenti delle commissioni Bilancio e Agricoltura in Consiglio e i capigruppo, si sono riuniti con i rappresentanti di Coldiretti e Agrinsieme, coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari per sottoscrivere il documento.
La stipula prevede la ricerca, nel più breve tempo possibile nel quadro dell’iter legislativo, di ulteriori 20 milioni di euro per compensare le gravi perdite subite da tutti i comparti agricoli. 

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migranti

Il governatore Francesco Pigliaru ha espresso soddisfazione per l’esito dell’incontro sugli sbarchi di migranti tra il ministro Marco Minniti e le autorità algerine.

«Avevamo chiesto al ministro Minniti di rafforzare la collaborazione già in atto con le autorità algerine e siamo molto soddisfatti che questo sia avvenuto subito», ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru a commento del colloquio tra il ministro dell’Interno Marco Minniti e il suo omologo Noureddine Bedoui avvenuto ieri ad Algeri e nel corso del quale si è affrontato anche il problema dei flussi migratori diretti dall’Algeria alle coste sud della Sardegna. «Fin dal nostro incontro al Viminale il giugno scorso avevamo fatto presente il problema» ha spiegato il presidente Pigliaru, ricordando inoltre di aver inviato venerdì una comunicazione al Ministro dell’Interno in cui si segnalava che si tratta di un movimento che sta assumendo proporzioni sempre maggiori.

«Quello di oggi è un passo importante – ha sottolineato ancora Francesco Pigliaru – e siamo d’accordo per seguire con attenzione nei prossimi giorni lo sviluppo di questo colloquio. L’obiettivo, condiviso con il Ministro, è fermare i flussi irregolari e chiudere quel canale. Come abbiamo già evidenziato nella lettera, il fenomeno degli sbarchi diretti rende ancora più complessa la gestione dei flussi non programmati nella nostra Regione in quanto impatta pesantemente sul funzionamento di tutte le strutture deputate all’accoglienza ed è, inoltre, in grado di provocare un notevole allarme sociale tra la popolazione. Parallelamente a questa azione diplomatica e sempre in accordo con il Ministero seguiremo tutte le altre azioni necessarie per contrastare questi flussi così come quelle per l’integrazione dei migranti, con particolare attenzione ai minori non accompagnati e alle iniziative finalizzate a favorire un sistema di accoglienza diffusa nel territorio. A questo proposito – ha concluso il presidente Pigliaru -, merita evidenziare i progetti di volontariato sociale destinati ai migranti che saranno concretamente realizzati nei prossimi mesi con la fondamentale collaborazione dell’Anci.»

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Il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, ha espresso “profondo disappunto”, in una lettera inviata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in riferimento alle dichiarazioni della sottosegretaria Ilaria Borletti Buitoni in tema di legge urbanistica.
Nel testo della lettera si rileva che la Sottosegretaria «non solo interviene scompostamente nel merito di scelte operate dalla Giunta e dal Consiglio Regionale nel pieno esercizio delle funzioni», ma in più «travisa completamente» il significato e gli effetti di norme che «al contrario di quanto incautamente affermato, non fanno che confermare la necessità di copianificare con lo stesso Ministero in materia di usi civici. Voler suggerire a noi sardi – scrive Francesco Pigliaru -, i primi in Italia a conformarsi al Codice Urbani, il valore intrinseco del paesaggio e l’esigenza della sua tutela anche come investimento economico, più che una offesa non giustificata è una poco gradevole esibizione di ignoranza del contesto. Un minimo, doveroso, studio dei testi normativi esitati dal Consiglio regionale – si legge – avrebbe, dunque, evitato alla Sottosegretaria gli inappropriati riferimenti al cemento e al paesaggio quale ‘vuoto a perdere’. Nulla di tutto ciò è, infatti, contenuto nelle norme della legge in oggetto, come qualunque lettore scevro da pregiudizi può verificare».
Il presidente Pigliaru prosegue definendo grave «l’aver stabilito arbitrariamente una continuità tra le politiche in materia urbanistica della precedente Giunta di centrodestra e la attuale» e ricordando come tra i primi atti di questa legislatura siano proprio la revoca e l’annullamento della revisione del Ppr e l’abbandono del disegno di legge urbanistica introdotti dal precedente Governo regionale poco prima delle elezioni.
Francesco Pigliaru sottolinea, infine, come a fronte di un impegno ricevuto da parte della Sottosegretaria per un lavoro comune con gli uffici regionali per la costruzione condivisa delle necessarie soluzioni «non seguirono i fatti, ma anzi affermazioni destituite di fondamento e lesive della onorabilità politica della Giunta che presiedo. Affermazioni che mi auguro la Sottosegretaria vorrà rapidamente correggere». Il presidente Pigliaru conclude chiedendo al presidente Gentiloni «un autorevole intervento affinché il confronto tra Stato e Regione, nel rispetto delle reciproche posizioni, rientri nell’alveo di una corretta, seppur franca e diretta, dialettica istituzionale, lontana dai toni gridati e da giudizi scomposti esposti a mezzo stampa».

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Aumentano i posti di lavoro in Sardegna: nei primi sei mesi del 2017 le assunzioni sono in crescita e in percentuale crescono più che nel resto d’Italia, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo dicono i dati dell’Osservatorio sul Precariato dell’INPS, relativi al primo semestre 2017. Secondo i dati INPS, le assunzioni complessive crescono più in Sardegna (+21,6%) che in Italia (+19,4%) e le trasformazioni complessive dei rapporti di lavoro da determinato a indeterminato (4.237 in totale) crescono nell’isola del 34,4% (nel resto d’Italia la percentuale è molto più contenuta: +1,1%).
«I dati positivi sull’occupazione, così come quelli legati alla crescita degli investimenti da parte delle imprese, confermano che negli ultimi tre anni si sta consolidando anche in Sardegna un quadro di ripresa – dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru -, e ciò grazie anche alle azioni messe in campo dalla Giunta. La strada intrapresa con le nuove politiche attive del lavoro, sia nazionali che regionali, è quella giusta. Ci conforta sapere che la tendenza è positiva dal 2015 ed è evidente che da qualche anno i sardi si sono riaffacciati attivamente sul mercato del lavoro e non sono più scoraggiati come in passato. Sappiamo che c’è ancora tanto da fare per contrastare la disoccupazione e in particolare quella giovanile – conclude il presidente Pigliaru – ma il clima di fiducia crescente è un segnale che ci fa ben sperare.»
«Valuto le cifre in modo sempre molto prudente, ma il fatto che quasi tutti i dati siano di segno positivo non può che confortarci e spronarci ad andare avanti per fare ancora meglio – è il commento dell’assessora del Lavoro, Virginia Mura -. L’aumento significativo delle assunzioni in apprendistato è un risultato importante, frutto delle iniziative sulle quali l’assessorato ha puntato con forza per consentire a tanti giovani di entrare nel mondo del lavoro. In un quadro di miglioramento generale, tuttavia, dispiace prendere atto che l’occupazione femminile in Sardegna non tiene il passo delle altri regioni, pur essendo il dato isolano il migliore del sud Italia. Il nostro impegno è rivolto ad affrontare in maniera seria e incisiva quello che è ormai è un fenomeno strutturale del nostro paese.» 
Le assunzioni a tempo indeterminato aumentano in Sardegna del 2% (da 13.803 a 14.075) diminuiscono in Italia (-3,8%). Aumentano anche le assunzioni con contratti a termine che si attestano a 56.581 unità (+29,4%), mentre nel resto d’Italia l’aumento si ferma al 27%. Significativo, inoltre, l’aumento delle assunzioni in apprendistato: +60,8% in Sardegna (+27,3% in Italia). Nello stesso periodo, le assunzioni stagionali hanno riguardato 27.042 nuovi contratti (+17,3%). Un altro dato, infine, riguarda le cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato: diminuiscono in Sardegna (-3,9%) mentre sono stabili a livello nazionale (+0,2%). A livello complessivo, in Sardegna il saldo tra assunzioni e cessazioni del primo semestre 2017 (inclusi i contratti dei lavoratori stagionali) è positivo e pari a + 46.001 unità, superiore al saldo del primo semestre 2016 (+ 36.509). La variazione netta dei contratti a tempo indeterminato del primo semestre 2017, risultante dalla somma di 14.075 nuovi rapporti e di 4.237 trasformazioni (3.822 da termine e 415 da apprendistato) meno le oltre 15 mila cessazioni, è risultata positiva e pari a + 3.039 ( nel primo semestre 2016 il risultato era pari a + 1.061).

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La Giunta regionale ha presentato un ricorso davanti alla Corte Costituzionale contro alcune norme del Decreto legislativo dello scorso 16 giugno (n. 104) in materia di valutazione di impatto ambientale di progetti pubblici e privati. Il presupposto del ricorso è la lesione dell’autonomia e di competenze fondamentali attribuite alla Regione Sardegna.
L’esecutivo guidato da Francesco Pigliaru contesta le disposizioni che consentono allo Stato di assumere un ruolo centrale e esclusivo in materia di VIA, privando la Sardegna di importanti prerogative legate alla tutela del paesaggio e al governo del territorio.

«Riteniamo che queste disposizioni siano in contrasto con i principi sanciti dallo Statuto e dall’articolo 117 della Costituzione. Lo Stato non può avocare a sé scelte sul nostro ambiente e sul nostro paesaggio che vogliamo tutelare e preservare. La Sardegna e le amministrazioni locali sarebbero escluse da decisioni che ci riguardano direttamente e che investono ambiti strategici per il nostro sviluppo – ha detto il presidente Pigliaru, riaffermando l’assoluta necessità di mantenere in campo alla Regione competenze fondamentali – le stesse che ci hanno permesso di contrastare progetti quali il solare termodinamico a Gonnosfanadiga e Guspini, che avrebbe danneggiato beni ambientali e paesaggistici la cui difesa è per noi una priorità assoluta.»

La Giunta, nel ricorso davanti alla Corte Costituzionale sottolinea «la violazione dei principi di ragionevolezza e di buon andamento della pubblica amministrazione in quanto lo Stato diventa in modo ingiustificato arbitro dell’intero procedimento di VIA mentre la Regione non è in grado di incidere nell’adozione di provvedimenti che hanno un elevato impatto sulle comunità territoriali di riferimento». 
La mancata previsione espressa dell’obbligo di richiedere il parere regionale nel procedimento viola, inoltre, il principio di leale collaborazione, fondamento delle corrette relazioni tra Regione e Stato che: «Per costante giurisprudenza, impone adeguati meccanismi di cooperazione per l’esercizio concreto delle funzioni amministrative in capo agli organi centrali». 

«Abbiamo agito nell’ambito di un rapporto di leale collaborazione e cooperazione tra livelli istituzionali che abbiamo visto tuttavia disattesa nel momento in cui non sono state prese in alcun modo in considerazione le osservazioni delle Regioni» ha detto l’assessore alla difesa dell’ambiente Donatella Spano anche in qualità di coordinatrice della commissione Ambiente ed Energia della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

In sostanza la Regione lamenta che «per una pluralità di profili, è mancata l’adeguata considerazione delle competenze e delle attribuzioni che si sarebbero potute correttamente salvaguardare attraverso i consueti strumenti di coordinamento, ispirati al principio di leale collaborazione».