18 November, 2024
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L’avvio di un tavolo operativo istituzionale che, attraverso il coordinamento della Regione, veda protagonisti tutti gli attori interessati dall’appalto bandito dal Cat Sardegna per il portierato e vigilanza. È la richiesta che la direzione aziendale dell’Aou di Sassari ha presentato ieri con lettera al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore della Sanità Luigi Arru. Questa mattina, intanto, il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso ha fatto visita ai lavoratori ex Secur che, da un mese per protesta, hanno attivato un presidio permanente in piazza d’Italia.

Nella lettera indirizzata al presidente e all’assessore regionale, il direttore generale Antonio D’Urso ha ripercorso in breve la situazione dei lavoratori che «non sono stati assorbiti dall’Ati aggiudicatrice del Servizio di vigilanza e portierato, dopo la procedura di gara indetta e gestita dal Cat Sardegna».

«Sulla vicenda – ha ricordato il manager nella missiva -, in occasione del Consiglio comunale aperto del 20 dicembre scorso, ho espresso il mio rammarico per la situazione venutasi a creare per le ricadute sui livelli occupazionali». Il direttore generale, infatti, aveva scritto una lettera alla presidente dell’assemblea civica e al primo cittadino di Sassari con la quale aveva fatto sapere che l’Azienda era vicina ai lavoratori e si rammaricava per la situazione che da giugno interessa quasi 40 lavoratori e le loro famiglie.

L’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari già in più occasioni, anche durante incontri con i sindacati e la rappresentanza di alcuni di questi lavoratori, aveva espresso la propria posizione e nella missiva indirizzata ieri alla Regione ha ribadito «la disponibilità a esperire, nei limiti della normativa nazionale e regionale, ogni utile tentativo per la composizione delle criticità».

Concetti che questa mattina il direttore generale ha espresso anche ai lavoratori, oltre a portare loro la solidarietà dell’azienda di viale San Pietro.

«Per questi motivi – ha detto Antonio D’Urso ai lavoratori – ho proposto al presidente Francesco Pigliaru e all’assessore Luigi Arru l’avvio di un tavolo operativo istituzionale, con il coordinamento della Regione Sardegna, e la partecipazione di tutti gli stakeholder, compresa l’Ati aggiudicatrice.»

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Domani, venerdì 11 gennaio, a Cagliari, a Villa Devoto, alle 10.00, è in programma la sigla di un accordo di collaborazione tra la Regione e la Procura Generale Della Repubblica di Cagliari per l’attivazione, nelle procure sarde, di tirocini destinati a giovani laureati in materie giuridiche ed economiche.

Alla firma dell’accordo prenderanno parte il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, la dottoressa Francesca Nanni, procuratore generale di Cagliari, l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ed il direttore dell’Aspal, Massimo Temussi.

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«Ho fortemente sostenuto la legge di contrasto alla ludopatia e la sua approvazione è un importante e atteso passo di civiltà.» Così il presidente Francesco Pigliaru, ieri sera, al termine della seduta del Consiglio regionale. «La diffusione della ludopatia ha raggiunto livelli inaccettabili ed è preciso dovere delle istituzioni combattere un fenomeno così subdolo e dannoso. Questa legge dota finalmente la Sardegna di uno strumento adeguato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione dei disturbi legati al gioco d’azzardo – ha spiegato -, un quadro normativo unitario nel quale si potranno inserire, rafforzate, le iniziative  già portate avanti da tanti Comuni. E ora la Regione potrà intervenire sia nel monitoraggio del fenomeno che nell’attuazione di misure concrete di prevenzione della diffusione del gioco soprattutto tra i minori, i giovani e le persone in condizioni disagiate», ha concluso Francesco Pigliaru. 

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Un articolato documento valido per l’intera Sardegna che, alla luce del nuovo Codice nazionale di Protezione civile in vigore dallo scorso febbraio, sostituisce ogni precedente documentazione definendo in maniera ancora più precisa tutti gli aspetti organizzativi in emergenza, lo svolgimento delle attività di previsione e prevenzione del rischio idraulico, idrogeologico e da fenomeni meteorologici avversi nella cornice del Servizio nazionale di Protezione civile. È il “Piano regionale di protezione civile per il rischio idraulico, idrogeologico e da fenomeni meteorologici avversi”, approvato ieri dalla Giunta Pigliaru su proposta dell’assessora della Difesa dell’ambiente Donatella Spano, e presentato oggi alla stampa. Lo schema, già condiviso con le diverse componenti di Protezione civile e quindi adottato in via preliminare dall’Esecutivo a luglio scorso su pianificazione dell’allora direttore generale Graziano Nudda, era stato pubblicato sul sito di SardegnaParteciPA per favorire la massima discussione e l’avvicinamento dei cittadini alla pianificazione di protezione civile e cedere loro la parola per eventuali suggerimenti. Il Piano sarà presto pubblicato sul Buras.

«Sono molto orgoglioso del lavoro fatto in questi cinque anni sul fronte della Protezione civile – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru aprendo l’incontro -. Migliorare di molto un sistema così importante era un obiettivo di legislatura che grazie all’impegno e alla professionalità di tanti è stato decisamente raggiunto, come dimostrano i fatti e come ci viene ampiamente riconosciuto. Il passaggio tecnico che presentiamo oggi affina ulteriormente quanto fatto sinora. Avere un coordinamento estremamente dettagliato come quello di cui parliamo è essenziale, perché davanti agli effetti di eventi meteorologici così acuti, alle conseguenze di cambiamenti climatici sempre più incalzanti, le vite si salvano quando non c’è incertezza nell’affrontare l’emergenza né nelle Istituzioni né nella squadra chiamata ad intervenire né tantomeno nelle persone, che devono essere ben informate sul comportamento corretto da tenere. E avere regole chiare e un’organizzazione efficiente come quella che la nostra Protezione Civile garantisce alla Sardegna – ha concluso Francesco Pigliaru – significa dare sicurezza ai nostri cittadini e al nostro territorio.»

«Il Piano è l’ultimo traguardo raggiunto nell’ambito del Sistema regionale di Protezione civile che in questi cinque anni è cresciuto in ogni suo aspetto e la Sardegna è la prima regione italiana ad approvare il Piano regionale di protezione civile in coerenza con il nuovo Codice, ricevendo dal Dipartimento nazionale un riscontro molto positivo per impostazione e alto livello qualitativo dei contenuti – ha affermato Donatella Spano, che si è associata ai ringraziamenti del presidente Francesco Pigliaru -. Il Piano regionale ha una struttura fortemente innovativa per i modelli di intervento secondo le fasi operative di attenzione, preallarme e allarme e per emergenze di rilievo locale, regionale o nazionale. Il Dipartimento nazionale ha comunicato che il nostro documento costituisce un’ottima piattaforma di confronto e di riferimento per tutte le altre regioni che stanno predisponendo i loro piani. Questo è per noi un riconoscimento molto importante, che premia il grande lavoro portato avanti dal 2014 a oggi per rendere sempre più efficiente la nostra Protezione civile e intervenire al meglio per salvaguardare la sicurezza delle persone  e del nostro territorio.»

L’assessore delegato dal presidente Francesco Pigliaru alla Protezione civile si è soffermata sulle novità dell’allerta temporali, del modello di intervento per rischio neve e ghiaccio e sulla formazione/informazione: «Una parte importante del Piano riguarda la formazione, l’informazione e l’esercitazione perché abbiamo accertato che rendono più consapevoli la cittadinanza – ha aggiunto Donatella Spano -. Lo dimostrano le esercitazioni sinora fatte con il supporto dei volontari di Protezione civile: la consapevolezza sui rischi e la cultura dell’autoprotezione sono ora patrimonio molto più diffuso sui territori». Infine, ha ripercorso le principali tappe che hanno messo l’isola al pari delle altre regioni, a iniziare dal Centro funzionale decentrato, che ha inserito anche la Sardegna nella rete della Protezione civile nazionale per proseguire con l’entrata in vigore del Manuale operativo delle allerte, e ancora il nuovo sistema di avvisi meteo e di rischio idrogeologico, il potenziamento della rete di monitoraggio e sorveglianza, la rete radio digitale, il sofisticato radar inaugurato ad aprile a Monte Rasu, l’implementazione del sistema di monitoraggio e sorveglianza della rete idrometrica (cresciute dalle iniziali 9, diventeranno 87 nel 2019), il rafforzamento delle stazioni di misura meteorologiche e termo-pluviometriche automatiche che saranno presto 192 in totale, l’applicazione delle novità della nuova normativa nazionale e il nuovo sistema di sale operative. «In questi anni abbiamo rafforzato la sinergia con i Comuni e gli altri attori territoriali senza perdere di vista cittadinanza e studenti con l’educazione nelle piazze e nelle scuole perché la prevenzione continua a restare la parola chiave», ha concluso Donatella Spano.

Sandra Tobia, direttore regionale della Protezione civile, con i suoi funzionari ha illustrato la parte generale del Piano riferita all’intero territorio regionale, che affida alle Prefetture la direzione unitaria dei servizi di emergenza da attivare a livello provinciale. «Il Piano – ha spiegato Sandra Tobia – è strutturato per migliorare ancora di più l’operatività che abbiamo avuto modo di testare positivamente durante i recenti eventi, definendo ulteriormente le attività di tutti i soggetti che fanno parte del sistema di protezione civile. Viene inoltre introdotta l’allerta temporali con codice giallo per temporali sparsi o codice arancione per temporali diffusi. Infine, accanto al codice colore per l’allerta ci sarà la fase operativa che potrà essere innalzata su valutazione del direttore generale in base alle condizioni specifiche del territorio».

Il documento considera molteplici aspetti tra cui la descrizione del territorio regionale, i livelli di pianificazione di protezione civile, gli scenari di rischio, il sistema di allertamento, quello di comando e controllo e di salvaguardia del territorio. Quindi le strutture operative, il modello di intervento per rischio idraulico e idrogeologico e per rischio neve e ghiaccio, il sistema informativo di protezione civile regionale e l’organizzazione della Colonna mobile regionale della Sardegna. All’incontro odierno ha partecipato anche l’ex direttore Graziano Nudda.

 

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha incontrato oggi a Roma il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. Al centro dell’incontro, l’immediata esecuzione della cessione anticipata della spiaggia di Porto Tramatzu a Teulada. Era presente anche il sindaco di Teulada, Daniele Serra. Il rilascio comprende, in questa fase, la spiaggia ed una porzione del terreno retrostante.

Il ministero della Difesa ha formalmente avviato le procedure con il ministero delle Infrastrutture e Trasporti per la cessazione della concessione marittima sulla spiaggia e l’iter legislativo per la cancellazione della spiaggia di Porto Tramatzu dall’elenco delle zone portuali e delle aree demaniali di interesse di sicurezza nazionale. Lo schema di decreto alla firma del presidente del Consiglio, prevede anche l’avvio dei procedimenti finalizzati al rilascio delle spiagge di Capo Frasca S’Enna e S’Arca e Punta de S’Achivoni.

«È la prima volta che in Sardegna c’è una riduzione dello spazio assegnato di fatto alle servitù militari – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -, una rivoluzione simbolicamente importante,  che dimostra che si va concretamente nella direzione del riequilibrio che abbiamo chiesto con tanta forza. Ora Porto Tramatzu viene aperta a tutti i cittadini, sardi e non, superando la distinzione tra militari e civili. È la conferma concreta che l’attuazione del Protocollo che abbiamo firmato con il ministero della Difesa va avanti, sul fronte dei rilasci come del lavoro per l’istituzione degli Osservatori ambientali e dei progetti di ricerca duale. E intanto possiamo dire a ragione che da oggi la Sardegna ha una spiaggia in più – ha concluso Francesco Pigliaru -, una spiaggia bellissima e non sarà l’unica.»

«La cessione della spiaggia di Porto Tramatzu, e delle altre spiagge previste nel Protocollo, rappresentano un importante passo in avanti nello sviluppo socio-economico del territorio. Ho sempre affermato che la Difesa deve essere sempre più aperta e inclusiva in una moderna concezione dual use dei poligoni militari e delle aree addestrative e oggi lo stiamo dimostrando. E faremo ancora di più», ha dichiarato il ministro della Difesa Elisabetta Trenta a margine dell’incontro.

Porto Tramatzu è la principale spiaggia sita al limite del Poligono di Capo Teulada che, fin dal 1957, all’epoca dell’istituzione del Poligono, fu destinata ad un uso militare, pur non facendo parte del Demanio militare. Nel tempo, una porzione è stata resa disponibile agli usi civili, la restante parte ha continuato ad essere utilizzata come stabilimento balneare per il personale militare, in forza di una concessione demaniale marittima rilasciata dal ministero dei Trasporti nel 1992. In considerazione del valore simbolico del rilascio, già durante la scorsa stagione estiva il tratto di spiaggia è stato reso disponibile a tutta la popolazione.

La cessione di Porto Tramatzu, attesa da oltre quarant’anni, rappresenta, nel quadro dell’Intesa Difesa-Regione sulle servitù militari, il primo punto affrontato e risolto insieme dal nuovo ministro della Difesa e dal Presidente della Regione. Si è lavorato attraverso un modello di governance articolato in una Cabina di Regia a livello politico Difesa-Regione e in un Tavolo Tecnico con le parti coinvolte. L’aver ottenuto risultati positivi, raggiunti in tempi brevissimi nonostante la complessità del problema, ha suggerito la formalizzazione di questo tipo di governance attraverso un accordo integrativo Difesa-Regione che sarà firmato entro i prossimi giorni e che sarà lo strumento per affrontare in modo sistemico anche gli altri punti dell’Intesa. Questa modalità includerà le iniziative di ricerca, sviluppo sperimentale e deployment industriale nell’Isola, così da mettere a sistema le competenze e le infrastrutture della Difesa con le conoscenze scientifiche dell’università e le capacità dell’Industria, sfruttando in modo intelligente i fondi di finanziamento nazionali ed europei di entrambe le parti, sia militari che civili.

Altro punto del Protocollo che sarà al più presto preso in esame da Cabina di Regia e Tavoli tematici per l’attuazione sarà l’istituzione di Osservatori ambientali indipendenti nei Poligoni militari. Tra le progettualità che saranno affrontate immediatamente con questa procedura ci sono la scuola internazionale di volo di Decimomannu, il centro nazionale di training per le operazioni congiunte tra forze civile e militari per la Protezione Civile e l’Antiterrorismo Internazionale, il centro per la ricerca, lo sviluppo sperimentale e la certificazione dei droni L’Accordo Integrativo fungerà da riferimento anche per le altre regioni italiane in cui è significativa la presenza di infrastrutture e asset della Difesa, con l’obiettivo di integrare le diverse iniziative per avere un valore aggiunto tangibile per il Paese.

 

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«Il ritorno ai sardi della spiaggia di Porto Tramatzu a Teulada deve essere il punto di partenza per una nuova politica sulle servitù militari in Sardegna.»

Lo afferma il candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Sardegna Francesco Desogus, secondo cui «l’accordo firmato nel 2017 tra il presidente Francesco Pigliaru e l’allora ministro della Difesa Roberta Pinotti è, infatti, lacunoso e poco ambizioso. Al ministro Elisabetta Trenta chiederemo invece un cambio di passo, perché il tema delle servitù militari è centrale nell’idea di sviluppo che vogliamo per l’isola e che proporremo ai sardi in occasione delle elezioni regionali del 24 febbraio». 

Per Francesco Desogus «c’è voluta tutta la determinazione della signora ministro Elisabetta Trenta, incalzata fin dal suo insediamento dai nostri parlamentari e in particolare da Emanuela Corda, per accelerare il ritorno ad un uso turistico della bellissima spiaggia di Porto Tramatzu, a Teulada. Perché è facile firmare gli accordi, molti più difficile attuarli». 

«Il ministro Elisabetta Trenta si è mostrata invece vicina ai cittadini e ha rispettato i patti – conclude il candidato governatore del Movimento 5 Stelle – accelerando un processo di dismissione che con il precedente Governo sembrava essere destinato ad essere, è proprio il caso di dirlo, insabbiato.»

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Lunedì 7 gennaio, alle 10.30, a Villa Devoto a Cagliari, si terrà la conferenza stampa di presentazione del Sardinian Job Day 2019, l’evento promosso dalla Regione ed organizzato dall’Aspal che si terrà il 24 e 25 gennaio alla Fiera di Cagliari. All’incontro con i giornalisti parteciperanno il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l’assessora regionale del Lavoro Virginia Mura e il direttore generale dell’Aspal Massimo Temussi.

Massimo 7u

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Martedì 8 gennaio, alle 12.00, il presidente della Regione Francesco Pigliaru sarà a Roma dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta per dare esecuzione alla cessione formale della spiaggia di Porto Tramatzu – Capo Teulada – Cagliari.

Al termine della riunione il presidente Pigliaru ed il ministro Trenta incontreranno i giornalisti accreditati.

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«Un nuovo passo per l’adozione della mobilità elettrica in Sardegna.»

Così il presidente della Regione Francesco Pigliaru commenta il bando, pubblicato lo scorso 27 dicembre dall’assessorato dell’Industria, rivolto alle piccole e medie imprese sarde incentivate a sostituire un veicolo a motore con un veicolo a trazione elettrica.

«Continuiamo nel grande investimento per accelerare l’adozione di mezzi di trasporto non inquinanti – prosegue il presidente Francesco Pigliaru -. Abbiamo progettato e finanziato una grande e diffusa infrastruttura di stazioni di ricarica e ora incentiviamo l’uso di auto elettriche. Vogliamo al più presto una Sardegna in cui anche i turisti possano girare la nostra bellissima isola con macchine elettriche messe a loro disposizione da imprenditori che, grazie a questo bando, troveranno conveniente fare già oggi ciò che altrimenti farebbero tra qualche anno. Anticipare il futuro – conclude Francesco Pigliaru – conviene a tutti noi.»
Con questo nuovo bando si concretizza ulteriormente il percorso avviato da alcuni anni dalla Regione in attuazione delle azioni sulla mobilità sostenibile attraverso lo sviluppo della mobilità elettrica. Si incide sia nel settore privato sia nella promozione della realizzazione di sistemi di distribuzione merci integrati di tipo elettrico all’interno dei contesti urbani, mediante la concessione di incentivi cofinanziati con il Fondo di Sviluppo e Coesione. Interventi che si inquadrano, più in generale, nella strategia delineata dal Piano Energetico Ambientale Regionale della Sardegna per la riduzione delle emissioni climalteranti ed è coerente con il Piano Regionale per il miglioramento della Qualità dell’Aria.

«Si tratta di un nuovo, importante passaggio del lungo percorso virtuoso avviato nel 2016 dalla Regione sulla mobilità sostenibile – spiega l’assessore Maria Grazia Piras -. Dapprima ci siamo occupati di tutti gli interventi di efficientamento destinati al settore pubblico. Ora ci rivolgiamo alle imprese del settore privato con l’intento di favorire il ricambio del loro parco auto e ridurre le emissioni: parliamo, dunque, delle Pmi del comparto turistico e dei trasporti, in particolare taxi, car sharing e trasporto collettivo di persone, oltre alle società che gestiscono il cosiddetto trasporto dell’ultimo miglio, le cui auto transitano prevalentemente all’interno delle nostre città. Pensiamo ai numerosi spedizionieri che partono dai loro depositi e poi effettuano le consegne dei pacchi a domicilio. Questi 4 milioni di euro fanno parte dei 15 milioni che la Regione ha investito ultimamente: gli altri 11 milioni di euro servono a dislocare le colonnine di ricarica nei punti strategici in tutta l’Isola.»

Il bando è rivolto alle imprese sarde operative da almeno 5 anni. Gli interventi consistono nella sostituzione di un veicolo a motore di proprietà dell’impresa richiedente con un veicolo elettrico (full electric), nuovo di fabbrica, della stessa tipologia di quello dismesso e giustificato dalla specifica attività svolta. Il veicolo elettrico acquistato dovrà essere utilizzato al servizio di una sede operativa ubicata nel territorio della Sardegna. L’aiuto è concesso in regime ‘de minimis’ e consiste in una sovvenzione fino a un massimo del 75% dei costi ammissibili ed entro i massimali stabiliti dal bando per tipologia di veicolo elettrico, pari a 15mila euro per autovettura, 20mila euro per furgone e 25mila euro per pullmino. L’Avviso predisposto dal Servizio Energia ed Economia verde fissa i termini per la presentazione delle domande dalle ore 9.00 del 26 febbraio alle 14 del 25 ottobre 2019, con la procedura valutativa a sportello nei limiti della dotazione finanziaria iniziale pari a 4 milioni di euro.

La documentazione può essere consultata sul sito della Regione (www.regione.sardegna.it) e sui portali SardegnaEnergia e SardegnaProgrammazione. Eventuali chiarimenti di carattere tecnico-amministrativo possono essere richiesti all’Amministrazione regionale via mail agli indirizzi: energiaimprese@regione.sardegna.it e Ind.urp@regione.sardegna.it, oppure all’URP dell’Assessorato dell’Industria al numero 070-6067037.

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Un Piano di rilancio per il Trenino Verde della Sardegna, per valorizzare una importante risorsa turistica dell’isola con caratteristiche uniche a livello europeo. Questo l’obiettivo del protocollo d’intesa tra Regione, Comuni, associazioni e imprese illustrato oggi dal presidente Francesco Pigliaru, dall’assessore del Turismo Barbara Argiolas, dai sindaci di Mandas e di Isili, Marco Pisano e Luca Pilia, dal consigliere regionale e primo cittadino di Escolca, Eugenio Lai, dall’amministratore unico dell’Arst Chicco Porcu e da Paolo Pisu del comitato di tutela, a bordo della carrozza storica Bauchiero del 1913 sulla tratta Mandas-Isili. Il Protocollo prevede nuove risorse, un piano di marketing nonché gli interventi per sicurezza e manutenzione della rete e la possibilità di candidatura a patrimonio dell’Unesco.

«Un grande attrattore fino a questo momento sottovalutato». Così il presidente Pigliaru ha definito il Trenino Verde, «sul quale oggi, con questo protocollo – ha detto -, abbiamo voluto fare una scommessa stanziando risorse importanti. Dietro c’è un lavoro approfondito e complesso da parte di tutti, Regione, Comitato ma anche Sindaci che hanno saputo dialogare –  ha spiegato il Presidente –, un impegno necessario per far partire una sperimentazione seria, economicamente supportata, pensata per dare una prospettiva forte, per essere la base di una progettazione di respiro sempre più ampio, destinata a crescere negli anni. La sfida è dimostrare che il trenino verde ha realmente un ruolo cruciale nello sviluppo turistico del territorio, confermandosi un attrattore capace di portare in Sardegna il turismo che ci piace, quel turismo adatto ad una idea sostenibile, che non è interessato solo alle spiagge, ma che vuole esplorare il territorio in tutte le stagioni, che è pronto a vivere l’esperienza del paesaggio, della cultura, delle tradizioni, dei sapori. Il trenino verde è un’occasione perfetta per scoprire tutto questo – ha concluso Francesco Pigliaru -, un percorso suggestivo e con una storia illustre, appunto un grande attrattore che è giusto valorizzare ben oltre quanto è stato fatto finora».

«L’assessorato del Turismo scommette da tempo sul Trenino Verde: lo scorso anno sono stati stanziati tre milioni di euro per realizzare progetti di valorizzazione in collaborazione con l’Arst e nell’ambito del piano strategico regionale sul turismo è un asset da potenziare e da sviluppare – ha aggiunto Barbara Argiolas -. L’attrattore rientra a pieno titolo in quell’offerta di Sardegna volta a creare nuove stagionalità e a far apprezzare l’isola tutto l’anno. Continueremo a investire su questo prodotto parlando di zone interne, di paesaggi straordinari e di integrazione di filiere e cercando di mettere insieme operatori pubblici e privati. Il Trenino Verde fa parte di quelle esperienze da non perdere per un turista in visita in Sardegna oltre i mesi estivi e può costituire un vero attrattore di domanda.»

L’amministratore unico di Arst Porcu ha ricordato che il Trenino «può essere in grado di trasferire economia dalla costa verso interno interessando oltre cento Comuni delle zone montane. Rappresenta un grande potenziale turistico ed economico capace di attrarre e intercettare numeri importanti di visitatori e appassionati dal mercato europeo. Con il protocollo di intesa abbiamo tracciato un percorso che auspichiamo consentirà di garantire un servizio di qualità sempre più alta, in piena sicurezza e con una prospettiva almeno decennale».  

Il Piano di rilancio per il Trenino Verde della Sardegna presentato questa mattina è stato firmato a Villa Devoto lo scorso 19 dicembre dal presidente della Regione Francesco Pigliaru con i sindaci dei Comuni coinvolti, Arst, sindacati, associazioni e imprese. L’accordo prevede, per il 2019, uno stanziamento di 10,3 milioni di euro e definisce una serie di azioni di sviluppo e valorizzazione per rendere questa antica infrastruttura – che con i suoi 437 chilometri di estensione complessiva è la ferrovia storica più lunga d’Italia – un grande attrattore turistico dell’isola, grazie a una programmazione di spesa decennale, sino al 2028.

Entro un anno dalla firma la Regione dovrà sviluppare il Piano di valorizzazione che richiede interventi su sicurezza delle linee, attività di gestione e manutenzione, potenziamento e rinnovo dei treni, eventuale automazione o eliminazione dei passaggi a livello. Nel caso di recupero e restauro, le vecchie stazioni saranno concesse agli enti locali per la realizzazione di luoghi di accoglienza.

Ulteriori 7,5 milioni di euro annui inoltre saranno resi disponibili per il triennio 2019-2021, finalizzati alle sole attività di manutenzione ordinaria e periodicamente adeguati per tutta la durata del Piano. I treni per le tratte turistiche saranno riqualificati e rafforzati in misura maggiore in primavera, per viaggi culturali e scolastici, nei fine settimana.

La Regione si impegna a creare per Arst le migliori condizioni tecnico-amministrative per garantire la ripresa dell’esercizio ferroviario in tutte le tratte: Mandas-Arbatax, Isili-Sorgono, Macomer-Bosa e Sassari-Nulvi-Palau. L’Azienda regionale trasporti costituirà quindi una struttura organizzativa dedicata alle attività del Trenino Verde in modo da offrire riferimenti certi per tutti i soggetti coinvolti nello sviluppo del Piano.

L’intesa tra la Regione e i portatori di interesse prevede anche la stesura di un piano di marketing che, partendo dall’analisi del target e dallo specifico mercato turistico di appassionati di ferrovie storiche, che in Europa conta oltre 20 milioni di visitatori all’anno, consenta di arricchire la visibilità e l’attrattività delle tratte isolane.

Sarà completato il dossier propedeutico alla candidatura del Trenino Verde a Patrimonio dell’Unesco. L’obiettivo è di arrivare a breve a valutarne la fattibilità: l’inserimento nel prestigioso elenco rappresenterebbe una formidabile leva per la promozione a livello internazionale. Attraverso il progetto “Rete ferrovie storiche del Mediterraneo” si promuoveranno momenti di confronto già avviati con molte Regioni.

L’Arst, soggetto attuatore degli interventi, predisporrà il calendario dei viaggi del Trenino con sei mesi di anticipo allo scopo di favorire la programmazione degli operatori. Oltre a quelli regionali, saranno ricercati ulteriori finanziamenti necessari per la realizzazione del Piano a livello statale, Comunitario o attraverso la programmazione territoriale. Andranno inoltre valutate possibili attività di partenariato pubblico-privato, project financing o altre sinergie con investitori.