20 July, 2024
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E’ stata rinviata a data da destinarsi l’audizione, fissata per domani mattina alle 10,  del Presidente della Regione Francesco Pigliaru davanti alla Prima e alla Terza commissione in seduta congiunta. E’ confermata invece alle 11,15, in commissione Autonomia, l’audizione del presidente dell’ANCI sulla situazione finanziaria delle province. I lavori del parlamentino, presieduto da Francesco Agus, proseguiranno alle 16. All’ordine del giorno l’esame della situazione finanziaria delle province, l’esame del parere sul Testo unico in materia di turismo, le modifiche della legge regionale statutaria 12 novembre 2013, n. 1 (Legge statutaria elettorale ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna; le modifiche alla legge statutaria 12 novembre 2013, n. 1 (Legge statutaria elettorale ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna) e la mozione 239 sul poligono militare di Capo Teulada, i progetti di implementazione della base, e la presenza delle altre servitù militari nell’Isola.

La commissione Bilancio, presieduta da Franco Sabatini, si riunisce alle 16,30. All’ordine del giorno la proposta di legge 434 Disposizioni transitorie per la sanatoria di situazioni irregolari sugli immobili regionali e il disegno di legge 436 “Reiscrizione delle economie di stanziamento nell’ambito dei trasferimenti di cui al decreto legislativo 21 febbraio 2008, n. 46 (Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna concernenti il conferimento di funzioni e compiti di programmazione e amministrazione in materia di trasporto pubblico locale)”.

La commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra, prosegue per tutta la giornata l’esame della proposta di ridefinizione della rete ospedaliera.

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L’Azienda ospedaliero universitaria fa un grande salto di qualità e si riorganizza: dal 12 luglio il Policlinico Duilio Casula si arricchisce di un grande, moderno e super tecnologico Pronto soccorso che è stato inaugurato questa mattina, alla presenza delle autorità civili, religiose e militari, dal direttore generale Giorgio Sorrentino, dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru. Unitamente al Pronto soccorso, sono stati inaugurati anche il Laboratorio centralizzato e l’Emodinamica.

«Stiamo lavorando per dare alla Sardegna una sanità che funzioni, che sia efficiente e rassicurante, superando la frammentazione e garantendo servizi di qualità – ha detto il presidente Pigliaru -. I 40 milioni di risorse FSC, necessari per ottenere l’importante risultato che presentiamo oggi, sembravano definitivamente perduti.  Invece, grazie al lavoro congiunto e alla determinazione di tutti, siamo riusciti a rimetterli in gioco e a raggiungere l’obiettivo. Ed è solo una parte: completeremo l’investimento con i 70 milioni del Patto – ha concluso Francesco Pigliaru – la cui spendita avverrà con certezza di tempi».

«Si tratta di un giorno molto importante per l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari – ha detto il direttore generale dell’Aou, Giorgio Sorrentino – il Policlinico diventa ancora più grande e all’avanguardia». Già, perché da mercoledì 12 cambieranno molte cose. Dal San Giovanni di Dio arrivano il Pronto Soccorso, le due Medicine d’urgenza, la Rianimazione (che al Policlinico raddoppia i posti letto) e tra pochi giorni anche la Cardiologia con l’Unità coronarica e l’Emodinamica.

«Per l’Aou di Cagliari – ha aggiunto Giorgio Sorrentino – è un passo decisivo che consentirà ai nostri pazienti di trovare sempre maggiore assistenza e cure di qualità». Con uno sguardo sempre alla didattica e alla ricerca che, assieme all’assistenza, sono i punti fondanti e la missione di un’azienda ospedaliero universitaria all’avanguardia.»

Per l’assessore della Sanità, Luigi Arru, il Policlinico “Duilio Casula” è l’esempio della sanità che cambia: «I cittadini hanno ora a disposizione un reparto nuovo e moderno di emergenza. Il modello a cui noi miriamo è quello della connessione, del lavoro in rete in un unico grande sistema sanitario regionale».

Il San Giovanni di Dio non lascia e si trasforma in Ospedale di Giorno con l’Oculistica ed il suo Pronto Soccorso, aperto 24 ore su 24, la  Dermatologia, la Clinica Odontoiatrica, ì l’Anatomia Patologica, Farmacologia clinica, la Medicina Legale, il Day Hospital, il Day Surgery, i servizi ambulatoriali specialistici, il Centro Prelievi (che viene rafforzato) ed il centro per le Cure Palliative.

 

 

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«Un altro passo importante verso la modernizzazione della rete ferroviaria della Sardegna». Così il presidente della Regione Francesco Pigliaru definisce l’attivazione del SCMT, Sistema di controllo della marcia del treno, anche nella tratta Macomer-Chilivani. Si arriva così a circa 130 chilometri di rete adeguata con il Sistema di controllo necessario per consentire il pendolamento dei treni Atr oltre che per innalzare gli standard di sicurezza.
«Sulle nostre ferrovie arrivano i primi risultati tangibili degli interventi che sono stati resi possibili grazie alle risorse messe a disposizione dal Patto per la Sardegna – sottolinea il presidente Pigliaru -. La ‘cura del ferro’ va avanti e gli oltre 400 milioni su cui possiamo contare diventano interventi concreti per migliorare la nostra mobilità.»
«Siamo molto soddisfatti per aver raggiunto questo ulteriore obiettivo nei tempi e nei modi che avevamo previsto grazie all’impegno congiunto con Rfi – dice l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana -. Ciò dimostra come i lavori di installazione del SCMT stiano procedendo con celerità e senza intoppi così da poter garantire la velocizzazione sulla intera tratta Sassari-Cagliari entro l’anno e sulla Chilivani-Olbia e nei collegamenti del Sulcis-Iglesiente, entro il primo semestre del 2018.»

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La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso sugli accantonamenti ma nella sentenza ci sono almeno tre elementi favorevoli alla Regione messi nero su bianco dai giudici: non ci può essere nessuna imposizione unilaterale di nuovi tributi, non è ammissibile l’allungamento a tempo indeterminato degli accantonamenti e c’è la assoluta necessità di tenere conto, prima di qualunque decisione, delle singole situazioni economiche in cui si interviene. Proprio da questi elementi riparte la battaglia della Giunta per chiedere la forte riduzione degli accantonamenti.
«La sentenza tocca in modo importante la componente accantonamenti che riguarda il finanziamento alla sanità: non riceviamo contributi dal sistema nazionale ma ci viene chiesto di sostenerlo e questo è un evidente paradosso – spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Il terreno di confronto è politico e una sentenza sfavorevole non ci può convincere a desistere. C’è un accordo con lo Stato, ma se le entrate vengono progressivamente ridotte violando in modo sistematico quanto stabilito dall’articolo 8 dello Statuto, quell’accordo viene meno per decisione unilaterale. Per questo è necessario tornare a fare un forte, robusto appello alla leale collaborazione, punto per noi fondamentale. Sentirò subito anche gli altri presidenti delle Regioni a Statuto speciale accomunate dalla stessa sentenza per valutare un’azione comune che porti ai risultati che vogliamo.»
«Siamo assolutamente convinti delle nostre ragioni sulla questione degli accantonamenti e già da oggi rilanciamo la battaglia per il riconoscimento dei nostri diritti. Una battaglia che vogliamo accelerare e combattere insieme a tutta la maggioranza e non solo, perché appartiene a tutta la Sardegna e vogliamo garantire pari diritti ai nostri cittadini – sottolinea l’assessore della Programmazione Raffaele Paci -. Dal 2012 abbiamo pagato 3 miliardi e 300 milioni di accantonamenti, è il momento di dire basta. Siamo di fronte a una sentenza complessa, che ovviamente rispettiamo e che ricordo interviene sulla correttezza procedurale senza entrare nel merito. A noi spetta invece il confronto politico e una ferma rivendicazione: non cederemo di un passo, perché quei 700 milioni all’anno che ci vengono chiesti sono soldi nostri, che vogliamo poter usare per politiche di sviluppo e crescita calibrate sulle necessità della Sardegna. Con questi accantonamenti viene di fatto cambiato lo Statuto della Sardegna arbitrariamente, perché si porta la nostra compartecipazione nel caso per esempio dell’Irpef, da 7 a 5 decimi, modificando una norma di rango costituzionale con una legge normale. Allora andiamo avanti, si apre un confronto e se serve anche un conflitto. Lo Stato non ci può imporre accantonamenti perpetui senza scadenza.»
«La sentenza di oggi è inaccettabile, a maggior ragione a fronte del percorso virtuoso che la Regione ha avviato negli ultimi anni in Sanità. Stiamo soppesando la spendita di ogni euro – aggiunge l’assessore della Sanità Luigi Arru – riuscendo al contempo ad assicurare cure importanti come quella per le persone con epatite C o le terapie con farmaci innovativi. Il diritto alla salute è garantito costituzionalmente e i pazienti sardi non sono cittadini di serie B.»
Nella sentenza i giudici scrivono anche che, in virtù delle norme di attuazione che hanno chiuso la vertenza entrate, lo Stato non può rivendicare riserve erariali con la Sardegna. Proprio oggi la Giunta ha impugnato per la seconda volta il decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze che prevede di tenere nelle casse dello Stato, appunto come riserve erariali, il maggior gettito generato dalle tasse automobilistiche in conseguenza di una legge del 2006, poco meno di 4milioni e mezzo di euro. «Una cifra non enorme, ma noi lo impugniamo per una questione di principio – conclude Raffaele Paci -. Nelle norme di attuazione è stabilito con molta chiarezza che alla Regione Sardegna non si applicano le riserve erariali se non in caso di eventi eccezionali e imprevedibili. Quindi, ancora una volta, quei 4 milioni devono restare nelle nostre casse».

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«Nel bilancio ci sono 3.094 milioni, più 130 per ripianare il disavanzo della sanità già accertato del 2016. Tuttavia, anche se non ci sono ancora dati ufficiali (che comunque arriveranno a breve) si sa già che ci vogliono almeno 250 milioni per coprire la spesa sanitaria del 2016. Come ha fatto anche quest’anno l’assessore della programmazione a sbagliare i conti? Ma soprattutto da dove pensa di prendere i 120 milioni che mancano?» Se lo chiede il consigliere regionale dei Riformatori Michele Cossa, che ha presentato oggi un’interrogazione urgente indirizzata al presidente Francesco Pigliaru e all’assessore della Programmazione Raffaele Paci.

«Sin dall’inizio hanno parlato di sprechi e di tagli alla sanità. Non risulta che abbiano eliminato i primi, nè che siano riusciti in alcun modo a comprimere la spesa, come dimostrano i conti. Tutti gli anni si assiste a questa pantomima. In compenso, la situazione della sanità sarda è precipitata ben oltre il livello di guardia, come dimostrano anche le preoccupazioni espresse a gran voce dai medici e dal personale del SSR – aggiunge Michele Cossa -. La stessa ASL unica è stata impostata contro il buon senso: avrebbe dovuto centralizzare l’amministrazione e decentrare sui territori l’organizzazione sanitaria, mentre si è fatto l’esatto contrario. La medesima cosa stanno facendo con la grande pianificazione: si fa la la rete ospedaliera senza che si sappia nulla della rete dei servizi territoriali. Un modo di procedere – conclude Michele Cossa – che caratterizza questa maggioranza, che inizia a costruire cominciando dal tetto e non dalle fondamenta.»

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Entra nel vivo il progetto “Partenariati di cooperazione decentrata in materia di sviluppo locale innovativo basato sull’economia sociale e solidale (ESS) in Tunisia” che coinvolge la Regione Sardegna e il Governatorato di Jendouba e rappresenta una tappa degli accordi di partenariato promossi dalle regioni italiane coordinate dalla Sardegna e guidate, lo scorso anno, dal presidente Francesco Pigliaru nella missione in Tunisia.
Una delegazione tunisina, guidata dal segretario generale del Governatorato Tarek Ghodhbani, e costituita da rappresentanti di istituzioni, enti e associazioni di categoria, è impegnata, sino al prossimo 9 luglio, in una serie di incontri istituzionali e visite presso diverse aziende sarde, che operano principalmente nel settore agricolo e nell’ambito dell’agroalimentare, per un proficuo trasferimento di esperienze e buone pratiche.
Ieri, a Cagliari, l’avvio ufficiale da parte della Presidenza della Regione, rappresentata dal capo di gabinetto Gianluca Serra, dei lavori della missione della delegazione tunisina. I contenuti e le finalità dell’iniziativa sono stati illustrati oggi alla stampa dall’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu insieme a Tarek Ghodhbani, a Emilio Gariazzo sindaco di Iglesias e presidente del Consorzio Ausi (Consorzio per le Attività Universitarie del Sulcis Iglesiente), Salvatore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis, Giovanna Medde, direttore del Servizio rapporti internazionali e con l’Unione europea, nazionali e regionali della Direzione generale della Presidenza e ad Anna Catte, direttore dell’Autorità di Gestione del Programma ENI CBC Med 2014 -2020 che si è soffermata sull’imminente avvio del primo bando.
«Il progetto di cooperazione tra la Regione e il Governatorato di Jendouba – ha spiegato l’assessore Filippo Spanu – è da inquadrare nella strategia del presidente Pigliaru e della Giunta di dialogo e apertura verso la sponda nord dell’Africa e verso l’Africa subsahariana. Vogliamo essere un’isola aperta al confronto e alle relazioni che possono portare vantaggi reciproci. Per affrontare i cambiamenti epocali che stanno caratterizzando il continente africano e porre un argine al fenomeno delle migrazioni è fondamentale intensificare i rapporti che generano positive ricadute nei territori.»
«Attraverso questi progetti – ha dichiarato il capo delegazione Tarek Ghodhbani – vogliamo trarre utili insegnamenti dalle vostre esperienze imprenditoriali. Il dialogo e il confronto sono indispensabili per il nostro sviluppo.» 
L’obiettivo del progetto “Partenariati di cooperazione decentrata in materia di sviluppo locale innovativo basato sull’economia sociale e solidale (ESS) in Tunisia”, che si basa sul principio della reciprocità, è quello di contribuire a migliorare la qualità dello sviluppo nel territorio di Jendouba con una particolare attenzione all’economia sociale e solidale. Nel contempo l’intervento mira a valorizzare nel Sulcis Iglesiente le nuove ed innovative forme di crescita economica. L’attuazione delle attività, che si svolgono in Tunisia e in Sardegna, è affidata al Consorzio Ausi che si avvale della collaborazione della Kip International School. Il progetto ha una durata di 12 mesi ed è stato finanziato dal ministero degli Affari Esteri insieme alla Regione e al Consorzio Ausi. Le risorse disponibili ammontano a 440 mila euro.
Il territorio di Jendouba. Il Governatorato di Jendouba, nel nord-ovest del paese, è a 150 chilometri dalla capitale Tunisi. Ha una popolazione di 400 mila abitanti e un’economia basata sulla produzione agricola. Confina con l’est dell’Algeria con una zona frontaliera di 135 chilometri e al nord si affaccia verso l’Europa, attraverso il Mediterraneo, con un litorale di 25 chilometri.
«Nei prossimi giorni – ha annunciato Anna Catte – la Regione lancerà il primo bando del programma ENI CBC Bacino del Mediterraneo 2014-2020 per il finanziamento di progetti di cooperazione del valore di 84,6 milioni di euro.» Tra le tematiche messe a bando, le sfide legate alla crescita economica dei territori attraverso lo sviluppo delle piccole e medie imprese, al ruolo propulsivo dell’innovazione e ricerca, all’inclusione sociale e alla lotta alla povertà e infine alla protezione dell’ambiente e al contrasto ai cambiamenti climatici.
All’interno della componente transfrontaliera della Politica Europea di Vicinato (European Neighbourhood Instrument), il Programma ENI CBC “Bacino del Mediterraneo” costituisce la più importante iniziativa di cooperazione in termini di paesi coinvolti e di risorse disponibili: sono presenti 13 paesi di cui 7 europei (Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna) e 6 paesi della sponda sud del Mediterraneo (Egitto, Giordania, Israele, Libano, Palestina e Tunisia), con un budget di oltre 209 milioni di euro. Il Programma è stato adottato dalla Commissione Europea il 17 Dicembre 2015 e si pone l’obiettivo di incoraggiare uno sviluppo congiunto e integrato tra le due sponde del Mediterraneo.

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La seconda commissione (Cultura) presieduta da Gavino Manca (Pd) riprenderà i lavori domani (mercoledì 5 luglio), alle 10.00, con le audizioni delle associazioni linguistico-culturali sul Testo unico della lingua sarda; gli interventi delle associazioni sono stati calendarizzati sia per la mattinata che per il pomeriggio, con inizio alle 15.30.-

Giovedì 6 luglio alle 10.00, davanti alla prima commissione (Autonomia) presieduta da Francesco Agus (Misto) ed alla terza (Bilancio) presieduta da Franco Sabatini (Pd) in seduta congiunta, il presidente della Regione Francesco Pigliaru riferirà sulle problematiche delle zone interne.

La terza commissione tornerà al lavoro anche nel pomeriggio alle 16.30 per esaminare la Pl n. 434 (Disposizioni transitorie per la sanatoria di situazioni irregolari sugli immobili regionali) ed il Dl n. 436 (Reiscrizione delle economie di stanziamento nell’ambito dei trasferimenti previsti dal D.lgs 46/2008-Norme di attuazione dello Statuto speciale della Sardegna concernenti il conferimento di funzioni e compiti di programmazione ed amministrazione in materia di trasporto pubblico locale).

La commissione Sanità infine, presieduta da Raimondo Perra (Psi) proseguirà per tutta la settimana la discussione sulla riforma delle rete ospedaliera.

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La Giunta regionale ha approvato la ripartizione dei contributi per gli spettacoli dal vivo, musica, danza teatro e residenze artistiche. Oltre 6,8 milioni di euro, ripartiti in base alla media contributiva e in parte sulla “premialità”, assicurano le attività per il 2017, come proposto dell’assessore della Cultura Giuseppe Dessena. Dello stanziamento totale, 60mila euro andranno ai nuovi organismi, 135mila euro alle residenze artistiche (con un incremento di 12,6mila euro rispetto al precedente finanziamento) e 6,6 milioni circa saranno distribuiti tra le altre attività dello spettacolo dal vivo, quali musica, danza e teatro.
Giuseppe Puligheddu è stato nominato rappresentante della Regione nel Consiglio di amministrazione della Fondazione Giorgio Asproni di Bitti. La carica durerà tre anni.
E’ stato approvato il disegno di legge che consente, attraverso l’utilizzo di economie di stanziamento, di recuperare le risorse pari a 7.093.963 per saldare i lavori già realizzati dei sistemi di comando, controllo e sicurezza della linea ferroviaria Monserrato-Senorbì. L’assessore Massimo Deiana sottolinea che, a seguito di questo provvedimento, potranno essere impiegati ulteriori 20 milioni per l’ammodernamento della linea sino a Isili.
Via libera agli indirizzi per l’utilizzo del contributo di 2,2 milioni di euro a favore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna per lo svolgimento di attività straordinarie di interesse specifico della Regione per l’anno 2017. Approvata definitivamente, inoltre, dopo il parere positivo della Commissione Sanità, l’assegnazione ai Plus della prima quota, pari all’80%, delle risorse destinate alla gestione associata dei servizi e al funzionamento degli uffici di piano per l’anno 2017.
Su proposta dell’assessora Donatella Spano, l’Esecutivo ha deciso per l’integrazione dei criteri di salvamento a mare, già precedentemente deliberati, per venire maggiormente incontro alle esigenze dei Comuni sardi nella stipula delle convenzioni con le associazioni di volontariato. Escluso da ulteriore procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via), condizionato a prescrizioni, l’intervento di adeguamento della tratta Sant’Antioco – Calasetta nei comuni di Calasetta e Sant’Antioco, presentato da Anas. Sempre nel rispetto delle prescrizioni, non sarà sottoposto a ulteriore procedura di Via il progetto per la mitigazione del rischio idraulico del fiume Cedrino a valle della diga Pedra ‘e Othoni – 2°stralcio – 1°lotto, presentato dal comune di Orosei. Accolta la richiesta di subentro di una società nella titolarità di una delibera del 2013 dove era stata esclusa la Via per il recupero di rifiuti non pericolosi a Bultei, richiamandone integralmente le prescrizioni. Infine, è stato definitivamente approvato lo statuto dell’Agenzia Forestas.
Su proposta dell’assessore Barbara Argiolas, la Giunta regionale ha dato il via libera alla delibera che formalizza l’adesione della Sardegna al progetto interregionale di eccellenza “Italy Golf & More”. Il progetto si propone di presentare l’Italia come destinazione turistico-golfistica unitaria e prevede azioni di promozione dell’offerta golfistica delle regioni coinvolte (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Puglia, Sicilia e Liguria e ovviamente Sardegna) sui principali mercati europei.
L’assessore Filippo Spanu ha illustrato i contenuti dell’ipotesi di contratto collettivo regionale di lavoro sottoscritta lo scorso 21 giugno dal Coran. Data l’assenza del presidente Francesco Pigliaru, impegnato nei lavori del Consiglio regionale, si è ritenuto opportuno rinviare la discussione della relativa delibera alla prossima riunione della Giunta. Su proposta dell’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, di concerto con gli Affari Generali, è stato poi approvato il riparto di tre mensilità, dal primo luglio al 30 settembre 2017, dello stanziamento del Fondo per la retribuzione di posizione nel bilancio di quest’anno. L’assessore Spanu, nel ricordare che sono in corso interventi finalizzati ad una maggiore razionalizzazione della struttura organizzativa regionale, ha ribadito la necessità di procedere subito con il riparto delle tre mensilità.

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La Giunta regionale ha dato il via libera al contratto di servizio di 9 anni tra Regione e Trenitalia. La durata dell’accordo è di nove anni e nei prossimi giorni sarà sottoposto alla firma delle Ferrovie. Si tratta di un obiettivo di legislatura raggiunto dopo oltre un anno e mezzo di trattative che si inquadra nel più generale impegno dell’Esecutivo guidato da Francesco Pigliaru verso il riconoscimento del ruolo centrale delle ferrovie nel sistema del trasporto pubblico locale.

«È un altro tassello del patto firmato con il Governo: risorse vere che vengono indirizzate esattamente dove servono, dando risposte concrete alle esigenze reali e specifiche dei territori – dichiara Francesco Pigliaru -. Quando insieme al ministro Delrio lo scorso novembre abbiamo presentato la Cura del ferro, 402 milioni per cambiare le ferrovie sarde, abbiamo detto che saremo partiti subito e avremo lavorato secondo un cronoprogramma chiaro e verificabile da tutti. Così è stato, e la definizione di questo contratto di servizio ci permetterà di fare un nuovo, importante passo verso l’obiettivo: conquistare finalmente una mobilità su ferro efficace ed efficiente, perché tutti possano viaggiare in sicurezza e velocità.»
«Il contratto è finalizzato prima di tutto al miglioramento complessivo della qualità dei servizi e all’acquisto di nuovi treni», dice l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana. Il corrispettivo annuo riconosciuto a Trenitalia per il 2017 è pari a 43 milioni di euro, dei quali, 40 di risorse statali e 3 milioni di fondi regionali.
Per tale scopo è previsto un piano di investimenti totale che ammonta a 104,2 milioni di euro, al lordo del contributo erogato dalla Regione di 9,4 milioni. Di questi, 87,7 milioni sono destinati all’acquisto di 18 nuovi treni diesel, 10 del tipo “Swing”, che saranno consegnati da dicembre 2018 e nel 2019 e 8, di nuova concezione e di maggiore capacità, che saranno consegnati nel 2020 e nel 2021. Si aggiungono anche due “Minuetti” per le linee del Sulcis e del Medio Campidano. La disponibilità di nuovi finanziamenti statali potrebbe inoltre incidere sul rinnovo del materiale rotabile portando ulteriori miglioramenti. Altre risorse saranno destinate all’adeguamento degli impianti di manutenzione di Cagliari e di Sassari e dei sistemi tecnologici ed informatici.
La produzione chilometrica costante sarà di 3.750.000, tenuto conto che Trenitalia, mantenendo invariati i costi di processo, si impegna a incrementare la produttività del 20 per cento in termini di km per addetto. La società di gestione del trasporto ferroviario dovrà inoltre porre le condizioni per far crescere i ricavi derivati dal traffico mediamente dello 0,2 per cento all’anno, sia contrastando l’evasione sia aumentando il numero di viaggiatori. Le tariffe potranno essere aumentate solo a seguito dell’immissione in servizio dei nuovi treni. Disposto anche il potenziamento dei self service e dei punti vendita abilitati a fronte di una diminuzione delle biglietterie.
Il nuovo contratto prevede specifici meccanismi di controllo sulla qualità del servizio e sull’andamento dei costi. Riguardo al primo punto, la Regione impone standard misurabili e crescenti negli anni: tra questi, affidabilità (soppressioni e puntualità), funzionamento dei dispositivi di bordo, il comfort, l’accesso al treno da parte delle persone a ridotta mobilità, informazione a bordo e a terra, pulizia esterna e interna del materiale rotabile, disponibilità della rete di vendita, rispetto delle composizioni programmate, rapporti con i viaggiatori (reclami e indennizzi), trasmissione di dati e report alla Regione per il monitoraggio e la gestione amministrativa del contratto, tempi di consegna dei nuovi treni e monitoraggio dell’uso dei treni di proprietà regionale, efficacia (incremento dei viaggiatori trasportati) ed efficienza (produttività per addetto). Quindi sono state introdotte le penali anche per la pulizia e il comfort del treno e la comunicazione a bordo e a terra per un totale di 26 indicatori. Gli indici di puntualità e di soppressione e la relativa penale saranno calcolati mensilmente e non più annualmente. Tutto ciò prevede l’attivazione di un sistema strutturato di monitoraggio e di ispezioni e la piena applicazione delle norme a tutela dei viaggiatori.
La Regione eserciterà il controllo anche sui costi del servizio e sui ricavi annuali, prevedendo penali nel caso in cui non si raggiungano gli obiettivi di efficienza. Nel rispetto della normativa europea e delle regolazioni dell’Autorità di regolazione dei Trasporti, nel contratto di servizio si chiede che, al termine di ogni anno, i risultati economici consuntivi siano confrontati con il Piano economico finanziario e, al più tardi ogni tre anni, siano effettuati i conguagli necessari. È stata inoltre definita una chiara ripartizione delle responsabilità ponendo in capo all’azienda una percentuale di rischio legata all’utile ad essa attribuito: in sintesi, la Regione integrerà il corrispettivo se i costi cresceranno entro il limite dell’inflazione reale, mentre ulteriori incrementi saranno a carico dell’azienda; se invece i costi diminuiranno, Trenitalia restituirà risorse alla Regione.
Nel ringraziare la Direzione generale, il servizio del Trasporto pubblico locale dell’assessorato e l’advisor tecnico, Massimo Deiana aggiunge che «è stato un percorso lungo, complesso e delicato, dove, insieme alla competenza è stata messa in campo enorme pazienza e determinazione e che ha consentito di introdurre le condizioni migliori per assicurare il servizio più adeguato sotto il profilo qualitativo e quantitativo. Il nuovo contratto consentirà agli utenti sardi di poter contare su regole più certe e favorevoli, di utilizzare treni nuovi più confortevoli e rappresenta un altro tassello per la costruzione di infrastrutture più rapide e moderne, come previsto dal grande investimento della “cura del ferro” da 400».

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Dieci fari tra i più noti della Sardegna, in zone di particolare rilievo paesaggistico ed ambientale e di grande potenzialità turistiche, saranno dati in locazione o in concessione per essere oggetto di interventi di restauro e riutilizzo. All’interno di una visione che promuove, in sinergia tra diversi livelli amministrativi e con il coinvolgimento dei privati, la piena valorizzazione degli immobili esistenti, la Regione e l’Agenzia del Demanio, per la prima volta in Italia, in un rapporto di proficua collaborazione, elaboreranno congiuntamente un bando che riguarderà ben 10 tra fari e stazioni semaforiche: 9 regionali e uno ancora in capo allo Stato.
«La Regione possiede beni di grande valore: vogliamo metterli in grado di creare reddito e occupazione – dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Siamo ben consapevoli che giocare questa partita significa dover affrontare complessità burocratiche e contenziosi, ma non si può continuare a tenerli bloccati come è stato fatto per troppo tempo, con il risultato di vederli trasformati spesso in ruderi abbandonati. Siamo determinati a metterli a disposizione e, nel caso dei fari ci siamo riusciti grazie ad un importante lavoro di squadra e alla collaborazione con l’Agenzia del Demanio, che ci permette di raggiungere una maggiore e immediata visibilità internazionale.»
La Giunta, su proposta dell’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu e di concerto con gli assessori della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano e del Turismo Barbara Argiolas, ha infatti dato mandato all’Assessorato degli Enti locali di stipulare un accordo di collaborazione con l’Agenzia del Demanio per la predisposizione e attuazione degli atti esecutivi del Progetto Orizzonte Fari, in attuazione del Programma integrato di valorizzazione dei compendi costieri, predisposto dalla Conservatoria delle Coste della Sardegna e approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 19/45 del 14 maggio 2013.
Il Programma integrato di valorizzazione include i seguenti fari e stazioni semaforiche:
– vecchio faro di Razzoli (La Maddalena);
– faro di Punta Filetto – Isola di Santa Maria (La Maddalena);
– ex stazione di vedetta di Marginetto (La Maddalena);
– ex faro di Capo d’Orso (Palau);
– ex stazione segnali di Capo Sperone (Sant’Antioco);
– ex stazione semaforica di Capo Ferro (Arzachena);
– ex stazione di vedetta di Capo Fìgari (Golfo Aranci);
– ex stazione segnali di Punta Falcone (Santa Teresa Gallura);
– ex stazione semaforica di Punta Scorno (Isola dell’Asinara);
– faro di Capo Comino (Siniscola), ancora in capo allo Stato.
Il restauro degli edifici esistenti è consentito negli ambiti di paesaggio costieri. Eventuali modifiche alle disposizioni contenute negli strumenti urbanistici comunali possono essere apportate attraverso specifiche varianti, anche per interventi di riuso e trasformazione a scopo turistico-ricettivo degli immobili.
«La Regione possiede beni di grande valore e vogliamo metterli in grado di creare reddito ed occupazione – spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Siamo ben consapevoli che giocare questa partita significa dover affrontare complessità burocratiche e contenziosi, ma non si può continuare a tenerli bloccati come è stato fatto per troppo tempo, con il risultato di trasformarli spesso in ruderi abbandonati. Facciamo la nostra parte mettendoli a disposizione perché, nel rispetto delle regole, tornino a nuova vita e vengano resi produttivi. Siamo determinati ad andare avanti in questa direzione – conclude il presidente Pigliaru -. Nel caso dei fari ci siamo riusciti grazie ad un importante lavoro di squadra e alla collaborazione con l’Agenzia del Demanio, che ci permette di raggiungere una maggiore e immediata visibilità internazionale.»
«I fari e le stazioni semaforiche – sottolinea l’assessore Erriu – sono collocati in promontori o piccole isole, in zone dichiarate di pubblico interesse, talvolta all’interno di Parchi e riserve nazionali o regionali oppure di aree marine protette e di siti di interesse comunitario. Sono immobili di proprietà pubblica, dunque soggetti a vincolo storico-culturale. Anche le norme tecniche di attuazione del Piano Paesaggistico Regionale, nel riconoscere alla rete infrastrutturale storica la natura di bene identitario, ricomprendono fanali e fari, che devono essere oggetto di interventi di valorizzazione e riuso nel contesto dei circuiti di fruizione del paesaggio. Con il coinvolgimento degli imprenditori privati e delle amministrazioni locali su cui questi beni ricadono, valuteremo i progetti più ambiziosi che contribuiscano al rilancio economico e turistico dei territori, nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Abbiamo voluto impostare un approccio unitario di questa materia, per costruire un circuito di fruizione dei paesaggi costieri in maniera integrata. Per questo motivo stipuleremo un accordo di collaborazione con l’Agenzia del Demanio, che di recentemente ha dato vita al Progetto Valore Paese Fari, il quale punta alla promozione di una rete nazionale dedicata ad una forma di turismo sostenibile, legata alla cultura del mare e dell’ambiente mediterraneo. Tale accordo – conclude Cristiano Erriu – consentirà di utilizzare un unico modello gestionale nella ricerca dei migliori aggiudicatari per una valorizzazione del patrimonio costiero inclusiva.»
«Questa iniziativa è perfettamente in linea con le nostre politiche ambientali – afferma l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano -. Naturalmente i bandi selezioneranno progetti vincenti, cioè rispettosi di tutti i principi della sostenibilità sia nel restauro che nella fruizione delle aree. Negli atti di concessione dovranno infatti essere contemplati impatti ambientali minimizzati, compresa la gestione dei rifiuti, e dovranno essere definiti alti standard di qualità ambientale per la fruizione dei beni resi accessibili, specialmente in quelli situati nei parchi nazionali e nelle aree marine protette.»
«Si tratta – dice l’assessore del Turismo Barbara Argiolas – di strutture inserite in scenari di grande pregio che avranno nuova vita e potranno essere valorizzate, sempre nel rispetto di quel modello di sviluppo sostenibile che questa amministrazione sta portando avanti. Riteniamo che questa seconda vita dei fari ci aiuterà a rendere più ampia anche la nostra offerta di qualità. In tutto il mondo le vecchie torri costiere di segnalazione, quelle ancora operative e quelle dismesse, sono sempre più spesso oggetto di riconversioni e soddisfano target di turisti sensibili alla salvaguardia del paesaggio e ad alta capacità di spesa.»