18 July, 2024
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Il rischio concreto che con l’abbandono dell’impiego di carbone, gas siderurgici e di raffineria, entro il 2025, possa portare alla chiusura della centrale ENEL Grazia Deledda di Portovesme e, conseguentemente, a quella dell’intero polo industriale di Portovesme, ha spinto il governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, a scrivere al premier Giuseppe Conte e ai ministri dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e dell’Ambiente Sergio Costa e ai presidenti delle Regioni e delle Province Autonome.

«La Sardegna ha sposato da subito la strategia di decarbonizzazione e, anzi, ha rilanciato sugli obiettivi di riduzione delle emissioni dannose, ma non può attuare l’uscita anticipata dal carbone senza avere né il metano né le infrastrutture per le energie alternative, strumenti necessari per affrontare la transizione», scrive Francesco Pigliaru. L’accelerazione imposta dal Governo alla chiusura delle centrali termoelettriche a carbone, senza realizzare contestualmente gli interventi aggiuntivi, del resto già previsti dalla Strategia Energetica Nazionale, è per la Sardegna estremamente rischiosa. E Francesco Pigliaru sottolinea il fatto che ciò sia avvenuto attraverso una determina dirigenziale (la determina del Direttore Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali, DVA/2018/430 del 22.11.2018), senza adeguato confronto politico e tecnico è del tutto inaccettabile, con la quale si prevede che entro il prossimo 31 gennaio 2019 i gestori delle installazioni interessate debbano presentare la documentazione necessaria al riesame delle Autorizzazioni di Impatto Ambientale, con cronoprogramma del Piano di fermata definitiva. 

«Questo provvedimento, seppur da un lato coerente con la strategia da noi ampiamente condivisa – spiega il presidente della Regione -, è totalmente disgiunto e disconnesso dagli altri interventi e investimenti che la SEN prevedeva per accompagnare il phase out completo al 2025, risultando così non solo inappropriato, ma oltremodo dannoso. Stupisce perciò che il Ministero dello Sviluppo Economico non abbia segnalato alcun motivo ostativo alla piena attuazione degli obiettivi della SEN 2017 nei tempi prospettati.»

Francesco Pigliaru ricorda che tale percorso presupponeva che contestualmente e sinergicamente venissero attuati interventi aggiuntivi rispetto a quanto già̀ necessario per sostenere lo scenario con fonti rinnovabili al 55%. Ciò per la Sardegna voleva dire realizzare una nuova interconnessione elettrica Sardegna-Continente o Sardegna-Sicilia-Continente, e avere una capacità di generazione a gas, alimentata da impianti di rigassificazione alimentati da depositi di GNL, o capacità di accumulo per 400 MW. Considerato che allo stato attuale la Sardegna non può avere solo rinnovabili «perché avremmo bisogno di turbine a combustibili fossili per compensare il fatto che la fornitura rinnovabile non può essere immessa in rete e gestita su richiesta – scrive il Presidente -, l’accelerazione impressa alla chiusura delle centrali termoelettriche a carbone, senza realizzare contestualmente gli interventi aggiuntivi previsti esplicitamente dalla SEN, metterebbe in ginocchio il già delicato sistema economico dell’isola, in quanto si andrebbe a cancellare il carbone senza chiarire con cosa e come questo verrà sostituito, da qui al 2025, in maniera da mantenere il sistema in sicurezza e contribuire a sostenere lo sviluppo del sistema produttivo regionale. Il rischio è che chiudano le fabbriche più grandi, scompaiano numerose piccole e medie imprese e si perdano migliaia di posti di lavoro». 

Il presidente Pigliaru sottolinea inoltre come l’effetto “annuncio” di chiusura delle centrali termoelettriche senza che sia stato chiarito lo scenario sostitutivo abbia «immediatamente determinato criticità sul fronte degli sforzi fatti in questi anni per assicurare un futuro alle principali aree industriali della nostra regione, da Sarroch a Portovesme a Porto Torres, dove si stavano prevedendo progetti di investimento, supportati anche da importanti risorse finanziarie assicurate dalla Regione e dal MISE. Si tratta di progetti i cui piani industriali, che prevedono il riavvio di importanti filiere come quella dell’alluminio a Portovesme, o della chimica verde a Porto Torres, verrebbero a essere stravolti in assenza di un’alternativa adeguata all’energia termoelettrica attualmente assicurata dagli impianti a carbone o da altri combustibili diversi dal gas naturale».

Ribadendo il ruolo necessario del metano nel processo di transizione dalle fossili alle rinnovabili, Francesco Pigliaru cita le numerose sollecitazioni fatte al Governo per ricevere conferma di quanto previsto dal Patto per la Sardegna siglato nel luglio 2016 e dalla stessa SEN. «È invece seguito un silenzio assordante – evidenzia il governatore della Sardegna – ed anzi le notizie raccolte e che attengono il redigendo Piano Energia e Clima che il Governo si era impegnato ad inviare alla Commissione Europea entro la data odierna, sul quale non è stata avviata alcuna consultazione preventiva con le Regioni, sembrerebbero prevedere per la Sardegna uno scenario molto diverso. Una regione, su materie di così ampia portata e che attengono alla programmazione e sviluppo economico, non può dipendere da provvedimenti dirigenziali assunti senza valutare adeguatamente gli impatti oppure da voci che si rincorrono, come pure da posizioni espresse da singoli componenti del Governo senza un serio confronto politico e tecnico con i diretti interessati».

Segue in chiusura la richiesta di «urgente incontro per chiarire se e come il Governo intenda procedere nel supportare adeguatamente il phase out dal carbone al 2025, evitando di generare distorsioni sul mercato», con la precisazione  infine che la Regione Sardegna si riserva comunque di valutare ulteriori eventuali azioni nei confronti della Determina in questione.

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Il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru ha fatto gli auguri ai sardi per l’anno nuovo in un post pubblicato nel suo profilo Facebook.

Il testo integrale.

Auguri a tutti per l’anno nuovo

Siamo alla fine del 2018, che per me e per quanti hanno condiviso con me questa parte di cammino, non è solo la fine di un anno, ma la dirittura d’arrivo della legislatura.

Sono stati anni pieni, intensi, certo non facili. Quando siamo stati eletti alla guida della Sardegna nel 2014, scelti dal voto degli elettori, ci siamo trovati ad affrontare una situazione difficile, figlia di incuria politica e amministrativa e già segnata da quella crisi economica internazionale profondissima che ha continuato ad accompagnare il nostro governo di questi anni e contro la quale abbiamo combattuto una battaglia quotidiana fatta di serietà, impegno, costanza e duro, durissimo lavoro.

L’obiettivo è sempre stato lì, chiaro davanti a noi, e lo abbiamo perseguito in ogni nostra scelta politica, in ogni azione: restituire alla Sardegna fiducia e futuro migliorando concretamente la vita dei nostri cittadini.

Abbiamo sempre saputo che un’impresa così importante non si porta a compimento in un giorno, abbiamo sempre saputo di dover sfidare abitudini consolidate e piccoli e grandi interessi particolari, calati nel quadro di una congiuntura negativa generale che ha reso ancora più difficile l’attuazione di politiche tanto riformiste quanto essenziali.

È evidente quindi che ci hanno guidato e continuano a guidarci non la ricerca di consenso ma la necessità, l’urgenza, la volontà di gettare fondamenta solide e su quelle costruire passo dopo passo.

Sono andate e vanno in questa direzione azioni come Iscol@, la riorganizzazione della Protezione civile e quella dei Centri per l’Impiego o, ancora, la complessa, obbligata e non più prorogabile riforma della Sanità, di cui si cominciano ora ad avvertire gli effetti positivi. E poi LavoRas per creare lavoro nell’immediato, il Reis primi in Italia e con cui oggi raggiungiamo 27.000 famiglie che ne hanno bisogno, gli investimenti sul diritto allo Studio, con il 100% di copertura delle borse di studio, un miglioramento enorme rispetto al passato. Questo e molto altro, naturalmente, tutto nel rispetto delle linee tracciate sul programma elettorale.

Oggi finalmente la Sardegna comincia ad uscire dalla crisi, come attestano i dati molto positivi sull’occupazione raggiunti in quest’anno appena trascorso. Ma siamo consapevoli che ci vuole ancora tempo e che bisogna perseverare nell’elaborazione e l’attivazione di buone politiche per superare disuguaglianze che, in questa fase sono ancora forti. Per questo nella Finanziaria per il 2019 abbiamo concentrato gli sforzi nella direzione sì dello sviluppo e della crescita, ma badando bene a distribuire equamente benefici che devono essere garantiti a tutti e non solo ad alcuni. Quest’anno vogliamo più che mai raggiungere il massimo delle persone mettendo un’attenzione particolare sui giovani, sulle famiglie, su chi si trova ad affrontare il cambiamento da una posizione di maggior debolezza.

Come ho già avuto occasione di dire, credo che dalla Sardegna oggi parta un segnale politico forte per tutto il centrosinistra: non basta cantare le lodi di una ripresa perché se ne avvertano i benefici, ma bisogna lavorare perché questo miglioramento appartenga a tutti e tutti se ne sentano parte.

Per questo ci siamo impegnati e questo auguriamo ai nostri cittadini per il 2019: una Sardegna ogni giorno migliore.

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Il comune di Nughedu Santa Vittoria ha presentato ricorso al Tar della Sardegna contro gli atti di Regione e Areus che nel progetto di riforma della rete ospedaliera sarda hanno previsto la chiusura del Pronto Soccorso di Ghilarza con conseguente declassamento della sede a struttura destinata alle urgenze minori e a una prima stabilizzazione del paziente.

Una disputa legale annunciata in più occasioni pubbliche dal Sindaco del piccolo paese del Barigadu, Francesco Mura, per niente intimorito di avviare un contenzioso con la Regione per quella che giudica la madre di tutte le battaglie contro lo spopolamento del territorio «la garanzia dei servizi essenziali».

Il Sindaco Mura ha dato mandato all’avvocato Piero Franceschi di istruire il ricorso che, nello specifico, chiede l’annullamento della delibera approvata dall’Esecutivo guidato dal Presidente Francesco Pigliaru (la 51/21 del 16 ottobre 2018) e della delibera dell’Areus, l’Azienda Regionale dell’Emergenza e Urgenza della Sardegna (la n. 76 del 31.10.2018).

Atti ritenuti “Illegittimo” il primo e “pregiudizievole” il secondo, in quanto comportano «la chiusura della struttura di Chirurgia» si legge nel ricorso «decisiva per mantenere il Pronto Soccorso del Delogu, la cui funzione è essenziale per l’utenza» di Nughedu e di diversi altri Comuni del Barigadu che distano a 60 chilometri dall’Ospedale di Oristano e di Nuoro e addirittura 80 chilometri dal nosocomio di Bosa, contro gli attuali 16 chilometri da Ghilarza.

«L’ospedale di Ghilarza – sottolinea il sindaco Francesco Mura – vanta settori di specializzazione importanti quali Urologia, le Unità Operative di Medicina, Chirurgia Generale, Anestesia e Rianimazione, il Pronto Soccorso, il Laboratorio di Analisi: non vi sono giustificazioni per sopprimere un tale patrimonio ponendo a rischio la salute dei cittadini della zona. Considerando che Nughedu non dispone neppure di un’ambulanza a disposizione si dovrebbe attendere due ore per raggiungere il Pronto Soccorso di Oristano.»

Il ricorso pone l’accento sulla peculiarità del Barigadu (piccolissimi Comuni montani collegati con viabilità tortuosa di antica concezione, affacciati sul vasto Lago Omodeo) elementi che la Regione non ha tenuto in debita considerazione violando le norme che impongono standard qualitativi che impongono di considerare le “zone disagiate” con un occhio di riguardo quando si tratta di garantire i servizi di urgenza ed emergenza.

«Impugniamo la delibera della Regione perché, stante la situazione di disagio, la riorganizzazione avrebbe dovuto rafforzare il Pronto Soccorso di Ghilarza non sopprimerlo», conclude il sindaco Francesco Mura.

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Il programma per il rilancio del Trenino Verde della Sardegna sarà illustrato giovedì 3 gennaio sul treno composto dal locomotore diesel (1956) e dalla carrozza storica di III classe Bauchiero (1913) nel corso della tratta Mandas – Isili – Mandas.

All’evento, che segue la firma del Protocollo d’intesa siglato lo scorso 19 dicembre, parteciperanno il presidente della Regione, Francesco Pigliaru con gli assessori dei Trasporti, Carlo Careddu e del Turismo, Barbara Argiolas, il sindaco di Mandas, Marco Pisano ed il sindaco di Isili, Luca Pilia, l’Amministratore unico di ARST, Chicco Porcu, il coordinatore del Comitato per il Trenino Verde, Paolo Pisu. 

Il programma prevede:

ore 9.45: ritrovo alla stazione di Mandas (Largo Lawrence, 1)

ore 10.00: partenza del treno ed illustrazione del protocollo d’intesa

ore 10.25: arrivo alla stazione di Isili e degustazione prodotti tipici locali

ore 10.40: partenza per Mandas, con arrivo alle ore 11.05.

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Il governatore Francesco Pigliaru e gli assessori dell’Industria Maria Grazia Piras e degli Enti locali ed Urbanistica Erriu hanno presentato stamane la nuova legge sulla Semplificazione 2018.

«Un altro obiettivo di legislatura raggiunto: dare continuità all’azione di semplificazione amministrativa da parte della Regione. Dopo la Legge Quadro del 2016, che, tra le varie novità aveva istituito lo SUAPE, la settimana scorsa il Consiglio regionale ha dato il via libera al disegno di legge Semplificazione 2018 approvato dalla Giunta nell’agosto di quest’anno. La semplificazione era uno degli impegni assunti fin dall’insediamento della Giunta e uno degli elementi chiave del programma di governo. I due provvedimenti sono il frutto di un lavoro avviato già nel 2015 dal Tavolo permanente per la Semplificazione, con il coordinamento dell’assessorato dell’Industria e il contributo delle varie Direzioni generali competenti per materia, anche attraverso il coinvolgimento e la consultazione delle Parti economiche, sociali ed istituzionali e proseguito senza sosta fino alla stesura dell’ultimo testo. Ottenere risposte semplici dalla pubblica amministrazione e avere maggiori certezze sui tempi della burocrazia: sono gli elementi chiave che hanno segnato il percorso di elaborazione delle due leggi, in particolare di quella approvata nell’ultima seduta dell’Assemblea di via Roma.»

«Semplificare la vita dei nostri cittadini abbattendo gli ostacoli burocratici più fastidiosi era un obiettivo di legislatura e questo è il punto d’arrivo di un importante lavoro di squadra, cominciato dall’ascolto e proseguito con il coinvolgimento, tappa dopo tappa, di tutti i soggetti interessati – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -. Nel quadro generale bastano alcuni esempi per illustrare lo spirito di questa legge, in cui abbiamo anche voluto far convergere provvedimenti utili che erano stati pensati all’interno di altri contesti. Succede con il processo di semplificazione per i PUC, i Piani Urbanistici Comunali: era contenuto nella legge urbanistica non portata a compimento ma era condiviso da tutti, perché sinora pochissimi Comuni sono riusciti ad approvare questo strumento essenziale per garantire l’attuazione di regole in difesa del nostro paesaggio ed era necessario e urgente renderlo più fruibile. Su altri fronti si è voluto migliorare ulteriormente qualcosa che ha già dimostrato di funzionare bene come il Suape, lo sportello unico per cittadini e imprese, o introdurre novità mirate che sono tanto utili quanto logiche. È il caso delle malattie croniche, il cui stato sino a questo momento doveva essere confermato annualmente. Un’assurdità – ha concluso il presidente Francesco Pigliaru – alla quale i cittadini non dovranno più essere sottoposti.»

«La legge ci consente di intervenire su temi cruciali, che riguardano davvero tutti – ha detto l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras -. Con le nuove norme semplifichiamo la vita di cittadini e imprese, troppo spesso alle prese con adempimenti amministrativi di difficile comprensione, norme farraginose e impedimenti di varia natura nell’acquisizione dei certificati. Per fare alcuni esempi, il provvedimento approvato lo scorso 20 dicembre mette limiti certi ai possibili ritardi  dei SUAPE. Ora trascorsi 15 giorni, non sarà più possibile dichiarare una SCIA, un’agibilità o un’istanza irricevibile. E, ancora, il commerciante che intende utilizzare ulteriori forme di vendita dei suoi prodotti, su un sito on line o attraverso distributori automatici, non avrà bisogno di una doppia autorizzazione. Oppure, in campo sanitario, la norma che elimina i rinnovi annuali per mantenere le agevolazioni per le persone affette da malattie croniche. Piccole grandi semplificazioni che favoriscono un rapporto più snello e rapido tra l’utente e la pubblica amministrazione. Un altro intervento rilevante, in campo energetico, riguarda le modalità di rilascio della certificazione di attestazione APE. La presentazione dell’APE, intatti, non sarà più obbligatoria nei casi di trasferimento a titolo oneroso di quote immobiliari indivise, donazioni, comodato d’uso e trasferimenti a titolo gratuito. E saranno esclusi anche gli edifici dichiarati inagibili, gli immobili di edilizia residenziale pubblica concessi in locazione, e le porzioni di unità immobiliari assegnate in affitto. Con la precedente legge del 2016 e con l’attuale 2018 pensiamo di aver raggiunto l’obiettivo minimo che ci eravamo prefissati in questi anni: cioè, modificare e migliorare numerose norme e rendere l’azione della macchina amministrativa più efficiente, rapida e, se possibile, anche più economica.»

«La Regione – ha sottolineato l’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu – ha concluso un lungo e complesso lavoro che riguarda tanti settori. Una parte cospicua della legge di semplificazione riguarda l’urbanistica. Sono state introdotte misure in materia di rilascio di titoli abilitativi edilizi (come la SCIA, la Segnalazione certificata di inizio attività), cambi di destinazione d’uso e interventi di edilizia libera, parcheggi privati (sarà facilitata anche la conversione di edifici in disuso in strutture turistico-ricettive, che necessitano di aree parcheggio per le loro attività). È stata poi introdotta una procedura molto più snella e garantita nei tempi nella preparazione e approvazione dei Piani urbanistici comunali e delle relative varianti. È stato abolito il CTRU (Comitato Tecnico Regionale per l’Urbanistica), che viene sostituito da una Conferenza di copianificazione la quale, in un solo passaggio, darà tutti i pareri necessari. Per facilitare le attività tecnico-amministrative dei Comuni, a livello locale si istituiscono le condotte urbanistiche e paesaggistiche per garantire alle Amministrazioni locali tutte le competenze in materia urbanistica, agronomica, geologica e paesaggistica. È dato mandato alla Giunta regionale di predisporre un regolamento unico tipo per porre chiarezza in maniera definitiva alle definizioni e alla materia regolamentare in ambito edile. Infine, sono stati adottati una serie di provvedimenti di semplificazione riguardanti il SUAPE, con un ulteriore snellimento delle procedure a vantaggio dei cittadini e degli operatori di settore. Si tratta, in buona sostanza, di norme che erano inserite nel testo del disegno di legge di Governo del territorio che, grazie a questa legge, siamo riusciti a recuperare a vantaggio degli enti locali, dei cittadini, delle imprese e dei professionisti.»

Tra i punti rilevanti della nuova legge, sono da segnalare: un numero maggiori di casi di silenzio-assenso in sede di Conferenza di servizi; tutte le attività di riutilizzo delle miniere dismesse saranno assoggettate ad autorizzazione della struttura regionale competente in materia di attività estrattive, finalizzata al riuso ad altri scopi del patrimonio minerario dismesso (rilascio dell’autorizzazione regionale tramite iter SUAPE); i Comuni saranno chiamati a uniformare le tariffe per il rilascio di concessioni e autorizzazioni entro un tetto fissato dalla Regione. L’articolo 33 ha apportato alcune modifiche alla disciplina dettata dalla Legge regionale n. 24 del 2016, accomunate da esigenze di semplificazione e razionalizzazione del procedimento unico SUAPE, emerse nella fase di operatività dello Sportello Unico. L’obiettivo è di migliorare i tempi di risposta all’utenza e di rafforzarne ulteriormente l’efficienza. Tra le tante misure si segnalano: l’attribuzione alla pratica SUAPE di un numero univoco di protocollo che può essere mantenuto per la durata del procedimento da tutte le amministrazioni coinvolte, così da evitare inutili duplicazioni e perdite di tempo sia per gli uffici coinvolti che per le imprese; è stata resa più evidente e semplice l’applicazione  delle disposizioni in materia di indennizzo da ritardo, ed inoltre è stato introdotto il diritto alla restituzione integrale dei diritti di istruttoria SUAPE in caso di procedimenti conclusi con oltre 15 giorni di ritardo.

Ecco alcuni dei punti della nuova legge che riguardano l’Urbanistica. Sono inserite Misure di semplificazione in materia di rilascio di titoli abilitativi edilizi (per esempio la SCIA, la segnalazione certificata di inizio attività), i cambi di destinazione d’uso e gli interventi di edilizia libera, i parcheggi privati (sarà facilitata anche la conversione di edifici in disuso in strutture turistico-ricettive, che necessitano di aree parcheggio per le loro attività). In tema di pianificazione, è stata introdotta una procedura molto più snella e garantita nei tempi nella preparazione e approvazione dei PUC e delle relative varianti. È stato abolito il CTRU (Comitato Tecnico Regionale per l’Urbanistica), sostituito da una Conferenza di copianificazione che, in un solo passaggio, darà tutti i pareri necessari. Per facilitare le attività tecnico-amministrative dei Comuni, a livello locale sono istituite le condotte urbanistiche e paesaggistiche per garantire alle Amministrazioni locali tutte le competenze in materia urbanistica, agronomica, geologica e paesaggistica. È dato mandato alla Giunta regionale di predisporre un regolamento unico tipo per porre chiarezza in maniera definitiva alle definizioni e alla materia regolamentare in ambito edile. Infine, sono stati adottati una serie di provvedimenti di semplificazione riguardanti il SUAPE, con un ulteriore snellimento delle procedure a vantaggio dei cittadini e degli operatori di settore.

Le misure di semplificazione introdotte in materia di agricoltura riguardano la soppressione dell’attestato d’iscrizione all’Albo regionale della Multifunzionalità delle imprese agricole e l’eliminazione dell’obbligo di esporlo al pubblico, previsti oggi dalla legge regionale n. 11 del 2015 (Norme in materia di agriturismo, ittiturismo, pescaturismo, fattoria didattica e sociale), nonché lo snellimento del procedimento di rilascio della licenza di pesca professionale nelle acque interne previsto dalla legge regionale 20 marzo 2018, n. 9 (disposizioni in materia di pesca).

Le misure di semplificazione introdotte in materia di ambiente puntano all’adeguamento di alcune norme alle vigenti disposizioni statali, alla razionalizzazione e aggiornamento della materia ambientale e di governo del territorio, con specifico riferimento alla disciplina delle aree naturali protette, alla tutela della fauna selvatica ed alla connessa disciplina dell’attività venatoria, alle disposizioni in materia di valutazioni di impatto ambientale, valutazione di incidenza ambientale e misure di conservazione, semplificazione e digitalizzazione dei procedimenti in materia ambientale.

In materia di turismo subacqueo è stata introdotta una modifica all’articolo 5 della legge regionale n. 9 del 1999 (Norme per la disciplina dell’attività degli operatori del turismo subacqueo), attraverso l‘inserimento di un nuovo comma che prevede, in linea con gli orientamenti generali in materia di semplificazione, solamente la presentazione di eventuali variazioni all’attività di operatore del turismo subacqueo, sopprimendo così l’obbligo di rinnovo periodico (Articolo 40). Le modifiche in materia di commercio adeguano la vigente normativa regionale al mutato quadro normativo di riferimento e alle norme nazionali e comunitarie in materia di concorrenza, libertà di stabilimento e libera prestazione di servizi. Nello specifico, è stata introdotta una semplificazione dell’iter procedurale relativo all’affidamento in gestione di impianti per la distribuzione dei carburanti (articolo 38).

In tema di Sanità e Politiche sociali, come detto, è stata introdotta una semplificazione al sistema di attestazione delle patologie o degli stati di salute cronici. Attualmente, tali patologie o stati di salute, al fine di ottenere una serie di prestazioni socio-sanitarie, devono essere attestati con cadenza annuale o biennale benché, dal punto di vista delle probabilità, sia rara una loro regressione clinica. La norma proposta attribuisce alla Giunta regionale il compito di redigere un elenco di patologie e stati di salute per i quali non sia più necessario presentare annualmente le attestazioni, ma solo ed eventualmente la loro regressione (articolo 37).

 

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A nome del presidente Francesco Pigliaru e dell’intera giunta regionale, esprimo il cordoglio ai familiari, alla Giunta comunale di Siligo e all’intera comunità del Meilogu, per la scomparsa di Antonio Maria Zoroddu, stimato assessore comunale. Il suo impegno nelle istituzioni rimarrà nella memoria di coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo.
Lo ha dichiarato Cristiano Erriu, assessore regionale degli Enti locali, apprendendo la notizia dell’incidente mortale occorso questo pomeriggio all’assessore del comune di Siligo, Antonio Maria Zoroddu.

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«Basta che si smaltisca l’umido di Cagliari: chi se ne frega se gli altri affogano nei rifiuti? Il sindaco di Cagliari è sindaco metropolitano solo quando gli fa comodo, cioè quando si tratta di arraffare i finanziamenti. Per il resto quando può non fa altro che umiliare gli altri comuni della Città metropolitana, ricordando loro che sono pur sempre comuni di serie B. Che si tratti di trasporto pubblico locale o di gestione dei rifiuti.»

Lo scrive, in una nota, Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi.

«È di lunedì 17 la comunicazione ai comuni che dal 19 dicembre (ben due – 2! – giorni dopo) il Tecnocasic non sarebbe più stato in grado di accogliere l’umido. Il motivo: l’introduzione della raccolta differenziata nella città di Cagliari – con dieci anni di ritardo – costringe l’impianto del Tecnocasic a lavorare al massimo regime e ne ha saturato la capacità. Morale: gli altri comuni si arrangino – aggiunge Michele Cossa -. Un fatto gravissimo, praticamente senza preavviso e sotto le feste, quando le quantità di rifiuti tendono ad aumentare, che li ha costretti – nella più totale indifferenza della Città metropolitana e del suo sindaco – a cercare soluzioni immediate per evitare situazioni tipo Roma o comuni della Campania, con rifiuti accatastati sui marciapiedi e cani randagi, ratti e gabbiani nelle strade cittadine.»

«Chissà se Francesco Pigliaru quando dice di aver lasciato una Sardegna migliore si riferisce anche alla gestione di un settore delicato come quello dei rifiuti, che richiede un’accurata pianificazione e che invece è stato lasciato da questa Giunta regionale all’improvvisazione. Mentre i comuni devono mandare i compattatori a Villacidro (trasporto ovviamente a carico del contribuente dei comuni più virtuosi), fino a quando anche l’impianto di Villaservice non collasserà. Scelta tuttavia obbligata – conclude Michele Cossa -, visto che la Regione si guarda bene dal concedere alle piattaforme private che lavorano l’umido l’aumento delle quantità trattabili.»

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, ha visitato stamane il Mater Olbia, per vedere lo stato di avanzamento dei lavori e verificare il funzionamento dei primi servizi erogati. Guidato dal direttore sanitario Marcello Acciaro e dal vicedirettore generale Carlo Maria Cellucci, il presidente Francesco Pigliaru ha cominciato il giro dai settori già in servizio, dagli ambulatori agli uffici, trattenendosi a parlare con il personale sanitario, con alcuni operatori e con gli utenti presenti. La visita è proseguita nella parte dell’edificio che attende gli arredi e ai piani più alti, dove i lavori sono ancora in corso. «L’impressione è stata molto positiva», ha commentato Francesco Pigliaru, sottolineando come la funzione del Mater Olbia sia «arricchire il ventaglio di servizi di qualità che il sistema sanitario sardo già offre. La Sardegna ha una migrazione sanitaria costosa e ingiusta che si combatte offrendo risposte adeguate ai bisogni delle persone, abbiamo ottimi ospedali, averne uno in più credo che farà bene a tutti. Oggi ho voluto valutare personalmente la corrispondenza concreta tra l’annunciato e il realizzato finora. Ho visto ambulatori aperti, ho constatato che stanno funzionando, e che i pazienti sono soddisfatti, e questo è un bel segnale. La Regione Sardegna ha fatto moltissimo perché questa struttura nascesse, perché avesse un ruolo sinergico nel sistema sanitario, soprattutto pubblico. In questi mesi continuiamo a lavorare per irrobustire quanto già fatto e per puntare sempre più sulla ricerca, che è una delle chiavi fondamentali: la condizione che al Mater Olbia si faccia ricerca e si lavori in sinergia con le Università, con i Centri di ricerca e con gli altri ospedali è  un passaggio cruciale, che abbiamo fortemente chiesto e ottenuto, nel protocollo con la Qatar Foundation – ha concluso Francesco Pigliaru – e mostra chiaramente che il Mater non nasce per fare concorrenza a nessuno ma, al contrario, per dare un’opportunità in più di crescita a tutti.»

Il presidente della Regione è stato accompagnato dal sindaco di Olbia Settimo Nizzi, dal responsabile investimenti di Qatar Foundation Endowment Lucio Rispo, dall’ex parlamentare Gianpiero Scanu e da alcuni consiglieri regionali del territorio.

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Tutti i Comuni sardi vedranno soddisfatto il fabbisogno delle famiglie cui spetta il REIS, il reddito d’inclusione sociale della Regione Sardegna. Lo ha annunciato ieri mattina l’assessore della Sanità e delle Politiche sociali Luigi Arru, nel corso del tradizionale incontro con i componenti del Tavolo permanente per l’attuazione delle misure di contrasto alla povertà, che si è tenuto a Cagliari. «Con 44milioni 325mila euro di risorse – ha sottolineato Luigi Arru – nessuno sarà escluso da questo intervento. I nostri uffici hanno migliorato il monitoraggio del REIS, e questo ci consentirà di avere dati più omogenei e una più bilanciata ripartizione agli enti locali sulla base delle reali esigenze. Va precisato, inoltre, che la Sardegna è la prima Regione che ha affiancato le misure nazionali del Reddito di inclusione sociale attiva».

«È un risultato di cui dobbiamo andare giustamente e profondamente orgogliosi, che ci dice che abbiamo costruito su basi solide e che andiamo nella direzione giusta – è il commento del presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Come Giunta e come maggioranza abbiamo lavorato con determinazione non solo per delineare e attivare, tra i primissimi, questa politica ambiziosa, ma anche per farne uno strumento associabile al Rei nazionale: in questo modo in Sardegna  abbiamo un reddito di cittadinanza, inteso in senso attivo e moderno, già disegnato, una misura di sistema forte di risorse concrete in cui il sussidio economico è legato a un progetto mirato all’inclusione e al miglioramento dell’occupabilità. Con la riforma dei Centri per l’Impiego, necessaria perché il Reis funzioni, e le opportunità offerte da LavoRas, abbiamo attuato un circuito virtuoso – conclude Francesco Pigliaru -, mettendo idee, energie e risorse a servizio dei più deboli e dello sviluppo insieme.»

«Siamo intervenuti in maniera capillare su tutto il territorio isolano e abbiamo mostrato una particolare attenzione nei confronti delle famiglie più numerose – ha spiegato ancora l’assessore Luigi Arru -. Nel corso del 2018, l’importo medio erogato a ciascuna famiglia beneficiaria (il 3,69% dell’intera popolazione sarda) è stato pari a 1.568 euro. Le famiglie beneficiarie sono state 26.690. Sinora abbiamo erogato 43,7 milioni di euro, restano da spendere appena 603mila euro. Abbiamo messo a correre anche economie degli anni precedenti per complessivi 6,2 milioni di euro. Il Medio Campidano è il territorio con il tasso di inclusione più alto (4,56%: 1.840 famiglie beneficiarie sulle 40.353 residenti), il più basso si registra in Gallura (2,26% con 1.673 famiglie beneficiarie sulle 74.120 residenti). Ritengo che sia stato rispettato in pieno ciò che indicava la legge regionale n. 18 del 2016, voluta dal Consiglio regionale e dalla Giunta. Tutto può essere migliorato, non c’è dubbio. Dobbiamo correggere là dove non siamo riusciti a essere più tempestivi. Ma si tratta di un’esperienza positiva. Non abbiamo fatto chiacchiere, ci siamo concentrati ad aiutare in maniera concreta le famiglie, soprattutto quelle in condizioni di povertà estrema, nel tentativo di dare loro una piena autonomia. È l’inizio di un percorso, che non va interrotto ma rafforzato ed eventualmente perfezionato. L’obiettivo è quello di creare un Prontuario per aiutare i Comuni sardi a sviluppare politiche sociali attive. Stanno emergendo dati confortanti, bisogna continuare a lavorare in questa direzione.»

L’assessorato del Lavoro, in collaborazione con i PLUS e Aspal, ha attivato la rete regionale per la creazione del Catalogo progetti (bando CA.R.P.E.D.I.EM), dal quale i Comuni potranno attingere per dare concretezza alle politiche di inclusione attiva destinate ai soggetti e alla famiglie beneficiari del Reis. Si tratta di percorsi capaci di creare le precondizioni dall’effettiva fuoriuscita dal disagio sociale attraverso politiche che mirano a combattere le estreme povertà attraverso l’inclusione socio lavorativa. Le risorse a disposizione, solo su Carpe Diem, sono pari a 16,5 milioni di euro (10 milioni per l’attivazione sociale e lavorativa e 6,5 milioni per le politiche attive del lavoro) fondi provenienti dal Programma Operativo Regionale Sardegna FSE 2014-2020.

 

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E’ stata approvata dalla Giunta regionale, riunita a fine mattina nella sala Giunta del Consiglio regionale, sotto la presidenza di Francesco Pigliaru, l’intesa raggiunta lo scorso martedì 18 dicembre, a seguito di convocazione del prefetto di Cagliari, sulla vertenza AIAS, utile a gestire il periodo di transizione verso l’operatività della società Sas Domos.

L’intesa, come già annunciato, regola i rapporti tra l’Azienda per la Tutela della Salute e l’erogatore privato AIAS, stabilendo che quest’ultimo possa erogare le prestazioni sanitarie per le quali è accreditato, fino al 30 giugno 2019. Il rispetto degli obblighi relativi al regolare pagamento delle retribuzioni e delle contribuzioni dei lavoratori riferite agli anni 2017, 2018 e fino a marzo 2019, che ATS verificherà in relazione al primo trimestre, è precondizione per la prosecuzione di qualsiasi attività da parte di AIAS nel secondo trimestre, dopo il 31 marzo 2019.

Sempre in tema di AIAS, la Giunta ha approvato una seconda delibera in merito alla transazione per il pagamento delle somme relative a mancati pagamenti del periodo 1987-1995 da parte dalla ex Usl 2 di Alghero, diventati di eredità regionale. In base all’accordo transattivo, la Regione si impegna a versare 3,806 milioni di euro all’AIAS, di cui 2,612 milioni di debiti effettivi ed il resto a titolo di risarcimento per i tempi intercorsi. Il pagamento potrà essere effettuato immediatamente dopo la firma delle parti.