15 January, 2025
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La Giunta regionale ha adottato le linee strategiche della nuova continuità territoriale aerea 2017-2021, su proposta dell’assessore dei Trasporti Massimo Deiana. Il provvedimento è stato trasmesso alla Commissione IV in Consiglio regionale che ieri ha avviato la discussione in merito. Una volta licenziato il testo definitivo la delibera potrà essere approvata dall’Esecutivo. Nel pomeriggio l’assessore ne ha illustrato i dettagli nel corso di una conferenza stampa.
«Il nuovo bando per la continuità territoriale risponderà molto meglio che in passato alle esigenze di connettività della Sardegna – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -. Abbiamo analizzato le criticità, abbiamo ascoltato le parti sociali, valutato le variazioni e le prospettive della domanda, per elaborare un provvedimento che soddisfi il diritto alla mobilità di tutti i sardi. Un aumento importante della capacità e delle frequenze e una clausola di salvaguardia che consenta di intervenire a livello strutturale laddove si registrino modificazioni significative della domanda, caratterizzano il nuovo schema di imposizione degli oneri di servizio. Siamo certi – ha concluso il presidente Pigliaru – che si apprezzeranno da subito i vantaggi di un sistema complesso sul quale la Regione ha investito importanti risorse.»
«E’ stato un lungo e articolato lavoro di elaborazione tecnica e di condivisione con tutti i portatori di interesse – ha spiegato l’assessore Deiana ai giornalisti -. Sono state accolte diverse istanze e abbiamo fatto tesoro di tutte le difficoltà generate dal modello in vigore». La novità strutturale più importante è la clausola di salvaguardia che, in caso di scostamenti sensibili dei parametri economici della convenzione, superiori o inferiori al 5 per cento, consente di adeguare il provvedimento alle mutate condizioni. «Questa è una soluzione determinante – ha aggiunto l’assessore dei Trasporti – che evita di restare intrappolati in regole anacronistiche laddove intervengano modifiche significative ed è in grado di dare risposte alle reali necessità dell’utenza. L’offerta di posti è molto più elevata rispetto ad oggi e si attesta dall’80 per cento in più a oltre il 100 per cento in più nel quarto anno di operatività del contratto. Inoltre la previsione di voli e di capienza non sarà più articolata come nell’attuale sistema per mesi dell’anno bensì sarà stabilita sulla base della domanda quotidiana.»
Il nuovo schema di imposizione degli oneri di servizio pubblico proposto dal governo regionale prevede degli indirizzi specifici a partire dall’applicazione delle tariffa massima agevolata.
Per 12 mesi all’anno i residenti in Sardegna acquisteranno i biglietti per i voli da Alghero, Olbia e Cagliari diretti a Fiumicino, al netto di tasse e oneri aeroportuali, massimo a 37 euro. Dagli stessi tre scali isolani per Linate, invece, il costo del ticket sarà massimo di 46 euro. Sono stati così confermati i livelli tariffari attuali. Sono equiparati ai residenti anche i disabili, gli studenti universitari fino al compimento del 27esimo anno di età, i giovani dai 2 ai 21 anni, gli anziani sopra i 70 anni, senza alcuna distinzione legata alla nazionalità. Per i non residenti sarà applicata la medesima tariffa tranne che nel bimestre 1 luglio-31 agosto in cui saranno validi i seguenti costi: Alghero, Olbia, Cagliari-Fiumicino, massimo 70 euro, Alghero, Olbia, Cagliari-Linate, massimo 80 euro, sempre al netto delle tasse. In questo caso si tratta di una notevole riduzione rispetto al regime vigente che consentiva costi fino a 135 euro per Roma e fino a 165 per Milano. I biglietti a tariffa onerata sono privi di limitazioni e ad essi non sarà applicabile alcuna restrizione, né alcuna penale per cambio di data, ora e itinerario, e per il rimborso.
Entro l’inizio di ciascuna stagione aeronautica si procederà al riesame delle tariffe onerate sulla base del tasso di inflazione dell’anno precedente calcolato dall’indice generale dei prezzi al consumo Istat. L’aggiornamento tariffario avverrà anche ogni semestre in caso di variazione percentuale della media del costo carburante superiore al 5 per cento.
Le linee guida adottate della Giunta prevedono inoltre che la tipologia dell’aereo, la frequenza e quindi l’offerta di posti giornaliera richiesta e il conseguente coefficiente di riempimento siano coerenti con i risultati della domanda storica e con le proiezioni di crescita futura. In proposito, qualora dall’esame dei dati a consuntivo si dovessero prospettare scostamenti imprevedibili a carattere strutturale dei volumi di traffico superiori al 5 per cento, in eccesso o in difetto rispetto a quelli previsti nell’allegato tecnico alla delibera, la Regione o il vettore hanno facoltà di presentare un’istanza di verifica delle condizioni di equilibrio economico-finanziario. Restano valide le disposizioni relative all’incremento dei posti qualora i sistemi di prenotazione evidenzino una domanda superiore all’80 per cento per singola tratta.
I vettori si impegnano ad effettuare per ciascun mese (prima era calcolato su base annuale) il 98 per cento dei voli previsti nei programmi operativi con un margine massimo di cancellazioni pari al 2 per cento. Non è comunque consentita la cancellazione dei voli nella misura in cui non sia garantita l’andata e il ritorno in giornata in Sardegna e una permanenza significativa nella destinazione. Sono previste penali per ogni volo cancellato eccedente questo limite, per ogni volo ritardato eccedente la percentuale mensile del 20 per cento oltre i 15 minuti, per mancata attivazione del numero telefonico gratuito per l’utenza, per applicazione di aumenti non previsti, per indisponibilità del canale di vendita gratuito dei biglietti in Rete.
Infine sono stati eliminati alcuni requisiti di partecipazione e particolari prescrizioni di svolgimento del servizio attualmente previsti che possano limitare la concorrenza e generare discriminazioni tra i vettori comunitari potenzialmente interessati a partecipare alla gara.
La Regione si riserva di fornire ai vettori materiale pubblicitario di promozione del territorio isolano che sarà obbligatorio distribuire ai passeggeri; per ogni tratta e in ciascun volo dovrà essere assicurata una riserva di 2 posti per urgenze di carattere sanitario o per esigenze istituzionali. Tali posti rimarranno non vendibili sino alle 4 ore precedenti la partenza del volo; i vettori si impegnano a mettere a disposizione dei passeggeri un numero telefonico dedicato e gratuito per le informazioni e il supporto agli utenti per assistenze speciali, cambi e rimborso dei biglietti e per segnalazione dei disservizi; la vendita dei biglietti mediante il sito Internet dovrà essere completamente gratuita; sarà consentito il trasporto di bagaglio a mano e bagaglio in stiva di peso fino ai 23 chili.
La copertura finanziaria prevista è di 205 milioni di euro per quattro anni.

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«Basta con il No a tutto e con la politica del “Non si può fare”. Così non si va da nessuna parte e certo non possiamo aspettarci che la crescita e lo sviluppo si materializzino magicamente senza impulso. La Finanziaria 2017 dimostra ancora una volta che la Giunta regionale non ha alcuna idea di sviluppo: le manca il coraggio di guardare avanti e di liberarsi dalle briglie del partito dell’ostruzionismo.»

Ignazio Locci, vicepresidente di minoranza (Forza Italia) del Consiglio regionale, è durissimo nei confronti della Giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru, per le scelte fatte nella nuova manovra finanziaria.

«Bisogna partire dal presupposto che i numeri ci dicono chiaramente che dall’avvio della crisi economica (2007-08) siamo ancora in decrescita – aggiunge Ignazio Locci -. A parte qualche timido segnale visto solo dagli amanti dei numeri – che naturalmente non si manifesta nell’economia reale – siamo indietro su tutti i fronti. Il centrosinistra non ne prende atto e, al contrario, decanta misure che, forse, un giorno produrranno qualche risultato. Io resto invece convinto che alla base ci siano politiche sbagliate, senza coraggio, ancorate alla visione arcaica che non ci consente di fare il salto, guardando al futuro.»

«Manca la forza di fare quello che tradizionalmente non si fa perché ci hanno sempre detto che non si può fare e, di conseguenza, l’audacia di fare bene quello che non si fa – sottolinea ancora Ignazio Locci -. Siamo indietro, perché non sappiamo rispondere alle domande: come ci poniamo di fronte alla strategia di crescita? Come valutiamo le politiche industriali regionali rispetto a quelle nazionali? Possiamo parlare e investire su energie alternative alle tradizionali, anziché cedere al partito del No a tutto, che tiene le mani ancorate sul freno a mano tirato incurante della fase di stagnazione economica da cui non riusciamo a uscire? Solo investendo in nuove strategie potremo dare le risposte che attendono i poli industriali di Portovesme, Ottana, Macchiareddu, Porto Torres e Sarroch (Saras). Senza uno sguardo al domani, inteso come nuova frontiera, non supereremo mai la condizione di insularità e non daremo mai un impulso alla crescita.»

«E se l’industria è un settore che sta pian piano morendo per l’assenza di nerbo, non se la passa certamente bene l’edilizia, messa all’angolo dal solito partito del No che, convinto di difendere l’ambiente ponendo un freno a tutto, sta affossando l’economia. Non possiamo andare avanti così, cedendo alla veste ipocrita dell’ambientalismo integralista: occorrono coraggio e misure che, nel pieno rispetto dell’ambiente e del paesaggio, ridiano impulso al comparto edile. E in quest’ottica, bisogna saper declinare i temi della semplificazione amministrativa e della rigenerazione urbana. Investire in questi settori significa ridare una speranza alla Sardegna. Ma occorre essere razionali – conclude il vicepresidente del Consiglio regionale – e capire che dietro il partito del No c’è un’ipocrisia che nuoce ai sardi e alla Sardegna.»

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«La realizzazione della rete in fibra ottica in 313 Comuni della Sardegna è un intervento fondamentale per lo sviluppo delle aree rurali della Sardegna. È una delle azioni più importanti nel quadro delle politiche messe in campi dalla Giunta per contrastare lo spopolamento delle zone interne». Lo ha dichiarato l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu che, in videoconferenza, è intervenuto, in rappresentanza del presidente Francesco Pigliaru, alla riunione della Commissione speciale per l’Agenda Digitale.
«La gran parte dei servizi della pubblica amministrazione passa ormai per la rete internet. La possibilità di avere connessioni veloci costituisce un sicuro vantaggio per cittadini e operatori economici. La Giunta Pigliaru ha da tempo puntato sullo sviluppo capillare della banda ultralarga ed ha stanziato ingenti risorse per ridurre il divario digitale tra i territori», ha spiegato Cristiano Erriu.
L’Esecutivo, in anticipo rispetto alle altre Regioni, ha dato il via, con risorse pubbliche, agli interventi nelle aree svantaggiate, nelle quali gli operatori privati hanno deciso di non intervenire. Il progetto è in una fase avanzata. In 14 Comuni i lavori sono stati completati con collaudi già effettuati o pianificati nelle prossime settimane.
«La Giunta guidata da Francesco Pigliaru – ha aggiunto l’assessore degli Enti locali – è pronta a intervenire nelle altre aree in cui è necessario realizzare progetti analoghi. È in corso I’interlocuzione con il Governo per definire tempi e modalità degli interventi.»
Intanto, oggi la Commissione speciale per l’Agenda Digitale della Conferenza delle Regioni e Province Autonome ha nominato all’unanimità Mattia Spiga, funzionario tecnico della Direzione generale degli Affari generali e della Società dell’informazione, rappresentante nel Gruppo di lavoro del Progetto SIOPE+. Il progetto prevede la definizione delle regole di interconnessione fra le banche dati contabili delle Pubbliche Amministrazioni a livello centrale e locale, attuando l’integrazione delle informazioni di fatturazione e pagamento al fine di monitorare e migliorare i tempi di pagamento dei debiti commerciali.

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Questa mattina il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha condiviso con il presidente del Consiglio Regionale, Gianfranco Ganau, la pubblicazione sul bilancio di metà mandato 2014-2016. Realizzata dall’Ufficio stampa della Giunta, la pubblicazione è stata illustrata al presidente Ganau dal vicepresidente dell’esecutivo Raffaele Paci. Il documento, tramite testi, tavole cronologiche, infografiche ed immagini, offre una panoramica sull’azione di governo portata avanti sinora dalla Giunta insieme alla maggioranza.

«Quando siamo arrivati alla guida della Sardegna, a marzo del 2014, eravamo consapevoli di avere davanti a noi una sfida enorme: governare una regione che stava attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia recente, impoverita, esausta, fortemente provata dagli effetti di una crisi economica profonda e da anni di non governo», scrive Francesco Pigliaru nell’introduzione alla pubblicazione, articolata in cinque capitoli tematici ognuno preceduto da un virgolettato del Presidente. «Eravamo consapevoli che c’era bisogno di un impegno serio e articolato, di un lavoro duro e costante. Lo abbiamo intrapreso con determinazione sin dal primo giorno, attuando passo per passo quanto i Sardi ci hanno incaricato di fare, promuovendo il nostro programma elettorale».

Il lavoro si sofferma, in particolare, su alcuni passaggi basilari destinati a incidere sul futuro della Regione. Si tratta di riforme coraggiose, come Sanità ed Enti locali, con le quali sono stati finalmente affrontati alcuni dei problemi strutturali della Sardegna, rese possibili grazie al fondamentale contributo della maggioranza in Consiglio regionale.

Accanto a passaggi come questi, che segnano il cambiamento e la cui complessità supera di gran lunga quella di una singola legislatura, ci sono gli altri grandi investimenti a lungo termine. Primo fra tutti quello sulla scuola. «Convinti che il futuro passa attraverso l’istruzione dei nostri ragazzi abbiamo puntato moltissimo sul progetto Iscol@ per dare loro scuole belle, nuove, di cui essere orgogliosi», spiega Francesco Pigliaru, che nel testo introduttivo prosegue sottolineando alcune scelte caratterizzanti questa prima parte di legislatura. «Abbiamo messo in campo tutte le migliori energie nella lotta contro la peste suina – sottolinea ancora il presidente della Regione -, perché l’illegalità di pochi deve smettere di tenere in ostaggio l’economia di tutti, contribuendo a far diventare il settore agro-alimentare volano di sviluppo diffuso. E per la prima volta abbiamo misurato gli svantaggi causati dalla condizione di insularità, ottenendo dal Governo risorse straordinarie per mitigarli.»

«Questo e molto altro abbiamo fatto e avviato, ancora tanto resta da fare – conclude Francesco Pigliaru -. Ci riusciremo continuando a unire le forze, ascoltando i territori e programmando le risorse in base alle loro reali esigenze, lavorando sempre di più sulla qualità istituzionale. Proseguiamo con fiducia, tenendo al centro del nostro impegno condivisione, semplificazione e trasparenza, per una Sardegna che deve essere finalmente terra di innovazione, di attrazione di investimenti, di benessere per i nostri cittadini.»

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La legislatura regionale è politicamente finita. Ciò che i sardi attendevano dal centrosinistra guidato dai professori dell’Università sarda (ultima nelle classifiche degli atenei italiani), non è arrivato. E in più, quella spinta e quell’entusiasmo iniziali che si erano creati attorno al Presidente Francesco Pigliaru, sono ormai venuti meno. La Sardegna non ha cambiato verso e la visione teorica del governo della Regione si è clamorosamente infranta di fronte alle esigenze reali: dalla spesa sanitaria e il suo strutturale disavanzo, alla questione sempre aperta della Vertenza entrate. E ancora: la faccenda agricoltura, la piccola e media impresa che arranca, il cui stato di crisi è certificato dai dati Istat che sottolineano un peggioramento rispetto al 2014. Non solo i problemi annosi come lo spopolamento, la denatalità e il sostegno alle giovani coppie e alle famiglie, non hanno trovato albergo nei programmi e nelle strategie degli accademici alla guida della Regione, oggi emergono con prepotenza anche nuove e preoccupanti emergenze. Come le nuove povertà: pensionati e padri di famiglia che mai avrebbero pensato di doversi rivolgere alla Caritas e alle parrocchie per portare il pane sulla tavola.

In questo scenario preoccupante e di incertezza, la sfida è sempre aperta. Il tempo in Sardegna sembra non essere passato e i segnali politici che arrivano dalla società nazionale e sarda non sfiorano la classe dirigente della nostra Regione. Il Referendum del 4 dicembre scorso, infatti, avrebbe dovuto rappresentare un segnale chiaro. Ma è stato ignorato con fare arrogante: Renzi ha perso la sfida generazionale e chi viene dal passato non può pretendere di guidare il cambiamento.

La crisi dei partiti (di cui siamo anche noi responsabili), non aiuta il dibattito politico. Difficile, ma non impossibile, la costruzione di un progetto politico alternativo nell’area moderata e sardista. Occorre concentrarsi sul fatto che disponiamo di grandi personalità e ottime competenze che devono trovare il modo di confrontarsi su un nuovo sogno per la Sardegna: un’idea vera, di politica diversa e alternativa alla visione tecnocratica e paternalista data dal centrosinistra.

Non basta essere centrodestra autonomista per accreditarsi davanti ai sardi come alternativa a questo centrosinistra fallimentare. Esiste un’area ideale moderata a cui dobbiamo guardare naturalmente e abbiamo la responsabilità di trovare le migliori soluzioni. Servono generosità, sano realismo, facce nuove e credibili con competenze politiche. Il grande patrimonio politico e umano del centrodestra autonomista deve saper trovare le ragioni dello stare insieme, del giusto equilibrio tra tradizione e nuovo che avanza. Abbiamo sulle spalle la responsabilità di raccogliere il governo della Regione e non possiamo consentire né al Movimento di Grillo di guadagnare terreno, facendo leva sulle paure dei cittadini, né agli indipendentisti di maniera di condurre il gioco politico. Un gioco che forse aiuta qualche solito noto a confermare il proprio scranno in Consiglio, ma che a noi non interessa. Basta con la politica che punta alle poltrone. Pensiamo ai sardi e alla Sardegna, una volta per tutte.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

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Su proposta di delibera dell’assessore della Pubblica Istruzione Claudia Firino, la Giunta regionale ha approvato le linee guida del Piano di dimensionamento scolastico e dell’offerta formativa per l’anno 2017/2018. Sulle scelte dell’Esecutivo guidato da Francesco Pigliaru, nelle scorse settimane si sono sviluppate forti contestazioni da parte delle opposizioni che hanno annunciato battaglia in Consiglio regionale.

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La Giunta regionale, riunita a Villa Devoto con il vice presidente Raffaele Paci, su proposta dell’assessore Cristiano Erriu ha deliberato ieri lo scioglimento del Consiglio comunale di Arzachena, in seguito alle dimissioni del sindaco Alberto Ragnedda. Il presidente Francesco Pigliaru ha firmato il decreto di nomina del commissario straordinario per la provvisoria gestione del Comune. L’incarico è stato affidato a Antonella Giglio.

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Il gruppo dell’Udc in Consiglio regionale (primo firmatario il segretario regionale, Giorgio Oppi), ha presentato un’interpellenza urgente «sulla situazione di precarietà delle strutture complesse dell’Azienda ospedaliera Brotzu e sulla decisione di bandire la selezione per la copertura del posto di direttore della struttura complessa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale San Michele a Cagliari», con la quale chiede un intervento immediato del presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, e dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, «per scongiurare che vengano posti in essere, all’Azienda ospedaliera Brotzu,  atti palesemente illegittimi e dannosi».

Nel documento-denuncia, Giorgio Oppi, Gianluigi Rubiu, Giuseppino Pinna e Alfonso Marras, ricordano le recenti norme approvate, a partire dal 2014, e relative all’incorporazione degli ospedali Businco e Microcitemico nell’Azienda ospedaliera Brotzu, insieme con la nomina dei commissari delle Asl e delle Aziende ospedaliero universitarie, con l’obiettivo, tra gli altri, di redigere e approvare il piano di riqualificazione e riorganizzazione dei servizi sanitari, nonché la deliberazione della giunta n. 23\7 del 2015, in materia di contenimento della spesa relativa al personale.

«Sulla base di queste norme – scrivono i consiglieri dell’Udc – l’Azienda ospedaliera Brotzu non può procedere a nuove assunzioni se non dopo aver completato il processo di rideterminazione della rete ospedaliera che invece è ancora in atto.»

«Ma risulta invece che il Brotzu – aggiungono i consiglieri dell’Udc – abbia chiesto una deroga per effettuare una selezione, per ricoprire soltanto il posto vacante di direttore della struttura complessa di ostetricia e ginecologia, nonostante l’Azienda ospedaliera Brotzu conta ben quindici strutture complesse rette dai cosiddetti “facenti funzioni” e nonostante il bando per il direttore di ostetricia e ginecologia risalga al 2013. A ciò si aggiunga che attualmente operano ben due direttori di struttura complessa di ostetricia e ginecologia ed è verosimile che in sede di riorganizzazione delle strutture, siano almeno parzialmente accorpate.»

Giorgio Oppi, Gianluigi Rubiu, Giuseppino Pinna e Alfonso Marras contestano quindi lo svolgimento delle procedure concorsuali ed in particolare l’attribuzione di 35 punti su 100 per il curriculum dei candidati e di 60 punti su 100 per il colloquio, nonché pongono in dubbio i criteri di scelta della commissione esaminatrice («quest’ultima deve essere effettuata con meccanismi che ne garantiscano la genuinità ma il Brotzu non possiede alcun software specifico e certificato per soddisfare tale requisito»).

«Tali illogici comportamenti – concludono i consiglieri dell’Udc – inducono a ritenere che dietro il concorso per la direzione di ostetricia e ginecologia, al Brotzu, ci siano in realtà altre esigenze da soddisfare.»

 

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L’Unione dei comuni del Sulcis ha chiesto un incontro al presidente della Regione per affrontare l’emergenza dei lavoratori LSU.

«Siamo a significarle il gravissimo problema relativo ai lavoratori socialmente utili operanti nei vari comuni del territorio (circa 35 L.S.U. su 50 in tutta la Sardegna) i quali non si sono visti rinnovare la possibilità di utilizzo nei lavori di pubblica utilità a partire dal 1 gennaio 2017 – ha scritto il presidente dell’Unione Gianfranco Trullu -. Tale fatto è di estrema gravità laddove lo si unisca a tutte le altre espulsioni di lavoratori dal mondo del lavoro nel nostro territorio. Considerato, altresì, che gli stessi sono occupati nei vari comuni da oltre venti anni ed oggi, pertanto, non avrebbero altra possibilità, per limiti di età, di essere occupati altrove.»

«Occorre da parte della Regione da Lei guidata un’assunzione di responsabilità e collaborazione con gli enti locali interessati affinché si trovi una soluzione immediata a questa triste vicenda. Le chiediamo un immediato incontro, anche con le associazioni sindacali di categoria – ha concluso Gianfranco Trullu -, per dare urgente e immediata risposta a questi lavoratori.»

Gianfranco Trullu.

Gianfranco Trullu.

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«Oltre 300 milioni di euro di utili nel 2015/2016, una società che è totalmente autofinanziata e che anche in prospettiva sembra avere margini di crescita importanti. Stiamo parlando della società chimica di Eni, Versalis, i cui risultati dell’ultimo biennio sono stati resi noti nei giorni scorsi a New York da Descalzi in persona. Come si può facilmente desumere dai numeri le performance raggiunte sono più che positive.»

«La cura di questi anni, con i costi della chiusura di alcuni impianti sopportati dai territori – aggiunge Silvio Lai -, ha avuto l’effetto di rendere profittevole un settore che negli anni scorsi appariva arretrato e fonte di un’immagine negativa. Oggi la chimica in utile attenua il crollo del prezzo del petrolio e l’immagine innovativa della chimica verde mette l’Italia tra i Paesi all’avanguardia del settore, tutelando l’ambiente e accrescendo l’occupazione. Ora tocca al governo, come azionista di Eni, chiudere la pagina della messa in vendita del settore chimico, di cui si è parlato per molto tempo, e farne un settore strategico in via definitiva. E tocca ad Eni fare veri investimenti in ricerca e sviluppo, e non campi fotovoltaici nei territori che hanno consentito, condividendo sacrifici, questo risultato economico e finanziario.»

«Questi dati mettono anche il governo regionale di fronte a nuove responsabilità. Il presidente Francesco Pigliaru non può accettare un nuovo protocollo della chimica verde che non garantisca il rispetto degli investimenti previsti se non addirittura un rilancio. Guai se la Regione non rispedisse al mittente un accordo al ribasso come quello di cui è girata la bozza nelle settimane scorse e a cui si è opposta l’assessore all’industria Maria Grazia Piras. Se, come detto, i risultati economici di Versalis inseriscono la chimica tra i settori strategici del Paese su cui puntare senza indugi la Sardegna deve poter cogliere questa opportunità anche con la chimica verde. L’unico modo per ottenere questo risultato – conclude Silvio Lai – è lavorare perché si trasformino in fatti e si adeguino al rialzo i contenuti delle intese siglate a suo tempo.»