21 July, 2024
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I sindaci dei comuni di Carbonia, Calasetta, Gonnesa, Santadi, Narcao, Villasalto, Orani, Sant’Antioco, Morgongiori, Ballao, Gonnosnò, Donori, Pau, Laconi, preoccupati per il la tragica evoluzione del destino dei lavoratori impegnati nei lavori del Parco Geominerario della Sardegna, chiedono al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, al presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau e ai capigruppo del Consiglio regionale, un’urgente e definitiva revisione del provvedimento che farà sprofondare oltre 520 lavoratori Ati Ifras nella disoccupazione a partire dal 1 gennaio 2017.

I lavoratori pretendono a gran voce una continuità occupazionale che deve essere garantita con certezza! E ciò è rappresentato solo dalla prosecuzione dei lavori nei cantieri, anche solo per il periodo necessario all’eventuale passaggio diretto ad altre società o all’espletamento della gara della quale ancora, nonostante le rassicurazioni della Regione, non è stato fatto alcun passo in avanti.

La Regione – secondo i 14 sindaci – deve assumersi le proprie responsabilità fino in fondo e trovare una soluzione certa che eviti un grave disastro per il territorio e le oltre cinquecento famiglie. Non si può accettare che la legge che ha assicurato una proroga all’azienda, sia stata calpestata – e con essa la volontà Unanime del Consiglio regionale – senza uno straccio di autorevole parere e solo sulla presunzione univoca di una ventilata illegittimità.

Noi non ci stiamo e pretendiamo con forza – domani 30 dicembre 2016 –  concludono i 14 sindaci – la revoca di un provvedimento capestro per 520 famiglie.

I sindaci

Paola Massidda – Carbonia

Antonio Vigo – Calasetta

Hansal Christian Cabiddu – Gonnesa

Elio Sundas – Santadi

Danilo Serra – Narcao

Paolo Maxia – Villasalto

Antonio Fadda – Orani

Mario Corongiu – Sant’Antioco

Renzo Ibba – Morgongiori

Severino Cubeddu – Ballao

Mauro Steri- Gonnosnò,

Lucia Meloni – Donori

Franceschino Serra – Pau

Lucia Zaccheddu – Laconi.

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I sindaci del Sulcis si sono riuniti nel municipio di Sant’Anna Arresi per affrontare le problematiche legate ai licenziamenti e trasferimenti in atto alla Polar di Piscinas ed hanno inviato una nota alla Regione nella quale chiedono un intervento immediato ed urgente.

«Dopo le ultime allarmanti notizie apprese sulla fabbrica di bentonite di Piscinas, ove si parla di nuovi licenziamenti per i lavoratori reintegrati dal giudice del lavoro e/o del loro trasferimento, oltre a quello della sede dell’azienda a Genova, già attuato – si legge nella nota firmata da Gianfranco Trullu, presidente dell’Unione dei comuni del Sulcis, inviata al presidente della Regione Francesco Pigliaru, all’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras, ai deputati Francesco Sanna, Emanuele Cani e Mauro Pili e, infine, al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta -, si chiede con la dovuta urgenza l’intervento del Presidente della Regione e dell’assessore all’Industria, dei Consiglieri Regionali, e dei parlamentari eletti nel Sulcis, affinché convochino con urgenza i responsabili di tale azienda, per scongiurare i danni ancora maggiori rispetto a quelli già creati all’epoca del licenziamento.»

«L’atteggiamento dell’azienda ed i provvedimenti dalla stessa adottati – prosegue la nota -, sono irrispettosi ed arroganti sia nei confronti dei lavoratori che di tutto il territorio e delle istituzioni, le quali non possono rimanere silenti e dell’intero territorio già martoriato da altre grave problematiche occupazionali. Il presidente Pigliaru, l’assessore dell’Industria, i parlamentari del territorio ed i capi gruppo in Consiglio regionale, si facciano immediatamente parte attiva ed esaminino con attenzione tutti gli obblighi derivanti dalla concessione mineraria in capo alla Polar e la legittimità di quanto è stato posto in essere dai rappresentanti dell’Azienda.»

«Si chiedono chiarimenti, a questo punto, su quali siano i fini che intendono perseguire nella gestione della fabbrica, in quanto le istituzioni non possono assistere inermi ad atti di tal genere: né il territorio può veder morire un’altra realtà produttiva che, invece, aveva, per parola data dalla stessa azienda, tutte le carte in regola per continuare ad operare. Si chiede al presidente Pigliaru ed a tutti i soggetti indicati – conclude la nota dei sindaci del Sulcis -, un immediato incontro atto a risolvere la grave situazione che si è venuta a creare nella vertenza Polar.»

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, ha approvato l’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti.

«Il Piano risaliva al 2008 e occorreva un aggiornamento migliorativo per rispondere ai più ambiziosi obiettivi di economia circolare, nel rispetto della normativa europea e a beneficio della Sardegna – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru sull’aggiornamento del documento -. Con il Piano, che è rigorosamente fondato sulla gerarchia comunitaria della gestione dei rifiuti, mettiamo la Regione nelle condizioni di fare la propria parte per contribuire in Europa alla transizione verso un’economia verde e a basse emissioni. Nello stesso tempo promuoviamo le filiere del riciclo a partire da un’efficiente raccolta differenziata sino ad arrivare alla produzione di materie e prodotti riciclati – ha concluso il presidente Pigliaru -, favorendo la nascita di mestieri verdi e occasioni di lavoro per i sardi.» 

Punto cardine nell’aggiornamento del Piano una puntuale e attenta progettazione di raccolte differenziate ad alta efficienza, che consentano di intercettare già a livello domiciliare frazioni di rifiuto (frazione organica, carta, cartone, plastica, vetro, alluminio e legno) a basso grado di impurità, da inviare direttamente al riciclo.

«Si tratta di un aggiornamento virtuoso con obiettivi molto sfidanti e assai coerente con le normative europee. Miriamo innanzi tutto a diminuire i quantitativi prodotti e la pericolosità dei rifiuti e ad accrescere il riutilizzo dei rifiuti urbani, oltre che il riciclaggio – ha spiegato l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano -. Non meno importante è il raggiungimento della minimizzazione degli impatti ambientali e dei costi legati alla gestione integrata dei rifiuti e la creazione di mestieri verdi in Sardegna. L’Isola ha dimostrato di essere virtuosa nel panorama nazionale della raccolta differenziata posizionandosi al settimo posto con il 56,4 per cento. Grazie all’attenta progettazione fatta sarà invece possibile raggiungere a fine 2022 più alti obiettivi di raccolta differenziata, fissati alla soglia dell’80 per cento. Sul fronte della vigilanza, non verrà meno l’attenzione degli organismi di controllo agli impatti prodotti da ogni impianto perché uno sviluppo è davvero sostenibile se rispetta l’ambiente. Lo faremo – ha concluso Donatella Spano – anche nel caso delle filiere dello smaltimento.» 

Gli scenari non prevedono un terzo termovalorizzatore in Sardegna e, per il periodo transitorio, si farà ricorso ai soli impianti esistenti di Macchiareddu e Tossilo, con tendenza a ulteriore riduzione del fabbisogno di termovalorizzazione. Sulla base delle elevate percentuali di raccolta differenziata da raggiungere, infatti l’aggiornamento del Piano regionale minimizza ulteriormente l’apporto dello smaltimento a una quota ridotta del rifiuto urbano. Nello specifico le analisi eseguite evidenziano che la frazione secca residua potrà essere direttamente sottoposta a termovalorizzazione, riducendo il conferimento in discarica – destinate a scomparire per la normativa europea – ai rifiuti non recuperabili energeticamente e non valorizzabili.

Sono molteplici gli scopi contenuti nel piano, a partire dalla riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti. Si punta all’aumento sia del riutilizzo che del riciclaggio dei rifiuti urbani e alla riduzione degli smaltimenti in discarica. Quindi alla minimizzazione del recupero energetico dai rifiuti residuali, degli impatti ambientali e dei costi legati alla gestione integrata dei rifiuti. Per raggiungere gli obiettivi è previsto un ventaglio di azioni che vanno dal completamento della transizione delle raccolte dei rifiuti verso il porta a porta, per limitare i conferimenti impropri di rifiuti speciali nel circuito dei rifiuti urbani, a una serie di iniziative di informazione sensibilizzazione sulla prevenzione della produzione dei rifiuti (compresa la riduzione dello spreco alimentare, l’incentivazione del riutilizzo di beni prima che diventino rifiuti). Si continuerà il percorso virtuoso degli acquisti pubblici ecologici e si passerà finalmente dalla tassa alla tariffa puntuale.

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E’ nata oggi, a Oristano, l’Organizzazione interprofessionale latte ovino sardo (Oilos).
«La firma di questa mattina – ha detto il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru – è un passaggio storico per il settore del latte ovino sardo, al quale abbiamo lavorato con determinazione. Da oggi in poi, per la prima volta, tutti i portatori di interesse del mondo agropastorale si troveranno intorno a un tavolo per confrontarsi e condividere le migliori strategie. In tal modo abbiamo gettato le basi per ritagliare al comparto il posto che gli spetta fra i grandi competitor internazionali e per mettere il cuore del nostro agroalimentare di eccellenza finalmente al passo con il mondo.»
Lo Statuto dell’Organizzazione, così come il regolamento di funzionamento, è stato sottoscritto dai rappresentanti dell’Oilos e da quelli delle associazioni di categoria, che partecipano a titolo consultivo. La firma è arrivata dopo oltre un anno e mezzo di lavori, iniziati a luglio 2015, con decine di incontri e riunioni e dopo via libera incassato a settembre scorso, con l’approvazione dello Statuto da parte del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf). L’Oilos, con sede legale a Oristano presso l’ARAS di Nuraxinieddu, è composta da 25 soggetti che hanno designato 11 rappresentanti: 5 del mondo della cooperazione; 3 per la parte industriale e 3 per i produttori. All’organizzazione partecipano anche il Consorzio di tutela del Pecorino romano e le associazioni di categoria: Coldiretti, Cia, Copagri, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop, e AGCI.
«Uno dei più importanti asset dell’economia sarda – ha aggiunto Francesco Pigliaru – ha ora uno strumento con cui pianificare le azioni nel medio e lungo periodo. Ci sono tutte le condizioni per lavorare sui dati di produzione del latte e quindi programmare le trasformazioni e la presenza sui mercati senza essere ostaggio delle fluttuazioni economiche dovute anche ad alcune improvvisazioni con cui è stato a volte gestito il settore.»
«Mai più interventi tampone e ricette emergenziali per venire incontro ai crolli ciclici del prezzo del latte ovino e alla mancanza di certezze che attanaglia da sempre il comparto isolano. Chi ha scelto di far parte dell’Oilos ha fatto una scelta di campo positiva, che guarda al futuro. Di questo grande risultato va dato il giusto merito a Elisabetta Falchi – ha sottolineato il presidente Pigliaru – che, con l’impegno e la dedizione di tutta la struttura tecnica dell’Assessorato dell’Agricoltura e delle Agenzie agricole, ha condotto la difficile opera di accompagnamento e mediazione che il Governo regionale le aveva affidato. Abbiamo fatto la nostra parte e continueremo a farla nei mesi a seguire, cercando di far valere i nuovi regolamenti comunitari che prevedono risorse specifiche per gli ovini da latte e non solo per i bovini. Siamo pronti, da subito, a collaborare e, se necessario, a spronare l’Oilos – ha concluso Francesco Pigliaru -, affinché crei le migliori condizioni per un giusto prezzo del latte dovuto alle decine di migliaia di allevatori sardi.»

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«La lettera del presidente Francesco Pigliaru all’assessore Maurizio Martina è la prova del fallimento delle strategie attuate sinora per il mondo delle campagne». A sostenerlo è Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale.

«Una nuova beffa per gli agricoltori – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Servono norme chiare e agili, non si può caricare sulle spalle delle aziende agricole isolane la burocrazia e le lungaggini nelle procedure. Troppe attività isolane si trovano in forte sofferenza finanziaria a causa delle dilazioni dei contributi e delle scadenze fissate per la fine dell’anno.»

«Purtroppo è il segnale chiaro che la Sardegna e la classe politica isolana non hanno nessun peso e riconoscimento politico – conclude Gianluigi Rubiu -. L’agricoltura è un settore primario per la nostra economia. La stagione siccitosa e gli incendi che hanno devastato diverse aziende richiedono un impegno urgente per provvedere immediatamente al pagamento dei premi senza attendere ulteriori rinvii.»

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha chiesto ieri al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina un intervento relativamente al pagamento dei contributi e degli incentivi del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020. «Sulla base di numerose segnalazioni dei beneficiari e delle Agenzie regionali coinvolte, e a seguito di apposita verifica, è stata riscontrata una situazione di estrema difficoltà che determina per molte aziende sarde una condizione di importante sofferenza finanziaria, in particolar modo per la concomitanza con le scadenze dei pagamenti di fine anno», scrive il presidente Pigliaru al ministro Martina, evidenziando che L’Organismo pagatore AGEA ha comunicato agli uffici regionali che la Banca d’Italia, tesoreria che effettua le erogazioni disposte dallo stesso Organismo, ha stabilito la data del 12 dicembre 2016 come termine ultimo per i pagamenti relativi al PSR 2014-2020, riferiti all’annualità in corso e ai pregressi del 2015 “in trascinamento”, senza darne congruo preavviso né ad AGEA né, tantomeno, alle Regioni.
«Tale impostazione marca una differenza sostanziale rispetto alle annualità precedenti, 2014 e 2015, in cui la Banca d’Italia aveva provveduto ai pagamenti fino al 30 dicembre di ciascun anno – sottolinea Francesco Pigliaru -. L’impatto del blocco dei pagamenti, che ha interessato tutte le regioni italiane e i loro produttori, assume in Sardegna eccezionale rilevanza e forte preoccupazione perché combinato a un 2016 straordinariamente siccitoso e colpito da incendi, con la conseguenza per le aziende sarde di consistenti anticipazioni di risorse.» 
Nella lettera il governatore precisa come la Regione Sardegna e le sue Agenzie abbiano provveduto prima della data indicata a trasmettere gli esiti dei controlli e le autorizzazioni per i pagamenti inerenti l’anticipazione dell’indennità compensativa per l’annualità 2016, per il saldo di circa 1.200 domande di indennità compensativa per l’annualità 2015 e per numerose domande relative alle misure forestali, agroambientali e per il miglioramento del benessere degli animali. «Si tratta di pagamenti molto attesi dalle aziende agricole regionali per dare garanzia alla continuità produttiva e che ammontano complessivamente a oltre 35 milioni di euro – scrive ancora il presidente Pigliaru, che conclude sottolineando le conseguenze determinate dalla notevole anticipazione da parte della Banca d’Italia della chiusura delle operazioni di cassa per il pagamento in automatico dei decreti AGEA, già controllati e caricati sul sistema, e chiedendo l’intervento del MIPAAF per consentire tali pagamenti fino al prossimo 31 dicembre.

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I gravissimi danni provocati alle aziende agricole dal maltempo degli ultimi giorni, in particolare in Ogliastra, Baronia, Gallura e nella Barbagia di Nuoro, sono al centro di un intervento dei consiglieri regionali dei Rossomori Emilio Usula e Paolo Zedda che chiedono al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, un intervento immediato.

«E’ una situazione di emergenza che va affrontata immediatamente, serve una stima dei danni ed un intervento di sostegno alle comunità colpite» sostengono Emilio Usula e Paolo Zedda che questa mattina hanno presentato un’interrogazione urgente al presidente della Regione Francesco Pigliaru.

«In numerosi centri della Sardegna centro-orientale i danni provocati dal nubifragio del 19 dicembre scorso sono rilevanti – sottolineano Usula e Zedda – il comune di Villagrande ha già deliberato la richiesta dello stato di calamità naturale per le condizioni della viabilità rurale. A Dorgali, in un solo giorno, è caduta una quantità d’acqua pari a quella che si registra in un anno». Si è in presenza di una situazione eccezionale che va affrontata senza indugi: «I danni non riguardano solo le aziende agricole – proseguono i due esponenti dei Rossomori – il ciclone extratropicale ha provocato disagi anche ai pescatori della costa orientale. Sta al presidente Pigliaru, che in questo momento ha l’interim dell’Agricoltura, predisporre in tempi rapidi tutte le azioni per ricostruire l’esatta entità dei danni e provvedere agli interventi di ristoro per agricoltori, pescatori e imprese».

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La Giunta regionale, su proposta del presidente Francesco Pigliaru, ha approvato il Piano dei costi dell’acqua grezza per usi agricoli, civili e industriali, nel quale sono confermati gli stessi prezzi degli scorsi anni, e la variante al Piano per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) del comune di Irgoli, che consente di adeguare il Puc (piano urbanistico comunale) al Piano di assetto idrogeologico con tutte le ricadute in termini di sicurezza e autorizzazioni edilizie.
Via libera al trattamento economico per i direttori generali delle aree socio sanitarie locali (ASSL), proposto dell’assessore Luigi Arru, composto da una retribuzione fissa e una parte variabile, legata agli obiettivi raggiunti. Il trattamento economico tiene conto dell’estensione dell’Area, del numero di assistiti, dipendenti e posti letto. Per il direttore della Assl di Sassari è prevista una retribuzione fissa di 120mila euro (variabile di 24mila); per quello di Olbia di 110mila euro (variabile di 22mila); per quello di Nuoro 120mila euro (variabile di 24 mila); per quello di Lanusei 100mila euro (variabile di 20mila); per quello di Oristano 110 mila euro (variabile di 22mila euro); per quello di Sanluri 105mila euro (variabile di 21mila euro); per quello di Carbonia 110mila euro (variabile di 22mila euro); per quello di Cagliari 130mila euro (variabile di 26mila euro). La Giunta ha, inoltre, accolto la proposta di proposta di rifinanziamento, con 500mila euro del fondo delle politiche sociali, per il Programma Prendere il volo, rivolto a giovani ospiti in comunità residenziali per minori, che devono terminare il loro percorso formativo.
Via libera della Giunta, infine, alle direttive sulle risorse destinate alle progressioni professionali dei dipendenti delle degli enti e della agenzie.

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E’ stato inaugurato ieri, al Parco Tecnologico di Pula, il Joint Innovation Center (JIC), un laboratorio di innovazione congiunto con il CRS4 dedicato a progetti di ricerca sulle Smart & Safe City, città più intelligenti e sicure, con il coinvolgimento di partner locali, istituti di ricerca e università in Sardegna. Il progetto è in linea con gli obiettivi prefissati da Horizon 2020, dal Framework Programme for Research and Innovation dell’Unione Europea e dal programma di sviluppo regionale della Regione Sardegna Smart Specialization Strategy (S3).
A tagliare il nastro del Joint Innovation Center con Alessandro Cozzi, Country Director Italy Huawei Enterprise Business Group, il vicepresidente e assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, in rappresentanza del Presidente Francesco Pigliaru, il presidente del CRS4 Luigi Filippini. Politiche nazionali e strategia regionale per l’innovazione, il progetto “Tessuto digitale metropolitano” e le caratteristiche operative del Joint Innovation Center sono stati gli argomenti di cui si è discusso nella conferenza di lavoro che ha preceduto l’inaugurazione.
«L’arrivo in Sardegna di Huawei, che accogliamo con grande soddisfazione e che da oggi diventa pienamente operativo con un laboratorio che è l’unico del genere in Italia, rientra pienamente nelle strategie della Giunta per l’attrazione di investitori internazionali soprattutto nel settore dell’alta tecnologia e della ricerca – ha detto il presidente Pigliaru -. La cooperazione e lo sviluppo di progetti congiunti di ricerca nell’ICT, con particolare riferimento al campo delle Smart & Safe City, favorirà il nostro obiettivo di fare della Sardegna un luogo dove sperimentare gli impatti che le nuove tecnologie, prima di tutto il digitale, avranno nei prossimi 10-15 anni sulla produzione e sulla vita di tutti noi. Ora ci attendiamo ricadute positive su molti fronti. Secondo la strategia Horizon 2020 e la Smart Specialization Strategy, la Regione ha puntato sul rafforzamento della conoscenza e dell’innovazione come motori della crescita futura e della qualità della vita dei nostri cittadini. Ciò richiede il miglioramento della qualità dell’istruzione, il potenziamento degli investimenti in ricerca, la promozione dell’innovazione e il trasferimento di conoscenze, con un efficace uso delle tecnologie dell’ICT che vogliamo applicare anche ai settori tradizionali oltre che a quelli più innovativi.»
A gestire le fasi operative dell’accordo è stato, insieme al CRS4, il vicepresidente Paci, dopo la firma del Mou (Memorandum of Understanding) da parte del presidente Pigliaru a marzo ad Hannover. Nel giro di poche settimane dalla firma è stato scritto il progetto, ed è poi stato rapidamente valutato e approvato grazie a un costante e intenso lavoro di squadra. L’accordo di Hannover, che oggi si concretizza con l’apertura del laboratorio a Pula, era stato perfezionato a maggio scorso durante la missione in Cina guidata dal vicepresidente Paci, che aveva visitato i laboratori Huawei di Shenzhen e Shanghai incontrando i vertici della multinazionale. «L’innovazione è l’unico elemento che può garantire la presenza e il successo nel mercato globale, e questo vale per le imprese ma anche per una pubblica amministrazione come la Regione. Proprio attraverso l’innovazione e l’alta tecnologia vogliamo infatti far diventare forte la Sardegna nel mondo e allo stesso tempo da tutto il mondo attrarre investitori – ha sottolineato Raffaele Paci -. Su tutto questo stiamo lavorando moltissimo: la Giunta crede nelle potenzialità dell’innovazione, della ricerca, dello sviluppo in settori strategici come l’ICT. E la Sardegna, proprio in questi settori, vanta competenze e vere e proprie eccellenze, che noi vogliamo sostenere e rilanciare come già stiamo facendo con la strategia intelligente S3 Sardegna, la Smart Specialisation Strategy, inserita nella programmazione dei fondi Fesr. L’arrivo di Huawei, che ha scelto la Sardegna proprio per le competenze e la forte propensione all’innovazione e alla connettività, è una conferma al fatto che la strada finora percorsa è quella giusta e allo stesso tempo uno stimolo forte a fare ancora di più. Ora vogliamo procedere rapidamente, dimostrando quanto questa collaborazione fra pubblico e privato possa essere proficua, per far diventare la Sardegna il laboratorio d’Italia dell’ICT e dell’alta tecnologia».
L’obiettivo del progetto è la realizzazione di un’infrastruttura sperimentale in cui verranno sviluppate nuove tecnologie per la connettività diffusa a scala metropolitana, funzionale allo sviluppo di modelli matematici volti a risolvere problematiche legate alle Smart e Safe City, la sperimentazione di sensoristica diffusa per l’acquisizione di grandi moli di dati che saranno gestiti attraverso lo sviluppo di architetture per OpenData e BigData, la sperimentazione di sistemi per la sicurezza e lo studio dei sistemi e-LTE di nuova generazione. Il JIC collaborerà con alcuni dei più importanti laboratori di Huawei sparsi nel mondo e acquisirà competenze sulle tecnologie di ultima generazione in ambito LTE e sullo sviluppo di nuove soluzioni, tra cui il 5G. Gli obiettivi principali del laboratorio saranno:
• La realizzazione dell’infrastruttura del JICattraverso la sperimentazione, prima in ambienti indoor e poi sul campo in alcuni quartieri nella città di Cagliari, di tecnologie di rete innovative volte a migliorare la connettività diffusa su scala metropolitana; la messa in opera di infrastrutture di comunicazione a larga banda scalabili, standardizzate e aperte; la creazione di metodi e modelli standardizzati per la messa in opera di sensoristica distribuita al fine di acquisire e controllare dati di interesse pubblico.
• La sperimentazione per la gestione globale della sicurezza pubblicaall’interno di una città (Safe City), incluse le attività anti-terrorismo, la gestione di incidenti e disastri, catastrofi naturali e l’assistenza sanitaria pubblica.
• La sperimentazione e-LTE di nuova generazione. Dopo la realizzazione della rete eLTE che servirà come base del progetto, la sperimentazione prevede l’esecuzione dei test per l’evoluzione della tecnologia, l’utilizzo dei sistemi che permettono di ripristinare la connessione di rete in situazioni di emergenza, un sistema di comunicazione a banda larga privato, la tecnologia 4G LTE, con possibilità di sperimentare nuovi standard 5G.

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Dopo la disponibilità di Enel per la disponibilità per la fornitura energetica, la Rsu Eurallumina ha posto fine all’occupazione dell’assessorato dell’Ambiente.

«Eurallumina ci ha comunicato che Enel conferma la disponibilità per la fornitura energetica». Lo ha annunciato l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, oggi negli uffici di via Roma, ai rappresentanti della Rsu di Eurallumina, i quali hanno ringraziato l’esponente della Giunta per l’azione sinergica svolta dalla Regione.
«Ci eravamo lasciati ieri in attesa della risposta di Eurallumina e ora è arrivata – ha proseguito Donatella Spano -. Le interlocuzioni politiche portate avanti dal Presidente Francesco Pigliaru, oltre che da me e dal Coordinatore regionale per l’attuazione del Piano Sulcis Salvatore Cherchi, hanno avuto gli esiti positivi attesi e ne siamo davvero soddisfatti perché i lavoratori e le loro famiglie aspettavano risposte».
«Ribadiamo di nuovo il nostro impegno a procedere con l’istruttoria con la conferenza di servizio prevista entro gennaio – ha affermato il direttore generale Paola Zinzula -, affinché gli Uffici possano completare il procedimento amministrativo nel pieno della loro autonomia di giudizio tecnico.»
«Enel comunica che, per quanto riguarda il progetto di trasferimento del vapore ad Eurallumina – spiega La Rsu Eurallumina -, momentaneamente non vi sono le condizioni per poterlo attuare, mentre si conferma la messa a disposizione del carbonile, come già fatto anche nella conferenza dei servizi di dicembre 2015. Il passo successivo è la ratifica della lettera inviata da Enel  da parte di Rusal mediante una nota da inviare presso il servizio SVA.»
Stamane i rappresentanti della Rsu hanno comunicato ai lavoratori presenti davanti alla sede istituzionale, le  evoluzioni delle ultime ore, in attesa della sopra citata nota che, ufficializzando la ripresa della procedura autorizzativa ha messo fine all’occupazione della sala riunioni dell’assessorato all’Ambiente. La nota inviata dalla Rusal è stata ricevuta dal servizio SVA intorno alle ore 11.30.
«Solo con la ricezione della nota riparte ufficialmente l’iter autorizzativo precedentemente sospeso e che dovrà culminare nella conferenza dei servizi che l’assessore Spano ha indicato entro e non oltre il mese di gennaio 2017 – si legge in una nota della Rsu Eurallumina -. Avuto riscontro in un incontro svolto nella tarda mattinata, direttamente dall’assessore dell’Ambiente e dai tecnici del servizio SVA, della ripresa ufficiale della procedura autorizzativa, condizione imprescindibile, la Rsu ha informato immediatamente i lavoratori, mettendo fine all’occupazione iniziata il giorno 13 dicembre e alle recenti e costanti iniziative svolte in questi giorni, ristabilendo la normale attività all’Interno dello stabilimento, ma mantenendo in essere la mobilitazione permanente già decisa dall’assemblea generale dei lavoratori Eurallumina. Sono chiari, palesi e riconosciuti, il peso e l’efficacia della mobilitazione messa in atto dalla Rsu e dai lavoratori Eurallumina, incassando il sostegno di diversi enti e varie forza istituzionali, politiche e sindacali. Mobilitazione mirata alla risoluzione di una situazione di stallo che ha di fatto bloccato la procedura autorizzativa, col rischio di interromperla definitivamente, inficiando la lotta e i sacrifici messe in atto dai lavoratori Eurallumina in anni di vertenza. Si riparte da dove il procedimento è stato interrotto e l’obiettivo rimane arrivare alla conferenza decisoria entro e non oltre la data sopra indicata dall’assessorato dell’Ambiente. Per arrivare a tale obiettivo – conclude la Rsu Eurallumina -, la mobilitazione e le iniziative di sollecitazione proseguiranno nel modo e nella forma che lo stato della vertenza richiederà necessarie.»