21 July, 2024
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Verrà ufficializzata sabato a Iglesias, la costituzione della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara. Alle ore 11.00, nell’aula del Consiglio comunale, ci sarà la stipula dell’Atto notarile per la costituzione della fondazione di partecipazione denominata “FONDAZIONE CAMMINO MINERARIO DI SANTA BARBARA”. Alle 13.30, nella Sala Branca del Palazzo Municipale di Iglesias, degustazione di prodotti tipici locali con il gruppo di giornalisti al loro rientro dal Tour lungo il Cammino Minerario di Santa Barbara. Alle 15.00, al monastero del Buon Cammino, benedizione dell’icona di Santa Barbara “scritta” dalla monaca iconografa del Monastero del Buon Cammino e presentazione da parte delle monache di clausura, dell’ordine delle Clarisse della tecnica di “scrittura” delle icone.

Alle ore 16.00, in piazza Sella, verrà posato il primo cippo-pietra miliare del Cammino Minerario di Santa Barbara e alle ore 17.00, nella sala conferenze della Scuola Mineraria di Iglesias, verranno presentati il Cammino e la “Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara”, con il coordinamento di Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico.

Emilio Gariazzo, sindaco di Iglesias, e mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias, porteranno i saluti della città di Iglesias e della diocesi.

Sono previsti i seguenti interventi:

• Giampiero Pinna, presidente dell’Associazione Pozzo Sella

• Ambra Garancini, presidente della Rete nazionale dei Cammini

• Luigi Lotto, presidente della Commissione Turismo del Consiglio regionale

• Paolo Piacentini, rappresentante del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo.

Per le conclusioni interverranno:

• Francesco Morandi, assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio

• Arrigo Miglio, presidente della Conferenza Episcopale Sarda 

• Francesco Pigliaru, presidente della Regione Sardegna.

Alle ore 20.00, nella sala argani del Pozzo Sella della miniera di Monteponi, Mario Tozzi e Enzo Favata presenteranno lo spettacolo: “Parole e musica nel sottosuolo della terra più antica d’Italia lungo il Cammino Minerario di Santa Barbara”.

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Erano partiti questa mattina da Portovesme per Cagliari con un programma che prevedeva l’attuazione dell’ennesimo presidio in via Roma, sul piazzale dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente ma, una volta arrivati a destinazione, la manifestazione di protesta si è trasformata in qualcosa di più clamoroso, con l’occupazione degli uffici dell’assessorato, dove hanno incontrato l’assessore Donatella Spano.

La Rsu Eurallumina chiede la convocazione di un incontro urgente tra il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, gli assessori regionali dell’Ambiente Donatella Spano e dell’Industria Maria Grazia Piras, l’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna Giorgio Sanna, il coordinatore del Piano Sulcis Salvatore Cherchi, la Rusal Eurallumina e l’Enel, per affrontare in maniera definitiva i problemi delle procedure autorizzative per l’avvio del progetto di ripresa produttiva di Eurallumina.

Rsu e lavoratori Eurallumina chiedono:

  • che entro il 15 dicembre arrivi il definitivo accordo per la realizzazione del vapordotto per la durata di un contratto condiviso e sui costi complessivi riferiti alle forniture;
  • in mancanza di questo, che le procedure in corso proseguano nel rispetto della tabella di marcia e si arrivi entro la fine del 2016 alla conferenza decisoria sul progetto, attualmente unico in fase di approvazione;
  • annunciano che non potranno accettare che la disponibilità all’utilizzo del carbonile, avvalorata nella conferenza dei servizi del 29/30 dicembre 2015, sino ad oggi mai ritirata, per cui nel novembre 2015 venne consentito il sopralluogo ai tecnici dello SVA dell’ex provincia di Carbonia Iglesias e dei vari enti facenti parte delle procedure di valutazione, possa diventare un blocco ed un rinvio sine die della conclusione dell’iter autorizzativo, ormai in dirittura d’arrivo;
  • che la presidenza della Giunta regionale, l’assessorato regionale dell’Ambiente, il coordinamento del Piano Sulcis e tutti i soggetti coinvolti si attivino presso il Governo e l’Enel, per il superamento immediato di questo eventuale vincolo.

«Il tempo dei rinvii e dei temporeggiamenti è finito – denuncia la Rsu Eurallumina – il regime di sostegno ai lavoratori ottenuto perché era in dirittura d’arrivo il progetto di ripresa produttiva, è giunto alla metà del percorso e potrebbe essere interrotto in qualsiasi momento se questo non si concretizzasse nello spazio del brevissimo tempo indicato e arrivare come previsto dal piano industriale alla fine del 2018 per l’avvio delle produzioni. Per raggiungere quell’obiettivo, i lavori per le opere di approvvigionamento energetico in autoproduzione o da terzi, devono partire entro il primo semestre 2017. Noi non tifiamo – aggiunge la Rsu – qui è in ballo la vita dei lavoratori e delle loro famiglie, non è una partita di calcio, per l’una o l’altra soluzione, ma per la soluzione!!! Definitiva e certa e non a mesi, ma a giorni!!! Da qui non ce ne andiamo!!! La nostra reazione, siamo già in regime di mobilitazione permanente, ma sin qui civile e rispettosa, in caso di sviluppi negativi sarà immediata e durissima, esploderanno la rabbia e la frustrazione sin qui accumulate, alimentate dall’essere ormai giunti al traguardo, e sarà indirizzata verso chiunque, in qualsiasi modo e forma, si opporrà al raggiungimento del nostro obiettivo.»

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Dopo il presidente del Consiglio Matteo Renzi, dimessosi a caldo (dimissioni poi congelate per qualche giorno, fino all’approvazione definitiva della legge di bilancio), il travolgente successo del NO al referendum costituzionale di domenica, ha fatto una prima vittima anche in Sardegna, nella Giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru. L’assessore degli Affari Generali, Personale e Riforma della Regione, Gianmario Demuro (Partito Democratico), si è dimesso pochi minuti fa. Le sue dimissioni erano nell’aria da ieri, unitamente a quelle dell’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi (Rossomori).

I malumori in seno alla maggioranza sono emersi anche stamane, nel corso delle votazioni per il rinnovo degli uffici di presidenza delle commissioni. Il Partito dei Sardi, come ha annunciato Roberto Desini, non ha partecipato alle votazioni in segno di aperta contestazione del metodo usato dalla maggioranza e, al momento del voto, la maggioranza ha perso la presidenza della IV commissione “Governo del territorio, ambiente, infrastrutture, mobilità”, a vantaggio del consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna che, a parità di voti con il presidente uscente Antonio Solinas (Pd), è stato eletto in quanto consigliere più anziano. Sono stati confermati gli altri quattro presidenti: Francesco Agus, Sel (I commissione “Autonomia e ordinamento regionale”), Gavino Manca, Pd (II commissione “Lavoro, cultura e formazione professionale”), Franco Sabatini, Pd (III commissione “Programmazione, bilancio e politiche europee”), Luigi Lotto, Pd (V Commissione “Attività produttive”), Raimondo Perra, Psi (VI commissione “Salute e politiche sociali”).

Gianmario Demuro 2 copia

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Paolo Maninchedda, leader del Partito dei Sardi, forza politica della coalizione di governo della regione schieratasi per il NO al referendum costituzionale, ed assessore dei Lavori pubblici della Giunta guidata da Francesco Pigliaru, ha commentato il risultato che ha portato alle dimissioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con un intervento nel suo sito internet http://www.sardegnaeliberta.it/ che pubblichiamo integralmente.

Abbiamo vinto. Più spazi per l’indipendenza.

di Paolo Maninchedda

Se c’è una cosa da evitare è il trionfalismo.
Una vittoria referendaria non è mai una vittoria che una singola parte politica possa intestarsi. I toni di Grillo e Salvini sono abusivi. Tanti democratici e indipendentisti convinti europeisti, tolleranti, pacifisti, che non hanno niente a che fare con loro, hanno votato NO.
I toni di Renzi dopo la sconfitta sono stati apprezzabili, da autentico democratico. Direi che due punti sono molto chiari:
1) in Sardegna c’è lo spazio politico perché l’indipendentismo democratico, europeista e pluralista, si affermi e costruisca uno scenario politico diverso rispetto allo schema italiano. Il Partito dei Sardi da tempo chiama questo spazio il luogo di costruzione di una grande forza politica plurale che chiamiamo Partito della Nazione Sarda;
2) il Pd che ha perso non può che abbandonare definitivamente l’idea di governare egemonizzando lo Stato, deve obbligatoriamente riprendere le sue tradizioni e vocazioni libertarie e socialiste, deve rompere la sua subordinazione culturale al neoliberismo temperato che ha egemonizzato il ceto degli alti burocrati italiani, le aule universitarie e i giornali cosiddetti progressisti. Un Pd che si dovesse riscoprire socialista e, noi auspichiamo, il più possibile indipendentista, sarebbe di grande aiuto per scuotere e rinnovare la Sardegna e renderla più sovrana.
Una piccola riflessione sui quotidiani sardi. Come quasi tutta la stampa italiana, anche i quotidiani sardi, cartacei e digitali, hanno di fatto, con più o meno garbo, sostenuto le ragioni del Sì. Oggi si nota che sono sorpresi del voto in Sardegna e, di conseguenza, del formarsi dell’opinione pubblica in modo completamente indifferente al loro orientamento.
Gli è sfuggito che l’errore tattico del Pd è stato fare più di un centinaio di eventi muovendo i già convinti, coloro che militano. L’evento pubblico, la grande manifestazione ormai è uno strumento celebrativo, non mobilitativo, quindi non sposta un solo voto.
Gli eventi servono per costruire il repertorio simbolico di una proposta, non per convincere.
Noi abbiamo lavorato come lavorano i partiti moderni: web, facebook, cellulari, whatsapp, immagini, ironia, mail. Io poi sono tra i pochissimi della Giunta che ha preso posizione pubblica netta per il No, rilevata anche dagli organi di informazione.
Il mio partito ha elaborato uno dei pochi documenti articolati che abbiano circolato in questa campagna elettorale.
Lo dicevo nei giorni scorsi al mio stimatissimo amico Andrea Pubusa: il campo di battaglia non sono più le piazze, è la rete, i cellulari e sempre, come sempre, le case delle persone, non i leader d’ambiente. Pensare che in un paese si parla col sindaco e si sposta la popolazione è una stupidaggine.
I quotidiani sardi, se vogliono avere un futuro, devono cambiare pelle, devono comprendere che non hanno più la funzione egemone di una volta, e prima lo comprendono prima si salvano dal declino.

Paolo Maninchedda 35 copia

 

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renzi-pigliaru

L’esito del referendum ha segnato la fine del Governo Renzi ed ha portato aria di tempesta sulla Giunta Pigliaru. Se poco dopo la mezzanotte, appena si è capito che il successo dei sostenitori del NO al referendum costituzionale è divenuto definitivo, il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha preso atto del risultato e lo ha commentato annunciando la fine dell’esperienza del suo Governo con le sue dimissioni (vedi il filmato allegato, tratto dal sito del Governo), il risultato maturato in Sardegna, dove le proporzioni della sconfitta sono state più schiaccianti (616.791 NO, il 72,22%, contro i 237.280 di SI’, il 27,78%), ha portato aria di tempesta sulla Giunta Pigliaru e sul Partito Democratico, il partito più rappresentativo, sia numericamente sia politicamente, della maggioranza di centrosinistra che la sostiene.

Il 72,22% di NO dei sardi è un segnale forte, fortissimo, trasmesso alla Giunta Pigliaru, anche se va sottolineato che la maggioranza di centrosinistra non ha assunto una posizione unitaria sul referendum costituzionale. In particolare, i due maggiori alleati del Partito Democratico, il Partito dei Sardi e Sinistra Ecologia e Libertà, si sono espressi apertamente e con grande forza e determinazione, contro le proposte del Governo Renzi ed hanno votato e invitato i sardi a votare NO.

Da mesi, praticamente da un anno, si parla di verifica nel centrosinistra e di rimpasto nella Giunta Pigliaru, ma fino ad oggi tutto è rimasto fermo. Il Partito Democratico già prima del referendum ha vissuto una fase di profonda crisi interna, esplosa fragorosamente con il mancato accordo sulla scelta del nuovo segretario, dopo le dimissioni dell’europarlamentare Renato Soru, con uno scontro che è arrivato, ad inizio ottobre, fino all’“onta” del commissariamento, con la nomina, su mandato del segretario nazionale Matteo Renzi, del presidente della Commissione nazionale di garanzia, il deputato veneto Gian Pietro Dal Moro, garante per la gestione del tesseramento 2016 e per tutta l’attività politica ed istituzionale in vista del prossimo Congresso regionale fissato per la fine del prossimo mese di febbraio e della campagna referendaria appena conclusa.

Per il PD sardo, alle prese con una crisi d’identità profonda dopo le pesantissime batoste elettorali subite alle ultime amministrative che hanno avuto nella perdita, per la prima volta, della guida del comune di Carbonia da parte del centrosinistra, il segnale più forte, è stato quello di resa che mortifica l’autonomia da sempre rivendicata. Ed ora la pesantissima batosta subita con il referendum, impone una verifica immediata che, inevitabilmente porterà ad un rimpasto nella Giunta Pigliaru, anche perché gli equilibri politici in seno alla maggioranza rispetto all’inizio della legislatura sono profondamente cambiati ed un’inversione di rotta appare non più rinviabile.

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Palazzo della Regione 3 copia

La Giunta regionale ha approvato il piano di spesa per le gestioni associate di servizi e funzioni previste dalla L.R. n. 2/2016 (legge di riordino del sistema delle Autonomie locali) a favore della Rete metropolitana del Nord Sardegna e di tutte le Unioni di Comuni: su proposta dell’assessore Cristiano Erriu, sono stati programmati circa 15 milioni di euro dai fondi regionali e oltre 8 milioni di assegnazioni statali. Inoltre, è stato deciso di ammettere al riparto dei finanziamenti per il 2016 anche l’Unione di Comuni del Villanova e la Comunità Montana del Nuorese-Gennargentu-Supramonte-Barbagia.

Su proposta dell’assessore Virginia Mura, la Giunta regionale ha approvato una delibera che allinea la definizione tecnica di “stato di disoccupazione” alla nuova disciplina introdotta dal Jobs Act, che ha modificato il calcolo dell’anzianità di disoccupazione in giorni (mentre con la disciplina precedente veniva effettuato in mesi commerciali) e l’inserimento della categoria dei lavoratori “inoccupati” nella più generale categoria dei “disoccupati”. In virtù dell’atto approvato dalla Giunta, da lunedì i Centri per l’Impiego potranno pubblicare gli Avvisi per il reclutamento dei lavoratori da impiegare nei cantieri comunali. La Giunta ha inoltre approvato una delibera riguardante il Por Fse 2014-2020 che recepisce rimodulazioni di risorse fra i diversi assi, già disposti con precedenti delibere. In forza dell’atto approvato oggi tutti i soggetti competenti potranno procedere nella spesa delle risorse. Vengono inoltre definite nuove azioni rivolte a donne e uomini disoccupati di lunga durata.
Su proposta dell’assessore Raffaele Paci, la Giunta ha definito a 500mila euro il limite d’importo del premio di fusione destinato ai Confidi. Il premio, previsto dall’articolo 4 del Disciplinare per il Fondo unico per l’integrazione dei fondi rischi di consorzi di garanzia fidi, ha lo scopo di incentivare l’accorpamento dei Confidi, in modo da riuscire a snellire il sistema come prevede la riforma e garantire così un funzionamento più rapido ed efficiente degli stessi.
Su proposta dell’assessore Paolo Maninchedda è stato definitivamente approvato il processo di capitalizzazione di Abbanoa ed è stato deliberato il nulla osta all’immediata esecutività della “Variazione del Bilancio di previsione 2016-18-Annualità 2016” di Area, l’Azienda regionale per l’edilizia abitativa, come previsto dalla delibera del commissario straordinario.
Deliberato lo stanziamento di 100mila euro per gli oneri derivanti dalla gestione dei siti di interesse comunitario (SIC) marini e per favorire la creazione della rete delle Aree marine protette. Seguendo la proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, le risorse sono ripartite in parti uguali tra le cinque Aree marine protette (Isola dell’Asinara, Capo Caccia-Isola Piana, Capo Carbonara, Tavolara-Punta Coda Cavallo, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre).
Approvate, su proposta dell’assessora Elisabetta Falchi, alcune delibere di argomento agricolo. La prima stanzia ulteriori 400mila euro, che si aggiungono ai 200mila stanziati nello scorso mese di ottobre, per aiuti in materia di promozione dei prodotti agroalimentari a favore delle piccole e medie imprese, soprattutto per l’organizzazione e la partecipazione a concorsi, fiere e esposizioni. Le somme, che rimborseranno al 100% spese di iscrizione, pubblicazioni e siti web, affitto di locali e stand, saranno erogate a sportello e il 60% delle risorse disponibili saranno a favore delle domande presentate in forma associata. Sarà l’agenzia ARGEA a gestire le domande.
Ulteriori 550mila euro arriveranno per il fondo di garanzia destinato a favorire tramite i Confidi l’accesso al credito delle piccole e medie aziende agricole, operanti nella produzione primaria e nella trasformazione. Le somme verranno ripartite tra i Confidi partecipanti al bando in corso ed erogate ai beneficiari in base alle regole fissate dalle delibere approvate nella scorsa primavera. Un’ulteriore delibera stanzia 220mila euro di contributi per gli investimenti per le aziende apicole. Il settore apistico è un modello di sfruttamento agricolo con impatto ambientale positivo, indicato per le aree marginali o protette. L’intervento andrà a favore di quelle aziende che non raggiungono la soglia di 15 mila euro di produzione standard e per questo non possono accedere agli incentivi del Programma di sviluppo rurale. Trattandosi per lo più di aziende che praticano l’apicoltura nomade, la cifra stanziata favorirà l’acquisto di mezzi di trasporto idonei per la movimentazione delle arnie. Ad attuare l’intervento sarà l’agenzia ARGEA.
Via libera alla nomina di dirigenti con contratto a tempo determinato per assicurare la continuità dell’azione amministrativa alle strutture della Regione prive di figure dirigenziali, come proposto dall’assessore del Personale Gianmario Demuro. Gli incarichi di funzione dirigenziale possono essere attribuiti, sulla base di una esplicita motivazione, a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale.
Su proposta dell’assessore Francesco Morandi, la Giunta ha approvato la ripartizione dei contributi per l’anno in corso alle Confederazioni delle imprese commerciali al fine di favorire le attività sui problemi dello sviluppo economico e sociale.

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Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (votanti 46, sì 28, no 18) il disegno di legge 382 sulle variazioni di bilancio.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Ganfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con le dichiarazioni di voto finali sul DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazioni al bilancio 2016 ed al bilancio pluriennale 2016-2018.

Per primo ha preso la parola il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi che, annunciando il voto contrario del gruppo, ha affermato che «il disegno di legge non è una variazione di bilancio ma un insieme disorganico di norme alcune delle quali variano effettivamente il bilancio ma altre contengono i soliti finanziamenti a pioggia e ad hoc, una contraddizione di fondo che potrebbe portare ad una impugnazione del governo». Alcuni finanziamenti inseriti nella legge, ha ammonito Oscar Cherchi, «pur definiti urgentissimi, non potranno mai essere spesi entro il 31 dicembre».

Sempre per Forza Italia Edoardo Tocco ha criticato «la solita passerella di membri del governo impegnati a fare le vecchie promesse che per il 90% non saranno mantenute, promesse molto simili a quelle della legge che non propone un indirizzo chiaro per la Sardegna e mette assieme una serie di interventi parziali e contraddittori, e privi di un impatto positivo sul sistema economico regionale».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha sostenuto che «la legge ribalta in negativo l’atmosfera natalizia a causa del gravissimo ritardo non solo di questa legge ma di tutti i documenti di programmazione finanziaria sui quali si deve fondare una buona azione di governo». «Anche perché – ha aggiunto Rubiu – a cascata questi ritardi causano pesanti disagi per le amministrazioni locali e in definitiva per i cittadini; tutto questo dimostra l’incapacità che il governo regionale ha dimostrato in questi tre anni sotto tutti i fronti sul quali si è impegnato, a cominciare da vertenza entrate, sanità, trasporti, dovunque solo piccoli interventi che non guardano al futuro».

Il consigliere Angelo Carta, sardista, ha citato una dichiarazione del presidente Pigliaru di forte attenzione al tema delle povertà che, in effetti, è la grande emergenza della Sardegna per fare un paragone con alcune parti del disegno di legge sul bilancio. «Un lavoratore socialmente utile – ha ricordato – guadagna 350 euro al mese per 3 mesi ed un solo emendamento della maggioranza avrebbe consentito il pagamento 561 mensilità a 161 persone, mentre invece si è preferita una convenzione con associazioni datoriali, dando uno schiaffo alla povertà».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha detto che «questa legge sarà approvata dalla maggioranza e sarà l’ennesimo atto di una programmazione sbagliata profondamente sbagliata». Con questa legge, ha sostenuto «si è nascosta molta polvere sotto il tappeto introducendo molti provvedimenti ad personam mentre restano aperti i problemi delle entrate perché i soldi da Roma non arrivano e ci si limita ad intervenire sulla sanità coprendo buchi e pagando farmaci innovativi che invece dovrebbe essere a carico dello Stato come avviene in tutta Italia». «Inoltre – ha aggiunto Alessandra Zedda – la legge è piena di norme intruse a cominciare dalla partita dei debiti fuori bilancio».

L’altro vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sostenuto che «al posto di questa legge ci sarebbe dovuta essere la legge di stabilità ed invece, da questo errore di fondo, è nato un dibattito malato costellato da errori in cui fra l’altro ha brillato l’assenza del presidente della Regione e di tutta la maggioranza nonostante l’accordo per un confronto di merito sui contenuti». «Ecco perché – ha concluso – siamo davanti ad una legge piena di pezze e rattoppi messi assieme con filo stramato che producono un tessuto di pessima qualità, con paghette di ogni genere come quella sulle case di riposo ad Iglesias ma non ad Alghero, per non parlare della sanità».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha parlato di un teatrino di cui è stata protagonista «una maggioranza che ha accettato la consegna del silenzio imposta dalla Giunta e non ha accettato il dibattito come già visto era accaduto in occasione della riforma sanitaria, fermo restando che non è facile governare il settore dove sicuramente stiamo incrementando capitoli di spesa e dovremo continuare a farlo e dovremo pure prorogare i commissari». Dopo aver evidenziato l’intervento positivo per la stabilizzazione dei lavoratori Forestas, Satta ha criticato «la gestione dei debiti fuori bilancio, la discriminazione fra case di riposo ed i soldi alle associazioni di categoria sottratti non alle famiglie numerose, segno di una distanza epocale fra ciò che fa la Giunta e la vera situazione della Sardegna; per questo il nostro voto non potrà che essere contrario».

Il relatore della legge Franco Sabatini ha invece espresso un giudizio positivo sul provvedimento «partito come atto tecnico ma poi rivelatosi capace di recepire interventi significativi per fronteggiare gravi emergenze che hanno trovato risposta». «Abbiamo potuto fare questo lavoro – ha precisato Sabatini – perché le nostre risorse sono cresciute dopo l’uscita dal patto di stabilità sancito da un accordo con lo Stato e i dati dicono che i risultati sono buoni e lo stato dei pagamenti ha ripreso un trend positivo nel 2014 e nel 2015: abbiamo 400 milioni in più rispetto a 2014 e 800 in più rispetto a 2013 ed anche il 2016 confermerà questi dati».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha parlato di «una legge con i peggiori difetti che la politica» affermando che «dopo tre anni l’azione di governo della Giunta va bocciata perché non ha lavorato secondo il programma ma secondo le esigenze di intercettare consensi e, infatti, se fosse durata un altro mese la campagna elettorale, in Sardegna sarebbero arrivati perfino i diamanti». Quanto alla variazione di bilancio, secondo Fasolino, «è figlia di questa logica e non c’è niente su lavoro, occupazione, povertà e urbanistica, quindi un voto contrario non solo al provvedimento ma a tutta questa parte di legislatura».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha annunciato che voterà due sì, a questa legge ed ad una riforma costituzionale che forse molti del centro destra avrebbero voluto sostenere, ricordando poi che, «quanto alle passerelle le faceva anche il centro destra e molto meno efficaci». La legge, ad avviso di Comandini, «interviene in modo efficace in alcuni settori, nella sanità per dare gambe alla riforma con l’elisoccorso e nel precariato con la copertura finanziaria di molte situazioni complesse; c’è ancora molto da fare ma nell’attuale situazione difficile, non certamente determinata dalla maggioranza, sono stati fatti interventi concreti e selettivi a sostegno dello sviluppo».

Il consigliere di Forza Italia Alberto Randazzo ha invece annunciato due no, alla variazione di bilancio ed al referendum. Sulla variazione di bilancio ha osservato che «ci sarebbe voluto un sussulto della maggioranza per abbattere le liste d’attesa nella sanità, uno dei buchi neri del sistema regionale, mentre invece è venuta fuori una concentrazione di norme intruse e piccole risposte, dalle consulenze alle partecipate, che non intacca i gravi problemi dell’economia regionale: lavoro e occupazione».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu si è detto convinto che quella contenuta nella legge «non è una manovra tecnica o un riallineamento di entrate e spese il frutto della scelta precisa di immettere risorse nel sistema Sardegna e di farlo a dicembre perché proprio adesso occorre accelerare le procedure di spesa». «Manteniamo tutte le nostre riserve – ha ribadito Congiu – sull’elisoccorso che per noi doveva restare fuori da questo provvedimento, ma sosteniamo la manovra e ne siamo soddisfatti perché sostiene il sistema regionale dove c’è più bisogno»

Il consigliere Mario Floris (Misto) ha annunciato il suo no al referendum in modo convinto «perché la riforma sta passando senza interlocuzione con la nostra Regione nonostante il nostro ruolo di custodi dell’autonomia, una riforma con cui sarà cancellata la specialità e con essa tutto il regionalismo a favore del ritorno di un forte centralismo dello Stato». Un errore storico, a giudizio di Floris, «perché più il mondo diventa grande e più c’è bisogno di decentramento per avvicinare le istituzioni ai cittadini, così come di un errore storico si è resa responsabile la Sardegna, unica regione dove non si è tenuto un dibattito sulla riforma costituzionale dove anzi il suo presidente ha fatto campagna per il sì ignorando totalmente il Consiglio».

Dopo Mario Floris ha preso la parola l’on. Rosella Pinna (Pd), che ha dato un «giudizio positivo sul provvedimento. Do un sì convinto oggi e uno convinto domenica», con un chiaro riferimento al referendum costituzionale. L’oratrice ha citato i passaggi della manovra e gli impegni contenuti, come l’elisoccorso e la salvaguardia dei posti di lavoro «e di tante altre emergenze, anche se le risorse limitate non ci consentono di risolvere tutti i problemi. Però da parte vostra in questi giorni abbiamo sentito troppo spesso toni sopra le righe».

A seguire è intervenuto Christian Solinas, leader del Psd’Az: «Finalmente abbiamo sentito gli interventi della maggioranza, che non me ne vorranno se osservo che sta eroicizzando una variazione di bilancio. Ossia un atto normale, che per giunta è ricco di criticità che abbiamo evidenziato. Molti che hanno citato poi questo referendum non hanno chiaro che la direzione è verso il superamento del potere legislativo delle Regioni. Non c’è niente di cui andare fieri dopo la discesa dei lanzichenecchi per portare la voce della riforma costituzionale. Votiamo dunque no oggi e anche domenica».

Per Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) «questa variazione di bilancio è iniziata in un certo modo e sta finendo peggio. Siamo partiti con un disegno di legge non positivo e ci troviamo purtroppo con un testo ancora peggiore, come quelle fatte ieri quando si sono trovate risorse per esigenze che poco hanno a che fare con interessi non collettivi». 

Ha preso poi la parola il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha detto: «Siamo intervenuti poco per velocizzare l’iter di questa variazione di bilancio e fare in modo che le risorse possano essere trasferite prima possibile. I numeri peraltro parlano chiaro, su tutti i campi. E dicono che la spesa sulla sanità sta scendendo perché l’incidenza maggiore era sulle consulenze. Arriviamo ora  ad approvare la variazione: la maggioranza ha fatto il suo dovere».

Per i Riformatori sardi Attilio Dedoni ha affermato che «i toni trionfalistici non si addicono a questa manovra. Rendiconto, assestamento di bilancio: tutti gli atti li portate in ritardo. Cosa c’è da festeggiare per una variazione di bilancio? Cosa c’è da festeggiare se approverete norme che non saranno applicabili? La vostra arroganza in Aula  ha bisogno di essere placata».

Per Pietro Pittalis (Forza Italia), «i signori della Giunta, su tutti i fini economisti, avete fatto una politica sinora inadeguata rispetto ai problemi e alle emergenze della Sardegna. La povertà è in aumento e voi pomposamente celebrate questo provvedimento. In Sardegna non abbiamo l’anello al naso e non crediamo a tutto quello che propina Renzi o il presidente Pigliaru, che si è fatto promotore delle ragioni del sì. Si aprirà un problema politico il 5 dicembre, per chi non ha saputo e voluto difendere le ragioni dell’Autonomia».

Per Fabrizio Anedda (Misto) «nel finale di questo provvedimento poteva essere evitato un piccolo elenco di prebende».

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi messo in votazione il testo e l’Aula lo ha approvato con 28 voti favorevoli e 18 contrari. A seguire, ha preannunciato la convocazione del Consiglio per martedì 6 dicembre, alle 16.00, ed ha riunito la conferenza dei capigruppo.

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E’ stato presentato stamane, nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Villa Devoto, a Cagliari, il “Report Caritas su povertà ed esclusione sociale in Sardegna 2016“.
All’incontro con la stampa erano presenti mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza Episcopale Sarda, mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo delegato della CES per il servizio della carità; don Marco Lai, direttore della Caritas di Cagliari e delegato regionale Caritas Sardegna; Raffaele Callia, direttore della Caritas di Iglesias e responsabile del Servizio Studi e Ricerche della Caritas regionale.
La povertà relativa delle famiglie è risultata in leggero calo nel 2015 sul 14,9%, rispetto al 15,1% del 2014 per un totale di 107.400 famiglie (dati Istat), ma la Caritas ha registrato un aumento delle richieste di aiuto o di un sostegno economico. Nel 2015 ben 7.867 persone si sono rivolte ai 50 centri di ascolto della Caritas in 32 comuni sardi, e nel 2016 questo numero ha continuato a crescere, tanto che si stima che a fine anno possa arrivare a sfiorare il tetto delle 10.000 persone.

A chiedere aiuto sono stati soprattutto cittadini italiani (70,4%) maschi (le donne sono state 3.918, il 49,8%) di età compresa tra i 45 e i 49 anni, mentre l’età media è di 47,4 anni (i quarantenni coprono un quarto del totale con il 26,1%). Tanti anche i cinquantenni: oltre mille persone. Si tratta di persone fragili che vivono in famiglie con disagio, ma aumenta anche la quota dei single (29,6% rispetto al 28,2% del 2014) e dei separati o divorziati (da 11,8% del 2014 a 12,3% del 2015).

Tutti i dati sono consultabili nel Report allegato.

«Siamo molto attenti al tema delle povertà, destinando risorse ma soprattutto badando a ottenere risultati – ha commentato il presidente Francesco Pigliaru -. Usciamo lentamente da una profonda crisi internazionale. Globalizzazione e tecnologia stanno cambiando lo scenario dell’occupazione, facendo perdere posti di lavoro o sostituendo le professioni attuali con altre. In questo cambiamento, che anche la Sardegna si trova ad affrontare, sappiamo di dover intervenire tenendo conto delle povertà presenti e di quelle future. Per questo non dimentichiamo i destini individuali, consapevoli che bisogna pensare per esempio a chi è stato sfortunato e non ha più un’età per reinventarsi. Va in questa direzione il Reddito di Inclusione Sociale, fortemente voluto dalla nostra maggioranza. Ma è necessario – ha concluso Francesco Pigliaru – tener conto della povertà del futuro e spezzare la catena che rischia di trasmettere la povertà dalle famiglie ai loro figli: vogliamo che l’ascensore sociale funzioni e per riuscirsi bisogna passare attraverso l’istruzione. In questo senso il progetto Iscol@ è un nostro grande investimento sulle povertà.» 

«La Regione è attivamente in campo per fronteggiare la povertà – ha detto l’assessora del Lavoro Virginia Mura -, tra le regioni del Mezzogiorno siamo di gran lunga quella che fornisce la maggiore quantità di risorse per favorire l’inclusione sociale. Confido che con i nuovi Centri per l’impiego che stiamo modellando in attuazione della Riforma, avremo presto delle strutture pienamente efficienti che svolgeranno un ruolo attivo nella presa in carico delle persone, soprattutto quelle maggiormente in difficoltà, per le quali saranno disegnati percorsi individuali e personalizzati, affinché quando possibile possano rimettersi in gioco e sfuggire a un destino di povertà. Non dimentichiamo – ha concluso l’assessore del Lavoro – che le nostre misure agiscono sul campo non solo del contrasto al fenomeno, ma anche della prevenzione. Il lavoro è certamente il migliore antidoto alla povertà, ed è anche per questo che tutto il nostro impegno è rivolto a favorire nuove occasioni di occupazione, sia per chi l’ha perduta che per chi non l’ha mai avuta.»

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«La proposta che arriva da un investitore serio e importante nell’ambito del network aeroportuale nazionale è l’esito positivo del processo che avevamo individuato sin dall’inizio e che abbiamo perseguito con determinazione, in un periodo spesso caratterizzato da polemiche strumentali e infondate. È il primo passo. Ora lavoreremo per rinforzare l’Aeroporto di Alghero, per dimostrare con i numeri come l’intervento privato è il modo più rapido e affidabile per ridare una prospettiva di sviluppo durevole allo scalo.»
Questo il commento del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sull’offerta di acquisto del 72% del pacchetto azionario Sogeaal da parte del fondo di investimento F2i (Fondi italiani per le infrastrutture), società che già opera nelle società di gestione di altri scali italiani. In particolare, F2i detiene il 10% dell’Aeroporto di Bologna, il 70% di Gesac (Napoli), il 54,46% di Sagat (Torino) e il 44,31% di SEA (Aeroporti di Milano).
«Il Riviera del Corallo, una volta messo in sicurezza, potrà crescere e trovare una dimensione nazionale e internazionale nuova e solida, in grado di attrarre altri investimenti e recuperare importanti spazi di mercato superando le criticità del passato – sottolinea il presidente Pigliaru -. La Regione continua a essere presente deteniamo il 28% del pacchetto azionario, e il contributo pubblico, in sinergia con i privati, sarà decisivo. In più, con la progettazione dell’interconnessione ferroviaria che unirà l’Aeroporto di Alghero a quello di Olbia e Cagliari, prevista nel piano di interventi per il trasporto su ferro presentato sabato a Cagliari insieme al Ministro Graziano Delrio, faciliteremo l’auspicata azione sinergica tra tre scali efficienti, rinforzando la posizione della Sardegna nel mercato del trasporto aereo.»
«Il Riviera del Corallo – conclude Francesco Pigliaru – è un’infrastruttura strategica per il turismo e un patrimonio di tutta l’Isola: l’obiettivo è salvaguardarlo e farlo crescere, e continueremo a lavorare in questa direzione.»

«Il fatto che sia stata presentata almeno un ‘offerta per l’acquisto delle quote di maggioranza dell’aeroporto di Alghero è davvero un’ottima notizia – scrive in una nota su facebook il senatore del PD Silvio Lai -. Si tratta di un’ottima notizia perché la recentissima sentenza costituzionale sul decreto partecipate della Madia aveva sostanzialmente precluso la possibilità di ricapitalizzazione pubblica che si era aperta nel settembre scorso e che la Regione aveva rapidamente attivato. Superate le verifiche tecniche, F2I è un fondo partecipato dalla cassa depositi e prestiti e da investitori istituzionali, specializzato negli investimenti infrastrutturali, compresi gli aeroporti, ed è in grado di razionalizzare l’attività dell’aeroporto e rilanciarla con politiche verso le compagnie low cost in tempi molto più brevi e certi, rispetto a qualunque altro percorso.»

«Siamo felici che ci siano importanti novità sul fronte della privatizzazione dell’aeroporto di Alghero – ha detto il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois -. Noi la sosteniamo da anni. Anzi da soli e contro tutti abbiamo fatto una grande battaglia per questo: adesso in molti se ne sono convinti e questo significa che abbiamo visto giusto.»

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Il presidente della regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore del Personale Gianmario Demuro, hanno inaugurato oggi, nella sede della Biblioteca regionale, a Cagliari, il nuovo progetto di formazione rivolto ai dirigenti e funzionari dell’amministrazione, degli enti e delle Agenzie della Regione. L’intervento formativo, promosso dalla Giunta e curato dal Formez, mira proprio a favorire il potenziamento della capacità amministrativa attraverso un raccordo coerente e virtuoso tra processi organizzativi e competenze.

«Il maggiore coordinamento tra le strutture di vertice della Regione è una priorità dell’azione amministrativa nel quadro del complessivo miglioramento dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese – ha detto il presidente Pigliaru -. La qualità istituzionale è un aspetto strettamente legato alla proficua collaborazione e al coordinamento tra le strutture di vertice. Si tratta di un’azione collettiva con un obiettivo ben definito che dobbiamo avere ben presente. Elevare la qualità istituzionale vuol dire venire incontro alle esigenze dei cittadini, agevolare lo sviluppo sociale ed economico e perseguire in modo concreto il benessere di tutti.»

L’assessore Demuro ha sottolineato il valore strategico del nuovo piano formativo che «crea le basi di un reale cambiamento delle attuali logiche. Con la collaborazione del Formez vogliamo trasmettere l’idea che le diverse strutture funzionano meglio e raggiungono buoni risultati quando lavorano insieme sulla base di un effettivo coordinamento dell’attività».
Il nuovo progetto di formazione, che parte dalla discussione sul ruolo, il funzionamento e gli strumenti del Comitato di Coordinamento delle Direzioni Generali, dovrà concludersi entro la metà del 2017. Dirigenti e funzionari della Regione, con il sostegno del gruppo di esperti del Formez, dovranno sviluppare, nel corso delle giornate formative, la capacità di lavorare in gruppo e di risolvere problemi e criticità.

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