21 July, 2024
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«No a un nuovo centro di smistamento ed identificazione migranti in Sardegna (hotspot). Si rientri immediatamente nella quota di accoglienza prevista e concordata a suo tempo (2%), e sforata dagli ultimi sbarchi registrati nell’Isola a causa di una Giunta regionale servile nei confronti del Governo centrale, a sua volta obbediente e con il capo chino di fronte ai diktat dell’Europa. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru si attivi immediatamente per scongiurare i piani del governo di Matteo Renzi (contenuti nel documento programmatico di bilancio 2017, attualmente al vaglio di Bruxelles) che, in virtù di una probabile crescita del flusso migratorio nell’area del Mediterraneo, propongono lo stanziamento di nuove risorse e la creazione di ulteriori hotspot, inserendo anche la Sardegna tra le Regioni “idonee”. Se questi sono gli effetti della Finanziaria notificata a Bruxelles, ne facciamo volentieri a meno.»

Lo scrive in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Lo scenario delineato dal Governo è ancora una volta il frutto di un atteggiamento prono di fronte a un’Europa che lascia sola l’Italia a gestire un fenomeno che riguarda tutto il continente europeo – aggiunge Ignazio Locci -. Se da una parte Matteo Renzi fa finta di alzare i toni, dall’altra non fa nulla per cambiare registro. Ma anzi, proprio nella manovra all’esame di Bruxelles, ipotizza un incremento delle risorse e la creazione di nuovi hotspot. Quanto alla Sardegna, non ci sono le condizioni per realizzare i programmi Renziani. La Sardegna, è evidente, non è la terra che ambiscono a raggiungere i migranti e, soprattutto, non abbiamo più gli spazi per l’accoglienza. È arrivato il momento che Pigliaru faccia sentire le nostre ragioni per cambiare uno scenario futuro che non promette niente di buono. Speriamo vivamente – conclude Ignazio Locci – che questa Finanziaria non consegni questo nuovo (pacco) regalo ai sardi.»

Barchino migranti

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La ferma presa di posizione del Consiglio comunale di Carbonia contro la chiusura del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Sirai ha provocato altrettanto ferme reazioni da parte degli amministratori comunali di Iglesias.

Mauro Usai, presidente del Consiglio comunale di Iglesias, ha preso posizione pubblicando un post nel suo profilo facebook.

«Dal 2003 ad oggi sono stati spesi milioni di euro per la ristrutturazione dell’ospedale CTO – scrive Mauro Usai -. Parliamo di investimenti mirati alla realizzazione di reparti specifici e non di una scatola vuota pronta ad accogliere qualsiasi reparto. Quando parliamo di ospedali, infatti, parliamo di strutture progettate con criterio. Ai finanziamenti per la ristrutturazione corrispondono dei piani sanitari.
In questo caso parliamo di una fetta importante di soldi e servizi destinati all’ospedale CTO per la realizzazione del polo materno infantile: dall’assistenza della mamma in gravidanza alla pediatria.»
«Un anno fa – aggiunge Mauro Usai – fu trasferito tutto a Carbonia per via del fatto che il CTO ancora non fosse pronto ad accogliere i reparti. Oggi i lavori sono conclusi e finalmente quei finanziamenti pubblici trovano la loro naturale giustificazione. Non solo per quanto riguarda il polo materno infantile, ma per tutti gli altri reparti destinati al nuovo CTO. Se così non fosse, ci troveremmo davanti ad un evidente spreco di denaro pubblico. Per questo il Consiglio Comunale di Iglesias all’unanimità ha espresso una posizione lucida, consapevole, ed equilibrata, scrivendo all’assessore Arru.»
«Oggi avere i doppioni non serve a nessuno. Avere un’offerta sanitaria equilibrata nel territorio significa migliorare la qualità dei servizi e fare rete tra i territori attraendo le migliori professionalità. La posizione di Carbonia è comprensibile ma evidentemente poco razionale.
Mi auguro che il Commissario, l’assessore Luigi Arru e il presidente Francesco Pigliaru mantengano gli impegni presi un anno fa con tutti noi.
In caso contrario ci troveremmo davanti al chiaro esempio di come, se si alza la voce e si fa casino, si ottengono i risultati.
Questo non è accettabile – conclude Mauro Usai – per chi ricopre incarichi nelle istituzioni ed è eletto dal popolo per rappresentare le nostre comunità.»

CTO Iglesias 1 copiaMauro Usai x Facebook copia

 

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«Non è immaginabile che nella fase di avvio dell’ATS l’assessore della Sanità si defili dal confronto con i sindacati. La parte politica non può delegare al direttore generale la gestione di un momento così cruciale e delicato: riforma si deve necessariamente attuare con il pieno coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori o sarà un calvario. E come sempre il prezzo lo pagheranno gli utenti». Lo dice il consigliere regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.

«Il presidente Francesco Pigliaru ha nominato un manager capace come Fulvio Moirano, di grande livello e la cui elevata professionalità – aggiunge Michele Cossa -. Questo è sicuramente uno dei presupposti fondamentali per il decollo della riforma. Ma chi sarà a dare gli indirizzi politici se non l’assessore regionale? Ed è pensabile che gli indirizzi politici vengano elaborai senza che ci sia condivisione con chi quotidianamente opera nel sistema sanitario sardo, personale sanitario e non sanitario. Personale che vive nella preoccupazione a causa della nebbia nella quale la giunta regionale sembra muoversi: ritiene davvero di gestire un settore che assorbe la metà del bilancio regionale senza (o contro) i veri protagonisti del servizio?»

«Purtroppo – conclude Michele Cossa – quello che sta accadendo è la cartina di tornasole di una gestione pasticciata e pressappochista.»

Michele Cossa 718 copia

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Piazza d'Italia Sassari

Domani, giovedì 13 ottobre, alle ore 18.00, presso la Camera di Commercio di Sassari, in via Roma 74, in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre, si terrà un evento promosso dal Comitato per il Si di Sassari, con la presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti.

Interverranno e spiegheranno i motivi del perché votare Sì, Francesco Pigliaru, presidente della Regione Sardegna, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale e Carla Bassu, docente di diritto pubblico comparato dell’Università di Sassari.

Giovanna Sanna e Giuseppe Luigi Cucca, rispettivamente deputata e senatore PD, approfondiranno le ragioni del voto favorevole in sede parlamentare.

L’intervento conclusivo sarà a cura del sottosegretario, on. Luca Lotti.

Parteciperanno, inoltre, Giampiero Cordedda, Segretario provinciale del PD e il presidente del Comitato per il Sì di Sassari, Gianluca Giordo.

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«Che fine hanno fatto i fondi comunitari destinati ai pazienti affetti da particolari patologie?» Lo chiede Ignazio Locci, consigliere regionale Forza Italia Sardegna, in una nota nella quale sottolinea che «potrebbe essere un taglio ben più consistente quello applicato dalla Giunta regionale al fondo destinato ai Comuni per l’erogazione di sussidi in favore di particolari categorie di cittadini (nefropatici, pazienti psichiatrici, cardiopatici, oncologici, etc.). Se nel 2015 vi erano a disposizione 47 milioni, nel 2016 la cifra è calata a 43 milioni di euro (tra fondi regionali e comunitari). Ma non è tutto: perché se un meno 4 milioni ha già creato particolari problemi, tanto che i Comuni hanno iniziato a far sentire la propria voce, figurarsi se a questi si aggiunge un’ulteriore decurtazione di 8 milioni, ovvero la parte di fondi comunitari che per ora non è stata erogata».

«La Regione, dei 43 milioni di euro programmati, ad oggi ne ha stanziato circa 35 – sottolinea Ignazio Locci -. Ne mancano all’appello altri 8, ovvero la quota comunitaria che ancora non è arrivata in cassa e, considerato l’inspiegabile ritardo, potrebbe anche non arrivare mai. Eppure, Pigliaru e Paci non fanno altro che parlare di maggiori entrate, di miliardi di euro fumanti pronti a essere spesi nell’Isola grazie al Patto per la Sardegna. Ma è evidente che soldi in più non ce ne sono e, anzi, i quattrini destinati ai servizi al cittadino sono sempre meno.»

«Vorremmo sapere che fine hanno fatto i soldi comunitari e per quale ragione non sono stati ancora stanziati. Sono passati fin troppi mesi dall’approvazione della Finanziaria regionale. A oggi i Comuni della Sardegna avrebbero dovuto avere in cassa il denaro per far fronte alle legittime richieste degli aventi diritto. Ma niente, i bilanci comunali restano all’asciutto. Il presidente Francesco Pigliaru e l’Assessore alla Sanità Lugi Arru facciano chiarezza e rassicurino i Comuni sui soldi comunitari mancanti. Dicano la verità. Ed eventualmente, in sede di assestamento di bilancio – conclude Ignazio Locci -, si impegnino per tappare l’ennesimo buco da loro stessi creato.»

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La Sardegna porterà la voce delle regioni e delle città d’Europa alla Conferenza mondiale sul Clima COP22 in programma, nel prossimo mese di novembre, a Marrakesh. Il documento che le rappresenta sarà il parere che il presidente della Regione Francesco Pigliaru, nel suo ruolo di presidente della Commissione ENVE, presenterà mercoledì 12 ottobre al Comitato europeo delle Regioni, riunito a Bruxelles in seduta plenaria. Il parere verte sull’attuazione dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, che è stato ratificato da 72 Paesi e che entrerà in vigore il prossimo 4 novembre. Approvato a giugno all’unanimità in Commissione ENVE, il documento che porta la firma di Francesco Pigliaru va a delineare meccanismi di governance multi-livello che permettano a regioni e città dell’UE di contribuire fattivamente al raggiungimento degli obiettivi definiti nella COP21 di Parigi.

«La lotta ai cambiamenti climatici è un argomento molto concreto e l’approccio territoriale segna l’apertura a una nuova era – spiega Francesco Pigliaru -. Le Istituzioni regionali e locali hanno un ruolo centrale, perché rappresentano il livello di governance più vicino ai cittadini, quello che per primo si trova a dover affrontarne le conseguenze. Ho portato all’attenzione del Comitato europeo quello che accade in Sardegna: la temperatura si solleva, le precipitazioni diminuiscono e si intensificano gli eventi estremi. Questi fenomeni aumentano il rischio di incendi e di alluvioni, e causano l’innalzamento del livello medio del mare e l’erosione costiera. Di conseguenza incidono profondamente sulla stabilità di sistemi produttivi importanti come l’agricoltura, il turismo e l’allevamento. Con questo parere individuiamo le iniziative necessarie per costruire una vera e propria governance multilivello globale, compreso l’accesso alle risorse – conclude il presidente Pigliaru -, perché è fondamentale mettere in grado gli enti locali e territoriali, soprattutto quelli più piccoli, di sfruttare pienamente le opportunità finanziarie pubbliche e private disponibili a livello europeo.» 
La seduta plenaria di ottobre è la più seguita sul calendario del Comitato delle Regioni di Bruxelles: l’organismo europeo, infatti, si riunisce in corrispondenza degli “Open days”, la tredicesima edizione della Settimana europea delle regioni e delle città.

Francesco Pigliaru 26

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Rifondazione comunista esce dalla maggioranza di centrosinistra che sostiene la Giunta Pigliaru. Lo ha annunciato questa mattina il segretario regionale Giovannino Deriu, con una nota durissima contro il governatore Francesco Pigliaru e la sua Giunta.

«La Sardegna attraversa uno dei periodi peggiori della propria storia autonomistica – scrive Giovannino Deriu -. La crisi che investe il tessuto produttivo, lo spopolamento delle zone interne, il crescente fenomeno della disoccupazione, la contrazione di diritti fondamentali (studio e salute in primis) costituiscono elementi di un quadro pesantemente regressivo per la società sarda. Osserviamo uno scenario di decadenza che coinvolge in pieno chi governa oggi la Regione proprio quando occorrerebbero scelte politiche improntate a un nuovo modello di sviluppo e a un’idea di Sardegna fondata sulla pace, il lavoro e i diritti. E’ necessario un piano di investimenti all’interno di un quadro programmatorio efficace nel breve e nel lungo periodo; non è più tempo di palliativi o di misure tampone utili per l’etichetta della comunicazione istituzionale.»

«Il Partito della Rifondazione Comunista, ancora una volta, sente il dovere politico e morale di denunciare la totale inadeguatezza delle azioni messe in campo dalla Giunta Pigliaru – aggiunge Giovannino Deriu -. Siamo ormai nella seconda metà della legislatura e non intravediamo il benché minimo segnale che vada nella direzione di uscita dal dramma che vive la nostra terra. Si è totalmente smarrito il carattere di originalità e innovazione su cui si fondava la Coalizione progressista e sovranista che ha vinto le elezioni nel 2014. Il livello di impopolarità raggiunto dalla Giunta regionale non ha eguali nella storia recente della nostra isola.»

«La stessa verifica di maggioranza tra i partiti del cosiddetto centrosinistra è stata impostata dal professor Pigliaru su basi fragilissime – sottolinea ancora il segretario regionale del PRC –. Rifondazione Comunista si sottrae da un umiliante teatrino fatto di agende propagandistiche e di liste della spesa che nella migliore delle ipotesi possono portare ad una girandola di poltrone con un ormai tardivo e inutile rimpasto. Noi ci dissociamo e dichiariamo l’uscita dalla maggioranza e la rottura totale e definitiva di ogni rapporto fiduciario con questa giunta dei professori.»

«Il Partito della Rifondazione Comunista svilupperà la propria iniziativa politica di opposizione in ordine alle attività del Consiglio regionale e nel corpo vivo della società sarda. Siamo da subito impegnati in un lavoro di informazione capillare a sostegno del no in vista del Referendum costituzionale fissato per il 4 dicembre – conclude Giovannino Deriu – e formalizziamo pubblicamente l’adesione dei comunisti sardi al “Comitato Sardegna per il NO”.»

Giovannino Deriu

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Francesco Pigliaru 371

I componenti dell’Osservatorio Regionale del Volontariato, hanno inviato una lettera al Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sulla mancata convocazione programmata dell’Osservatorio regionale del Volontariato #laSardegnachenonfunziona. La lettera, per conoscenza, è stata inviata anche al Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna; ai 12 assessori regionali; ai capigruppo del Consiglio Regionale della Sardegna; al presidente del Consiglio dei Ministri; al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; all’ANCI Sardegna; al Consiglio delle Autonomie Locali; alle Organizzazioni di Volontariato della Sardegna.

Di seguito il testo integrale della lettera.

Egregio Presidente,

con la presente intendiamo esprimerle tutto il nostro disappunto e tutta la nostra perplessità per la mancata convocazione programmata dell’Osservatorio regionale del Volontariato, organismo di rappresentanza previsto dalla legge e regolarmente eletto dall’Assemblea regionale delle organizzazioni di volontariato della Sardegna.

Abbiamo sempre lavorato in modo serio, meticoloso, impegnativo, dando il meglio di noi stessi per una adeguata rappresentanza del mondo che ci ha eletto e che in Sardegna come nel resto d’Italia non si risparmia di fronte ai problemi e alle difficoltà, si rimbocca le maniche ed è sempre in prima linea sulle scottanti questioni che attraversano anche la società sarda.

La mancata convocazione – ormai da un anno – appare ancor più incomprensibile se ci si riferisce ai principi di democrazia e di rappresentanza di cui Lei stesso si è fatto garante più volte durante i nostri incontri.

L’aver delegato il suo Capo di Gabinetto a presiederlo in un primo tempo ci era sembrato un atto di vicinanza e di attenzione, ma ultimamente, si è rivelato un atto di distanza e di progressivo distacco dal mondo di solidarietà che rappresentiamo.

Dal 24 novembre u.s. l’Osservatorio non è più stato convocato e così mesi e mesi di lavoro, di incontri, di riflessioni e di proposte ormai definite sono andati in fumo.

Eppure bastava solo un atto di volontà politica. Che non c’è stato.

Nessuna delle mozioni approvate dall’Assemblea regionale del Volontariato e discusse in Osservatorio è andata a buon fine, se si esclude la controversa costituzione della rappresentanza del volontariato di protezione civile. Tutto è rimasto fermo nei cassetti della Presidenza e/o di qualche funzionario.

Sul piano politico siamo di fronte a un fatto che consideriamo molto grave, ancor di più se si considera l’apporto determinante che il volontariato dà in situazioni “di frontiera” dove l’intervento del “pubblico” non può arrivare o comunque non può riuscire da solo.

Con amarezza e delusione le riconfermiamo le nostre perplessità e il nostro disappunto per la situazione rappresentata. #laSardegnachenonfunziona

I componenti dell’Osservatorio Regionale del Volontariato

1. Pierluigi Barigazzi

2. Luciano Bernardi

3. Pier Paolo Campus

4. Antonello Carta

5. Gennaro Esposito

6. Emilio Garau

7. Piera Lotti

8. Giacomo Manca di Nissa

9. Sergio Madeddu

10. Giovanna Pani

11. Maria Luigia Sari

12. Carla Serpi

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Nuovo incontro sulla vertenza Alcoa, ieri sera, tra la Giunta regionale, il coordinatore del Piano Sulcis e i Sindacati. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, gli assessori del Lavoro Virginia Mura e dell’Industria Maria Grazia Piras e il coordinatore del Piano Sulcis Tore Cherchi, hanno incontrato nella sede di Viale Trento a Cagliari, i rappresentanti sindacali. La riunione è stata convocata per esaminare la questione Alcoa e, più in generale, affrontare le problematiche legate alla messa in sicurezza dei lavoratori che hanno perso o stanno per perdere gli ammortizzatori sociali.

Nel corso dell’incontro, è emerso che va avanti la procedura prospettata nell’ultimo incontro di Roma con il ministro Carlo Calenda, cioè l’intervento di Invitalia in merito all’iter per evitare lo smantellamento degli impianti da parte di Alcoa e per trovare un possibile investitore disposto a far ripartire lo smelter di Portovesme. Alcoa invierà un precontratto, da sottoporre al ministero e Invitalia. Il termine indicato dal Ministro per questa fase è fine ottobre. Si stanno affrontando alcuni nodi legati al risanamento ambientale, i cui costi resteranno comunque tutti in capo alla multinazionale statunitense. Invitalia si è organizzata per effettuare la due diligence nello stabilimento. Sul fronte delle iniziative per trovare un nuovo investitore, è emerso che un gruppo industriale ha confermato il suo interesse. Si sta anche procedendo con i contatti preliminari con altri soggetti industriali potenzialmente interessati.
Nel corso della riunione la Regione ha illustrato le linee guida di un progetto, articolato in una serie di misure di politica attiva del lavoro, destinato ad integrare quelle che saranno messe a disposizione dal Governo nel decreto interministeriale delle cosiddette “Zone di crisi complesse”. Lo schema preciso delle singole misure sarà messo a punto nel dettaglio, ed illustrato nei prossimi incontri, non appena il governo adotterà il nuovo decreto sulle Aree di crisi complessa, in modo da consentire interventi coerenti ed adeguati.

Alcoa a Rioma 16 febbraio 2016 4

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Il consigliere regionale e segretario regionale di SEL Luca Pizzuto esprime solidarietà ai pescatori di Capo Frasca.

«In questi giorni di grande mobilitazione – scrive in una nota Luca Pizzuto -, teniamo a comunicare la solidarietà di SEL ai pescatori che a gran voce manifestano davanti alla vasta area interdetta alla navigazione presso la zona militare di Capo Frasca. Accogliamo con favore la posizione della Regione e del presidente Francesco Pigliaru e auspichiamo che la Commissione Parlamentare che in questi giorni sta effettuando le ispezioni faccia luce sull’annosa questione della sicurezza delle basi. La nostra posizione – conclude Luca Pizzuto – resta quella di affrancarci dalle eccessive servitù militari che soffocano la nostra terra, lavorando nel contempo per uno sviluppo più sostenibile e per una economia di pace.»

Pizzuto-Pigliaru