21 July, 2024
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Casti-Massidda

Dopo il comizio di Paola Massidda, candidata del Movimento 5 Stelle, tenuto all’anfiteatro di Piazza Marmilla con la partecipazione di alcuni parlamentari e dei sindaci di Assemini, Porto Torres e Dorgali, domani sera, alle 18.00, sarà il sindaco uscente Giuseppe Casti, a tenere il suo comizio, nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, alla presenza, tra gli altri, del governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, e del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, confermato lo scorso 5 giugno al primo turno, unico in Italia tra le grandi città.

Ricordiamo che Giuseppe Casti, sostenuto da 5 liste, al primo turno ha ottenuto 6.074 voti, il 36,15%, mentre Paola Massidda, sostenuta dalla sola lista del Movimento 5 Stelle, ha ottenuto 3.688 voti, il 21,95%.

Le liste della coalizione che sostiene Giuseppe Casti hanno ottenuto 6.737 voti, il 40,10%; la lista del Movimento 5 Stelle ha ottenuto 3.009 voti, il 17,91%.

Le liste degli altri candidati a sindaco concorreranno all’assegnazione dei 24 seggi in misura variabile a seconda dell’esito del ballottaggio del 19 giugno.

Ricordiamo anche quella che sarà la composizione del nuovo Consiglio comunale, nelle due ipotesi che a vincere sia Giuseppe Casti o Paola Massidda.

Ipotesi n° 1: Viene eletto sindaco Giuseppe Casti

La coalizione di cinque liste collegata alla sua candidatura ottiene, con il premio di maggioranza del 60% (arrotondato all’unità superiore), 15 seggi, così distribuiti:

Partito Democratico 7 consiglieri: Pietro Morittu 472 preferenze; Federico Fantinel 376; Ivonne Fraternale 313; Cinzia Grussu 311; Antonio Caggiari 270, Roberto Cotza 205, Fulvio Cabiddu 185.

Partito dei Sardi 3 consiglieri: Fabio Usai 867 preferenze; Nino Spanu 193; Giampaolo Puddu 137.

Sinistra Ecologia Libertà 2 consiglieri: Matteo Sestu 264 preferenze; Moreno Pilloni 174.

Cittadini per Carbonia 2 consiglieri: Pierangelo Porcu 193 preferenze; Claudia Di Marco 162.

Unione cittadina 1 consigliere: Roberto Concas 243 preferenze.

I 9 seggi (40% arrotondato all’unità inferiore) della minoranza sono così distribuiti:

Carbonia Possibile 2 consiglieri: Ugo Bruno Piano (candidato sindaco non eletto), Massimo Usai 208 preferenze.

Carbonia Unica 1 consigliere: Michele Stivaletta 307 preferenze.

Carbonia Rinasce 1 consigliere: Maria Luisa Poggi 219 preferenze.

Movimento 5 Stelle 3 consiglieri: Paola Massidda (candidata sindaco non eletto); Carla Mario 359 preferenze; Manolo Cossu 352.

Insieme per il rinnovamento 1 consigliere: Daniela Garau (candidata sindaco non eletto).

Unidos 1 consigliere: Andrea Corda (candidato sindaco non eletto).

Ipotesi n° 2: Viene eletta sindaco Paola Massidda

La lista del Movimento 5 Stelle collegata alla sua candidatura ottiene, con il premio di maggioranza del 60% (arrotondato all’unità superiore), 15 seggi, così distribuiti:

Movimento 5 Stelle 15 consiglieri: Carla Mario 359 preferenze; Manolo Cossu 352; Marco Antonio Serafini 248; Eleonora Cera 240; Silvia Pinna 227; Gian Luca Lai 217; Paola Argiolas 185; Daniela Marras 168;Mauro Uccheddu 161; Maurizio Soddu 134; Matteo Piras 126; Angelo Rosas 94; Giorgio Santoru 94; Elio Loi 84; Massimiliano Zonza 82.

I 9 seggi (40% arrotondato all’unità inferiore) della minoranza sono così distribuiti:

Partito Democratico 4 consiglieri: Giuseppe Casti (candidato sindaco non eletto); Pietro Morittu 472 preferenze; Federico Fantinel 376, Ivonne Fraternale 313.

Partito dei Sardi 1 consigliere: Fabio Usai 867 preferenze.

Carbonia Possibile 2 consiglieri: Ugo Bruno Piano (candidato sindaco non eletto), Massimo Usai 208 preferenze.

Carbonia Unica 1 consigliere: Michele Stivaletta 307 preferenze.

Insieme per il rinnovamento 1 consigliere: Daniela Garau (candidata sindaco non eletto).

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Ospedale Brotzu Cagliari 4

La Giunta regionale, riunita a Villa Devoto con il presidente Francesco Pigliaru, su proposta dell’assessore Luigi Arru, ha approvato integrazioni alla deliberazione sui criteri per il riparto delle risorse destinate al finanziamento indistinto del Servizio Sanitario: si prevede l’ampliamento dei finanziamenti specifici legati alle funzioni ospedaliere extra tariffa, alla luce delle riorganizzazioni che ci sono state nel sistema sanitario (Brotzu che ha accorpato Businco e Microcitemico) e che ci saranno con l’approvazione della Rete ospedaliera. Via libera anche all’adesione al progetto pilota “Aretè Azienda Ospedaliera G. Brotzu”, da realizzare col Formez, sul miglioramento dei processi, l’aggiornamento, la partecipazione e il rafforzamento delle competenze per la prevenzione della corruzione.

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Durissimo attacco del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale alla Giunta Pigliaru sull’assistenza al disabili e ai malati gravi.

«Trascorsi cento giorni dall’approvazione della legge finanziaria, la Giunta regionale non ha ancora trasferito i fondi per la “non autosufficienza” e più in generale per i sussidi a favore delle disabilità gravi e per particolari patologie» ha denunciato stamane il gruppo di Forza Italia nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina in Consiglio regionale che ha illustrato l’interrogazione, sottoscritta da tutti i consiglieri di Fi (prima firmataria Alessandra Zedda) “sull’attuazione delle politiche sociali previste dalla legge regionale di stabilità 2016” e rivolta al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru ed all’assessore della Sanità, Luigi Arru.

«A distanza di tre mesi dall’approvazione della Finanziaria – ha dichiarato il capogruppo Pietro Pittalis – la Giunta mostra tutte le sue contraddizioni ed il suo pressapochismo, mentre le politiche sociali languono senza che siano trasferiti i fondi a favore dei più deboli e dei più svantaggiati. Tutto questo è inammissibile ed è tempo che il presidente della Giunta e i suoi assessori pongano fine ai proclami e raccontino le “cose” come realmente sono in Sardegna, dove cresce la disoccupazione, diminuiscono i consumi e aumentano povertà e disagio sociale.»

«La Giunta non stanzia i fondi previsti nella legge finanziaria per le politiche sociali – ha aggiunto Alessandra Zedda – e modifica anche i criteri di assegnazione dei contributi e per l’accesso ai diversi programmi di sostegno, producendo un ingiustificato taglio del 30% che penalizza davvero chi è più povero e malato. Oltre a non applicare le normative vigenti e a non erogare i finanziamenti assegnati  l’esecutivo continua a non fornire alcuna indicazione sui tempi previsti per le liquidazioni degli stanziamenti.»

Il consigliere Ignazio Locci, oltre alle penalizzazioni per i malati e le loro famiglie, ha posto in evidenza le difficoltà cui vanno incontro gli operatori che lavorano nel comparto delle politiche sociali e dell’assistenza mentre il suo collega di gruppo e di partito, Stefano Tunis, ha rimarcato che la Giunta dimostra nei fatti di «non avere una reale ed efficace politica di sostegno verso le persone svantaggiate». Marco Tedde ha ricordato una precedente denuncia dell’opposizione in Consiglio regionale che dimostrava come i contributi del 2014 siano stati erogati con due anni di ritardo. Giancarlo Carta ha lamentato il “silenzio” dei sindaci del centrosinistra («ad incominciare da Massimo Zedda a Cagliari e da Nicola Sanna a Sassari») che evitano di denunciare «il colpevole ritardo della Regione, insieme con il crescente disagio dei più deboli e dei malati che da mesi vedono negata l’erogazione degli aiuti che gli sono dovuti».

A margine della conferenza stampa, sollecitati anche dalle domande dei giornalisti, i consiglieri di Forza Italia, con in testa il capogruppo Pietro Pittalis, hanno ribadito le critiche all’azione della Giunta in materia di Sanità e, soprattutto, per ciò che attiene la cosiddetta “Asl Unica“. «L’annunciata riforma è solo un bluff – ha concluso Pietro Pittalis – oltre all’ipotizzata Asl unica, restano infatti in piedi le due Aziende ospedaliero universitarie di Sassari e Cagliari, il Brotzu e l’Emergenza urgenza, per questo promettiamo un’opposizione dura e senza sconti per non consentire la “rottamazione” di tutto ciò che in Sardegna non è Aou o Brotzu».

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«La situazione della società Ati-Ifras sta precipitando. Stipendi non versati, tagli alle risorse regionali, le prospettive sono sempre più incerte. Occorre costituire immediatamente un tavolo tra la società, la Regione e le parti sociali prima che sia troppo tardi, gennaio 2017 è alle porte e si rischia un impasse per lavoratori impiegati e per i cantieri in essere.»

A lanciare un nuovo grido d’allarme per la situazione della società Ati-Ifras è oggi Fabio Enne, segretario generale Ust-Cisl del Sulcis Iglesiente.

«La società Ati-Ifras – aggiunge Fabio Enne -, nata per occuparsi di bonifiche ambientali si trova in una situazione di grave stallo. 520 persone appese ad un filo, la convenzione con la Regione scade a dicembre 2016 e, quantomeno per ora, la Giunta non ha nessuna intenzione di rinnovarla. Ripetono che occorre fare una gara internazionale senza però programmarne l’indizione, senza studiare metodi atti a garantire il proseguo dell’impiego per i lavoratori. Questa è l’ennesima dimostrazione che la Giunta regionale non governa l’isola con lungimiranza, bensì con poca attenzione verso le problematiche legate al settore occupazionale. Insomma, il presidente Pigliaru verrà ricordato come un Governatore poco attento al lavoro.»  

«Alla poca lungimiranza della Giunta regionale, si sommano le tante responsabilità della società Ati Ifrass che, anche in quest’occasione dimostra di non riuscire a governare il percorso affidatole decenni fa dalla Regione. La società ha responsabilità in merito all’organizzazione del lavoro, ai ritardi nell’erogazione degli stipendi e alla gestione interna poco oculata. Temiamo, tra qualche mese, di ritrovarci ancora una volta con oltre cinquecento lavoratori per strada a causa di un malcostume conclamato che non permette di affrontare i problemi per tempo. Siamo alle solite, il disagio economico nel Sulcis è talmente elevato – conclude Fabio Enne – e si corre il rischio serio di disordini sociali così come sta accadendo in queste ultime settimane in Francia.»

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«La Giunta Pigliaru reperisca immediatamente le risorse per garantire continuità ai progetti dei musei e dei siti archeologici.» Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna che sottolinea come «ancora una volta gli operatori di musei e siti archeologici sardi si vedono costretti ad appellarsi ad una Giunta regionale incapace di garantire continuità alla fruizione dei beni culturali della Sardegna, perché per nulla lungimirante e dedita soltanto all’attività del taglio indiscriminato ai fondi».

«Il rischio, denunciato in ripetute circostanze – sottolinea ancora Ignazio Locci -, è che se la Regione non recupera le somme necessarie (circa due milioni e mezzo di euro), da settembre sarà a repentaglio l’apertura di numerosi musei e siti archeologici dell’Isola. Ma gli appelli lanciati all’assessore Claudia Firino entrano in un orecchio ed escono dall’altro. Al massimo, ciò che si può riuscire a strappare è la solita promessa da marinaio del presidente Pigliaru, che già in passato aveva rassicurato gli operatori del settore. Ma tant’è: oggi siamo ancora qui a chiedere atti concreti per assicurare la normale attività dei siti.»

Museo Sant'Antioco

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«Il territorio non è stato coinvolto sulla trasformazione dell’Antas Hotel di Fluminimaggiore in centro di accoglienza per migranti.» A dirlo è Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale.

«Premetto – spiega Gianluigi Rubiu – che non c’è nessun pregiudizio nei confronti dei migranti che arrivano in Sardegna. L’emergenza sta diventando però davvero ingestibile.»

La struttura, nel borgo turistico di Fluminimaggiore, è rimasta chiusa per cinque anni, con la speranza di una riapertura per l’accoglienza dei vacanzieri approdati in Sardegna.

«Una situazione davvero paradossale – aggiunge Gianluigi Rubiu, che sul tema ha presentato un’interpellanza urgente al presidente Francesco Pigliaru – visto che il complesso alberghiero non è adeguato ad ospitare un contingente così numeroso di migranti. Senza poi dimenticare il fatto che il Comune non è stato coinvolto nella scelta del trasferimento dei profughi. Ovviamente, l’aspetto umanitario prevale ma è un controsenso che ora la struttura debba essere riaperta per ospitare i migranti.»

Il consigliere regionale parteciperà all’assemblea civica convocata in sessione straordinaria per affrontare la problematica: «Una partecipazione per portare solidarietà alla popolazione di Fluminimaggiore che, in un momento di grave crisi con tanti giovani costretti alla fuga verso la Penisola o all’estero – conclude Gianluigi Rubiu – è costretta a subire un’invasione inspiegabile di profughi in un caseggiato costruito per portare lavoro e sviluppo economico».

La sala convegni dell'Hotel Antas di Fluminimaggiore.

La sala convegni dell’Hotel Antas di Fluminimaggiore.

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Si è svolto questa mattina, a Palazzo Chigi, l’ennesimo incontro sulla vertenza Alcoa, alla presenza del sottosegretario Claudio De Vincenti, il ministro Carlo Calenda, il vice ministro Teresa Bellanova, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi.

«Il Governo – si legge in una nota stampa – ha informato FIM FIOM E UILM della messa a punto della proposta in materia di costo dell’energia che, sulla base dell’interlocuzione con la Commissione Europea circa le norme generali di sistema, è stata comunicata ieri a GLENCORE (la multinazionale  interessata allo smelter di Portovesme) e di Contratto di sviluppo a sostegno del piano di investimenti che il potenziale acquirente mette in campo.

Durante la riunione l’Esecutivo ha assicurato ai Sindacati che sulla base di tale proposta (giudicata da tutti i presenti molto positiva) verrà accelerato il confronto con il Gruppo svizzero per il necessario chiarimento sull’acquisizione o meno dell’impianto del Sulcis.

In ogni caso – è stato chiarito – il Governo intende mantenere aperta ogni possibile prospettiva di ripresa per lo stabilimento sardo.

Governo e Regione – conclude la nota stampa del Governo – procederanno, infine, ad una verifica sull’utilizzabilità di strumenti di politiche attive per il lavoro connessi alla formazione in funzione delle opere che il Piano Sulcis ha avviato.»

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Buggerru percorso costiero della Galleria Henry

L’annullamento improvviso della visita alla Galleria Henry prenotata il 20 aprile per la giornata di giovedì 19 maggio, da 34 escursionisti della sezione di Bologna del Club Alpino Italiano, ha portato il suo presidente, Vinicio Ruggeri, ad inviare una richiesta di chiarimenti al commissario IGEA, Michele Caria; al commissario straordinario del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, Francesco Mascia; all’assessore dell’Industria della Regione Sardegna, Maria Grazia Piras; all’assessore del Turismo, artigianato e commercio della Regione Sardegna, Francesco Morandi; e, infine, per conoscenza, al presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, e al ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini.

Di seguito, il testo integrale.

«Scrivo per segnalare e chiedere spiegazioni dell’annullamento improvviso della visita alla Galleria Henry a Buggerru, nell’Iglesiente, che era stata programmata per il giorno 19 maggio 2016 per il nostro gruppo di 34 escursionisti della Sezione di Bologna del Club Alpino Italiano, di cui anche il sottoscritto faceva parte.

La cancellazione, avvenuta al momento stesso della visita, ha creato un disagio evidente per la programmazione dell’intera giornata del gruppo di escursionisti, ma soprattutto ha dato una pessima immagine della capacità di accoglienza turistica del territorio e determinato un danno economico alla gestione della galleria per la mancata vendita dei biglietti di ingresso, oltre che per l’inutile mobilitazione delle guide turistiche del Parco Geominerario.

La visita era stata prenotata un mese prima, il 20 aprile 2016, e soltanto il giorno prima abbiamo avuto dal coordinatore delle Guide del Parco la conferma definitiva che si sarebbe potuta effettuare. Giovedì 19 maggio 2016 abbiamo quindi raggiunto Buggerru alle 9.15 del mattino, per prender parte alle visita guidata delle 9.30.

Arrivati sul posto, ci è stato comunicato dalle Guide Turistiche del Parco Geominerario che erano sorti problemi di imprecisata natura e che la galleria non sarebbe stata immediatamente visitabile. Siamo stati invitati ad attendere, perché venisse valutata la situazione. Poco dopo, si è saputo che il trenino che permette di visitare la galleria non era in funzione e, successivamente, è stata comunicata la notizia che il personale dell’IGEA non era stato convocato per fornire il servizio di sicurezza.

Nonostante queste criticità, siamo stati ancora invitati ad attendere che venisse coordinato il team composto da Guide e personale IGEA per svolgere la visita, eventualmente senza l’uso del trenino. Un dipendente IGEA giunto dopo almeno un’ora dal nostro arrivo ha affermato di non essere a conoscenza della visita guidata. Ha poi contattato il proprio responsabile, Andrea Macciò, per chiedere istruzioni. Pare che questi non abbia dato il nullaosta a convertire l’impegno degli operai IGEA in un accompagnamento ai visitatori, disposti a muoversi in galleria senza il trenino.

Il responsabile delle visite guidate del Parco Geominerario pare che abbia contattato Lele Madeddu, responsabile dell’IGEA che cura i rapporti con l’ente Parco Geominerario per l’organizzazione dei team di operai adibiti alle visite guidate nei siti minerari.

Questi colloqui telefonici non hanno portato ad alcuna soluzione.

Alle 10.30, Riccardo Atzei, consigliere comunale del Comune di Buggerru, ha proposto al gruppo di usufruire di una visita guidata al Museo del minatore di Buggerru per compensare la mancata e ormai impossibile visita alla galleria, ma il gruppo ha deciso di partire alla volta del territorio di Fluminimaggiore, per non stravolgere ulteriormente il programma della giornata.

Nel frattempo anche altri turisti ed una scolaresca sono stati rimandati indietro.

Segnalo il fatto in maniera particolareggiata per sottolineare come si sia prodotto uno spiacevole disservizio per cause apparentemente legate a una carenza organizzativa e di comunicazione, disservizio che non giova certo all’immagine della Sardegna, alla valorizzazione e alla  promozione del suo grande patrimonio naturale e culturale e, in definitiva, alla economia dell’isola.»

Cordiali saluti

Il Presidente della sezione di Bologna del Club Alpino Italiano

Vinicio Ruggeri

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“Il contributo delle Regioni d’Europa per lo sviluppo sostenibile: la Sardegna al centro del Mediterraneo”: è questo il tema dell’intervento del presidente Pigliaru ieri pomeriggio nella sala della Fondazione di Sardegna, nell’ambito del convegno “L’Unione energetica ha un futuro? Integrazione europea, opportunità per l’Italia e il contributo delle Regioni”. L’iniziativa era organizzata dalla Fondazione “Centro per un futuro sostenibile”, presieduta da Francesco Rutelli, in collaborazione con Institute of European Democrats.

Francesco Pigliaru, intervenuto all’incontro nel duplice ruolo di presidente della Regione e Chair della Commissione ENVE del Comitato europeo delle Regioni, ha fatto il punto sulla posizione portata dai territori ai tavoli di Bruxelles. «Gli obiettivi fissati dalla Conferenza mondiale di Parigi sul clima, la COP21, sono ambiziosi, ma quelli portati avanti dalle regioni e città d’Europa lo sono ancora di più: puntiamo a raggiungere la riduzione del 50% delle emissioni nocive entro il 2030 – ha detto Francesco Pigliaru -. Ma per farlo abbiamo bisogno degli strumenti. Per quanto riguarda la Sardegna, che è in una fase di transizione energetica, oltre che naturalmente economica, strumento fondamentale è il Piano energetico realizzato da questa Giunta».

Il presidente della Regione, illustrandone i punti principali, ha sottolineato come la Sardegna possa essere luogo ideale di sperimentazione per le energie rinnovabili, verso le quali tendere rispettando la gradualità del passaggio. «E per quanto riguarda le rinnovabili – ha aggiunto Francesco Pigliaru – ci interessa che ci sia una produzione che crea benefici immediatamente percepibili nei territori dove quella produzione avviene. L’aumento dei vantaggi per le comunità locali è il più importante degli incentivi».

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Nuova manifestazione contro il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera questa mattina, a Iglesias. Una delegazione do manifestanti, distaccatasi dal corteo, partito da via XX Settembre, ha occupato l’aula del Consiglio comunale, che, annuncia in un comunicato, proseguirà a oltranza. I manifestanti chiedono un incontro immediato con il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, e l’assessore della Sanità. Luigi Arru.

I manifestanti, come è noto, unitamente al Comitato per la Salute e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, chiedono che l’ospedale CTO venga classificato ospedale di 1° livello (Dea di 1° livello), aperto 7 giorni su 7, h24, e rivendicano per tutto il Sulcis Iglesiente una sanità adeguata e rispettosa dell’art. 32 della Costituzione.

Il Piano approvato dalla Giunta regionale, passato al vaglio della commissione consiliare competente e prossimo ad approdare in Aula, prevede per la Asl 7 un solo ospedale di 1° livello, il Sirai di Carbonia.

CTO Iglesias 1 copia