26 December, 2024
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Audizione dei rappresentanti dei sindacati confederali e autonomi stamane, in Prima commissione, sul tipo di contratto di lavoro nell’Agenzia Forestas e sulla stabilizzazione dei precari.

Nel corso dell’incontro, presieduto dall’on. Francesco Agus, il segretario regionale della Cgil, Michele Carrus ha parlato dell’attuale situazione dell’Agenzia Forestas, che occupa circa seimila lavoratori (poco meno di duemila sono precari) distribuiti in 173 cantieri. Ai lavoratori si applica il contratto collettivo nazionale degli operai forestali e il contratto integrativo regionale. Michele Carrus ha detto ricostruendo il passato: «Gli incarichi di mansioni superiori hanno ecceduto i limiti temporali e sono stati attribuiti da una gestione opaca e permeabile ai suggerimenti esterni. Così, più o meno discrezionalmente sono state attribuite le mansioni superiori, sia perché mancavano quelle figure nell’Agenzia sia perché il ritardo sull’organizzazione del personale era funzionale alla gestione del consenso. Ovviamente tutto questo ha creato contrapposizioni tra lavoratori. Nello stesso tempo chi non aveva inizialmente i titoli si è ritrovato a svolgere mansioni superiori in una condizione di precarietà». Per il capo della Cgil sarda «in questi casi è doverosa la selezione pubblica e ogni altro tipo di soluzione va contro la Costituzione. E’ però chiaro che in via preliminare va individuata la pianta organica di Forestas, sulla base dei carichi di lavoro. Quanto al tema della stabilizzazione dei precari presenti in Agenzia, suggeriamo attenzione, perché anche questo è un campo di possibile contrapposizione tra lavoratori».

Per Francesco Piras, componente della segreteria regionale della Cisl, «la volontà del Consiglio regionale di trasformare l’Ente foreste in Agenzia Forestas era sorretta da aspettative che non si sono realizzate. La nostra prima questione è l’applicazione di un solo contratto per tutti i lavoratori e la necessità che qualunque riforma intraprenda il Consiglio regionale questa riguardi tutti i lavoratori di Forestas, nessun escluso. La cura giusta per Forestas sono le regole certe per tutti, compresi i precari e non solo per i duemila lavoratori che svolgono mansioni superiori, compresi i duecento operai adibiti alle mansioni degli impiegati».

Il dirigente Cisl ha parlato di «tensione e di episodi violenti tra lavoratori», riferendosi a un fatto di cronaca non meglio precisato e accaduto ieri a Sassari, al quale si è riferita anche Francesca Ticca, segretaria regionale della Uil. La sindacalista ha detto: «Il problema della forestazione in Sardegna è enorme e mi fa piacere che la Prima commissione si stia ponendo la questione anche delle legittime aspettative dei suoi lavoratori. E’ pericoloso quanto avvenuto a Sassari, un’aggressione fuori dal lavoro: di questo passo si rischia di mettere l’uno contro l’altro i lavoratori».

Per la Cisl è intervenuto anche il segretario dell’Ogliastra, Bruno Olivieri, che ha ricordato i numeri del territorio: «Seicentotrè precari sono tantissimi. Se vogliamo fa lavorare un ente così dobbiamo avere soltanto lavoratori a tempo indeterminato».

Per le sigle autonome sono intervenuti Mario Folz (Snals), che ha consegnato una nota ai commissari e ha ribadito il principio secondo cui «essendo dipendenti della Regione i lavoratori dell’Agenzia Forestas devono vedere applicato il contratto della Regione». 

Della stessa opinione Alessio Saba, segretario regionale di Confederdia, che ha attaccato i sindacati confederali: «Siamo indignati per il modo con cui hanno gestito le questioni di Forestas ed è per questo che ci siamo messi provvisoriamente a fare i sindacalisti. E’ francamente impossibile lavorare nelle attuali condizioni ma visto che a ogni sardo la nostra agenzia costa cento euro è bene che restituiamo cento euro alla collettività sotto forma di servizio all’altezza».

I lavori della commissione proseguono alle 17.00, con l’audizione del direttore generale dell’Agenzia e dell’assessore dell’Ambiente e del direttore Inps (domani, a partire dalle 10.00).

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Si sono svolte oggi in IV commissione (Governo del territorio) le audizioni di Cgil, Cisl e Uil sul disegno di legge n° 218 (Legge forestale della Sardegna).

«E’ una riforma necessaria per dare più valore ad una risorsa strategica per la Sardegna come il bosco ma restano da risolvere alcuni nodi riguardanti sia il ruolo dei privati che, soprattutto, il contratto del personale che a nostro giudizio deve mantenere i due livelli nazionale e territoriale» ha detto il segretario regionale di categoria della Uil Pasquale Deiana aprendo il ciclo delle audizioni dei sindacati confederali davanti alla quarta commissione (governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd), sulla nuova legge forestale della Sardegna.

Giudizio più critico, nel metodo e nel merito, quello della Cisl che con Francesco Piras ha lamentato in primo luogo lo scarso coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori da parte della Giunta. «Nel merito – ha osservato – riteniamo sbagliata la scelta di una agenzia unica perché casomai sarebbe stato più utile fare prima una legge organica su tutela ambientale e difesa del suolo; inoltre, siamo molto perplessi sul ruolo dei privati e sul futuro dei lavoratori dell’Ente foreste, ai quali il disegno di legge della Giunta non dà nessuna certezza». «Bisogna lavorare piuttosto – ha concluso – per migliorare i due livelli di contrattazione».

Per la Cgil Raffaele Lecca ha espresso invece una valutazione positiva. Pensiamo sia importante, ha detto, «riaffermare la natura pubblica dell’Agenzia Forestas e creare le condizioni per l’avvio nei boschi di nuove filiere produttive, senza dimenticare la viabilità rurale; per quanto riguarda il personale siamo per la chiarezza nel senso che o si applica il contratto del comparto forestale o quello regionale previsto dalla legge 31». «L’importante però, ha concluso – è che la nuova disciplina contrattuale sia approvata assieme alla legge, senza il rinvio previsto dal Dl 218 che delega questo aspetto ad un successivo provvedimento della Giunta».

Il presidente della commissione Antonio Solinas, in sede di conclusioni, ha rassicurato i sindacati sulla volontà comune di fare una buona legge per migliorare il settore forestale della Sardegna, rilanciando alcune filiere come il sughero ed avviando nuove attività come quelle legate al contrasto del rischio idrogeologico. Sul contratto ha precisato che l’intera commissione ritiene vada inserito da subito all’interno della nuova legge, un punto su cui è in corso una interlocuzione con la Giunta. Inoltre, in materia di stabilizzazioni, Solinas ha annunciato che fra qualche giorno la Giunta approverà una delibera riguardante oltre 300 posizioni. «E’ un percorso lungo – ha aggiunto – che comunque intendiamo portare a compimento possibilmente nell’arco di un triennio; servono ovviamente nuove risorse ma su questo avvieremo un confronto con lo Stato sollecitando una compartecipazione». «Del resto – ha concluso Solinas – lo Stato già sostiene costi significativi per le indennità di disoccupazione che sarebbero risparmiati, in altre parole è una materia su cui ci si può lavorare».

Dopo i sindacati è stata la volta dell’Anci. Il direttore Umberto Oppus ha rivendicato un ruolo più incisivo dei Comuni, a prescindere dal fatto che siano i proprietari dei terreni o che siano o meno sede di cantieri forestali. «Ciò che conta – ha sostenuto – è il legame col territorio, la capacità di mettere a sistema risorse pubbliche e di dare risposte concrete ai cittadini».

Successivamente hanno preso la parola i sindaci di Santadi Elio Sundas, di Armungia Antonio Quartu, di Desulo Luigi Littarru e di Sedilo Alessio Petretto. Tutti hanno portato all’attenzione della commissione questioni molto pratiche che si verificano ogni giorno nelle loro comunità e che dimostrano come ogni processo di valorizzazione della risorsa-bosco non possa prescindere dalle amministrazioni comunali. Problemi come il taglio della legna, la logistica di supporto ai cantieri o la semplice collaborazione istituzionale fra soggetti pubblici confermano, secondo i sindaci, che c’è molto bisogno di una riforma ma che la stessa deve integrarsi a fondo nel tessuto delle diverse realtà locali.

In conclusione, il presidente della commissione Antonio Solinas, dopo aver ringraziato la delegazione dell’Anci per il suo contributo, ha messo l’accento sul fatto che nella nuova legge gli Enti locali non hanno più ruoli di gestione ma sono comunque figure centrali nella programmazione dalle quali nessuno vuole prescindere.

Nel dibattito hanno preso la parola anche il vice presidente della commissione Gianni Tatti (Aps) ed i consiglieri Salvatore Demontis (Pd), Daniele Cocco (Sel) e Pierfranco Zanchetta (Cps).