22 November, 2024
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La commissione Trasporti, presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) ha ascoltato in audizione i rappresentanti delle organizzazioni studentesche sarde che hanno formulato una proposta articolata per l’abbattimento dei costi di trasporto urbano ed extraurbano, a seguito del nuovo tariffario introdotto dall’Arst.

Antonio Pala, dell’Udu (Unione studenti universitari) di Sassari, ha ricordato i principali dati negativi del sistema regionale dell’istruzione (dispersione scolastica al 24% contro il 15% della media nazionale, laureati al 17% rispetto al 27% del dato nazionale, 34% di giovani Neet, cioè che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro) per affermare che «il problema dei trasporti ha una forte incidenza sul diritto allo studio».

Carlo Sanna, a nome di Unica 2.0, ha lamentato che «la recente riforma del piano tariffario introdotta dalla Regione ha determinato un aumento generalizzato dei costi per la popolazione studentesca che colloca la Sardegna al di sotto dei livelli minimi fissati dalla normativa nazionale per le prestazioni legate al diritto allo studio».

Francesco Pittirra, componente del Cda dell’Arsu di Cagliari, ha messo l’accento sul costo del pendolarismo «che è molto pesante soprattutto per gli studenti svantaggiati» e sottolineato che «affrontare il nodo dei trasporti significa avere più possibilità di successo nella lotta alla dispersione scolastica ed all’abbandono precoce degli studi».

Roberto Vacca, anch’egli di Unica 2.0, ha poi analizzato gli effetti del nuovo piano tariffario della Regione rispetto alle disposizioni nazionali che assicurano uno sconto del 50% agli studenti con un Isee fino a 25.000 euro. «Di fatto – ha spiegato – col nuovo piano che differenzia il trasporto pubblico locale da quello extraurbano lo sconto si è ridotto al 25-30%».

Lisa Ferreli infine, sempre di Unica 2.0, si è soffermata sul rapporto qualità-prezzo del sistema di trasporto regionale, soprattutto in molte zone interne, ì«in cui il problema dell’aumento di costi si sovrappone a quello dell’organizzazione del servizio, degli orari e delle coincidenze, e crea agli studenti un disagio tale da scoraggiare l’uso del mezzo pubblico».

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Antonio Gaia(Cps), Roberto Deriu (Pd), Alberto Randazzo (Forza Italia), Giovanni Satta (Misto) e Pierfranco Zanchetta (Cps), che ha sollecitato attenzione «anche per il pendolarismo degli studenti residenti nelle isole minori che viaggiano sui traghetti».

Nelle conclusioni il presidente della commissione Antonio Solinas ha ricordato che, nel quadro della difficile situazione economica della Sardegna, «la commissione è intervenuta più volte sul tema del trasporto pubblico locale, le cui criticità sono attribuibili sia alle poche risorse disponibili che a questioni più generali del sistema a cominciare dal parco mezzi non adeguato alla domanda attuale di trasporto». «Tuttavia – ha aggiunto – la gravità del problema della dispersione scolastica e la crisi che ancora colpisce tante famiglie sarde ci devono spingere ad interventi mirati e scelte coraggiose, che contiamo di mettere in campo prima della pausa natalizia a partire dalla legge di stabilità». «Su questi punti sentiremo al più presto l’assessore – ha concluso Solinas – ma credo che da parte di tutta la commissione ci sia la precisa volontà di intervenire in modo significativo per sostenere la mobilità degli studenti sardi».

Gavino Manca

La seconda commissione (Lavoro, Pubblica istruzione) presieduta dall’on. Gavino Manca (Pd) ha sentito nell’ambito del ciclo di audizioni sulla finanziaria 2015 i rappresentanti degli studenti universitari.

Giacomo Cossu, a nome dell’Unione studenti Sardegna, ha consegnato alla commissione un dettagliato documento con le proposte dell’associazione per migliorare il diritto allo studio e, sulla finanziaria, ha rilevato che «manca uno stanziamento della Regione per sostenere il comodato d’uso dei libri di testo, sarebbe un modo per dare senso alla lotta alla dispersione scolastica che pure rientra fra gli obiettivi strategici del Governo regionale, così come appare sempre più necessario un Piano-borse sia per venire incontro alle famiglie che per fornire agli studenti una serie di servizi extra-curriculari per migliorare l’offerta formativa delle Università».

Per Bruno Concas, esponente dei Consiglio nazionale dei presidenti di consulta, «la scarsità delle risorse della finanziaria mette in luce la mancanza di un welfare universitario che metta al centro alcune questioni di fondo: lotta al caro-libri, edilizia, allargamento dell’offerta formativa, interventi senza i quali sarà impossibile per la Sardegna centrare il traguardo fissato dall’Unione europea di ridurre al 10% la dispersione scolastica entro il 2020».

Il rappresentante degli studenti nel Cda dell’Ersu di Cagliari Francesco Pittirra ha criticato, in apertura, la politica dei tagli ai fondi per l’Università: «Da quelli dello Stato sugli Ersu a quelli della Regione, le cui poche risorse sono ulteriormente erose dall’aumento delle tasse». Pittirra ha poi fornito alla commissione alcuni dati sull’effetti pratico della contrazione della spesa universitaria: «A Cagliari il 50% degli studenti in possesso dei requisiti fissati dalla legge resterà fuori da ogni intervento di sostegno ed il 48% non riceverà il contributo per l’affitto di una appartamento, mentre 450 matricole, in 2 anni, non hanno rinnovato l’iscrizione e numerosi sono stati gli abbandoni del corso di studi, prevalentemente per motivi legati alla crescente insostenibilità delle spese».

Il presidente della commissione Gavino Manca, in conclusione, ha espresso apprezzamento per alcune proposte formulate dagli studenti, sottolineando che «far quadrare i conti è sempre molto difficile» ma riconfermando che a breve scadenza la commissione comincerà a lavorare alla revisione organica della legge sul diritto allo studio.

Il ciclo delle audizioni sulla finanziaria avviato dalla seconda commissione si è concluso con l’intervento dei rappresentanti delle Scuole civiche di musica.

Il primo intervento, del Sindaco di Marrubiu Gianni Santucciu, ha tracciato il quadro generale della situazione delle scuole civiche: «Abbiamo subito lo scippo di 1.5 milioni – ha detto – che ha fatto sparire in un colpo docenti e fondi per le lezioni di strutture che esistono dal 2003 e hanno sempre potuto contare sul sostegno crescente della Regione».

Non possiamo accettare, ha proseguito Santucciu, «una proposta di riduzione degli stanziamenti ad 800.000 euro per 2 annualità; così si lasciato a terra 800 persone in tutta la Sardegna, docenti senza cattedra, sarebbero automaticamente espulsi dal mondo del lavoro, senza il ripristino dello stanziamento di 1.5 per anno saremo costretti a chiudere».

Dopo l’intervento del sindaco di Marrubiu hanno preso la parola amministratori locali e docenti dei Comuni in cui sono attive le Scuole civiche, sottolineando fra l’altro l’aumento costante del numero di iscrizioni, 11.000 in tutta la Sardegna, ed il fatto che le stesse Scuole rappresentano una parte fondamentale della filiera dei Conservatori, ora trasformati in facoltà universitarie.

Il presidente della commissione Gavino Manca ha assicurato il massimo impegno per l’individuazione delle risorse, anche attraverso l’utilizzo di un consistente residuo del 2014 rimasto bloccato a causa del patto di stabilità.

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Questa mattina La 2ª commissione del Consiglio regionale (Lavoro, Pubblica Istruzione) ha sentito in audizione i rappresentanti degli studenti nei cda degli #Ersu di Cagliari e Sassari sulle problematiche del diritto sllo studio e delle borse di studio universitarie.

«E’necessario invertire subito la tendenza al de-finanziamento del diritto allo studio – ha dichiarato Antonio Puddu, rappresentante degli studenti nel Cd dell’Ersu di Sassari – per evitare che, in base alla graduatorie provvisorie e con le attuali disponibilità finanziarie, la maggioranza degli studenti sardi capaci, meritevoli e a basso reddito, resti del tutto priva di sostegno.»

Antonio Puddu, riferendosi alla situazione dell’ateneo sassarese, ha ricordato che rispetto all’anno accademico 2011/2012 in cui era stato finanziato il 100% delle domande (anche perchè l’Ersu poteva integrare i fondi statali e regionali con risorse proprie), si è passati alla drammatica situazione attuale che consentirà ad appena il 36% degli aventi diritto di usufruire delle risorse pubbliche destinate al diritto allo studio. «Ed occorre fare presto – ha proseguito Puddu rivolgendo un appello alla Commissione ed al Consiglio regionale – perché le graduatorie saranno definite entro il prossimo mese di ottobre, mentre i contributi dovranno essere erogati entro la fine dell’anno».

Altrettanto preoccupante la situazione degli studenti universitari di Cagliari, su cui si è soffermato Francesco Pittirra, rappresentante degli studenti nel Cda dell’Ersu. «Secondo le nostre graduatorie provvisorie – ha detto Pittirra – il 53% degli studenti non avrà nulla e la percentuale salirà ancora considerando le matricole che, in base alla legge, sono collocate in una sorta di seconda fascia per l’accesso ai contributi. Questo significa che l’Università non è più un luogo di istruzione e di formazione per tutti ma solo per chi se lo può permettere».

«Peraltro le borse di studio assegnate agli studenti sardi – ha aggiunto Pittirra – hanno un massimale di 3000 euro, di gran lunga inferiore agli standard minimi del Ministero, che sono di 5000 euro, ed è vero solo in parte che questo scostamento può essere spiegato con la differenza del costo della vita perchè, ad esempio, Cagliari ha il costo della vita più alto di tutto in Mezzogiorno.»

Marco Pilo, infine, rappresentante degli studenti nel Cda dell’Università di Sassari, ha messo l’accento sul meccanismo perverso che fatalmente sarà innescato dal taglio dei fondi per il diritto allo studio. «Gli studenti più tenaci che saranno esclusi, e ce ne sono tantissimi, saranno costretti a lavorare (spesso in nero) per non gravare ulteriormente sulle famiglie e, togliendo tempo allo studio, rischieranno di finire fuori corso perdendo per sempre ogni opportunità di sostegno mentre i meno tenaci lasceranno addirittura l’Università. Se pensiamo che si va delineando a livello nazionale una riforma in cui i fondi pubblici saranno assegnati agli atenei non in base alla spesa storica ma al numero degli iscritti, dobbiamo renderci conto che stiamo andando incontro ad una tempesta.»

«Occorre quindi intervenire nel breve termine – ha concluso – ma anche guardare oltre, inquadrando la prospettiva dei prossimi 3/5 anni; il Governo regionale ha detto di voler puntare sull’istruzione, noi ci contiamo».

Dopo la relazione degli studenti hanno preso la parola i consiglieri regionali Paolo Zedda (Soberania-Indipendentzia), Francesco Agus (Sel), Alberto Randazzo (Forza Italia), Piero Comandini, Rossella Pinna e Gianmario Tendas (Pd) che, con accenti diversi, hanno espresso il loro convinto sostegno alle richieste avanzate dagli studenti.

Il presidente della Commissione Gavino Manca, in conclusione, ha assicurato il massimo impegno, sia in sede di assestamento di bilancio che di legge finanziaria, per individuare le risorse necessarie a garantire il diritto allo studio per tutti gli universitari sardi capaci, meritevoli e a basso reddito: si tratterebbe di 15 milioni circa (Per Cagliari e Sassari), dato che sostanzialmente coincide sia con le cifre fornite dagli studenti che con quanto risulta agli uffici. «Credo che ci sia una consapevolezza sempre più diffusa del ruolo strategico dell’istruzione in ogni processo di sviluppo e di crescita della società», ha dichiarato il presidente Manca, annunciando che, oltre al problema contingente, la Commissione ha l’obiettivo di «arrivare ad una riforma complessiva della legge 31/84 sul diritto allo studio ormai vecchia di 30 anni – riforma che faremo anche con gli studenti – e, in secondo luogo, di rivedere il sistema delle graduatorie, perché in un quadro di risorse limitato è necessario essere particolarmente selettivi e rigorosi nell’individuazione delle priorità».