22 November, 2024
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Ignazio Cuccu, presidente del Consiglio comunale di Carbonia, è rimasto vittima di un attentato incendiario, alle prime luci dell’alba. Ignoti, intorno alle 5.00, hanno messo fuoco con del liquido infiammabile alla serranda del garage della sua abitazione, in via Caprera, alla periferia di Carbonia. E’ stato lo stesso Ignazio Cuccu ad accorgersi dell’accaduto e a presentare denuncia. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Carbonia e i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia che hanno avviato le indagini per risalire agli autori.

Numerosi gli attestati di solidarietà ricevuti da Ignazio Cuccu, 67 anni, ex assessore ed ex consigliere regionale per due legislature.

«Quanto accaduto nella notte, ai danni del presidente del Consiglio comunale di Carbonia, Ignazio Cuccu, è di una gravità inaudita e non può in alcun modo essere tollerato – sono le prime parole di Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia, accorso in mattinata sul posto, subito dopo aver appreso la notizia -. Episodi di violenza come questo – ha aggiunto Casti, che è anche presidente del Cal, il Consiglio delle autonomie locali – non fanno parte della cultura della nostra città e vanno respinti nella maniera più categorica. Il dissenso non può mai essere espresso con la violenza. Le forze dell’ordine, nelle quali si ha la massima fiducia, sono al lavoro per individuare i responsabili. A nome del comune di Carbonia e in qualità di presidente del Consiglio delle autonomie locali, esprimo solidarietà al presidente del Consiglio comunale, Ignazio Cuccu, per il vile gesto subito e una dura condanna per quanto accaduto.»

Emanuele Cani, deputato del Partito Democratico, ha espresso «ferma e dura condanna per il gesto e solidarietà al presidente del Consiglio comunale di Carbonia Ignazio Cuccu. Quanto è accaduto oggi va condannato fermamente e respinto».

«Sono molto preoccupato per un altro atto intimidatorio contro un amministratore locale del Sulcis, il presidente del Consiglio comunale di Carbonia Ignazio Cuccu – sono le parole del deputato del Partito Democratico Francesco Sanna -. Mi sembra sinistramente simile a quello subìto qualche settimana fa dal suo omologo di Iglesias, Mauro Usai. Ad Ignazio la solidarietà di tutti i democratici, con da oggi la responsabilità in più di isolare qualsiasi anche lontano tentativo di giustificazione di ogni forma di violenza nella competizione politica.».

«A nome del Pd e della segreteria provinciale del Partito democratico – ha detto Daniele Reginali, segretario del PD di Carbonia Iglesias – esprimo solidarietà al presidente del Consiglio comunale di Carbonia Ignazio Cuccu e dura condanna per quanto accaduto. Simili episodi non sono ammessi in un paese civile. Auspichiamo che le forze dell’ordine arrivino a individuare in tempi rapidi i responsabili di quanto accaduto.»

«A nome del Gruppo del Partito Democratico del comune di Carbonia – ha scritto Pietro Morittu, capogruppo in Consiglio comunale, nel suo profilo Facebook – esprimo solidarietà e vicinanza al presidente del Consiglio comunale di Carbonia Ignazio Cuccu e alla sua famiglia. Un vile attentato, un gesto da condannare.»

«Abbiamo appreso del gravissimo attentato con il tentativo di incendio della sua abitazione – ha scritto Roberto Puddu, segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, a Ignazio Cuccu – un atto vigliacco, grave ed inquietante che sappiamo non rispondere in alcun modo alla tradizione e alla cultura del nostro territorio, sul quale esprimiamo la più ferma condanna e la nostra totale solidarietà.»

Il Movimento Partite Iva Sulcis Iglesiente, ha espresso solidarietà al presidente del Consiglio comunale di Carbonia, Ignazio Cuccu, «vittima di un atto incivile».

Attentato a Ignazio Cuccu copiaIgnazio Cuccu 3 copia

Matteo Renzi copia 2Attendati Alcoa 2

I deputati sardi hanno consegnato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, nella quale chiedono un intervento istituzionale per affrontare a portare a compimento la vertenza che riguarda il futuro dello stabilimento Alcoa di Portovesme e quello dei lavoratori.

Questo il testo integrale.

«Gentile Presidente,

con la presente vogliamo portare alla Sua attenzione il contenuto e le determinazioni assunte in occasione dell’incontro presso la Camera dei Deputati che ha visto intorno allo stesso tavolo deputati della Sardegna, sindacalisti e lavoratori dello stabilimento ALCOA di Portovesme, l’unico – se riattivato – nelle condizioni di mantenere in Italia la produzione di alluminio primario, attualmente sospesa.Con l’occasione ci pare opportuno ricordare le fasi salienti che hanno caratterizzato la difficile vertenza “Alcoa”.

Nel gennaio 2012 Alcoa annunciò di voler arrestare la produzione dello stabilimento a causa degli elevati costi di produzione;

il 27 marzo 2012, presso il ministero dello Sviluppo economico, è stato raggiunto un accordo tra Alcoa, sindacati, Regione Sardegna e Governo per la gestione della crisi. L’azienda, in seguito all’intesa raggiunta, ha acconsentito a mantenere attivo lo stabilimento fino al 31 dicembre 2012 e ad assicurare, per almeno un anno, adeguate condizioni di efficienza, così da garantire – nel caso di subentro di nuovi azionisti – una pronta ripresa della produzione. L’accordo prevedeva inoltre un impegno straordinario del Governo per trovare una soluzione al problema del costo dell’energia elettrica e, da parte delle istituzioni regionali e locali, l’impegno a migliorare la dotazione infrastrutturale del territorio;

il processo di fermata dell’impianto di Portovesme si è concluso alla fine del 2012 e i dipendenti (circa 1.000, 500 dei quali direttamente dipendenti e gli altri 500 occupati nell’indotto), hanno avuto accesso alla Cassa integrazione straordinaria dal 1° gennaio 2013;

Alcoa si è occupata della manutenzione dello smelter di alluminio primario fino a fine luglio 2014, ma il 25 agosto dello stesso anno ha comunicato la decisione di chiusura definitiva dello stabilimento; lo scorso 10 novembre è stato fatto un rilevante passo in avanti nella vertenza. Il Governo, la Regione Sardegna e la società Glencore hanno sottoscritto un protocollo d’intesa concernente le condizioni fondamentali perché Glencore avvii un confronto con Alcoa circa la possibile acquisizione e riattivazione dello smelter di Portovesme; l’obiettivo della ripresa della produzione di alluminio primario è perseguito anche attraverso l’impegno di Alcoa a favorire, in assoluta buona fede, il riutilizzo produttivo dell’impianto;

il Governo e la Regione hanno invitato Glencore, proprietaria nella stessa area di Portovesme di un importante stabilimento di produzione di metalli non ferrosi, a discutere quali condizioni fondamentali debbano sussistere per considerare la possibilità di riavviare l’impianto: Glencore è apparsa pronta a verificare, attraverso ulteriori approfondimenti questa opportunità;

il confronto fra Governo, Regione e Glencore si è quindi sviluppato prevalentemente sulle condizioni economiche e di fornitura dell’energia, sulle possibilità di sostenere con risorse pubbliche gli investimenti necessari e sul miglioramento delle condizioni di contesto infrastrutturale. L’esito dell’operazione è tuttavia subordinato al completamento da parte di Glencore di una esaustiva due dilegence in relazione all’impianto e alle condizioni della sostenibilità della gestione delle attività nel lungo termine;

dagli esiti dell’ultima riunione della Task Force sullo stato del confronto Alcoa-Glencore che si è tenuta al Mise lo scorso 6 febbraio, si apprende che la trattativa tra le due multinazionali prosegue nel rispetto di quanto previsto nel citato protocollo d’intesa. Risultano inoltre in corso di definizione gli strumenti di carattere nazionale che, soprattutto in tema di contenimento del costo dell’energia, possano favorire la competitività delle produzioni strategiche.

Ora, se è vero che in questi anni il corso del prezzo dell’alluminio nelle borse internazionali non ha brillato, gli analisti convergono nel definire prospettive future di mercato senza dubbio positive. Vi sono, dunque, condizioni economiche e industriali per la riattivazione degli impianti.

E’, dunque, assolutamente indispensabile portare a conclusione il lungo percorso istituzionale di sopra riassunto, percorrendo “l’ultimo miglio” consistente nel verificare in sede di Unione Europea che le previste condizioni normative e regolatorie sull’approvvigionamento di elettricità non confliggano in alcun modo con i trattati istitutivi, a garanzia dei futuri investimenti pubblici e privati.

Per questo motivo, signor Presidente, Le chiediamo che la cura del dossier presso gli uffici della Commissione abbia non solo la priorità temporale necessaria ad una conclusione rapida e positiva dei procedimenti autorizzativi, ma sia trattata al giusto livello di interlocuzione politica e non solo amministrativa, e sia considerata uno degli obiettivi del Suo Governo nelle relazioni con le istituzioni comunitarie.

Lo chiediamo, tutto questo, non solo rappresentandoLe l’urgenza di un caso di crisi industriale che può trovare soluzione e la preoccupazione per il lavoro di migliaia di famiglie, ma anche l’opportunità che l’Italia si confermi un Paese che – al pari degli altri più importanti stati membri dell’Unione – mantenga una presenza nel settore, quale quello dell’alluminio, capace di esaltare il nostro “saper fare”, le nuove opportunità tecnologiche e gli spazi di lavoro che si aprono in vari settori, non ultimo quello della ricerca.

Gradisca, Presidente, i sensi della massima considerazione.

I deputati della Sardegna

Emanuele Cani

Francesco Sanna

Giovanna Sanna

Giampiero Scanu

Romina Mura

Siro Marrocu

Marco Meloni

Michele Piras

Caterina Pes

Paola Pinna

Pierpaolo Vargiu

Roberto Capelli

Settimo Nizzi».

«C’è da compiere, alla luce del percorso già fatto – commenta Emanuele Cani -, l’ultimo sforzo per il quale è necessaria un’interlocuzione politica di alto livello. Un passaggio importante verso cui già da tempo la presidenza del Consiglio dei ministri aveva mostrato attenzione e interesse. In ballo c’è il futuro, non solo dello smelter e dei suoi lavoratori, ma un comparto produttivo importante per l’intero paese.»

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Si è svolto oggi al Lazzaretto di Sant’Elia, a Cagliari, un seminario di studi promosso dalla segreteria regionale del PD, sui temi dell’agenda energetica della Sardegna, Francesco Sanna è intervenuto  nel dibattito facendo una proposta a favore dell’immediato utilizzo del metano in  Sardegna.

«I cambiamenti geopolitici nel mondo hanno modificato i piani di approvvigionamento energetico degli Stati – dichiara Francesco Sanna -. L’autosufficienza degli USA, grazie alla nuova tecnica di estrazione (Shale gas e shale oil), crea un surplus di disponibilità di metano con il conseguente abbattimento del prezzo.»

La sospensione del programma Galsi, che prevedeva la metanizzazione della Sardegna, impone rapide scelte alternative da parte del Governo nazionale e della regione sarda, al fine di garantire alle imprese sarde e alle famiglie l’uso del gas naturale liquido a prezzi di mercato notevolmente inferiori a quelli attuali.

«L’abbondanza del gas metano nei nuovi giacimenti in Africa, Arabia e Russia, spesso non ancora serviti da nuovi metanodotti crea nuove opportunità di utilizzo della materia prima. Una nuova possibilità di utilizzo del gas metano – aggiunge il deputato del PD – è oggi resa più facile grazie alle navi gasiere che trasportano il gas ghiacciato che riportato al naturale si espande fino a 600 volte. 

La Sardegna – unica regione italiana ancora non servita dal metano – deve approfittare del momento e decidere rapidamente quali strategie adottare per favorire e incentivare l’arrivo del gas naturale liquido nell’Isola.»

«Tra le diverse modalità di realizzazione dell’obiettivo – sottolinea ancora Francesco Sanna – mi pare più facile, oggi, una presenza di tante piccole strutture di approdo e stoccaggio nei diversi porti industriali sardi, piuttosto che la complessa realizzazione di un unico e grande gassificatore per tutta l’isola.

La realizzazione delle prime non impedisce in futuro di lavorare per la grande struttura di rigassificazione, o per la realizzazione di un nuovo gasdotto tra Italia e Sardegna che gestisca e alimenti il nuovo surplus della materia prima. Intanto però dobbiamo cogliere l’obiettivo di alimentare subito le reti dei 38 bacini di utenza civile in Sardegna, che sono in via di realizzazione ( già in uso solo in alcune città e porzioni di territorio dove si utilizza il gas propano) e in prospettiva di garantire una fonte energetica alternativa per l’industria che utilizza l’energia termica, che avrebbe notevoli risparmi con l’uso del metano.»

«Se si sceglie questa strada – conclude Francesco Sanna – si può chiedere al Governo un programma speciale di defiscalizzazione per riconvertire le tecnologie in uso in Sardegna a favore della diffusione di questa nuova fonte energetica.»

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«Anche se con molto ritardo rispetto alle attese, dopo la registrazione della Corte dei Conti, sta per andare in Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che attua il decreto legge di riforma della pubblica amministrazione del Governo Letta dell’agosto 2013, rendendo possibili le assunzioni dei lavoratori precari della sanità con appositi concorsi riservati.» Lo scrive, in una nota, Francesco Sanna, deputato del Partito Democratico.

«Si tratta di disposizioni che pongono rimedio al blocco delle assunzioni nella sanità pubblica, che hanno portato a ricorrere  forme di lavoro flessibile di tutto per tutte le categorie del personale. Ma poiché – giustamente – vanno garantite ai cittadini le prestazioni previste dai livelli essenziali di assistenza, in ossequio all’articolo 32 della  Costituzione, pian piano realtà importanti del sistema sanitario si sono pericolosamente precarizzate. Il decreto Renzi – aggiunge il deputato iglesiente – consentirà di destinare, nel quadriennio 2015/2018, il 50% delle risorse delle ASL per le assunzioni a tempo indeterminato, a procedure speciali di reclutamento di lavoratori a tempo determinato, i cui contratti, se in essere, potranno essere prorogati sino all’espletamento dei concorsi riservati. Le graduatorie di questi concorsi – da tenersi entro il 31 dicembre 2016 – potranno essere utilizzate nelle ASL di tutta la regione. Requisito per parteciparvi sarà aver lavorato nella sanità, anche discontinuamente, almeno tre anni tra l’ottobre 2008 e l’ottobre 2013 (tre anni su cinque, dunque).»

«Procedure speciali di reclutamento – sottolinea ancora Francesco Sanna – sono previste anche per lavoratori socialmente utili e lavoratori di pubblica utilità, da impiegare in qualifiche per le quali è sufficiente il titolo di studio della scuola dell’obbligo, e anche per i medici del pronto soccorso e per i ricercatori della sanità.»

«Credo che la Regione Sardegna – conclude Francesco Sanna – debba considerare seriamente la possibilità di bloccare immediatamente tutti i concorsi in essere nelle ASL dell’isola, attendere qualche giorno che il decreto diventi efficace, e disporre i necessari atti di indirizzo per programmare, da adesso alla fine dell’anno prossimo, il reclutamento speciale di chi da anni sta lavorando negli ospedali e nelle case della salute, in condizioni certo non ottimali, per far trovar loro la gratificazione di una prospettiva stabile e una più forte motivazione a favore dei malati.»

Nuovi attestati di solidarietà al presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Mauro Usai, rimasto vittima la scorsa notte di un attentato incendiario.

«Esprimo dura condanna per gli incendi che negli ultimi giorni hanno interessato alcune auto in città. Non ultimo quello che ha colpito Mauro e Fabio Usai – dice Daniele Reginali, segretario provinciale del Partito Democratico e consigliere comunale di Iglesias -. Si tratta di gesti che nulla hanno a che fare con il vivere civile. Alle persone colpite da questi gesti che vanno condannati duramente, esprimiamo la nostra solidarietà. Siamo fiduciosi del lavoro che compiono i rappresentanti delle forze dell’ordine per individuare i responsabili di quanto accaduto.»

«Esprimo la mia vicinanza e la mia più sentita solidarietà personale e istituzionale all’amico Mauro Usai per il vile attentato subìto, che si aggiunge purtroppo ad una lunga serie di intimidazioni ai danni degli amministratori locali – ha detto Pietro Cocco, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale – con l’auspicio che simili atti non possano condizionare l’operato di chi, come Mauro, è a servizio della comunità.»

«Ho informato il ministro dell’Interno dell’atto vandalico compiuto ad Iglesias a danno di due persone politicamente impegnate nel Partito Democratico e con ruoli istituzionali: Mauro Usai e suo fratello Fabio Usai, due amici a cui va la mia solidarietà – dice Francesco Sanna – deputato PD, iglesiente – sull’attentato subito dal presidente del Consiglio comunale di Iglesias Mauro Usai. Vigiliamo affinché il germe della violenza e della intimidazione non attecchisca, facciamo di tutto perché si fermi qui e i responsabili vengano assicurati alla giustizia.»

«Il Partito Democratico e i Circoli PD di Iglesias esprimono solidarietà e vicinanza a Mauro Usai – presidente del Consiglio comunale e dirigente del PD – vittima di un vile atto intimidatorio che rappresenta un gravissimo oltraggio all’intera città e l’intero territorio, e che va respinto da tutti con nettezza e con l’impegno di forze dell’ordine ed inquirenti che, siamo certi, sapranno individuare al più presto gli esecutori del vile gesto – dice il segretario cittadino Ubaldo Scanu -. Il grave episodio, da condannare senza se e senza ma, deve farci riflettere anche sui toni talvolta utilizzati da tutti – politici e non – nel dibattito politico giornaliero, necessario certo, ma stando attenti che si svolga sui corretti binari del confronto civile perché lo stato di disagio, difficoltà e disperazione in cui versa un territorio come il nostro, può determinare che gli amministratori locali, esposti in prima linea, diventino il bersaglio di un malcontento diffuso nei confronti della politica. A Mauro e alla sua famiglia tutto il Partito Democratico esprime sentimenti di solidarietà e vicinanza e la conferma di un rinnovato impegno a sostenere assieme, in ogni momento, la cultura della legalità e di una più salda e solidale convivenza civile.»

«Abbiamo appreso del gravissimo atto intimidatorio che hai subito con l’incendio doloso della tua automobile per il quale, senza tante parole, ti vogliamo rappresentare la nostra totale solidarietà – scrive in una nota Roberto Puddu, segretario generale della CGIL del Sulcis Iglesiente -. Un atto vigliacco, grave ed inquietante in questa delicata fase di drammatica difficoltà sociale del territorio, e ancor più perché rivolto ad un giovane rappresentante dell’istituzione locale, sede di insediamento democratico più vicino ai cittadini. Atto sul quale esprimiamo la più ferma condanna, e che insieme a te e alla tua famiglia, ferisce tutti noi e l’intera comunità del territorio.»

Rino Barca, segretario regionale della FSM CISL, in una nota «manifesta la più totale solidarietà nei confronti del presidente del Consiglio comunale di Iglesias Mauro Usai per il vile atto intimidatorio subito nelle scorse ore. Riteniamo fondamentale condannare senza appello ogni utilizzo della violenza come forma di intimidazione e coercizione politica.»

Consiglio comunale Iglesias

Morandi - Maninchedda 1 copia

La Regione Sardegna ha chiesto ad Abbanoa di posticipare l’incasso dei conguagli regolatori, la cui scadenza era fissata per la prima rata al 31 marzo. Si tratta di 106 milioni di euro per 700mila famiglie sarde. La decisione arriva all’indomani della delibera assunta dall’Autorità per energia e gas di avviare il procedimento per l’anticipazione dei conguagli alla società così come richiesto da Regione e Abbanoa sin da luglio 2014. Un ulteriore incontro istruttorio si era svolto il 24 febbraio nella sede dell’Autorità. È la prima volta che l’Autorità, accogliendo le richieste della Regione Sardegna, avvia una procedura di perequazione nel settore dell’acqua, finora l’aveva fatto solo nel settore elettrico.

«È una novità importante, perciò abbiamo chiesto ad Abbanoa di posticipare la data del 31 marzo – dice l’assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda -. Speriamo, dunque, che la decisione dell’Autorità consenta a brevissimo l’anticipazione dei conguagli e quindi di spostare l’incasso in un tempo più lungo e meno impattante sui redditi delle famiglie. Per questo importante risultato voglio ringraziare prima di tutto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, l’onorevole Luca Lotti, i parlamentari Francesco Sanna, Roberto Capelli e Luciano Uras che si sono quotidianamente e in silenzio impegnati per portare a casa il risultato, il consigliere regionale Gavino Manca e infine un particolare ringraziamento ad Anci Sardegna. È un tema che ormai sta diventando importante per tutte le regioni italiane – conclude Maninchedda – e la Sardegna sta giocando un fondamentale ruolo da apripista».

Francesco Sanna copia

«I dati dei primi sei mesi di applicazione della Zona Franca Urbana del Sulcis dimostrano che la misura sta avendo un notevole successo, anche se occorre approfondire il ritardo nella utilizzazione dei fondi da parte delle imprese individuali». Lo scrive, in una nota, Francesco Sanna, il deputato del Partito democratico che propose con successo all’approvazione del Parlamento la misura della fiscalità di vantaggio nella legge Crescita del 2012, commentando i dati comunicati al ministero dello Sviluppo economico dall’Agenzia delle entrate.

«Le 4.375 imprese che nei 23comuni del Sulcis Iglesiente stanno fruendo della fiscalità di vantaggio, da giugno a dicembre 2014 hanno utilizzato circa il 15% delle risorse disponibili: 18,7 milioni di euro sui 125 milioni stanziati dalla legge Crescita – spiega Sanna -. La somma supera il gettito delle tasse pagate in un anno intero allo Stato dalle imprese del Sulcis sui redditi da esse prodotti. Se il trend di utilizzazione dovesse essere confermato, l’intero fondo a disposizione delle imprese sarebbe esaurito in tre anni e mezzo, ma in realtà è possibile che se migliora il ciclo economico, sia più forte e accelerato il “tiraggio” delle risorse chele imprese usano per pagare le loro tasse (IRPEF, IRES, IMU aziendale, INPS dipendenti). Ma nel caso di un ritorno di fiducia, la regolarizzazione o la stabilizzazione dei contratti di lavoro, con gli incentivi previdenziali del Jobs Act a favore del lavoro a tempo indeterminato, potrebbe portare nel prossimo triennio ad usare le agevolazioni ZFU più per compensare le tasse sui redditi e sul patrimonio immobiliare aziendale, e meno per i contributi previdenziali.»

«Andando più in dettaglio – aggiunge il deputato di Iglesias -, si può osservare che ci sono imprese che impiegano le risorse più velocemente delle altre. Un gruppo di testa di 293 aziende (il 6,69% del totale) ha giàutilizzato tra il 75% ed il 100% delle risorse assegnate. Il quale, sommato ad un altro gruppo di imprese “veloci” (sono 171, pari al 3,9% del totale) rappresentano poco più di un decimo delle imprese che hanno usato in tale breve lasso di tempo la metà delle loro assegnazioni. Un altro 10,5% di imprese si colloca invece tra un quarto e la metà della quota di utilizzo delle agevolazioni. Guardando alla tipologia di imprese, le 178 cooperative hanno “speso” il 35,33 % delle somme a loro disposizione; un poco di più delle società a responsabilità limitata, che hanno già compensato nei modelli F24 il 32,6% delle risorse.

Se questi sono i buoni risultati, occorre interrogarsi sulle zone d’ombra. C’è una piccola percentuale di imprese (l’1 %) che hanno ricevuto un preavviso di revoca delle agevolazioni perché quanto dichiarato nella domanda non corrisponde allo stato reale della loro azienda.

Ma soprattutto vi è un terzo delle imprese agevolate che non hanno ancora iniziato ad utilizzare le risorse, lasciando fermi gli oltre 40 milioni di euro che sono loro destinati. Tra queste imprese, 1005 sono ditte individuali che evidentemente o non hanno avuto scadenze fiscali da saldare in questi sei mesi, ovvero sono impegnate a versare al fisco solo imposte non compensabili con la fiscalità di vantaggio.»

«Per l’entità della finanza pubblica in gioco – conclude Francesco Sanna – credo che al giro di boa del primo anno di applicazione della misura sia necessario aprire una riflessione e approfondire gli aspetti di successo: oltre i dati quantitativi, sarebbe utile sapere quante imprese non hanno chiuso perché aiutate dalla fiscalità di vantaggio; quante hanno assunto o fatto investimenti che non avrebbero realizzato se non ci fosse stata la zona franca urbana; quante hanno migliorato le loro condizioni di credito. Poi occorrerà anche chiedersi che cosa non funziona, se serve migliorare qualche regola e come, se del caso, riprogrammare le risorse sempre nell’ambito del Piano Sulcis.»

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Giornata di audizioni, in commissione Autonomia, per l’esame del disegno di legge n° 176 sul riordino del sistema delle autonomie locali.

Il commissario della Provincia Olbia Tempio, Giovanni Carta, ha così evidenziato  lo sforamento del “patto di stabilità” insieme con una previsione di chiusura in deficit del bilancio dell’amministrazione  gallurese (circa otto milioni di euro). La Provincia del Nordest potrà fare fronte alle spese obbligatorie fino al prossimo giugno ma nella bozza di bilancio ha azzerato le poste per gli interventi nelle strade provinciali  e per la messa in sicurezza degli 800 chilometri di stecche fluviali che interessano il territorio e per i quali sarebbero necessari circa 4.5 milioni di euro. Risorse che non sono disponibili così come è particolarmente critica la situazione per l’erogazione di tutti gli altri servizi che stanno in capo alle amministrazioni provinciali ad incominciare da quelle attinenti gli edifici scolastici. Il commissario Carta, a questo proposito, ha denunciato che la Provincia non è nelle condizioni di intervenire per risolvere il problema che riguarda tre scuole (due licei e l’agraria) ubicate in zone a rischio alluvione.

Tiziana Ledda, commissario del Medio Campidano,  ha quantificato in circa cinque milioni di euro le risorse che servono in aggiunta a quelle previste dal Fondo Unico degli Enti locali («bastano solo per i costi del personale») ed ha confermato lo sforamento dei tetti di spesa del patto di stabilità anche per l’amministrazione campi danese.  Insieme con l’impossibilità a garantire interventi di manutenzione nelle strade e per le scuole, Tiziana Ledda, ha posto in evidenza le preoccupazioni dei dipendenti per il loro futuro occupazionale.

La commissario della Provincia Ogliastra, Gabriella Mulas, ha preannunciato «il mancato rispetto dei vincoli del patto di stabilità ed uno sforamento di circa 2.8 milioni di euro, nonostante gli sforzi compiuti – così ha dichiarato Mulas – per la riduzione della spesa e l’applicazione di quanto disposto dalla delibera della giunta regionale n.23/20 che prevede, tra le altre, anche la chiusura di una delle due sedi dell’amministrazione provinciale».

Franco Sardi, commissario della provincia di Cagliari ha evidenziato le ripercussioni sul bilancio che derivano dalla cancellazione dello sgravio del 70% dell’Irap (1.041.000 euro di imposta nel 2015 contro i circa 350.000 euro dello scorso esercizio). Sardi ha quindi preannunciato la volontà, insieme con i presidenti di Sassari, Nuoro e Oristano, Alessandra Giudici, Costantino Tidu e Massimiliano de Seneen, di presentare ricorso al Tar contro il previsto decreto ministeriale (comma 418 della legge di stabilità) che definisce il riparto tra tutte provincie del miliardo di euro da riversare allo Stato per compartecipazioni tributarie. Una misura che se applicata nell’Isola, peserà oltre 50 milioni di euro sui già magri bilanci delle amministrazioni provinciali. In merito al bilancio, il commissario di Cagliari ha quindi confermato che a fronte di 71 milioni di euro di spese obbligatorie le entrate sono state di 61 milioni e che 6 milioni di euro sono stati reperite con l’innalzamento al livello massimo delle aliquote sulle imposte, ad incominciare da quelle per Rc auto.

Il presidente facente funzioni della provincia di Nuoro, Costantino Tidu, ha invece evidenziato il taglio dei trasferimenti correnti che sono passati dai 14 milioni di euro del 2014 ai 10 milioni per l’anno in corso ed ha rimarcato uno sbilanciamento tra entrate correnti e spese correnti superiore ai 14 milioni di euro. Tidu ha inoltre affermato che stante l’attuale situazione finanziaria l’amministrazione provinciale di Nuoro potrà garantire il regolare pagamento delle retribuzioni ai dipendenti (215 a tempo indeterminato, 40 a tempo determinato e 4 dirigenti) fino al prossimo giugno.

I presidenti e i commissari hanno inoltre fornito indicazioni sull’andamento delle partecipate e delle rispettive società in house (Multiss, Proservice, Ctm, Nugoro spa) e hanno rimarcato i rischi per il mantenimento dei livelli dei servizi e dei livelli occupazionali.

Sono intervenuti per richiedere chiarimenti o per svolgere alcune riflessioni i consiglieri Franco Sabatini (Pd), Michele Cossa (Riformatori), Salvatore Demontis (Pd), Roberto Deriu (Pd) e Giuseppe Meloni (Pd).

Il presidente della Terza commissione, Franco Sabatini, ha quindi proposto una riunione congiunta della Terza e della Prima commissione per dare corso ad una serie di approfondimenti con le audizioni dei presidenti e dei commissari della province, del presidente della Giunta e degli assessori della Programmazione e degli Enti Locali. Proposta accolta dal presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus (Sel) che, in conclusione dei lavori, ha evidenziato la necessità di alcune modifiche al testo del Dl 167 e una serie di “problemi aperti” per quanto riguarda gli Enti Locali che, così ha dichiarato Agus, «andiamo a superare con la riforma e che erogano servizi essenziali per i cittadini, con l’impiego di migliaia di dipendenti pubblici».    

In rappresentanza della provincia di Oristano, l’assessore dei Lavori pubblici, Giovanni Pia, ha messo l’accento sul fatto che «a causa di una serie di interventi legislativi, l’amministrazione presenta un disavanzo di circa 7.5 milioni che non consentirà di garantire alcuni servizi alla comunità, dal trasporto dei disabili alla manutenzione delle rete stradale e degli edifici scolastici», riservandosi poi di fornire un rapporto dettagliato sulla situazione finanziaria dell’ente che gli uffici finanziari stanno completando.

Successivamente è intervenuto il presidente dell’Anci, Piersandro Scano, che in apertura ha sintetizzato i contenuti del documento elaborato dall’associazione ad Abbasanta il 3 ottobre dell’anno scorso. «Il documento – ha spiegato – immagina una riforma fondata su due pilastri, la Regione ed i Comuni, e prevede il superamento delle province attraverso il potenziamento del ruolo degli stessi Comuni, evitando i rischi di un nuovo centralismo regionale. La diffusione dell’associazionismo fra enti locali, va inteso non solo come strumento per la migliore gestione di funzioni e servizi ma come vera e propria leva dello sviluppo locale».

Quanto alla possibile nuova mappa delle autonomie, Scano si è detto convinto che, «anche sul piano culturale, occorre tenere nella massima considerazione le regioni storiche della Sardegna e le esperienze che hanno rappresentato; considerare la storia come riferimento è il miglior antidoto al particolarismo. Serve inoltre molta flessibilità nell’approccio al territorio, immaginando la riforma come un processo dinamico che può articolarsi in almeno due fasi; considerando i tempi non certo brevi delle riforme costituzionali di cui si sta occupando il Parlamento, la Sardegna ha il tempo di definire un modello sardo che, da una parte, assegni un ruolo incisivo alla conferenza Regione-Autonomie locali e, dall’altra, disciplini le modalità di gestione associata dei servizi fondamentali da parte dei Comuni».

Salvatore Sanna si è soffermato sulla necessità di configurare un livello di governo intermedio che si occupi di programmazione e pianificazione territoriale, e Rodolfo Cancedda che ha suggerito, fra l’altro, di eliminare la doppia suddivisione fra Comuni basata sulla popolazione (da 0 a 3.000 e da 0 a 10.000) presente nel disegno di legge della Giunta ma non prevista dalla normativa nazionale.

Nel dibattito sviluppatosi dopo le relazioni dei rappresentanti delle autonomie locali, sono intervenuti i consiglieri regionali Roberto Deriu e Franco Sabatini del Pd, Michele Cossa dei Riformatori sardi ed Oscar Cherchi di Forza Italia.

Nelle sue conclusioni il presidente della commissione Francesco Agus ha sottolineato l’utilità del confronto con i rappresentanti delle autonomie anche perché, ha precisato, «la legge di riforma dovrà disciplinare contesti molto diversi per raggiungere l’obiettivo di un sistema sardo caratterizzato da una precisa identità; non solo, la nuova legge rappresenterà un banco di prova dell’attualità del nostro Statuto Speciale».

Le audizioni proseguiranno nella giornata di domani con l’intervento dei rappresentanti della Commissione paritetica Stato-Regione. Alle 10.00 saranno ascoltati i componenti espressi dalla Regione Alessandro Demartini e Mario Scano, mentre alle 11.00 sarà la volta del senatore Francesco Sanna e di Ilenia Ruggiu, designati dallo Stato.

Senato e Camera hanno approvato gli emendamenti del PD in materia di Imu agricola. Ne danno notizia la senatrice Pamela Orrù e il deputato Francesco Sanna.

«L’introduzione di una franchigia di 200 euro, per l’IMU agricola sui terreni condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli in molti comuni sardi; esenzione totale (anche per i proprietari non coltivatori) nei comuni delle isole minori (Carloforte, Calasetta, Sant’Antioco e La Maddalena) sono di sicuro novità positive che l’iniziativa del Partito Democratico ha apportato al testo iniziale del decreto legge.»

Tra le ulteriori modifiche migliorative al decreto, l’eliminazione di sanzioni e interessi per chi pagherà entro il 31 marzo 2015; diritto al rimborso per i contribuenti che hanno effettuato il pagamento in base alla classificazione del 28 novembre 2014 e che ora, in base a quella nuova contenuta nel decreto, risultano esenti; verifica entro il 30 settembre 2015 della stima del gettito previsto dallo Stato con il reale incasso di ogni comune; esenzione totale per i terreni dei comuni delle isole minori e per i terreni a immutabile destinazione agro-silvo-pastorale.

Nell’ex provincia di Carbonia Iglesias, oltre ai comuni di Sant’Antioco, Carloforte e Calasetta, dove praticamente l’IMU non verrà applicata, in altri 7 comuni i coltivatori e le imprese godranno dello sconto di 200 euro: Giba, Gonnesa, Masainas, Musei, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu.

A questi Comuni, la legge assegnerà, a ristoro del mancato incasso dell’IMU agricola, una somma equivalente.

Francesco Sanna 1 copia

Dopo l’approvazione del decreto Ilva di Taranto, la Camera dei deputati ha approvato un ordine del giorno, primo firmatario Emanuele Cani (PD), che impegna il Governo a valutare la possibilità di “interventi straordinari” anche su altri stabilimenti industriali, nel settore siderurgico e della produzione e lavorazione dell’alluminio, presenti nel territorio nazionale che per le loro caratteristiche possono essere considerati di interesse strategico nazionale.

Industrie Portovesme 3