22 November, 2024
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La Commissione Paritetica Stato-Regione Sardegna per l’attuazione dello Statuto di autonomia, presieduta dal deputato Francesco Sanna, ha approvato lo schema di decreto legislativo con il quale si trasferisce dallo Stato alla Regione l’attuazione della legge 482/1999, ora compito del Governo nazionale, in materia di tutela, promozione e valorizzazione della lingua sarda e catalana.

Il testo dello schema di decreto legislativo è stato approvato all’unanimità dalla Commissione composta, oltre al parlamentare democratico, da Alessandro De Martini, direttore generale della Presidenza della Giunta, da Mario Scano, già presidente della Corte dei Conti della Sardegna, e da Ilenia Ruggiu, professore associato di diritto costituzionale nell’Università di Cagliari.

«Prevediamo che alla Regione sia trasferito l’esercizio delle funzioni amministrative connesse all’attuazione delle disposizioni previste dagli articoli 9 e 15 della legge n. 482/1999, che stabiliscono il chi fa e che cosa a tutela delle minoranze linguistiche nel nostro Paese – afferma Francesco Sanna -. Il legislatore regionale potrà dunque organizzare come meglio ritiene l’esercizio di queste sue nuove competenze, godendo la Regione, nell’ambito del Bilancio dello Stato, di uno specifico stanziamento, distinto da quello indirizzato alla tutela delle altre minoranze linguistiche nazionali.»

«Inoltre – aggiunge il presidente della Commissione Paritetica – spetterà sempre alla legge regionale stabilire le regole e coordinare l’azione delle istituzioni scolastiche della Sardegna in materia di uso del sardo e del catalano nella scuola dell’infanzia e in materia di insegnamento di entrambe le lingue nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, ovviamente nel rispetto dei principi stabiliti in materia dalla legislazione statale e dell’autonomia delle istituzioni scolastiche stesse. Adesso la parola passa al Consiglio regionale della Sardegna , che – se darà il suo parere positivo al testo – consentirà la trasmissione dello schema di decreto legislativo al Governo per la sua definitiva approvazione in Consiglio dei Ministri.»

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Anche il deputato del Partito Democratico Francesco Sanna commenta l’approvazione della delibera con la quale il Cipe ieri ha dato il via libera a 127 milioni del Piano Sulcis.

«Con la delibera CIPE di stasera, che rende utilizzabili oltre 127 milioni di euro – dice il deputato di Iglesias -, il Piano Sulcis entra in una nuova fase attuativa. Dopo la fiscalità di vantaggio, a favore di circa 4.500 piccole e piccolissime imprese, si sbloccano gli interventi per la viabilità ed il sistema portuale e si potrà far partire il bando, curato da Invitalia, per lo sviluppo delle 99 Idee che avranno la forza finanziaria e di mercato di trasformarsi in progetti industriali. Ora, in Sardegna – conclude Francesco Sanna -, occorre che tutti i soggetti attuatori agiscano con velocità e precisione.»

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Francesco Sanna (PD), componente della commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati e della Bicamerale Regioni, è stato eletto presidente della commissione Stato-Regione per l’attuazione dello Statuto Speciale della Sardegna.

La commissione è stata insediata oggi a Roma, in una seduta aperta dagli interventi del ministro delle Regioni Maria Carmela Lanzetta e dall’assessore regionale delle Riforme, Gianmario Demuro.

Assumendo la presidenza, Francesco Sanna ha proposto alla Commissione di definire un programma di lavoro che affronti in tempi brevi i dossier arretrati e rilanci il metodo della concertazione tra lo Stato e la Regione su tutte le materie di rilevanza statutaria e sulla presenza e l’organizzazione dello Stato in Sardegna.

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Il Governo, con decreto del ministro delle Regioni, ha nominato i rappresentanti dello Stato nella Commissione paritetica per l’attuazione dello Statuto della Regione Autonoma della Sardegna. Sono Francesco Sanna, avvocato e deputato PD, componente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati e della Bicamerale Regioni, e Ilenia Ruggiu, professore associato di Diritto Costituzionale.

I rappresentanti dello Stato completano la composizione della Commissione, aggiungendosi ai membri di nomina regionale Alessandro De Martini e Mario Scano.

Martedì 18 novembre, a Roma, il ministro delle Regioni insedierà la Commissione, che provvederà in quell’occasione alla elezione del suo presidente.

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Animato dibattito, ieri sera, nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, sulla realtà del Poligono di Capo Teulada, come risorsa, fonte di economia e di sviluppo per il territorio. All’incontro, organizzato dal Consorzio Fieristico Sulcitano, hanno partecipato il Capo di Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale, Filippo Spanu; i sindaci di Teulada e Sant’Anna Arresi, Daniele Serra e Paolo Luigi Dessì; i deputati del Partito Democratico Emanuele Cani e Francesco Sanna; il senatore di Forza Italia Emilio Floris; l’ex comandante del 1° Reggimento di Teulada, colonnello Sandro Branca; i consiglieri regionali di Forza Italia Stefano Tunis e Ignazio Locci; l’ex comandante della Brigata Sassari, generale Nicolò Manca; il sindaco di Perdasdefogu, Mariano Carta; i sindaci di Carbonia e Calasetta, Giuseppe Casti e Antonio Vigo; il segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, Roberto Puddu; amministratori locali, rappresentanti di associazioni e movimenti e semplici cittadini.

Diverse le posizioni emerse nel corso del dibattito. Da una parte la posizione del ministero della Difesa che rivendica il mantenimento dell’attuale situazione e degli oltre 7.000 ettari di demanio (demanio e non servitù, come ha rimarcato il colonnello Branca, in quanto i terreni sono stati acquistati dal ministero della Difesa da alcune centinaia di proprietari, ad un prezzo nettamente superiore a quello che allora era il prezzo di mercato, e solo in tredici casi si procedette con espropri) per lo svolgimento delle esercitazioni; da un’altra quella della Regione, manifestata dal governatore Francesco Pigliaru alla seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari e ribadita nell’occasione dal Capo di Gabinetto Filippo Spanu, in base alla quale «non si può essere gravemente sperequati da una prassi dello Stato di cui si fa parte non si può più ritenere scontato che la gran parte delle servitù militari della Repubblica italiana sia in Sardegna. Riequilibrio e bonifiche come grande occasione di lavoro, di educazione, di civiltà, di sviluppo, di recupero e riuso che vanno finanziate a valere sulla fiscalità generale della Repubblica»; e ancora quella delle comunità locali, con in prima fila i comuni di Teulada e Sant’Anna Arresi, i due comuni maggiormente coinvolti dalla presenza militare (Sant’Anna Arresi non ha suo territorio in area militare ma è direttamente a contatto con lo stesso), che rivendicano un alleggerimento del peso della servitù ed un maggior coinvolgimento in termini di ricadute economiche. Ci sono poi coloro che sono pienamente favorevoli alla presenza del poligono, vedi i pescatori, che ormai da anni usufruiscono degli indennizzi per il mancato esercizio della loro attività; e coloro che, viceversa, sono nettamente contrari, in quanto ritengono la presenza del poligono un freno allo sviluppo economico del territorio, soprattutto nel settore turistico.

Oggi – come ha sottolineato il colonnello Branca, il poligono rappresenta la principale azienda del territorio, con l’erogazione di ben 1.200 buste paga, tra militari e civili, e nelle considerazioni che vengono fatte circa la permanenza o meno del poligono, è una realtà della quale non si può non tenere conto, soprattutto in una fase di grave crisi economica come quella che vive il Sulcis Iglesiente. E nella prospettiva di un ridimensionamento anche parziale della servitù, con una restituzione di porzioni di territorio agli usi civili – come da parte sua ha rimarcato il senatore Emilio Floris – andrebbe affrontato preventivamente il problema delle bonifiche, per evitare il ripetersi delle situazioni vissute a La Maddalena, dove gli americani sono andati via ma il territorio, non essendo state effettuate le bonifiche, oggi è praticamente ancora inutilizzabile.

L’ipotesi più realistica, sostenuta tra gli altri, oltre che dal governatore Francesco Pigliaru, anche da Roberto Puddu, segretario generale della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, è quella di una riduzione della superficie destinata alle esercitazioni militari («perché niente è eterno – ha detto Puddu – come dimostrano i casi dell’industria e della stessa Carbosulcis, che sta chiudendo. E non si capisce perché debba essere eterna la superficie di territorio destinata alle esercitazioni militari»), con maggiori ricadute in termini economici per le comunità locali, possibili con il nuovo programma che prevede investimenti per ben venti milioni di euro.

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E’ iniziata oggi, a Portovesme, la due giorni in Sardegna dell’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà, seconda tappa del “Viaggio nell’Italia che riparte”, il tour attraverso il Paese per mettere in luce tutte quelle imprese e realtà nuove e innovative che hanno saputo rispondere alla crisi e rilanciare in sviluppo e competitività contribuendo alla ripartenza dell’Italia.

Due giorni di incontri dedicati al tema “La Sardegna tra rilancio della manifattura e attrattività degli investimenti esteri” per confrontarsi con tutte le realtà protagoniste sul territorio, aziende e istituzioni, e analizzare con loro le criticità ma soprattutto le potenzialità di una regione che sta  vivendo la sfida della ripartenza economica attraverso importanti processi di riconversione e rilancio industriale nel segno della sostenibilità e della apertura competitiva agli investimenti esteri.

Molte le aziende nazionali ed internazionali che prenderanno parte alle due tavole rotonde e che insieme alla delegazione parlamentare dell’Intergruppo, rappresentata dagli onorevoli Raffaello Vignali, Guglielmo Vaccaro, Francesco Sanna e Gianluigi Gigli, approfondiranno, nelle due giornate di incontro, le tematiche relative allo sviluppo della lavorazione dei metalli non ferrosi, del comparto energetico e della attrattività del sistema produttivo italiano.

«Su tutto il territorio nazionale – ha spiegato Raffaello Vignali, responsabile economico di NCD e coordinatore dell’Intergruppo, nel corso della conferenza stampa  riscontriamo sempre più forme di aggregazione nuove, sistemi di reti che stanno innovando i distretti. Sono reti di imprese, reti associative, reti “ibride” tra imprese e sistema della ricerca, del credito, delle istituzioni. Reti che nascono dalla consapevolezza che la competitività nella globalizzazione è sempre più competitività di sistema. La Sardegna non fa eccezione in questo percorso virtuoso di innovazione e ripartenza come dimostra anche Portovesme, territorio che ha visto svilupparsi l’importante polo industriale che concentra tutta la produzione nazionale dei metalli non ferrosi e che oggi rappresenta un leading case di accordi intersettoriali di distretto (energia e manifattura; raffinazione dei carburanti e agricoltura) e finanza di progetto con investitori internazionali. Con questa iniziativa – ha proseguito Vignali – vogliamo accendere i riflettori e portare alla luce questa come tante altre realtà industriali nuove e altamente innovative che oggi esistono in Italia e che costituiscono fenomeni di resilienza, ovvero capaci di resistere alla crisi. Il nostro compito, come Intergruppo, è ascoltare le imprese e gli attori dei sistemi e provare a rispondere concretamente alle loro esigenze richieste. Dobbiamo ripartire dall’economia reale con misure concrete che rispondano alle esigenze di chi fa impresa, per questo alla fine del tour presenteremo, con tutte le forze politiche presenti nell’Intergruppo e che in Parlamento sono impegnate insieme nel riformare il Paese, un ddl a sostegno della competitività e dello sviluppo.»

«L’ascolto dei protagonisti su cui fondare la ripresa economica dell’Italia – ha dichiarato Guglielmo Vaccaro, deputato PD e co-coordinatore dell’Intergruppo – è fondamentale per definire politiche efficaci di sostegno alla crescita. La nostra volontà e la sfida è fare questa operazione insieme, al di là delle differenze politiche. Il tour – ha proseguito – è, infatti, un’iniziativa che facciamo al servizio del Paese, a prescindere dalle nostre differenti appartenenze politiche. È questa la più importante novità. Le maggiori forze politiche che lavorano in Parlamento alle riforme insieme intraprendono un viaggio nell’economia reale per dare luce alle luci della ripresa economica ed ascoltare chi è ancora in grande difficoltà.»

«Con questa iniziativa – ha dichiarato Francesco Sanna, deputato PD – cerchiamo di leggere la nuova realtà dei distretti produttivi alla luce dei grandi cambiamenti determinati dalla globalizzazione. La curiosità e la sfida è provare a capire quali politiche nazionali possono essere messe in campo per rispondere, guardando al futuro, ai nuovi bisogni dei distretti e per aiutare gli investitori stranieri a valorizzare la collocazione dei distretti negli asset di loro interesse.  Guardando, in particolare, alla trasformazione del mercato mondiale dell’energia, la Sardegna potrebbe essere il teatro ideale, e il laboratorio europeo, dell’uso massiccio del gas metano liquefatto nel settore dei trasporti marittimi e terrestri e nei principali usi industriali e civili. Una opportunità che non possiamo farci scappare e che dobbiamo invece sostenere con interventi politiche mirate e strategiche.»

«L’economia è Glocal – ha dichiarato Gian Luigi Gigli, deputato del gruppo “Per l’Italia”deve cioè tener conto della globalizzazione, senza per questo dimenticare le specificità e le esigenze locali, le ricchezze e le criticità del territorio. Per questo il tentativo di rilanciare l’economia del Paese di fronte alle sfide della crisi e della globalizzazione non può fare a meno di un ascolto dei territori, come quello che l’intergruppo per la Sussidiarietà sta portando avanti in tutta Italia. Per questo è importante ripartire dai distretti produttivi ed è importante che ciò avvenga prestando attenzione alla Sardegna, alle sue aree di crisi e alle opportunità di innovazione che si aprono in settori industriali che non confliggono con le più tradizionali attività dell’isola, legate all’agricoltura e al turismo.»

«L’incontro di oggi – ha detto Paola Pinna, del M5S – costituisce un utile spunto per ragionare della politica industriale in Italia anche in vista della revisione della strategia europea 2020. In questo senso prosegue diventa prioritario trovare una conciliazione tra l’esigenza di mantenere standard elevati in ambito ambientale e quella di sostenere il rilancio industriale e l’occupazione.»

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«Il ministro dell’Economia, prof. Pier Carlo Padoan, ha firmato i due attesissimi decreti che sbloccano la cassa integrazione in deroga, per il periodo febbraio/agosto 2014, a favore dei lavoratori di #Keller Elettromeccanica degli stabilimenti di Villacidro e Carini.»

Lo ha reso noto, questa mattina, il deputato del Partito democratico Francesco Sanna, che nei giorni scorsi a Roma aveva sollecitato al ministro la definizione della procedura, che ora verrà attuata con rapidità dal ministero del Lavoro e consentirà ai lavoratori di percepire le mensilità arretrate di cassa integrazione.

«Giudico inoltre molto positivamente la proroga di un mese concessa dal #Tribunale di Cagliari al commissario giudiziale, avvocato Nicola Maione, per predisporre la relazione illustrativa delle possibilità di ricollocare nel mercato le produzioni e i servizi di #Keller. Si tratta di un tempo prezioso per sollecitare e raccogliere manifestazioni di interesse per la vendita dello stabilimento ed esplorare tutte le prospettive di possibili commesse con l’obiettivo della vendita ad un operatore serio. La scelta di utilizzare lo strumento della amministrazione straordinaria, l’impegno immediato e fattivo del commissario, la collaborazione del sindacato e del sistema istituzionale sardo e nazionale – ha concluso il deputato iglesiente – si rivelano il metodo giusto e producono risultati intermedi immediatamente apprezzabili.»

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«Le ragioni fondamentali che hanno reso lo smelter di Portovesme non competitiva, purtroppo, non sono cambiateContinueremo a rispettare gli impegni assunti per i nostri dipendenti e i nostri stakeholder, in buona fede, come abbiamo sempre fatto.» 

Con queste parole, Bob Wilt, presidente di #Alcoa Primary Products globali, ha commentato ieri la decisione di chiudere definitivamente il suo smelter di alluminio primario di Portovesme. Nella nota aziendale, viene sottolineato inoltre che «per quanto impegnata a governo e sindacati, #Alcoa ha fornito sostegno finanziario sociale, insieme a servizi di outplacement e di reimpiego per i dipendenti. La chiusura è in linea con la strategia di Alcoa per creare un business commodity a livello globale competitivo e ridurre la sua posizione sulla curva dei costi di produzione dell’alluminio mondo per i 38 th percentile entro il 2016. Totale oneri di ristrutturazione legati per il terzo trimestre 2014 come conseguenza della chiusura dovrebbero essere tra $ 170 milioni 180 milioni dollari al netto delle imposte, o tra $ 0,14 e 0,15 dollari per azione, di cui circa il 60 per cento non è in denaro».

«Gianni Agnelli diceva: quel che va bene alla #Fiat va bene all’Italia. Non possiamo dire altrettanto di #Alcoa e della sua intenzione – del resto già conosciuta da oltre due anni – di confermare la chiusura dello stabilimento italiano di Portovesme. Quello che oggi va bene ad Alcoa non può andar bene all’Italia e a chi ha la responsabilità delle sue politiche industriali.» Lo ha detto Francesco Sanna, deputato e membro della Direzione Nazionale del Partito Democratico, commentando le dichiarazioni del manager #Alcoa Bob Wilt.

«La comunicazione di #Alcoa al mercato – ha aggiunto il deputato di Iglesias – serve molto probabilmente alla #corporation USA per poter scontare i costi della chiusura nel bilancio 2014 e per confermare che essa non produrrà più di 3,6 milioni di tonnellate di alluminio primario in tutti i suoi impianti nel mondo. Non influisce sulle attività che Governo e Regione Sardegna stanno ponendo in essere per favorire la ricollocazione dell’unico impianto italiano di produzione di alluminio primario. Nella sua dichiarazione Bob Wilt, il responsabile mondiale Alcoa della produzione di alluminio, trova però modo di confermare gli impegni della società, rimandando agli accordi presi con l’esecutivo ed il sindacato. Gli impianti, dunque, verranno lasciati in condizione di essere avviati, i costi di riavvio saranno sostenuti dalla società e questo consente al Governo di ridefinire chiaramente un quadro certo di costi energetici che, insieme alla possibilità di un contratto di sviluppo per favorire la ristrutturazione dello stabilimento, indichi la via del rilancio nel sito.»

«Ci auguriamo quindi che la ripresa produttiva avvenga rapidamente – ha concluso Francesco Sanna -, con il farsi avanti di imprenditori coraggiosi e capaci. Se vi fosse bisogno di interventi legislativi, il Partito Democratico in Parlamento darà tutto il necessario supporto.»

Le operazioni di chiusura delle carceri di Iglesias e di Macomer verranno per il momento rallentate e il ministro della Giustizia Andrea Orlando potrebbe decidere anche di bloccarle definitivamente, lasciando aperti i due istituti di pena sardi. E’ il risultato ottenuto da una delegazione guidata dal presidente della Regione Francesco Pigliaru che ha incontrato stamani il ministro insieme ai deputati Francesco Sanna e Roberto Capelli e ai senatori Luigi Manconi, Silvio Lai e Gian Luigi Cucca.
Il presidente Pigliaru e i parlamentari sardi hanno illustrato al ministro le reali condizioni delle due carceri, oggettivamente diverse da quelle in base alle quali il ministero è giunto alla decisione di chiuderle. Si tratta di differenze che riguardano elementi di fatto come capienza, utilizzazione, necessità di interventi, idoneità. Tutti questi elementi esposti stamani a voce, verranno formalmente sottoposti al ministro che si è impegnato a riconsiderare la decisione di chiusura, tenendo conto delle nuove informazioni ricevute ma anche dell’importanza di mantenere in quelle città la presenza dello Stato. Con il ministro è stato avviato anche un confronto su temi più generali relativi al sistema carcerario sardo.

Francesco Sanna, deputato del Partito Democratico.

Francesco Sanna, deputato del Partito Democratico.

«Sarà molto utile conoscere i dati e le valutazioni che abbiamo richiesto ai ministro delle Infrastrutture e Trasporti e al ministro dell’Economia circa le modifiche profonde della convenzione di servizio pubblico che #Tirrenia ha chiesto al Governo. Quello che appare certo è che se ad appena due anni dalla privatizzazione della società i volumi di traffico marittimo e i costi di esercizio previsti dal bando su cui si è basata la gara risultano irreali, e questo giustificasse le richieste della società, certamente c’è qualcosa che non quadra.»

Il deputato del PD Francesco Sanna, primo firmatario, con tutti i deputati democratici sardi, dell’interrogazione che riapre in Parlamento il caso #Tirrenia, insiste nella sua posizione critica sull’accordo siglato tra Regione e #Cin-Tirrenia.

L’interrogazione chiede risposte esaurienti circa «i costi analitici, rotta per rotta, delle percorrenze sovvenzionate, al fine di valutare e indirizzare l’attività del Governo in materia di revisione della convenzione di servizio» e di conoscere i costi generali di esercizio della società così come i costi del funzionamento del cda e del collegio sindacale, i bilanci societari e la remunerazione dei dirigenti.

In vista della diminuzione delle rotte si chiede poi di conoscere, tra l’altro «la previsione degli effetti prodotti dal prospettato ridimensionamento dei servizi sui flussi commerciali, assetti portuali, circolazione di persone e merci sulle infrastrutture di trasporto delle regioni interessate».

«Solo alla luce di quanto il Governo ci verrà a dire – conclude Sanna – potremo farci una ragione di un ridimensionamento del servizio che colpisce tutto il sistema della mobilità di persone e cose di mezza Sardegna, influenzando e stressando anche il sistema di trasporto viario e mettendo nel dimenticatoio ogni prospettiva di sviluppo di un modello mediterraneo di autostrade del mare che coinvolga l’Isola.»