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La Finanziaria 2016 vuole sostenere e moltiplicare i segnali di ripresa dell’economia sarda ma se non si risana il debito della Sanità non si riuscirà mai e in alcun modo a fare sviluppo. Perciò la manovra da 7 miliardi e 400 milioni che l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, insieme al capo di Gabinetto della Presidenza Filippo Spanu, ha presentato nel pomeriggio ad associazioni sindacali, di categoria e alle imprese, ha due obiettivi: sostenere la ripresa, che c’è e va aiutata con politiche espansive, e risanare il buco nelle casse della Sanità alla quale quest’anno sono destinati 350 milioni in più. «
Non si può continuare a far finta di niente, quel debito va risanato e solo dopo si potrà ripartire davvero – ha detto il vicepresidente della Regione -.
È una scommessa di tutta la Giunta e dobbiamo vincerla, perché se non siamo in grado di rimettere a posto la Sanità qualunque discorso sullo sviluppo è inutile».
La Finanziaria 2016, approvata dalla Giunta a dicembre, consentirà di spendere 7 miliardi e 400 milioni di euro: è la prima in pareggio di bilancio e sarà ora discussa in Consiglio regionale. Nonostante la necessità di una decisa spending review, gli investimenti nelle politiche di crescita della Regione restano importanti e procedono sul doppio binario dei fondi del Bilancio e della Programmazione Unitaria. Per l’Istruzione nel 2016 sono disponibili 252 milioni; 212 per il Lavoro; 512 per la Competitività del sistema produttivo; 398 per la Protezione dell’Ambiente; 512 per Infrastrutture e Agenda Digitale; 538 per la Mobilità.
«È una manovra espansiva con la quale vogliamo sostenere e moltiplicare i segnali di ripresa che stanno arrivando dalla nostra economia e che pensiamo si possano rafforzare quest’anno, con un incremento stimato dell’1% del Pil – ha ribadito l’assessore Paci -.
Ma lo ripeto, prima va risanata la Sanità, perché la Giunta precedente non ha lasciato i conti in ordine e bisogna intervenire urgentemente. La Sanità sarda spende circa 400 milioni in più rispetto al fabbisogno annuo stimato dal Cipe: ogni euro in più rispetto a quel fabbisogno standard lo sottraiamo agli altri settori». Perciò il Piano di rientro della Sanità che riporterà in equilibrio i conti nell’arco di un triennio sarà accompagnato da un aumento temporaneo dell’Irap per le imprese, che resta a zero per le nuove, e dell’Irpef ma solo per le fasce più abbienti.
«Avevamo l’aliquota all’1,23% uguale per tutti, ora introduciamo le fasce progressive che sono alla base di qualunque principio di equità sociale, universalmente riconosciuto. Paga di più chi più guadagna: proteggiamo invece le fasce più deboli, infatti circa il 70% dei sardi pagherà meno. La flat rate è la negazione dell’equità sociale: io rivendico l’azione riformista della Giunta che inserisce la base universale di equità sociale ovvero la progressività delle aliquote, che però vengono ridotte a 0,90% per i redditi fino a 15mila euro, e anche nella fascia successiva fino a 30mila euro c’è una riduzione».
Anche questa Finanziaria, come quella dello scorso anno, si basa sulla programmazione unitaria dei fondi europei, nazionali e regionali. Ottima la performance del mutuo infrastrutture, che ha speso 60 milioni nell’anno iniziale e nel 2016 ne spenderà altri 126, e decisiva la chiusura della Vertenza entrate che assicura certezza di risorse con un gettito di 150 milioni all’anno e il pagamento di altri 600 milioni di arretrati in 4 anni dopo i primi 300 già pagati nel 2015. Infine,gli accantonamenti
: «Anche la Sardegna deve partecipare al risanamento del debito pubblico nazionale – ha concluso l’assessore Paci –
ma le cifre vanno riviste, e su questo abbiamo aperto un confronto con il governo».Il capo di Gabinetto della Presidenza Spanu ha insistito sulla necessità di sostenere fortemente la stagione delle riforme. «Riforma degli Enti locali, della Sanità e della Regione sono le tre partite su cui la Giunta punta moltissimo. Da parte dell’Esecutivo c’è una fortissima volontà di chiuderle in tempi brevi, ma le riforme vanno sostenute e portate avanti con la collaborazione di tutte le parti della società».