Cgil, Cisl e Uil, a fronte della grave situazione sanitaria venutasi a creare nel nostro territorio, con l’ultimo atto in ordine di tempo la chiusura del Pronto soccorso del C.T.O. di Iglesias, ritengono nonostante gli innumerevoli incontri che si stanno susseguendo nelle ultime settimane con la dirigenza sanitaria, l’assessore Mario Nieddu e l’incontro avuto presso Villa Devoto nella giornata del 5 luglio in presenza della grande manifestazione indetta da Cgil Cisl e Uil, che ci siano tutte le condizioni per richiedere interventi straordinari adeguati allo stato emergenziale, anche attraverso deroghe al sistema attuale con una serie di strumenti utili finalizzati al superamento della fase straordinaria.
Forte è il richiamo di Cgil, Cisl e Uil ad un’unità di intenti ed azioni da parte di tutti i soggetti portatori di interessi pubblici, così come sostenuto in ogni occasione dalle organizzazioni sindacali. Riaffermiamo la nostra disponibilità al dialogo costruttivo e pragmatico finalizzando la nostra azione al miglioramento, della sanità territoriale, al ripristino e rilancio, della rete dei servizi, in tutti i centri del Sulcis Iglesiente.
A nostro parere, è obbligatorio potenziare le strutture sanitarie che fungono da filtro ed attenuano la pressione sui Pronto soccorso, passando attraverso la valorizzazione e migliore utilizzo delle figure professionali a disposizione, integrandole laddove non diversamente reperibili.
Cgil, Cisl e Uil, sottolineano con forza la necessità di attivare un tavolo di confronto costante, per far sì che, l’attuale situazione trovi adeguate e fattibili soluzioni nel più breve tempo possibile, visto l’ulteriore rischio rappresentato dalla stagione turistica che comporta un incremento dell’utenza.
Ancora una volta, si sottolinea, come lo stato d’emergenza non ammetta ulteriori attese, e si debba immediatamente porre rimedio all’attuale situazione.
L’aggravarsi dell’emergenza nel servizio sanitario pubblico del Sulcis Iglesiente ha portato le segreterie territoriali CGIL, CISL e UIL a proclamare una giornata di mobilitazione generale di tutte le categorie dei lavoratori e dei pensionati per martedì 5 luglio, davanti a Villa Devoto, a Cagliari.
«Nella giornata di ieri abbiamo partecipato alla riunione del Consiglio comunale di Iglesias, dove si discuteva della gravissima situazione venutasi a creare a fronte della chiusura del P.S. dell’ospedale C.T.O. – si legge in una nota dei segretari territoriali di CGIL, CISL e UIL, Franco Bardi, Salvatore Vincis ed Andrea Lai -. Le segreterie territoriali CGIL, CISL e UIL, partecipando assieme ai rappresentanti delle categorie della Sanità, hanno rappresentato e riaffermato assieme agli amministratori quanto sia drammatica la situazione in cui versa la Sanità d’emergenza nel territorio, con la chiusura del pronto soccorso del C.T.O. e la situazione di quasi collasso presso quello del Sirai. Si condivide come segreterie territoriali il fatto che sia indispensabile una forte e decisa mobilitazione del territorio del Sulcis Iglesiente per reclamare le corrette soluzioni allo stato di emergenza dei pronto soccorso (tutti) da affrontare con strumenti e provvedimenti di emergenza. Come organizzazioni sindacali si sottolinea che la chiusura, “l’esproprio”, di servizi e specialistiche, in un qualunque presidio e della rete sanitaria è un danno per tutti i cittadini del Sulcis Iglesiente, e questa deve essere la premessa e il motivo perché ci sia una sensibilità comune e diffusa da parte di tutti a difesa di un bene comune costituzionalmente garantito quale quello del diritto alla salute.» «La mobilitazione a cui aderiscono e richiamano le nostre organizzazioni sindacali non solo a tutto il mondo del lavoro ma a tutti i cittadini, giovani, studenti, pensionati, ha come obiettivo immediato la riapertura del pronto soccorso del CTO e la messa in condizioni di operare in sicurezza per pazienti ed operatori del P.S. Sirai – proseguono Franco Bardi, Salvatore Vincis ed Andrea Lai-. Ma è, e deve essere, impegno da parte di tutti soggetti portatori di interessi per aprire un costante tavolo di confronto e rivendicativo nei confronti della Regione Sardegna per la politica della sanità nel Sulcis Iglesiente. Siamo consapevoli che molti dei problemi del Sulcis Iglesiente sono fortemente sofferti da altri territori, causa di anni di una politica della sanità pubblica, sbilanciata a favore dei maggiori centri e a discapito dei territori minori. Una denuncia che le OO.SS. da decenni hanno segnalato e che puntualmente oggi si confermano e manifestano in uno stato di disastro per la maggior parte del territorio sardo.» «Tenuto conto che la dirigenza della ASL Sulcis non ha voluto accogliere le proposte delle organizzazioni sindacali di categoria per il mantenimento in attività dei pronto soccorso Sirai e CTO – concludono Franco Bardi, Salvatore Vincis ed Andrea Lai -, le segreterie territoriali CGIL, CISL e UIL proclamano una mobilitazione generale di tutte le categorie di lavoratori e pensionati per la mattina di martedì 5 luglio, davanti a Villa Devoto, a Cagliari, alle 9.30, perché la politica regionale si faccia carico di trovare le soluzioni all’emergenza dei Pronto Soccorso.»
«La Sanità del Sulcis Iglesiente, ormai da tempo, naviga su binari non allineati alle necessità del territorio. È di sabato l’ennesimo episodio negativo, dopo che alcuni medici del pronto soccorso di Carbonia si sono assentati per malattia, la direzione ASL Sulcis ha disposto con un ordine di servizio, che dal 25/06/2022 tutto il personale del Pronto Soccorso del P.O. C.T.O di Iglesias, venga trasferito al Pronto Soccorso di Carbonia, fino a data da destinarsi per far fronte e scongiurare la chiusura del pronto soccorso del Sirai. Non è un fatto isolato, ma una tendenza che peggiora di mese in mese.» Lo scrivono, in una nota, i segretari territoriali di CGIL, CISL e UIL, Franco Bardi, Salvatore Vincis ed Andrea Lai.
«La politica aziendale, sia nella programmazione che nel quotidiano, è allo sfascio da tempo, i vertici della Sanità Sarda, non sono in grado di gestire né l’organizzazione né le emergenze – aggiungonoFranco Bardi, Salvatore Vincis ed Andrea Lai -. Il disagio non si crea solo per la popolazione, che già da tempo sopporta una sanità disconnessa e disordinata al punto da dover migrare, per molte specialistiche, verso il capoluogo, ma anche e, soprattutto, agli operatori già super impegnati per la pandemia. Intanto, da sabato al Pronto soccorso di Carbonia, viene caricata anche l’assistenza con un solo medico per turno, ambulanze in coda, pazienti in attesa di ore o giorni. Non si è pensato minimamente al bacino di utenza che raccoglie ed assiste, non solo la popolazione di questo territorio, ma anche i turisti.» «Già un anno fa ci si allarmava sul futuro con l’applicazione troppo lenta della riforma che ha rimesso in piedi la ASL – concludonoFranco Bardi, Salvatore Vincis ed Andrea Lai -; se non ci sarà un’inversione di tendenza ed un tavolo di confronto sull’emergenza sanitaria nella ASL Sulcitana, ci sarà una forte mobilitazione con il coinvolgimento dei cittadini. La situazione è grave.»
Le segreterie territoriali di CGIL, CISL e UIL hanno tenuto stamane la riunione dei quadri e delegati della Portovesme Srl e delle ditte di appalto. sullo stato di avanzamento della vertenza. “In un clima teso, fortemente condizionato dalle preoccupazioni alimentate dal silenzio assordante e dalla mancanza di adeguata sensibilità politica – si legge in una nota -, l’assemblea denuncia l’assenza di risposte da parte della Regione Sardegna, ritenendo inaccettabile l’indifferenza mostrata sul problema energetico. A distanza di diversi mesi la mancanza di soluzioni o di certezze ci vede costretti a reiterare un’urgentissima richiesta di incontro per l’attivazione di un tavolo finalizzato alla definizione di un percorso che dia garanzie e metta in sicurezza lavoratori e Azienda.” L’allarme viene lanciato dai segretari territoriali di CGIL, CISL e UIL, Franco Bardi, Salvatore Vincis ed Andrea Lai, “per evitare l’ennesimo colpo inferto al polo industriale di Portovesme e che, se non adeguatamente seguito, rischia di mettere definitivamente in ginocchio il tessuto socio-economico locale”. “Confidiamo nel senso di responsabilità e dovere della Regione Sardegna – concludono – perché attivi tempestivamente il tavolo di confronto.”
I segretari territoriali di CGIL, CISL e UIL, Franco Bardi, Salvatore Vincis e Andrea Lai, hanno diffuso una nota nella quale prendono atto della sottoscrizione del Dpcm Sardegna da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi, ritenendolo atto fondamentale ed indispensabile per l’arrivo del gas nella nostra Isola, condizione imprescindibile per il riavvio di tutti i settori produttivi sardi, per la messa in sicurezza dei livelli occupazionali.
«Obiettivo sindacale comune – aggiungonoFranco Bardi, Salvatore Vincis ed Andrea Lai – è consolidare e rendere strategiche le produzioni industriali nell’ambito della politica industriale nazionale, eliminando differenze economiche, costi energetici elevati e gap infrastrutturali a vantaggio della competitività persa negli anni.»
«In quest’ottica – concludono Franco Bardi, Salvatore Vincis ed Andrea Lai – è urgente attivare un tavolo di confronto con la Regione Sardegna, per affrontare in modo chiaro e definitivo, l’annosa problematica riguardante l’escavo del porto industriale di Portovesme, infrastruttura fondamentale per la funzionalità dell’intero polo industriale.»
Franco Bardi, 56 anni, di Portoscuso, è il nuovo segretario della Camera del Lavoro della Sardegna Sud Occidentale. E’ stato eletto con 48 voti su 51 votanti. Subentra ad Antonello Congiu, con il quale collaborava già da 4 anni come componente di segreteria, a sua volta era subentrato a Roberto Puddu che aveva concluso la sua esperienza durata 8 anni esattamente il 16 marzo 2018.
Tesserato Fiom dal 1984, Franco Bardi è stato segretario territoriale della stessa categoria per due mandati prima di passare all’esperienza confederale.
«E’ una responsabilità importante, soprattutto, per il difficile momento che il territorio sta attraversando», ha detto subito dopo l’elezione all’assemblea generale, riunita a Iglesias con la partecipazione del segretario Cgil Sardegna Samuele Piddiu e della segretaria regionale Caterina Cocco.
Nelle sue parole, il riferimento alle questioni energetiche ed industriali ma anche alla crisi sanitaria e ai suoi drammatici riflessi sociali ed economici. Fra i punti programmatici del suo mandato, «l’unità sindacale come valore aggiunto dell’azione sindacale da ricercare in tutti i modi», ha aggiunto Franco Bardi annunciando che, sin da subito, chiamerà i colleghi di Cisl e Uil per costruire un percorso unitario con l’obiettivo di affrontare le tante vertenze aperte.
Sul fronte interno invece, il neo eletto segretario dovrà portare a compimento l’unificazione, avviata dal suo predecessore, delle due Camere del Lavoro del Medio Campidano e del Sulcis Iglesiente.
Le problematiche del polo industriale e, più in generale, del mondo del lavoro nel Sulcis, sono state al centro del confronto tra il sindaco di Carbonia Pietro Morittu, la sua Giunta e i vertici della Cgil, nella sede cittadina dell’organizzazione sindacale, in via Partigiani.
“E’ stato un incontro importante sul piano istituzionale, ma anche della relazione – ha detto il primo cittadino – che replicheremo la prossima settimana con gli altri sindacati Cisl e Uil, per avere un quadro completo sul tema del lavoro ed intervenire laddove possibile.”
“Siamo molto grati di questa attenzione che ci è stata data – ha esordito il segretario Antonello Congiu – e vorremmo tornare alle buone e vecchie maniere, con la volontà di vedere i problemi e risolverli insieme.”
Dalle industrie al comparto chimico, dal settore costruzioni alla sanità: Franco Bardi, Roberto Forresu, Emanuele Madeddu, Gianni Brundu e Gianni Zedda, ognuno per il suo settore di competenza, ha sottoposto all’attenzione di sindaco ed assessori i problemi maggiormente incisivi tra cui le vertenze che pendono sul destino di molti lavoratori. L’obiettivo, hanno rimarcato, è riprendere le fila di un dialogo e restare a contatto con il territorio: “Avanzare richieste in modo unitario è l’unico modo per avere possibilità di arrivare ad un risultato”.
“Facciamo fronte a una serie di questioni a più livelli – ha aggiunto Pietro Morittu – abbiamo un problema di risorse umane, collegato al decremento demografico, di depauperamento dei servizi, su cui stiamo provando a misurarci soprattutto per ciò che riguarda la sanità con richieste continue e circostanziate, la transizione ecologica e l’Ecobonus ad essa collegato con cui vorremmo migliorare la città e le periferie, fino ad arrivare al cosiddetto tema dei temi che è il disavanzo del bilancio, una condizione spinosa ereditata con cui dobbiamo fare necessariamente i conti per non rimanere ingessati”.
“Carbonia torni ad essere a pieno titolo avamposto delle rivendicazioni del Sulcis, ma soprattutto incidere per risolverle. Sono a questo proposito in corso interlocuzioni con la Regione e con l’assessorato all’Industria – ha concluso il sindaco Pietro Morittu – per un incontro sulla situazione del Polo industriale.”
Sono state ricordate stamane, a Gonnesa, nel corso di una breve cerimonia, le vittime della rivolta popolare del mese di maggio 1906. Alla presenza dei sindaci di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, Iglesias Mauro Usai e Buggerru Laura Cappelli, e del presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Daniele Reginali, è stata deposta una corona d’alloro, benedetta dal parroco del paese, davanti alla lapide sistemata all’esterno del Municipio, il 23 maggio 1976, in occasione della celebrazione del 70°, nella quale si legge: «1906-1976, nel 70° anniversario Gonnesa operaia dedica a quanti tra i suoi figli pagarono con la vita o la perdita della libertà. La conquista di migliori e più umane condizioni di vita e di lavoro. Gonnesa, addì 23 maggio 1976». Erano presenti anche il segretario generale della CGIL della Sardegna Sud Occidentale Antonello Congiu, il segretario della Filctem CGIL Emanuele Madeddu, Franco Bardi della Fiom CGIL e l’ex segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, Roberto Puddu.
«La rivolta fu la prima presa di coscienza dello sfruttamento cui era sottoposta la classe lavoratrice sarda. I primi minatori lavoravano in condizioni gravissime che rasentavano la schiavitù: il lavoro era continuo e logorante, molto pericoloso e sottopagato. Mancava qualsiasi forma di assistenza sociale e previdenziale da parte dello stato e il lavoratore con la misera paga non era in grado di sfamare la propria famiglia. L’operaio, inoltre, era legato all’azienda da un vincolo che prese il nome di “Ghignione”. Questo era un buono acquisto di cui si poteva usufruire soltanto nello spaccio dell’industria, che vendeva a prezzi più alti dei negozi le merce scadente. Queste condizioni portarono scontenti e malumori che sfociarono nella rivolta del maggio del 1906. La rivolta fu spontanea e dettata da fame e disperazione: i dimostranti chiedevano l’intervento del sindaco sul caro-viveri, dazio e tasse comunali. Dopo aver incendiato la cantina e l’ufficio del dazio, da Gonnesa, la manifestazione si diresse verso Bacu Abis e Nebida. L’epilogo fu tragico: i carabinieri arrivati da Iglesias spararono sulla folla. A Nebida ci furono due morti e quindici feriti, a Gonnesa tre morti e diciassette feriti. Oggi il 20 maggio, a Gonnesa, è festa civile.»
La sala consiliare del comune di Portoscuso, ieri pomeriggio ha ospitato una riunione tra i sindaci delle Unioni del Comuni del “Sulcis” e “Metalla e il Mare” ed i rappresentanti delle confederazioni sindacali. Al centro del confronto, le iniziative unitarie da intraprendere per contrastare la grave emergenza socio-economica, con particolare riferimento alla vertenza energetica. I programmi del Governo sull’uscita dal carbone, rischiano di portare alla fermata della Centrale Enel Grazia Deledda e, conseguentemente, alla chiusura dell’intero polo industriale di Portovesme, con conseguenze drammatiche sul futuro dell’intero territorio. All’incontro hanno partecipato i sindaci di Portoscuso Giorgio Alimonda, Masainas Ivo Melis (presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis), Buggerru Laura Cappelli (presidente dell’Unione dei Comuni “Metalla e il Mare”), Iglesias Mauro Usai, Santadi Elio Sundas, Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, San Giovanni Suergiu Elvira Usai e Nuxis Pier Andrea Deias; per le organizzazioni sindacali erano presenti, tra gli altri: Gavino Carta, segretario regionale della Cisl; Roberto Forresu, segretario regionale della Fiom Cgil; Renato Tocco della Uilm Uil; Franco Bardi e Bruno Usai della Fiom Cgil; Rino Barca della Cisl; Emanuele Madeddu della Filctem CGIL.
Dal confronto è emersa la consapevolezza della gravità della situazione e la necessità di azioni forti per convincere il Governo a modificare i programmi sulle scelte di politica energetica.
Nel corso dei lavori abbiamo intervistato i sindaci di Portoscuso e Iglesias e registrato gli interventi di Gavino Carta, Roberto Forresu, Franco Bardi e Renato Tocco, che pubblicheremo a breve.
E’ stato presentato a Portoscuso, nella sala riunioni della biblioteca comunale, nel corso di un incontro organizzato dal coordinamento del Piano Sulcis, il programma delle bonifiche dei suoli e della falda superficiale nell’Area Industriale di Portovesme.
All’invito del coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, hanno risposto, tra gli altri, il sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda; l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano; l’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna, Mario Mossa; il presidente del Consorzio industriale, Federico Strina; dirigenti delle aziende di Portovesme; sindacalisti; rappresentanti di associazioni ambientaliste; amministratori dei comuni del territorio, lavoratori e cittadini.
I lavori, dopo la presentazione di Salvatore Cherchi ed il saluto del sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda, sono stati aperti dalla relazione dell’ingegner Alessandro Murgia, tecnico dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente sullo stato delle bonifiche. Sono seguiti gli interventi dell’ing. Giuseppe Toia, uno dei manager storici di Alcoa; di Mario Mossa, amministratore della provincia del Sud Sardegna; di Franco Bardi, sindacalista della Fiom Cgil; telefonicamente, da Roma, dell’ingegner Laura D’Aprile, rappresentante della Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque Divisione III Bonifiche e Risanamento del ministero dell’Ambiente; dell’ingegner Vincenzo Tiana di Legambiente; Rino Barca, segretario regionale uscente della FSM Cisl; Pietro Caredda, responsabile dell’attività di bonifica della Portovesme srl; l’ingegner Maurizio Ardu, responsabile della Centrale Enel Grazia Deledda di Portovesme e, infine, l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano.
Dal dibattito è emerso il significativo passo in avanti compiuto dal programma di bonifiche dei suoli e della falda superficiale, reso possibile dall’intesa raggiunta dalle aziende che si sono accollate, nel rispetto del principio “chi inquina paga”, l’intero costo degli interventi.
Vincenzo Tiana ha riconosciuto l’importanza di questo risultato ma non ha mancato di sottolineare che l’utilizzo del carbone, come prevedono gli accordi a livello comunitario, è superato, ed ha aggiunto che non è accettabile la sopraelevazione del bacino dei fanghi rossi dell’Eurallumina e che se si vuole procedere con i programmi di rilancio della produzione, va individuato un nuovo sito di stoccaggio dei residui di lavorazione.
Il coordinatore del Piano Sulcis ha presentato a tutti i convenuti il rapporto aggiornato al 31 dicembre del programma delle bonifiche, che riepiloga le principali azioni di bonifica e/o di messa in sicurezza operativa e/o permanente dei suoli e attività di messa in sicurezza d’emergenza e/o bonifica della falda acquifera, realizzate, in realizzazione o di cui è stata decisa la realizzazione nell’Area Industriale di Portovesme, con investimenti a carico totale delle Aziende che li hanno in attuazione – Alcoa, Portovesme srl, Eurallumina, Enel, Ligestra.
Queste azioni sono state deliberate con una serie di decreti del ministero dell’Ambiente poiché riguardano un Sito d’Interesse Nazionale (SIN Sulcis-Inglesiente-Guspinese) e a seguito di complessi procedimenti conclusi con conferenza di servizi decisoria. Tali procedimenti hanno fortemente impegnato l’assessorato regionale dell’Ambiente, la provincia SUD Sardegna, il Comune di Portoscuso, Arpas, Ispra e altri pubblici soggetti, oltre alle Aziende interessate.
Si tratta di impegni che attualmente ammontano a oltre 170 milioni di euro per costi di investimento e a oltre 60 milioni di euro per costi di gestione parametrati per difetto su 5 annualità. Deve essere sottolineato che il costo del risanamento della falda è stato stimato sulla base di un progetto risalente ad alcuni anni fa che deve essere aggiornato in relazione ai fatti e alle decisioni nel mentre intervenuti e che poi andrà approvato in sede di Conferenza di Servizi. Peraltro, per determinati interventi, ad esempio ancora per la bonifica della falda acquifera, sono riportati costi OPEX per cinque anni laddove è assai probabile che la durata del programma avrà una proiezione decennale con un corrispondente incremento dei costi; in ogni caso, la conclusione del programma è subordinata all’esito positivo del monitoraggio per tre anni consecutivi.
Il più rilevante programma da avviare, sebbene già decretato, riguarda il barrieramento idraulico consortile, sono però già in attività gli impianti per la Messa in Sicurezza d’Emergenza – MISE negli stabilimenti e lungo il perimetro del bacino fanghi rossi.
Vediamo ora l’intervento iniziale di Salvatore Cherchi; l’intervento telefonico dell’ingegner Laura D’Aprile, rappresentante della Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque Divisione III Bonifiche e Risanamento del ministero dell’Ambiente e quello conclusivo dell’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano.