22 November, 2024
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Giovedì 25 gennaio, dalle 16.00, nell’Aula del Consiglio regionale si terrà la tavola rotonda “Dal XX al XXI secolo: bilancio e prospettive delle Autonomie speciali”.  E’ l’ultimo incontro del ciclo “70 anni di Autonomia speciale della Sardegna”. I lavori saranno presieduti dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau. Maria Del Zompo, Rettrice Università degli Studi di Cagliari e Stefano Usai, Presidente Facoltà di Scienze Giuridiche Economiche e Politiche porteranno i saluti del mondo accademico. Coordina Mariarosa Cardia, Professoressa di Storia delle Istituzioni Politiche – UniCa. Interverranno: Gianmario Demuro, Professore di Diritto costituzionale – Università di Cagliari; Franco Iacop, Presidente Consiglio Regionale Friuli Venezia Giulia e Coordinatore Conferenza dei Presidenti Assemblee legislative Regioni e Province autonome; Roberto Louvin, Professore di Diritto Pubblico Comparato – Università della Calabria; Pietro Luigi Pinna, Professore di Diritto Costituzionale – Università di Sassari; Marcello Saija, professore di Storia delle Istituzioni politiche – Università di Palermo.

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L’accentramento verso lo Stato dei poteri in materia di coordinamento di finanza pubblica e la conseguente riduzione degli spazi di autonomia finanziaria delle Regioni, unitamente al rilancio del federalismo fiscale e della rinnovata unità politica e istituzionale delle Regioni, soprattutto alla luce dei recenti esiti referendari che hanno riaffermato il quadro istituzionale disegnato nel 2001 con la modifica del titolo V della Costituzione repubblicana. Sono stati questi, in sintesi i temi sui quali si sono confrontati i presidenti delle assemblee elettive nel corso del workshop dal titolo “Autonomia finanziaria, coordinamento della finanza pubblica, federalismo fiscale: il comune problema delle risorse” ed al quale hanno partecipato in qualità di relatori il presidente del Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop, i docenti delle università di Sassari e Padova, Omar Chessa e Luca Antonini, il magistrato della Corte dei Conti, sezione di Trento, Gianfranco Postal, il componente la commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, Silvio Lai, l’assessore al Bilancio della regione Sardegna, Raffaele Paci, e il presidente della commissione Bilancio del Consiglio regionale della Sardegna, Franco Sabatini.

Il presidente dell’assemblea sarda, Gianfranco Ganau, nel suo intervento di saluto ha evidenziato le crescenti difficoltà delle Regioni e ricordando i più stringenti vincoli di bilancio ha lamentato il «trasferimento di competenze senza che però siano garantite alle Regioni le necessarie risorse per esercitarle». «L’autonomia finanziaria e il federalismo fiscale – ha affermato Ganau – sono un binomio inscindibile per le Regioni a statuto speciale e l’autonomia finanziaria costituisce uno dei presupposti per lo sviluppo e il pluralismo istituzionale». «È di piena attualità – ha concluso il presidente dell’assemblea sarda – l’attuazione del federalismo fiscale all’indomani del referendum dello scorso dicembre che ha confermato nei fatti la riforma costituzionale del 2001, che è definita una riforma in senso federale dell’ordinamento».

Franco Iacop ha definito una “sfida” il tema dell’autonomia differenziata e confermando la necessità di un rilancio del federalismo ha introdotto il tema della mancata applicazione da parte dello Stato delle numerose sentenze della Corte costituzionale sui temi che riguardano la finanza e il bilancio degli enti territoriali.

A giudizio del docente di diritto costituzionale dell’Ateneo di Sassari, Omar Chessa, il punto nodale delle questioni aperte nel confronto tra Stato e Regioni è rappresentato da un crescente accentramento del potere statale in materia di coordinamento della finanza pubblica: «È ormai interpretata come una competenza finalistica e come tale comprende puntuali poteri amministrativi che incidono pesantemente sull’autonomia finanziaria delle regioni». Il docente sassarese ha quindi svolto una serie di ragionamenti di carattere tecnico scientifico ed ha definito la legge costituzionale n. 1 del 2012, quella che ha introdotto in costituzione il cosiddetto pareggio di bilancio, «una svolta che segna un punto di non ritorno, perché vanifica la potestà concorrente in materia di coordinamento di bilancio». «Con il pareggio di bilancio – ha dichiarato Chessa – la politica di austerità fiscale è una via costituzionalmente obbligata ed a cascata produce conseguenze devastanti sull’autonomia finanziaria delle Regioni e gli Enti Locali». Il quadro si complica con il riferimento all’Europa («il pareggio di bilancio è l’unico strumento per tenere unita l’Ue che non ha un’unione fiscale né un bilancio federale») e all’impossibilità dei governi di poter disporre di strumenti efficaci per compire autonome scelte di bilancio.

«Il taglio delle risorse alla Regioni – ha incalzato il docente dell’Università di Padova, Luca Antonini – significa comprimere welfare, assistenza sociale e sanità che sono competenze gestite dalle Regioni». È questo, a giudizio del professore veneto, il messaggio che deve arrivare ai cittadini, in tempi in cui appare chiaro che con la crisi si è “massacrato” il federalismo («così non è avvenuto in Germania») e con i tagli lineari si è “smantellato” l’intero sistema del welfare.

«Il 2017 – ha spiegato Antonini – doveva essere l’anno dell’entrata a regime del federalismo fiscale ma lo Stato ha continuato a varare norme che bloccano l’autonomia finanziaria degli enti territoriali, con il pareggio di bilancio, infatti, se si riducono le entrate delle Regioni necessariamente sono ridotte le spese per i servizi ai cittadini». Il professori Antonini ha quindi denunciato “l’azione di smantellamento del federalismo fiscale” ed il conseguente rischio che si affermi un “federalismo irresponsabile”, quello derivante dalla cosiddetta finanza derivata.

Il magistrato della Corte dei Conti, Gianfranco Postal, ha posto l’accento sull’insufficienza del sistema degli accordi di finanza pubblica tra singole Regioni e Governo ed ha evidenziato la sostanziale omologazione, sul tema della finanza pubblica e delle risorse, tra tutte le Regioni a partire dal 2001. Postal ha riaffermato inoltre l’efficacia delle norme di attuazione per il trasferimento delle funzione dallo Stato allo Regioni, citando, a questo proposito, i positivi esempio del Trentino.

E proprio sulle norme di attuazione, il senatore Silvio Lai, ha posto in evidenza le differenze tra le diverse Regioni speciali: «Il Trentino ne ha ottenuto 77, la Valle d’Aosta 32, il Friuli Venezia Giulia 25, la Sicilia 14 e la Sardegna soltanto 12». «È evidente – ha dichiarato il componente la commissione parlamentare per l’applicazione del federalismo fiscale – un esercizio differente delle potenzialità di trasferimento delle competenze». Il parlamentare del Partito democratico ha quindi evidenziato due differenti atteggiamenti da parte delle Regioni dinanzi alla richiesta di contribuire al risanamento della finanza pubblica: «Alcune hanno acquisito maggiori competenze ed altre invece hanno accettato al riduzione delle risorse, le prime hanno dunque scommesso sulla propria capacità di rendere più efficienti funzioni prima esercitate dallo Stato, ed è questo il messaggio che serve per far crescere la reputazione delle amministrazioni territoriali».

Silvio Lai ha quindi insistito sulla necessità di un più forte coordinamento tra le Regioni speciali («se cade una cadono tutte e nel Parlamento italiano è diffusa l’idea che le Regioni a statuto speciale non partecipano al risanamento dei conti pubblici come invece fanno le Regioni ordinarie») ed ha concluso con l’auspicio di un rilancio del federalismo fiscale.

L’assessore del Bilancio della regione Sardegna, Raffaele Paci, ed il presidente della Commissione consiliare, Franco Sabatini, hanno illustrato l’esperienza della Sardegna e non hanno nascosto le difficoltà in ordine all’annosa questione delle entrate e soprattutto sulla vicenda dei cosiddetti accantonamenti. «Nella partita del confronto con lo Stato – ha dichiarato Paci – le carte le ha in mano tutte lo Stato e mi chiedo a cosa servano le sentenze della Corte costituzionale».

«Gli accantonamenti – ha insistito l’assessore – devono avere un termine, in caso contrario lo Stato di fatto modifica lo Statuto dell’autonomia speciale nella parte delle entrate attraverso una legge ordinaria». «Vogliamo contribuire al risanamento della finanza pubblica – ha affermato l’esponente dell’esecutivo Pigliaru – ma dopo che abbiamo sottoscritto l’accordo sulle entrate con un livello di accantonamenti pari a 513 milioni, lo Stato li ha aumentati fino a 848 milioni che con il pareggio di bilancio si traducono in 300 milioni di tagli alla spesa».  

«Tra il 2012 e il 2016 – ha aggiunto Franco Sabatini – la Sardegna ha registrato la cifra record di 2 miliardi e 644 milioni per accantonamenti e nel 2006, quando con l’intesa istituzionale, la Regione si è presa in carico Sanità e Trasporti, si stimava un incremento delle entrate da compartecipazione di circa 700 milioni, oggi con l’attuale quota annua di accantonamento pari a 683 milioni possiamo affermare che lo Stato ha solo scaricato sulla Regione anche i costi di Sanità e Trasporti lasciando niente in cambio.»

In sede di dibattito sono intervenuti con brevi ma significativi interventi i rappresentanti delle assemblee della Lombardia (Raffaele Cattaneo), Friuli Venezia Giulia (Alessandro Colautti), Provincia autonoma di Bolzano (Roberto Bizzo) e della Provincia autonoma di Trento (Bruno Dorigatti), che hanno riaffermato la necessità di un efficace coordinamento tra tutte le Regioni per arginare la centralizzazione dei poteri in materia di finanza pubblica in capo allo Stato e per il rilancio del federalismo ad incominciare dal federalismo fiscale. I presidenti delle assemblee hanno inoltre ribadito l’opportunità politica e l’efficacia del referendum promosso dalla Lombardia e dal Veneto, per il riconoscimento delle rispettive autonomie speciali.

 

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Il coordinamento dei presidenti delle Assemblee delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome, riunito a Cagliari in occasione della giornata di autonomia della Sardegna, ha approvato un documento di linee guida sulle prospettiva di riforma del regionalismo. «Il nostro lavoro continua – ha affermato il coordinatore delle Assemblee delle Regioni speciali e province autonome Gianfranco Ganau, Presidente del Consiglio regionale della Sardegna – con un documento che rivendica il ruolo delle Assemblee legislative delle Regioni a statuto speciale e Province autonome a guidare la piena attuazione del disegno regionalista iniziato con la riforma costituzionale del 2001 e non ancora portato a compimento. La dichiarazione sottoscritta questa mattina sottolinea la necessità di affrontare insieme alle regioni ordinarie il percorso del regionalismo differenziato per l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia da garantire a tutte le realtà regionali, a seconda delle proprie esigenze e delle proprie vocazioni».
«Abbiamo la volontà di proseguire il confronto già avviato con il Governo – ha concluso Ganau – al fine di completare il lavoro svolto dalla Commissione tecnica in materia di procedure di riforma degli statuti e di adozione delle norme di attuazione, ribadendo la richiesta al Governo stesso e agli esecutivi delle Regioni speciali e delle Province autonome di favorire un più ampio coinvolgimento dei rappresentanti delle Assemblee legislative da essi presiedute.»
«E’ emerso in questi due giorni un dato politico nuovo: – ha affermato Franco Iacop, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e Coordinatore nazionale della Conferenza dei Consigli regionali italiani – i referendum consultivi sull’autonomia della Lombardia e del Veneto che avranno luogo il prossimo 22 ottobre offrono l’occasione – e la presenza a Cagliari anche dei Presidenti delle Regioni cosiddette ordinarie lo dimostra – per provare a trovare la definizione di un nuovo paradigma regionalista. Il procedere verso maggiori forme di autonomia differenziata avvicina, anziché allontanare, le ragioni delle specialità; orienta tutti i territori a condividere maggiore differenziazione. Una strada per nulla facile e priva di ostacoli, che richiede trasparenza nella gestione delle risorse e capacità ottimale di allocazione per i servizi essenziali per i nostri cittadini a partire da welfare e sanità.»

DOCUMENTO POLITICO SULLE PROSPETTIVE DI RIFORMA DEL REGIONALISMO

I Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome, riuniti a Cagliari il 28 aprile 2017 per discutere sui temi e sulle prospettive della specialità e della differenziazione nel regionalismo italiano,
Considerato il risultato del referendum popolare confermativo tenutosi il 4 dicembre 2016 in merito al testo di legge costituzionale recante «Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione»;
Considerato che, in conseguenza del risultato referendario, il Titolo V della parte seconda del testo costituzionale vigente risulta ancora impostato secondo i canoni della riforma introdotta dalla legge costituzionale n. 3 del 2001 da più parti definita nel suo complesso come riforma “in senso federale” dell’Ordinamento per via del carattere marcatamente autonomistico che caratterizza molte sue disposizioni;
Considerato che il processo attuativo del Titolo V, parte seconda della Costituzione risulta, per molti aspetti, ancora incompiuto soprattutto a causa delle tendenze centralistiche che hanno caratterizzato il dibattito politico nazionale e l’attività delle Istituzioni, in parte condizionate dalla crisi economica che nell’ultimo decennio ha investito l’intero Continente europeo, in parte imputabili ad atteggiamenti di diffidenza nei confronti delle Istituzioni locali, come confermato dal notevole contenzioso costituzionale prodotto in materia di riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni;
Considerato che è necessario riavviare il processo di attuazione di un più accentuato regionalismo nella convinzione che un Ordinamento caratterizzato da un pluralismo istituzionale tendenzialmente paritario risulta più moderno, solidale ed efficiente;
Constatato che le competenze e le azioni esercitate nel corso del tempo dalle Regioni speciali e dalle Province autonome possono costituire, in molti campi, un esempio di qualità anche per le altre Regioni e che, pertanto, nel rilancio dei temi del regionalismo un confronto maturo e scevro da antagonismi è in grado di riconoscere a tali Enti un ruolo di rilievo in quanto “laboratori” per la costruzione di una autonomia regionale avanzata ed esempio di autogoverno e di autogestione responsabile;
Evidenziato che, sotto tale profilo, l’esperienza ed il confronto tra regioni e province ad autonomia speciale e regioni ordinarie possa valorizzare i percorsi di regionalismo differenziato, senza che venga meno la solidarietà tra i territori, andando a dare pieno compimento al principio di equiordinazione nell’organizzazione repubblicana stabilito nella Carta Costituzionale: per questi motivi i referendum consultivi promossi dalle Regioni Veneto e Lombardia calendarizzati per il mese di ottobre prossimo, potranno rappresentare una importante occasione per il rilancio del regionalismo differenziato e delle connesse ragioni;
Considerato che in questo nuovo scenario risulta quanto mai opportuno proseguire il confronto già avviato dal Governo con le Regioni speciali e le Province autonome nell’ambito del quale, fin dal 2015, è stata istituita la “Commissione tecnica” per discutere e ideare testi normativi di adeguamento delle procedure di revisione degli Statuti speciali e per la modifica delle procedure di adozione delle norme di attuazione degli stessi, da presentare alle Camere;
Considerato che nella fase attuale il confronto con il Governo dovrebbe coinvolgere il rilancio, nella loro interezza, dei temi del regionalismo e, in particolare, del regionalismo speciale e della riforma degli Statuti;
Considerato che dal confronto fino ad ora avuto è maturata la volontà di valorizzare le diverse modalità di raccordo tra lo Stato e le Autonomie regionali attraverso il metodo dell’intesa da adottare con il massimo coinvolgimento delle rispettive Assemblee rappresentative anche per definire i rapporti di carattere finanziario;
Ribadito che i testi fino ad ora elaborati nell’ambito della Commissione – i quali si allegano alla presente Dichiarazione – prevedono il coinvolgimento delle Assemblee legislative quali sedi “naturalmente” competenti ad intervenire nella procedura di revisione degli statuti speciali e nella procedura per l’adozione delle norme di attuazione e che, pertanto, i lavori della Commissione tecnica devono proseguire con una significativa presenza dei rappresentanti delle Assemblee legislative delle Regioni speciali e delle Province autonome;

Dichiarano
– la volontà di proseguire il confronto già avviato con il Governo al fine di completare il lavoro svolto dalla Commissione tecnica in materia di procedure di riforma degli statuti e di adozione delle norme di attuazione, ribadendo la richiesta al medesimo Governo e agli Esecutivi delle Regioni speciali e delle Province autonome di favorire un più ampio coinvolgimento dei rappresentanti delle Assemblee legislative da essi presiedute;
– la volontà di rilanciare nelle opportune sedi istituzionali, in seguito agli esiti del referendum del 4 dicembre 2016, il tema del regionalismo speciale considerato in tutti i suoi aspetti – compresi quelli del federalismo fiscale e dei rapporti finanziari da definirsi previa intesa – per avviare una nuova stagione di riforme nella quale trovi compiuta attuazione il modello autonomistico disegnato nella Carta costituzionale e ulteriormente sviluppato con la riforma del 2001;
– l’impegno per una incisiva iniziativa che rafforzi il regionalismo complessivamente inteso come presupposto politico ancor prima che giuridico.

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Il Consiglio regionale della Sardegna ospita da questo pomeriggio la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome. Alle 16.00, nella sala Capigruppo, al sesto piano del palazzo di via Roma, si è tenuta l’Assemblea plenaria della Conferenza. Dalle 17.00, nell’Aula consiliare, il workshop: “Autonomia finanziaria, coordinamento della finanza pubblica, federalismo fiscale: il comune problema delle risorse”. Domani, giorno de Sa die de sa Sardigna, alle 9.00 nella sala capigruppo, si riunirà il coordinamento delle Assemblee delle Regioni a Statuto speciale e province Autonome.  Dalle 10.00, nell’Aula consiliare, si terrà il convegno “Nuove prospettive del regionalismo  specialità e asimmetria”. I lavori saranno aperti dal presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, coordinatore dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni a Statuto Speciale e delle Province Autonome e da Franco Iacop, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome. Modera il convegno Massimo Luciani, presidente dell’Associazione italiana Costituzionalisti.

 

 

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Il Consiglio regionale della Sardegna ospiterà da domani la conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome. Alle 16.00, nella sala capigruppo, al sesto piano del palazzo di via Roma, si terrà l’assemblea plenaria della conferenza. Seguirà, dalle 17.00 nella sala della Terza commissione, il workshop: “Autonomia finanziaria, coordinamento della finanza pubblica, federalismo fiscale: il comune problema delle risorse”. Venerdì 28 aprile, giorno de Sa die, alle 9.00, nella sala capigruppo, si riunirà il coordinamento delle assemblee delle regioni a statuto speciale e province autonome. Dalle 10.00, nell’Aula consiliare, si terrà il convegno “Nuove prospettive del regionalismo: specialità e asimmetria”. I lavori saranno aperti dal presidente del Consiglio regionale della Sardegna Gianfranco Ganau, coordinatore dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni a statuto speciale e delle province autonome e da Franco Iacop, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e coordinatore della conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle province autonome. Modera il convegno Massimo Luciani, presidente dell’associazione italiana costituzionalisti.

 

Adeguare i rispettivi Statuti di Autonomia, come previsto dalla riforma della Costituzione in discussione in Parlamento e con le dovute “intese” per salvaguardare la specialità e le diversità dei territori interessati; rafforzare il rapporto con lo Stato in materia finanziaria mediante il ricorso a strumenti pattizi; garantire il pieno coinvolgimento delle assemblee legislative regionali e delle province autonome per dare forza al processo di riforma; rilanciare tutte le autonomie regionali secondo i più avanzati modelli e principi costituzionali europei, insieme con la condivisione delle richieste delle Regioni ordinarie in applicazione dei principi di differenziazione e adeguatezza.

Sono questi, in sintesi, i contenuti della “dichiarazione di Cagliari”, il documento sottoscritto nel capoluogo sardo dai presidenti delle assemblee elettive delle regioni autonome di Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Sicilia, Trentino Alto Adige e delle province autonome di Trento e Bolzano, a conclusione della giornata di riflessione e confronto sui temi della specialità statutaria.

Sotto il coordinamento del presidente dell’assemblea friulana, Franco Iacop, Gianfranco Ganau (presidente del Consiglio della Sardegna), Roberto Bizzo (vice della provincia autonoma di Bolzano), Girolamo Fazio (presidente gruppo Misto, Sicilia), Chiara Avanzo (presidente assemblea Alto Adige), Bruno Dorigatti (presidente provincia autonoma di Trento) e Marco Vierin (presidente dell’assemblea valdostana), hanno  ribadito l’attualità delle specialità e ne hanno rimarcato il fondamento non soltanto storico, sottolineando come le Regioni e le province autonome, pur godendo di un differente regime finanziario abbiano, nel tempo, assicurato un più ampio arco di funzioni ed abbiano contribuito fattivamente al conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità e della solidarietà nazionale.

«Sbaglia chi pensa che l’Autonomia sia un privilegio – ha dichiarato il presidente dell’assemblea sarda, Gianfranco Ganau, alla presenza dei vice Antonello Peru e Eugenio Lai – o peggio, costituisca una sottrazione di poteri e competenze alle altre Regioni, perché con l’abolizione di quelle a Statuto speciale non ci sarebbe alcun vantaggio per le regioni ordinarie ma semmai si assisterebbe al complessivo indebolimento dell’intero sistema regionale in Italia». Il presidente del Consiglio della Sardegna ha quindi evidenziato come gli Statuti dell’Autonomia “siano in larga parte inattuati” ed ha auspicato forme avanzate di coordinamento nelle procedure che caratterizzano le attività delle commissioni paritetiche nelle diverse Regioni.

Il sostanziale fallimento delle commissioni paritetiche come strumento di attuazione delle previsioni statutarie è stato al centro dell’intervento del presidente della provincia autonoma di Bolzano, Roberto Bizzo, mentre il numero uno dell’assemblea della Valle d’Aosta, Marco Vierin, ha ricordato la gestione diretta di competenze e servizi da parte delle Regioni speciali e l’assunzione di nuove funzioni con i relativi oneri in capo alle amministrazioni regionali e non allo Stato.

«Non siamo qui per difendere presunti privilegi – ha dichiarato il coordinatore delle autonomie speciali, Franco Iacop – ma per rilanciare il tema dell’Autonomia in tempi in cui è aperto il dibattito sulla permanenza delle condizioni stesse delle specialità statutarie». «Noi – ha aggiunto il presidente del Friuli Venezia Giulia – affermiamo che le condizioni di peculiarità delle nostre Regioni permangono ma non conduciamo una battaglia solo in difesa dei nostri statuti, quanto lavoriamo per promuovere un confronto aperto sul regionalismo in Italia, mentre assistiamo a una serie di politiche di stampo centralista che in nome dell’emergenza economica puntano a comprimere spazi di libertà e autonomia».

La “dichiarazione di Cagliari” sarà sottoposta all’attenzione della conferenza dei presidenti delle assemblee elettive delle Regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, convocata a Roma per il prossimo 18 giugno.

«Auspichiamo un confronto costruttivo con tutti i presidenti delle assemblee regionali – ha concluso Gianfranco Ganau – per poi presentarci uniti nel confronto con lo Stato sul tema strategico del regionalismo differenziato che grazie anche all’esperienza delle Regioni autonome può rappresentare una vera opportunità di crescita e sviluppo per l’intero sistema Paese.»   

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia