22 December, 2024
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“Uniti per rinascere”: è la lista civica presentata ieri sera, a Carbonia, in vista delle elezioni amministrative in programma nel mese di ottobre.

Fanno parte del gruppo promotore, di estrazione del centrosinistra e in particolare del Partito democratico, l’ex sindaco Giuseppe Casti, gli ex assessori Franco Manca e Fabio Desogus, ex consiglieri comunali. 

Un progetto ancora un cantiere aperto, che guarda a tutte quelle forze indipendenti dalle logiche dei partiti, che guardano esclusivamente agli interessi della città e del suo futuro.

E che sia un progetto aperto, lo conferma la mancanza, al momento, di una leadership, ovvero di un candidato alla carica di sindaco, che verrà individuato d’intesa con le forze che decideranno di condividerlo.

Vediamo ora l’intervista realizzata ieri con uno dei promotori della lista civica “Uniti per rinascere”, Fabio Desogus.

       

La data delle elezioni amministrative non è stata ancora fissata, presumibilmente dovrebbe essere prevista ad inizio ottobre, ma a Carbonia partiti e movimenti civici sono al lavoro ormai da mesi per la preparazione delle liste e delle alleanze da presentare al vaglio degli elettori per l’elezione del nuovo Sindaco (sarà sicuramente nuovo, dal momento che Paola Massidda ha deciso di non ripresentarsi ed il Movimento 5 Stelle ha già annunciato l’“investitura” a candidato sindaco dell’attuale vicesindaco ed assessore dei Lavori pubblici dell’Ambiente, Gian Luca Lai) e del Consiglio comunale.
Domani, giovedì 1 luglio 2021, alle ore 19.00, presso i locali del GSG Carbonia, nel corso di una conferenza stampa, verrà presentata la lista civica “Uniti per rinascere”, nata dall’iniziativa di un gruppo di ex esponenti del Partito democratico, del quale fanno parte l’ex sindaco Giuseppe Casti, gli ex assessori Fabio Desogus (fino a un paio di mesi fa segretario cittadino del Pd) e Franco Manca, ex consiglieri ed attivisti.

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Settanta milioni di metricubi di veleni distribuiti da un capo all’altro della Sardegna. Sono le discariche minerarie accumulate dalla seconda metà dell’Ottocento ai giorni nostri davanti alle miniere metallifere ormai abbandonate. Contengono metalli pesanti di ogni varietà e specie, dal piombo all’arsenico, dallo zinco al cadmio. Elementi altamente contaminanti che stanno avvelenando falde, corsi d’acqua, terreni, perfino il mare. Le bonifiche vanno a rilento, ma oggi c’è la possibilità di trasformare il problema in una risorsa. Si chiama economia circolare e consiste nel trattare le discariche per estrarre i metalli di cui sono ancora ricche con il duplice vantaggio di risanare il territorio e avviare nuove attività industriali.
All’economia circolare sarà dedicato il prossimo appuntamento con la Formazione continua dei giornalisti in programma a Carbonia giovedì 5 dicembre prossimo. L’incontro si terrà dalle 14.00 alle 17.00, nella Grande miniera di Serbariu, sede del Centro di documentazione sulla storia locale. Introdurrà il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti Francesco Birocchi. Interverranno: Sandro Mantega, giornalista, sul tema “L’eredità di discariche tossiche dell’industria mineraria”. Gian Battista De Giudici (Dipartimento di scienze chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari): “L’impatto delle discariche minerarie sull’ambiente e sull’uomo”. Franco Manca (Geologo già presidente Igea): “L’economia circolare : Come trasformare le discariche da problema in risorsa”; Giovanni Tocco (Ingegnere responsabile del settore ambiente del comune di Carbonia): “L’economia circolare applicata ai rifiuti urbani – il caso Carbonia”; Carlo Lolliri (presidente della Portovesme srl): “L’industria e l’economia circolare”.

Ai giornalisti partecipanti andranno tre crediti formativi. Il corso è organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Sardegna in collaborazione con l’Associazione della Stampa Sarda.

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Questo pomeriggio, alle ore 16,00, presso la Sala Convegni della Fondazione di Sardegna, in via san Salvatore da Horta, a Cagliari, si terrà l’evento di presentazione del XIII Rapporto dell’“Osservatorio sull’Economia Sociale e Civile in Sardegna”, curato dallo IARES, l’Istituto di ricerca delle Acli della Sardegna.

Si discute molto di interventi finanziari, di sussidi dedicati alla fuoriuscita dalle condizioni di povertà di tanta parte della popolazione priva di reddito e di lavoro, mentre si considerano meno le condizioni di contesto in cui i poveri si trovano a cominciare un percorso per il reinserimento e l’autonomia.

Lo IARES nell’ambito di un progetto di ricerca triennale ha indagato la dotazione di Capitale Sociale della Sardegna mettendola in relazione con le condizioni di svantaggio economico (povertà) dei contesti. L’obiettivo è comprendere quali caratteristiche sussistano per generare nuova ricchezza intesa in senso non monetario ma, anche in considerazione di questa, quali condizioni vi siano per basare la ricchezza sul lavoro, sul senso civico, sulla salute, sulla disponibilità a donare, sull’istruzione.

Il XIII Rapporto da conto del lavoro di ricerca e analisi su Capitale sociale e povertà della Sardegna svolto dallo IARES da cui derivano utili spunti per la definizione di azioni di policy.

Dopo i saluti di Franco Marras (presidente delle ACLI della Sardegna), Antonello Cabras (presidente della Fondazione di Sardegna), Massimo Zedda (sindaco di Cagliari), il gruppo di lavoro dello IARES presenterà i contenuti del rapporto.

Al termine si svolgerà una tavola rotonda sul tema: “Investire sul Capitale Sociale della Sardegna per promuovere autonomia e riscatto sociale” a cui parteciperanno Stefania Gelidi (Portavoce del Forum Terzo settore Sardegna), Stefano Tassinari (della Presidenza nazionale delle ACLI), Franco Manca (direttore regionale Pastorale del lavoro Conferenza Episcopale Sarda), Valter Piscedda (consigliere regionale), Benedetta Iannelli (consigliere comunale).

 

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Giovedì 10 gennaio, alle ore 16,00, presso la Sala Convegni della Fondazione di Sardegna, in via san Salvatore da Horta a Cagliari, si terrà l’evento di presentazione del XIII Rapporto dell’“Osservatorio sull’Economia Sociale e Civile in Sardegna”, curato dallo IARES, l’Istituto di ricerca delle Acli della Sardegna.

Si discute molto di interventi finanziari, di sussidi dedicati alla fuoriuscita dalle condizioni di povertà di tanta parte della popolazione priva di reddito e di lavoro, mentre si considerano meno le condizioni di contesto in cui i poveri si trovano a cominciare un percorso per il reinserimento e l’autonomia.

Lo IARES nell’ambito di un progetto di ricerca triennale ha indagato la dotazione di capitale sociale della Sardegna mettendola in relazione con le condizioni di svantaggio economico (povertà) dei contesti. L’obiettivo è comprendere quali caratteristiche sussistano per generare nuova ricchezza intesa in senso non monetario ma, anche in considerazione di questa, quali condizioni vi siano per basare la ricchezza sul lavoro, sul senso civico, sulla salute, sulla disponibilità a donare, sull’istruzione.

Il XIII Rapporto da conto del lavoro di ricerca e analisi su Capitale sociale e povertà della Sardegna svolto dallo IARES da cui derivano utili spunti per la definizione di azioni di policy.

Dopo i saluti di Franco Marras (presidente delle ACLI della Sardegna), Antonello Cabras (presidente della Fondazione di Sardegna), Massimo Zedda (sindaco di Cagliari), il gruppo di lavoro dello IARES presenterà i contenuti del rapporto.

Al termine si svolgerà una tavola rotonda sul tema: “Investire sul Capitale Sociale della Sardegna per promuovere autonomia e riscatto sociale” a cui parteciperanno Stefania Gelidi (Portavoce del Forum Terzo settore Sardegna), Stefano Tassinari (della Presidenza nazionale delle ACLI), Franco Manca (direttore regionale Pastorale del lavoro Conferenza Episcopale Sarda), Valter Piscedda (consigliere regionale), Benedetta Iannelli (consigliere comunale).

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A che punto è la riconversione del bacino minerario del Sulcis? E, quale ruolo potrebbero avere ancora le miniere? Sono i temi che verranno affrontati nell’evento formativo dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, in programma sabato prossimo, 24 novembre ad Iglesias, dalle 10.00 alle 13.00, nella palazzina sociale dell’Associazione Mineraria Sarda. Il titolo è:  “Comunicare la miniera: dall’estrazione alla riconversione”.

Dopo i saluti del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna Francesco Birocchi e l’introduzione di Enrico Contini, presidente dell’Associazione Mineraria Sarda, interverranno i tecnici e soci dell’A.M.S. Antonello Zucca e Franco Manca. Il proposito dell’incontro, inserito nel programma di informazione e comunicazione su temi minerari e industriali promosso dall’Associazione (che ogni anno organizza il Simposio internazionale “Attività Minerarie nel Bacino del Mediterraneo”) è quello di fare il punto sullo stato della riconversione dal bacino minerario del Sulcis-Iglesiente e mettere in evidenza come l’ambito estrattivo può ancora essere produttivo per l’intera Sardegna, non volendo consegnarlo ad una prematura prospettiva storicizzata e di sola “archeologia industriale”. Allo stesso tempo, di fronte a temi complessi quali ambiente e bonifiche, economia circolare e cicli produttivi – che possono essere ancora una risorsa per l’Isola – appare necessario fornire elementi tecnici di base per un’informazione corretta e puntuale.

Nel dettaglio, l’ingegnere minerario Antonello Zucca (Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr di Cagliari) riferirà sulla situazione generale del settore estrattivo in Sardegna, mentre il dott. Franco Manca (geologo) presenterà invece lo stato dell’arte delle bonifica delle aree minerarie dismesse.

I giornalisti partecipanti avranno diritto a 3 crediti formativi.

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Nel corso della riunione ordinaria della Conferenza Episcopale Sarda, tenutasi lunedì 1 e martedì 2 ottobre 2018 a Cagliari presso il Seminario Regionale Sardo, la Conferenza Episcopale Sarda, sotto la presidenza di S.E. monsignor Arrigo Miglio, fra gli altri punti all’ordine del giorno, ha affrontato i seguenti temi ed assunto alcune determinazioni.

Ampio spazio è stato dedicato al Seminario Regionale e al progetto formativo annuale. Il rettore, don Antonio Mura ha comunicato ai vescovi anche alcuni dati numerici. Hanno fatto il loro ingresso nella comunità 13 nuovi alunni provenienti dalle diverse diocesi della Sardegna. La comunità quest’anno è composta complessivamente da 57 seminaristi. Inoltre sono state presentate anche le linee portanti del Sesto Anno, che avrà una nuova impostazione e nuovi percorsi formativi ed esperienziali, in vista dell’ammissione al presbiterato.

Si è inoltre convenuto di rivolgere alla comunità isolana un messaggio sull’attuale congiuntura socio-economica della Sardegna. Occasione e obiettivo del messaggio è quello di riprendere, alcuni contenuti e istanze della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani tenutasi a Cagliari il 26-29 ottobre 2017, che aveva come tema “Il lavoro, che vogliamo libero, creativo, partecipativo e solidale”. Appare opportuno sottolineare alcune priorità fortemente sentite dalla popolazione e vicine alla sensibilità della Chiesa. Il messaggio sarà pubblicato entro la fine di ottobre, in coincidenza con il primo anniversario del grande evento, che ha visto fortemente coinvolte tante energie presenti nella realtà delle diocesi isolane.

I vescovi, ancora, ritengono utile ed urgente offrire ai sacerdoti delle linee orientative su una corretta attuazione dell’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia”, soprattutto relativamente al capitolo 8°, dedicato all’accompagnamento, al discernimento e all’integrazione delle fragilità familiari. Sono stati individuati i passaggi per arrivare alla stesura del sussidio, che prevedono una larga consultazione nelle dieci diocesi isolane, l’apporto di qualche esperto ed il confronto con altre simili iniziative avviate in altri parti d’Italia e del mondo.

Infine, la Conferenza ha provveduto alle seguenti nomine:

  • Il padre Pier Giacomo Zanetti, gesuita e padre Gabriele Biccai, carmelitano, sono stati nominati padri spirituali presso il Pontificio Seminario Regionale Sardo.
  • dott. Franco Manca, incaricato regionale per i Problemi sociali e del lavoro, che subentra a don Giulio Madeddu.
  • Il dott. Michele Spanu di Sassari, nuovo incaricato regionale delle Comunicazioni sociali, e il dott. Michele Corona di Oristano, vice incaricato che subentrano, rispettivamente al dott. Marco Piras e al dott. Giuseppe Manunta.
  • la sig.ra Maria Scanu di Alghero, incaricata regionale del “Progetto Policoro”, che subentra al sig. Simone Cabitza.

+ Sebastiano Sanguinetti, segretario

Mons. Arrigo Miglio.

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Una nuova piattaforma per l’emergenza lavoro e per lo sviluppo non è un elenco di richieste e di proposte ma è prima di tutto la condivisione di scelte sulle quali promuovere e sostenere la partecipazione e la mobilitazione della nostra gente insieme alle istituzioni, alle forze politiche e sociali, economiche, culturali.

Nel mio intervento nel numero 311 del periodico “La Provincia del Sulcis Iglesiente” del 29 dicembre scorso, ho concluso ricordando la grande marcia per lo sviluppo che nell’autunno del 1992 ha raggiunto a piedi tutti i comuni del nostro territorio, ha portato la marcia a piedi a Cagliari il 30 ottobre con la più grande manifestazione popolare che si ricordi e ha quindi raggiunto Roma a piedi da Civitavecchia dove siamo sbarcati la mattina del 5 dicembre e quindi entrati a Roma nella tarda serata del giorno dell’Immacolata. La mattina seguente la marcia ha raggiunto il Vaticano per l’udienza col Papa Giovanni Paolo II che ci ha incoraggiato ad andare avanti “per il lavoro si fa questo e altro”.

40 marciatori, consapevoli di essere rappresentanti non solo delle realtà lavorative da cui provenivano ma anche dell’intero Sulcis Iglesiente che, a sua volta, si sentiva pienamente rappresentato da loro.

Non ci sono alternative possibili per affrontare la gravissima situazione del territorio. Nell’intervento del numero scorso ho richiamato il decreto per il riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa. Ora invito tutti a leggere il dossier sull’area di crisi del Sulcis Iglesiente, predisposto dalla Regione Sardegna nel 2016 per la richiesta al Governo del riconoscimento di area di crisi e vi invito a rileggere i dati che sono stati pubblicati sempre nel numero scorso come riportati dal dott. Franco Manca nel convegno della Cisl del 7 dicembre 2017. Dati che si possono così sintetizzare nel confronto tra il 2008 e il 2016: le persone in cerca di lavoro nel 2008 erano 5.000 mentre nel 2016 erano raddoppiate cioè 10.000; il tasso di disoccupazione è passato dal 10% al 20,6% e quello giovanile dal 42,9% al 59,8%, mentre il tasso di occupazione scende dal 50,4% al 43,8%.

L’esigenza di costruire una nuova piattaforma non può essere ignorata e ciò significa fare delle scelte in grado di affrontare insieme l’emergenza lavoro e le prospettive di nuovo sviluppo.

Sicuramente dalle scelte che saremo capaci di fare, se saremo capaci di farle, dipende la possibilità di costruire consenso, condivisione, partecipazione e solo in questo modo  la marcia può ripartire.

Dal coordinamento dei Riformatori Sardi è partita una richiesta in questa direzione per l’apertura del confronto con tutte le istanze rappresentative del territorio. Ce la metteremo tutta per alimentare la speranza.

Abbiamo l’urgenza di mettere a frutto le nostre possibilità e possiamo farlo facendo le scelte giuste per una piattaforma che per i Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente  dovrà fondarsi su quattro piani tra loro coordinati e in grado di dare risposte all’emergenza lavoro e alle scelte per le prospettive di sviluppo, fermo restando che dobbiamo difendere le nostre industrie:

  • Piano Sulcis, che dovrà essere oggetto di un profondo aggiornamento su scelte condivise nel territorio per le quali spendere le risorse finanziarie ora non spese, non spendibili e quelle da rimodulare;
  • Piano di lavori pubblici e privati incentivati, adeguato allo stato di emergenza, basato sulla certezza dei finanziamenti e dei tempi e sulle scelte del territorio in grado di dare lavoro alle imprese locali e alla manodopera locale per l’infrastrutturazione urbana e territoriale come base per le nuove prospettive di sviluppo;
  • Piano di riconversione e di riqualificazione nei comparti dell’industria, dell’agricoltura, del turismo e dell’artigianato, come previsto dal decreto sull’area di crisi e che dobbiamo ancora cominciare a definire, cosa che ci viene richiesta dal medesimo decreto;
  • Piano di formazione specifico come fattore determinate nell’ambito degli interventi con l’obiettivo di raggiungere anche quella fascia ampia di giovani e meno giovani che rischia di restare fuori dallo studio e dal lavoro per la vita.

Peppino La Rosa

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https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215180013241602/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215180094323629/

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, continua a sottolineare i dati positivi sull’occupazione, in crescita, oggi persino il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha affermato che l’Italia ha rispettato le regole e la crisi è ormai alle spalle. Se queste affermazioni si fondano su dati reali, non resta che concludere che la Sardegna e, soprattutto, il Sulcis Iglesiente, non fanno parte dell’Italia, in particolare dopo aver partecipato, questa sera, al convegno-dibattito “Negoziare e riprenderci lo sviluppo  del territorio”, svoltosi al Centro culturale di via Cattaneo, a Iglesias, con la partecipazione di oltre 200 persone, tra le quali esperti, imprenditori e rappresentanti della cosiddetta “società civile”, organizzato dalla Cisl del Sulcis Iglesiente…per ripartire con una reale economia territoriale.

Dopo l’introduzione del segretario generale della Cisl Fabio Enne, che ha svolto una breve analisi sulla condizione in cui versa il Sulcis Iglesiente ed ha spiegato lo spirito dell’iniziativa, finalizzato alla creazione di un gruppo di lavoro cui affidare l’elaborazione di una proposta nuova, alternativa, per il futuro sviluppo del territorio, la relazione introduttiva è stata fatta da Franco Manca, esperto in tematiche del lavoro, già assessore tecnico del Lavoro nella Giunta regionale guidata da Ugo Cappellacci.

I numeri snocciolati da Franco Manca hanno proposto una fotografia drammatica della situazione socio-economica del Sulcis Iglesiente.

«Nonostante le attenzioni indirizzate verso il Sulcis Iglesiente, dobbiamo registrare fino ad ora – ha sottolineato Franco Manca – un fallimento del tentativo di innescare un meccanismo di crescita e di sviluppo in quest’area. Pochi dati forniscono l’evidenza di questo fallimento. Particolarmente allarmante è la situazione del mercato del lavoro:

• le persone in cerca di lavoro erano 5.000 nel 2008, sono raddoppiate nel 2016: 10.000;

• il tasso di disoccupazione è passato dal 10% del 2008 al 20,6% del 2016, particolarmente pesante risulta il tasso di disoccupazione maschile, cresciuto di oltre tre volte, dal 6% del 2008 al 20,8% del 2016;

• il tasso di disoccupazione giovanile passa dal 42,9% del 2008 al 59,8% del 2016;

• il tasso di occupazione scende dal 50,4% del 2008, al 43,8% del 2016;

• gli occupati erano 46.000 nel 2008, sono diventati 37.000 nel 2016 (9.000 in meno!);

• il fenomeno dell’emigrazione ha ripreso vigore, secondo l’ultimo rapporto di Migrantes gli iscritti all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) della provincia di Carbonia Iglesias sono 10.785, di questi il 37,1% sono giovani sotto i 34 anni. A questi bisogna sommare coloro che sono emigrati versi altre regioni italiane;

• i redditi da lavoro dipendente dei Comuni della Provincia sono quasi tutti più bassi della media regionale che ha, a sua volta, una vistosa differenza con la media nazionale. Fanno eccezione i comuni di Carbonia, Iglesias, Carloforte e Portoscuso.

«E, naturalmente, questi dati spiegano il perché la Provincia è tra le più povere d’Italia – ha aggiunto Franco Manca – ma piuttosto che deprimerci analizzando la situazione, credo sia utile cercare di costruire facendo proposte che possano essere condivise e capaci di aggregare i soggetti sociali e non solo di lamentarsi.»

Franco Manca ha aggiunto che «insieme al fallimento deve essere chiaramente esplicitato anche il tradimento delle popolazioni del Sulcis Iglesiente, sono state dilapidate ingenti risorse disponibili, lasciando spesso neanche le briciole e relegando l’imprenditoria locale a ruoli più che marginali, per questo possiamo parlare di speranze tradite, di promesse non mantenute e ora sarebbe importante acquisire queste esperienze per non ripeterle più. L’attenzione deve essere orientata sulle modalità operative e sui contenuti che il Sulcis Iglesiente deve mettere in campo per inaugurare una nuova stagione di proposta e di lotta ma anche di individuare una nuova classe dirigente che sia capace di ottenere risultati. Bisogna ripartire dalla coesione e dalla condivisione che allo stato attuale manca, per elaborare un’idea di sviluppo comune e condivisa».

Franco Manca ha poi elencato alcune nuove parole chiave:

• valorizzare prioritariamente le competenze imprenditoriali locali;

. supportare le indicazioni del mercato e le vocazioni territoriali;

• agevolare le interdipendenze, anche attraverso il marketing territoriale;

• aiutare le imprese ad essere più efficienti e ad aprirsi ai mercati internazionali e alla tecnologia;

• aiutare particolarmente lo sviluppo e la crescita delle piccole e medie imprese e quelle nella fase di start-up;

• favorire i processi di cooperazione e cioè la creazione di reti.

Considerato che tutto ciò ha necessità di tempo, Franco Manca ha indicato alcuni settori sui quali puntare nella fase transitoria:

• ristrutturazione del patrimonio edilizio e rigenerazione urbana;

• sostegno al settore agro-alimentare;

• investimenti nel turismo, necessità che emerge dai dati del 2016 che vedevano presenti nel Sulcis Iglesiente 55 esercizi alberghieri, il 6% rispetto alla Sardegna, mentre gli esercizi extra alberghieri erano 236, sempre il 6% dell’intera dotazione regionale. I posti letto negli alberghi erano 2.674, appena il 2,4% del dato regionale, quelli negli esercizi extra alberghieri 3.194, il 3,2% rispetto al dato regionale. Gli arrivi sono stati 84.791, il 3% del totale regionale, le presenze 274,092, appena il 2%.

Franco Manca ha concluso sottolineando che «la classe dirigente della Sardegna e, soprattutto, quella del Sulcis Iglesiente, ha un duro lavoro da compiere e, per poter ottenere risultati, è necessaria una nuova classe dirigente, capace di creare consenso, di sviluppare la partecipazione e la condivisione, di saper allocare in maniera ottimale le risorse disponibili che sono comunque scarse. Solo fra qualche tempo saremmo in grado di misurare i risultati ottenuti».

Dopo la relazione di Franco Manca si è sviluppato il dibattito, con numerosi interventi, nel corso dei quali sono state sviscerate gran parte delle problematiche nel territorio, nei settori produttivi, e diverse proposte che ora verranno riportate nel costituendo gruppo di lavoro.

                                                              

 

 

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E’ stata inaugurata questa mattina la sala d’attesa al piano strada del Centro intermodale, la nuova stazione dei treni e dei bus, realizzata dal comune di Carbonia. Erano presenti, con i dirigenti dell’Arst, il sindaco Giuseppe Casti e l’assessore dei Lavori pubblici Franco Manca; Pietro Morittu, segretario particolare dell’assessore regionale dei Trasporti, e don Amilcare Gambella, parroco che ha chiesa di San Ponziano, che ha benedetto la struttura.

La sala d’attesa è gestita dall’Arst, l’Agenzia regionale per i trasporti che garantisce il servizio urbano all’interno del nostra città e i collegamenti, tramite bus, con gli altri Comuni del territorio.

All’interno della sala d’attesa si trovano i display con gli orari dei Bus, le poltroncine e i servigi igienici. A breve l’Arst metterà in funzione la nuova biglietteria elettronica situata all’esterno della sala, che sostituirà quella presente dall’altra parte del piano strada.

Sala d'attesa Centro intermodale 3Sala d'attesa Centro intermodale 1 Sala d'attesa Centro intermodale 2