5 November, 2024
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E’ stata inaugurata ieri, a Carloforte, nella sala Exmè (végiu Mercàu), oggi Biblioteca Comunale Edmondo De Amicis, la mostra fotografica “Orgoglio e Passione”, organizzata dall’ASD Emmegiemme Sport Carbonia e dalla Sezione di Storia Locale del S.B.I.S., con la qualificata e preziosa collaborazione di Franco Reina.

La mostra vuole rendere onore al calcio tabarchino e riconoscere il giusto tributo a quei giocatori carlofortini che, vestendo la casacca biancoblù, a partire dagli anni ’40 fino agli anni più recenti, hanno caratterizzato un periodo storico-calcistico della Carbosarda e del Carbonia.
La mostra fotografica si inserisce nel contesto più ampio del Festival Internazionale del Cascà di Carloforte e sarà visitabile anche questo pomeriggio, fino alle 20.00 e da domani 3 fino al 7 ottobre, negli orari di apertura della Biblioteca.

«La fotografia è il ritratto di un preciso istante capace di cogliere le nostre emozioni, per questo amiamo associare la fotografia ad un’emozione senza tempo.»

 

Iglesias piange Giorgio Cuccu, vecchia gloria del calcio rossoblù, morto oggi all’età di 81 anni (era nato il 17 settembre 1940).

Lo ricordiamo con la scheda pubblicata nel libro “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925 – 2005” di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore.

Giorgio Cuccu, elemento locale di Iglesias, ritornò a giocare nella squadra della sua città nel campionato dilettanti 1966/1967, proveniente dal Decimoputzu. Aveva iniziato a giocare nelle giovanili della Monteponi, fertile vivaio allenato dal maestro di calcio Angelino Salis. Nella squadra rossoblù debuttò in prima squadra nel campionato di IV serie 1958/1959, nell’ultima stagione della Monteponi prima del suo scioglimento. Ala di ruolo, le sue doti migliori erano il dribbling, il palleggio ed una buona velocità, tanto che nelle giornate di grazia diventava un giocatore difficile da marcare, lasciando spesso impalati i difensori che lo marcavano.

Dopo lo scioglimento della Monteponi, con altri compagni di squadra, giocò a Sant’Antioco, nei dilettanti, con Angelino Salis allenatore. La sua carriera proseguì a Quartu, Carbonia, contribuendo a riportarlo in serie D, Benevento in serie D e Decimoputzu, squadra dalla quale ritornò a vestire i colori rossoblù dell’Iglesias. Con i minerari giocò 4 campionati consecutivi, 1 dei quali in serie D, che sommato al campionato disputato con la Monteponi, fanno un totale di 5, con 88 presenze e 33 reti.

Alla fine del campionato di serie D 1969/1970, con la retrocessione della squadra in Promozione regionale, lasciò il sodalizio rossoblù, continuando a giocare per divertimento con la Juventus Club di Iglesias.

Conclusa la carriera agonistica, iniziò ad allenare a livello giovanile per qualche anno a Iglesias.

Si susseguono, a Carbonia, le visite dei grandi del calcio sardo alla mostra che ricorda il mitico Carlo Zoboli, visitabile fino a venerdì 12 novembre, nella sala esposizioni del Circolo Soci Euralcoop, in piazza Marmilla. Oggi la mostra ha avuto un graditissimo ospite, Pasquale Catte, calciatore e presidente della Nuorese per alcuni decenni, che ha incontrato Alfredo Putzolu, per anni dirigente e presidente del Carbonia Calcio, e Franco Reina, autore del libro Carbonia Carbosarda – Passione per la squadra biancoblù.

La mostra, organizzata dalla ASD MGM, in collaborazione con lo SBIS, curata dalla dottoressa Susanna Musa con la collaborazione di Franco Reina, è stata inaugurata il 29 ottobre, alla presenza di numerosi protagonisti della storia calcistica del Carbonia, dal dopoguerra ad oggi.

Oltre 100 fotografie documentano la straordinaria carriera di Carlo Zoboli, bandiera che ha vestito la maglia biancoblù ben 380 volte, realizzando, da terzino, 9 goal.

Carlo Zoboli, nato il 31 luglio 1926 a Bomporto, in provincia di Modena, arrivò a Carbonia nel 1949 dalle giovanili della Juventus, per vestire la maglia della Carbosarda, in serie C, girone unico. Vestì quella maglia per 14 campionati consecutivi, arrivando a sfiorare la promozione in serie B e ricevendo il premio per la 350ª presenza il 27 maggio 1962, in occasione della partita Carbonia-Calangianus, nel campionato di serie D 1961/1962.

A Carbonia Carlo Zoboli ha messo radici, ha sposato Elena, con la quale ha avuto tre figli: Hubert, Franco e Katia (scomparsa a soli 33 anni). Hubert e Franco hanno vestito la maglia biancoblù. E’ stato per diversi anni “custode” dello stadio Comunale che oggi porta il suo nome! Ha seguito, nella veste di massaggiatore, le sorti del “suo” Carbonia, per alcuni decenni, rimanendo per sempre il suo primo tifoso.

Allegate le fotografie dell’inaugurazione ed alcune foto della visita odierna di Pasquale Catte e Alfredo Putzolu.

Giampaolo Cirronis

         

Verrà inaugurata questo pomeriggio, alle 17.30, nella sala esposizioni del Circolo Soci Euralcoop, in piazza Marmilla, a Carbonia, la mostra su Carlo Zoboli, bandiera calcistica del Carbonia Calcio per oltre mezzo secolo. Oltre 100 fotografie documentano la straordinaria carriera del calciatore che ha vestito la maglia biancoblù ben 380 volte, realizzando – da terzino – 9 goal.

La mostra, curata da Maria Giovanna Musa, con la collaborazione di Franco Reina, sarà visitabile fino al 12 novembre.

Carlo Zoboli, nato il 31 luglio 1926 a Bomporto, in provincia di Modena, arrivò a Carbonia nel 1949 dalle giovanili della Juventus, per vestire la maglia della Carbosarda, in serie C, girone unico. Vestì quella maglia per 14 campionati consecutivi, arrivando a sfiorare la promozione in serie B e ricevendo il premio per la 350ª presenza il 27 maggio 1962, in occasione della partita Carbonia-Calangianus, nel campionato di serie D 1961/1962.

A Carbonia Carlo Zoboli ha messo radici, ha sposato Elena, con la quale ha avuto tre figli: Hubert, Franco e Katia (scomparsa a soli 33 anni). Hubert e Franco hanno vestito la maglia biancoblù. E’ stato per diversi anni “custode” dello stadio Comunale che oggi porta il suo nome! Ha seguito, nella veste di massaggiatore, le sorti del “suo” Carbonia, per alcuni decenni, rimanendo per sempre il suo primo tifoso.

All’inaugurazione della mostra, alla quale si potrà accedere solo se in possesso del green pass, saranno presenti la moglie Elena e i familiari, e tanti dei protagonisti della storia più o meno recente del Carbonia Calcio, che con Carlo Zoboli hanno lavorato in diverse vesti e ricordano tutti con immenso affetto, un grande calciatore, marito, padre, amico e, soprattutto, un grandissimo uomo!

Ciao Carlo

Giampaolo Cirronis

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Andrea Marras è il calciatore con il maggior numero di presenze nella storia dell’Iglesias. Iglesiente di nascita, iniziò a giocare al calcio nella Pro Ferrini Iglesias. Sebbene avesse ancora l’età per giocare nelle giovanili, passò nei dilettanti con la Juventus Club di Iglesias e con il Musei, squadra quest’ultima dalla quale l’Iglesias lo acquistò per il campionato di Promozione 1982/1983.

Giocatore dotato di piedi buoni, riusciva con le sue giocate a dare un grande contributo alla squadra nel ruolo di centrocampista. Con il passare degli anni arretrò il suo raggio d’azione, collocandosi a ridosso della difesa con maggiori compiti di interdizione, ossia alla vecchia maniera del centromediano metodista. Insomma, era il classico mediano o mezzala di regia con spiccate doti realizzative, grazie ai calci di punizione e ad un ottimo tiro in porta. Alla fine della stagione 1995/1996, dopo 13 stagioni consecutive in maglia rossoblù, lasciò il sodalizio minerario per passare al Pula. Ritornò all’Iglesias nella stagione 1999/2000, dove disputò il suo ultimo campionato in Eccellenza che concluse da allenatore, dopo l’allontanamento di Mariano Dessì.

Complessivamente Andrea Marras ha giocato 14 campionati in rossoblù, intervallate dalle tre stagioni giocate a Pula, per un totale di 331 presenze e 37 reti, che lo collocano al primo posto in assoluto in fatto di presenze nella storia rossoblù. Nel campionato 2000/2001 disputò la sua ultima stagione agonistica con l’Assemini ed intraprese poi quella di allenatore, prima con l’Iglesias e poi con Arbus e San Sperate. Nella passata stagione è tornato alla guida della Monteponi, esperienza conclusa dopo otto giornate.

Vive a Iglesias e lavora presso il Comando di Polizia Municipale.

Brano tratto dal libri “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925-2005”, di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore.

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Nino Falchi, una delle icone del calcio rossoblu dell’Iglesias e sardo per quasi mezzo secolo. Iniziò a giocare nella Monteponi ragazzi di Angelino Salis. Dopo la trafila nelle giovanili fece l’esordio in prima squadra nel campionato di IV serie 1957/1958 con l’allenatore Piccione. Con lo scioglimento della Monteponi passò al Cagliari di Stefano Perati per il campionato di B 1959/1960, dove bagnò il suo esordio con il Verona. Si dice che alla fine della stagione 1958/1959, prima del suo passaggio al Cagliari, il mitico Fulvio Bernardini allenatore della Lazio, lo avesse adocchiato per le sue qualità, ma la fine non si fece nulla.

Ala di ruolo, dotato di buona tecnica, dribbling e buona corsa, la sua caratteristica migliore era quella di involarsi sulla fascia puntando e superando il suo avversario al fine di pennellare palloni invitanti dal fondo per i suoi compagni in area di rigore. Dopo le tre stagioni di Cagliari, due delle quali in serie C, Nino varcò il mare per giocare prima con il Grosseto e poi con la Narnese, disputando con quelle squadre campionati di serie C e D. Alla fine dell’esperienza continentale, rientrò definitivamente in città per disputare con la squadra rossoblù dell’Iglesias il campionato dilettanti 1967/1968. Con i minerari di Iglesias disputò 6 campionati consecutivi, 2 dei quali in serie D, i quali sommati ai 2 precedenti giocati con la Monteponi, sono 8 in totale, per 176 presenze e 62 reti.

Alla fine del campionato di serie D 1972/1973, continuò a giocare come giocatore-allenatore, prima nel Domusnovas, poi nel San Giovanni Suergiu. Una volta appese le scarpette al fatidico chiodo, incominciò ad allenare, guidando Cortoghiana, Fersulcis, Assemini, Iglesias, Decimoputzu e Villacidrese, vincendo tra l’altro molti campionati.

Nel 1998/1999, Nino Falchi lasciò definitivamente anche la panchina e da allora vive alla periferia di Iglesias da pensionato. Recentemente ha pubblicato il libro della sua storia ed ha festeggiato i suoi primi 80 anni.

Brano tratto dal libro “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925 -2005”, di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore.

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Ugo Corda è stato per oltre un quarto di secolo uno dei grandi protagonisti, prima da calciatore, poi da allenatore, del calcio sulcitano. Originario di Carbonia, iniziò a giocare al calcio con la squadra giovanile dell’Orione di Carbonia. Conclusa l’attività giovanile sembrava che dovesse passare al Carbonia in serie D, ma visti gli scarsi risultati per il tesseramento finì per giocare con il Cortoghiana nei dilettanti. Dopo alcuni campionati dilettantistici arrivò finalmente a coronare il suo sogno di giocare con la squadra della sua città, in serie D. Al termine del campionato 1968/69, conclusosi con la retrocessione del Carbonia nei dilettanti, lasciò la squadra biancoblù per passare all’Alghero, sempre in serie D. Dalla squadra catalana arrivò a Iglesias nella stagione 1972/73, in serie D, con Alvaro Amarugi presidente e Mariano Dessì allenatore. In rossoblù ha giocato 5 campionati consecutivi, tutti in serie D, per un totale di 157 partite e 7 reti.

Elemento dotato di buona tecnica e di un ottimo sinistro, ma anche giocatore di grande personalità e di un carattere forte, veniva considerato l’allenatore in campo, doti sulle quali il tecnico Mariano Dessì faceva grande affidamento, facendolo giocare in mezzo al campo da centromediano metodista con compiti sia di interdizione che di impostazione. Lasciato il sodalizio rossoblù al termine della stagione 1976/77, ha giocato prima con il Portoscuso, per poi tornare in serie D con il Carbonia.

Conclusa la carriera da calciatore, è rimasto nell’ambiente da allenatore ed ha guidato il Carbonia in serie C/2, il Carloforte, la Fermassenti e la Sguotti. E’ morto nel mese di maggio 2019, all’età di 75 anni.

Brano tratto dal libro “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925-2002”, di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore

 

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Uno dei migliori talenti del calcio sulcitano degli anni ’70 è stato sicuramente Fulvio Cabiddu. Originario di Cortoghiana, iniziò a giocare al calcio nei NAGC del Cortoghiana, per passare successivamente alle giovanili del Cagliari. Durante il NAGC il giovanissimo Fulvio Cabiddu arrivò tra i primissimi posti a Coverciano nelle selezioni di categoria a livello nazionale. Conclusa l’esperienza con il Cagliari Primavera, passò all’Iglesias per disputare il campionato di Promozione 1971/1972.

Giocatore non molto dotato fisicamente, per il modo di giocare era considerato il classico centrocampista dai piedi buoni, utile sia nella fase di impostazione del gioco sia in quella di interdizione, nonché elemento tenace e determinato. Alla fine del campionato di serie D 1973/1974 Fulvio Cabiddu lasciò l’Iglesias per giocare con il Vittoria in Sicilia, sempre in serie D. Dopo avere contribuito a portare la squadra siciliana in serie C, rientrò in rossoblù alla vigilia del campionato 1978/1979, con l’Iglesias ancora in serie D. Ha giocato con i rossoblù 8 campionati, 2 in Promozione e 6 in serie D, per un totale di 202 presenze e 16 reti, intervallate da 4 stagioni trascorse a Vittoria. Lasciata la squadra rossoblù in Promozione alla fine del campionato 1982/1983, continuò a giocare ancora per qualche stagione con il Cortoghiana.

Abbandonata l’attività agonistica iniziò quella di allenatore, guidando tra l’altro lo stesso Cortoghiana, il Teulada, Tratalias, Rio Narcao, Carloforte e Villacidro.

Fulvio Cabiddu oggi vive a Cortoghiana, ha lavorato presso l’Azienda Regionale Trasporti (Arst), prima Fms, è in pensione dal 2018 ed è stato consigliere comunale a Carbonia.

Brano tratto dal libro “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925-2005“, di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore.

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E’ morto alle 5.00 di questa mattina, Giulio Ravot, una delle colonne della mitica Carbosarda. Originario di Iglesias, dove era nato il 23 marzo 1936, era fin da giovane diventato cittadino di Carbonia, la sua città d’adozione che non ha più lasciato. Iniziò a giocare al calcio nella Pol. Julia e tutta la sua attività, prima del passaggio alla Carbosarda, arrivato nella stagione 1957/1958, si svolse in quella società che operava nel settore giovanile, con la quale mise in luce le sue doti di difensore, sul terreno di gioco del glorioso campo “Santa Barbara”.

Arrivato alla Carbosarda, dopo un breve periodo di ambientamento, il tecnico Stefano Perati lo fece esordire nella partita con il Vigevano e bagnò l’esordio con una buona prestazione. Grande combattente, in possesso di una straordinaria forza di volontà, era difficile da superare per qualsiasi attaccante.

Dopo la stagione dell’esordio, giocò nella Carbosarda anche in quella successiva, con Bruno Molinari allenatore, ma presto iniziò il declino della favola della Carbosarda, inevitabile conseguenza della crisi dell’attività estrattiva nelle miniere di carbone.

Nell’estate del 1959, con la Carbosarda in piena crisi (ancora in serie C ma alla fine retrocessa in serie D con un bilancio di soli 13 punti, frutto di 4 vittorie, 5 pareggi e ben 25 sconfitte), accettò il trasferimento all’Akragas di Agrigento, squadra di serie C. L’esperienza da emigrante del calcio durò una sola stagione, e nell’estate del 1960 Giulio Ravot ritornò nella “sua” Carbonia, per vestire la maglia biancoblù nel campionato di serie D. Giocò Nel Carbonia fino alla stagione 1965/1966, quando dopo un grave infortunio, decise di concludere la carriera di calciatore, con un bilancio di 8 campionati con la maglia biancoblù, nel corso dei quali ha collezionato 181 presenze e 4 goal.

Iniziò subito la carriera di allenatore e guidò le Giovanili del Carbonia a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Arrivò a guidare anche la prima squadra, in serie D (1968/1969) e in Promozione regionale (1971/1972). Successivamente, allenò Decimoputzu, Portoscuso, Sant’Antioco, Villacidro e Narcao, ed ebbe un’esperienza da direttore sportivo con il Carbonia.

E’ stato tra i soci fondatori (con Toto Cesaracciu, Gianni Pusceddu, Peppino Zucca e Paolo Santoru) e primo presidente, nel 1985, dell’associazione Ex Biancoblù, nella sede della vecchia miniera di Serbariu.

Alla moglie Ida e alle quattro figlie Laura, Francesca, Gabriella e Federica, sentite condoglianze, personali e di tutto il mondo calcistico biancoblù e dell’intero Sulcis Iglesiente.

Giampaolo Cirronis

Le foto allegate sono tratte dai libri “Carbonia, Carbosarda – Passione per la squadra biancoblù”, di Franco Reina, e “Dalla Carbosarda alla Pol. Carbonia – Io c’ero”, di Elvio Verniani.

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E’ stato presentato questa sera, nella Sala Blu del Centro culturale di via Grazia Deledda, a Iglesias, il libro di Franco Reina che racchiude 80 anni di storia di calcio rossoblu Monteponi Iglesias, in 960 pagine, Giampaolo Cirronis Editore. Il calcio rossoblu dagli albori, metà degli anni Venti, al 2005, con gioie e delusioni, tra alti e bassi, attraverso la guerra, il periodo dorato gestito dall’azienda Monteponi e la fase successiva, nella quale solo la grande passione di dirigenti, tecnici e calciatori, ha permesso di continuare a coltivare la grande passione per il gioco del calcio, fenomeno sportivo ma anche sociale.

Franco Reina, già autore della storia della Carbosarda Carbonia calcio e della storia della Coppa Santa Barbara, ha condotto un lavoro di ricerca straordinario, grazie al quale è riuscito a ricostruire passo dopo passo, partita dopo partita, anno dopo anno, 80 anni di storia calcistica, con tabellini, classifiche, statistiche, aneddoti e tante, tantissime fotografie, che costituiscono una testimonianza preziosissima, il tutto racchiuso in un volume che non potrà mancare nelle librerie degli sportivi e, soprattutto, di chi quella storia ha contribuito a scriverla, da calciatore, allenatore, dirigente o anche semplice ma appassionato tifoso.

Alla presentazione erano presenti molti dei protagonisti della storia rossoblu, del passato più o meno recente. Dopo il saluto del presidente del Consiglio comunale, Daniele Reginali, e l’introduzione di Andrea Marras, il calciatore con il maggior numero di presenze, poi allenatore ed ora presidente dell’associazione Vecchie Glorie rossoblù, è intervenuto l’autore, Franco Reina. Si sono poi susseguiti numerosi interventi: da Piero Muscas, dirigente per tanti anni, che ha ripercorso il periodo della gestione di Alvaro Amarugi, a Nino Falchi, uno dei più amati, sia da calciatore sia da allenatore; da Giorgio Cuccu a Giampaolo Cau e Fulvio Cabiddu; da Rino Varsi a Francesco Massole; da Riccardo Illario a Bruno Corda.

Ma nella sala erano presenti tanti altri: da Adriano Novellini a Rino Pianta; da Mario Mureddu ad Antonello Carusi; da Pierpaolo Racugno a Paolo Atzori; da Ottavio Pisu a Ignazio Baldanza; da Franco Gallozzi a Piero Cadeddu; da Gianni Melis a Donnino Casteggio; da Aventino Cinus a Fabio Cau; da Alessandro Leone a Walter Poncellini, da Mario Cuccu a Carlo Cruccas, dirigente da circa mezzo secolo… E c’era anche la figlia maggiore del compianto Ugo Corda, scomparso recentemente.

Nel corso della serata sono stati ricordati anche i tanti protagonisti di questa storia, che purtroppo non ci sono più, dai più anziani a coloro che sono mancati negli ultimi anni: Mariano Dessì, Roberto Sequi, Gianni Giganti, Marco Congiu, Carlo Guzzetti, Chicco Rais ed il già citato Ugo Corda…

Nell’occasione, è stata presentata anche l’associazione Vecchie Glorie Iglesias Calcio, con un’esposizione di fotografie che ripercorrono la storia della gloriosa società rossoblu.