22 November, 2024
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Meeting italo-americano di Dermatologia questo weekend a Cagliari al San Giovanni di Dio. Sabato primo giugno 2019 si terrà il primo incontro italo- americano di Dermatologia che vede protagonisti la Clinica Dermatologica  diretta dal professor Franco Rongioletti con la sua equipe e una rappresentanza di dermatologi statunitensi, membri della North American Clinical Dermatologic Society (NACDS), guidati dal dottor Anthony Benedetto.
L’incontro si svolge per l’interesse che hanno dimostrato i dermatologi americani verso le patologie  cutanee tipiche del territorio, in questo caso ovviamente la Sardegna. Verranno dunque illustrate patologie come Il sarcoma di Kaposi, le micosi, le reazioni cutanee alla puntura del ragno violino e la pitiriasi rotunda che sono molto frequenti in Sardegna e di cui la Clinica Dermatologica di Cagliari ha vasta esperienza.

Da parte loro, i dermatologi americani faranno una presentazione sull’uso del botulino nella pratica clinica estetica. È previsto anche un tour guidato della parte storica dell’Ospedale San Giovanni di Dio.

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Le malattie della pelle, la psoriasi e i tumori cutanei, le terapie innovative e i farmaci di nuova generazione sono i temi importanti del congresso che si terrà a Cagliari sabato 22 settembre (T-Hotel, inizio alle 9.00).

Un ampio spazio sarà dedicato alla psoriasi che tanti problemi in passato ha dato ai dermatologi per la difficoltà di cura. Al giorno d’oggi con i nuovi farmaci biologici e non, con somministrazioni anche solo mensili si ottengono dei risultati impensabili di guarigione completa. Anche la psoriasi dei bambini così difficile da curare ha avuto impulsi terapeutici innovativi.

«Un altro successo importante è stato ottenuto nella dermatite atopica – spiega professor Franco Rongioletti, direttore della Dermatologia del San Giovanni di Dio – che oggi si sa che affligge non solo bambini ma anche pazienti adulti con l’utilizzo di un farmaco innovativo che agisce direttamente su quei meccanismi immunologici responsabili. Si tratta però di terapie che non possono fare tutti i malati ed infatti la somministrazione può essere solo fatta in Strutture di eccellenza adeguate come la Clinica Dermatologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari dove i pazienti sono adeguatamente selezionati, istruiti e seguiti.»

Un altro argomento importante sarà l’interazione della pelle con altri organi e con altre specialità medico-chirurgiche come la Reumatologia, la Gastroenterologia, la Ginecologia e l’Anatomia Patologica perché la Medicina Moderna è sempre più di ambito multispecialistico con percorsi integrati e coordinati di visita e terapia che facilitano l’assistenza dei nostri pazienti. Un altro settore fondamentale è la rivoluzione terapeutica nell’ambito dei tumori cutanei. Non solo la chirurgia ma nuove  terapie mediche sono in grado di fare regredire i carcinomi della cute senza necessariamente l’intervento  traumatico del bisturi. Per quanto riguarda il tumore più maligno che è il melanoma, i dermatologi sostenuti dalle campagne d’informazione si sono attrezzati per fare diagnosi sempre più precoci e salvare la vita dei pazienti; ma anche nell’ambito dei melanomi avanzati ci sono terapie mediche innovative che possono impedirne la diffusione o fare regredire  la diffusione di questo subdolo killer nero.  Un ampio spazio verrà infine dato alle malattie sessualmente trasmesse alcune delle quali come sifilide e lesioni da papillomavirus sono in costante aumento non solo in Sardegna ma in Italia; alle ulcere cutanee croniche delle gambe dove l’interazione medico-infermiere è indispensabile per eseguire al meglio medicazioni avanzate e ottenerne una guarigione più rapida; alle malattie che non sono solo cosmetiche come acne, rosacea o idrosadenite suppurativa che rendono difficile la vita dei pazienti  anche da un punto di vista psicologico-relazionale in tempi d’immagine come questi; alle malattie allergologiche come l’orticaria cronica; alle malattie curabili con l’uso della terapia a base di raggi ultravioletti. Infine ma non ultimo ci sarà lo spazio per le associazioni dei pazienti con malattie cutanee per sentire la loro voce diretta che stimola noi dermatologi a migliorare sempre noi stessi non solo dal punto di vista scientifico ma soprattutto umano.

 

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Si chiama Alopecia Areata ed è una malattia autoimmune che attacca i follicoli piliferi e provoca la caduta parziale o totale dei capelli o peli. Un problema serio, soprattutto per il disagio psicologico provocato da questa patologia, soprattutto se a esserne colpiti sono i giovani. Ecco perché domenica 16 settembre si svolgerà in tre città italiane (Cagliari, Roma e Bologna) l’Alopecia Areata Day con consulti e momenti informativi.

A Cagliari l’evento viene organizzato nel reparto di Dermatologia al pian terreno San Giovanni di Dio, dove dalle 9.00 alle 13.00 sarà allestito un punto di consulto e informazioni sulla malattia coordinato dal professor Franco Rongioletti, direttore della Dermatologia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, e dal suo team, con in testa la dottoressa Laura Atzori.

La giornata sarà, per malati e non, un’occasione per confrontarsi, raccontare le proprie esperienze e ascoltare i pareri degli esperti. 

Lo scopo dell’Alopecia Areata Day è quello di far conoscere i disagi che questa patologia comporta. Riconoscere l’Alopecia Areata come una malattia significherebbe migliorare la vita dei malati, i quali potrebbero godere di benefici come esenzioni e facilitazioni per le cure e per l’acquisto di protesi e parrucche, che allevierebbero il loro disagio.

La malattia colpisce circa il 2-3% della popolazione mondiale e riguarda individui geneticamente predisposti. Interessa inizialmente piccole zone del corpo prive di peli e asintomatiche,  ma più tardi si manifesta espandendosi in vaste zone del capo o in tutta la testa. Può insorgere ad ogni età ma generalmente si manifesta nell’infanzia. È compito del dermatologo prescrivere esami specifici per la diagnosi della malattia, a cui la ricerca sta dedicando sempre più attenzione.

 

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Sono più di 6.000 le persone a Cagliari e provincia affette da psoriasi, che in un terzo dei casi evolve e diventa di grado severo. Chi ne è affetto, però, spesso non ne conosce i sintomi e non si reca tempestivamente dallo specialista, con conseguente ritardo nella diagnosi e nell’inizio del percorso terapeutico che potrebbe rallentare l’evoluzione della malattia. Per informare e sensibilizzare i cittadini, per far luce sulle varie forme di psoriasi e sulle terapie, in occasione della Giornata Mondiale della Psoriasi, a Cagliari, il 29 ottobre presso il Parco della Musica, saranno allestiti gazebo informativi con medici e volontari.

Gli specialisti  saranno a disposizione del pubblico e risponderanno alle domande di chi vorrà saperne di più sulla malattia, che non è di un solo tipo. La più diffusa è quella ‘a placche’ (80-90% dei casi), ma esistono anche altre forme più rare, poco conosciute e per questo sottostimate. Una di queste è la ‘psoriasi intertriginosa o delle pieghe’, caratterizzata da chiazze rosse non desquamate sotto le ascelle, sui genitali e sull’addome di chi è in sovrappeso, fino al solco sottomammario. La forma più frequente tra gli adolescenti invece è la ‘psoriasi guttata’, caratterizzata da piccole chiazze desquamate su tronco, braccia, gambe e cuoio capelluto. Esistono poi la ‘psoriasi pustolosa’ e quella ‘eritrodermica’: la prima è caratterizzata da pustole sulle mani e piedi o diffuse al corpo, mentre nella seconda la pelle appare infiammata e arrossata, provoca prurito o bruciore ed è tra le forme più gravi. Su queste l’attenzione è ancora poco concentrata.

La maggior parte dei pazienti in cerca di risposte raramente si rivolge ai centri di riferimento (ex Psocare) dove, oltre a ricevere diagnosi tempestive, potrebbero essere presi in carico e seguiti a 360 gradi con terapie personalizzate, anche in considerazione delle frequenti comorbidità, come artrite, depressione, obesità, diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari che fanno della psoriasi una malattia sistemica. Per non parlare del supporto psicologico, fondamentale nel caso dei pazienti psoriasici, perché non si scoraggino e non abbandonino le cure.

«ll malato di psoriasi  spesso si fa prendere dallo sconforto  perché non riesce a vedere alcuna via d’uscita – spiega il prof. Franco Rongioletti, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari situata presso l’Ospedale San Giovanni di Dio – Cagliari -. Per cui, come dimostrano anche i dati, si reca sempre meno dallo specialista, aggravando notevolmente la sua situazione e precludendosi  la possibilità di venire a conoscenza delle nuove terapie. Per questo il supporto psicologico ha un ruolo fondamentale nella cura del paziente psoriasico, perché serve a far si che questi non si arrenda e non cada in depressione – come succede nella maggior parte dei casi – abbandonando le terapie. Per cui  il nostro messaggio ai pazienti è questo: aiutateci a curarvi al meglio. Oggi abbiamo a disposizione farmaci che possono migliorare moltissimo le forme gravi di psoriasi e fornire  risultati sorprendenti ed impensabili fino a pochi anni fa. Quindi, soprattutto nel momento della diagnosi, non fatevi prendere dall’ansia: fatevi visitare perché quando si “diagnostica” la malattia  allo stadio iniziale è più facile tenerla sotto controllo impedendole di evolversi e di coinvolgere gli altri organi. Se vi affidate agli specialisti e seguite tutte le loro indicazioni, potrete essere realmente parte attiva nella vostra  terapia  e fare la differenza. Alla Clinica Dermatologica di Cagliari c’è un ambulatorio dedicato esclusivamente alla diagnosi e terapia della psoriasi che funziona a pieno ritmo cercando di offrire tutte le attenzioni e le cure che sia la malattia che lo stato psicologico del paziente richiedono.»

«Il risultato – afferma Mara Maccarone, presidente di Adipso – è che 8 pazienti su 10 sono delusi dalle cure e quasi 9 su 10 le abbandonano, cadendo in depressione nell’ 80% dei casi. Sono dati certificati da interviste svolte durante la giornata mondiale dello scorso anno a più di 5000 pazienti. Un’ulteriore conferma viene dal costante calo di presenze nei centri italiani: in pochi anni siamo scesi da 12mila a 6mila. Per questo è fondamentale creare una inversione di tendenza facendo tanta informazione: vogliamo colmare il grave gap di comunicazione e informazione tra chi soffre e chi può offrire le cure necessarie, per cui bisogna spronare i malati a recarsi nei centri di riferimento presenti sul territorio. Questa “rete” infatti offre tutti i mezzi per curarsi a patto di non abbandonare i percorsi terapeutici che possono essere rimodulati sul paziente fino a trovare le cure più efficaci.»

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Dermatologi di tutta la Sardegna a congresso a Cagliari sabato 20 maggio: l’assise regionale si terrà al THotel, con inizio alle 9.00. I lavori saranno coordinati da Franco Rongioletti, direttore della Clinica Dermatologica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, che patrocina l’evento.

Parteciperanno i più importanti medici della Sardegna e sarà anche l’occasione per fare il punto sulle principali patologie e le casistiche registrate nell’Isola.

Si parlerà anche di dermatologia e ginecologia, di dermatologia pediatrica e di malattie infettive.

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Quindici casi di sifilide in poco più di due mesi, 31 dall’inizio dell’anno. Nel 2015 erano stati 9 in in dodici  mesi. Numeri preoccupanti, registrati dal Centro  per le malattie sessualmente trasmissibili  della Clinica Dermatologica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, e che segnano un picco mai registrato prima. I 15 pazienti che si sono presentati negli ambulatori del San Giovanni di Dio hanno contratto la malattia per rapporti orali non protetti:  sono giovani e comunque tra i 20 e i 40 anni, tutti uomini, più della metà hanno dichiarato di avere contratto l’infezione attraverso rapporti omosessuali.

«Si tratta di una malattia molto contagiosa – dice Nazareno Pacifico, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari – ed è facilmente trasmissibile con tutti i tipi di rapporti non protetti. Questo è un punto fondamentale: è un problema che interessa sia chi ha rapporti eterosessuali sia omosessuali non protetti e, in particolar modo, occasionali. I dati parlano chiaro: aumentano le malattie sessualmente trasmissibili e si abbassa l’età dei pazienti: in particolare sono i giovani e i giovanissimi a esserne colpiti. È importante diffondere una corretta informazione sanitaria in particolare tra i giovani perché le malattie trasmissibili sessualmente non devono essere sottovalutate e possono essere tranquillamente prevenute».

«La sifilide – spiega il professor Franco Rongioletti, direttore della Clinica Dermatologica – è provocata da un batterio chiamato Treponema pallidum che provoca una malattia dapprima localizzata nel punto in cui il batterio penetra e che tende poi a diffondersi a tutto l’organismo». La malattia si sviluppa generalmente in  due fasi. Nelle prime settimane dopo il contagio, compare un’ulcera non dolorosa nei genitali o nella bocca. «Soprattutto se all’interno della bocca – dice ancora professor Rongioletti – questa piaga può essere scambiata per un’afta. Dopo qualche mese però sulla pelle compaiono macchie che possono assumere le più svariate forme. Le macchie sono generalmente sul palmo delle mani, su piedi, tronco, regione anale, genitali e bocca e sono talvolta accompagnate da febbre, stanchezza e dimagrimento, ingrossamento delle ghiandole linfatiche, dolori alle articolazioni, disturbi alla vista, in qualche caso perdita di capelli».

Da gennaio a oggi, i casi di sifilide diagnosticati dalla Clinica Dermatologica del San Giovanni di Dio dell’Aou di Cagliari sono stati, dunque, 31. In diciotto hanno dichiarato di aver contratto la malattia a causa di rapporti omosessuali non protetti e in un caso il paziente era Hiv positivo. Negli altri 14 casi, i pazienti si sono dichiarati bisessuali (3) ed eterosessuali (9). Una persona non ha voluto dichiarare il tipo di rapporti.

«Il consiglio – spiegano il professor Rongioletti e la dottoressa Roberta Satta, medico del Centro – è di non abbassare mai la guardia nei confronti delle malattie sessualmente trasmissibili, avere sempre rapporti sessuali protetti e di rivolgersi immediatamente al dermatologo in caso di comparsa di lesioni nelle zone genitali e orali.»

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Le malattie sessualmente trasmissibili sono in crescita in Sardegna e a Cagliari. Sono molte le figure professionali coinvolte dall’assistenza a queste patologie, che così profondamente colpiscono la sfera più intima della vita delle persone. Per confrontare le proprie esperienze e, soprattutto, aprire un dialogo sulle criticità che sono potenzialmente migliorabili la Clinica Dermatologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari, diretta dal professor Franco Rongioletti ha organizzato (domani venerdì 13, con inizio alle 15.00, e sabato 14 novembre, dalle 9.00 alle 14.00) un corso di aggiornamento multidisciplinare, accreditato ECM (piattaforma ECM-Sardegna Salute per le iscrizioni).

Il corso, organizzato dalla dottoressa Laura Atzori, ricercatore dell’Università di Cagliari, prevede la partecipazione oltre che dei dermatologi, dei chirurghi, urologi, ginecologi, microbiologi, infettivologi e ricercatori che a vario titolo da anni si occupano di queste patologie. Nella giornata conclusiva verranno presentati i contributi delle Associazioni di pazienti ed Organizzazioni Umanitarie che hanno aderito all’iniziativa. Il corso si terrà nel complesso Didattico di Monserrato (piano zero, Aula E, asse 2).