22 December, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato il bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio. 

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le dichiarazioni di voto finali sulla manovra finanziaria.

Prima degli interventi dei consiglieri il relatore del provvedimento Franco Sabatini (Pd) ha sollecitato in base all’art.89 del Regolamento alcune modifiche a due emendamenti approvati in precedenza, riguardanti le procedure dei Resi (reddito di inclusione sociale) e la scadenza dei corsi destinati alle guide turistiche. Le proposte di modifica sono state accolte.

Aprendo la serie delle dichiarazioni di voto, il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra sarda), favorevole, ha parlato di «un bilancio appesantito per il 98% dalle spese correnti, mentre il resto è stato lasciato ad iniziative di singoli consiglieri, ad eccezione delle misure del Piano lavoro che ha una dotazione finanziaria pari al doppio di quanto destinato a pastori». Ma più che alla quantità delle risorse, ha suggerito Anedda, «è necessario rivolgere molta attenzione all’utilizzo corretto delle risorse perché nel sistema regionale ci sono ancora sprechi ed inefficienze, solo in questo modo si libereranno risorse vere per sviluppo e lavoro».

Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, ha sostenuto che quella in esame «non è certo la nostra finanziaria purtroppo lacunosa in settori molto importanti per la Sardegna come trasporti, risorse idriche e programmazione territoriale». Forse, ha proseguito, «gli unici interventi positivi sono quelli sul lavoro perché voluti dal Consiglio; per il resto abbiamo una sanità vicina al collasso nel silenzio della maggioranza e della Giunta mentre proliferano le nuove strutture che determineranno molto probabilmente altri 150 milioni di euro di costi aggiuntivi per tacere dei soldi spesi per appetiti personali di consiglieri o amici».

Roberto Deriu, vice capogruppo del Pd, ha detto di non capire perché la manovra non possa appartenere «anche all’opposizione che ne ha condiviso e votato molte parti; nel documento, a nostro giudizio, c’è finalmente la risposta a problemi antichi dell’Isola, a partire dagli studenti poveri ma meritevoli che potranno accedere agli studi universitari, mentre durante la giunta Cappellacci la metà degli idonei è rimasta fuori; ora da 2 anni tutti i beneficiari hanno le borse di studio e per l’anno prossimo ci saranno 1000 borse di studio in più, risultato eccezionale merito di tutto il Consiglio».

Emilio Usula (Misto-Rossomori), contrario, ha affermato che avrebbe preferito avere qualche dubbio a fronte di un giudizio sulla manovra totalmente negativo a parte i tempi di approvazione. Il problema, ha affermato, «è che comunque gli interventi saranno molto limitati su povertà estreme e famiglie ai margini della vita sociale, lavoro e disoccupazione ancora troppo alte per giovani e donne con molti ragazzi costretti in un quadro in cui è ancora altissimo l’ed abbandono scolastico». Sarebbe stato meglio, ha concluso, «ascoltare di più la Sardegna per capire la realtà e rendersi conto che la Regione è in condizioni drammatiche, il divario con la penisola resta preoccupante e lo stesso piano lavoro è una polverizzazione di misure senza strategia».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha sostenuto che «questa finanziaria è la migliore possibile in questo momento difficile e si danno finalmente alcune risposte concrete nonostante l’atteggiamento negativo dello Stato sugli accantonamenti che grida ancora vendetta con la risposta inaccettabile di appena 15 milioni». Credo molto al progetto LavoRas, ha aggiunto, «che ha visto aumentare le risorse ed auspico che una regia efficiente garantisca la spesa dei fondi disponibili con la massima celerità».

Per Forza Italia Edoardo Tocco ha messo in evidenza che «si tratta di una finanziaria che lascia una profonda amarezza perché manca di una prospettiva convincente ed è piena di contraddizioni come quella dell’assessore che vuole impiegare i fondi per il lavoro in attività di integrazione dei migranti». Resta, ha concluso, «il problema strategico di una Giunta incapace di guardare avanti; i sardi hanno capito ed un primo acconto arriverà il prossimo 4 marzo».

Il consigliere del Pd Walter Piscedda, favorevole, «l’intervento del Consiglio è stato molto significativo rispetto alla proposta originaria, in piena collaborazione con la Giunta e l’intera maggioranza, e contiene interventi tutt’altro che banali, misure strutturali su lavoro, istruzione e sulle politiche sociali».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, contrario, ha parlato di una manovra «non all’altezza delle aspettative e delle esigenze dei sardi, che non ha convinto nemmeno la maggioranza, una manovra che con la corsa agli emendamenti ha corretto solo parzialmente l’impianto della legge, senza tracciare un nuovo modello di sviluppo per la Sardegna dove lavoro, disoccupazione e continuità restano i grandi mali della Sardegna». La nostra percezione, ha concluso, «è la stessa delle categorie produttive, delle forze sociali, di associazioni e dei semplici cittadini: in sintesi pochi soldi, troppa burocrazia, niente coraggio».

Il consigliere Paolo Zedda di Art. 1 – Mdp ha osservato sul piano generale che «approvare la finanziaria entro l’anno sarà un fatto positivo che determinerà una profonda differenza rispetto al passato; inoltre quest’anno si è data attuazione, sia pure parziale, ai principi del bilancio armonizzato, cioè il Consiglio ha svolto il suo ruolo di indirizzo lasciando alla Giunta la definizione di dettaglio ed inoltre è positivo l’impegno sull’istruzione con una dispersione scolastica calata dal 25 al 18%, dato eccezionale che fra l’altro apre spazi importanti per diminuire la disoccupazione».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha parlato di una finanziaria «che lascia poco spazio alla fantasia con troppe rigidità, fondi a destinazione vincolata e troppe marchette, perché è vero che le risorse sono poche ma questo è frutto di un rapporto sbagliato con lo Stato a causa della decisione di Soru nel 2006 di mettere a carico della Regione spese ingenti come la sanità, che quest’anno crescerà ancora». Occorre invece una inversione di tendenza nei rapporti Stato-Regione, «per ribaltare, fra gli altri, anche l’accordo-porcheria sulle servitù militari che non ha alcuna ricaduta positiva su nessun fronte, ad esempio la Sardegna ha un indotto della presenza militare di circa 140 milioni mentre la Sicilia più di 600».

Per Gianmario Tendas (Pd), favorevole, «prima di tutto va sottolineato che è stato scongiurato l’esercizio provvisorio ma poi, nel merito, vedo una manovra coerente con le linee politiche e programmatiche dell’amministrazione di centro sinistra su scuola con infrastrutture ammodernamento e didattica, lavoro con un programma di ampio respiro e politiche sociali con un forte incremento delle risorse disponibili: tuttavia serve molta attenzione sulle procedure tecnico-burocratiche per assicurare qualità e velocità della spesa».

Il consigliere dell’udc Giorgio Oppi, contrario, dopo essersi detto meravigliato  per le troppe mancette, ha accusato la Giunta di scarsa autorevolezza e di aver più volte disatteso le scelte del Consiglio a cominciare dalla sanità, «settore molto malato con le persone peggiori collocate nelle posizioni migliori, con un deficit in aumento e con il rebus del Mater Olbia dove bisogna ripartire da capo perché tutto è scaduto il 31 dicembre e forse i posti non ci sono più».

Il capogruppo del Cps Pierfranco Zanchetta, favorevole, ha espresso soddisfazione per la tempistica nell’approvazione, senza enfasi ma con realismo, «di una manovra che assicurerà prospettive migliori ai sardi, respingendo visioni catastrofistiche che non fanno che peggiorare il clima della comunità regionale». Questa finanziaria, ha aggiunto, «è in sintonia con i sardi per sviluppo, lavoro con un provvedimento concreto come LavoRas, istruzione ed attenzione alle fasce più deboli, fermo restando che il 2018 dovrà essere quello della rinegoziazione degli accantonamenti con lo Stato».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), contrario, ha detto che «la legge non può essere la nostra perché ancora una volta il Consiglio ha perso una buona occasione per sganciarsi dalla competizione elettorale, pur avendo approvato interventi su alcuni temi importanti come diritto allo studio ed agricoltura senza però affrontare i veri nodi dello sviluppo». La stessa spesa sociale in aumento, ha lamentato Truzzu, «non è cosa di cui essere contenti perché vuol dire che non ci sono prospettive di crescita; inoltre si è sbagliato nel non ascoltare le nostre proposte in materia di spopolamento e sostegno alla natalità, lasciando spazio a tesi bizzarre come quella dell’assessore Arru che sbaglia anche concettualmente perché i migranti sono tutti uomini e non possono dare alcun contributo positivo alla lotta contro lo spopolamento».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, contrario, ha messo l’accento «su un fatto nuovo che la Giunta ha trattato come sempre, cioè che è iniziato l’ultimo anno della legislatura ed il prossimo 4 marzo ci saranno le elezioni politiche». Purtroppo, ha continuato, «la pioggia di emendamenti dimostra che ha prevalso la volontà di tornare sul territorio con qualcosa in tasca dalla ristrutturazione di una chiesa o dal sostegno ad un premio di poesia; gli stessi ordini del giorno in coda alla finanziaria (quasi tutti della maggioranza) su temi importantissimi per la Sardegna sono il segnale che le risposte davvero importanti non sono arrivate».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, contrario, ha definito «la finanziaria senza risultati che lascerà tutto come prima, se non peggio, con cittadini di serie A e di serie B, questi ultimi sacrificati e dimenticati per l’ennesima volta come quelli di Ottana; e poi famiglia, povertà, giovani, politiche sociali, componenti della società sarda che confermeranno la posizione della nostra Regione come fanalino di coda incapace di far rialzare la schiena alla comunità regionale».

Sempre per i Riformatori il capogruppo Attilio Dedoni, contrario, ha criticato la scarsa attenzione della Regione nella ricerca di nuove forme di finanziamento da parte Stato, «anzi abbiamo assistito ad una ritirata generale e ad una resa senza condizioni con la rinuncia ai ricorsi». E’mancata insomma, secondo Dedoni, «la capacità di una programmazione forte capace di guardare al futuro con fiducia e si è preferito ripiegare su piccoli favori a piccoli gruppi di interesse trascurando sviluppo, trasporti e soprattutto sanità che, come dicono tutti i sardi, fa schifo».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Fi) ha annunciato voto contrario ed ha definito la finanziaria “deludente e senza strategia politica, influenzata dal clima elettorale”. «Mi sarei aspettato politiche più importanti per i giovani, i trasporti e il turismo – ha aggiunto l’esponente della minoranza – ed invece avete ricercato solo il consenso a breve». Fasolino ha dichiarato di apprezzare il piano “Lavoras” ed i tempi con i quali si è proceduto nell’approvazione della manovra: «Ma questa manovra non è la “nostra” perché la nostra manovra la faremo il prossimo anno». Mariano Contu (Fi) ha annunciato voto contrario («questa finanziaria di fine legislatura avrebbe dovuto elencare risultati piuttosto che proposte») ed ha lamentato ritardi nelle politiche del lavoro e dello sviluppo.

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha espresso soddisfazione per lavoro svolto in commissione e in Consiglio («abbiamo migliorato una manovra già bene impostata dalla Giunta») ed ha evidenziato in termini positivi i dati Istat sul lavoro  e l’economia. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato alcuni significativi stanziamenti per il diritto allo studio, il Reis (45 milioni), l’agricoltura (90 milioni complessivi in pochi mesi) e  100 milioni di nuove risorse per il lavoro. «Abbiamo fatto molto per la Sardegna – ha concluso Sabatini – e moltissimo per aiutare chi è più in difficoltà».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha salutato con favore i tempi di approvazione della manovra («bene il mancato ricorso all’esercizio provvisorio») ed ha definito la manovra “un  documento di bilancio in linea con l’esigenze della società sarda”. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato i postivi giudizi espressi dai rettori delle Università e dai sindacati ed ha evidenziato i “segnali di ripresa che si registrano nell’Isola” ad iniziare dal Pil e dall’occupazione.

«Via autopromuovete e vi incensate ma dimenticate di dire che cosa hanno prodotto di positivo le vostre  quattro finanziarie approvate dall’inizio della legislatura». Così il capogruppo Fi, Pietro Pittalis, ha preannunciato il voto contrario del gruppo ed ha insistito sui ritardi nella ripresa che si registrano in Sardegna. Per il lavoro, l’esponete della minoranza, ha parlato di “dati drogati dal lavoro stagionale e turistico” ed ha insistito sulla drammatica situazione occupazionale ad Ottana. «Descrivete una Sardegna che non esiste – ha concluso il capogruppo – e il giudizio sul vostro operato lo daranno i sardi il prossimo 4 di marzo».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha posto in votazione la legge di Stabilità  2018 e successivamente il bilancio di previsione triennale 2018-2020 e la Manovra 2018-2020 è stata approvata con 28 favorevoli e 16 contrari.

Si è quindi passati all’esame del bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio regionale che è stato illustrato dal questore Fabrizio Anedda (Misto) che ha rimarcato l’avanzo di 11 milioni di euro nel 2017. Il consigliere del Pds, Piermario Manca ha chiesto lumi sulla mancata spendita di tale consistente cifra ed il presidente Ganau ha evidenziato che si tratta di somme accumulate anche nelle passate legislature.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, annunciando voto favorevole al bilancio del Consiglio non ha mancato di rappresentare  una serie di criticità in ordine al personale ed alla mancata espletazione di bandi e gare. Oppi ha inoltre denunciato il mancato riconoscimento ai consiglieri regionali in aspettativa dei contributi lavorativi. Una lamentazione ripresa anche dai consiglieri Mario Tendas (Pd) («chi è qui in aspettativa deve percepire i contributi previdenziali, come accade a qualunque altro lavoratore») e Roberto Desini (Pds) che ha auspicato nuove formule per il reperimento dei collaboratori dei consiglieri regionali ed ha annunciato un voto di astensione. Il questore Alessandro Unali (Pds) ha assicurato l’impegno del collegio dei questori per risolvere il problema contributivo ed ha rimarcato al restituzione delle somme alla Regione perché non spese. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha invece denunciato il paradosso che vede l’associazione degli ex consiglieri regionali disporre di risorse per l’organizzazioni di incontri e convegni mentre ai gruppi consiliari non è riconosciuto alcuno stanziamento per la promozione dell’attività politica («sono contrario ad un ritorno ai sistemi di gestione del passato ma si possono ipotizzare soluzioni adeguate alle necessità dei gruppi politici»). Pittalis ha concluso auspicando tempestivi interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio “così da restituire dignità alla casa di tutti i sardi”.

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha quindi fornito alcune delucidazioni assicurando interventi in sede di contrattazione sindacale “per porre fine alla discrepanza stipendiale tra categorie paritarie di lavoratori in Consiglio” ed ha concordato sulla necessità di un’idonea collocazione per gli autisti. Il presidente ha anche annunciato la dotazione di defibrillatori semi automatici ed ha ricordato che sul tema dei contributi per i Consiglieri è già incardinato un provvedimento che potrà essere esitato in tempi brevi. Gianfranco Ganau ha quindi ricordato l’attivazione di alcuni concorsi per l’assunzione di nuovo personale ed ha rassicurato sugli interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio regionale.

Il consigliere Pds, Piermario Manca, si è detto “non completamento soddisfatto” ed ha confermato il voto di astensione. Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il quadro riepilogativo delle entrate; quindi il quadro riepilogativo delle spese e la tabella riassuntiva e poi si è tenuta la votazione finale che ha sancito l’approvazione del documento con 28 voti favorevoli. 

Il presidente ha quindi dichiarato chiusa la seduta ed ha convocato il Consiglio per martedì 16 gennaio, alle 16.00.

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Il Consiglio regionale, nella seduta di questa mattina, ha approvato nove ordini del giorno collegati alla Manovra Finanziaria.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con particolare riferimento agli ordini del giorno presentati sulla manovra finanziaria.

Prima di affrontare il contenuto dei singoli documenti, il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha ricordato sia il recente incontro dei capigruppo con delegazioni dei lavoratori di Ottana Polimeri ed Ottana Energia e, soprattutto, le 50 lettere di licenziamento ricevute dagli ex dipendenti di Ottana Energia. «In sede di capigruppo – ha affermato Cocco – abbiamo assunto impegni precisi per verificare ogni possibilità, anche attraverso l’intervento di Invitalia, di inserire questi lavoratori nei benefici degli ammortizzatori sociali ed in tal senso sento il dovere di sollecitare l’azione forte ed incisiva del presidente della Regione».

Il relatore di maggioranza della manovra finanziaria Franco Sabatini (Pd), ai sensi dell’art. 89 del Regolamento, ha chiesto di poter modificare alcune parti delle disposizioni in via di approvazione in sede di coordinamento legislativo finale.

Il presidente Ganau ha spiegato che l’intervento potrà essere effettuato al termine degli scrutini sugli ordini del giorno.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame del primo ordine del giorno (primo il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto, del Pd) che riguarda la destinazione alle marinerie sarde del surplus delle quote-pesca del tonno stabilite dall’Unione europea.

Illustrando il documento Luigi Lotto ha affermato fra l’altro che «occorre evitare il rischio la redistribuzione sia articolata solo all’interno delle vecchie quote ignorando la realtà delle marinerie sarde che invece devono essere coinvolte, per cui è necessario sollecitare il Governo nazionale a tenere conto del ruolo dei pescatori sardi».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha chiesto di apporre la firma del suo gruppo al documento.

Adesione anche da parte del consigliere Mariano Contu, di Forza Italia, che ha ricordato complesse vicende precedenti quando, nel 2012, le marinerie siciliane e campane cercarono addirittura di monetizzare la cessione di quote agli operatori sardi. Ora i presupposti sono diversi, ha osservato, «per le aperture dell’Unione europea ma è necessario che la Regione si adoperi presso il ministero per tutelare le esigenze della Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha annunciato la sottoscrizione del suo gruppo «per sanare un’ingiustizia che colpisce una Regione dove la pesca del tonno è ben organizzata».

Condivisione anche da parte di Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, secondo la quale però l’ordine del giorno «è molto limitato e non valorizza appieno le tonnare fisse della Sardegna, per questo l’assessore Pierluigi Caria deve difendere con forza le tonnare di Carloforte e Portoscuso, le uniche tonnare in Italia che non possono essere le ultime della classe e con le quote attuali non sono economicamente sostenibili».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha annunciato la sottoscrizione della proposta.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, aderendo alla proposta, ha tenuto a sottolineare che «manca una politica estera dell’Italia in materia economica in un panorama Mediterraneo in cui molti paesi nord Africa applicano con disinvoltura le regole della pesca; in altre parole serve più presenza nella Ue per sostenere politiche serie a favore della nostra economia, ora c’è un residuo di quote da distribuire nella Ue e dobbiamo reclamarlo con determinazione».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato la sua firma «con l’auspicio che possa essere avviata una politica nuova per il rilancio dell’economia locale della Sardegna».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha parlato di «un riequilibrio necessario nelle quote pesca, frutto di una battaglia iniziata da tempo anche con l’istituzione dei distretti del tonno rosso e delle tonnare fisse, per cui serve maggior attenzione della Regione e più sostegno all’azione dei parlamentari sardi perché i risultati positivi auspicati non sono ancora arrivati».

Illustrando il parere della Giunta, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci si è espresso in senso favorevole, sottolineando che «si tratta di un intervento necessario in un settore di grande importanza per Sardegna».

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 40 favorevoli.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame del secondo ordine del giorno (Gaia e più) in materia di superamento del precariato nella pubblica amministrazione.

Presentando la sua proposta il consigliere Antonio Gaia (Cps), ha messo l’accento sull’esigenza «di risolvere un problema molto presente non solo nella sanità ma in tutta la pubblica amministrazione secondo gli indirizzi della riforma Madia, e soprattutto di accelerare, soprattutto in sanità dove il precariato dura da troppo tempo determinando situazione anomale come quella del Binaghi di Cagliari dove il centro contro la sclerosi multipla si regge di fatto sul lavoro dei precari».

Il consigliere Francesco Agus (Campo progressista), ha auspicato tempi molto brevi «per incidere su una situazione comune a tutta la pubblica amministrazione negli ultimi 10 anni dopo il blocco delle assunzioni; la Regione ha approvato la legge 37 in anticipo rispetto alla riforma nazionale, ma occorre garantire pari opportunità alle amministrazioni  e processi virtuosi a cominciare dalla sanità dove, su un organico di 16.000 unità sono coperti solo 14.688 posti».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, ha sostenuto che il documento è di grande attualità «dopo la finanziaria regionale che prevede la proroga delle graduatorie in scadenza al 31 dicembre 2017». Quanto alla sanità, ha aggiunto, «bisogna fronteggiare una vera emergenza applicando le nuove norme senza perdere altro tempo e impedendo la prosecuzione dei rapporti con lavoratori interinali che hanno congelato professionalità importanti».

Il presidente della commissione Lavoro Gavino Manca (Pd) ha ricordato che «la Regione ha fatto molto con la legge 37 dando a molti sardi una opportunità importante che va traslata sul settore sanitario, nel quale servono oltre 2.000 unità e già da gennaio si possono fare almeno 1.000 assunzioni, in parte assorbendo il precariato ed in parte con concorsi pubblici».

Il consigliere di Forza Italia Mariano Contu, apprezzando l’iniziativa del collega Gaia, ha definito «doveroso da parte della Regione intervenire su questa materia perché dal superamento precariato non si può escludere la sanità anche perché la legge lo prevede ed, in sede di riforma della rete ospedaliera, tutti abbiamo sottolineato le gravi carenze di personale che richiedono un provvedimento conseguente sulle stabilizzazioni».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, favorevole, ha definito l’iniziativa di Gaia molto concreta e tuttavia, ha osservato, «l’ordine del giorno lascia un po’ il tempo che trova perché la sanità è vicina al collasso e funziona molto peggio di prima proprio a causa della gravi lacune delle piante organiche, altro che ripopolare la Sardegna con immigrati utilizzando tesi sociologiche da quattro soldi».

Illustrando il parere della Giunta, il vice presidente Raffaele Paci ha ricordato che «la Giunta è impegnata nel piano di stabilizzazioni compreso ovviamente il sistema sanitario nel rispetto delle norme nazionali».

Prima del voto, la consigliera del Pd Rossella Pinna ha proposto un emendamento orale per eliminare dal documento il riferimento ai contratti flessibili che, a suo avviso, «potrebbe lasciare aperte forme contrattuali a tempo determinato e interinali».

Il Consiglio ha accolto l’emendamento e, a seguire, ha approvato l’ordine del giorno con 44 voti.

Al termine dello scrutinio l’Aula ha iniziato la discussione sul terzo ordine del giorno, primo firmatario il consigliere del Pd Salvatore Demontis, sui trasporti e, in particolare, sulla destinazione delle economie provenienti della cosiddetta Ct1 all’abbattimento dei costi di trasporto, aereo e non, a favore degli studenti sardi.

Illustrando il documento, Salvatore Demontis ha ricordato che «già nel 2017 la quarta commissione, discutendo sui criteri della nuova continuità, indicò una tariffa minima uguale per tutti con destinazione e Roma e Milano, ma emerse anche una posizione differenziata per una tariffa più alta per non residenti con la produzione di economie e l’utilizzo di risparmi di 20 milioni per abbattere i costi di trasporto per gli studenti». La questione torna attuale, ha sostenuto, «perché la Ue chiede proprio di differenziare le tariffe che, se applicate in modo piatto, potrebbero violare le regole della libera concorrenza».

Il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha affermato che «le intenzioni sono buone ma il problema di oggi è un altro perché il 9 giugno scade la continuità e siamo a terra con la stagione turistica perché non ci saranno aerei, altro che riduzione tariffarie!». In particolare, inoltre, secondo Michele Cossa «gli studenti non chiedono tanto tariffe più basse ma mezzi e collegamenti perché l’Arst non arriva, non parte o non raccoglie tutti i passeggeri in attesa».

Per i Riformatori il consigliere Luigi Crisponi ha messo in luce che «le emergenze dei trasporti sono ben altre e sono molto preoccupato per le dichiarazioni dell’assessore Careddu che parla di febbraio e ottobre, mostrando molta impreparazione su un tema che invece rappresenta un pilastro dell’economia regionale; a febbraio i contratti sono già chiusi e ad ottobre c’è la nuova programmazione di tutto il sistema turistico, per cui siamo di fronte ad una tempistica inaccettabile che danneggia ulteriormente l’economia sarda».

Il consigliere dei Rossomori Emilio Usula ha proposto, con un emendamento orale, che le previste agevolazioni a favore degli studenti sardi siano estese a quanti (anche non sardi) frequentano il sistema regionale dell’istruzione.

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha parlato di una «iniziativa condivisibile ma attuata con uno strumento non adatto come l’ordine del giorno, perché sui trasporti serve una discussione mirata in commissione che non può essere elusa, facendo finta di dimenticare i fallimenti della Giunta in materia di trasporti».

Piermario Manca, del Pds, si è espresso positivamente sul documento, affermando che «in qualche modo ci stiamo portando avanti il lavoro utilizzando le economie per gli studenti, scelta giusta e positiva che va estesa anche ad altri sistemi di trasporto».

Sempre per il Pds il consigliere Roberto Desini ha definito l’ordine del giorno condivisibile, invitando però il Consiglio a «non dimenticare la legge approvata ad agosto all’unanimità, per abbattere i costi delle società sportive per le trasferte nelle isole minori, una legge ancora vergognosamente non applicata, per cui chiedo di bloccare i fondi al Coni regionale finché non si rispetta la legge».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato il collega Demontis a ritirare il documento, «la cosa più seria considerando il dibattito su una materia complessa sulla quale è utile una approfondita riflessione in commissione, anche perché mentre assessore va in pellegrinaggio per l’isola il 9 giugno rischiamo di perdere tutto, nel bene e nel male». Quanto ai benefici destinati agli studenti, Pietro Pittalis ha affermato che «è sbagliato estrapolare un intervento solo per una categoria di fronte di fronte ai rischi di tutto il sistema e comunque, nel merito, con riferimento alle agevolazioni per i non residenti, la Giunta deve dire qualcosa di chiaro sulla competitività turistica della nostra Regione».

Il consigliere Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp) ha annunciato la sua adesione al documento, soprattutto per la condivisione del principio di differenziazione della tariffe fra residenti e non residenti.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha affermato di sostenere l’ordine del giorno pur riconoscendo la necessità di un dibattito ampio in commissione. Le criticità sulla differenziazione della tariffe ci sono, ha spiegato, «bisogna fare ragionamenti seri sugli studenti come su altre categorie, attivando possibilmente un effetto moltiplicatore che si trasferirà anche alle società sportive come auspicava il collega Roberto Desini, estendendo il discorso anche al cabotaggio marittimo per rimuovere disparità che grava sui residenti nelle isole minori».

La consigliera del Pd Rossella Pinna ha annunciato la sua firma all’ordine del giorno.

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha dichiarato che quello delle tariffe agevolate di trasporto per gli studenti è un argomento importante ma, ancora di più, è importante il tema complessivo della continuità territoriale sul quale l’Esecutivo è attivamente impegnato.

Prima del voto il presidente Gianfranco Ganau ha sottoposto all’Aula l’emendamento orale del consigliere Emilio Usula sull’estensione dei benefici anche agli studenti non sardi, che è stato accolto. Quindi ha messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato con 29 voti favorevoli.

L’aula è quindi passata all’esame dell’ordine del giorno n. 4 (Sabatini – Pittalis e più) sull’esclusione del territorio dell’Ogliastra dalle zone economiche speciali e dal progetto di metanizzazione.

«Il tema è emerso ieri in un convegno organizzato dalla Cisl in Ogliastra – ha detto Franco Sabatini – c’è preoccupazione per il mancato inserimento di questi territori nel “Decreto Sud”. Sappiamo che la Giunta sta predisponendo il Piano Strategico, chiediamo che venga inserita anche l’area industriale di Arbatax tra le zone economiche speciali». Il secondo tema riguarda invece il progetto di metanizzazione della Sardegna: «Anche in questo caso viene esclusa l’area dell’Ogliastra – ha aggiunto Franco Sabatini – eppure i 23 comuni ogliastrini sono stati i primi a creare la rete di distribuzione del gas propanato. Noi chiediamo che tra le aree individuate per la l’installazione dei depositi costieri di gas metano sia inserito anche il porto di Arbatax. In questo modo potremmo servire il porto e distribuire il metano nei comuni».

Sostegno alla proposta è arrivato da capogruppo del Pds Gianfranco Congiu (Pds): «Parlare di Zes in Ogliastra offre l’opportunità per riaprire la discussione sulla fiscalità di vantaggio. Questo Consiglio ha deciso di istituire una commissione ad hoc. Abbiamo nominato i quattro componenti politici che integreranno la parte tecnica. E’ uno strumento importante per dare risposte alle richieste contenute nell’ordine del giorno».

Anche per il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si tratta di un ordine del giorno particolarmente importante. «Non è un odg come gli altri, è un documento che indica un impegno preciso alla Giunta da tradurre in atti concreti. Ci sono circa 200 milioni nella finanziaria nazionale per questi interventi – ha sottolineato Pietro Pittalis – non ci saranno grandi ricadute per la Sardegna ma sarebbe un segnale di attenzione per territori marginali come quello ogliastrino».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, dopo aver espresso condivisione per l’ordine del giorno, ha ribadito la necessità di riprendere il tema della fiscalità di vantaggio, «argomento trascurato dalla Giunta e che invece è decisivo per lo sviluppo dell’Isola».

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci, a nome dell’esecutivo, ha espresso parere favorevole all’ordine del giorno. «Il porto di Arbatax sarà inserito all’interno delle Zes – ha assicurato Raffaele Paci – nelle scorse settimane c’è stato un incontro con i rappresentanti dei Consorzi industriali al quale ha partecipato anche Arbatax. La Giunta ha ottenuto dal Governo un ampliamento del decreto di attuazione delle Zes. C’è la possibilità di inserire tutti e sei i porti sardi. Anche sul metano stiamo lavorando: il Piano energetico prevede la costruzione di depositi costieri, ci sono ragionamenti anche su Arbatax. Il deposito sarà poi collegato alle reti urbane esistenti».

Messo in votazione l’odg è stato approvato all’unanimità (44 voti a favore su 44 votanti). Il documento impegna la Giunta a inserire nel piano strategico di attuazione delle Zes il porto e la zone industriale di Arbatax, anche attraverso l’azione e il coinvolgimento delle Autorità Portuali, il Consorzio industriale e tutti gli altri attori interessati. L’ordine del giorno impegna inoltre il presidente della Regione a intervenire in maniera incisiva nei confronti del governo al fine di inserire nel piano di metanizzazione dell’Isola i territori dell’Ogliastra.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi messo in discussione l’ordine del giorno n. 5 (Lotto e più) sullo stato di attuazione del Piano di eradicazione della peste suina africana.

«E’ un tema serissimo che affrontiamo da oltre 40 anni – ha detto il primo firmatario Luigi Lotto (Pd) – è una questione complessa di difficile soluzione che incide sull’economia regionale e nazionale. La Giunta ha dato un’accelerazione all’azione di eradicazione della malattia. Gli abbattimenti delle ultime settimane hanno dimostrato che quasi il 100% dei maiali sono infetti. Serve un’accelerazione e un incoraggiamento alla Giunta per proseguire l’attività e rafforzare il confronto con le popolazioni interessate. L’allevamento dei suini, oggi agonizzante, può essere un settore importante per lo sviluppo economico delle zone interne».

Mariano Contu (Forza Italia) ha invece bocciato l’azione della Giunta e dell’Unità di progetto: «Quello che emerge è che non si è tenuto conto di una raccomandazione decisiva: il coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali. Un sindaco, quello di Desulo, è stato processato e condannato – ha detto Mariano Contu – è vero che il 90% dei suini abbattuti sono positivi, questo vuol dire che dopo tre anni siamo punto e a capo., non  si riesce a capire quale sia la strategia per l’eradicazione della peste suina africana e quali meccanismi possono convincere gli allevatori a mettersi in regola».

Piermario Manca (Pds), dopo aver espresso condivisione per i contenuti dell’ordine del giorno, ha invitato la Giunta a predisporre interventi ad hoc per rilanciare l’allevamento del suino sardo. «Per questioni burocratiche la razza sarda viene trascurata – ha detto Piermario Manca – è invece una razza particolarmente importante per le produzioni tipiche. E’ una biodiversità che va tutelata come hanno fatto in Spagna in Extremadura».

Dello stesso avviso il collega di partito Gianfranco Congiu: «Occorre far passare un messaggio: serve la collaborazione di tutti per raggiungere un risultato storico. I piani settoriali possono essere uno strumento di persuasione per coinvolgere le popolazioni riottose. Chiediamo concretezza per piano di rilancio del settore suinicolo».

Contrario all’ordine del giorno Gaetano Ledda (La Base): «Non l’ho firmato. Sul Piano di eradicazione si sono fatti tanti proclami ma finora non si sono visti risultati – ha affermato Gaetano Ledda – il settore suinicolo potrebbe essere un’industria, importiamo l’80 % delle carni. In questa operazione non si sono coinvolti i territori, bisognava far emergere l’illegalità finanziando gli allevatori per realizzare doppie recinzioni e i controlli sanitari».

Dubbi sul metodo adottato per contrastare il fenomeno sono stati avanzati anche dal consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi: «La questione è complessa – ha rimarcato Luigi Crisponi – lo stesso responsabile scientifico del Piano di eradicazione della peste suina africana Jose Manuel Vizcaino ha suggerito una linea di azione che affiancasse agli interventi di abbattimento dei capi infetti l’apertura di un dialogo costante con le popolazioni locali. Purtroppo, dopo un’attività che dura ormai da 4 anni, l’unico risultato ottenuto è quello di aver portato alla sbarra un amministratore comunale limpido e onesto come il sindaco di Desulo. E’ un fallimento su tutta la linea. Occorre cambiare rotta. Il Piano di eradicazione va sostenuto ma bisogna far capire alle comunità che dietro c’è un progetto innovativo altrimenti continueremo a discutere dell’eliminazione della peste suina anche nei prossimi anni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, pur condividendo i contenuti dell’ordine del giorno, ha spiegato all’Aula i motivi della mancata sottoscrizione del documento da parte della minoranza. «Non lo abbiamo firmato per due ragioni: arriva fuori tempo massimo e mostra ancora fiducia in strumenti di contrasto che si sono rivelati fallimentari». Pietro Pittalis ha poi contestato l’uso della forza adottato dall’Unità di Progetto: «Anziché ricorrere agli strumenti della politica, che richiedono il confronto e la compartecipazione delle comunità locali e degli allevatori, si è preferita l’azione manu militari per risolvere il problema. Questo non è ammissibile. E’ una questione annosa che non si risolve con i blitz o circondando gli ovili. Così non si elimina il problema e si crea tensione sociale. Serve cautela, la peste non si elimina con gli abbattimenti, servono altre iniziative».

Giovanni Satta (Uds), in apertura del suo intervento, ha ricordato i precedenti tentativi di eradicazione della peste suina mai portati a termine: «Nel 1979 ci fu un incontro a Desulo in cui si sosteneva la stessa linea che si persegue adesso. I responsabili del Piano dovettero andare via scortati dai carabinieri – ha detto Giovanni Satta – questo vuol dire che la metodologia è sbagliata,il problema della peste suina non si risolve con azioni paramilitari. Soprattutto nei comuni che hanno un territorio gravato da usi civici. Lì è difficile cambiare le consuetudini, i sindaci vanno aiutati. Condivido i principi dell’ordine del giorno ma andrei oltre. La mia proposta è quella di inviare dei commissari per regolamentare l’uso delle terre civiche. Solo così sarà possibile allevare maiali nel suolo pubblico».

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru dopo aver annunciato il parere positivo all’ordine del giorno ha difeso l’azione dell’Unità di progetto. «E’ una battaglia importante che la Giunta ha messo in piedi e sta portando avanti con coerenza. Il Piano di eradicazione è basato su modelli internazionali – ha sottolineato Francesco Pigliaru – perché, se esistono altre soluzioni, non sono state adottate prima? Gli abbattimenti sono cruciali: in Spagna, in Exstremadura è intervenuto l’esercito per risolvere il problema. Oggi quel territorio ha un fatturato di 400 milioni all’anno. Quello che stiamo facendo richiede grande coraggio, provo ammirazione per l’Unità di progetto. E’ una battaglia di tutti per liberare le risorse straordinarie che ci sono nelle aree interne. Siamo lì per migliorare le energie e dare sfogo alle potenzialità. Dispiace che ci sia così poca informazione. I dati dimostrano quale sia la portata del problema, si fanno gli abbattimenti ma, allo stesso tempo, si creano le condizioni per far emergere dal nero gli allevatori. Prima esisteva una sanzione di 10mila euro anche per chi aveva pochi maiali. Quella sanzione è stata cancellata su suggerimento delle popolazioni locali. Tutti conoscono i passaggi per emergere dall’illegalità. C’è, è vero, il problema delle terre civiche. Lo affronteremo, nei cantieri di lavoro previsti nel Piano Lavoras c’è un intervento specifico per la predisposizione di aree con doppia recinzione dove poter allevare maiali secondo le regole».

Messo in votazione l’ordine del giorno è stato approvato con l’astensione della minoranza.

Approvato all’unanimità invece l’ordine del giorno n. 6 (Truzzu e più) sul piano straordinario per il lavoro. «E’ un proposta per destinare parte delle risorse del Piano alla creazione di posti lavoro per gli over 50 – ha detto Paolo Truzzu – lo ribadiamo dopo averlo detto durante la discussione della manovra finanziaria».

Al documento ha chiesto di aggiungere la propria firma il consigliere di Forza Italia Mariano Contu.

L’assessore Paci ha espresso parere favorevole e ha garantito l’impegno della Giunta: «Nel Piano Lavoras – ha detto – sono previste specifiche risorse per i lavoratori ultracinquantenni».

L’Aula ha poi dato il via libera anche all’ordine del giorno n.7 (Truzzu e più) che impegna la Giunta a trovare risorse per l’incremento dell’occupazione femminile.

«Anche in questo caso – ha spiegato Paolo Truzzu – vogliamo dare forza a una richiesta già avanzata con un emendamento alla Finanziaria e sulla quale c’è l’impegno della Giunta».

Voto favorevole ha annunciato Mariano Contu (Forza Italia): «Occorre favorire l’occupazione delle donne con figli, soprattutto a quelle con bambini minori di due anni. Solo sostenendo le donne si favoriranno nuove nascite».

Rossella Pinna (Pd) ha rivolto un plauso all’iniziativa di Paolo Truzzu: «E’ importante aver riportato all’attenzione un tema sul quale non ci si deve stancare mai di discutere – ha detto Rossella Pinna – in particolare il secondo comma dell’ordine del giorno propone di riservare parte delle risorse per promuovere la conciliazione tra attività professionale e famiglia. Ricordo che la Regione ha ancora una dotazione finanziaria considerevole di 24 milioni di euro per potenziare i servizi per la prima infanzia. Propongo un’accelerazione alla spendita delle risorse. La Sardegna, le famiglie e le donne ne hanno bisogno».

Favorevole anche Annamaria Busia (Campo Progressista): «Conosciamo i numeri sull’occupazione femminile in Sardegna che sono bassissimi. Sono tante le donne che abbandonano il lavoro dopo la maternità. Ogni intervento indirizzato a superare la discriminazione di genere non possono che essere ben accetti. E’ un ulteriore tassello che si aggiunge a tutti gli altri provvedimenti adottati in questa legislatura a favore delle donne».

Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp), dopo aver chiesto di aggiungere anche la sua firma all’ordine del giorno ha sottolineato l’importanza degli interventi finanziari a sostegno del lavoro femminile: «Uno dei nodi su cui si basa la bassa natalità è l’insufficienza degli aiuti alle donne che decidono di avere figli. Le politiche per la famiglia hanno un ruolo decisivo per evitare lo spopolamento delle zone interne, così come hanno una loro valenza le politiche per l’immigrazione. Le donne che hanno figli non devono sacrificare la loro vita lavorativa. La Sardegna è una delle regioni che sconta maggiormente la disparità di genere. La crisi demografica ci può travolgere».

Rossella Pinna ha quindi proposto un emendamento orale al secondo comma. «Anziché riservare delle risorse del Piano del Lavoro per favorire la conciliazione tra attività professionale e famiglia – ha detto Rossella Pinna – sarebbe meglio procedere all’attuazione di interventi già programmati per agevolare l’accesso dei nuclei familiari ai servizi per la prima infanzia».

Il consigliere Paolo Truzzu ha accolto favorevolmente l’emendamento orale: «Va bene la proposta dell’on. Rossella Pinna – ha detto – la previsione di una riserva era formulata in quel modo  per far spendere soldi già programmati».

Anche in questo caso l’assessore Raffaele Paci ha espresso parere favorevole: «C’è l’impegno della Giunta a favore dell’occupazione femminile e per trovare strumenti che rendano più semplice la conciliazione tra lavoro e famiglia».

L’ordine del giorno n. 7 è stato approvato all’unanimità (45 voti su 45 votanti).

Consiglio unanime anche sull’ordine del giorno n. 8 (Truzzu e più) che impegna la Giunta a individuare misure a sostegno dei genitori soli o separati.

«Anche questa proposta deriva dal dibattito sulla finanziaria e dall’impegno preso dalla Giunta – ha rimarcato Paolo Truzzu – occorre cominciare a occuparsi di coloro che in modo improvviso entrano nel tunnel della povertà per evitare l’esclusione sociale. I dati della Caritas dicono che il 46% dei nuovi poveri è costituito dai padri separati».

Al documento si è aggiunta anche la firma di Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1 – Mdp, e di Mariano Contu (Forza Italia). «Ci troviamo di fronte a drammi sociali che investono non solo i genitori ma anche i figli – ha detto Contu – non basta un semplice intervento finanziario, serve anche un supporto psicologico per i giovani spesso sballottati per le crisi tra genitori».

Acquisito il parere favorevole della Giunta, il presidente Ganau ha messo in votazione il documento che ha ottenuto 44 sì su 44 votanti. 

Il presidente del Consiglio ha quindi annunciato la presentazione di un ulteriore ordine del giorno per l’avvio delle procedure adatte al riconoscimento dello status di area di crisi complessa per il polo industriale di Ottana. Il primo firmatario, il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu, ha quindi illustrato il documento evidenziando la drammaticità della situazione occupazionale («ieri sono stati annunciati i licenziamenti degli ex lavoratori della centrale») e l’urgenza di interventi per riconosce lo status si area di crisi complessa, come già è avvenuto in passato per Porto Torres e Portovesme.

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, ha dichiarato piena condivisione per l’iniziativa del suo collega Congiu ed ha annunciato la sottoscrizione del documento, mentre il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, pur condividendo le preoccupazioni per i lavoratori dell’area industriale di Ottana ha posto l’accento su quello che ha definito “il fallimento delle politiche industriali della Giunta Pigliaru”. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha annunciato al sottoscrizione dell’ordine del giorno ed ha invitato la Giunta ad affrontare il problema di Ottana “in prospettiva” ma soprattutto “pensando all’oggi e alla necessità di risposte per quei lavoratori che sono espulsi dal mondo del lavoro dopo aver esaurito i sostegni degli ammortizzatori sociali”. Dichiarazione analoga è stata fatta dal capogruppo Psd’Az, Angelo Carta, ceh ha insistito sulla necessità di interventi mirati nel verso dell’utilizzo della leva fiscale. Gaetano Ledda (Psd’Az-LaBase) ha dichiarato la sottoscrizione del documento ed ha invitato la Giunta a sostenere le iniziative della “Antica fornace”, un’impresa che opera ad Ottana e che potrebbe garantire posti di lavoro e produzione. Giorgio Oppi (Udc) ha fatto appello all’unità delle forze politiche perché si affrontino concretamente i problemi delle crisi industriali, mentre Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha annunciato voto favorevole all’’ordine del giorno, invitando la Giunta “ad abbassare i toni trionfalistici quando si parla di lavoro e politiche industriali”.

Il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ha espresso parere favorevole al documento ed ha assicurato l’impiego delle risorse del piano per il lavoro anche  per i lavoratori di Ottana, ribadendo la volontà di procedere con il ministero al fine di riconoscere lo status di area di crisi complessa.

Posto in votazione l’ordine del giorno Gianfranco Congiu e più è stato approvato all’unanimità con 43 votanti.

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Stamane il Consiglio regionale ha approvato l’articolo 4 ed ha iniziato la discussione sull’articolo 5 della Manovra finanziaria 2018/2020.

In apertura il Consiglio ha approvato per alzata di mano il testo dell’articolo passando successivamente all’esame degli emendamenti aggiuntivi. Sono stati approvati, in particolare, i seguenti emendamenti: il n. 31 (Forma e più) che prevede il sostegno alle attività tradizionali di panificazione sul quale il relatore Franco Sabatini ha corretto (in riduzione) lo stanziamento a 200.000 annui per il triennio 2018-2020, il n. 810 (Gaia) che assegna un finanziamento di 110.00 euro al Consorzio industriale di Nuoro per l’installazione di un sistema di controllo del depuratore di Ottana, il n.1015 (Giunta regionale) che prevede lo stanziamento complessivo di 20 milioni a favore delle aziende agricole e zootecniche colpite da siccità e calamità naturali, ed il n. 58 (Lotto) che sostiene le manifestazioni fieristiche agricole di Arborea, Ozieri e Macomer.

Sull’emendamento n.156 riguardante l’economia digitale il proponente Stefano Tunis (Forza Italia) ne ha sottolineato l’importanza perché, ha detto, «si tratta di un settore che una enormi potenzialità di sviluppo anche con l’utilizzo leva fiscale».

L’assessore della programmazione Raffaele Paci, nella replica, ha ribadito che «l’economia digitale è compresa nel pacchetto lavoro, mentre l’intervento sull’Irap appare problematico perché potrebbe essere considerato “aiuto di stato” ed una soluzione potrebbe essere trovata o in sede di accordo fra Regioni o con un apposito disegno di legge».

Il proponente Stefano Tunis, annunciando il ritiro dell’emendamento, ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno in sede di approvazione finale della legge.

Sull’emendamento n. 158 (Rubiu e più) il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sollecitato maggiori stanziamenti per il comparto agro zootecnico che, ha ricordato, «deve affrontare una gravissima crisi anche per i forti ritardi nel pagamento della domande legate alle legge del Consiglio con cui sono stati stanziati  45 milioni». Su questo punto, ha sostenuto, «occorre capire lo stato dell’arte e le ragioni delle mancate erogazioni» auspicando nello stesso tempo una grande campagna della Regione a favore dell’acquisto e del consumo di agnelli sardi.

Alle argomentazioni di Pietro Pittalis si è associato il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) citando in proposito un suo emendamento di contenuto analogo.

L’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria ha fornito al Consiglio i dati relativi ai pagamenti degli aiuti: al 18 dicembre, data di scadenza delle domande, sono pervenute 10.942 richieste di cui 1.700 negli ultimi 15 giorni; al 15 dicembre sono state pagate 4.482 richieste per un controvalore di e 17 milioni, mentre il 19% sono soggette a verifica Inps in corso, 1.000 sono state sospese perché i proponenti hanno chiesto la modifica dell’Iban dove accreditare le somme. Gli uffici hanno fatto un buon lavoro e siamo intervenuti anche sulla tesoreria, ha concluso l’assessore Caria, «e rispetto al monte-domande le richieste sono state quasi tutte istruite».

Sull’emendamento n. 337 che prevede interventi a sostegno del settore artigiano il consigliere di Forza Italia Mariano Contu ha ricordato la cancellazione del 10% delle partite Iva in Sardegna, dato che segnala la necessità di nuove risorse.

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha replicato che, rispetto alle esigenze del settore artigiano, un emendamento della maggioranza prevede uno stanziamento di 4.5 milioni. Messo ai voti, l’emendamento n.337 è stato respinto.

Con l’emendamento n. 349 il consigliere Paolo Truzzu ha proposto lo stanziamento di 10 milioni a favore dell’Arst per il rinnovo del parco automezzi che, ha lamentato, «è in pessime condizioni».

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha riconosciuto che si tratta di un tema importante «sul quale si sta intervenendo con i fondi coesione e sviluppo sulla base di un programma che sarà concretizzato nelle prossime settimane e nello stesso tempo è stato assegnato ad un finanziamento di 3.4 per chiudere alcune vecchie pendenze».

La consigliera Alessandra Zedda si è dichiarata insoddisfatta della replica dell’assessore perché, ha evidenziato, «non si vede concretezza e mancano anche quelle buone pratiche che consentirebbero di migliorare la mobilità interna».

Messo ai voti, l’emendamento n.349 è stato respinto.

Il Consiglio ha poi approvato l’emendamento n. 350 (Truzzu e più) che prevede il finanziamento di 100.000 euro ai micro birrifici artigianali operanti in Sardegna. Il relatore Franco Sabatini, illustrando il parere favorevole della commissione, ha però ridotto lo stanziamento, appunto, a 100.000 euro rispetto alla previsione iniziale di 300.000.

Sull’emendamento n. 808 (Piermario Manca e più), contenente la proposte di abbattere il carico degli interessi per i mutui delle aziende agricole colpite da calamità naturali, si è sviluppato un ampio dibattito.

Nel dichiararsi favorevole, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato fra l’altro le recenti proteste di numerose aziende agricole di Bono esclude dai benefici  della legge, ha criticato i dati forniti dall’assessore che non sono confortanti perché su 45 milioni disponibili ne sono stati spesi solo 17 ed inoltre si chiede per giunta certificato anti mafia ai pastori, fatto grave e assurdo che accade nel silenzio della politica». Le pratiche, secondo Pietro Pittalis, «dovevano essere istruite prima del 15 dicembre perché le tesorerie delle banche sono chiuse e riapriranno il 15 gennaio, ed anche questa è l’ennesima ingiustizia consumata a danno di migliaia di pastori».

Annunciando la volontà di mantenere l’emendamento, il proponente Piermario Manca (Pds) ha affermato che «la richiesta di 5 milioni è motivata dal fatto che un settore primario è stato totalmente sconvolto dai cambiamenti climatici ed inoltre si tratta non di soldi a pioggia ma di un programma articolato in 5 anni che permetterà alle aziende di ricostituire il proprio capitale».

Il relatore Franco Sabatini (Pd) ha ricordato gli stanziamenti di 20 milioni per il comparto agricolo e di 45 per i pastori in corso di liquidazione, precisando che si tratta di un lavoro molto difficile e smentendo la richiesta del certificato anti mafia. C’è al contrario l’impegno con categorie agricole, ha sostenuto, «per decidere come spendere le risorse disponibili e la proposta del collega Manca sui mutui sarà certamente recepita come decideremo insieme subito dopo la finanziaria».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha messo l’accento sulla «grandissima emergenza del settore anche per problema costi carburante», affermando che «bisogna fare molto di più ed avere più coraggio, anche alzando la voce con il Governo».

Il consigliere Gaetano Ledda (Pasd’Az-La Base) ha parlato di «un intervento necessario per i gravissimi danni provocati dalle gelate e, sotto questo profilo, l’esclusione delle aziende di Bono è ingiusta; in generale i 45 milioni nono sono stati una vittoria e i risultati dei pagamento non sono positivi perché i soldi arriveranno a marzo-aprile».

Il presidente della commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) ha espresso il suo dispiacere perché, su un tema così importante, «vengono sminuiti i risultati senza precedenti dell’assessorato dell’Agricoltura come dicono i numeri».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha evidenziato che «la proposta colma una lacuna evidente; il collega Lotto e l’assessore sbagliano a non ascoltare la voce del mondo agro pastorale che non ha interesse ad alimentare polemiche, che peraltro sarebbero ben motivate adesso che è comparsa la mafia delle pinnette che manifesta una visione ottusa e burocratica della realtà sarda».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, riprendendo il tema dello stanziamento di 45 milioni a favore dei pastori, ha ricordato che «una somma così elevata non si era mai vista prima ed i ritardi non sono della Giunta o della struttura mentre, sui Comuni colpiti da gelate esclusi, si può assumere un impegno per recuperare le domande tardive».

L’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, dopo aver assicurato una verifica sulle domande tardive, ha precisato che la richiesta del certificato anti-mafia deriva da una norma nazionale e comunque riguarda solo Psr. Successivamente ha fornito dati ulteriormente aggiornati sui pagamenti: le pratiche pagate sono 5200 per un controvalore di 20 milioni «e non c’è stato nessun ritardo perché le richieste finora non pagate riguardano le mancate comunicazioni sulla produzione di latte, quelle presentate in cartaceo e quelle i cui presentatori hanno chiesto la modifica dell’Iban hanno influito; inoltre abbiamo chiesto una deroga alla tesoreria per proseguire nei pagamenti».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, confermando che il suo gruppo non discute i risultati raggiunti nelle procedure di pagamento, ha messo in evidenza che «come abbiamo più volte sostenuto, sarebbero state preferibili procedure diverse cominciando a lavorare a giugno ed agendo sui consorzi». Con i certificati anti-mafia, ha aggiunto, «stiamo esponendo la categoria ad un cuneo burocratico molto negativo mentre, sul punto specifico dell’emendamento, attendiamo dall’assessore rassicurazione sugli strumenti finanziari».

Prima del voto il primo firmatario Piermario Manca ha annunciato il ritiro dell’emendamento rimarcando però che i problemi restano, non per le risorse ma per le regole ed il peso degli interessi sui muti.

L’emendamento è stato però recepito dal gruppo di Forza Italia e quindi messo ai voti. Il Consiglio lo ha respinto con 31 voti contrari e 15 favorevoli.

All’emendamento 833 (guide turistiche e contributi per consorzi turistici tra enti locali) sono stati presentati alcuni emendamenti aggiuntivi. Tra questi il 1308 (primo firmatario Lotto), è stato giudicato “più adeguato dagli uffici”, come ha riferito l’assessore Paci sollecitandone il voto favorevole.

I capigruppo di maggioranza e opposizione hanno sottoscritto l’emendamento 1308 che è stato dunque approvato all’unanimità mentre gli altri emendamenti all’833 sono stati ritirati.

Approvato poi anche l’emendamento 833. Ritirato l’emendamento 837 (primo firmatario Gavino Manca) a favore di coop ambientali dei cantieri verdi, che sarà inserito all’interno delle misure del piano per il lavoro e, a detta dell’assessore Paci, «troverà anche risorse finanziarie superiori, intorno ai tre milioni di euro, dentro il Piano Lavoras».

L’on. Daniele Cocco (Sinistra) ha sollevato perplessità sulla richiesta di ritiro dell’emendamento mentre il primo firmatario ha spiegato il senso della misura proposta e ha accettato l’invito sotto la garanzia del Piano Lavoras.

L’on. Pietro Pittalis (FI) ha esordito: «Il Piano Lavoras che enunciate ai quattro venti come la soluzione della disoccupazione è in realtà fumo, come ha detto l’on. Cocco poco fa, perché è finalizzato al mantenimento degli occupati e non a generare nuova occupazione. Finalmente è tutto chiaro».

Approvato l’emendamento 1078 (Sabatini), sostitutivo totale dell’emendamento 838 sulle agevolazioni dell’articolo 23 della legge 240 del 1981.

Respinto l’emendamento 860 e così 861, 862, 863.

Approvato con il sostegno della maggioranza l’emendamento 864 (Crisponi) che prevede 30 mila euro a sostegno della rassegna “Autunno in Barbagia”.

Respinto l’emendamento 865, ritirato 866; respinti 867, 868.

Sull’emendamento 923, a sostegno degli alberghi diffusi e degli enti locali per riqualificare i centri storici, ha preso la parola l’on. Peru (FI), primo firmatario. «Sosteniamo questa norma per recuperare i centri storici e per rafforzare il turismo in Sardegna nelle zone interne al di là della stagione estiva». Per Forza Italia si sono espressi favorevolmente anche gli on. Tunis, Tedde, Zedda e l’on. Truzzu (Sardegna). Il primo firmatario ha ricordato all’assessore Paci che sul tema era stato garantito dalla Giunta un impegno preciso in passato, “finalizzato a recuperare il turismo identitario”. L’on. Alessandra Zedda ha ricordato in particolare che il provvedimento a sostegno dell’albergo diffuso “era stato votato nel 2016 all’unanimità da quest’Aula e non capiamo, perché nessuno ce lo dice, perché non abbia avuto attuazione”. Per l’on. Fasolino (FI) «l’albergo diffuso sarebbe un investimento strategico per i territori delle zone interne, un moltiplicatore keynesiano come ha detto prima il collega Peru». Per il riformatore Dedoni «una volta che i turisti arrivano possiamo attirarli con l’albergo diffuso verso le zone interne».

Per l’on. Alessandro Collu (Pd) «è necessario riconoscere che con due milioni di euro non si fa gran che. Esistono altre forme di turismo diffuso efficaci come il bed and breakfast, molto più economico».

L’Udc ha parlato con l’on. Giuseppino Pinna, che ha annunciato il voto favorevole e ha detto: “In Sardegna c’è il peggior dato sulle imprese artigiane”. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha detto che «l’albergo diffuso è davvero alla portata delle persone che abitano nelle zone interne ed è un’opportunità per il recupero di immobili che altrimenti rischiano di crollare. Avete occhi soltanto per alberghi a cinque stelle».

L’emendamento 923 è stato respinto.

Con distinte e successive votazioni, l’Aula non ha approvato gli emendamenti n. 927 e 943. Decaduto l’emendamento 953, il presentatore dell’emendamento 962, Marco Tedde (Fi) è intervenuto per auspicarne l’approvazione («il sostegno al commercio meriterebbe il favore dell’Aula ma si approvano solo le proposte “del tavolo del manuale Marchetti”»), supportato dalla sua collega di gruppo e di partito Alessandra Zedda («nella finanziaria non c’è attenzione né per il commercio, né per l’artigianato») ma il Consiglio non ha dato il via libera. Stessa sorte è spettata al 998 e al 999 sul quale è intervenuta la consigliera Alessandra Zedda («non c’è un solo intervento a favore dell’imprenditoria femminile»).

Decaduto l’emendamento n. 1000 non è stato approvato il 1001. Approvato, invece, con 38 favorevoli e 9 contrari l’emendamento n. 1006 (Giunta regionale) che stabilisce lo stanziamento di 70.000 euro in favore della Camera di commercio di Cagliari per l’affidamento di un “supporto tecnico-specialistico” nell’ambito del tavolo di indirizzo per la riqualificazione della Fiera internazionale della Sardegna.

Approvato (30 favorevoli e 5 contrari) lo stanziamento di 300.000 euro a favore di Laore per l’organizzazione in Sardegna del concorso enologico “Mondiale di Bruxelles” (emendamento 1010-Giunta), il presidente ha dichiarato inammissibile l’emendamento 1063.

L’assessore Raffaele Paci ha quindi invitato al ritiro i presentatori degli emendamenti 1060 e 1080 e si è detto a favore dell’emendamento 1061 (Paolo Dessì- Misto) aggiuntivo all’emendamento 1022 (Giunta) in ordine alle deroghe per il completamento degli interventi programmati ed alle imprese beneficiarie delle agevolazioni del Fse-Por 2000/2006. Dopo il ritiro degli emendamenti 1060 e 1080, l’Aula ha approvato l’emendamento 1061 (41 sì, 4 no) e l’emendamento 1022 (31 sì, 14 no).

Approvato (28 sì, 14 no) l’emendamento 1033 (Pietro Cocco e più) che stanzia 250.000 euro per l’attuazione del progetto sperimentale per il recupero delle antiche vocazioni agricole pre-industriali nel Basso Sulcis, previa precisazione da parte del relatore Sabatini sullo stanziamento solo nel 2018 delle somme su indicate.

Ritirato l’emendamento n. 1034 dopo che, su invito del presentatore Antonio Solinas (Pd), l’assessore dell’Agricoltura ha dichiarato che rispetto al 2017 le somme destinate ai consorzi di bonifica si sono ridotte di un milione di euro.

Ritirato anche il 65, inammissibile il 98, ritirato l’emendamento n. 114, dopo che il presentatore, Salvatore Denmontis (Pd), ha ricevuto rassicurazioni dall’assessore Raffaele Paci sul possibile impiego delle risorse eventualmente risparmiate sulla continuità territoriale aerea, in favore delle agevolazioni nel costo del trasporto a favore degli studenti. 

Non approvati gli emendamenti 347, 822 e 869, si è passati all’esame dell’articolo 5 (disposizioni in materia di sanità e politiche sociali) e degli emendamenti presentati. I gruppi della minoranza hanno quindi confermato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi e sostitutivi parziali a suo tempo presentati ed il presidente del Consiglio ha quindi elencato le proposte modificative rimaste in votazione: il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha espresso il parere di competenza, seguito dall’assessore Raffaele Paci.

Ha aperto la discussione il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde che nel ricordare l’importanza delle disposizioni su sanità e politiche sociali ha dato lettura, con tono polemico, dell’emendamento firmato dal consigliere della maggioranza, Fabrizio Anedda (Misto) che propone lo stanziamento di 120.000 euro all’associazione “Intrepidi Monelli”. A giudizio del consigliere di Fi, tale proposta è l’esempio di come il centrosinistra ha affrontato e continua ad affrontare il tema della sanità («commissariamenti, proroghe su proroghe ed il tutto con un’aurea di clientele») nonostante i proclami del presidente Pigliaru sull’estraneità della politica dalle scelte in sanità. «Le logiche politiche – ha affermato l’esponete della minoranza – hanno invece permeato la sanità sarda ed i ritardi nella nomina del direttore dell’Areus sono l’emblema». Marco Tedde ha parlato di “errori marchiani” da parte della Giunta regionale ed ha criticato le riforme dell’assessore Luigi Arru: «Intanto i costi della Sanità sarda non sono diminuiti e sono aumentate le sperequazioni nei confronti del nord ovest dell’Isola».

Il consigliere del Pds, Augusto Cherchi, ha evidenziato che la commissione Sanità non ha espresso il parere sulle parti della manovra di interesse del parlamentino presieduto da Perra (Upc-Socialisti) ed ha incentrato il suo intervento sulla opportunità di procedere con una “puntuale verifica dei risultati ottenuti dall’Ats, ad un anno dalla sua istituzione”. «La relazione annuale sulle attività – ha precisato l’esponente della maggioranza – è stabilita in legge e chiedo che i direttori generali dell’azienda unica vengano in Aula per riferire sull’attuazione delle riforme approvate dal Consiglio regionale». Augusto Cherchi ha quindi chiesto lumi sull’approvazione del programma sanitario triennale ed ha lamentano “la non coincidenza dei piani di dotazione organica” sulla base di tabelle in suo possesso.

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola alla consigliera Alessandra Zedda (Forza Italia) che ha chiesto di poter intervenire dopo la pausa pranzo. Richeista di interruzione appoggiata dal capogruppo azzurro Pietro Pittalis che ha invitato la maggioranza a un ulteriore esame degli emendamenti: «La tutela della salute è un tema importante vediamo però emendamenti non congrui come quello presentato dall’on. Anedda che prevede un finanziamento di 120mila euro a favore dell’Associazione “Intrepidi monelli”. Se dobbiamo trattare la sanità in questo modo staremo qui anche a Natale. Vi invito a una riflessione».

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E’ proseguito questa sera, in Consiglio regionale, l’esame dei primi articoli della Manovra finanziaria 2018-2020.

Il Consiglio ha approvato numerosi emendamenti presentati dalla maggioranza: il n.793 (Sabatini e più) che finanzia con 200.000 per gli anni 2018, 2019, 2020 gli uffici dei Giudice di pace, il n.794 (Sabatini e più) integrato da una correzione orale dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci per gli anni 2019 e 2020 che stanzia 300.000 a favore dell’Agenzia Forestas per il ripristino della foresta pietrificata dell’Anglona, il n.796 (Cozzolino) che assegna un finanziamento di 50.000 all’Associazione internazionale “Città della terra cruda”.

Sull’emendamento il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «la manovra finanziaria, al di là della proposta in esame, sta diventando uno zibaldone dove entra di tutto, smentendo l’assessore Paci che aveva parlato della finanziaria come strumento non interventi specifici ma come contenitore di norme generali; molti passaggi di questa legge, invece, sono invece strumenti di campagna elettorale o di operazioni al ribasso».

Il consigliere del Pd Gianmario Tendas ha invece sostenuto che l’Associazione “Comuni della Terra Cruda” svolge una attività di grande rilevanza, perchè «mette in rete amministrazioni del centro Sardegna per valorizzare antiche abitazioni,».

Approvato anche l’emendamento n. 802 (Sabatini) che assegna al comune di Bari Sardo 84.000 per la realizzazione di uno strumento urbanistico. Il provvedimento è stato modificato da un emendamento orale dello stesso Franco Sabatini, con cui è stato eliminato il riferimento ai residui presenti nel bilancio regionale. Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha però chiesto quale sia la finalità della proposta perché, ha osservato, «se c’era necessità di recuperare fondi per Bari Sardo bisognava farlo anche per tutti i Comuni con lo stesso problema». Il consigliere Sabatini ha replicato ricordando che provvedimenti analoghi sono stati inseriti in altre leggi finanziarie ed inoltre, nello specifico, «nel caso di Baris Sardo le opere sono state già realizzate ed occorre solo fare un pagamento».

Via libera del Consiglio, inoltre, all’emendamento n. 804 (Sabatini e più) che dispone un finanziamento di 363.000 euro all’Agenzia Agris per attività di ricerca in agricoltura, di 300.000 per l’erogazione di servizi di artieri ippici e di 63.000 per i servizi di custodia nella Foresta Burgos.

Voto favorevole dell’Aula, ancora, per l’emendamento n. 835 (Deriu) che proroga alla fine del 2018 una scadenza amministrativa del comune di Aritzo e n. 849 (Cossa) che dispone uno stanziamento di 20.000 euro per l’edizione di un volume sulla storia di Sestu.

Approvati inoltre gli emendamenti n. 888 (Agus-Busia) che prevede un finanziamento di 100.000 euro per il 2018 finalizzato alla custodia degli immobili delle ex caserme delle servitù militari acquisiti dal demanio regionale; n. 899 (Lai e più) che ridetermina la collocazione di alcuni stanziamenti all’interno della programmazione regionale, n. 64 (Pizzuto e più) che contiene un programma di abbattimento dei costi da e per le isole minori della Sardegna e, infine, il 1047 (Sabatini) che consente ai Comuni di utilizzare fabbricati di loro proprietà di in attesa di essere acquisiti dagli aventi diritto, di utilizzarli per scopi di micro-ricettività turistica.

Sull’articolo 3 e sugli emendamenti il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione.

Sull’emendamento 217 ha preso la parola l’on. Marco Tedde (FI), che ha detto: “Quando parliamo di ambiente e territorio non possiamo non parlare di urbanistica e del fatto che nonostante tutte le vostre promesse ancora non siete riusciti a fare la revisione del Ppr né la nuova legge urbanistica. E non possiamo dimenticare nemmeno i forestali e i loro problemi, lavoratori pubblici che vengo trattati contrattualmente come i lavoratori del privato”.

Per l’on. Mariano Contu (FI) “ci sarebbe bisogno non di una seduta pomeridiana per affrontare questa norma ma di ben altro tempo a disposizione. Ieri sotto la Regione c’erano duemila persone che rappresentano il mondo dell’edilizia sardo, che dal 2007 a oggi ha subito un danno da oltre 35 mila posti di lavoro. Davvero pensiamo che riusciamo a riassorbire questi lavoratori con otto milioni di euro per finanziare un po’ di forestazione in qualche Comune?”.

L’on. Roberto Deriu (Pd) ha annunciato la “sottoscrizione dell’emendamento 114 con i colleghi Moriconi e Meloni” mentre sull’emendamento l’on. Alessandra Zedda (FI) ha detto: “Sta diventando sempre più in disuso entrare in un ente pubblico con un concorso ma non è cambiando la natura giuridica dei lavoratori che si risolvono i problemi. Mi spiace ma la partita dei forestali è stata affrontata con leggerezza e così la partita dei lavoratori di Ati Ifras, che una volta per tutte va definita. E così il Piano Sulcis”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) “non mi pare che ci sia stata sinora una politica organica in materia ambientale, dalla raccolta dei rifiuti urbani all’assetto idrogeologico della Sardegna. Non abbiamo altro pensiero che non siano i forni, io li chiamo così i vostri inceneritori dove si bruciano anche quote di raccolta differenziata”.

L’emendamento 217 è stato respinto mentre il 1011 (sulla valutazione di impatto ambientale) presentato dalla Giunta è stato approvato e dà mandato all’esecutivo di individuare “i criteri di quantificazione e corresponsione del contributo per la Via a carico dei richiedenti”.

Approvato anche l’art. 3, respinti gli emendamenti 45, 950,  223, 227, 228 e 229.

L’on. Alessandra Zedda (FI) ha illustrato l’emendamento 951 e ha  ricordato che “in queste settimane si è posto tra i problemi della pesca anche quello della raccolta dei ricci, che è sempre stato un mercato storico a Cagliari.  L’emendamento 951 è stato respinto.

Approvati gli emendamenti di giunta 1025 (gestione dei rifiuti) , 1028 (Giunta) 3.415.000 euro a favore dell’Arst per rimozione materiali pericolosi, e emendamento n. 790: seicento milioni per lavori alle casermette di Paulilatino, a firma on. Gallus.

L’emendamento 11 è stato respinto mentre sulla continuità territoriale con la Corsica (emendamenti 30 e 936) il presidente Sabatini (Pd) ha annunciato a breve un disegno di legge organico chiedendo il ritiro degli emendamenti.

L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha replicato: “A febbraio risolverete il problema, bene. È ancora colpa della giunta precedente? O sono quattro anni che governate voi? Provate a fare un biglietto per Milano o chiedete cosa ne pensano quelli che dalla Corsica devono venire a lavorare a Santa Teresa”. L’emendamento 30 è stato ritirato, il 936 (a firma Zedda, FI) respinto.

Approvato l’emendamento 59 (Lotto e più) che prevede uno stanziamento di 100.000 euro al comune di Alghero per studi urbanistici poi il 71 (50 mila euro nel 2018 per la bonifica terreni con la coltivazione della canapa). Su quest’ultimo l’on. Pietro Pittalis (FI) ha detto: “L’assessore dovrebbe spiegarci quali risultati sinora ha prodotto la coltivazione della canapa per la bonifica dei terreni. E soprattutto: cosa ne facciamo della canapa una volta che l’abbiamo coltivata? Io non prenderei sottogamba la questione”.

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto: “Da tempo ci sono proposte di modifica sulle agenzie dell’agricoltura. Credo che Agris potrebbe fare sperimentazione anche su questo aspetto”. L’on. Pizzuto (Sinistra) ha replicato ironizzando: “Purtroppo non è la canapa che io vorrei ma ci accontentiamo. La sperimentazione sta dimostrando che le fibre della pianta e i semi non assorbono le sostanze inquinanti come i metalli pesanti mentre le foglie assorbono i metalli ma possono andare in discarica senza diventare rifiuto speciale”.

L’on. Mariano Contu (FI) ha aggiunto: “Davvero pensate che con 50mila euro si possano bonificare i terreni inquinati per renderli fertili? Vagheggiate pure con le sperimentazioni, lasciano il tempo che trovano”.

Per l’on. Piermario Manca (PDS) “bisogna distinguere tra cannabis  sativa e cannabis indica, che hanno una bella differenza di principio attivo. Le evidenze scientifiche dicono che la cannabis sativa è capace di assorbire i metalli presenti nel terreno. Trovo giusto che si faccia sperimentazione nei terreni inquinati del Sulcis Iglesiente”.

Favorevole alla ricerca anche l’on. Salvatore Demontis (Pd): “Anche l’elicriso, oltre alla canepa, assorbe i metalli pesanti e si tratta di sperimentazioni interessanti e dai costi sostenibili”.

Dunque, anche l’emendamento 71 (col parere favorevole della commissione) è stato approvato e prevede lo stanziamento di 50.000 euro annui “per la bonifica dei terreni inquinanti attraverso la coltivazione della canapa”.

L’aula è poi passata all’esame dell’emendamento 83 (Desini e più) che proponeva un finanziamento di 35mila euro al comune di Sorso per la rimozione e lo smaltimento della carcassa di una balenottera dalla spiaggia di Platamona. Su richiesta del presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini l’emendamento è stato ritirato. «Prendo atto dell’impegno della Giunta e lo ritiro – ha detto il consigliere del Pds Roberto Desini – l’emendamento puntava a segnalare il caso della balenottera spiaggiata a Platamona per la cui rimozione si sono pronunciati ben sedici enti».

L’assessore all’ambiente Donatella Spano, vista l’eccezionalità del caso, ha annunciato l’imminente presentazione di una delibera di Giunta per trovare una soluzione: «C’è l’impegno ad intervenire – ha detto Spano – il cetaceo giace sulla spiaggia da parecchio. Le procedure per lo smaltimento sono complicate, ci sono stati rimbalzi di responsabilità. Occorre inquadrare il caso nell’ambito della gestione dei rifiuti».

Antonello Peru (Forza Italia) presentatore di un emendamento analogo, il n.924, ha annunciato anche lui il ritiro della proposta. «Ormai per salvare il cetaceo non si può fare più niente – ha detto Antonello Peru – mi preoccupa di più invece lo stagno di Platamona per il quale è stato bocciato il mio emendamento che proponeva un intervento per la liberazione dei canali, oggi occlusi, in modo da garantire l’ossigenazione. Il problema è serio, già da quest’anno c’è stata un’invasione di zanzare, c’è il pericolo malaria. Le attività ricettive della zona chiedono interventi rapidi, i turisti dei campeggi quest’estate hanno dormito in auto». Gli emendamenti 83 e 924 sono stati quindi ritirati.

Via libera invece all’emendamento all’emendamento n.1312(Sabatini e più) che stanzia 5 milioni di euro per il triennio 2018-2020 a favore dei consorzi di bonifica per le attività previste dall’art.31 della legge n. 5 del 2015.

L’aula ha quindi respinto in rapida successione gli emendamenti nn. 133, 134, 136, 308, 336.

Sull’emendamento n.345 è intervenuto il primo firmatario Paolo Truzzu (FdI) per spiegarne il contenuto: «L’obiettivo è ricominciare a parlare di bellezza – ha detto Paolo Truzzu – ci siamo dimenticati di avere cura delle nostre comunità. Vogliamo recuperare una situazione di decoro. La proposta mira a creare un primo fondo di 5 milioni per intervenire sul concetto di “non finito”». Messo in votazione l’emendamento è stato respinto con 27 voti contrari e 14 a favore.

Stessa sorte per l’emendamento n.346 presentato dallo stesso Paolo Truzzu che puntava a ottenere un fondo di 5 milioni di euro da utilizzare per l’incentivazione dell’acquisto di automobili ibride o elettriche: «Siamo l’unica regione d’Italia che non prevede incentivi – ha detto il consigliere di minoranza – noi proponiamo un contributo di 5000 euro ai privati che decidono di acquistare veicoli ibridi o elettrici. L’obiettivo è far diventare conveniente l’uso di auto non inquinanti».

D’accordo con l’emendamento si è detto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha voluto precisare il voto a un emendamento precedente che stanziava 84mila euro a favore del Comune di Barisardo: «Non sono contrario al contributo ma al modo con cui si legifera in questo Consiglio».

L’assessore Raffaele Paci, in risposta a Paolo Truzzu, ha ribadito la volontà della Giunta di intervenire sul tema: «Abbiamo in corso incontri con il presidente dell’Ente gestore del servizio elettrico. Vogliamo incentivare l’uso di auto elettriche. In questo momento non abbiamo però a disposizione 5 milioni di euro».

Preso atto dell’impegno dell’assessore, il consigliere Truzzu ha ritirato l’emendamento: «Speriamo che entro l’anno si possa fare qualcosa di concreto».

Dopo aver bocciato gli emendamenti 358, 359 e 360, l’Aula ha dato il via libera agli emendamenti nn. 788 e 789 (primo firmatario Sabatini). Il primo stanzia 400mila euro per garantire l’apertura a uso portuale delle stazioni marittime di nuova realizzazione ancora inagibili, il secondo dispone un finanziamento di 1,5 milioni di euro per il triennio a favore dei comuni montani per far fronte alle spese del Piano neve.

Sull’emendamento n. 792 Sabatini ha comunicato la decisione di ridurre da 2 a 1 milione di euro i finanziamenti per il 2018 destinati alla realizzazione, completamento e manutenzione straordinaria di opere pubbliche di interesse comunale. Confermati invece i finanziamenti per gli anni successivi, 10 milioni di euro per il 2019 e 15 per il 2020. Posto in votazione l’emendamento 792 è stato approvato.

Sull’emendamento 823 (Zedda Paolo e più) che propone un finanziamento di 100mila euro per lo studio di fattibilità relativo al prolungamento della tratta della metropolitana leggera da Settimo San Pietro a Sinnai, è intervenuto Michele Cossa (Riformatori sardi): «Vorrei capire di più – ha detto Michele Cossa – ci sono comuni che si finanziano e altri invece che non ottengono nulla». Stesso giudizio da parte del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Esiste un capitolo per gli studi di fattibilità che possa interessare tutti i comuni? Niente in contrario contro Sinnai ma ci avete sempre detto che bisogna procedere per interventi di carattere generale. Qui si sta andando per comuni sì e comuni no, a seconda del colore della casacca».

Anche Paolo Truzzu (FdI) ha contestato il modo di procedere: «Il clima natalizio ci sta abituando ai regali – ha detto – la vulgata dice che il centrosinistra si sta impegnando a risollevare le sorti dell’isola e poi si arriva a situazioni come questa. Sinnai ha bisogno di collegamenti migliori come Pula. Occorre ragionare in termini complessivi. Non è possibile che si continui a fare la divisione della torta solo nell’interesse di alcuni».

Pronta la replica di Paolo Zedda, primo firmatario dell’emendamento: «Questo intervento era programmato nel piano regionale dei trasporti del 2008 e poi è improvvisamente scomparso. Si chiede di far proseguire la tratta da Settimo a Sinnai. Lo stanziamento è davvero minimo, non è una marchetta».

Di parere diverso Marco Tedde (Forza Italia): «Quali sono gli elementi che devono stare alla base della scelta dei comuni fruitori di mancette. Sono elementi oggettivi o tratti dal manuale Marchetti? E’ un precedente bruttissimo. Non è tollerabile scegliere i comuni a seconda del colore politico. Avete necessità di crescere di fronte all’elettorato». Posto in  votazione l’emendamento è stato approvato.

Ritirati il n.824 (Zedda e più) l’Aula ha respinto il n. 858.

Approvato subito dopo l’emendamento all’emendamento n.1301 (Sabatini e più) che recepisce la direttiva europea sull’efficienza energetica in edilizia. Le linee guida saranno stabilite dall’assessorato competente entro 90 giorni dall’approvazione delle manovra finanziaria.

Disco verde anche per il n. 890 (Agus-Busia) che stanzia 600mila euro per il triennio 2018-2020 per la prosecuzione del progetto “Neptune” finalizzato alla valorizzazione ambientale e alla fruizione turistico-didattica del Poetto.

Ritirati invece gli emendamenti 894, 895, 896, mentre sull’897 è intervenuto il primo firmatario Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «L’emendamento segnala un problema serio: il dissesto della strada Sp 188 Gergei-Isili. Sono disponibile a ritirarlo ma chiedo che venga previsto un intervento. Non è pensabile che una strada ad altissima densità di traffico sia in queste condizioni».

L’assessore Raffaele Paci ha garantito l’impegno della Giunta: «Ci sono nuove risorse da programmare nei prossimi giorni per la rete viaria a valere sui fondi di coesione. Si terrà conto della segnalazione». L’emendamento è stato ritirato.

Pietro Pittalis (Fi) ha espresso imbarazzo: «Non c’è dialogo tra Giunta e maggioranza. C’è un modo singolare di interpretare i rapporti tra esecutivo e Consiglio. Se è questa la tendenza della nuova sinistra che avanza… auguri!»

L’aula ha quindi preso in esame l’emendamento n. 903 (Busia-Agus) che stanzia 200mila euro a favore dei comuni per la raccolta dei rifiuti abbandonati in aree di proprietà comunali. 

Il consigliere di Forza Italia Marco Tedde si è congratulato con i presentatori: «Così si fa, si individuano gli interessi generali e si fissano criteri obiettivi per la spendita dei soldi». Giudizio condiviso dal collega di partito Giuseppe Fasolino: «L’accoppiata Busia-Agus presenta emendamenti corretti. L’intervento di Pietro Pittalis questo voleva dire, non si mira ad accontentare un comune ma ad affrontare problemi che riguardano tutti. Anche un sindaco che non fa parte della maggioranza si sente rappresentato».

Annamaria Busia (Cp) ha ringraziato i colleghi: «Gli emendamenti sono proprio finalizzati a risolvere le problematiche dei comuni con modesti interventi di spesa. Prestate attenzione anche agli altri». L’emendamento, al quale si è aggiunta la firma del consigliere Paolo Dessi(Misto), è stato approvato all’unanimità.

Subito dopo sono stati respinti gli emendamenti n. 921, 925, 928, 929, 931, 932, 933, 934, 935, 966.

Sul n.971, il primo firmatario Marco Tedde ha nuovamente contestato la linea della maggioranza: «Questo emendamento sarà bocciato non perché riguarda Alghero ma perché proposto dalla minoranza. Se fosse stato presentato da un consigliere del centrosinistra avrebbe avuto altra sorte. Questo non è il modo di operare e di fare leggi. E’ un modo abnorme che impone una riflessione profonda. Se si operasse sempre così le finanze regionali sarebbero dissipate». Posto in votazione l’emendamento è stato bocciato.

Respinto anche il n. 973, mentre ha ottenuto voto favorevole l’emendamento della Giunta regionale 1005 che stanzia 300mila euro, per il triennio, per attivare un’assistenza tecnica finalizzata all’accelerazione dei processi di valutazione ambientale».

Via libera anche agli emendamenti 1012, 1024 e 1026 presentati sempre dalla giunta regionale. Il primo stanzia un milione e 260mila euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020 per la gestione delle discariche di rifiuti solidi urbani, il secondo invece prevede un finanziamento complessivo di 6 milioni di euro per l’interconnessione dei bacini idrografici e la riqualificazione delle reti di drenaggio in area urbana con priorità per le zone ad alto rischio idraulico; il terzo, infine, autorizza la spesa di 1,87 milioni di euro per mezzi e attrezzature da utilizzare per interventi di soccorso o ripristino ambientale.   

Bocciato il 1049, il presidente della commissione Bilancio ha invitato i presentatori a ritirare l’emendamento n.904.

La consigliera Annamaria Busia, firmataria dell’emendamento con il consigliere Francesco Agus, ha illustrato il contenuto della proposta: «L’obiettivo è la sicurezza e la pulizia delle spiagge. Ogni anno si verificano diverse tragedie in mare per mancanza di servizi di salvamento. C’è inoltre il problema di utilizzo della poseidonia. E’ un intervento importante per aiutare i comuni. Prima del ritiro chiedo di indicare una via alternativa».

D’accordo con la proposta si è espresso il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «E’ un emendamento interessante, legge nell’anima dei sindaci. Darebbe risposte a due problematiche: la rimozione della poseidonia che non può essere toccata ma nessuno dice cosa si deve fare. Per salvaguardare le spiagge ora diamo le risorse alle amministrazioni. Questo sarebbe un bel modo di dimostrare di essere una grande amministrazione regionale». Giuseppe Fasolino ha rivolto un plauso ai presentatori anche per la proposta sui servizi di salvamento a mare: «Finora si è trovato un escamotage con i cartelli, cosa diversa sarebbe se ci fossero bagnini in ogni spiaggia. Questo modo di lavorare deve essere alla base della finanziaria».

Marco Tedde (Forza Italia) dopo aver rinnovato i complimenti ai presentatori ha annunciato il suo voto favorevole: «L’emendamento ha una valenza oggettiva sia per gli interventi di salvamento che per la poseidonia. E’ un modo per stare vicino ai sindaci che non riescono ad assolvere ai propri compiti per mancanza di mezzi finanziari».

Franco Sabatini dopo aver annunciato all’aula la conferma dello stanziamento governativo a favore delle province di 125 milioni di euro per il triennio 2018-2020, ha avanzato la proposta di votare l’emendamento per parti: «Mettiamo 100mila euro a carico del fondo sul turismo per garantire le attività di informazione sulla tutela delle spiaggia – ha detto Sabatini – sugli altri due punti (salvamento a mare e poseidonia) prendiamo l’impegno ad intervenire nella prima variazione di bilancio utile. Il tema è concreto, tutti i paesi costieri hanno problemi quando ci sono le mareggiate».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha invocato un ragionamento più ampio. «E’ vero che i cetacei finiscono spesso sulle nostre spiagge. Siamo il terminale del santuario delle balene. Il Ministero dell’Ambiente deve considerare con più attenzione gli interventi straordinari della Regione per rimuovere i cetacei spiaggiati così come quelli per la rimozione della poseidonia. Siccome a noi impongono la tutela è giusto che il Ministero riconosca gli sforzi e destini risorse alla Sardegna».

Francesco Agus (Cp) si è detto d’accordo con la proposta di un voto per parti: « Per il primo e secondo punto dell’emendamento è opportuno un supplemento di attenzione. E’ urgente intervenire perché è tema centrale per la tutela delle spiagge. Serve una programmazione e una visione strategica. Si va verso un allungamento della stagione balneare, le nostre spiagge subiscono una pressione per più mesi all’anno. Da tempo  si riscontra un peggioramento dell’ecosistema marino dovuto alla presenza antropica e al prelievo non corretto della poseidonia».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) ha segnalato  all’assessore che la poseidonia rappresenta una risorsa per l’agricoltura: «E’ utile per la pacciamatura e come fertilizzante. Non si può però raccogliere e la Forestale crea problemi»

Stessa considerazione da parte di Fabrizio Anedda (Misto): «La poseidonia è una risorsa per l’agricoltura. Ci sono progetti per utilizzarla nelle serre. Il problema è che viene acquistata da chi la raccoglie nelle spiagge ma l’attività non è regolamentata». L’assessore Donatella Spano condividendo le valutazioni dell’aula si è detta disponibile a lavorare a una normativa ad hoc: «La problematica è importante. La poseidonia è un elemento distintivo per la conservazione della spiaggia. Occorre trovare un equilibrio tra conservazione e fruizione della spiaggia».

Messo in votazione per parti, sono state approvate le disposizioni del punto n. 3.

Annunciata la discussione sull’articolo 4 (disposizioni in materia di sostegno alle attività economiche) i gruppi di minoranza hanno comunicato il ritiro di una serie di emendamenti, a partire dal n. 170 fino al n. 550, e il presidente del Consiglio ha elencato tutte le proposte di modifica rimaste in votazione sulle quali il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd) ha espresso il parere di competenza. L’assessore Paci ha dichiarato parere conforme a quello del relatore ma ha precisato che per gli emendamenti riguardanti le guide turistiche e l’imprenditoria femminile deve “essere ricercata una più idonea formulazione”. Non essendoci iscritti a parlare nella discussione generale, il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’emendamento n. 93 (Comandini e più) che con il parere favorevole di commissione e Giunta è stato approvato dall’Aula ed incrementa da 300.000 euro a 500.000 euro il contributo per gli apicoltori.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi tolto la seduta e ha convocato il Consiglio domani alle 10.00.

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In Consiglio regionale prosegue l’esame della Manovra finanziaria 2018-20. In discussione l’articolo 2 Disposizioni in materia di enti locali e politiche territoriali”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Il relatore di maggioranza Franco Sabatini (Pd) e l’assessore della Programmazione Raffaele Paci hanno fornito il parere sugli emendamenti.

Aprendo la discussione generale il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che «il dato politico di fondo è che il centro sinistra ha cominciando la campagna elettorale utilizzando la stampa amica per contrabbandare il raggiungimento di obiettivi inesistenti ed incrementando il flusso degli annunci, dai senatori che parlano di hotel a 5 stelle all’Asinara o della difesa dell’aeroporto di Alghero che prima consideravano spacciato». In realtà, ha sostenuto Tedde, «sono state ignorate le grandi difficoltà dei Comuni che avrebbero meritato invece il sostegno dell’esecutivo e della maggioranza, perché i numeri parlano chiaro: c’è un aumento del 2% circa delle entrate e a questo deve corrispondere un aumento del fondo unico degli Enti locali, mentre troviamo 1 milione per la Città metropolitana di Cagliari nonostante le dichiarazione del presidente Pigliaru che aveva assicurato un bilanciamento con la Rete metropolitana di Sassari».

Il consigliere Alfonso Marras dell’Udc ha parlato di una realtà della Sardegna «molto diversa dalle dichiarazioni della maggioranza, che ancora una volta ha dimostrato una scarsa capacità programmatica, dai rapporti insufficienti con lo Stato centrale alla situazione drammatica in cui versano gli Enti locali del territorio regionale». La stessa programmazione territoriale troppo accentrata, ha lamentato Alfonso Marras, «non ha prodotto risultati contro lo spopolamento delle aree periferiche e la stessa ripartizione Fondo unico, discutibile, in molti casi insufficiente e sotto dimensionata rispetto alle esigenze delle comunità locali, vanifica il percorso di cambiamento avviato dagli enti locali ma non supportato dalla Regione, salvo sporadici interventi tampone».

Il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha dichiarato che nell’articolo 2 della manovra «non ci sono grandissime novità per cui la norma, a nostro giudizio, dovrebbe essere qualificata con l’introduzione di misure contro lo spopolamento, questione complessa che può essere affrontata (oltre che con un programma di infrastrutture) solo con nuove politiche di sviluppo, perché le persone ed i giovani vanno dove possono trovare lavoro e mettere su famiglia». Noi, ha proseguito Cossa, «rilanciamo il nostro progetto di favorire l’insediamento di pensionati con reddito medio alto (oltre i 40.000 euro l’anno) provenienti soprattutto dal Nord Europa per creare oggi le condizioni favorevoli per creare forza lavoro domani». Ritengo, ha aggiunto ancora Cossa, «che se l’economia della Sardegna non riparte non si possa nemmeno parlare di alcune politiche di accoglienza, mentre con la misura che proponiamo la Sardegna può diventare la Florida d’Europa con una strategia virtuosa che prevede l’utilizzo della leva fiscale e di rimborsi destinati al recupero del tessuto edilizio ed all’insediamento di aziende».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha ricordato che «non si può parlare di Enti locali dimenticando il passato, perché ci è voluta tutta la legislatura a rimediare ai danni causati dal centro destra al sistema delle autonomie locali, oggi formato da Comuni Province e Città metropolitana di Cagliari, nata per volontà dell’assessore Erriu». Abbiamo ricostituito cioè, ha continuato, «un quadro di praticabilità degli enti territoriali gravato da milioni di euro di danni che oggi stiamo riparando con grande difficoltà dato le Province delle Regioni ordinarie sono state ricostituite ma non quelle della Sardegna, mentre oggi la finanziaria dà attuazione dalla riforma e ad un restauro dell’edificio degli enti locali con nuovo sistema di programmazione dal basso che, fra l’altro, razionalizza tutto l’apparato amministrativo». Il modello di oggi è molto più armonico anche se non del tutto attuato, «con misure e risorse (pari a metà del bilancio regionale al netto della sanità) che danno vita e gambe capaci di rilanciare il sistema in un quadro unitario e non campanilistico fondato sulla cooperazione».

Il consigliere del Misto-Fdi Paolo Truzzu ha dichiarato che «non più tardi di qualche giorno fa, in occasione del dibattito con il Cal, abbiamo ascoltato gli amministratori locali che chiedevano più attenzione mentre la maggioranza ha lanciato la palla al Governo nazionale, ignorando perfino il richiamo dello stesso Sindaco metropolitano Massimo Zedda a risolvere i problemi a Cagliari senza cercare sempre le responsabilità più lontane». Quindi a giudizio di Truzzu «Deriu sbaglia a ragionare sul passato e, del resto, quanto sostiene ed auspica non è contenuto nell’articolo, perché gli interventi cadono sempre sugli stessi territori salvo poi cercare di tappare i buchi con emendamenti successivi destinati ad amministratori vicini o personaggi con una certa influenza in determinate realtà locali». In commissione, ha lamentato infine Truzzu, «non c’è stato alcun filtro sulla qualità delle proposte e molti emendamenti sono stati bocciati senza nemmeno essere esaminati, dimenticando uno sguardo di prospettiva che in futuro dovrà veder l’accorpamento del fondo unico con le leggi di settore».

Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha detto che «Enti locali e politiche territoriali sono temi centrali della Sardegna ma su questi temi l’articolo non dice tantissimo, limitandosi a distribuire un fondo unico che può solo raffreddare alcune emergenze e non interviene, fra l’altro, sulla rete metropolitana di Sassari come strumento di rilancio dell’area Nord». Bisogna invece mettere in campo, ha proposto Peru, «strumenti diversi come quelli nazionali e comunitari che potrebbero dare un impulso incisivo all’economia della Sardegna, soprattutto delle zone interne che sono un grande patrimonio della nostra Regione e vanno messe a reddito sfruttando cultura, storia e identità». Ho proposto un emendamento che va in questa direzione ma è stato ritenuto inammissibile, ha concluso Peru, «ma ne dovremo riparlare perché resto convinto della sua validità per consentire al Consiglio di contribuire alle scelte di programmazione su fondi nazionali e comunitari attraverso le commissioni di merito».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha sostenuto di essere rimasto interdetto da alcune argomentazioni «perché non si è colto il nodo più importante del problema, apprezzo l’intelligenza del collega Roberto Deriu ma lui stesso sbaglia a mortificarla, facendo finta di dimenticare che l’abolizione della Province l’hanno voluta il Pd e Forza Italia e sempre al Pd va attribuita la volontà di istituire a suo tempo le nuove Province regionali». Facciamo tabula rasa e ricostruiamo tutto il sistema degli Enti locali, ha esortato Attilio Dedoni, «perché l’autonomia della Sardegna non è solo il Consiglio regionale ma tutta la rete delle amministrazioni locali, per cui è necessario costruire una piattaforma forte per una nuova stagione autonomistica»

Dopo l’on. Attilio Dedoni ha preso la parola l’on. Pietro Pittalis (FI), che ha detto: «Dai banchi della maggioranza si è rivolto lo sguardo al passato ma ci saremmo aspettati che l’analisi sul passato fosse completata da quello che avete fatto o non avete fatto in questi quattro anni e in questa manovra finanziaria. Nella scorsa legislatura gli enti intermedi non hanno sofferto quel che stanno patendo in questa». Il capogruppo di Forza Italia ha aggiunto: «Sugli enti locali state facendo un’operazione al ribasso, il fondo unico va implementato rispetto agli stanziamenti che avete previsto».

Respinti gli emendamenti 107, 108 e poi 109, 211, 289, 283,  351, 352, 468, 215. Discusso l’emendamento 806 (Sabatini e più) che stanzia 100 mila euro per il 2018 a favore dell’Unione dei Comuni dell’Ogliastra: l’emendamento è stato approvato e a seguire anche il testo dell’articolo 2, sul quale ha preso la parola l’on. Stefano Tunis (FI). Che ha detto: «Siamo intervenuti nel sistema degli enti locali sulla base di emergenze e di rancori».

Sul riordino degli enti locali ha preso anche la parola l’on. Giuseppe Fasolino (FI): «Cos’altro dovrà accadere prima che facciamo giustizia?  Se la maggioranza non lo ha ancora capito è il caso di spiegare che cosa è capitato negli ultimi trent’anni nell’economia del nord Sardegna». Sempre per dichiarazione di voto l’on. Mariano Contu (FI) ha detto: «Le nostre autonomie locali sono  allo stremo e con questo articolo state stanziando davvero poche risorse». Dai banchi dei Riformatori sardi è intervenuto l’on. Michele Cossa, che ha detto: «Da parte della Regione si fa fatica a governare il processo degli enti locali, l’unica realtà che sta emettendo i primi vagiti è la città metropolitana di Cagliari, che necessità di essere regolamentata perché non è una monarchia. Vi invito tutti a un maggiore pragmatismo».

Per l’on. Tedde (FI) «la maggioranza è davvero molto lontana dagli enti locali e dai cittadini e la prova sono questi stanziamenti del tutto inadeguati, nonostante le sollecitazioni degli enti locali e del Cal.  Non vi basterà la propaganda».

Per l’on. Fuoco (Sardegna) «al di là della Gallura è urgente mettere mano all’area metropolitana di Cagliari, che nella provincia unisce Carbonia con Muravera. Territori che non hanno alcun legame tra loro sono stati affiancati e messi contro i territori ricchi, quelli di Cagliari. E’, dunque, necessario rivedere questi aspetti e modificarli, cominciando dal lavoro in Prima commissione».

Anche l’on. Paolo Truzzu (Sardegna) ha annunciato il voto contrario all’articolo 2 e così l’on. Pietro Pittalis (FI), che ha espresso solidarietà al sindaco di Desulo, Gigi Littarru: «Sta patendo lui come tanti altri la solitudine delle istituzioni, sottoposti alla gogna mediatica e talvolta anche giudiziaria. Dov’è la vostra attenzione verso le autonomie locali? Non c’è un solo atto concreto verso i tanti piccoli comuni della Sardegna: vada a Genoni il sindaco di Cagliari, per capire come si vive».

Per l’Udc ha preso la parola l’on. Giuseppino Pinna, secondo cui «i processi spesa sono congelati, siamo ancora fermi ai bandi e alla verifica dei progetti, nel migliore dei casi». L’oratore ha annunciato  il suo  voto contrario.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione il testo dell’articolo 2, che è stato approvato.

Respinto l’emendamento 110 (comprensivo dell’emendamento 1068)  e così il 111 (comprensivo del 1069), 196 (con emendamento 1070), 212 (con emendamento 1071).

Sull’emendamento 213 e sul collegato 1072 l’on. Pietro Pittalis (FI) ha detto: «Stiamo chiedendo dieci milioni di euro per rifare la viabilità che porta ai Comuni, come quella che dalla statale 131 porta a Bitti ed è assolutamente pericolosa per mancanza di manutenzione. Qui non registro contrapposizione politica tra noi ma bisogno di buon senso». Della stessa opinione l’on. Fasolino (FI): «Lo dico da sindaco, la situazione delle provinciali è disastrosa. Ci sono strade crollate e transennate da anni. Vi farei vedere la strada di Golfo Aranci, percorsa ogni anno da un milione di turisti. Sarò costretto a chiuderla o ad asfaltarla con i fondi comunali».

L’on. Sabatini (Pd) ha detto: «Condivido il problema ma un mese fa abbiamo stanziato 50 milioni  per questi interventi e altri 27 in Finanziaria per il fondo per le opere di interesse locale».

Per Forza Italia l ‘on. Tunis ha detto: «Ci attendevamo che la riforma degli enti locali portasse anche a soddisfare le esigenze dei territori, come sistemare le strade. La responsabilità di tutto questo è della maggioranza».

L’emendamento 1072 è stato respinto e così anche il 2013. Respinto anche l’emendamento 815 (con emendamento 1074).

Sugli emendamenti 1075 e 816, dedicati al ripristino della viabilità sul ponte di Oloè nella provinciale di Nuoro, l’on. Pietro Pittalis (FI) ha chiesto al Consiglio «uno sforzo straordinario, perché un anno fa l’assessore Paci fu prodigo di pubbliche rassicurazioni. Ma invece tutto è rimasto come prima e i pastori devono sopportare sacrifici e costi che non sono sopportabili. Rivolgo un appello, davvero».

L’assessore Raffaele Paci ha replicato. «I finanziamenti ci sono e l’assessore ai Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, proprio in questo momento è riunito con Anas sulla questione di Oloè e non solo. Ci sono questioni di tecnica ingegneristica da risolvere e spero che i lavori partano presto». Respinti gli emendamenti 1075 e 816.

Sono stati poi approvati gli emendamenti aggiuntivi 18 e 19.  L’emendamento 18, approvato con 35 sì e 2 no,  autorizza per l’anno 2018 la spesa di 40.000 euro in favore del Comune di Aritzo per la manifestazione sportiva “ritiro Cagliari calcio”. Sull’emendamento 18 è intervenuto il capogruppo di Forza italia Pietro Pittalis che ha chiesto di capire la ratio dell’articolo. Segnalo – ha detto – che ci sono tante altre squadre che meritano attenzione, non solo il Cagliari Calcio. Il presidente della Terza commissione Franco Sabatini ha sottolineato che sono previsti numerosi  emendamenti nel settore sport e  non solo per il mondo professionistico. Lorenzo Cozzolino (Pd)  ha precisato che questo emendamento non serve al Cagliari calcio ma al comune che deve intervenire nella struttura sportiva. . La squadra – ha aggiunto – quando si allena viene vista in tutta Italia ed in Europa. E’ necessario dare un’immagine del paese diversa. Roberto Desini (Partito dei sardi)  ha dichiarato di aggiungere la sua firma e del gruppo all’emendamento che  è significativo anche per di evitare lo spopolamento nelle zone marginali. Vota contro, invece, Paolo Truzzu (Sardegna)  perché la formulazione non è accettabile.

L’emendamento 19, approvato con 28 sì e 14 no, autorizza la spesa di 120.000 euro per la redazione del Piano regionale dei Trasporti. Su questo emendamento non ci sono stati interventi.

Dibattito acceso, invece, sugli emendamenti 847 e 1076 (poi ritirati) che prevedevano interventi contro lo spopolamento delle zone interne. Michele Cossa (Riformatori) ha chiesto un pronunciamento della giunta; Pietro Pittalis (Forza Italia) ha sottolineato che su questo tema non ci devono essere divisioni tra schieramenti. Il capogruppo di Forza Italia ha ricordato che esistono tre proposte di legge in  materia che hanno  la comune finalità di trattare il tema dello spopolamento non più come tema di studio ma per risolvere effettivamente il problema. Bisogna creare politiche di vantaggio per queste popolazioni senza distinzioni di partito.  Roberto Deriu (PD), concordando con Pittalis, ha affermato che  si debba arrivare ad un testo unico. “Non è il caso di approvare emendamenti parziali – ha aggiunto – bisogna incontrarsi in commissione per fare una legge”. Pietro Pittalis  e Michele Cossa hanno ritirato gli emendamenti

Sull’emendamento 853 (inquinamento luminoso) è intervenuto Michele Cossa (Riformatori) che ha sottolineato l’importanza del problema. L’emendamento è stato bocciato.

Sull’emendamento 854 (3.000.000 per  finanziamenti ai comuni per edifici di culto, restauro e consolidamento di chiese di particolare interesse storico e artistico) Mariano Contu (Forza Italia)  e Michele Cossa (Riformatori) hanno sottolineano la necessità di incrementare le risorse in questo settore. L’assessore agli enti Locali Cristiano Erriu ha ricordato l’accordo stilato tra la Regione Sardegna e la Conferenza Episcopale sarda.  C’è stato già un intervento di 4 milioni di euro e c’è un altro accordo che ci permette di intervenire sulle priorità. C’è tanto da fare – ha affermato l’esponente dell’esecutivo – ma stiamo lavorando in maniera coordinata.  Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto però  che finora gli interventi sono stati insufficienti.  Il presidente Sabatini ha aggiunto che l’accordo con la Cei in sostanza raddoppia i fondi regionali. L’anno scorso è stato gia fatto un primo intervento, quest’anno la giunta ha stanziato 4 milioni.  L’emendamento è stato bocciato.

L’emendamento 1 (1.500.000 ridurre rischio idrogeologico in cui versa la città di Bosa) è stato ritirato da Alfonso Marras (UDC);  Augusto Cherchi (Patito dei sardi) ha ritirato l’emendamento 10 perché l’opera è stata già finanziata. Entrambi hanno ringraziato l’esecutivo per aver mantenuto le promesse fatte nella scorsa finanziaria.

Per l’emendamento n.20 che proponeva lo stanziamento di 2 milioni di euro a favore dei comuni per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle case di riposo è arrivato un invito al ritiro. Richiesta accolta dal primo firmatario Antonio Solinas (Pd) che ha però auspicato un intervento urgente da parte della Giunta per evitare la chiusura delle strutture.

L’emendamento, fatto proprio nel frattempo dal gruppo di Forza Italia su richiesta del consigliere Giuseppe Fasolino,  è stato respinto con 29 voti contrari e 15 a favore.

Via libera invece agli emendamenti nn. 21 e 22 (Piscedda e più) che stanziano due contributi straordinari a favore del Comune di Ozieri (100mila euro per la ristrutturazione della sede del Centro di documentazione e 30mila per l’organizzazione del premio “Città di Ozieri”).

Approvato all’unanimità anche l’emendamento n. 24 (Forma e più) per il completamento degli interventi nel museo “Casa Cambosu” di Orotelli e la realizzazione di un parco letterario multimediale. Il finanziamento di 300mila euro che rischiava di essere ridotto a 150mila è stato confermato su sollecitazione del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis. Dopo un’interlocuzione tra il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini e l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci si è deciso di spalmare l’intervento nel biennio 2018-2019.

Ritirati gli emendamenti nn. 25, 26 e 27, l’aula è passata all’esame del n. 29 (Meloni e più) che propone un intervento di 150mila euro a favore del comune di Calangianus per la messa a norma del Museo del sughero. La proposta è stata approvata all’unanimità.

Via libera, con il consenso di tutti, anche all’emendamento n. 75 (Ruggeri) che rifinanzia con 236mila euro il completamento dei lavori della parrocchia di San Giovanni Evangelista di Quartu Sant’Elena.  

Approvato con 40 voti a favore e tre contrari l’emendamento n. 101 (Christian Solinas) che stanzia 200 mila euro per il biennio 2018-2019 a favore dell’Archivio Diocesano di Sassari per la ristrutturazione della sede presso il Collegium Mazzotti.

Sull’emendamento n. 112 (Rubiu e più) che proponeva lo stanziamento di 100mila euro a favore del comune di Iglesias per combattere il fenomeno del randagismo è intervenuto  il capogruppo di Fi Pietro Pittalis: «L’emendamento pone un problema serio. Solo sostenendo i comuni si può contrastare il fenomeno del randagismo di cani e gatti». Pietro Pittalis ha poi rivolto un appello a tutta l’aula a favore della campagna per il consumo dell’agnello sardo. Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha invitato i presentatori a ritirare l’emendamento: «Per la lotta al randagismo – ha detto Franco Sabatini – è stato presentato un altro emendamento che porta la dotazione finanziaria a 200mila euro». Posto in votazione l’emendamento è stato respinto.

L’aula ha quindi bocciato, in rapida successione, gli emendamenti n.113,118,119, 120, 121, 122, 123, 124, 125, 126, 128 e 129.

Sull’emendamento n. 1050, correttivo rispetto al 193 (Demontis e più), che propone lo stanziamento di 50mila euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei candelieri che partecipano alla discesa del 14 agosto a Sassari, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è detto favorevole auspicando, però, uguale attenzione per tutti i grandi eventi della Sardegna.

L’assessore Raffaele Paci ha ricordato che le grandi manifestazioni della Sardegna sono finanziate ogni anno in modo continuativo. «Questo – ha detto Raffaele Paci – è un intervento specifico per la manutenzione dei ceri».

Stesso giudizio da parte del primo firmatario dell’emendamento Salvatore Demontis (Pd): «L’assessore ha spiegato la finalità. Alla discesa dei Candelieri partecipano undici ceri molti dei quali in condizioni critiche. C’è bisogno di un intervento urgente, i Gremi non hanno la disponibilità finanziaria. Il contributo andrà al Comune che valuterà come intervenire». Posto in votazione l’emendamento n.1050 è stato approvato.

Respinti invece gli emendamenti n.307,309 e 310 presentati dall’opposizione. Stessa sorte per l’emendamento n. 311 (Truzzu) che proponeva un intervento a favore del comune di Belvì per il rifacimento in erba sintetica del campo di calcio. «Non si capisce perché per Aritzo sì e per Belvì no – ha detto Paolo Truzzu – questo emendamento ha la stessa finalità: l’utilizzo delle strutture sportive nel pieno spirito della lotta allo spopolamento».

Disco rosso anche per il n. 312 (Contu e più) che prevedeva lo stanziamento di 3,5milioni per il ripristino della funzionalità idraulica del Riu Nou di Selargius. «E’ un emendamento per aiutare il comune di Selargius a scongiurare il rischio idrogeologico – ha detto Mariano Contu – le amministrazioni si trovano in difficoltà». Posto in votazione l’emendamento è stato respinto.

Respinti successivamente anche il n. 313, 314, 315, 316, 317, 319, 320 e 321, tutti presentati dalla minoranza.

Sul 322 è intervenuto il consigliere Paolo Truzzu (FdI): «Proponiamo 400mila euro a favore del Comune di Cagliari per la realizzazione di una copertura calpestabile sul sito archeologico di Corso Vittorio Emanuele – ha affermato Paolo Truzzu – l’opera consentirebbe di liberare la sede stradale e consentire il passaggio di pedoni e auto. Una copertura trasparente permetterebbe inoltre di apprezzare il patrimonio archeologico». L’emendamento n.322 è stato respinto.

Bocciato anche il n. 323, sempre dell’on. Paolo Truzzu, che proponeva un intervento di 400mila euro a favore del Comune di Oristano per la manutenzione straordinaria dei “portali campestri”. «C’è il rischio che prima o poi questi portali cadano – ha detto Paolo Truzzu – sarebbe una perdita grave per il patrimonio artistico e paesaggistico della Sardegna».

Voto favorevole all’emendamento ha annunciato il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni: «Alcuni portali sono già a rischio con l’allargamento della SS131 da Oristano al Rimedio». Messo in votazione l’emendamento è stato bocciato.

Respinti anche gli emendamenti n. 324, 325, 326, 327, 328, 329, 330, 331, 332, 333, 334 e 335.

Sul n.340 è intervenuto il primo firmatario Paolo Truzzu (FdI): «La proposta mira a finanziare con 300mila euro la predisposizione di un progetto preliminare per la  metropolitana leggera tra Cagliari e Pula – ha detto Paolo Truzzu – la statale 195 è una delle strade più trafficate in Sardegna. Sarebbe bene incominciare a investire qualche soldo per consentire a residenti e turisti di utilizzare un mezzo di trasporto alternativo alla gomma».

A favore si è schierato il consigliere Michele Cossa (Riformatori): «E’ necessario pianificare il sistema di trasporto attraverso la metropolitana di superficie che copra tutta l’area vasta di Cagliari – ha sottolineato Michele Cossa – la SS 195 patisce in modo particolare l’aumento di traffico in estate». L’emendamento è stato respinto.

Sono stati bocciati anche gli emendamenti nn. 341, 342, 343, 344, 361, 363 e 365.

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Il Consiglio regionale stamane ha approvato il passaggio agli articoli della Manovra finanziaria 2018/2020.

Il primo intervento della mattinata è stato quello del consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) che ha parlato di «una finanziaria senza grandi vedute e senza un disegno ben preciso del futuro della Sardegna, disegno che invece dovrebbe essere tracciato dalla classe dirigente con una prospettiva ampia nell’arco di 5-10 anni, altrimenti non si riesce ad uscire dalle solite forme di assistenzialismo come il Reis che fra l’altro sta dando enormi grattacapi a tutti gli uffici comunali della Regione». Tutti i giorni, ha ricordato Tocco, «assistiamo a mobilitazioni contro le istituzioni nonostante i sardi non siano un popolo con la vocazione dello scontro ma cercano invece il dialogo ricevendo purtroppo in cambio solo pacche sulle spalle». La Sardegna, ha sostenuto il consigliere, «ha soprattutto bisogno di trovare il coraggio di imporsi contro le scelte del Governo centrale, meglio se in un clima unitario fra maggioranza ed opposizione, per far sentire alta la voce della comunità, come hanno fatto altre Regioni». Perché non basta più, ha protestato Tocco, «spostare numeri e poche risorse da una colonna all’altra del bilancio, chi sta sul territorio si chiede da dove venga la ripresa annunciata dall’Istat, perché in giro si vede solo malessere e disappunto; ultimo episodio la protesta dei medici proprio perché si sono resi conto che in questa finanziaria non c’è un programma forte nemmeno per la sanità ma solo buchi da tappare». «La Sardegna però ci guarda», ha concluso, «e non possiamo deluderla».

Sempre per Forza Italia, il vice capogruppo Marco Tedde ha definito la finanziaria «del tutto inadeguata anche se non disperiamo di riuscire a modificarla in qualche parte con gli emendamenti mirati che abbiamo proposto nel quadro di un clima nuovo fra maggioranza ed opposizione». Nel metodo, ha aggiunto Marco Tedde, «abbiamo visto la maggioranza impegnata in una corsa contro il tempo non per rispondere meglio ai problemi di famiglie ed imprese ma solo per ragioni elettorali, per appuntarsi sul petto una medaglietta e distribuire le solite mancette elettorali». La fretta ha prodotto però una cattiva legge, secondo Marco Tedde, «una legge incompleta dalla quale manca la programmazione di 40 milioni di euro segnalata puntualmente dal Cal con motivazioni che noi condividiamo perché vogliamo che siano destinati ad esigenze reali della Sardegna». I problemi reali della nostra Regione erano e restano immensi, ha continuato il vice capogruppo di Forza Italia, «ma non sono stati nemmeno sfiorati nel recente incontro fra il leader del Pd Matteo Renzi ed il fedele presidente Francesco Pigliaru, che fa il paio con quello tenuto il 9 novembre scorso nell’incontro con il premier Paolo Gentiloni, che non ha prodotto niente fatta eccezione per un po’ di propaganda, perchè la Sardegna è stata umiliata col fallimento delle trattative fra Governo e Regione su tutti i fronti, dagli accantonamenti all’insularità». La legge di stabilità risente in negativo di questo clima, ha concluso, «e dell’arrendevolezza di chi, a fronte di oltre 1 miliardo di maggiori costi per l’insularità, si fa bastare 15 milioni».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra Sarda) ha espresso in apertura il suo apprezzamento sull’operato del presidente Francesco Pigliaru in materia di servitù militari, «con novità importanti per la Sardegna soprattutto per le ottime prospettive della ricerca scientifica anche se serve maggiore attenzione alla tutela della salute dei cittadini. Il presidente Francesco Pigliaru ha avuto coraggio, ha proseguito, «nelle servitù come nella riforma sanitaria che ha tutti i numeri per combattere gli sprechi e mettere al centro il cittadino-paziente e quindi, anche sulla finanziaria sarebbe stato necessario lo stesso coraggio ma purtroppo siamo di fronte ad una legge scontata e priva di orizzonti». Le politiche attive del lavoro non si percepiscono, ha sottolineato, «ma si percepiscono solo sfiducia e malessere mentre assistiamo alla continua chiusura di aziende con l’unica prospettive di accedere agli ammortizzatori sociali». Sotto questo profilo, ha poi lamentato Fabrizio Anedda, «le audizioni in commissione Bilancio non sono state di grande aiuto: il mondo imprenditoriale ha chiesto meno burocrazia e più credito, ma non ha parlato né di banda larga né della sofferenza del tessuto delle pmi o delle difficoltà del porto canale di Cagliari che perde mercato, neè del comparto del sughero né della crisi industriale di Ottana, mentre i sindacati hanno chiesto risorse per lavoro attivo ma non hanno esposto un progetto, sollecitando la spesa di 100 senza criterio come i 45 per i pastori che, alla fine, premiano gli industriali». In sintesi, ha concluso il consigliere, «si continua a privilegiare solo l’assistenzialismo, fatto di cantieri e bonus senza progetti industriali; l’assistenza in molti casi è necessaria ma è cosa diversa dallo sviluppo, per questo bisogna avere il coraggio dire no a queste politiche e puntare sulla crescita della Sardegna».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis è partito dall’analisi sulle differenze nella valutazione del quadro economico ed occupazionale, dichiarando che «servono invece convergenze sui dati fondamentali dell’economia per contenere una certa bulimia della comunicazione che spesso trae in inganno, ed occorre soprattutto calarsi invece a fondo dentro la realtà sarda per la quale tutti devono fare lo sforzo di ascoltarsi e individuare terreni possibili di condivisione». Entrando nel merito dell’esame del documento, Tunis lo ha definito «abbastanza orizzontale nel senso che non appare in grado di individuare le stesse strategie della Giunta, per cui va fatto da tutto il Consiglio uno sforzo di concretezza in materia di entrate, di razionalizzazione della spese, di selezione delle priorità». Noi proponiamo, ha spiegato, «misure che riteniamo siamo sostenibili da tutti anche perché c’è un pericolo oggettivo, la diffusione dell’economia digitale. che nelle prossime due annualità impatterà sul sistema sardo con un esodo di massa dal mondo del lavoro di migliaia di persone poco specializzate; in altre parole la nostra economia fragile è ancora più a rischio nella capacità di trattenere risorse umane qualificate e non c’è il tempo di aspettare ma la necessità di fare presto qualcosa». Illustrando alcuni emendamenti del suo gruppo per arginare fenomeno Stefano Tunis ha parlato di incentivi alle aziende che investono nel digitale, bonus assunzioni del 50% per chi impiega risorse umane specializzate e specializzabili, sostegno alla contrattazione di secondo livello. Su questi punti, ha concluso, «siamo disposti a lavorare con la massima serietà e con apertura al dialogo, a condizione che si metta al centro delle strategie della Regione l’economia digitale».

Per il Pd il consigliere Lorenzo Cozzolino ha ricordato che, in qualche modo, «anche questa finanziaria è figlia di un lungo periodo di crisi che ovviamente la penalizza, per cui in questi momenti difficili, a prescindere dai ruoli, ognuno deve dare il massimo per consentire il varo di una manovra adatta ad affrontare i problemi attuali, dallo sviluppo al sostegno dei più deboli». Si intravedono, a giudizio di Lorenzo Cozzolino, «i primi segnali di ripresa economica e proprio per questo dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi in questa difficile risalita perché la Sardegna guarda alle istituzioni in attesa di un impulso decisivo». Soffermandosi sui problemi della sanità appena riformata, l’esponente del Pd non ha nascosto le perplessità che ha suscitato chiarendo però che «l’intervento era necessario per cambiare un sistema che accusava il peso degli anni, in un contesto reso ancora più complicato dall’invecchiamento della popolazione, dalla diffusione di alcune patologie, dalla morfologia dell’Isola e dall’aumento del disagio economico». La tutela della salute, in altri termini, «secondo Lorenzo Cozzolino «non può subire involuzioni da una politica troppo rigorosa di risparmio ed i tagli non devono incidere sulla qualità dei servizi e l’aggiornamento degli operatori,  senza dimenticare che le politiche sociali soffrono di una forte insufficienza di mezzi finanziari che va corretta per evitare ricadute negative sulle persone non autosufficienti, correzione tanto più auspicabile se si tiene conto della finanziaria nazionale che, al contrario, ha incrementato i fondi che hanno questa destinazione». Da sempre, ha concluso il consigliere, «la finanziaria è terreno di scontro ma credo che dobbiamo adoperarci per il dialogo: noi abbiamo rispettato i tempi evitando esercizio provvisorio ma occorre che la Giunta dimostri capacità di ascolto in vista dell’interesse comune di servire il popolo sardo».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, dopo aver ribadito che «la minoranza ha sempre tenuto un atteggiamento costruttivo come è stato dimostrato anche nel percorso che ha accompagnato la finanziaria», ha osservato che «anche alcuni interventi della maggioranza hanno espresso alcune riserve che coi condividiamo». Il documento, ha affermato la Zedda, «evidenzia per noi alcune gravi lacune che risalgono al 2014, soprattutto per quanto riguarda la programmazione integrata ed il sostegno al sistema economico perché i dati parlano chiaro: a fronte della spesa di risorse ingenti sono stati sottoscritti solo 5 accordi sottoscritti e solo 2 convenzioni, l’innovazione in cui si parla di tanti passi avanti ma senza conoscere il reale apporto economico e tecnologico di partner dal nome altisonante, la burocrazia ancora troppo pesante perché ogni anno, compreso questo, si vive il dramma dei sardi che non riescono a vedere i contributi della spesa sociale cui hanno diritto». Se lo scopo è quello di approvare per tempo la finanziaria, ha detto ancora Alessandra Zedda, «bisogna concentrarsi sullo snellimento di queste procedure, perché il Reis va avanti troppo a rilento, la sanità è bloccata da una riforma che non porterà risparmi ma produrrà più spesa e più inefficienza». I nostri emendamenti, ha concluso, «tendono ad aumentare le risorse per il lavoro, le politiche sociali e le attività produttive; se è vero che c’è ripresa economica questo è il momento di renderla più solida».

Per i Riformatori sardi il consigliere Luigi Crisponi ha lamentato che «nei giorni scorsi si è assistito a fantastici annunci sui alcuni dati positivi dell’economia, esposti con largo spazio sui media, che sono privi di riscontri nella realtà e c’è poco da cantare vittoria come dimostra il report 2017 della Banca d’Italia: attività economica presenta una crescita modesta di appena il 0.4%, c’è calo verticale delle esportazioni di 11 punti in meno rispetto al 2007». Sono cifre strutturali molto preoccupanti, ha ammonito Luigi Crisponi, «perché il segno meno è diffuso dappertutto a parte il turismo che però viene preso a schiaffi e depredato, come il commercio, l’artigianato ed il tessuto delle piccole e medie imprese; parlando con gli imprenditori, inoltre, ci si rende conto che gli imprenditori sono lasciati soli mentre nel sistema del credito, nel silenzio più totale, stanno chiudendo decine di sportelli territoriali soprattutto nei centri più piccoli». Soprattutto le piccole comunità, ha detto il consigliere, «sono le più minacciate dallo spopolamento e sono quelle ancora più in sofferenza eppure non hanno l’attenzione della Regione, per cui occorre chiedersi di fronte a questa finanziaria vuota quali siano le prospettive per la Sardegna che soffre e chiede infrastrutture, innovazione, formazione, decisioni incisive sul futuro: veniamo da quattro anni neri e non vediamo speranza, come non la vedono nemmeno le famiglie numerose che credono in un progetto di vita fortemente legato alla nostra identità più profonda».

Dopo l’on. Luigi Crisponi ha preso la parola l’on. Giuseppe Fasolino (FI), che ha detto: “Oggi ci accingiamo a discutere l’ennesima manovra finanziaria, adeguata al periodo che stiamo vivendo. Altro che dati positivi: è vero che l’economia sarda sta migliorando ma siamo sempre l’ultima ruota del carro. E non è questa Finanziaria, così poco coraggiosa, a rappresentare un’opportunità né sotto il profilo del lavoro né sotto quello dei trasporti. Ci si riempie sempre la bocca sull’allungamento della stagione turistica ma poi non si fa nulla per questo. E non parliamo del sistema ferroviario, dove non ci sono le infrastrutture come testimonia lo studio dell’Istituto Tagliacarne. E non parliamo nemmeno della continuità territoriale, che è sotto gli occhi di tutti. Il punto di fondo è che non avete un progetto di sviluppo della Sardegna in testa e questa manovra lo certifica in pieno. Ma vogliamo prendere per buone le vostre parole e cercheremo di migliorare con gli emendamenti questa manovra”.

Per la maggioranza ha preso la parola l’on. Piero Comandini (Pd), che ha citato Andreotti: “Meglio vivere poco poco tutti i giorni che morire subito. Ecco, è sempre più difficile far quadrare i conti e dobbiamo fare delle scelte per poter vivere tutti i giorni. Abbiamo fatto le nostre scelte, così come abbiamo fatto con la riforma delle riforme, ovvero quella della Sanità, che negli anni futuri ci porterà benefici. Io ne sono convinto. Noi non abbiamo aumentato le tasse in tutti questi anni, né per le imprese e né per le famiglie: c’è poco da banalizzare, andiamo orgogliosi di questo. E siamo anche quelli che approveranno questa Finanziaria entro l’anno corrente. Mai nessuno lo aveva fatto prima e noi lo faremo, aumentando così la capacità di spesa del denaro della Regione. Lo facciamo per agevolare la ripresa economica, che c’è ed è rivelata da un aumento del Pil e dei posti di lavoro. E aggiungo che sotto il profilo degli investimenti, specie sotto il profilo della sicurezza ambientale e delle scuole, non ricordo da molto un’azione simile. Non siamo del tutto soddisfatti ma è ingiusto dire che questa manovra non sia attenta verso la Sardegna”.

E’ intervenuto poi l’on. Emilio Usula (Rossomori), che ha detto: “Certo, è un buon risultato evitare l’esercizio provvisorio ma siamo di fronte a un bilancio predisposto in solitaria dalla Giunta e portato avanti da una maggioranza supina e silente. Tutto per arrivare al risultato di questa approvazione, fatta di accordi trasversali già preparati per non avere intoppi nel percorso. Fate da soli e votate da soli questa manovra: Rossomori non ci sarà e già quando faceva parte della maggioranza noi venivamo snobbati. Il fondoschiena dei sardi riceve in questi giorni calci dolorosi da un governo che dà 15 milioni di euro, dal 2019, a fronte di quello che lo Stato fa nel territorio della nostra Isola. Altro che inversione di rotta sul fronte dell’economia: siamo ultimi tra le Regioni che crescono di meno, anche sotto il profilo dell’occupazione, tanto che i sindacati a gran voce chiedono un piano straordinario per il lavoro”.

Dai banchi di Forza Italia ha preso la parola l’on. Mariano Contu, che ha detto: “Siamo al rito che si ripete, ognuno che dà il suo contributo. Noi daremo il nostro di opposizione, a fronte di una crisi che si è abbattuta in questi anni e che non abbiamo potuto affrontare con i nostri strumenti. I timidi segnali di ripresa resi noti dal governo nazionale e dalla Giunta, parlo di uno 0,6 per cento, sono in gran parte derivanti dalla trasformazione del petrolio alla Saras. C’è dunque poco da essere ottimisti, non siamo purtroppo davanti a un nuovo percorso per la nostra isola, nonostante l’enfasi dell’assessore al Lavoro e di quello al Bilancio. Nel corso degli ultimi due anni sono emigrate più di 24 mila persone: lo dico ai professori di economia che sono qui perché vorrei conoscere cosa ne pensano di tutti questi indici negativi e come pensano di affrontare questo problema e quello rappresentato dallo spopolamento dei piccoli comuni sardi”.

L’on. Michele Cossa ha preso la parola per i Riformatori sardi e ha subito denunciato “note trionfalistiche sulla presunta crescita della Sardegna. Che cresce sì ma nettamente meno di quanto cresca il Paese. Eppure ce ne sarebbero tutte le condizioni per avere un passo ben diverso: la verità è che non riusciamo a cogliere tutte le opportunità. Lo vediamo anche dai flussi turistici del nord Africa, che potrebbero arrivare in parte qui in questo periodo ma se non ci sono aerei è del tutto impensabile che i turisti riescano ad arrivare da noi. I ritardi poi degli assessorati nell’erogazione delle risorse e nella valutazione delle pratiche producono il risultato che le imprese in attesa, non ottenendo risposta, nel frattempo falliscono. Altro che snellimento delle procedure”. Sulle politiche del lavoro l’oratore ha detto: “Abbiamo mai fatto una verifica su cosa hanno prodotto i mille miliardi del piano straordinario del lavoro del compianto onorevole Luigi Cogodi? No. In compenso state promuovendo le stesse politiche, che hanno generato qualche opera pubblica nei paesi, spesso piscine dove non nuota, destinate a una popolazione che non c’è più. Ma soprattutto riproponete modelli di politiche che hanno generato molto precariato.  Noi dobbiamo fare qualcosa che generi opportunità: solo questo inviterà le persone a rimanere nei loro Comuni delle zone interne”.

Per Fratelli d’Italia è intervenuto l’on. Paolo Truzzu, che ha detto: “A leggere questo documento finanziario si ha un’idea della Sardegna differente, di tasse non aumentate e di economia in ripresa. Invece un sardo su tre è a rischio di esclusione sociale nonostante siamo la Regione che spende di più sul sociale. Eppure non c’è nessuna politica verso i papà separati, che vivono a volte un vero dramma. Stiamo spendendo bene questi denari del sociale? E’ il caso che ci interroghiamo su questo e su tanto altro: come mai un bando da 70 milioni di euro per il primo inserimento in agricoltura è fermo a marzo 2017? Quei giovani hanno aperto una partita iva eppure sono in attesa di risposte e non lavorano”. Per l’esponente di FDI “anche l’ambiente e il paesaggio della Sardegna sono un problema del quale dobbiamo occuparci concretamente”.

Secondo il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta la legge di stabilità riafferma la linea della Giunta illustrata nelle dichiarazioni programmatica del 2014. «L’esecutivo sembra avulso dalla realtà sarda – ha detto Angelo Carta – la Giunta dovrebbe chiedersi perché il Pil non cresce, perché i poveri sono in aumento, perché i paesi si spopolano, perché proseguono le proteste sotto il Consiglio, perché i giovani emigrano e perché i trasporti non funzionano».

Angelo Carta ha poi rilevato che rispetto al 2014 è calato anche il numero delle imprese operanti in Sardegna: «Allora si contavano 66 attività ogni mille abitanti, oggi sono scese a 62 – ha sottolineato il capogruppo sardista – si sono perse 6339 imprese in questa legislatura e 18.883 posti di lavoro».

Angelo Carta ha quindi puntato l’indice contro sull’esecutivo per la mancata istituzione delle zone franche nei territori colpiti dall’alluvione del 2013: «La Giunta non ha attuato le previsioni delle leggi nazionali – ha affermato l’esponente della minoranza – in compenso avete firmato lo scellerato patto del 21 luglio 2014 che si è dimostrato una sonora fregatura per la nostra Isola». Negativo anche il giudizio sulla vertenza entrate: «Mancano 4,5 miliardi di euro nelle casse regionali, l’accordo con lo Stato si è rivelato un boomerang. Questa finanziaria dimostra che amministrare è difficile, ci avete provato ma non ci siete riusciti».

Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1 – Mdp, dopo aver criticato l’atteggiamento del governo nei confronti dell’Isola nella definizione della vertenza entrate, si è concentrato sulla manovra finanziaria: «Stiamo cercando di dare risposte sui temi del lavoro, delle politiche sociali e dell’istruzione – ha detto Daniele Cocco – ci sono 130 milioni di euro per il piano del lavoro, 45 per le politiche sociali, 20 milioni aggiuntivi per l’agricoltura, 17 milioni per le università e l’istruzione. Ci sono però altri problemi in campo che abbiamo il dovere di non tralasciare. Su fronte della Sanità non vediamo accendersi una luce in fondo al tunnel. I problemi continuano ad essere irrisolti, la riforma non ha dato ancora i suoi frutti». Daniele Cocco ha quindi ricordato le liste di attesa ancora troppo lunghe, la difficoltà a curarsi adeguatamente, il caso della donna di La Maddalena costretta ieri notte a prendere il traghetto per andare a partorire. «Su questo noi dovremmo porre grandissima attenzione. La sanità è ancora un problema irrisolto».

Sul tema del lavoro e del contrasto delle povertà, Daniele Cocco ha invitato Giunta e maggioranza a concentrarsi sull’accelerazione della spesa: «Non basta dire che abbiamo la disponibilità di 130 milioni, occorre rendere le risorse immediatamente esigibili. Il tasso di disoccupazione è ancora troppo alto rispetto al resto d’Italia, c’è un miglioramento del Pil ma gli occupati non aumentano. La disoccupazione giovanile al 54% non è più sopportabile».

Un giudizio nettamente negativo sulla finanziaria della Giunta è arrivato dal capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «L’Isola è oppressa dal dramma della povertà e della disoccupazione, una situazione allarmante sotto gli occhi di tutti. Per il 2017 serviranno 66 milioni di euro per contrastare la povertà, un fenomeno che riguarda 21mila nuclei familiari. Il fenomeno è preoccupante, la recessione ha colpito soprattutto bambini e ragazzi, l’indice di vecchiaia è in aumento. La politica della Giunta in materia di lavoro è fallimentare».

Gianluigi Rubiu si è poi concentrato sull’azione dell’esecutivo sul fronte finanziario. «Quali sono i risultati raggiunti sulla vertenza entrate? – ha chiesto il capogruppo dell’Udc – la politica di leale collaborazione con il Governo si è rivelata dannosa».
L’esponente della minoranza ha quindi invocato un cambio di rotta: «Servono più risorse per l’istruzione, l’assetto del territorio e l’agricoltura – ha affermato Gianluigi Rubiu – 
8 milioni di euro per il patrimonio boschivo sono insufficienti, così come quelli sulla famiglia».

Gianluigi Rubiu ha poi segnalato l’assenza di risorse per contrastare la siccità e dare un aiuto concreto al settore agropastorale: «Non mi riferisco agli indennizzi destinati alle imprese, parlo di programmazione per evitare che le aziende rimangano senz’acqua – ha detto Gianluigi Rubiu – invece di dar loro il pesciolino occorre fornirle di una canna da pesca. La Giunta pensi a interventi di ricerca idrica per rendere le aziende autosufficienti».

Il capogruppo dell’Udc ha concluso il suo intervento con un riferimento alle politiche per il lavoro: « L’esecutivo ha messo in campo misure inadeguate come la flex security, uno strumento che non ha creato opportunità per gli inoccupati e i disoccupati».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo dei Cristiano popolari socialisti, si è detto d’accordo con il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco che aveva segnalato i disservizi della sanità a La Maddalena «Abbiamo fatto una riforma ma occorre riflettere quando crolla il livello dei servizi – ha detto Pierfranco Zanchetta – altrimenti è inutile destinare risorse se viene meno la sicurezza. La Maddalena sconta lo svantaggio di una doppia insularità»

Entrando nel merito della manovra, Pierfranco Zanchetta ha invitato tutti i componenti dell’Aula ad accogliere l’appello del presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini: «Ha detto che il 2018 dovrà essere l’anno della chiamata di tutta la Sardegna alla battaglia sugli accantonamenti. Mi auguro che il suo invito possa essere accolto dall’Aula. C’è un ritardo colpevole dello Stato nei nostri confronti, speriamo di poter concludere le battaglia».

Nell’ultima parte del suo intervento Pierfranco Zanchetta si è soffermato sul sistema dei trasporti: «Le difficoltà non riguardano solo i collegamenti con la penisola – ha detto il capogruppo di Cps – occorre potenziare anche i collegamenti con la Corsica, questa finanziaria non prevede niente per la tratta Santa Teresa-Bonifacio. Spero che l’impegno per un disegno di legge ad hoc possa essere mantenuto»

Gianfranco Congiu, capogruppo del Pds, ha invitato l’Aula a non leggere la manovra in modo scontato o convenzionale. «Nei lavori preparatori e nelle audizioni in Commissione è emersa un’esigenza: la velocità della spesa – ha sottolineato Gianfranco Congiu – far arrivare in fretta le risorse è un tema decisivo e importante. Condivido la lettura di Art. 1 – Mdp: l’agricoltura, il lavoro e l’istruzione possono essere i pilastri di questa manovra  al pari dell’individuazione di procedure snelle per la spendita delle risorse. Per questo abbiamo proposto l’attivazione di un fondo rotativo che immetta danari nel mondo del lavoro. Ci stiamo confrontando con l’esecutivo, c’è la disponibilità della Giunta a discutere. Auspico che la manovra possa essere esitata nei termini previsti».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha ricordato in apertura del suo intervento i numeri della manovra 2018: «E’ una finanziaria da 7,7 miliardi, gran parte delle risorse è destinata alla Sanità. Un settore che stiamo cercando di riformare. Altri fondi importanti saranno messi a disposizione per la lotta alla povertà e per le politiche sociali, per la scuola e l’università».

Pietro Cocco ha quindi invitato maggioranza e opposizione a un diverso metodo di discussione: «La finanziaria va raccontata senza enfasi così come vanno raccolti con cautela i dati positivi sull’andamento del mercato del lavoro – ha detto Pietro Cocco – ci sono però dei dati di fatto come la pressione fiscale inalterata. Irpef e irap rimangono invariati. E’ un dato che va evidenziato».

Il capogruppo del Pd è poi sceso nel dettaglio della manovra: «Mettiamo a disposizione 130 milioni per il lavoro, le parti sociali ne chiedevano 100 – ha rimarcato Pietro Cocco – ci sono poi 20 milioni per le università che si aggiungono ai 70 milioni già previsti per l’edilizia scolastica e ai 20 per i programmi didattici. L’agricoltura avrà altri 20 milioni che integrano i 25 nazionali. Soldi che si aggiungono ai 45 milioni dei mesi scorsi per il settore ovicaprino».

Cocco ha poi rivendicato l’azione della maggioranza per il contrasto della povertà: «Lo stanziamento per il Reis è di 45 milioni di euro. Sono risorse che andranno ai comuni per destinarli a persone in difficoltà. La legge sul Reis l’abbiamo fatta noi, non esisteva prima. Una vera amministrazione si giudica dal grado di interesse che dimostra per le fasce più deboli della società».

L’esponente della maggioranza ha quindi annunciato la presentazione di alcuni emendamenti (5 milioni per il trenino verde, 4 per il piano neve, 6,5 per i cantieri verdi comunali) e difeso le politiche della Giunta per gli enti locali: «Confermiamo lo stanziamento di 600 milioni euro per il fondo unico – ha concluso Cocco – misuriamoci sui numeri e lasciamo perdere le questioni di parte».

Di diverso avviso il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Raccolgo l’invito di Pietro Cocco e cerco di concentrarmi sui numeri – ha detto – non si possono pertanto sminuire i dati Svimez sull’andamento del mercato del  lavoro perché altrimenti si rischia di alimentare l’antipolitica. I numeri che snocciolate non sono veri, i sardi si ritrovano il nulla in tasca».

Sulla dotazione finanziaria destinata alle politiche attive per il lavoro, il giudizio di Pittalis è stato netto: «Leggo che 127 milioni vengono destinati al lavoro ma è tutto rimandato a protocolli d’intesa. Non c’è un’azione concreta, state creando illusioni e aspettative. La Sardegna è tra le regioni più povere dell’Europa, questa è la realtà – ha sottolineato Pietro Pittalis – è l’effetto di una crisi che viene da lontano, la Sardegna è ancora oggi in recessione. Lo Svimez dice che il Pil crescerà nel 2017 dello 0,6% : è un’inezia rispetto all’aumento del Mezzogiorno che segna un +1,3%. In Campania è del 2,4%, in Calabria dello 0,9%. C’è qualcosa che non ha funzionato nelle politiche economiche che avete messo in campo in questi 4 anni».

Il capogruppo  di Forza Italia ha quindi ricordato i numeri sulla disoccupazione: «In Sardegna il tasso complessivo raggiunge il 17,3%, quella giovanile il 56,3% – ha aggiunto Pietro Pittalis – eppure l’assessore al Lavoro smentisce questi dati richiamando gli impieghi stagionali nel settore turistico. Si enfatizza un dato che nella realtà non esiste. L’unica notizia vera è che è calata la cassa integrazione: questo perché sono stati espulsi dal mercato del lavoro centinaia di lavoratori che non hanno più diritto agli ammortizzatori sociali».

Rivolto all’assessore Raffaele Paci, Pietro Pittalis ha poi concluso: «Deve essere lei a dare risposte sulle cose che non hanno funzionato. Le riforme che avete posto in essere sono funzionali all’apparato burocratico e poco utili all’interesse dei sardi. E’ quello che è successo con la riforma sanitaria che non ha portato a una contrazione dei costi e non ha migliorato i servizi».

Stessa considerazione sugli enti locali: «Vi vantate di aver previsto lo stesso stanziamento dello scorso anno senza però tener conto dei mutati bisogni. I comuni si fanno carico del sociale e delle disabilità. State lasciando i sindaci da soli a contrastare la povertà, un fenomeno in costante aumento».

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha ricordato il quadro di riferimento in cui si inserisce la manovra e che, a suo giudizio, delinea una tendenza in miglioramento per l’occupazione. «Non è tutto risolto – ha dichiarato Raffaele Paci – però c’è la consapevolezza del lavoro che facciamo e che beneficiamo di una migliore condizione del Paese e dell’Europa».

L’assessore, anche con riferimento alle dichiarazioni rese in proposito dal capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha evidenziato il dato del Pil sardo nel 2016 (+0.6%) non tanto per dirsi soddisfatto dell’incremento percentuale del prodotto interno lordo della Sardegna quanto per sottolineare che “si tratta del primo segno più dopo sette anni consecutivi di recessione”. «Posso dire che i segni meno sono responsabilità di chi governava allora? – ha affermato Paci – No, non posso affermarlo ma posso salutare con favore un segno di ripresa dopo che nel 2013 abbiamo registrato un meno 3.3% di Pil, nel 2015, meno 0.6% e poi un più 0.6%».

«Le stime per il 2017 – ha proseguito il vice presidente della Giunta – indicano un più 1,3% di Pil e se così sarà vuol dire che registriamo un crescita per il secondo anno di fila, un evento che in Sardegna manca da quindici anni».

L’assessore ha quindi ribadito l’opportunità di proseguire con le politiche che dal 2014 sono state messe in campo («sono quelle di stampo keynesiano con investimenti infrastrutturali») ma ha riconosciuto che la “velocità” delle misure non è quella attesa («dal muto pensavamo di “tirare” 150 milioni ma ci fermiamo a 70») ed ha indicato nel “sistema” burocratico e amministrativo le ragioni di tale lentezze («per fare un appalto servono anni e poi bisogna aspettare i ricorsi»). 

Paci ha quindi sommariamente illustrato le iniziative contenute nella manovra ma ha ribadito la scelta per «una finanziaria aperta» ed ha confermato che tra «i vari emendamenti mettiamo in campo circa 250 milioni di euro», cento dei quali destinati a un «piano per il lavoro».

Sono quindi intervenuti per dichiarazioni di voto i consiglieri di Forza Italia, Marco Tedde, Giuseppe Fasolino e Alessandra Zedda che hanno ribadito le critiche alla Manovra e contrarietà alla proposta della Giunta. Posizione analoga a quella dichiarata dai consiglieri dei Riformatori, Luigi Crisponi e Michele Cossa, mentre il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, è intervenuto per annunciare il voto di astensione al passaggio agli articoli. A favore si è espresso invece il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd) e un’altra volto contro il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis.

L’Aula con 28 favorevoli e 12 contrari ha approvato, dunque, il passaggio all’esame degli articoli e degli emendamenti della Manovra 2018-2020 ed il presidente del Consiglio ha dichiarato conclusi i lavori, annunciando la convocazione dell’assemblea per domani (giovedì 14 dicembre) alle 10.00 in prosecuzione dell’ordine del giorno.

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Il Consiglio regionale ha dato il via libera all’intesa Regione-Ministero della Difesa sulla riduzione delle servitù militari ed ha approvato due ordini del giorno di maggioranza ed opposizione.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau e, dopo le formalità di rito, si è aperta la discussione sulle comunicazioni rese in Aula dal presidente della Regione sul regolamento per le servitù militari.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, si è detto non soddisfatto dai contenuti del protocollo illustrato nella mattinata dal presidente Francesco Pigliaru ed ha evidenziato che gran parte del documento richiama risultati già ottenuti, come la disponibilità della spiaggia di Porto Tramatzu o l’interruzione delle esercitazioni nei mesi estivi a Capo Frasca. «Ma – ha affermato l’esponente della minoranza – la Sardegna non può perdere l’economia dell’esercito, dei poligoni e delle basi militari». «Dobbiamo rivendicare i nostri diritti – ha proseguito Gianluigi Rubiu – ma le forza armate devono restare in Sardegna perché sono una risorsa da salvaguardare».

Il capogruppo Udc ha quindi elencato i punti principali di un ordine del giorno da sottoporre all’esame dell’Aula: implementazione del progetto Siat; sostegno al completamento della Brigata Sassari con un nuovo reggimento a Pratosardo; impegno prioritario dei militari sardi; riapertura del centro di reclutamento Sardegna; utilizzo e riconversione dei bunker per finalità turistiche e verifica puntuale delle bonifiche.

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha espresso soddisfazione per i termini dell’accordo illustrato dal presidente della Giunta («è un buon compromesso») ed ha ricordato i numeri della presenza dei militari nell’Isola, salutando con favore il riconoscimento degli indennizzi per i pescatori interessati dalle limitazioni di Capo Frasca e la possibilità di realizzare un approdo nell’area del porto naturale una volta liberata dalla presenza dei militari. L’esponente della maggioranza ha inoltre salutato positivamente l’istituzione di un osservatorio ambientale indipendente e la sospensione delle attività a fuoco nei mesi estivi. Sul tema degli indennizzi, Rossella Pinna, ha ricordato i ritardi con i quali lo Stato provvede al pagamento degli stessi.

A giudizio di Christian Solinas  (Psd’Az) «il protocollo sulle servitù militari riporta indietro di 40 anni e abbassa l’asticella del confronto tra Stato e Regione» ed ha ricordato le iniziative a suo tempo intraprese da Mario Melis per la riduzione delle superfici e del gravame militare. «Il protocollo di cui si discute – ha affermato l’esponente della minoranza – è soltanto un atto ricognitivo degli accordi sottoscritti nel corso degli anni e che però non si sono realizzati».

Solinas ha quindi ricordato le posizioni espresse nel lontano 1987 dall’ex presidente Melis sulle servitù militari («non siamo antimilitaristi ma siamo contro tutto ciò che tende alla guerra e non alla difesa dello Stato»). Il segretario dei sardisti ha quindi elencato una serie di immobili ed aree già oggetto di intese e che sono reinserite anche nella proposta di accordo illustrata dal presidente Pigliaru ed ha insistito sulla necessità che la Regione chieda con forza allo Stato investimenti consistenti in ricerca e tecnologia. «In realtà – ha proseguito Christian Solinas – parliamo di un annuncio di accordo dove non si affronta concretamente il tema delle bonifiche e dove manca la previsione di una qualche sanzione a carico di chi non rispetti il crono programma allegato al regolamento per le servitù militari».

Paolo Dessì  (Misto) ha definito il protocollo “vago nei contenuti” ed ha rivolto un invito affinché il tema delle servitù sia affrontato “con rispetto e responsabilità”. «Il protocollo – ha insistito l’ex sindaco di Sant’Anna Arresi – non è un risultato storico perché non ci sono risultati concreti mentre storiche sono le lotte fatte per gli indennizzi ai pescatori e per l’ottenimento dei pascoli nei poligoni». Paolo Dessì ha insistito sull’assenza di riferimenti precisi per le bonifiche dei poligoni ed ha affermato che eventuali investimenti nelle aree militari devono essere fatti solo se si è in grado di dimostrarne i risultati positivi per le popolazioni ed i territori.

Il consigliere del Pd, Antonio Solinas, ha definito “un ottimo risultato” il lavoro del presidente Francesco Pigliaru  («la minoranza ha difficoltà a riconoscere che si fanno passi in avanti ma il lavoro di Francesco Pigliaru non riguarda la maggioranza consiliare ma l’intera Sardegna») ed ha parlato di “presenza spropositata” in riferimento all’estensione delle basi e delle aree militari. Antonio Solinas ha quindi insistito sul poligono di tiro sul lago Omodeo lamentandone la presenza e evidenziando danni e disagi per le comunità locali. L’esponente della maggioranza ha quindi invitato il presidente della Giunta perché si realizzi un poligono di tiro all’interno di un poligono esistente così da liberare dai vincoli l’area attualmente interessate sul lago Omodeo.

Stefano Tunis (Fi) ha invitato il presidente della Giunta a cancellare la parola “storico” limitandosi a descrivere solo “un accordo”. «L’approccio al tema – ha spiegato l’esponente della minoranza – ha naturali diversificazioni all’interno delle coalizioni e delle forze politiche ma oggi parliamo di un documento di sintesi che è racchiuso all’interno dei confini delineati nell’ordine del giorno approvato all’inizio della legislatura». Tunis ha quindi ricordato i punti elencati nel documento presentato dai capigruppo della minoranza (Pittalis, Rubiu, Dedoni e Truzzu) ed ha così concluso: «Conta l’obiettivo rispetto al futuro e cioè mantenere in piedi un rapporto virtuoso con un pezzo importante dello Stato».

Franco Sabatini (Pd) ha espresso un giudizio positivo sull’accordo per le servitù («usciamo da una posizione ideologica e di chiusura e affrontiamo seriamente un tema dibattuto da anni») ed ha affermato: «Sono un autonomista convinto ma mi sento cittadino italiano e la Sardegna deve dare contributo per la difesa dello Stato». L’esponente della maggioranza ha insistito sulla opportunità di scongiurare “posizione di chiusura” ed ha salutato con favore il crono programma: «Lavoriamo ora perché si realizzino investimenti in ricerca e per l’uso duale delle basi presenti in Sardegna».

Augusto Cherchi (Pds) ha invitato il presidente della Giunta «a non considerare le posizioni contrapposte come una diminutio del suo operato». L’esponente della maggioranza ha quindi affermato di non riconoscersi né tra le posizioni dei qualunquisti né in quelle dei populisti ed ha ricordato il documento della commissione Difesa del parlamento con la promessa di un piano di progressiva riduzione delle servitù e la dismissione di alcuni poligoni. Augusto Cherchi ha inoltre ricordato la relazione della commissione di inchiesta sui poligoni, presieduta dal deputato sardo Gian Piero Scanu, per ricordare l’omertà e la scarsa trasparenza su ciò che nei poligoni sardi è avvenuto soprattutto in ordine alla salute e all’ambiente. Il consigliere del Partito dei Sardi ha così concluso: «Non posso essere contento di un accordo che utilizza solo parte delle nostre prerogative e inizia in maniera troppo blanda».

L’on. Piero Comandini (Pd) ha ricordato le battaglie sardiste e della sinistra sarda ai tempi della Guerra fredda e ha detto: «La pace passa anche attraverso l’addestramento e la preparazione dei militari. Oggi ci sono oltre settemila militari italiani, anche sardi, in Siria come in Afganistan: dobbiamo considerare la loro opera e quanto è necessaria la formazione dei militari. Da novembre del 2017 sono necessarie le bonifiche dei poligoni ed è un passo importante, come questo protocollo di intesa che per la prima volta vede la Regione non andare dallo Stato col cappello in mano. Per la prima volta la Regione e gli enti locali sardi chiedono e ottengono dallo Stato che siano affermati i loro diritti. Non sarà il generale di turno a consentirci di usare d’estate le nostre spiagge: non è poco né molto ma è un passo avanti importante. Ed è importante anche la cessione definitiva di parti importanti di territorio come Porto Tramatzu, che viene ceduto definitivamente alla Regione. Inizia oggi un percorso, nel modo migliore e nel ricordo di tutti coloro, indipendentisti e no, vogliono difendere il territorio. E tra questi ci sono anche i militari».

Per l’on. Marco Tedde (FI) «qui non si tratta di essere militaristi o meno. Il protocollo, lo dico da cittadino sardo, è una vera delusione: la montagna ha partorito un topolino. C’è il protocollo ma non c’è l’intesa: è un documento di semplice ricognizione di precedenti attività. Nulla di nuovo porta al dibattito politico: serve più che altro alla Giunta e al suo presidente per giustificare il fallimento totale dell’incontro di novembre scorso con il presidente Paolo Gentiloni. Questo è un pacco privo di contenuti veri: propaganda che non serve ai sardi e nemmeno ai militari. Già oggi la stampa ha detto che il presidente Francesco Pigliaru ha raggiunto l’obiettivo. E cioè? Quale sarebbe l’obiettivo?».

Sempre dai banchi di Forza Italia ha preso la parola l’on. Alessandra Zedda, che ha detto: «Credo che il presidente Francesco Pigliaru sia in buona fede ma quando si tratta con lo Stato tutto è complicato e non sarà un nostro ordine del giorno  a sistemare le cose. Purtroppo, è l’approccio del governo, quando tratta con la Sardegna, a non essere leale né corretto. Non intravedo in questo protocollo né vittoria né liberazione e non capisco come qualche testata sarda abbia malinteso il senso e il contenuto del protocollo. Non spacciamo per liberazione quello che non è. Anche perché forse io non voglio nemmeno liberarmi di tutte le servitù militari. Guardo le carte di cui siamo in possesso: perché non si scrive ora nel dettaglio le aree che dovranno essere cedute? Non credo alla buona fede del Governo italiano su questa materia e per questo non mi accontento di questo protocollo».

Per i Rossomori è intervenuto l’on. Emilio Usula, che ha detto: «La Sardegna paga all’Italia un prezzo che nessuno paga in Italia e in Europa, come base logistica per guerre vere con morti veri, sempre più tra i civili. Il 65 per cento delle servitù italiane e oltre il 20 per cento di quelle europee è concentrato in Sardegna. Noi voteremo contro questo protocollo e contro l’ordine del girono proposto questa mattina. Ed al presidente Pigliaru chiediamo di tornare dal governo e spiegare che noi non accettiamo tutto questo». L’oratore ha ricordato i contenuti degli ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale in questa legislatura sul tema delle servitù militari ed ha aggiunto: «Non è possibile accettare un protocollo che contrasta con quanto abbiamo approvato sino a oggi nel parlamento sardo».

E’ intervenuto poi l’on. Paolo Zedda (Sinistra), che ha detto: «Se un buon poeta non trova un terreno da scavare è obbligato anche a grattare nella roccia. Certo che i risultati ottenuti da questo protocollo non sono identici agli obiettivi che ci eravamo posti nel 2014. La nostra controparte sono i militari, molto difficili da smuovere: questo dobbiamo saperlo.  E dobbiamo anche ricordare che abbiamo dei compensi dello Stato, quando ce li da: 15 milioni ogni cinque anni a fronte di trentamila ettari vincolati e ottanta chilometri di coste. Tre milioni l’anno è il bilancio di un ristorante ben avviato, giusto per capirci”. L’oratore ha proseguito: “Qualche elemento di questo accordo è importante, come la cessione della caserma Ederle di Cagliari, anche se vorrei qualche informazione in più. Voterò comunque a favore ma con riserve: ci sarà bisogno di incontrare ancora il governo e chiedo al presidente Pigliaru di affidare subito uno studio sugli impatti economici negativi nella crescita della Sardegna derivanti dalla presenza di tante servitù e aree militari».

L’on. Luigi  Crisponi (Riformatori) si è detto contrario «ad iscriversi all’elenco dei favorevoli e dei contrari. Il confronto è più importante perché, piaccia o no, il 60 per cento delle servitù italiane è qui ed è sottratto all’economia turistica. Questo deve essere ricordato sempre. Ma il problema è che nel protocollo Pigliaru si torna su temi che furono già oggetto di sottoscrizione nel 1997, come la vicenda della caserma di Pratosardo e della vecchia caserma Loi di via Sardegna a Nuoro». L’oratore ha aggiunto: «E’ un protocollo di intesa fallace, che dimentica tante cose come il fatto che la nostra costa è punteggiata di avamposti militari degli anni ’40, manufatti militari che potrebbero rappresentare una occasione economica».

Per il Pds ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu, che ha detto: «Curioso che nessuno abbia ancora pronunciato la parola “colonizzazione”, curioso che nessuno abbia sentito il dovere di ricordare quanto accadde nel 1956, quando la Sardegna fu colonizzata per mano del ministero della Difesa. Oggi veniamo chiamati a un giudizio di accettabilità dello schema di protocollo di intesa: in questo giudizio di portiamo dietro la sensazione di essere una colonia e il desiderio di non esserlo più. Ma valutiamo l’intesa per quello che è: non ci va che questo protocollo sia finalizzato al coordinamento delle attività militari in Sardegna, come recita il titolo della proposta. Noi vogliamo che sia chiaro che non siamo all’anno zero in questo percorso di liberazione della Sardegna dal processo di colonizzazione. Se è vero che dal 2014 il ministro Pinotti dice che non ci sono esercitazioni a fuoco d’estate, che bisogno c’era di metterlo nell’accordo. Anche sulla restituzione di Porto Tramatzu c’è da dire e pure sulla caserma Ederle. E pure sulle bonifiche».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha affermato che «la coscienza della necessità di un’efficiente difesa nazionale non impedisce di essere favorevoli alla drastica riduzione delle servitù militari, che hanno oggettivamente un carico insostenibile ed anche per questo va sostenuta la nostra proposta di legge di restituire all’uso civile le installazioni militari dismesse presenti nella nostra Regione». «Nel documento – ha però osservato – ci dovevano essere scritte ben altre cose invece ne è venuto fuori un testo generico senza nemmeno un apparato sanzionatorio; noi non sottovalutiamo l’impegno del presidente e difficoltà di trattare con un ministero che ha sempre dimostrato nei confronti della Sardegna chiusure pregiudiziali, anzi evidenziamo alcune cose positive come l’utilizzo di strutture militari per finalità di ricerca e sperimentazione che fino a ieri era un tabù, ed i programmi di sviluppo della cyber security». «Servono anche – ha aggiunto Michele Cossa – risposte chiare sulle spettanze dei Comuni gravati da servitù, in attesa da 8 anni che lo Stato rispetti la legge e su questo non c’è niente da discutere; su questo il ministro Pinotti ha detto che le somme sono perente e le Regioni devono fare una apposita domanda, per cui bisogna sapere se la Sardegna lo ha fatto o se lo Stato vuole continuare a resistere su somme dovute e già iscritte a bilancio dai Comuni, che a causa di questi problemi rischiano di andare in dissesto finanziario, dai 3 milioni di Teulada ai 2 di La Maddalena».

Il consigliere del gruppo Misto-Fdi Paolo Truzzu ha lamentato che «ogni volta che si parla di servitù militari nascono contrapposizioni fra due parti che stanno nelle rispettive barricate e, personalmente, non mi riconosco in questo approccio ideologico che è causa di grave danno alla Sardegna». «Non so se è un documento storico che segna una svolta nei rapporti fra la Sardegna e lo Stato – ha dichiarato Truzzu – ma ha il pregio di avere un approccio non ideologico, quindi se è vero che la Sardegna da più territorio alle servitù è vero anche che occupano una superficie di appena l’1% e alcune di queste zone pregiate sono rimaste così solo perché c’erano i militari, altrimenti ci saremmo lamentati di ben altri scempi». Affrontando il tema della salute pubblica, Truzzu ha sostenuto che «sulla salute non si scherza ma bisogna avere anche il coraggio di dire che chi abita intorno ai poligono sta meglio di chi vive attorno ai grandi poli industriali dell’isola». «Ritengo – ha continuato – che la presenza dei poligoni possa essere ridotta e il documento può aiutarci a farlo, anche perché la parte più interessante è quella dedicata alla ricerca “duale” sulla quale dovremmo lavorare di più perché può consentirci una effettiva riduzione delle servitù, nel senso di sviluppare un vero settore industriale e fare della Sardegna una nuova piattaforma della ricerca». In definitiva – ha concluso – è un primo passo che rimanda a successivi accordi tutti da scrivere, con attenzione prima di tutto alla bonifiche a condizione che non siano pagate solo dai sardi, al problema della regionalizzazione dei centri di arruolamento, alla rimozione dei vincoli che impediscono ai Comuni di spendere le risorse degli indennizzi».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha ricordato l’accordo Melis-Spadolini sulle servitù e quello del 2008 sulle dismissioni di Soru, aggiungendo che «oggi si scrive un nuovo capitolo importante con risultati che il presidente Francesco Pigliaru ha ottenuto scavando nella roccia come una goccia, al termine di una trattativa seria ed apprezzabile che può procedere altrettanto seriamente con tutte le condizioni per ottenere progressi fondamentali». «E’vero – ha protestato – che i militari tendono a non concedere niente ma non per questo deve venir meno il nostro impegno a ridurre le servitù della Sardegna puntando sulla tutela ambientale, sulla liberazione di vasti territori da destinare al turismo, sulla ricerca scientifica, punti qualificanti dell’accordo anche se, per quanto riguarda i rimborsi destinati ai Comuni occorre accelerare». «Vengo da La Maddalena – ha ricordato Pierfranco Zanchetta – nata storicamente con la Marina Militare dove tuttavia, nel ’54, è nato il primo Club Mediteranee, simbolo di una convivenza che anticipava la modernità; vogliamo tornare a quel periodo positivo diventando il simbolo di una nuova eccellenza nei mestieri del mare e nella formazione aperta al mondo esterno».

Il consigliere di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto, rivolto alla sua area politica di appartenenza, ha definito «un errore della sinistra dimenticare che il meglio è nemico del bene e che i risultati arrivano con la pazienza costante del contadino», esprimendo sostegno al presidente «se documento si colloca all’inizio del percorso e non viene considerato come punto d’arrivo, perché ci troviamo nel mezzo di un percorso politico che parte da Mario Melis ed è continuato con la politica che ha cercato di trasformare la Sardegna da portaerei ad isola di pace». «Per questo – ha aggiunto – chi pensa che il documento non sia un grande risultato sbaglia, è invece un risultato che la sinistra sarda deve poter rivendicare, con risultarti concreti e simbolici come le spiagge, luoghi di bellezza di cui la Sardegna è stata privata per decenni, la presenza degli osservatori indipendenti che verificano cosa sta succedendo in quelle aree, le esercitazioni che diminuiscono ed i militari che non fanno più quello che vogliono». «Piuttosto – ha concluso – vorremmo che fosse affiancato da una legge sulla pace nel rispetto dell’art.11 della Costituzione che metta nero su bianco temi come educazione alla pace, possibilmente insieme a tutto il Consiglio regionale; deve insomma essere valorizzato il percorso della nostra maggioranza che ha avuto il coraggio di impegnarsi su queste idee, è un buon accordo e bisogna firmarlo prima che cambi il governo nazionale».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha messo in luce che «più di altri prevale in questo argomento il punto di vista di ciascuno rispetto a considerazioni di carattere generale; sono di un partito nato per l’indipendenza della Sardegna, un traguardo che ci fa vedere le cose da un punto di vista diverso, ma proprio visioni diverse si sono incontrate nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio nel 2014 che, nel merito, parlava di graduale dismissione e superamento delle servitù militari col mantenimento degli attuali livelli occupazionali». Detto questo e prendendo le distanze da quanto fatto a La Maddalena dove la presenza militare è finita senza alternative – ha affermato Carta – noi siamo per una costruzione graduale basata sulla concretezza coerente però con la visione espressa nell’ordine del giorno, per cui le ragioni politiche del voto contrario stanno nella contraddizione con il documento di oggi che parla solo di riduzione delle limitazioni, parte da una premessa sbagliata ed esprime un contenuto negativo, un semplice protocollo di intenti ma di protocolli ne abbiamo firmati tanti e anche questo può tradire ancora una volta la fiducia dei sardi».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, riferendosi all’ordine del giorno del Consiglio approvato nel 2014 all’unanimità ha parlato di «argomento centrale e prioritario per il centro sinistra che la maggioranza ha onorato con il massimo impegno anche se il dibattito ha oscillato fra le posizioni del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno». In realtà, ha osservato, «c’è il rispetto del mandato ricevuto e molta concretezza sui vari aspetti di una materia che si cerca di risolvere da sessant’anni e non si può stravolgere la storia, dimenticando ad esempio cosa ha fatto Soru e cosa non ha fatto Cappellacci: il calendario delle esercitazioni è stato sempre approvato dalla Difesa nonostante il parere del comitato paritetico tranne quando c’era Cappellacci, gli accordi di Soru sono stati fatti scadere da Cappellacci, la restituzione della caserma Ederle è stata firmata da Soru e non ripresa da Cappellacci». Il documento inoltre, è secondo Cocco ricco di contenuti: «Bonifiche, restituzione di immobili alla Regione, esperti indipendenti, sanità, ambiente, tempistica, ricerca civile da localizzare nell’Isola; insomma con la logica del si può fare di più la politica dimostra di non sapere ottenere risultati veri, oggi abbiamo una proposta per andare avanti da valutare al di là di maggioranza e opposizione».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha accusato il collega Cocco di «aver palesemente voluto radicalizzare il confronto con la solita tesi noi abbiamo fatto tutto voi niente, dimenticando per la verità che Cappellacci non avrebbe mai firmato questo documento, molto arretrato rispetto al dibattito degli ultimi anni sulle servitù militari». «E lo dice – ha dichiarato Pietro Pittalis – un vostro alleato con cui avete sottoscritto un programma fondato sul sovranismo più spinto, c’è un problema politico interno alla maggioranza perché il patto si è incrinato sui temi che contano e non su una leggina ed il secondo partito della coalizione pone un problema grande quanto il Consiglio, allora o siamo coerenti o tutto rischia di essere il solito teatrino della politica, perché Pigliaru a Roma ha parlato a nome di una maggioranza che oggi non c’è più». Meglio stare sul merito delle questioni senza rincorrere i fantasmi del passato senza creare muri e steccati, ha continuato Pietro Pittalis, ribadendo che «il tema è complesso ma io non potrei mai votare con Luca Pizzuto che ha parlato di sistema di morte e squallide basi militari e per questo dovrebbe chiedere scusa; poi ci sono le altre questioni sulle quali si può essere più o meno d’accordo ma a condizione di evitare il solito pregiudizio ideologico». «Noi diamo solidarietà piena e convinta a tutti i militari che operano in Sardegna – ha concluso il capogruppo di Forza Italia – se voi della sinistra radicale vi accontentate di questo documento per noi va bene anche se vedete risultati dove non ce ne sono, prendiamo atto che anche i comunisti si sono convertiti».

Al termine degli interventi dei capigruppo, il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola al presidente della Giunta. Nella replica, Pigliaru ha difeso l’azione dell’esecutivo: «Ho avuto un mandato dal Consiglio regionale che mi impegnava a cercare un’intesa con lo Stato sulle servitù militari. Questo ho fatto, oggi discutiamo di questa intesa».

Pigliaru ha poi evidenziato gli aspetti positivi del protocollo firmato con il ministero della Difesa: «Vengono definiti un crono-programma e un percorso amministrativo che trasformeranno in risultati concreti il contenuto dell’intesa. Qualcuno ha detto che Porto Tramtzu era già a disposizione dei cittadini, non è vero era disponibile solo una parte, l’intesa prevede invece il rilascio definitivo della spiaggia e delle sue pertinenze, comprese le strutture ricettive. Il protocollo comincia a riconoscere concretamente il riequilibrio di cui si è parlato per anni. E’ un piccolo passo in avanti rispetto alle discussioni fatte in passato in quest’Aula».

Anche sul rilascio della caserma Ederle, Francesco Pigliaru si è detto soddisfatto: «E’ un enorme valore patrimoniale che passa alla Sardegna. Ci sono prospettive per uno sfruttamento turistico».

Stesso discorso sulle bonifiche e sulla tutela della salute dei cittadini: «Per la prima volta si parla di osservatori indipendenti – ha sottolineato il presidente della Regione – è una novità essenziale per poi poter parlare di interventi di bonifica. Senza osservatori sarebbe difficile valutare lo stato delle aree e stabilire il livello di inquinamento. Il principio è che chi inquina paga, ma per realizzare questo principio è importante il ruolo degli osservatori. E’ un accordo storico? Non spetta a me dirlo, sarà la gente a giudicare. Noi abbiamo lavorato per dimostrare che si può fare un passo verso la direzione giusta senza concedere nulla in cambio».

Francesco Pigliaru, infine, si è soffermato sul problema dei ritardi nel pagamento degli indennizzi ai comuni: «Se non si firmasse questo accordo ci troveremmo nella situazione precedente. Abbiamo sollecitato i pagamenti sin dal  2014, l’ultima lettera è stata firmata alcuni giorni fa. I sindaci hanno riconosciuto la validità di questa intesa, loro conoscono i problemi nel dettaglio e hanno gli strumenti per valutare».

Il presidente Gianfranco Ganau, dopo aver acquisito il parere della Giunta sui due ordini del giorno ha messo in votazione il primo presentato dall’opposizione (Pittalis e più) del quale il presidente Pigliaru ha apprezzato alcuni elementi di novità come la richiesta di utilizzare i poligoni militari per attività di addestramento della protezione civile.

Ha quindi preso la parola il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu che ha annunciato la decisione del suo partito di abbandonare l’Aula e di non votare entrambi gli ordini del giorno.

Luca Pizzuto (art1-Mdp), replicando al capogruppo di Forza Italia Pittalis, ha difeso il contenuto del suo intervento: «Abbiamo smesso di mangiare i bambini tanti anni fa. Il comunismo è morto, evviva il comunismo. Sono un post comunista, un non violento convinto. So bene quello che ho detto, condanniamo le azioni e non le persone. Ho parlato delle esercitazioni  militari che condanno e che combatto quotidianamente. Non ce l’ho con i militari».

Michele Cossa (Riformatori) pur apprezzando lo sforzo della Giunta ha rimarcato «un’ eccessiva genericità del protocollo d’intesa», in particolare riguardo agli indennizzi per i comuni: «Il ministro Pinotti ha detto che si tratta di somme cadute in perenzione e che la Regione non ha fatto richiesta per il riutilizzo dei fondi. Su questo – ha dichiarato Michele Cossa – chiediamo un approfondimento, è un aspetto sul quale bisogna fare chiarezza. Se è vero ciò che dice il Ministero sarebbe un dramma per i comuni». Cossa ha quindi annunciato l’astensione del suo gruppo.

Paolo Dessì (Misto) ha annunciato il suo voto di astensione e invitato la Giunta ad un confronto più aspro con il Governo. «E’ vero che la politica si fa con i piccoli passi ma da amministratore del territorio dico che questo protocollo d’intesa è lo strumento per alzare l’asticella. A Porto Tramatzu, dal punto di vista pratico, occorrerà trovare le risorse per utilizzare le strutture. Altra questione importante riguarda le Sabbie Bianche: è una zona di altissimo pregio sulla quale bisogna fare le bonifiche.

Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) ha invece deciso di abbandonare l’Aula: «Il 67% delle servitù militari è in Sardegna, mentre solo il 4,5% del personale impiegato si trova nella nostra regione. Non posso pertanto accettare di discutere questi ordini del giorno».

Voto favorevole ha invece comunicato Fabrizio Anedda (Misto) «per il coraggio del presidente Pigliaru di portare avanti il mandato del Consiglio. Sono comunista ma non delego a nessuno il compito di rappresentarmi».

Antonello Peru (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario a entrambi gli ordini del giorno: «Non capisco i colleghi che parlano di Sardegna occupata e poi votano a favore. Voterò contro, in dissenso con il mio gruppo. Serve un segnale politico chiaro della Regione, bisogna che si affermi che la Sardegna dice no ai poligoni militari. Preferisco un’isola di pace che sappia dire no ai veleni e ai giochi di guerra. Questo non è un accordo che entrerà nella storia».

Voto contrario anche da parte di Angelo Carta (Psd’Az): «Stiamo in  aula ed esprimiamo il nostro voto contrario a entrambi gli ordini del giorno senza togliere nulla alla buona volontà e alla lealtà del presidente. I sardi hanno bisogno di un’altra visione».

L’ordine del giorno numero 1 (Pittalis e più) è stato quindi approvato con 39 voti a favore e 5 contrari.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’ordine del giorno n. 2 (Cocco e più).

Paolo Dessì (Misto), ex sindaco di Sant’Anna Arresi, ha chiesto la parola per ribadire la necessità di intervenire subito con le bonifiche delle Sabbie Bianche a Teulada: «La gestione del sito è importante. Servono risorse. Il comune non ha la capacità di proteggerlo. Bisogna scriverlo in modo serio». Sugli indennizzi, Dessì ha invocato il principio della perequazione: «Si stabiliscano, una volta per tutte, i ritardi nello sviluppo dei territori occupati dai poligoni».

Messo in votazione l’ordine del giorno della maggioranza (Cocco e più) è stato approvato con voti 34 a favore e 9 contrari.

I lavori del Consiglio regionale riprenderanno domani mattina alle 10.00.

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«Dalla terra dei centenari – ha aggiunto l’assessore Pierluigi Caria – continuano a nascere e a crescere produzioni di eccellenza che guardano al futuro. Capisco che oggi non abbiamo a che fare con una annata favorevole, ma questo ci deve dare una forza maggiore per fare ancora di più e meglio, così da permettere a tutto il comparto di crescere.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge di riforma dell’Egas, contenente modifiche alla legge regionale 4 febbraio 2015, n. 4 Istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna e modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 19 del 2006.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo aver acquisito i pareri di Commissione e Giunta sugli emendamenti, il presidente ha avviato la discussione generale sull’art. 1 del disegno di legge n. 459/A.

Il consigliere di Forza Italia Marco Tedde, primo iscritto a parlare, ha espresso un giudizio negativo sull’articolo e sul testo in discussione. «E’ un provvedimento irrispettoso della Costituzione e contrario ai deliberati dell’antitrust e dell’Anac».

Marco Tedde ha quindi elencato i principali rilievi: «L’Antitrust dice che l’Egas non ha il potere di nominare persone di fiducia per la gestione del servizio idrico. L’Anac afferma che il sistema non è in linea con la disciplina del controllo analogo. La Corte di Giustizia, infine, sostiene che per affidare in via diretta e senza gara un servizio occorre che il soggetto pubblico sia dotato di poteri di controllo sul cda dell’ente gestore».

Secondo l’esponente della minoranza «il provvedimento in discussione viola la legge e le norme europee. Contraddice inoltre le pronunce della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia. Perché la Giunta va a testa bassa? A chi giova tutto questo? Non ai cittadini, forse alla Giunta che però dovrebbe fare gli interessi dei sardi e non della sua parte politica». Al termine del suo intervento, Marco Tedde ha invitato la maggioranza a fare un passo indietro: «State facendo un errore madornale, noi chiederemo che qualcuno intervenga per ristabilire la legalità. Abbanoa dovrebbe funzionare dando un servizio adeguato ai sardi, senza mettere in campo pratiche vessatorie».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti soppressivi totali e parziali all’art. 1 che sono stati tutti respinti. Il testo dell’articolo è stato invece approvato con 29 voti favorevoli e 17 contrari.

L’Aula è poi passata all’esame dell’articolo 2 “Modifiche all’articolo 7 della legge regionale n. 4 del 2015 (Comitato istituzionale d’ambito)”. Sono stati respinti gli emendamenti soppressivi, il testo dell’articolo 2 ha ottenuto il via libera dal Consiglio.

Sull’articolo 3 “Introduzione dell’articolo 7 bis della legge regionale n. 4 del 2015 (Esercizio del controllo analogo)” si è consumato uno strappo in maggioranza. Antonio Gaia (Upc), visto l’invito al ritiro del suo emendamento sostitutivo totale con il quale si stabiliva che “l’esercizio del controllo analogo viene svolto da Egas per il tramite del Comitato Istituzionale d’Ambito cui è attribuito il potere di nomina e revoca del Cda, del direttore generale e del Collegio dei revisori di Abbanoa” ha comunicato la sua decisione di abbandonare l’Aula in segno di dissenso.

Solidarietà ad Antonio Gaia è stata espressa da Alessandra Zedda (Forza Italia) che, dopo aver annunciato il suo voto favorevole all’emendamento, ha invitato la maggioranza a riflettere ancora sull’opportunità di mandare avanti il provvedimento. «In tema di controllo analogo ci sono difficoltà e complessità – ha detto Alessandra Zedda – spero che con la nomina del Comitato si possano concludere i progetti. Finora solo il 4,95% dei progetti del Piano Ambito si è concluso – ha proseguito la consigliera azzurra – un altro 34% è stato definito. Dei progetti approvati, 14 sono ancora da appaltare mentre appena il 4,3% è stato aggiudicato. I progetti avviati sono invece il 16%. Chiedo: quando vedranno la luce questi progetti? Lo stato di infrastrutturazione del servizio idrico è questo, di quali progetti parlano amministratore e direttore di Abbanoa?».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis a nome del suo gruppo ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento Gaia. «Non può passare come inosservata l’uscita dall’aula di un esponente autorevole della maggioranza che sbatte la porta su un progetto che disciplina la gestione di un bene fondamentale come l’acqua – ha sottolineato Pietro Pittalis – opposizioni interne di questa natura dimostrano che il centrosinistra e la giunta navigano a vista. Prima si toglie la spina a questa maggioranza e meglio è per i sardi. Non è questo il modo di governare la Sardegna e un settore sensibile come quello della risorsa idrica».

Posto in votazione, l’emendamento n.182 è stato respinto con 27 no e 16 sì. Via libera invece al testo dell’articolo 3.

Il Consiglio ha poi approvato in rapida successione gli articoli 4 “Modifiche all’articolo 9 della legge regionale n. 4 del 2015 (Personale dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna)” e 5 “Sostituzione dell’articolo 12 della legge regionale n. 4 del 2015 (Potere sostitutivo della Regione)”.

Disco verde anche per un emendamento aggiuntivo (n.179) all’art 5  presentato dall’on. Michele Cossa (Riformatori). Soddisfatto il presentatore: «In questo modo si risolve problema dei comuni non coperti dalla normativa per lo smaltimento delle acque meteoriche che in alcuni comuni non vengono smaltite da Abbanoa ma dai consorzi, questo emendamento chiude le procedure transattive di tutti i comuni».

L’Aula ha quindi approvato il testo dell’articolo 6 “Modifiche all’articolo 15 della legge regionale n. 4 del 2015 (Principi di sussidiarietà, di differenziazione e di adeguatezza)”. Successivamente il consigliere Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp) ha presentato un emendamento orale per ribadire il principio della natura pubblica della risorsa idrica: «Oltre a questo principio, confermato dal referendum del 2011, l’emendamento mira a garantire ai cittadini bisognosi un quantitativo minimo vitale pari a 50 litri giornalieri».

Mario Tendas (Pd) pur condividendo il contenuto della proposta ha paventato il rischio che l’applicazione della norma studiata per venire incontro ai soggetti indigenti possa tradursi in un vantaggio per i morosi: «Si rischia di dire che gli slacci non si possono fare – ha rimarcato Tendas – occorre chiarire meglio questo aspetto. Il pericolo è che la situazione diventi ingestibile. Serve una linea di demarcazione legata alle condizioni economiche e sociali dell’utenza»

Una riflessione ulteriore è stata suggerita anche da Marco Tedde (Forza Italia) che ha chiesto una breve sospensione della seduta, accordata dal presidente Ganau.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento orale del consigliere Lai: «Abbanoa è in lite con tutto il mondo per bollette, slacci, ricambi contatori. Voglio far riprendere socialità a questo mostro dell’idrico». Attilio Dedoni ha poi ricordato che il suo gruppo ha depositato una mozione sulla situazione idrica in Sardegna: «Chiedo di portarla in discussione al più presto».

Anche Pierfranco Zanchetta, capogruppo di Cps, ha ricordato la mozione (n. 266) presentata  a ottobre 2016. «Si chiedeva allora di intervenire per garantire a tutti la quantità minima giornaliera d’acqua fissata dall’Oms in 50 litri. Oggi tocchiamo un nervo scoperto di una situazione che riguarda i più bisognosi».

Marco Tedde (Forza Italia) si è detto favorevole, in linea di principio, all’emendamento Lai chiedendo però un’integrazione. «Così rischia di non poter essere attuato – ha detto Marco Tedde – noi abbiamo presentato una proposta di legge per garantire il quantitativo minimo vitale. Per le morosità superiori a 5-000 euro prevediamo una diminuzione delle erogazioni  del 40% della media dei consumi dei precedenti 5 anni per le utenze commerciali, 20% per quelle domestiche. All’estinzione del debito l’erogazione dell’acqua torna alla normalità. Se si integra l’emendamento con queste norme va bene altrimenti rischia di restare una mera enunciazione di principio».

L’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini, pur nella condivisione della proposta, ha voluto precisare la portata della norma: «Sulla questione c’è un po’ di confusione. Il soggetto che regola il sistema è Egas, all’ente spetta individuare categorie sociali ed eventuali misure di aiuto. Quello è il livello amministrativo competente. L’emendamento può essere approvato».

Parere favorevole è stato espresso anche dal presidente della Commissione “Governo del territorio” Antonio Solinas: «Sarà Egas a studiare le modalità per garantire il quantitativo minimo vitale d’acqua alle famiglie disagiate». Posto in votazione l’emendamento orale che è stato approvato

L’Aula ha quindi dato il via libera in rapida successione gli articoli 7 “Modifiche all’articolo 3 della legge regionale n. 10 del 2008 (Funzioni dei consorzi industriali provinciali)”, 8 “Abrogazioni”, 9 “Norma finanziaria” 9 bis “Norme transitorie” e 10 “Entrata in vigore”.

Il Consiglio regionale ha quindi proseguito i lavori con le dichiarazioni di voto.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha sostenuto che «Abbanoa resta il convitato di pietra e non ci si può nascondere dietro l’Egas che, peraltro, non fa bene il suo mestiere». «La politica sarda – ha proseguito – deve guardare al futuro e preoccuparsi a fondo di un sistema in cui ci sono pesanti restrizioni del servizio in molti territori della Sardegna anche quando piove, segnale di cattiva gestione della cosa pubblica».

Il consigliere Domenico Gallus (La Base-Psd’Az) ha affermato che «oggi è una grande giornata di festa per una trentina di Comuni della Sardegna e dispiace per circa 100 altri Comuni che non hanno creduto nella nostra battaglia e per diverse ragioni l’hanno abbandonata, forse per timore di perdere finanziamenti; ciò comunque non sminuisce l’importanza del risultato, frutto di una rivendicazione fatta esclusivamente nell’interesse delle persone».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha sottolineato positivamente il fatto che il Consiglio, anche in questa occasione, «si è mosso nel solco di una tradizione virtuosa fatta di interventi mirati nella legislazione regionale». «In questo caso – ha precisato – si è assunto la responsabilità di una legge nuova con cui viene sancito che la governance del servizio idrico appartiene alle comunità locali, così come sono meritori gli interventi sulle comunità autonome e l’emendamento orale che conferma un approccio etico all’economia, in definitiva si tratta di una legge utile che risolve problemi aperti anche se dibattito sul sistema deve continuare».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sottolineato che «il risultato ottenuto dai Comuni autonomi e l’unico perché il resto della legge è completamente sbagliato perché gli azionisti della società non la possono controllare ed Abbanoa continuerà ad operare a proprio piacimento, pratiche vessatorie comprese; ricordiamo su questo aspetto la recente sanzione applicata dall’Antitrust per 600.000 euro che certamente pagheranno i sardi». «L’Egas resta una scatola vuota – ha concluso Tedde – il controllo analogo stringente obbligatorio per legge ancora non c’è, i vertici non saranno nominati dai Comuni e per giunta il direttore avrà un contratto autonomo innescando un potenziale conflitto di interessi».

Il presidente della commissione Governo del territorio Antonio Solinas (Pd), relatore di maggioranza, ha ringraziato per il lavoro svolto i componenti della commissione e tutto il Consiglio, sottolineando che «il testo dice il contrario di quello che sostiene il collega Tedde; il controllo analogo, per esempio, sarà fatto da un comitato di Sindaci e questo è il modo più serio per coinvolgere le autonomie ed i vertici saranno eletti dalle amministrazioni locali». Antonio Solinas ha quindi ribadito il voto favorevole alla legge precisando che, sul piano politico, «non c’è nessuna frattura nella maggioranza ma solo divergenze normali su un emendamento e non certo sulla norma nel suo complesso».

A nome della Giunta, l’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini ha affermato che «la legge si è posta il problema di migliorare la qualità del servizio; sotto questo profilo siamo coscienti dei limiti attuali ma nessuno può dimenticare le gravissime inefficienze degli anni precedenti sia economiche che gestionali». «Ora – ha aggiunto – i problemi finanziari sono stati risolti, ci sono ancora molti spazi di miglioramento e vanno meglio i meccanismi di controllo; la vera innovazione sta qui, è coerente con la legislazione di settore». Dopo aver espresso una valutazione positiva sulla norma che riguarda i piccoli Comuni, l’assessore ha concluso auspicando un percorso rapido della legge anche a livello nazionale.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la legge che il Consiglio ha approvato con 30 voti favorevoli e 14 contrari. Successivamente ha sospeso la seduta per convocare la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato le decisioni della conferenza: le relazioni sulla finanziaria saranno anticipate a stamattina e gli emendamenti potranno essere presentati entro martedì prossimo 12 dicembre alle ore 12.00. Per quanto riguarda il Consiglio sarà riconvocato per martedì 12, alle 10.30, con all’ordine del giorno le comunicazioni del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sulle servitù militari e la discussione della proposta di legge n. 468/A – Solinas Antonio e più (sottoscritta da consiglieri di maggioranza e opposizione) sulla proroga dei termini previsti dalla legge 8/2015 – c.d. “Piano casa”. A seguire, l’inizio della discussione generale sulla legge finanziaria.

Terminate le comunicazioni il presidente ha dato la parola al consigliere Franco Sabatini (Pd), presidente della commissione Bilancio e relatore di maggioranza della legge finanziaria.

Franco Sabatini, dopo aver ricordato che la commissione ha svolto un lavoro preparatorio con un iter più snello riducendo il numero di audizioni rispetto agli anni precedenti ma acquisendo comunque una grande quantità di elementi importanti sulle esigenze vere della comunità regionale, ha auspicato l’approvazione della legge entro 31 dicembre; un obiettivo che, se sarà raggiunto, «sarà di tutto il Consiglio». Il relatore è entrato poi nel dettaglio delle cifre più significative, cominciando dal fisco. Avremo aliquote molto basse, che non saranno toccate, ha spiegato: «Irpef  all’1.23%, la più bassa d’Italia ed Irap  all’1.93%, fra le più basse, così lasciamo risorse sul territorio, per sostenere la ripresa economica in atto». Affrontando il tema degli accantonamenti, Sabatini ha riconosciuto che «sono imponenti ma, proprio per questo, ci vuole una discussione comune con politica, istituzioni e forze sociali, tutta la Sardegna in poche parole, perché con 680 milioni in più avremo fatto moltissimo per la nostra Regione e proprio in questi giorni, inoltre, stanno scadendo gli accordi sugli accantonamenti per le Regioni speciali, un appuntamento al quale dobbiamo arrivare preparati anche cercando alleanze». Dagli accantonamenti al lavoro. «Questa finanziaria – ha sostenuto Franco Sabatini – contiene un importante intervento sulle politiche del lavoro con un fondo di 100 milioni che introdurremo con un emendamento contenente diverse misure, dai cantieri alle politiche attive per l’incontro fra domanda e offerta, la formazione e i bonus assunzioni». Altri stanziamenti di rilievo, ha aggiunto il presidente della commissione Bilancio, «riguardano l’università con fondi aggiuntivi (17 milioni) per il fondo unico ed il diritto allo studio più 3 milioni per infrastrutture, il Reis con 30 milioni più altri 15 ed il rifinanziamento delle leggi di settore nel quadro del sistema socio assistenziale». «Sul Reis – ha precisato Sabatini – abbiamo una stima del fabbisogno complessivo di circa 60 milioni che contiamo di coprire anche con le risorse del Rei nazionale che è complementare, inoltre è importante sottolineare i fondi per l’agricoltura (20 milioni più 25 provenienti dal governo nazionale). Non comprendo – ha detto nelle conclusioni – la polemica con gli Enti locali sul fondo unico che resta intatto nonostante i periodi precedenti di recessione, il calo dei trasferimenti dallo Stato e gli accantonamenti; se poi, rispetto ai 7.7 miliardi complessivi della manovra,  togliessimo sanità e spese obbligatorie emergerebbe le altre risorse andrebbero agli enti locali, dal Reis a cantieri, dai siti archeologici alle biblioteche, in tutto una somma di 1.4 miliardi che ci porterebbe al terzo posto in Italia». «Il vero problema – ha concluso – è la finanza locale perché i vincoli di bilancio non consentono spesa ed è che va discusso come hanno fatto altre Regioni autonome».

Per la minoranza, la relatrice Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, è partita dal raffronto fra il programma della maggioranza e quanto effettivamente realizzato per affermare che «onestamente i sardi non si sono accorti di nessun miglioramento ma hanno visto solo una messa in scena del tutto staccata dalla realtà». Zedda ha citato in proposito numerosi esempi: dal rapporto con il Governo al trasporto aereo, dagli accantonamenti all’insularità (appena sfiorata con uno stanziamento irrisorio che partirà solo dal 2019), dalle entrate ad una Agenzia priva di competenze reali. «Non siete i migliori come avete voluto far credere – ha proseguito Alessandra Zedda – anzi avete sbagliato tutto con l’accordo Padoan-Pigliaru ed anche Soru ha detto che è stato un errore ritirare i ricorsi; insomma al di là delle belle parole, avete tradito anche chi dice di voler lottare per il sovranismo, ma questo ed altro ve lo faranno capire ben presto i sardi». Sulla manovra, secondo la Zedda è sbagliato parlare di un intervento positivo per il lavoro e l’economia, perché «i dati dicono altro: ci sono bandi di anni precedenti non pagati, un mutuo infrastrutture da 700 milioni con nemmeno un’opera realizzata, una emergenza lavoro per la quale la Cgil e le forze sociali vi tengono sotto pressione, una burocrazia opprimente che blocca la spesa delle risorse disponibili neutralizzandone gli effetti sul sistema regionale, per non parlare della sanità, che avete cambiato con una riforma sbagliata partita dal tetto e non dalle fondamenta».

Dopo quest’ultimo intervento, il presidente ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio per martedì alle 10.30.

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«Quello di Carbonia è il primo Cineporto della Sardegna e vuole essere l’avvio di un polo dell’industria cinematografica in grado di creare un modello di economia nuova e sostenibile, fondato sulla cultura.»

Lo ha dichiarato il consigliere di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto presentando il progetto Cineporto che, dalla sua sede di Carbonia nei vecchi uffici della miniera di Serbariu, lancerà un programma articolato di sviluppo della filiera cinematografica attraverso la produzione, la formazione  e l’innovazione tecnologica.

All’incontro è intervenuto anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru che ha sottolineato, fra gli altri, il significato simbolico dell’iniziativa, «di una Sardegna che, con le sue bellezze e le sue eccellenze, sa guardare al mondo e vuole farsi guardare dal mondo»«La nostra Regione – ha aggiunto – sta lavorando benissimo nelle produzioni cinematografiche importanti, anche grazie al lavoro della Sardegna Film Commission, si propone come scenario ideale e naturale di locations di altissimo livello e lo fa dal Sulcis, un territorio dove certamente c’è da difendere una industria come Alcoa ma da dove si può e si deve lanciare uno sguardo nuovo verso il mondo. All’inizio della legislatura, 4 anni fa – ha concluso Francesco Pigliaru – abbiamo chiesto ai territori di guardare avanti e di esprimere idee su cui scommettere; oggi siamo felici di vedere la realizzazione di una di queste idee».

L’assessore alla Cultura Giuseppe Dessena ha affermato in apertura che «in Italia aumenta l’offerta culturale complessiva e in Sardegna aumenta più che in Italia, per questo quella di investire nel cinema è una intuizione felice che intercetta il buon momento del cinema in Sardegna con una produzione che migliora, un indotto che cresce ed una filiera che diventa sempre più solida».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha messo in evidenza che «fare cultura in Sardegna e nel Sulcis rappresenta un segnale di speranza in una riconversione economica del territorio che, puntando su cultura e innovazione, sa individuare grandi orizzonti e grandi traguardi».

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, che assieme ad altri, ha lavorato per sostenere il Cineporto già nella finanziaria dell’anno precedente, ha messo l’accento sull’importanza della scelta fatta allora, «che molti sottovalutarono mentre invece si è rivelata una idea forte che ha dato vita ad un progetto serio e concreto».

Eugenio Lai, consigliere di Art. 1 – Mdp ha espresso il suo apprezzamento per la coesione mostrata dalla maggioranza, «talvolta bistrattata». «In questo caso invece – ha aggiunto – è stato premiato lo sforzo di portare avanti un discorso di lungo periodo, frutto di una certa visione della Sardegna che vuole puntare sulla cultura. Una scelta giusta, ha concluso – che ha già prodotto risultati, con la dispersione scolastica calata del 5% in 3 anni, ma che soprattutto in prospettiva indica una crescita positiva della società sarda».