5 November, 2024
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E’ in programma questo pomeriggio, con inizio alle 16.00, presso il centro commerciale LD Market sulla SS 126 Bivio Bacu Abis – Gonnesa, un’assemblea di cacciatori organizzata dall’associazione cacciatori sardi riuniti. All’ordine del giorno figurano tre punti: la richiesta, a distanza di 40 anni, di una legislazione certa ed adeguata ai giorni nostri, rispettosa della cultura, dell’ambiente e delle tradizioni venatorie sarde; quale futuro per la caccia e l’ambiente con questi calendari venatori; i cacciatori pagano le tasse e resta a casa: la Regione cosa fa?

I lavori saranno introdotti da una relazione del presidente dell’associazione cacciatori riuniti sardi, Pinello Cossu. Interverranno i rappresentanti regionali delle associazioni venatori ed armieri: Franco Sciarra della FIDC, Bonifacio Cuccu dell’UCS e Marco Efisio Pisanu della CPA. Sarà presente l’on. Pietro Cocco, capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale, presentatore di una proposta di legge sulla caccia.

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Cinghiale 1

È proseguito ieri l’esame del quarto provvedimento attuativo del Programma straordinario di eradicazione della Peste suina africana 2015/2017, che riguarda le misure per l’eradicazione della PSA nelle popolazioni di cinghiali selvatici e allevati, condotto dal Responsabile dell’Unità di Progetto con i rappresentanti delle associazioni venatorie, in un incontro nel palazzo di viale Trento.
Alla riunione, che ha seguito quella del 14 ottobre scorso, erano presenti Bonifacio Cuccu dell’Unione Cacciatori di Sardegna, Marco Efisio Pisanu di Caccia, Pesca, Ambiente, Franco Sciarra della Federazione Italiana della Caccia, Carlo Masnata, componente dell’Unità di Progetto in rappresentanza del Corpo Forestale, Davide Brugnone dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente, Modesto Fenu di Laore e Sandro Rolesu per l’Istituto Zooprofilattico della Sardegna.
L’incontro è servito per proseguire il confronto sul regolamento predisposto dalla Regione in merito alla caccia al cinghiale nell’ambito delle misure per debellare la PSA in tutto il territorio regionale e per ascoltare le osservazioni dei rappresentanti dei cacciatori a seguito della precedente riunione, in modo da condividere, dove possibile, specificazioni e miglioramenti, al fine di facilitare l’applicazione delle regole e di assicurare la partecipazione di tutti, nella consapevolezza che la PSA è una problematica generale che coinvolge l’intera isola e penalizza importanti settori produttivi.
I rappresentanti delle associazioni venatorie hanno presentato le proprie proposte di modifica, in uno scambio proficuo con il direttore De Martini e con i tecnici della Regione, che si è concluso con il perfezionamento di alcuni punti, nella soddisfazione di tutti i partecipanti all’incontro.
Sempre nell’ambito delle azioni mirate all’eradicazione della PSA, Argea Sardegna, l’Agenzia regionale per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura, ha pubblicato qualche giorno fa il bando per la presentazione delle domande di indennizzo finalizzato a sostenere il reddito delle aziende suinicole ricadenti all’interno delle zone di protezione e di sorveglianza istituite intorno ai focolai di PSA.

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Cinghiale 1

E’ stato compiuto un nuovo passo avanti nel progetto di eradicazione della Peste suina africana in Sardegna con la definizione di un provvedimento che regola la caccia al cinghiale. Il responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della Psa e direttore generale della presidenza della Regione, Alessandro De Martini, ha illustrato alle associazioni venatorie sarde, riunite al primo piano della Torre di viale Trento, il quarto provvedimento attuativo del Programma straordinario di eradicazione della Psa 2015-2017, riguardante le popolazioni di cinghiali selvatici e allevati. Al faccia a faccia hanno partecipato una delegazione di tecnici del Corpo forestale e degli assessorati dell’Ambiente e della Sanità, e i presidenti regionali di Federcaccia, Franco Sciarra, dell’Unione cacciatori di Sardegna, Bonifacio Cuccu, e di Caccia, pesca e ambiente, Marco Efisio Pisanu.
L’articolo 1 del provvedimento definisce le misure sanitarie di contrasto alla Psa nei cinghiali puntando sulla sorveglianza epidemiologica della specie e sulla regolamentazione della caccia nelle aree di vincolo dovute ai focolai di Psa. L’articolo 2 interviene invece nel mappare e regolamentare l’anagrafe dei cacciatori, la banca dati delle Aziende agrituristico-venatorie, le zone di concessione per l’esercizio della caccia autogestita e gli allevamenti dei cinghiali. Entro il 1 marzo di ogni anno infatti, l’assessorato della Difesa dell’Ambiente dovrà comunicare al responsabile dell’Unità di progetto (Udp) l’elenco delle zone in concessione per l’esercizio della caccia autogestita e dei rispettivi presidenti, l’elenco degli allevamenti di cinghiali a scopo di studio o ripopolamento e dei rispettivi titolari, l’anagrafe dei cacciatori sardi aggiornata alla stagione venatoria precedente e i dati dei carnieri, riferiti ai cinghiali, su base provinciale e suddivisi per decadi. Sempre entro il 1 marzo di ogni anno, l’assessorato dell’Agricoltura e Riforma agropastorale dovrà invece comunicare l’elenco di tutte le Aziende agri-turistico-venatorie e dei rispettivi titolari, specificando quelle che allevano e/o immettono cinghiali.
Il provvedimento pone il divieto assoluto, in tutto il territorio regionale, di abbandonare nelle campagne parti di carcasse o viscere dei cinghiali abbattuti durante la caccia o di cacciare il cinghiale in forma vagante. L’unica forma di caccia consentita è infatti quella effettuata da una compagnia di caccia. Sempre entro il 1 marzo, tali compagnie devono comunicare ai servizi veterinari della Asl territoriale competente, alla stazione Forestale e di Vigilanza ambientale, che ne istruiscono apposito elenco, il nominativo del referente responsabile della compagnia di caccia al cinghiale e l’indirizzo, con coordinate GPS e località, del luogo dove vengono raccolti i cinghiali abbattuti per essere eviscerati e sezionati.
«Nelle prossime settimane partiremo prima con il censimento delle compagnie di caccia e poi con la formazione dei cacciatori, da portare avanti con la collaborazione delle associazioni venatorie». Lo ha detto a margine dell’incontro il responsabile dell’Unità di progetto De Martini che ha aggiunto: «Tenere d’occhio lo stato di salute dei cinghiali rispetto alla Psa, attraverso la raccolta di campioni e tessuti negli animali abbattuti o trovati morti nelle campagne, è un passaggio fondamentale per rafforzare i nostri interventi nell’eradicazione della Peste suina africana. Il provvedimento chiuso oggi – ha concluso il direttore generale della Presidenza – è stato integrato e arricchito con i suggerimenti e le idee delle associazioni venatorie, che sono certo continueranno a collaborare in questo progetto in cui la Giunta e il Consiglio regionale tanto hanno investito.»

 

Luigi Lotto

Questa mattina la #commissione Agricoltura, presieduta da Luigi Lotto (Pd), ha sentito in audizione i rappresentanti delle associazioni venatorie della Sardegna, sia nell’ambito dell’iter della nuova legge sulla biodiversità che per quanto riguarda la normativa di settore, la legge 23/98.

Tutte le associazioni, sia pure con accenti diversi, hanno sottolineato la necessità di un quadro normativo completamente nuovo che superi l’esperienza, a loro giudizio negativa, della legge 23, e valorizzi il ruolo dei cacciatori come soggetti che presidiano e difendono il territorio.

Il presidente dell’Unione cacciatori Sardegna Bonifacio Cuccu ha lamentato, in particolare, la scarsa attenzione delle istituzioni nei confronti della categoria. «Non siamo ascoltati, ma non si può fare una legge sulla caccia senza i cacciatori. Chiediamo solo regole precise e criteri trasparenti sulle scelte; possiamo fare molto di più per il territorio e vogliamo dare il nostro contributo, anche nella prevenzione contro gli incendi.»

Per il presidente di Federcaccia Franco Sciarra la categoria ha buone ragioni per essere insoddisfatta. «La legge 23 è rimasta sostanzialmente inapplicata e sono passati vent’anni ed ora bisogna assolutamente intervenire perché, senza un piano faunistico e senza la definizione degli ambiti non si può parlare di caccia, argomento sul quale da sempre abbiamo molto da dire e da proporre.»

Alessandro Lisini, presidente della Libera associazione sarda caccia, ha messo l’accento «sulle tante forzature che hanno cercato di rattoppare, volta per volta, una legge sbagliata e inapplicabile come la 23, e sui ritardi nella predisposizione di una nuova normativa di cui vorremmo conoscere l’impianto generale per poi dare il nostro contributo su temi specifici».

Secondo Marco Efisio Pisanu, di Caccia pesca e ambiente, «per fare una buona legge, e c’è n’è molto bisogno in Sardegna, occorre anche tenere conto delle esperienze di altre realtà, degli errori e delle cose che hanno funzionato. Noi vogliamo scriverla assieme alla Regione, siamo convinti che la caccia non sia un problema ma una risorsa della Sardegna, che fra l’altro può fare da traino ad un settore strategico per lo sviluppo dell’Isola come il turismo».

Il presidente della commissione, Luigi Lotto, dopo aver ringraziato le associazioni venatorie per il loro contributo, ha assicurato l’attenzione della commissione sul problema della caccia, «che verrà affrontato subito dopo la pausa estiva con tutti gli approfondimenti che la complessità della questione richiede e l’ascolto di tutte le parti interessate».