5 November, 2024
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Grazie alla sensibilità dell’Associazione Turistica Pro Loco Mamoiada, presieduta da Giuliana Gungui, in due giorni – 23 e 24 settembre – della festa in onore dei santissimi Cosimo e Damiano (dal 16 al 27 settembre), la F.A.S.I. (Federazione delle 68 associazioni sarde nell’Italia continentale) ha potuto realizzare, nel paese universalmente noto per Mamuthones e Issohadores (e per uno splendido Museo delle Maschere mediterranee, che richiama migliaia di visitatori), non solo un incontro del proprio Comitato Esecutivo (presso la sede della Pro Loco) ma anche un’assemblea aperta ed all’aperto – nella piazza antistante il Santuario campestre di San Cosimo e Damiano – dei rappresentanti di un numero significativo dei propri Circoli.   

Il Comitato esecutivo, prima di affrontare le tematiche interne, ha ascoltato i rappresentanti del gruppo dei Riformatori sardi (Franco Sergio Pisano, Attilio Dedoni, Luigi Crisponi), che hanno illustrato la loro campagna per vedere riconosciuta l’insularità della Sardegna nella Costituzione italiana.

Nell’incontro all’aperto, coordinato da Giacomo Serreli, svoltosi sotto un sole cocente nella mattina di domenica 24, la presidente della F.A.S.I., Serafina Mascia, e diversi responsabili dei Circoli hanno interloquito con personalità importanti della cultura attive nell’isola (Raffaele Sestu, presidente dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia-sezione Sardegna; Leonardo Marras, presidente della Fondazione Maria Carta e del Progetto Freemmos; Ciriaco Offeddu, presidente dell’Associazione Beyond Thirty-Nine; Bachisio Bandinu, antropologo; Sebastiano Pilosu, dell’Associazione Tenores Sardigna; Mario Paffi, presidente della Cooperativa Viseras) e con numerosi uditori della comunità locale. Si è trattato quasi, a distanza di poco meno di un anno, di una sessione ulteriore del sesto Congresso Nazionale della F.A.S.I. che si è tenuto a Quartu Sant’Elena dal 28 al 30 ottobre 2016 e che aveva per slogan «La rete degli emigrati patrimonio dell’Isola. Solidarietà, cultura, progettualità: risorse per un nuovo sviluppo».

Anche in questa occasione le parole della presidente e dei rappresentanti dei Circoli, e anche l’esposizione di una parte significativa delle pubblicazioni realizzate negli anni dalla Federazione, hanno fatto comprendere all’uditorio locale la specificità degli interventi della F.A.S.I.  volti a far conoscere, nei luoghi di nuova residenza degli emigrati, la cultura e l’economia della Sardegna, con vantaggi anche economici oltre che di immagine per l’Isola (basta pensare alla propaganda a favore del turismo in Sardegna e dello smercio dei prodotti agro-alimentari sardi).

Ai “figli di Sardegna” che vivono fuori dell’isola, dall’altra parte, è stato possibile ascoltare le interessanti proposte di autorevoli personalità che hanno sempre avuto a cuore il confronto con le realtà associate degli emigrati anche nella ricerca costante dei contatti in grado di favorire a sinergia delle due componenti dell’unico Popolo Sardo allo scopo di trovare soluzioni per i problemi della comune terra madre.

Nel pomeriggio la sfilata delle maschere tradizionali e l’esibizione di gruppi di ballo, di tenores, di cori dell’Isola e di un gruppo con launeddas e organetto, provenienti da diverse zone della Sardegna, hanno suscitato forti e non dissimili emozioni nel cuore sia degli emigrati sia  dei partecipanti locali alla festa, gli uni e gli altri “figli di Sardegna” e fieri delle proprie tradizioni.

Paolo Pulina

 

Cinquanta milioni di euro ogni anno destinati esclusivamente ai Comuni delle zone interne e un vero e proprio piano Marshall per evitare che i Comuni della Sardegna centrale scompaiano. E’ l’ipotesi di lavoro predisposta dal Centro Studi dei Riformatori sardi e in particolare da Franco Sergio Pisano. Si tratta di un primo passaggio importante per avviare una discussione sul tema, che vuole coinvolgere tutti i soggetti interessati, a partire dai sindaci dei piccoli comuni. 

I recenti dati demografici pubblicati dall’ISTAT sulla popolazione residente in Italia al 1 gennaio 2015 hanno posto in grande evidenza tutta la drammaticità del problema dello spopolamento delle zone interne che sta portando molti dei piccoli comuni ad un veloce e inesorabile processo di estinzione.

Un processo quello dello spopolamento delle zone interne, che in questi ultimi anni ha registrato una notevole accelerazione e che viene inutilmente urlato in coro da tutti i sindaci di questi territori. Un vero grido d’allarme che non può non essere interpretato come il suono della campana dell’ultimo giro mettendo in mora, in primo luogo, l’inerzia della Giunta regionale.

La prima urgente iniziativa, che la Giunta regionale dovrebbe assumere – secondo i Riformatori Sardi – è quella di cambiare radicalmente il metodo di riparto del Fondo Unico a favore dei Comuni della Sardegna, creando dei meccanismi di perequazione finanziaria a favore dei Comuni dell’interno rispetto a quelli felicemente localizzati nelle zone costiere.